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La scelta di Anne. L’évenement

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Supereroi

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sta cattiva inclinazione) vengono rovesciati nei sette pilastri della donna libera.

In questo senso, La brava moglie si inserisce in quel filone cinematografico dedicato alle conquiste per l’emancipazione dalle donne (Suffragette e Il concorso per citarne solo due): in questo caso a essere infrante sono le abitudini, le convinzioni, le barriere socio-culturali di un’epoca non lontanissima (una cinquantina d’anni or sono).

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Ciò che funziona meglio e strappa il sorriso sono i momenti in cui gli ostacoli e i pregiudizi da superare appaiono a noi, cittadini del terzo millennio, cose ovvie e scontate.

Ma ciò che resta davvero di questo film è il messaggio di fondo: perché le donne, da quel lontano 1968 in cui le si vedeva soprattutto come casalinghe dedite a mariti e figli, hanno conquistato libertà e possibilità di carriere anche importanti ma di strada, sul fronte delle vere libertà, ce n’è ancora da fare. Perché di donne costrette a vivere in contesti socio-politici che educano alla sottomissione ce ne sono ancora troppe nel mondo.

eLena Bartoni

di Audrey Diwan

Origine: Francia, 2021 Produzione: Edouard Weil, Alice Girard per Rectangle Productions, in coproduzione con France 3 Cinéma, Wild Bunch, Srab Films Regia: Audrey Diwan Soggetto: dal romanzo autobiografico “L’evento” di Annie Ernaux Sceneggiatura: Audrey Diwan, Marcia Romano Interpreti: Anamaria Vartolomei (Anne), Kacey Mottet-Klein (Jean), Luàna Bajrami (Hélène), Louise Orry-Diquéro (Brigitte), Louise Chevillotte (Olivia), Pio Marmaï (Professor Bornec), Sandrine Bonnaire (Gabrielle), Anna Mouglalis (Rivière), Leonor Oberson (Claire), Fabrizio Rongione (Dottor Ravinsky), Cyril Metzger (Gaspard), Éric Verdin (Jacques) Durata: 100’ Distribuzione: Europictures Uscita: 4 novembre 2021

PProvincia francese, 1963. Anne frequenta con grande profitto la facoltà di lettere, ha chiari gli argomenti più complessi come le pagine di Sartre e di Camus che, ovviamente, la pongono al centro dell’invidia delle sue amiche e colleghe cui fa rabbia il suo consolidato progetto futuro come l’insegnamento e la scrittura.

Il suo desiderio di scelte libere e indipendenti la connotano come una ragazza diversa, non omologata dall’ambiente bigotto di quegli anni, messo in allarme anche da quanto sia desiderata dagli uomini che le girano intorno e da lei tenuti a bada senza eccessi, con la padronanza di chi sa di piacere.

Un giorno questa sua indipendenza pare andare in frantumi perché si scopre incinta di un giovane di Bordeaux, venuto un paio di giorni in trasferta per trovare dei parenti e da lei conosciuto in una libreria e frequentato per una notte.

La prima risposta che ha la sua richiesta di aiuto è la chiusura: dai ginecologi (la legge di allora non fa sconti e manda in prigione i colpevoli di aborto procurato), dalle amiche, dai ragazzi con cui si confida che pensano, data la sua situazione, sia ora una preda più facile.

Un ginecologo integralista le prescrive, addirittura, con l’inganno delle iniezioni che rafforzano qualsiasi debolezza del feto mentre altri rimedi non ortodossi non approdano a nulla.

La sua volontà ferrea nel proseguire gli studi per continuare a essere se stessa la convincono, tramite l’unico amico che vuole aiutarla, a rivolgersi a una mestierante del posto che ha già aiutato altre ragazze in cambio di denaro.

Il primo tentativo va a vuoto; il secondo, più invasivo e a prezzo di un dolore indicibile, la libera ma la prostra in una emorragia che sta per ucciderla. Una sua compagna di università capisce la situazione e chiama i soccorsi. È salva; il ginecologo sottoscrive si sia trattato di aborto spontaneo.

Anne può riprendere i suoi amatissimi studi con la finalità di diventare scrittrice.

ÈÈ un film che racconta il disagio, l’incomprensione del prossimo che resta invisibile nei momenti più duri, quando maggiormente si ha bisogno di sostegno; la classe medica ostile, bigotta e truffatrice per rendere ancora più difficili situazioni già tremendamente difficili; la fascia degli adulti, insegnanti e genitori, che non capiscono e poi il dolore. Il dolore per la propria superficiale disattenzione, per la mancanza d’amore di cui invece la protagonista avrebbe bisogno che la sua vita traboccasse; il dolore per la propria vita, i propri pensieri, i propri sogni e progetti che stanno per polveriz-

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