I Torrioni di Sciarborasca

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ComunitĂ montana Argentea

Club Alpino Italiano Sezione di Arenzano

Parco Regionale Monte Beigua

( Scaggiun)

La palestra di roccia per gli appassionati e per coloro che desiderano imparare le tecniche di arrampicata a pochi chilometri dal mare


Come arrivare

Percorrendo in direzione di Varazze il tratto di Aurelia che attraversa Cogoleto, troveremo alla nostra destra via Allegro (sottopasso della ferrovia e ingresso della Tubi Ghisa). Proseguiamo in direzione di Pratozanino e dopo aver superato questa località in breve arriveremo a Sciarborasca.

Da dove partire

Dalla Piazza della Chiesa di Sciarborasca inizia il tracciato escursionistico contrassegnato da un quadrato rosso pieno (FIE Sciarborasca - Monte Beigua ore: 3.30 ). Se desideriamo evitare il tratto iniziale asfaltato e ripido, possiamo portarci più in su con l'auto (facendo ben attenzione perché la strada è molto stretta) fino ad uno spiazzo dove parcheggeremo e l'asfalto cede finalmente il posto al sentiero vero e proprio.

Proseguendo

Dopo poche centinaia di metri un cartello in legno posto sulla nostra sinistra ci fornisce l'indicazione per la palestra di roccia. Abbandonando quindi il quadrato rosso, percorriamo il nuovo sentiero (reso sconnesso dalle piogge) fintanto che un altro cartello, questa volta alla nostra destra, ci porta a deviare in questa direzione. Ancora una breve salita e finalmente siamo arrivati nell'area attrezzata dei Torrioni di Sciarborasca. Qui il CAI di Arenzano ha allestito ben 19 vie * per allenarsi allo sport di arrampicata.

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per il nome delle vie e la loro difficoltà, si prega di guardare la tabella seguente e i relativi disegni


NUMERO 01 02 03 04 05 06 07 08 09 10 11 12 13 01 02 03 04 05 06

SETTORE A NOME VERONICA GRAZIELLA NICO ARMADUK SIDNEY 2000 DAYGUN BOUNTY BIANCANEVE SCIBILLA SUSPIRIA NINA BABILUX IL PASTORE SETTORE B CHEOPE LE VOLPI SCARUSCI TEQUILA ICARO ZAZA

DIFFICOLTA' 6째A+ 6A 5+ 6A 5 +\ 6 A 5+ 6 A+ 4 6A 5 5 5+ 5+ 5 5+ 6A 5+ 6A+ 6A


Il Parco Regionale del Monte Beigua

Il Beigua con i suoi 1297 metri è la montagna più alta del comprensorio, ma altre cime superano abbondantemente i mille metri, ad esempio il monte Rama (1148 metri) oppure cima Argentea con 1082 metri, e ancora monte Reixa e monte Ermetta rispettivamente alti 1183 e 1267 metri sul livello del mare. Distinguiamo un versante sud che si affaccia direttamente sul mare, povero di vegetazione e con pareti aspre. Questa sua vicinanza al mare ne influenza notevolmente il clima dando picchi di piovosità molto alti. Il versante nord si presenta più dolce con una maggiore copertura forestale. Qui sono state ritrovate tracce di insediamenti primitivi, segno che i luoghi favorivano la frequentazione anche nel lontano passato.

Flora

geologia Il substrato roccioso è caratterizzato nel versante meridionale dalla presenza di ofioliti o "rocce verdi" ricche di magnesio che a sua volta agisce come elemento selettivo nei confronti della flora Nel versante nord, verso il Sassello e la valle dell'Erro abbiamo formazioni rocciose appartenenti al bacino terziario ligure-piemontese con marne e arenarie

Alle quote più alte troviamo l'Astro delle Alpi, tipico relitto glaciale presente in Italia nella regione Alpina fino a 3000 metri, e sull'Appenino settentrionale e centrale. La sua presenza nel massiccio del Beigua è particolarmente significativa per la vicinanza al mare. E' inutile dire che è soggetta a protezione totale. Particolarmente interessante è la vegetazione igrofila legata alla presenza di acquitrini, pantani e vecchie torbiere (trifoglio acquatico, parnassia e la drosera rotundifolia rappresentante delle piante carnivore)

Fauna Nel passato era abbastanza facile avvistare nei cieli del parco il Biancone, stupendo rapace con una apertura alare superiore al metro e mezzo. La sconsiderata caccia di cui è stato oggetto ne ha diminuito fortemente la presenza. Questo ha contribuito all'aumento delle vipere sue abituali prede. Tra gli anfibi la salamandrina terdigitata dal punto di vista biogeografico, ne rappresenta il limite di diffusione occidentale della specie. Tra i serpenti il colubro lacertino con i suoi due metri di lunghezza potrebbe giustamente incutere timore nel caso di un suo incontro, ma non vi è motivo di allarme in quanto perfettamente innocuo per l'uomo.


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