55° FESTIVAL PUCCINI

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LUGLIO AGOSTO 2009

LE OPERE

La Bohème Tosca Turandot Manon Lescaut

I BALLETTI

Il lago dei cigni Giselle

IL CONCERTO Gala lirico con Angela Gheorghiu

L’ALBO D’ORO Gli interpreti dal 1930 a oggi


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Sommario

Supplemento al numero odierno de LA NAZIONE a cura della SPE Direttore responsabile: Giuseppe Mascambruno Vicedirettori: Mauro Avellini, Piero Gherardeschi Capo servizio: Enrico Salvadori Coordinamento: Umberto Guidi Opere e storia: Beppe Nelli Testi di: Enrico Salvadori, Gianluca Zaccheo, Francesca Bernardini, Martina Del Chicca, Chiara Sacchetti Fotografie: Aldo Umicini Direzione redazione e amministrazione: 50100 Firenze - Via Paolieri, 3 V.le Giovine Italia, 17 Grafica ed impaginazione: Kidstudio srl Stampa: Grafica Editoriale Printing srl Pubblicità: Società Pubblicità Editoriale spa Direzione generale: V.le Milanofiori Strada, 3 Palazzo B10 - 20094 Assago (MI) Sede di Firenze: V.le Giovine Italia, 17 tel. 055-2499203

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Porte aperte al nuovo teatro Il cartellone Un Festival grandi firme Il sindaco: “Un gioiello di famiglia” Le opere: Bohème Intervista al direttore artistico Le opere: La Tosca L’intervento dell’assessore Costagliola La ricetta di Lera: verde, fiori, acqua Le opere: Turandot Un polo culturale L’intervento del direttore generale All’Opera in battello Due stelle per Puccini Arte e musica lirica Le opere: Manon Lescaut Il balletto è servito Il genio manifesto La Tosca secondo Dalla Lo stile D’Avenza Fashion Tre sculture per il teatro Un caffè anche per il Maestro Pommery: musica e champagne Settantanove anni di lirica sul lago Chicche per melomani L’albo d’oro

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Nella foto a destra: Il presidente Massimiliano Simoni, appena sceso dall’idrovolante per inaugurare i due giorni di festa, con la consigliera Francesca Bardelli e il direttore artistico del Festival, Carlo Pesta.

Seimila spettatori alla “due giorni� che ha festeggiato il primo compleanno del palcoscenico sul lago

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PORTE APERTE AL NUOVO TEATRO È passato un anno da quando nell’arena del rinnovato Gran teatro all’aperto di Torre del Lago, si spensero, per la prima volta, le luci e una platea gremita ammutoliva di fronte alla proiezione del filmato rinvenuto dal regista Paolo Benvenuti, per osservare mute immagini di Puccini nel giardino di casa, al pianoforte, in barca, con gli amici... Poi è bastato un colpo di bacchetta del maestro Riccardo Chailly per rompere quell’insolito silenzio, e come per magia l’orchestra della Filarmonica e il coro della scala si sono animati, investendo la platea con le note del maestro. È passato un anno dicevamo, e per festeggiare il primo anniversario del Gran Teatro all’aperto la Fondazione Festival pucciniano ha organizzato a metà giugno una due giorni di grande festa: “Porte aperte alla musica e alla cultura”, alla quale hanno partecipato non meno di seimila spettatori. Ad aprire la manifestazione è

stato il presidente della Fondazione Massimiliano Simoni che dopo l’arrivo a bordo di un idrovolante sul Lago di Massaciuccoli, atteso sul piazzale Belvedere da un folta schiera di curiosi, ha inaugurato la kermesse torrelaghese insieme al sindaco di Viareggio Luca Lunardini, al vice presidente della Provincia di Lucca Patrizio Petrucci all’assessore alla cultura Ciro Costagliola, con una cerimonia che ha visto la posa di una stele di riconoscimento agli enti che hanno contribuito alla realizzazione del Teatro,Regione Toscana, Comune di Viareggio, Provincia di Lucca, e Fondazione Monte dei Paschi di Siena alla presenza del presidente della fondazione bancaria Gabriello Mancini. In tanti sono accorsi, chi per respirare l’aria che ha ispirato Puccini chi, invece, per ascoltare quelle arie composte dal maestro in quello scorcio di palude, interpretate per l’occasione dalla banda dell’Aeronautica militare italiana, dalla Filarmonica Giacomo Puccini e dal Corpo musicale Giuseppe Pardini di Torre del Lago. La musica è stata dunque la protagonista indiscussa di questo fine settimana torrelaghese grazie anche agli aperitivi musicali, nel Guest Garden del Parco della musica, impreziositi dalle performance del pianista e compositore viareggino Riccardo Arrighini, con le sue rivisitazioni in chiave Jazz delle me-

lodie pucciniane. Nel corso delle due giornate l’aeroclub di Como è stato a disposizione del pubblico che voleva sperimentare i voli di propaganda sugli idrovolanti. Tra i concerti aperitivi hanno incantato anche le esibizioni della classe di canto del Conservatorio G. Puccini di La Spezia. Ubriachi di musica, melomani e non, hanno poi avuto la possibilità di entrare in contatto diretto, grazie ai “laboratori musicali”, con gli artisti e i professori d’orchestra che ogni anno animano la stagione lirica, e che, per l’occasione, hanno svelato i segreti della loro professione; tra i protagonisti l’Ensemble di fiati del Conservatorio G. Puccini di La Spezia e gli Allievi dell’Accademia di canto della Fondazione Festival Pucciniano. I “laboratori di danza” hanno invece costituito una straordinaria occasione per tutti coloro che amano la danza di vivere una importante esperienza al fianco di danzatori e coreografi professionisti. In questa occasione ad essere placati non sono stati soltanto gli appetiti artistici, infatti per un fine settimana il foyer del Nuovo Gran Teatro all’aperto si è trasformato in un salone del gusto dove, i più golosi, hanno potuto degustare le prelibatezze enogastronomiche del nostro territorio. Un antipasto che lascia presagire una gustosissima stagione lirica. 5


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55° Festival Puccini Le opere in cartellone

La Bohème 10, 15, 19 luglio 1, 14 , 21 agosto

TOSCA (nuova produzione) 11, 17, 26 luglio 9, 20 agosto Torre del Lago 10 luglio-23 agosto 2009 Gran Teatro all’aperto Torre del Lago Puccini

Turandot 18, 25, 31 luglio 7, 22 agosto

Manon Lescaut 2, 8, 13 agosto Il balletto

Il lago dei cigni 12 agosto

Giselle 19 agosto

il concerto Per informazioni: Fondazione Festival Pucciniano Tel (0039) 0584 35.33.04 Fax: (0039) 0584 34.16.57 www.puccinifestival.it

Gala lirico di Angela GheorgHiu 23 agosto

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Massimiliano Simoni, 42 anni. Presidente della Fondazione La Versiliana, dal 1° agosto 2008 è anche presidente della Fondazione Festival Pucciniano.

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UN FESTIVAL GRANDI FIRME Intervista al presidente Massimiliano Simoni «Meno fondi? La qualità non ne risente, anzi». Parola di Massimiliano Simoni, presidente della Fondazione Festival Pucciniano. Alla vigilia del debutto del 10 luglio, che non è stato solo del Festival 2009 ma anche del presidente stesso, alla sua vera prima volta con la stagione estiva dedicata alla lirica, abbiamo fatto una chiacchierata con lui. Presidente, è stata un’eredità pesante, quella del Festival? «Sicuramente, e sotto tutti i punti di vista. Intanto, per il nome del Festival nel mondo, che è garanzia di qualità e di un prodotto che non può deludere il suo pubblico. L’impegno di tutto l’anno è stato quindi diretto a mantenere alto il nome della manifestazione, e non è stato sempre facile, viste le difficoltà economiche con cui anche noi ci troviamo a fare i conti. Di certo, con un mutuo sul teatro più gli affitti e spese varie, la riduzione dei contributi statali non ci ha certo aiutato». A proposito di tagli allora, l’offerta del Festival ne ha risentito? «Assolutamente no, siamo invece all’attacco. È proprio nei momenti di difficoltà che occorre investire in

qualità. Ci siamo infatti impegnati per mantenere lo stesso cartellone, con quattro titoli in programma, due balletti, il galà lirico, e due fiori all’occhiello che lo arricchiscono, come il concerto di Claudio Baglioni e il ritorno sulle scene della Tosca, Amore Disperato di Lucio Dalla. Con 26 serate totali in cui il teatro sarà ‘vivo’, nei soli mesi di luglio e agosto, ci siamo buttati nella scommessa di tenere aperta la struttura il più possibile durante il periodo estivo, mentre penseremo a come sfruttare le altre zone, vedi il foyer o l’auditorium, anche d’inverno». E a livello di cast? «Abbiamo sempre i grandi nomi, come Veronesi o Scaparro, che fanno del Festival una garanzia di qualità. Inoltre, abbiamo voluto anche un ‘ritorno alla tradizione’, ad esempio con la Tosca del regista Beppe De Tomasi o la Manon Lescaut del francese Paul-Emile Fourny». Squadra che vince, quella del nuovo cda della Fondazione? «Direi proprio di sì. Sono soddisfatto del lavoro svolto da tutto il cda, e anche dell’inserimento di Carlo Pesta alla direzione artistica. Ho trovato una squadra che lavora

e ha lavorato davvero bene». Quest’anno poi, sembra che il Festival Puccini e la Versiliana lavorino spalla a spalla... «Era un mio sogno personale che, in quanto presidente di entrambe le fondazioni, ho lottato per realizzare e mi regala adesso grande soddisfazione. Con lo ‘scambio’ fra le due strutture di eventi e spettacoli, oltre alla non-sovrapposizione delle date principali e alla possibilità di usufruire di sconti incrociati, spero che questa sinergia possa diventare un esempio importante per tutto il territorio versiliese». Anticipazioni per il 2010? «Nel 2010 La fanciulla del West compirà 100 anni, e posso solo dire che penseremo ad un festeggiamento in grande stile». L’anno scorso si è trovato a ereditare la stagione del Festival a giochi pressoché fatti, mentre quest’anno è stato tutto in mano sua. Le sensazioni che ha avuto ‘prima della prima’? «L’ho sentita tantissimo. Ero emozionato, ma anche orgoglioso di quello che siamo riusciti a fare. Gli amanti della lirica non resteranno delusi».

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Nella foto: Il sindaco di Viareggio Luca Lunardini.

Il sindaco: l’importanza strategica del Festival

“UN GIOIELLO DI FAMIGLIA” Un gioiello di famiglia. Così il sindaco Luca Lunardini definisce il Festival pucciniano, un bellissimo biglietto da visita che inorgoglisce tutta la città. «La manifestazione dedicata al Maestro Giacomo Puccini - spiega il primo cittadino rappresenta un valore prezioso per tutti noi, ma anche un evento che, adesso pure grazie al nuovo teatro della Musica di Torre del Lago, costituisce una delle maggiori attrazioni turistico-culturali del nostro territorio. Il fatto che si possa offrire a cittadini e turisti di tutto il mondo la possibilità di ascoltare le opere immortali di Giacomo Puccini, a due passi da quella che è stata la sua casa, è sicuramente uno dei punti di forza di questa manifesta-

zione straordinaria che io e l’amministrazione comunale intendiamo rendere ancora più attraente e completa. A tal proposito - prosegue il sindaco - stiamo lavorando per tentare di trasformare in realtà, nell’arco dei prossimi tre anni, il sogno che prevede la realizzazione di un parco della musica nell’area circostante il teatro. In questo spazio percorribile, una sorta di agorà all’interno della quale potrebbero trovare spazio momenti musicali ma anche una scuola di canto migliore, la gente potrebbe intrattenersi piacevolmente, in attesa di sedersi a teatro per seguire l’opera. Tra le idee che vorremmo si concretizzassero in futuro - aggiunge ancora Lunardini - c’è anche quel-

la che prevede la creazione di un itinerario naturalistico sulle acque del lago, che i turisti potrebbero seguire salendo in barca. Il Festival, questa magnifica risorsa turisticoculturale che unisce tradizione e innovazione, deve dunque crescere ancora, sfruttando le sue enormi potenzialità». A tal proposito, il sindaco ha anche sottolineato la volontà dell’amministrazione di migliorare la qualità dei servizi offerti ai turisti che raggiungono Torre del Lago per assistere agli spettacoli pucciniani. «È nei nostri programmi - osserva il primo cittadino - garantire più accoglienza e maggiore ricettività alle persone che vengono da noi per vedere il Festival».

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le date di Bohème 10, 15, 19 luglio 1, 14, 21 agosto

Bohème in Technicolor Torna lo scintillante allestimento di Jean-Michel Folon

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La Nazione definì “Bohème in Technicolor” lo stupefacente allestimento di Jean-Michel Folon e Maurizio Scaparro fin dal suo debutto nel 2003. Da allora la colorata, movimentata e ironica favola narrata da questa coppia insuperata ha sbancato i botteghini di mezzo mondo e in particolare si ricorda la folgorante tournée in Francia e in Belgio, terra natale del purtroppo scomparso artista. Dal 2003 il Festival Puccini giustamente ripropone il titolo che s’è aggiudicato anche il Premio Abbiati. Perché ogni volta che rivedi i flash dei grandi artisti a Parigi tra ‘800 e ‘900, il calembour del Café Momus, o la romantica nevicata, e lo struggente tramonto che accompagna la morte di Mimì con le inimitabili pennellate di Folon gettate sul gran cavalletto che incornicia la scena, scopri un dettaglio prima sfuggito, ti soffermi su un disegno, ti fai incantare da una sfumatura. Eppure Folon non si sovrappone, non forza la narrazione. In due parole: non disturba. Anzi, i suoi colori sono una sinestesia: se non ci fosse la musica, sentiremmo lo stesso suonare e cantare cullati dal

sogno come accade ai bambini. E, magia nella magia, tutto si dipana come se non ci fosse un regista dietro le quinte. In questo allestimento Scaparro raggiunge il massimo, la sua mano è sempre presente e però non si vede, tanto naturale pare quel che accade. Della storia, inutile parlare: “Bohème” è l’opera più rappresentata al mondo, era quella delle sartine secondo la critica malevola dei primi tempi, che non capiva certe profondità musicali come l’allora inconcepibile partitura del terzo quadro. Il libretto di Illica e Giacosa è tratto da “Scènes de la vie de bohème” di Henri Murger, storia che anche Leoncavallo aveva tentato di musicare. Nell’opera, considerata anche un segno autobiografico del giovane e povero Puccini, poco resta però del romanzo se non l’ispirazione e il mondo degli artisti con tanta speranza e nessun soldo in tasca. Perfino Mimì risulta alla fine la somma di due personaggi originariamente distinti. La sfortunata fioraia sarà interpretata dalla lituana Maija Kovalevska, che nel ruolo ha debuttato principescamente tre anni fa al Met

di New York (il soprano, già attivissimo all’estero nei principali teatri, vive in Italia e studia con la mitica Mirella Freni). Nei panni di Rodolfo un habitué dei templi della lirica, dalla Scala in giù: Roberto Aronica, già noto al pubblico torrelaghese. E come Musetta Silvia della Benedetta, giovane e già sicura, quasi una scoperta del direttore artistico Carlo Pesta (nel secondo cast sarà sostituita dalla torrelaghese Alessandra Meozzi, altrettanto agile nei ruoli brillanti: con lei Cristina Barbieri come Mimì e Gianluca Tarranova quale Rodolfo). Gli altri personaggi: Luca Salsi e Massimiliano Valleggi (Marcello); Alessandro Luongo e Federico Longhi (Schaunard); Paolo Pecchioli (Colline); Federico Longhi e Bruno Pestarino (Benoit-Alcindoro); Thomas Vacchi (Parpignol). Sul podio Marcello Rota, una bacchetta solida collaudata nei teatri di mezzo mondo e con gli artisti più famosi, dalla Gasdia a Bruson, che ha in repertorio una quarantina di titoli lirici. E nelle repliche il bravo Giuseppe Acquaviva, un conduttore nato e cresciuto proprio al Festival Puccini dove più volte ha rivelato forza e maestria di rara continuità.

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LARGO AI GIOVANI La ricetta del direttore artistico Pesta spazio ai nuovi talenti in mano a registi esperti Qual è l’opera di Puccini che preferisce? «In tutta franchezza ‘Bohème’, da quando ero piccolino. Anni fa feci perfino un progetto di trasposizione in balletto della ‘Vie de la Bohème’ di Murger. Però amo tutte le opere di Puccini». Questa è la sua prima stagione a Torre del Lago. Che impronta vuole darle? «Bisogna consolidare e continuare quanto fatto finora: grandi nomi, grandi produzioni, grandi registi. Con in più un’attenzione alla crescita dei giovani, che è la mia prerogativa in tutti i campi teatrali. Nuovi progetti e maggiore visibilità: giovani di talento in mano a registi e direttori d’orchestra di esperienza». Come ha trovato la macchina organizzatrice e l’orchestra? «Con la ‘macchina’ ci siamo immediatamente integrati e abbiamo subito fatto squadra, una bella squadra. Tutti fanno questo lavoro con grande amore e passione. L’orchestra è una chicca, ha una professionalità enorme. Voglio portare fuori l’orchestra con le opere del Festival perché la macchina estiva lavori anche in inverno».

Quest’anno non ci sono nuovi allestimenti per il ciclo “Scolpire l’opera”. Sono finite le collaborazioni col mondo dell’arte? «‘Tosca’ e ‘Manon’ non provengono da quel ciclo, ma le altre opere sì. Ci saranno altre collaborazioni con gli artisti ma senza letture azzardate. Buona parte del pubblico vuole vedere opere allestite in senso tradizionale». Negli ultimi anni la lirica ha visto ridursi i finanziamenti pubblici. Quali ripercussioni ci sono state al Pucciniano? «Ci sono stati grossi tagli ma, abbassando i cachet e chiedendo favori, siamo riusciti a mantenere il lato artistico ad alto livello. I tagli sono un dramma nazionale. E’ pericoloso: dall’arte e dalla cultura dipendono l’apparato turistico e l’indotto

economico. Il Pucciniano occupa gli hotel fino a Pisa, un teatro per 3.370 persone ha un impatto economico enorme sul territorio». Da tempo manca in cartellone “Il Trittico” completo: ci sono speranze di vederlo in scena in futuro? «Assolutamente sì. A Torre ho trovato strade spianate. Dipende dalla questione economica perché sono tre opere e l’impegno è forte». Ci sono progetti particolari per le prossime stagioni liriche? «L’anno prossimo sarà il centenario di ‘Fanciulla’ con cose particolari. Vogliamo una novità lirica ogni anno per far crescere ancor più il Festival Puccini e la sua struttura». Le coproduzioni internazionali proseguiranno? «Sì, saranno di più e più allargate. Per le prossime produzioni voglia15


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mo mettere insieme cordate di teatri per abbattere i costi e portare fuori il brand del Pucciniano». Qual è il cantante o la cantante dei suoi sogni che vorrebbe scritturare? «Il mio grande idolo Pavarotti non c’è più». Lei proviene dal mondo della danza: che effetto fa trovarsi a decidere le scelte artistiche di un ente lirico? «Sono entrato alla Scala a 10 anni e il mio primo lavoro scaligero è stata l’opera, facevo il morettino nell’‘Aida’. Nei decenni passati il balletto nelle opere liriche alla Sca-

la era importante, partecipavano Fracci e Nureyev. Ma, sovrintendendo due teatri di tradizione come Mantova e Novara, affrontare la lirica non è per me una novità». Per la prima volta vanno in scena a Torre del Lago due balletti classici. Ne vedremo altri nelle prossime stagioni? «Sì, oramai in questo teatro la cosa è apprezzata da tutti. Nei due giorni di ‘porte aperte’ abbiamo offerto lezioni di danza ai ragazzi, ed è stato un successo straordinario».

Carlo Pesta, 48 anni, milanese, è da un anno il direttore artistico del Festival Puccini. Dal 1981 al 1990 ha fatto parte del Balletto della Scala dopo aver studiato danza anche al Teatro Bolschoi di Mosca. Ha lavorato con ballerini del calibro di Carla Fracci e Rudolph Nureyev. Dal 1988 collabora col Bolschoi, il Balletto di Mosca «Le Classique» e il complesso folkloristico dell’Armata Rossa. Tra i suoi altri incarichi: direttore artistico del Teatro Coccia di Novara e sovrintendente della Fondazione Coccia; general manager del Teatro Sociale di Mantova; presidente e direttore artistico del Balletto di Milano.

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Nella foto grande: uno dei modellini delle scene di Tosca, ideate da Antonio Mastromattei.

LA TOSCA FILOLOGICA

di Beppe De Tomasi

E pensare che Victorien Sardou non voleva che fosse Puccini a mettere in musica “La Tosca”! Aveva scritto il drammone storico per la divina di fine Ottocento, Sarah Bernhardt, che con la sua recitazione aveva stregato il giovane Giacomo al Teatro Filodrammatici di Milano, nel 1890. Il musicista, peraltro, non capiva una parola di francese, ma fu catturato dalla veemenza della rappresentazione. I successi strepitosi di “Manon Lescaut” e ancor più de “La Bohème” posero fine alle resistenze e, dopo un infruttuoso tentativo con Alberto Franchetti, l’editore Ricor18

di poté dare via libera al maestro di Torre del Lago. Il libretto di Luigi Illica e Giuseppe Giacosa, con la partecipazione dello stesso Sardou, ebbe gestazione faticosa e dall’estate del 1896 Puccini cominciò a musicarlo. L’intenzione dichiarata era introdurre, con le melodie, poesia e passione dentro un racconto in cui Sardou aveva dato preminenza agli eventi storici. La sua Floria Tosca era forte e aggressiva, e meno dolce, romantica e malinconica del personaggio lirico che ne fa l’ambita meta di tutti i grandi soprani. C’è curiosità dunque per la regia di Beppe De Tomasi in questo nuo-

vo allestimento, una messa in scena che s’annuncia filologicamente rispettosa del testo teatrale originale. De Tomasi ha all’attivo più di cento allestimenti lirici nel mondo, e ha curato infinite volte “Tosca”. Nelle sue note di regia annuncia un’attenzione particolare per il senso dell’azione e l’inquadramento dei personaggi nel “pittoresco senso della Storia” di Sardou, la sua interpretazione della Révolution e del ciclone Napoleone. Quanto meno c’è la sicurezza di non ritrovarci davanti agli occhi forzature come l’ambientazione tra i nazisti, o il barone Scarpia vestito da questore


le date di Tosca 11, 17, 26 luglio 9, 20 agosto

Grandi voci per una nuova messa in scena

Amarilli Nizza: interpreta Floria Tosca

della Repubblica Italiana, originali stramberie che sorvolarono su un piccolo particolare: nel bel mezzo dell’opera gli sbirri di Scarpia annunciano la disfatta reazionaria a Marengo. E’ il 1800, volere o volare. L’attinenza alla cronologia degli aneddoti storici romani, come ai luoghi dell’azione in Sant’Andrea della Valle, a Palazzo Farnese e sugli

spalti di Castel Sant’Angelo, è irrinunciabile. Le scene, essenziali e sospese tra Rinascimento e Neoclassico, sono di Antonio Mastromattei, altro infaticabile artigiano della lirica che in precedenza s’è occupato di Puccini all’Arena; i costumi di Pierluciano Cavallotti, già collaboratore del regista. Ma è il parterre vocale che calamita l’attenzione su questa “Tosca”. Amarilli Nizza, che per il ruolo di Floria ha vinto il Premio Orazio Tosi nel 2002, non necessita di presentazione. Si fa prima a dire dove e cosa non ha cantato, e chi non l’ha diretta. La cantante milanese, interprete di quasi tutti i titoli pucciniani, riproporrà proprio la cantante romana a fine anno alla Staatsoper di Vienna. Accanto a lei uno Scarpia considerato tra i migliori baritoni del momento,

Ambrogio Maestri, particolarmente brillante nel repertorio verista e in quello verdiano, star acclamata in tutto il mondo, addirittura idolatrato in Germania. E un’altra grande ugola, quella di Antonello Palombi, darà voce a Mario Cavaradossi: a Torre del Lago è già venuto per un galà lirico con la Filarmonica della Scala nel centocinquantenario della nascita di Puccini. Nel secondo cast Olga Romanko, Enrique Ferrer e Silvio Zanon. E i comprimari: Giuseppe Nicodemo (Cesare Angelotti), Massimo La Guardia (Spoletta), Bruno Pestarino (sagrestano), Veio Torcigliani (Sciarrone). Sul podio la brillante bacchetta di Fabrizio Maria Carminati, che da anni dirige nei migliori teatri e con i più grandi artisti (dopo di lui, l’esordiente Salvatore Percacciolo). 19


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IL GRAN TEATRO, PATRIMONIO DELLA COLLETTIVITà

Intervento dell’assessore Ciro Costagliola Tra i poli di produzione culturale che la città di Viareggio annovera spicca la Fondazione Festival Pucciniano, fiore all’occhiello del sistema cultura del territorio, una realtà sulla quale la nostra amministrazione investe convinta dell’importanza e dell’appeal che la figura e la musica di Giacomo Puccini da una parte, e il fascino della sua terra dall’altra, esercitano sul pubblico di tutto il mondo. Il Festival Puccini di Torre del Lago è infatti un marchio oggi riconosciuto a livello internazionale che associa il nome del grande compositore alle atmosfere, ai colori, ai sapori della Versilia e della Toscana. Ma il Gran Teatro all’Aperto Giacomo Puccini di Torre del Lago e il Parco della Musica in cui è collocato è anche e prima di tutto patrimonio della città di Viareggio e di Torre del Lago: per questo il nostro

obiettivo è di far crescere sempre più l’attenzione e il coinvolgimento del maggior numero di cittadini ad una delle manifestazioni considerate tra le eccellenze del nostro territorio. L’esperienza dell’iniziativa organizzata lo scorso 13 giugno, Teatro Porte Aperte, in occasione del primo anniversario dall’inaugurazione del Gran Teatro Giacomo Puccini ci ha dimostrato, con oltre 6.000 spettatori, quanto il pubblico abbia voglia di frequentare gli spazi del teatro anche al di là delle serate d’opera. Il Parco della Musica e della scultura infatti, giorno dopo giorno si sta trasformando in un vero e proprio museo a cielo aperto, uno spazio da vivere e da visitare e in cui organizzare eventi culturali fruibili da tutti ma anche un punto di riferimento per chi nella Terra di Puc-

cini ci vive e da sempre sogna che il suo fascino e le sue potenzialità siano valorizzati. In linea con questa politica culturale auspicata dalla nostra Amministrazione stiamo organizzando speciali iniziative rivolte ai residenti di Viareggio e Torre del lago attuate già in questa Stagione 2009 di una rete in sinergia con altre realtà museali, per ottimizzare l’offerta culturale e inserire la città di Viareggio nel circuito nazionale e internazionale. Nel rispetto della specificità e delle finalità di ciascuna struttura, il progetto Viareggio Musei mira ad una gestione integrata che consenta la creazione dell’arte. Ciro Costagliola Assessore alla cultura del Comune di Viareggio 21


Nella foto: l’architetto Tiziano Lera.

Verde, fiori e acqua Lera: con il Feng-shui abbellirò il teatro

Il Feng-shui arriva al Gran Teatro all’aperto di Torre del Lago, e lo fa attraverso il genio del bio-architetto versiliese di fama internazionale Tiziano Lera. Incaricato infatti dalla Fondazione Festival Pucciniano di studiare un modo per inserire la struttura del teatro in modo più ‘morbido’ nel territorio, l’architetto che è anche docente a livello mondiale ci svela in anteprima l’impronta che darà al proprio lavoro. «Si tratterà di un intervento paesaggistico spiega - e assolutamente non critico della struttura, che dovrà anzi essere armonizzata con l’ambiente circo-

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stante, proprio come se fosse sempre stata lì». E allora largo a “vento e acqua”, la traduzione letterale del termine cinese Feng-shui che, insieme all’arte dei giardini insegnata dall’architetto, andrà a imprimere un nuovo impatto ambientale alla zona del teatro. «Il Feng-shui è importante per il rispetto della natura e degli equilibri del luogo - aggiunge Lera - e la mia intenzione è quella di applicare queste filosofie in maniera sottile, senza alcuno stravolgimento eccessivo dell’immagine del teatro. L’effetto sarà anzi di massima naturalezza». Ma quali saranno gli ‘strumenti’ adottati dall’architetto? «Il verde, inteso come piante e fiori, l’acqua, la luce e i colori. Attraverso giochi che combinano questi elementi, il risultato sarà una nuova atmosfera poetica e sognante, che ben si addice alle opere rappresentate sul palcoscenico. Prima degli spettacoli, o durante le pause, gli spettatori potranno così immergersi in un paesaggio

quasi incantato, tra gazebi di respiro pucciniano e ‘vie dell’arte’, piccoli percorsi artistici decorati con mostre o statue». Accanto a tutto questo, Lera realizzerà anche un piccolo orto botanico con le essenze floristiche della zona, rese riconoscibili con delle apposite etichette. I giochi di luce, colore e i veli d’acqua faranno il resto. Un’opera quindi a bassissimo impatto ambientale, che regalerà però al teatro una cornice meno ‘tecnica’ e più fiabesca, in armonia e nel rispetto dell’ambiente del lago. «I lavori poi - assicura l’architetto - saranno compiuti con interventi velocissimi, in due o tre blocchi per ottenere un pronto-effetto, e non creeranno problemi o interruzioni alle manifestazioni della Fondazione Festival Pucciniano». Il grosso dei lavori comincerà comunque a settembre, e se per l’edizione 2009 non ci sarà abbastanza tempo, l’appuntamento con il nuovo volto del Teatro Puccini è per l’estate 2010.


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Nelle foto: due momenti della Turandot con scenografie di Ezio Frigerio, costumi di Franca Squarciapino e regia di Maurizio Scaparro.

UNA TURANDOT IMPERIALE Scene e costumi sontuosi La regia è di Maurizio Scaparro

Anche “Turandot”, la ripresa dell’allestimento baciato da un eccezionale successo di pubblico e critica al Festival del centocinquantenario, gode della prestigiosa regia di Maurizio Scaparro. Sul palcoscenico di oltre 600 metri quadri torna la bronzea Città Proibita disegnata da Ezio Frigerio, scenografo di grido (sue, per fare un esempio, le scene di “Novecento”), con le masse manovrate superbamente da Scaparro, e vestite in modo sontuoso da Franca Squarciapino, moglie di Frigerio, che si guadagnò l’Oscar all’esordio nel cinema per i costumi del “Cyrano” di Rappenau. Veramente imperiale, con tanti miti dello spettacolo che l’hanno costruita, la scena degli enigmi. Ma ci daranno mai il bene di sentire l’incompiuta di Puccini senza sopportare il cacofonico finale musicato da Franco Alfano? Va bene che Puccini, ormai proiettato nel futuro, inserì perfino sequenze dodecafoniche nella partitura di un’opera che preannunciava Gershwin e Bernstein. La cacofonia però è altro, per quanto le note di Alfano, scritte sulla base degli appunti del Maestro, siano state riviste da Arturo Toscanini che diresse la prima alla Scala il 25 aprile 1926 (le scene erano dell’ini24

mitabile Galileo Chini). Di fatto, alla première Toscanini interruppe la rappresentazione alla morte di Liù. Un tempo al Pucciniano, dopo il corteo funebre della schiava, c’era una ribaltina in memoria del Maestro, che si spense a Bruxelles roso dal tumore e dal pensiero dell’opera incompleta. Dopo Alfano altri hanno scritto finali: “Nil verbis meis addere audebant, et super illos stillabat eloquium meum…” (date ascolto all’ Ecclesiaste!). Puccini scrisse buona parte della

musica nella sua nuova villa al Marco Polo di Viareggio, che ora il Comune vorrebbe acquisire dalla città di Lucca, la quale l’ha ricevuta alla fine della girandola dell’eredità del Maestro, per farne un museo ovviamente dedicato al compositore. In questa casa, saccheggiata alla fine della seconda guerra mondiale, Puccini s’era rifugiato per scappare dai rumori e dagli odori dell’escavazione di torba nella penisola del Lago di Massaciuccoli vicino all’odierno Belvedere di Torre del Lago, che ora


le date di Turandot 18, 25, 31 luglio 7, 22 agosto

ospita, nemesi della Storia, il gran teatro all’aperto. E la musica e le parole della scena delle “maschere”, coi riferimenti al laghetto blu tutto cinto di bambù, sono il segno dello struggimento dell’artista e dell’uomo che vedeva svanire il suo mondo, devastato dall’industria e dalla malattia. “Turandot” resta un’opera di grande complessità musicale e culturale, dai mille risvolti e richiami, giocata su infinite antinomie: il bene e il male, l’uomo e la donna, l’oro e l’ argento, il gelo e l’ardore, il

sole e la luna. Ma il grande pubblico l’ha riscoperta solo dopo la ginnica incisione del “Nessun dorma” fatta da Luciano Pavarotti. All’altezza, sul palco e nell’intero ruolo, s’è dimostrato nei panni di Calaf il coreano Francesco Hong, voce possente già applaudita a Torre del Lago. A lui s’alternerà un altro coreano, Park Sung-Kyu, che ha già lavorato con Scaparro in “Cavalleria Rusticana” al San Carlo di Napoli. Torna come Turandot la bella Elena Popovskaya, la prima russa

ingaggiata dal Pucciniano, soprano drammatico spinto com’è d’uopo (Elisabetta in “Maria Stuarda”, Abigaille in “Nabucco”…). Sua cover un’altra apprezzatissima conoscenza della platea torrelaghese, Giovanna Casolla. E per i ministri Leo An (Ping), Leonardo Caimi (Pong) e Mauro Buffoli (Pang). Sul podio la rivelazione del Festival, il giovane e bravissimo conduttore viareggino Valerio Galli, e dopo di lui Mauro Roveri, direttore del Concentus Musicus Patavinus. 25


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Un polo culturale Il nuovo teatro valorizza il patrimonio pucciniano Un anfiteatro moderno dove si uniscono tradizione, ambiente naturale e innovazione tecnologica. Un’arena da oltre tremila posti e un auditorium da quasi 500 posti consentono dal giugno del 2008 di ampliare l’offerta culturale del Festival Puccini e delle altre manifestazioni intitolate al compositore italiano più rappresentato al mondo. Grazie a un ambizioso progetto promosso da Comune di Viareggio, Regione Toscana, Provincia di Lucca e Fondazione Festival Pucciniano, con l’apporto della Fondazione Monte dei Paschi di Siena è stato realizzato un importante polo di produzione culturale. La creazione del Parco della Musica di Giacomo Puccini di Torre del Lago e la costruzione del nuovo Gran Teatro all’Aperto rappresentano

infatti, senza dubbio, uno degli interventi più significativi nell’ambito della politica culturale in Toscana degli ultimi decenni. Uno straordinario esempio innovativo di recupero di aree ed impianti di archeologia industriale trasformati in luoghi legati alla musica, allo spettacolo dal vivo, all’arte contemporanea per la salvaguardia e la valorizzazione dei luoghi di ispirazione di uno dei più grandi musicisti della storia della musica. Il Nuovo Teatro si colloca all’interno di una vasta area di oltre 245.000 metri quadrati delimitata a nord e ad est dalle acque del bacino lacustre del Massaciuccoli a sud dal piazzale Belvedere dove si affaccia Villa Puccini e ad ovest dall’abitato di Torre del Lago Puccini. Il nuovo teatro sorge su una superficie di 6.600 metri quadrati.

L’arena accoglie 3.200 spettatori mentre il sottostante auditorium ha una capienza di 495 posti. Il nuovo teatro, realizzato in cemento, legno e cristallo è dotato di sofisticati impianti tecnologici e acustici che ne assicurano la massima funzionalità.

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Nella terra di Puccini

cultura e turismo finalmente insieme L’opera lirica è senza dubbio quello che con un termine molto in uso si definisce una eccellenza, ovvero uno dei tanti saperi peculiari che in tutto il mondo rimandano al nostro Paese. Da anni alla Fondazione abbiamo acquisito la certezza che nell’eccellenza sono posizionate delle essenze, peculiarità ancor più peculiari, che, come nel caso del Festival Puccini di Torre del Lago, possono regalare a tutto un territorio una serie di vantaggi materiali e immateriali, comunque apprezzabili e tali da essere in grado di sostenere l’economia a tal punto da diventare un vero e proprio asset strategico. Ma allora la cultura non c’entra più nulla, sosterrà qualcuno, nonostante la riscossa a cui ci chiama il neonato Ministero del Turismo, anzi rinato dopo una incomprensibile cancellazione. Il punto è proprio questo: come dare, ad un’assoluta essenza della nostra cultura musicale, a cui un intero territorio si è vocato, investendo da anni risorse consistenti che hanno portato e continueranno a portare risultati misurati e misurabili anche sul fronte del proprio indotto

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economico, senza che questa azione sia sminuita, attaccata e tacciata come priva di progettualità? L’opera lirica è per antonomasia un genere italiano, Puccini ne è l’essenza e Torre del Lago e il suo Festival, insieme alle istituzioni e agli altri enti che operano nel nome del Maestro, sono ormai in dialogo e in ascolto tra di loro ed insieme offrono una vasta gamma di produzioni, frutto di un articolato progetto culturale che richiama un pubblico straordinariamente attratto sia dall’offerta culturale sia dall’immagine che il Festival Puccini ha saputo costruire attraverso un percorso metodico che si snoda attraverso Grandi Produzioni Operistiche. Ecco infatti un altro degli ingredienti vincenti: non solo il cartellone del pucciniano propone la musica del Maestro “at home”, ma lo fa con allestimenti grandiosi che alternano produzioni classiche a suggestioni di segno contemporaneo firmate dagli artisti di Scolpire l’Opera. Come il Paese da cui sgorga, il teatro è magico, sul palcoscenico interagiscono centinaia di protagonisti e dal golfo mistico, le note di Puccini sono frutto del lungo lavoro di preparazione dei maestri concertatori e di 90 musici-

sti dell’Orchestra del Festival Puccini. Coro e orchestra sono oggi il risultato di un lavoro di affinamento che prevede l’integrazione del nucleo stabile dei professori, attraverso specifiche audizioni periodiche, che nella scorsa primavera hanno portato a Torre del Lago 250 musicisti da tutta Italia che concorrevano a 40 posti. Quale spettacolo moderno eseguito dal vivo impegna per la sua preparazione e la sua esecuzione, 300 artisti e tecnici professionisti? Quale altra forma di spettacolo integra musica, canto e spesso danza e movimenti di masse imponenti ad un complesso apparato scenico ed illuminotecnico? Quale altra essenza culturale può dirsi così rappresentativa del nostro Paese e di un intero territorio, che tra l’altro si dimostra così versatile da saper portare in dote al Genio Pucciniano, l’abilità costruttiva dei maghi della cartapesta viareggina e le già citate feconde incursioni degli artisti della Piccola Atene? Un terreno fertile sul quale lavorare tutti insieme per dire nel mondo: “Magic Italy, Wonderful Puccini!” Franco Moretti Direttore generale Festival Puccini


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Nella foto: Il battello Burlamacca porta il pubblico al Festival Puccini attraverso le vie d’acqua. A bordo si cena con un servizio raffinato.

All’Opera in battello La novità: la cena è servita sul lago dorato A Teatro in battello, e la cena è servita. A bordo. E’ questa la suggestiva novità, firmata Principe di Piemonte e Ideal Party, che viene ad arricchire quest’anno l’offerta del Festival Pucciniano. Immaginate infatti l’atmosfera del lago di Massaciuccoli al tramonto, il volo serale degli uccelli acquatici, il mix di colori, suoni e profumi insieme ad una cena da grand gourmet ispirata alle arie pucciniane, il tutto dal punto di vista privilegiato dell’ormai storica motonave Burlamacca. Così, anche il problema dell’arrivo al Teatro è risolto. E questa è solo la prima parte della serata, che troverà poi degna conclusione nella platea del Gran Teatro all’aperto, davanti a una delle quattro opere del cartellone 2009. «L’idea di questo servizio, unico nel suo genere e che si terrà per tutte le serate di opera - spiega Alessandro Auger, direttore del Grand Hotel Principe di Piemonte - è stata concepita pensando a come unire in modo originale la motonave Burlamacca e il Festival Pucciniano. In questo modo, 50 ‘eletti’ potranno vivere una serata indimenticabile, totalmente immersi nell’atmosfera del lago che ha ispira-

to il Maestro Puccini, in una sorta di preludio all’opera che poi andranno a vedere». L’iniziativa, organizzata dal Principe di Piemonte e Ideal Party, che si occupa del servizio di catering, è il risultato della sinergia di più forze in gioco, mettendo insieme pubblico (il Comune di Viareggio che ha in consegna la motonave) e privato. Partner è anche la ditta di trasporti Montaresi, che si occupa dei trasferimenti alla motonave e poi del ritorno dal Teatro al punto di partenza. Un’iniziativa aperta a tutti, sia privati che clienti degli hotel versiliesi: il tour di ‘raccolta’ dei passeggeri toccherà infatti quattro tappe tra Viareggio e Lido di Camaiore. Il programma di una serata tipo prevede infatti la partenza del servizio navetta alle 18 dal Viale Bernardini di Lido di Camaiore davanti all’Una Hotels, una sosta alle 18.20 in piazza Matteotti, sempre a Lido, una alle 18.35 davanti al Grand Hotel Principe di Piemonte a Viareggio, e poi l’ultima alle 18.45 in piazza Mazzini. Alle 19.15 è previsto l’imbarco, e subito dopo comincia la cena, preceduta da un “aperitivo alla Bohemienne”. «Vista l’alta qualità dello spet-

tacolo a cui gli ospiti andranno poi ad assistere - spiega Marco Bianchi di Ideal Party - abbiamo pensato ad una cena di pari livello, ispirata alle più note opere del Maestro Puccini. Le portate saranno curatissime e del tipo finger food, in cui per mangiare si utilizzano solo forchetta e cucchiaio. All’elevata qualità di vini e spumanti che saranno serviti durante l’intero percorso, si accompagneranno piatti come la ‘variazione di scampi alla Edgar’, il ‘sashimi di Butterfly’ o le ‘crespelle di Calaf’». Un servizio di hostess e steward si occuperò dei clienti durante tutta la serata e, al termine della cena, si terrà lo sbarco al Teatro alle 20.45 circa, per permettere agli ospiti di assistere all’opera in programma. A fine spettacolo, un altro servizio navetta si occuperà del rientro. Il costo della cena, comprensiva dei trasporti ma non del biglietto dell’opera, è di 80 euro a persona. Le prenotazioni possono essere fatte tramite la biglietteria del Festival oppure rivolgendosi direttamente all’hotel Principe di Piemonte, sia telefonando allo 0584 4011, che direttamente on line sul sito web della struttura. 31


DUE STELLE PER PUCCINI Amarilli Nizza e Anghela Gheorghiu, le primedonne del Festival 2009 Sono due interpreti liriche di razza, dotate di grandi mezzi vocali e anche di indubbio fascino femminile. Sono le primedonne del Festival Puccini 2009. Stiamo parlando di Amarilli Nizza, il soprano milanese che è Floria Tosca nelle rappresentazioni dell’11 e del 17 luglio e del soprano rumeno Angela Gheorghiu, la protagonista del gran gala lirico in programma al teatro sul lago il 23 agosto, con l’orchestra del Deutsche Oper di Berlino diretta dal maestro Alberto Veronesi.

Amarilli Nizza

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Amarilli Nizza, stimata dalle platee di tutto il mondo come una delle migliori Madama Butterfly contemporanee, è donna dalla rara bellezza ‘acqua e sapone’ e artista dalle prestigiose doti sceniche e vocali. Cresciuta in una famiglia dedita

al canto da quattro generazioni, ha cominciato lo studio del pianoforte e poi del canto con la nonna Claudia Bindi, da sempre sua insegnante. Nel 1993 ha vinto giovanissima il concorso Mattia Battisti ed ha esordito nel ruolo pucciniano di Cio-Cio-San al teatro Flavio Vespasiano di Rieti. Dopo una serie di esperienze giovanili, si affaccia alle ribalte internazionali nel 2001, ed è subito successo. La vocalità agile ma autorevole, unita a un’importante tecnica vocale e a grandi doti interpretative, le hanno consentito da allora di calcare le scene dei più prestigiosi teatri e festival internazionali: da Vienna, a Verona, dal Maggio Musicale fiorentino, alla Deutsche Opera di Berlino, a Liegi, a Tokyo, a Mosca. “Come tutti i bambini – ha dichiarato in più di una inter-


trova, Renata Scotto. I compositori più amati, Verdi e Puccini, con una propensione particolare per Tosca, Butterfly, Manon Lescaut, Tabarro, Suor Angelica.

Angela Gheorghiu

vista – mi divertivo a cantare le canzoni dello Zecchino d’oro e le sigle dei cartoni animati. Altre volte invece, invece, mi trovavo a canticchiare il Barbiere di Siviglia, la Carmen, il Rigoletto”. I suoi modelli: Mirella Freni, Monserrat Caballé, la Dimi-

Angela Gheorghiu è nata nel piccolo centro di Adjud, in Romania e dopo essersi diplomata nel 1990 all’Accademia musicale di Bucarest, ha debuttato nel 1992 al Covent Garden nella Bohème di Puccini. Un incontro immediato con il compositore lucchese, destinato a segnare la sua sfolgorante carriera internazionale. Nello stesso anno infatti ha debuttato al Metropolitan di New York e allo Staatsoper di Vienna. Ben presto la critica e la stampa specializzata hanno sentenziato: “E’ nata una nuova stella”. Dopo aver cantato nei più prestigiosi teatri internazionali e aver ricevuto numerosi premi, oggi Angela Gheorghiu è considerata una delle più affascinanti e dotate inter-

preti liriche di tutti i tempi: una vera superstar. Ha firmato il suo primo contratto discografico nel 1995 con la Decca Records, con la quale ha inciso in dvd diverse opere celebri, come La traviata con l’orchestra del Covent Garden, L’elisir d’amore con l’orchestra dell’Opera di Lione, La Bohème con l’Orchestra filarmonica della Scala. E’ stata protagonista del film-opera Romeo e Giulietta pubblicato dalla Emi. Inoltre insieme al marito, il tenore Roberto Alagna, ha interpretato il film-opera Tosca di Jacquot, presentato fuori concorso al Festival di Venezia nel 2001. Ha dichiarato di amare particolarmente la musica e i personaggi di Puccini: “Cantare bene Puccini è una sfida. Non basta concentrarsi sul bel canto ed essere dotate di tecnica, perché non puoi semplicemente trascurare il personaggio. I personaggi di Puccini sono a tutto tondo e richiedono un particolare sforzo interpretativo”.

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Nella foto: Gian Marco Montesano che esporrà dal 23 luglio al 31 agosto.

ARTE E MUSICA LIRICA Le mostre di Adami e Montesano Da sempre il Festival Puccini coniuga arte e musica lirica. “Scolpire l’opera” è l’esempio più appropriato di questa sinergia culturale. Ecco che il Parco del nuovo teatro diventa il luogo privilegiato di questo incontro. Fino al 31 agosto è in corso la mostra “Controcanto” gli universi armonici di Franco Adami tra mito e leggenda, una grande esposizione di sculture monumentali nel Parco della Musica e della Scultura di Giacomo Puccini. Sono visibili le opere di Adami, che per il progetto Scolpire l’Opera del Festival Puccini realizzerà nel 2010 le scene di La Fanciulla del West, il capolavoro americano di Puccini di cui nel proprio 2010

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ricorrerà il centenario dalla prima rappresentazione. Le opere di Adami sono visitabili anche presso l’Aeroporto internazionale di Pisa Galileo Galilei raccolte nella mostra che resterà in aeroporto fino al 2010. Un altro evento di notevole rilievo artistico è la mosta di Gian Marco Montesano “...e lucean le stelle”, che si inaugurerà al Gran Teatro all’aperto il 23 luglio e resterà visibile sino alla fine di agosto. L’esposizione, realizzata in collaborazione con la Galleria Della Pina Artecontemporanea di Pietrasanta, propone quattro inediti di Gian Marco Montesano, artista torinese che festeggia quest’an-

no la sua seconda partecipazione alla Biennale di Venezia. L’iniziativa, che funge da entrée rispetto ad una grande personale dell’artista in programma per la prossima stagione, si avvarrà della presentazione del critico Luca Beatrice, e vedrà esposte quattro tele (una singola da 200x200 cm e un trittico da 120x240 cm, realizzate appositamente per l’evento) che uniscono il caratteristico tratto bianco e nero alla roboante vis comunicativa dei lavori di un maestro riconosciuto in un omaggio ad un altro maestro indiscusso,Puccini, attraverso alcuni dei più rappresentativi interpreti della sua Opera (Maria Callas, Placido Domingo –uno ‘storico’ Cavaradossi-, Herbert von Karajan). Montesano, anche direttore e sceneggiatore della compagnia teatrale Florian, ‘mette in scena’ la sua passione per il palcoscenico filtrandola attraverso le luci di una ribalta di tela, fissando mute esplosioni di musica e di storia della musica con la nostalgica precisione di un ritratto.


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UNA CLASSICA MANON La stellare Martina Serafin nelle vesti della dama francese “Manon Lescaut” è la terza opera pucciniana scritta dopo l’insuccesso di “Edgar” e rappresenta per l’allora giovane Giacomo una sfida decisiva per il futuro, benché il fiducioso editore Giulio Ricordi continuasse a foraggiarlo. La storia dell’Abbé Prevost era già stata musicata, raccogliendo successi in tutta Europa, da Massenet. E per un gioco del destino che spesso intreccia e fa incrociare i geni del tempo, Puccini si trovò a lavorare allo spartito accanto a un altro grande della sua epoca. Puccini aveva preso in affitto un villino a Vacallo, tranquillo paese del Canton Ticino, e accanto c’era la casa di Ruggero Leoncavallo che lo accolse esponendo uno stendardo 36

con un clown: stava lavorando a “I Pagliacci”. Il giorno dopo Puccini appese all’uscio un lenzuolo con disegnata una grande mano, una manona: “Manon”. Come al solito le pretese teatrali del maestro lucchese complicarono la stesura del libretto. Ci misero mano in molti, lo stesso Leoncavallo e sicuramente Puccini, che voleva una storia di passione focosa diversa da quella filologica di Massenet, e alla fine anche Illica e Giacosa. Troppe penne: il libretto fu pubblicato anonimo, e si trascinò dietro anche qualche difetto: per esempio non si capisce come una donna destinata al convento diventi una mantenuta d’alto bordo, né che è successo a Manon e Des Grieux dalla partenza per la deportazione

da Le Havre, fino alla tragica fuga nel deserto della Louisiana verso la libertà nelle colonie inglesi. Alla fine l’”Historie du chevalier Des Grieux e de Manon Lescaut” di Françoise-Antoine Prévost fu ridotta a quattro atti e debuttò con soddisfazione al Teatro Regio di Torino il 1° febbraio 1893 (versione definitiva nel 1894 alla Scala di Milano). Quest’anno il titolo torna a Torre del Lago in una coproduzione con l’Opéra de Nice che per la regia mette in campo il suo Paul-Emile Fourny, direttore dal 2001 (con Nizza è stata prodotta anche l’ultima “Rondine” messa in scena a Torre del Lago, di straordinaria bellezza). Si annuncia un allestimento classico, con le scene del maestro Poppi


Le date di Manon Lescaut: 2, 8, 13 agosto

Ranchetti e i costumi di Giovanna Fiorentini, e un cast di primo livello che vede la stellare Martina Serafin vestire i panni della dama francese. Serafin è una specialista wagneriana, vera padrona del teatro di casa, la Staatsoper di Vienna, che però ha calcato tutti i principali teatri mondiali padroneggiando gli stili mozartiani, verdiani e anche pucciniani (e di Tchaikovskij, Chénier…). Tanto che presto sarà Manon anche alla Scala di Milano. Accanto a lei nei panni di Des Grieux Marcello Giordani, “vecchia” e applauditissima conoscenza del Festival, attivo nei massimi templi della lirica e ospite fisso del Met dal 1993. E, quale Lescaut, il fratello sensale di Manon, il giovane baritono Giovanni Guagliardo che ha già ricoperto il ruolo al Bellini di Catania e sembra avviato verso una luminosa carriera. Un altro collaudato nome per Geronte, il protettore-accusatore, Alessandro Guerzoni, che nel mondo ha lavorato con calibri quali Abbado, Pappano e Zeffirelli. E, sul podio, una firma e una garanzia: il direttore musicale del Festival Puccini, Alberto Veronesi, che proprio nella precedente collaborazione con Nizza, la citata “Rondine”, regalò al pubblico una delle sue interpretazioni più belle. “Manon Lescaut”, per il pubblico popolare, non ha l’appeal di “Tosca” o “Bohème”. Ma nel concerto di Hyde Park seguito nonostante il diluvio da un milione di persone, Luciano Pavarotti dedicò a Lady Di proprio l’aria dell’innamoramento di Des Grieux, “Donna non vidi mai”. Nelle foto: Martina Serafin, protagonista della nuova Manon Lescaut, coprodotta con Opéra de Nice.

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IL BALLETTO È SERVITO Carlo Pesta: sono certo che il pubblico gradirà

Il Gran Teatro Giacomo Puccini di Torre del Lago quest’anno apre le porte a due grandi classici del balletto, Il “Lago dei Cigni” e “Giselle”, ampliando così il cartellone dedicato all’opera pucciniana con una proposta di spettacolo che a

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mio avviso si adatta perfettamente alla location torrelaghese. La mia formazione professionale che oggi mi permette di occuparmi ampiamente di danza, fa si che questa scelta di affiggere nel cartellone del Festival Puccini di Torre del Lago due balletti classici mi renda particolarmente entusiasta perché dal primo momento in cui ho visto il teatro sul lago ho percepito le enormi potenzialità dei suoi spazi e del suo palcoscenico ad ospitare oltre che ad importanti produzioni liriche, anche grandi compagnie di danza. Il cartellone della 55° edizione del Festival Puccini sarà quindi una ricetta composta da tanti ingredienti uniti dall’amore per il teatro per soddisfa-

re i gusti di un pubblico sempre più ampio ed eterogeneo. I due spettacoli saranno proposti a Torre del Lago in una formula originale, con musica eseguita eccezionalmente dal vivo dall’orchestra del Festival Puccini diretta per la partitura di Čajkovskij, da Giuseppe Acquaviva e per quella di Adam da Gianmario Cavallaro. La compagnia in scena è quella del balletto di Mosca, Teatro La Classique, con il quale ho il piacere di collaborare da anni, diretto da Elik Melikov su coreografie di Alexander Vorotnikov. Il nostro obiettivo è quello di lavorare al meglio per il pubblico, l’unico vero destinatario del prodotto spettacolare, che negli ultimi anni ha


espresso sempre più la voglia di assistere a spettacoli di danza, una forma d’arte che sta vivendo un periodo di grande vitalità. Siamo artisti e dobbiamo generosamente esprimerci per la gente e non solo per un gruppo ristretto di spettatori specializzati:

riuscendo in questo intento adempiamo alla nostra ‘missione’, che poi è quella di portare la gente a teatro e farla uscire felice e soddisfatta. Legato alla tradizione classica credo che la vera danza sia prima di tutto quella del gran repertorio che deve

essere valorizzato in grandi spazi e in progetti di ampio respiro. Questa è senza dubbio l’occasione giusta. Carlo Pesta Direttore artistico del Festival Puccini

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IL GENIO MANIFESTO In mostra i cartelloni inediti di Nano Campeggi

Nano Campeggi ci aiuta a ritrovare nella sua accezione primigenia, quando la mediazione al pubblico dell’offerta artistica contenuta nello spettacolo, nel film, passava attraverso la mirabile sintesi di artisti come Campeggi. Basti pensare a “Casablanca”, che con una sola immagine riuscivano a evocare le emozioni e le “promesse” di 90 minuti di fotogrammi in movimento. La mostra resterà aperta tutti i giorni escluso il lunedì dalle 15,30 alle 20. Nei giorni di spettacolo le mostre saranno accessibili solo agli spettatori. Nella foto: il maestro Silvano “Nano” Campeggi con la professoressa Francesca Bardelli, del consiglio di amministrazione del Festival Puccini.

Le affiche cinematografiche di un grande illustratore al Festival Pucciniano. Dal 1° al 31 agosto al Gran teatro all’aperto di Torre del Lago sarà visibile la mostra di Silvano Campeggi detto Nano, “Il genio manifesto”. Dopo il grande successo di “Puccini al Cinema”, la Fondazione Festival Pucciniano torna a proporre, nell’ambito della rassegna 2009, una mostra che coniuga cinema e musica pucciniana. Per tutto il mese di agosto presso la Sala Belvedere del Gran Teatro Giacomo Pucci-

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ni, la Fondazione Festival Pucciniano presenta una mostra di lavori inediti del grande maestro di cartellonistica dedicati a Giacomo Puccini e alle sue eroine. Sarà l’occasione, soprattutto per i più giovani, di entrare in contatto con questo geniale artista, la cui opera è intimamente legata alla storia del grande cinema e a quella della comunicazione. Nell’ambito dello spettacolo, sia teatrale o che cinematografico, la parola cartellone ha con il tempo in parte mutato il proprio significato, che

E chi vuole confrontarsi con il genio di Folon può visitare al Parco della Versiliana la mostra “Les Pensées et La Bohème”. E’ il viale dei pensieri così come Jean - Michel Folon l’aveva immaginato, alla fine degli anni Novanta. Un omaggio al grande maestro belga scomparso nel 2005. La mostra si collega all’apertura del Festival Puccini di Torre del Lago che vede come primo titolo del cartellone 2009 l’indimenticabile allestimento di La Bohème firmato Folon, vincitore del prestigioso Premio Abbiati, disegnato nell’ambito del progetto ‘Scolpire l’Opera’ per la regia di Maurizio Scaparro.


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le date di Tosca, amore disperato 27, 28, 29, 30 agosto

“Qui sento le vibrazioni di Puccini, ma per favore, non chiamatela musical”

LA TOSCA

secondo Lucio Dalla «IN COMUNE hanno solo il fatto di essere un capolavoro», così ha scritto in più occasioni la critica italiana ed estera. Perchè Lucio Dalla, il cantautore italiano di Caruso, ha cercato di attualizzare ai nostri giorni una delle opere più belle del Maestro Puccini, facendo nascere Tosca, amore disperato, una vera e propria opera moderna liberamente ispirata al melodramma pucciniano ma che niente, o quasi, ha a che vedere con lui. Una contraddizione quindi,

portare proprio a Torre del Lago, dal 27 al 30 agosto, una rilettura ‘atipica’ della Tosca come quella di Dalla e del produttore David Zard? «Intanto - ha spiegato il cantautore - la mia Tosca ha in comune con quella di Puccini solo la trama. Io ho semplicemente cercato un punto d’incontro fra tradizione e modernità, creando un’opera adattabile ai giorni nostri, con un linguaggio semplice, comprensibile a tutti, che spero possa contribuire a riavvicina-

re i giovani all’opera lirica». «Lo stesso Puccini - aggiunge - aveva una visione molto teatrale delle sue opere, che spesso venivano contaminate dalla sua crescita personale e professionale. Così ho fatto io, prendendo in prestito la trama della ‘sua’ Tosca e riscrivendone i testi e la musica secondo la mia sensibilità». Il risultato è un vero e proprio kolossal del palcoscenico, con effetti speciali da film di fantascienza, impianti audio e luci di ultima generazione, un mix 43


di linguaggi che scivolano dal teatro all’opera, dal balletto moderno alla commedia, dal musical allo show televisivo fino al circo acrobatico. E guai a chiamarla musical. «Magari lo dico con una certa presunzione - ha commentato Dalla - ma sono convinto di aver scritto un’opera. Moderna, per rispondere

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alle esigenze del pubblico, ma pur sempre un’opera». Ma non è finita. Quello di Torre del Lago infatti, sarà una sorta di secondo debutto, che riporterà la Tosca ‘dalliana’ sulla scena dei principali teatri del mondo. «Dopo alcuni anni in cui la ‘macchina’ di Tosca, amore disperato è rimasta ferma - spiega il produttore

David Zard, già famoso nel mondo per la sua Notre Dame de Paris - ripartiamo con uno spettacolo rinnovato, che da Torre del Lago viaggerà con alcune tappe in giro per l’Italia, e poi passerà anche i confini europei, arrivando fino in Corea e in Giappone». Le rappresentazioni di Torre del Lago saranno però un evento unico «perché - conclude Dalla - qui ho trovato il pezzo mancante rispetto agli altri teatri, ossia avvertire la vibrazione, la presenza di Puccini così forte nell’aria». La cornice ideale del Lago di Massaciuccoli farà il resto: «Sarebbe bello - scherza Zard - poter portare il lago in tournée, per il quale stiamo anche pensando ad alcuni effetti speciali giocando sulla vicinanza dell’acqua al teatro. Ma questo non è possibile, così come solo per le date torrelaghesi avremo a


disposizione l’orchestra del Festival: tutti questi elementi renderanno lo spettacolo in programma un evento davvero unico». Chi si aspetta di trovarsi di fronte “solo” una versione moderna dell’opera pucciniana rischia però di rimanere deluso. Nella Tosca di Dalla non mancano infatti elementi del tutto estranei al melodramma pucciniano, con un esito sicuramente più spregiudicato e moderno, come la veggente che predice a Tosca il suo amore senza futuro. Sarà dunque per la cornice del lago, sarà perché l’aspettavano da anni, sarà perché, come ha detto Zard, «non si riprende un percorso interrotto se non per superarlo», ma la Tosca di Dalla ha tutte le carte in regola per presentarsi come fiore all’occhiello della stagione estiva “ extra lirica” del teatro Pucciniano.

Nelle foto: scene di “Tosca, amore disperato” di Lucio Dalla.

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Nella foto: Monica Cecchi, amministratore delegato D’Avenza Fashion.

UNA KERMESSE IN STILE D’AVENZA FASHION Nel 1994 Renato Cecchi, imprenditore tessile, proprietario della Rifinizione Santo Stefano, ha rilevato la d’Avenza, spinto dall’amore per le cose belle e con l’obiettivo di creare un prodotto, un abito che fosse privo di difetti e riconoscibile ovunque nel mondo. D’Avenza era la griffe giusta, un marchio che per oltre quaranta anni aveva rappresentato un’intensa pagina di storia di alta perizia sartoriale, iniziata nel 1957, quando una famiglia di sarti newyorkesi, guidata dall’intraprendente Simon Ackerman, dopo aver fondato a Crewe, nel Regno Unito, la Chester Barrie, decise di aprire una succursale in Italia, per sfruttare la qualità delle stoffe che si producevano nel nostro territorio e l’abilità dei sarti italiani. Un target altissimo, per oggetti da sogno: abiti in tessuti 46

finissimi, smoking in seta, cappotti in cashmere e vigogna, creati per Placido Domingo, Marlon Brando, Sean Connery, Nicolas Cage, Ben Affleck, Andy Garcia, il principe Carlo d’Inghilterra. Un ritorno al passato con gesti che, pur rischiando di scomparire, sono ancora vivi nel marchio d’Avenza: il tratto del gesso sul tessuto seguito dalla fase di taglio, la realizzazione delle tele interne prima bagnate poi lasciate asciugare, l’imbastitura di ogni singolo pezzo poi cucito e stirato, i bottoni di corno. E il collo e le maniche? Rigorosamente applicate a mano. Un mix di classicità e raffinatezza, accompagnata da una punta di eccentricità. “Abbiamo scelto il Festival Puccini di Torre del Lago – spiega Monica Cecchi, amministratore delegato di D’Avenza Fashion - per valorizzare

il nostro marchio pensando al legame speciale tra la nostra azienda e una manifestazione che rappresenta l’eccellenza del territorio. Un aspetto che ci interessa in modo particolare credendo fermamente nell’alta qualità del made in Italy, e in particolare del made in Tuscany. D’Avenza realizza collezioni con un riconoscibile... Stile Versilia un omaggio al territorio che dà importanza alla cura delle finiture a mano e del dettaglio, particolari che completano l’immagine di una collezione improntata all’eleganza disinvolta dello stile Easy Chic. Il Festival Puccini di Torre del Lago, con la sua proposta culturale ai massimi livelli – conclude Cecchi - rappresenta una ottima occasione per rappresentare lo stile d’Avenza, che punta su un elevatissimo standard di qualità”.


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Tre sculture per il teatro Franco Adami, il globetrotter del bello Stupire sempre, colpire l’attenzione del pubblico, smuovere le coscienze e restare nei ricordi di chi ha ammirato le sue opere. E’ più forte di lui: Franco Adami, scultore pisano di nascita e pietrasantino d’adozione, anche quest’estate farà parlare di sé facendo leva su un palcoscenico di tutto rispetto quale il Festival Pucciniano di Torre del Lago. L’artista, classe ’33, autentico «globetrotter del bello» con laboratorio fisso a Parigi e Pietrasanta, per la prima volta impreziosirà la manifestazione estiva con 6 grandi opere e l’anno prossimo avrà addirittura l’onore di esporne circa 70 in tutto il parco del Pucciniano oltre a curare la scenografia de «La fanciulla del west». Per quest’anno si accontenterà di decorare la parte esterna, accogliendo la richiesta di Massimiliano Simoni, presidente del Pucciniano (e della Fondazione Versiliana). Maestro, il pubblico sarà accolto da tre coppie di sculture in bronzo molto particolari, vero? «Certamente, l’ho chiamato ‘Il bestiario di Franco Adami’, elaborato insieme alla mia assistente Giovanna Battaino. All’ingresso ci saranno due ‘Centurioni’ che monteranno la guardia per controllare chi ha il biglietto. Nel prato ho deciso invece di collocare due ‘Mosche’, che rompono le scatole a quelli che stanno bene, e due ‘Tartarughe’, simbolo dell’eternità e della potenza». Il motivo di questa scelta? «Ho voluto ideare una grande

mostra per contribuire al risveglio del Pucciniano. Torre del Lago è un paese magnifico ma addormentato, va fatto rinascere: del resto se non si semina, non si raccoglie. Sono personaggi che non si vedono più: le tartarughe ormai le vedi solo allo zoo e le mosche scompaiono sotto i colpi dei Ddt». L’anno prossimo la sua collaborazione con il Pucciniano sarà ancora più importante. «Mi assegneranno la totalità del Festival, dalle scenografie fino all’esposizione. All’interno collocherò circa 60 opere di piccole dimensioni, più o meno alte 60 centimetri, mentre all’esterno ce ne saranno 10 monumentali, fino a 3,5 metri d’altezza, oltre alle 6 che esporrò quest’estate. Sono emozionato, anche se non posso anticipare nulla sulla scenografia de ‘La fanciulla del west’. Dico solo che non ci sarà un’atmosfera tradizionale, alla Sergio Leone, bensì qualcosa di innovativo e moderno. Mi piace quell’opera perché rappresenta l’italiano lavoratore emigrato negli Usa». E il suo rapporto con Puccini? «Direi magnifico. Ho cominciato ad andare all’opera quando avevo nove anni. Un mio cugino era il più anziano del coro e mi portava in giro con lui. Lo vidi cantare, ad esempio, con Beniamino Gigli a Pisa, mi pare fosse la Bohème. Che dire su Puccini: è il nostro musicista, quando si parla di lui è come parlare di noi stessi, della Toscana. Fa da tramite tra la

musica tradizionale e quella moderna, è una pietra miliare della musica come Giotto nell’arte» Altre sue opere molto presto verranno collocate anche all’aeroporto ‘Galilei’ di Pisa, sua città natale. «Saranno una dozzina, a partire da ‘Liberation’. L’ispirazione venne tanti anni fa. Lavoravo nel sottosuolo di Parigi, nelle ex-stalle di Lafayette. Un giorno uscii per prendere una boccata d’aria e vidi una coppia che urlava a una manifestazione. Gridavano ‘ladri’ ma non conoscevano il motivo della protesta: ridevano e urlavano perché erano liberi di farlo». 49


Un Caffè anche per il Maestro Il giovedì il salotto culturale sarà doppio: alla Versiliana e sul lago

L’idea di sempre di colui che ora è presidente sia della Fondazione Festival Pucciniano che della Fondazione Versiliana è stata quella di creare un sistema culturale integrato dove le due eccellenze culturali della Versilia che tutta l’Italia (e non solo) ci invidia collaborino creando una sinergìa vincente. Ora che Massimiliano Simoni è diventato a pieno

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titolo operativo nel doppio ruolo, quello che è stato il suo grande auspicio diventa realtà. Una prima tappa di questo cammino comune si avrà grazie al fenomeno sempre più di successo del talk show. La Versiliana, con il suo Caffè, è stato forse il primo festival a istituzionalizzare il concetto del salotto che fa spettacolo. Ebbene, ora un “Caffè” si prenderà anche in riva al lago mentre contemporaneamente sotto i pini dannunziani si parlerà di musica. Ma musica di grande qualità. Ogni giovedì, a partire dal 16 luglio e sino alla fine di agosto, il tradizionale appuntamento del “Caffè” si sdoppierà. Mentre a Marina di Pietrasanta si ascolteranno i grandi autori che non saranno solo Giacomo Puccini ma tutti i maestri della lirica

italiana e internazionale, ci sarà in contemporanea anche un talk show in riva al lago tanto caro al Maestro. Entrambi inizieranno alle 18. Sarà qui, nel tempo dela musica pucciniana, che si incontreranno grandi registi, attori, cantanti, critici e interpreti della musica, del cinema, dell’arte internazionale a tutto tondo. Anteprima giovedì 9 luglio con l’incontro internazionale che vede ospiti Paola Folon, la vedova dl grande Jean Michel Folon, e il regista Maurizio Scaparro un maestro del teatro italiano autore di lavori di grande successo anche per la musica lirica e per Puccini in particolare. L’occasione è stata, parlando in termini sportivi, un invitante assist per tornare a parlare e lanciare la nuova edizione del Festival Puccinia-


no che si aperto solo ventiquattro ore dopo con la “Boheme” proprio nell’allestimento foloniano che è valsa alla nostra rassegna la conquista del prestigioso premio Abbiati, uno dei riconoscimenti più ambiti nel panorama lirico internazionale. Quindi i due grandi “marchi” della cultura versiliese e appuntamenti clou dell’estate culturale italiana dopo anni di battaglie anche molto dure e dispetti più o meno alla luce

del sole, si uniscono e finalmente collaborano. Una notizia che è stata salutata positivamente da amministratori ma anche da personaggi bipartisan della cultura versiliese. Nel talk show in riva al lago e all’ombra del teatro pucciniano vedremo quasi certamente tutti gli interpreti di spicco delle opere che sono in cartellone. Ma anche ospiti del mondo musicale e culturale che non vogliono mancare al Festival dove si cele-

bra il grande maestro. Ma vedremo anche personaggi della musica pop italiana che si esibiranno o alla Versiliana o nello stesso Gran Teatro per appuntamenti che sono di corredo al cartellone prettamente lirico. Sicuramente Claudio Baglioni e Lucio Dalla si racconteranno al pubblico che sarà in grado di conoscerli meglio. Ma ce ne saranno anche tanti altri. La collaborazione tra Pucciniano e Versiliana si concretizzerà anche al botteghino. Novità assoluta di quest’anno è la speciale promozione “Ricarica il biglietto” che permetterà ai possessori di un ticket di uno dei due Festival di beneficiare di uno sconto del 15 per cento sull’acquisto di un ingresso per gli spettacoli in cartellone nell’altro teatro. Basterà semplicemente presentare al botteghino il ticket dell’altro evento per ottenere i benefici immediati della promozione. E ora si sta lavorando per coinvolgere nell’iniziativa anche l’altra grande arena estiva degli spettacoli della Versilia, la Cittadella del Carnevale di Viareggio.

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Nella foto: Ilario Iannone, amministratore delegato di Pommery Italia.

LA MUSICA DI PUCCINI... VIVACE COME LO CHAMPAGNE La Maison Pommery incontra il Festival 2009 Lo Champagne Pommery vanta una storia importante: la Maison è stata fondata nel 1836 e da allora un lungo percorso di successi ha accompagnato questo prestigioso marchio. Louise Pommery, fondatrice della Casa, creò nel 1874 il primo “brut” millesimato della Champagne. Una vera rivoluzione per l’epoca in cui trionfava il gusto dolce. L’idea di creare uno champagne secco, inizialmente considerata un’astrusità, divenne in realtà un successo senza precedenti. Il prestigioso connubio tra la Fondazione Festival Pucciniano e la Maison Pommery nasce da un grande interesse e piacere per l’arte di questa Casa di Champagne. “La partecipazione di Pommery al 55° Festival Puccini – spiega l’amministratore delegato di Pommery Italia, Ilario Iannone - è ricondotta a questa passione e, in particolare, definita da tre profondi motivi. Il 52

primo espressamente legato alla figura di Giacomo Puccini, grande artista e amante del “bel vivere”. La sua musica rispecchia questo suo spirito … infatti si può sostenere sia spumeggiante e ci fa venire in mente le bollicine e lo champagne! La seconda ragione – prosegue Iannone - è che la musica di Puccini è una grandissima forma d’arte e la Maison Pommery, dalla sua fondazione ai giorni nostri, è sempre stata vicina a questo mondo che ha da sempre permeato la sua esistenza. In Pommery arte, “arte di vivere” e Champagne si fondono alla ricerca di una visione intensa della vita”. Questa partecipazione è inoltre dettata da una grande passione dell’amministratore delegato Iannone. Grande appassionato di musica, ed in particolare di Giacomo Puccini, segue da lungo tempo il Festival, ora ancor più valorizzato dalla creazione del nuovo Gran Teatro.

Special Edition Nella gamma degli Champagne Pommery spicca il Brut Pommery Noir, espressamente dedicato al mercato italiano. E’ uno Champagne elegante, dalla piacevole leggerezza che si combina con una bella vivacità. La permanenza sui lieviti è di 42 mesi. A queste caratteristiche gustative si aggiunge un “habillage” esclusivo: etichetta nera, che ricorda il packaging storico della Pommery… e che segna “il ritorno di un mito”! In occasione del Festival Puccini la Maison Pommery ha ideato un’ “edizione speciale di Pommery Noir”, con un cofanetto espressamente dedicato a ciascuna delle quattro opere rappresentate: una confezione esclusiva ed elegante come “spumeggiante” tributo alla stagione teatrale.


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Nella foto: Il vecchio teatro sorto in riva al lago nel 1966.

La prima rappresentazione nel 1930

SETTANTANOVE ANNI DI LIRICA SUL LAGO

«VOI UDRETE stasera il capolavoro di Giacomo Puccini. Pensate che egli dorme là dentro». A pronunciare queste parole con la bacchetta rivolta verso la casa del Maestro, il pomeriggio del 24 agosto 1930, fu Pietro Mascagni, che così si rivolse a quattromila spettatori giunti per la prima volta sulle sponde del Massaciuccoli per assistere a un’opera pucciniana. Quella lontana sera d’estate, Rosetta Pampanini, salita sul carro di Tespi, interpretò la Bohème nei panni di Mimì. Da quel giorno, passato alla storia come il momento in cui si realizzava uno dei desideri che il Maestro non aveva potuto vedere esauditi in vita, cominciò il cammino del Festival che, tra alti e bassi, si sarebbe poi definitivamente indirizzato sulla via del successo. Ma la fama internazionale di cui gode oggi la manifestazione dedicata al grande compositore torrelaghese, in un passato neanche troppo remo-

to, sembrava tutt’altro che scontata. Quando, infatti, nell’autunno del 1924, di fronte alla sua casa sul lago, Giacomo Puccini confidò all’amico Giovacchino Forzano che gli sarebbe piaciuto «andare una volta qui davanti ad ascoltare una mia opera all’aperto», probabilmente il Maestro non avrebbe affatto immaginato che quel suo sogno si sarebbe poi concretizzato per le migliaia di persone che oggi si recano da tutto il mondo nel nuovo teatro della Musica per ammirare i suoi capolavori. Dopo la prima della Bohème del 1930, infatti, le opere pucciniane continuarono a essere rappresentate in riva al lago, su strutture itineranti, fino al 1966, anno in cui nacque il teatro all’aperto che ogni anno veniva montato a tarda primavera e rimosso a fine estate. Il percorso del Festival pucciniano, che come detto non sempre in passato ha lasciato intravedere un futuro roseo, è comunque andato avanti,

pur nell’alternanza di momenti fortunati e periodi di difficile silenzio. Il fatto che poi la manifestazione sia cresciuta, passando prima per tappe importanti come quella del 1949 (anno del rilancio del Festival in cui all’Eden di Viareggio andò in scena la Fanciulla del West ), poi per gli anni d’oro in cui si sono alternati sulle rive del lago artisti di fama mondiale come Mario Del Monaco, Luciano Pavarotti, Placido Domingo e José Carreras, è la dimostrazione del grande fascino esercitato dalle opere del Maestro. E anche se lui, l’autore di capolavori immortali, non ha avuto il tempo di veder realizzato il desiderio confidato all’amico Giovacchino Forzano, probabilmente sarebbe stato felice di sapere che oggi sono tantissime le persone che possono ascoltare, davanti al lago, una sua opera all’aperto nel nuovissimo teatro della Musica inaugurato proprio un anno fa. 55


Chicche per melomani Nel bookshop del Festival gadget, libri, dvd e cd: una vasta scelta nel segno di Giacomo Puccini Sono apprezzatissimi dal pubblico del Festival Puccini i gadget del Puccinano, dalla collezione “Scolpire l’opera”. Magliette, foulard, poster d’autore firmati da Folon, Nespolo, Nall, Yasuda, Mitoraj, i grandi artisti che hanno ideato scenografie e costumi per le opere pucciniane di Torre del Lago. Tanti articoli a marchio Festival Puccini firmati dagli artisti di fama internazionale, e che è possibile acquistare nel bookshop della Fondazione Festival Pucciniano. I gadget del Festival si possono acquistare nei due punti vendita: uno attivo, prima dello spettacolo presso la biglietteria dalle ore 18

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alle 20 e l’altro, aperto in teatro durante le sere di spettacolo prima dell’inizio dell’opera e durante gli intervalli. Ma è possibile trovarli anche presso il punto vendita TuttoEventi in passeggiata a Viareggio. Da quest’anno nel bookshop anche la collezione speciale firmata Pommery, una confezione particolare dello champagne di grande pregio. Per alcune scenografie del ciclo “Scolpire l’opera”, realizzate dai grandi scultori di Pietrasanta, il Festival Puccini, in collaborazione con Berthelsman editore (proprietario del marchio Ricordi), ha pubblicato dei pregiatissimi volumi

artistici, tra cui spicca quello della “Tosca” di Igor Mitoraj. Un’altra pubblicazione di grande prestigio è stata edita per il centenario di “Madama Butterfly”.Al bookshop si trova inoltre una vasta scelta di libri specialistici e divulgativi dedicati alla lirica e a Puccini, nonché opere in Dvd della collezione Scolpire l’Opera prodotti da Dynamic, come “Madama Butterfly”, “Tosca” e “La Bohème”, che i melomani trovano sempre molto interessanti. Non mancano infine i Cd musicali che propongono le registrazioni dal vivo delle rappresentazioni andate in scena sul palcoscenico del teatro di Torre del Lago.


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1953

Madama Butterfly: Orietta Moscucci, Pier Mirando Ferrero, Guido Malfatti. Direttore Ino Savini.

1954

Turandot: Carla Martinis, Aureliana Beltrame, Angelo Lo Forese, Ugo Novelli. Direttore Francesco Molinari Pradelli. Manon Lescaut: Elisabetta Barbato, Umberto Borsò, Dino Mantovani. Direttore Federico del Cupolo.

Franco Corelli

1955

Festival Puccini 1930-2008

L’Albo d’Oro 1930 Rolando Panerai

La Bohème: Rosetta Pampanini, Margherita Carosio, Angelo Minghetti, Luigi Montesano, Ernesto Badini, Giacomo Vaghi. Direttore Pietro Mascagni. Carro dei Tespi Lirico. Regia di Giovacchino Forzano.

1931

Madama Butterfly: Rosetta Pampanini, Olga de Franco, Angelo Minghetti, Gino Lulli. Direttore Edoardo Vitale. Carro dei Tespi Lirico. Regia di Giovacchino Forzano. La Bohème: Adelaide Saraceni, Pierina Giri, Beniamino Gigli, Luigi Montesano. Direttore Edoardo Vitale. Carro dei Tespi Lirico. Regia di Giovacchino Forzano.

1949

25° della morte di Puccini

La Fanciulla del West: Maria Caniglia, Galliano Masini, Paolo Silveri. Direttore Gabriele Santini.

La Bohème: Magda Olivero, Carmen Piccini, Giuseppe Campora,Gino Orlandini, Antonio Zerbini. Direttore Argeo Quadri.

1956

Madama Butterfly: Rosetta Noli, Anita Caminada, Flaviano Labò. Direttore Argeo Quadri. La Fanciulla del West: Elisabetta Barbato, Antonio Annaloro, Piero Guelfi. Direttore Argeo Quadri.

1957

Manon Lescaut: Clara Petrella, Giacinto Prandelli, Renata Cesari. Direttore Argeo Quadri. Tabarro: Margaret Mas, Aurelio Oppicelli, Gastone Limarilli. Suor Angelica: Marina Cucchio, Federica Nicolich, Rina Cavallaro. Gianni Schicchi: Lydia Coppola, Renato Capecchi Dino Formichini, Ugo Novelli. Direttore Argeo Quadri.

1958

Centenario della nascita di Puccini

Tosca: Antonietta Stella, Giuseppe Di Stefano, Anselmo Colzani. Direttore Nino Sonzogno.

1959

Madama Butterfly: Antonietta Stella, Angelo Marchiandi, Afro Poli. Direttore Napoleone Annovazzi. La Bohème: Ofelia Di 59


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Marco, Ferruccio Tagliavini, Walter Monachesi. Direttore Ottavio Ziino.

1960

La Fanciulla del West: Gigliola Frazzoni, Giuseppe Savio, Andrea Mongello. Direttore Ottavio Ziino. Tabarro: Luciana Bertoli, Salvatore Puma, Attilio D’Orazi. Suor Angelica: Ivana Tosini, Rina Corsi. Gianni Schicchi: Ofelia Di Marco, Gino Bechi, Angelo Marchiandi. Direttore Ottavio Ziino.

1962

La Fanciulla del West: Antonietta Stella, Giuseppe Di Stefano, Anselmo Colzani. Direttore Oliviero De Fabritiis. Regia di Enrico Frigerio. La Bohème: Ilva Ligabue, Mariella Adami, Gianni Raimondi, Rolando Panerai. Direttore Luciano Rosada. Regia di Carlo Picconato.

1964

Tosca: Anna De Cavalieri, Mario del Monaco, Tito Gobbi. Direttore Franco Mannino. Regia di Carlo Acly Azzolini. Manon Lescaut: Vera Mantovani, Giuseppe Gismondo, Attilio D’Orazi. Direttore Ottavio Ziino. Regia di Carlo Acly Azzolini.

1966

La Bohème: Marcella Pobbe, Anna Maccianti, Gianni Raimondi, Giangiacomo Guelfi, Giorgio Giorgetti, Agostino Ferrin. Direttore Nello Santi. Regia di Luciano Novaro. Madama Butterfly: Virginia Cordoni, Bruno Prevedi, Enzo Sordello, Flora Rafanelli. Direttore Ermanno Wolf-Ferrari.

1972

Madama Butterfly: Wilma Vernocchi, Licia Galvano, Adriana Alinovi Pirali, Beniamino Prior, Piero Francia. Direttore Giacomo Zani Regia di Beppe De Tomasi. La Fanciulla del West:

Gianna Galli, Giuseppe Giacobini, Anselmo Colzani. Direttore Giuseppe Morelli. Regia di Beppe De Tomasi.

1973

La Bohème: Adriana Maliponte,Elena Baggiore, Beniamino Prior, Angelo Romero, Giorgio Giorgetti, Giancarlo Luccandi. Direttore Giacomo Zani. Regia di Gianpaolo Zennaro. Manon Lescaut: Virginia Zeani, Michele Molese, Rolando Panerai. Direttore Nino Bonavolontà. Regia di Beppe De Tomasi.

1974

50° della morte di Giacomo Puccini

Tosca: Emma Renzi, Orianna Santunione, Placido Domingo, Giorgio Meriggi, Antonio Boyer. Direttore Ferruccio Scaglia. Regia di Beppe De Tomasi. Tabarro: Navia Maria Goltara, Mario Del Monaco, Walter Alberti. Suor Angelica: Irma Capace Minutolo, Adriana Lazzironi, Adriana Camani, Corinna Vozza. Gianni Schicchi: Adriana Valentini, Antonio Bevacqua, Angelo Romero. Direttore Ottavio Ziino. Regia di Beppe De Tomasi. Madama Butterfly: Raina Kabaivanska, Anna Di Stasio, Nunzio Todisco, Angelo Romero. Direttore Alberto Paoletti. Regia di Aldo Masella. Renata Scotto

Turandot: Danika Mastilovic, Emma Renzi, Adriana Santunione, Giancarlo Luccardi. Direttore Nino Bonavolontà. Regia di Dario Micheli.

1975

La Bohème: Renata Scotto, Elena Zilio, Luciano Pavarotti, Ottavio Garaventa, Angelo Romero, Giorgio Giorgetti, Carlo Zardo. Direttore Giacomo Zani. Regia di Giovanni Miglioli. Manon Lescaut: Celestina Casapietra, Amedeo Zambon, Angelo Romero. Direttore Ferruccio Scaglia. Regia di Giovanni Miglioli.

1976

La Bohème: Katia Ricciarelli, Adriana Maliponte, Gabriella Ravazzi, Giovanna Santelli, Josè Carreras, Franco Corelli, Ottavio Garaventa, Angelo Romero, Maurizio Mazzieri, Giuseppe La Macchia, Gianni De Angelis. Direttore Nino Sonzogno. Regia di Gianrico Becher. Madama Butterfly: Raina Kabaivanska, Rita Talarico, Lucia Stanescu, Silvana Mazzieri, Ottavio Garaventa, Beniamino Prior, Walter Alberti. Direttore Reynald Giovaninetti. Regia di Gianrico Becher.

1977

Tosca: Raina Kabaivanska, Radmilla Bakocevic, Luciano Pavarotti, Josè Carreras, Franco Tagliavini, Louis Manikas, Gian Piero Mastromei, Direttore Nino Sonzogno. Regia di Tito Gobbi. Madama Butterfly: Elena Mauti Nunziata, Silvana Mazzieri, Beniamino Prior, Alberto Rinaldi. Direttore Maurizio Rinaldi. Regia di Franca Valeri.

1978

Madama Butterfly: Maria Chiara, Lorenza Canepa, Anna Di Stasio, Ottavio Garaventa, Giorgio Merighi, Antonio Boyer. Direttore Nino Bonavolontà. Regia di Giovanni Miglioli. La Bohème: Ka61


Josè Carreras

tore Giuseppe Sinopoli. Regia di Renzo Giacchieri. La Fanciulla del West: Olivia Stapp, Silvano Carroli, Giuseppe Giacobini, Nicola Martinucci. Direttore Gian Luigi Gelmetti. Regia di Renzo Giacchieri.

1979

Tosca: Renata Scotto, Helia T’Hezan, Gianfranco Cecchele, Nunzio Todisco, Aldo Protti, Rolando Panerai, Ettore Nova. Diret-

Manon Lescaut: Rosalind Plowright, Giuliano Cianella, Giorgio Casellato Lamberti, Ettore Nova. Direttore Giampiero Taverna. Regia di Renzo Giacchieri.

1981

1984

1980

1982

Turandot: Olivia Stapp, Miette Sighele, Ermanno Mauro, Dimiter Petkov. Direttore Yuri Ahronovich. Regia di Sylvano Bussotti. La Bohème: Elena Mauti Nunziata, Adriana Anelli, Ottavio Garaventa, Lorenzo Saccomani, Armando Ariostini, Giancarlo Luccardi. Di-

Josè Cura

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1983

Turandot: Olivia Stapp, Cecilia Gasdia, Adriana Maliponte, Ermanno Mauro, Giancarlo Luccardi, Ferruccio Furlanetto. Direttore Nicola Rescigno. Regia di Sylvano Bussotti. Manon Lescaut: Rosalind Plowrigth, William Johns, Ermanno Mauro, Rolando Panerai. Direttore Nicola Rescigno. Regia di Fiorenzo Giorgi.

La Bohème: Mietta Sighele, Katia Ricciarelli, Marta Taddei, Veriano Lucchetti, Ettore Nova, Giancarlo Luccardi, Armando Ariostini. Direttore Giampiero Taverna. Regia di Sylvano Bussotti. Tosca: Eva Marton, Giuliano Cianella, Ingvar Wixell. Direttore Nicola Rescigno. Regia di Fiorenzo Giorni. tia Ricciarelli, Raina Kabaivanska, Mariella Devia, Giorgio Merighi, Giuseppe Giacobini, Angelo Romero, Gianni De Angelis, Silvano Pagliuca. Direttore Edoardo Mueller. Regia di Dario Micheli.

rettore Giampiero Taverna. Regia di Sylvano Bussotti.

Madama Butterfly: Diana Soviero, Elena Mauti Nunziata, Eleonora Jankovic, Tiziana Tramonti, Beniamino Prior, Vicente Sardinero, Tullio Pane. Direttore Marcello Panni. Regia di Pier Luigi Samaritani. Le Villi: Carlo Desideri, Cristina Rubin, Antonio Savastano.


1985

Tosca: Marilyn Zachau, Giacomo Aragall, Ingvar Wixell, Vincente Sardinero, Aldo Bramante, Alfredo Mariotti. Direttore Daniel Oren. Regia di Sandro Sequi. La Bohème: Fiamma Izzo D’Amico, Alida Ferrarin, Ivan Kiukciev, Franco Farini, Giacomo Aragall, Alberto Rinaldi, Vicente Sardinero, Roberto Scandiuzzi, Armando Ariostini Direttore Emil Tchakanov. Regia di Luciano Alberti.

1986

La Fanciulla del West: Mary Jane Johnson, Alain Fundari, Giorgio Casellato Lamberti, Nicola Martinucci, Angelo Marchiandi, Giancarlo Tosi, Armando Ariostini. Direttore Gianluigi Gelmetti. Regia di Angelo Corti. Tosca: Maria Slatinaru, Giovanna Casolla, Lando Bartolini, Ruben Dominguez, Luis Lima, Silvano Carroli, Franco De Grandis, Alfredo Mariotti. Direttore Daniel Oren. Regia di Sandro Sequi.

1987

Turandot: Eva Marton, Dawn Symes, Galina Savova, Ermanno Mauro, Paolo Washington, Maria Chiara, Alessandra Pacetti, Giancarlo Ceccarini, Tullio Pane, Antonio Bevacqua. Direttore Angelo Campori. Regia di Giancarlo Corbelli. La Bohème: Mietta Sighele, Lucetta Bizzi, Nuccia Focile, Veriano Luchetti, Giovanni De An-

gelis, Armando Caforio. Direttore Marcello Panni. Regia di Stefano Piacenti. Gianni Schicchi: Giuseppe Taddei, Alida Ferrarin, Fedora Barbieri, Vincenzo La Scola. Direttore Bruno Moretti. Regia di Pino Quartullo.

1988

La Rondine: Elena Mauti Nunziata, Lucetta Bizzi, Vincenzo Bello, Giuseppe Fallisi, Stefano Antonucci. Direttore Pier Luigi Urbini. Regia di Simona Marchini. Turandot: Marita Napier, Dawn Symes, Antonio Ordonez, Alessandra Pacetti, Giovanni De Angelis, Iorio Zennaro, Saverio Bambi, Bonaldo Gaiotti. Direttore Giuliano Carella. Regia di Giancarlo Corbelli. Tabarro: Silvano Carroli, Giorgio Merighi, Mara Zampieri. Direttore Maurizio Arena. Regia di Stefano Reali.

1989

Madama Butterfly: Yoko Watanabe Grimaldi, Mietta Sighele, Paola Fornasari Patti, Antonella Trevisan, Dario Raffanti, Nazareno Antinori, Giovanni De Angelis, Andrea Piccinini. Direttore Bruno Moretti. Regia di Renzo Giacchieri. Turandot: Olivia Stapp, Lucetta Bizzi, Antonio Ordonez, Paolo Washington, Stefano Antonucci, Giovanni De Angelis, Florindo Andreoli, Saverio Bambi. Direttore Giuliano Carella. Regia di Giancarlo Cobelli. Suor Angelica: Yoko Watanabe, Mirna Pecile, Gudrum

Placido Domingo

Nardi, Salome Manfred Jung, Reinhild Runkel, Karin Loyee, Carmen Reppel, Franz Ferdinand Nentwig. Direttore Heinrich Bender. Regia di Christian Sauser.

1990

Tosca: Rosalind Plowright, Jean Glennon Whiterhouse, Giuseppe Giacobini, Salvatore Fisichella, Silvano Carroli, Franco Giovine, Luigi Roni. Direttore Giuliano Carella. Regia di Attilio Colonnello. Madama Butterfly: Yoko Watanabe, Simona Zambruno, Mirna Pecile, Salvatore Fisichella, Salvatore Ragonese, Giovanni De Angelis. Direttore Bruno Moretti. Regia di Renzo Giacchieri.

1991

Turandot: Ghena Dimitrova, Sofia Larsen, Lando Bartolini, Da-

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Mario Del Monaco

ria Chiuri, Annagrazia Carnovali. Direttore Marcello Panni. Regia di Rolando Panerai. La Bohème: Fiorella Burato, Olatz Saitua Iribar, Jordi Galofrè, Fabio Tinalli, Ramon De Abdres, Duccio Dal Monte. Direttore Stefano Ranzani. Regia di Luciano Alberti.

1994

Turandot: Ghena Dimitrova, Barbara De Maio, Lando Bartolini, Nicola Martinucci, Maria Chiara, Adriana Morelli Direttore Ralf Weikert. Regia di Beppe De Tomasi. La Bohème: Maria Spacagna, Maria Pia Jonata, Keith Olsen, Claudio Di Segni, Giancarlo Pasquetto, Fernando Costa, Orazio Mori, Enrico Turco. Direttore Reynald Giovaninetti. Regia di Rolando Panerai.

1995 niela Longhi, Paolo Washington, Giancarlo Ceccarini, Florindo Andreolli. Direttore Yuri Aronovitch. Regia di Sylvano Bussotti. Madama Butterfly: Maria Spacagna, Adriana Morelli, Giorgio Merighi, Salvatore Ragonese, Giovanni De Angelis, Oslavio De Credico. Direttore Angelo Campori. Regia di Renzo Giacchieri. Le Villi: Lucetta Bizzi, Giorgio Merighi, Antonio Salvatori, Giuseppe di Stefano. Tabarro: Franco Giovine, Giuseppe Giacobini, Giovanna Casolla. Direttore Reynald Giovaninetti. Regia di Flavio Trevisan.

1992

Tosca: Ghena Dimitrova, Adriana Morelli, Giorgio Merighi, Gianfranco Cecchele, Lando Bartolini, Franco Giovine, Seng Hyoun Ko. Direttori Niska Baresa, Lovrenc Arnic. Regia di Flavio Trevisan.

1993

Gianni Schicchi: Mauro Buda, Giuseppe Altomare, Giuliano Di Filippo, Luca Bodini, Annama64

La Fanciulla del West: Barbara Daniels, Katleen McCalla, Antonio Salvatori, Lando Bartolini. Direttori Christian Badea, Janos Acs. Regia di Roberto Faenza. Tosca: Barbara De Maio, Galina Kalinina, Giovanna Casella, José Cura, Nunzio Todisco, Franco Giovine, Antonio De Gobbi, Graziano Polidori. Direttore Garcia Navarro. Regia di Gianni Quaranta. Madama Butterfly: Adriana Morelli, Natalia Dercho, Keith Olsen, Mario Carrara, Mauro Buda,Adriana Cicogna. Direttori Marcello Panni, Joanos Acs. Regia di Patricia Panton.

dot: Ghena Dimitrova, Christian Johannsson, Andreev Kostadin, Katia Ricciarelli, Maria Vitali. Direttore Rico Saccani. Regia di Sergio Vela.

1997

Tosca: Ines Salazar, Laura Niculescu, Josè Cura, Mario Malagnini, Sherill Milnes, Ko Seng Youn. Direttore Antonio Guadagno. Regia di Vivien Hewitt. Madama Butterfly: Natalia Dercho, Maria Pia Jonata, Claudia Marchi, Fulvia Bertoli, Alberto Cupido, Carlos Antonio Moreno, Rolando Panerai, Mauro Buda. Direttore Maurizio Arena. Regia di Rolando Panerai.

1998

Turandot: Giovanna Casolla, Leila Guimarez, Natalia Margrit, Alberto Cupido, Jan Storey, Antonia Brown, Maria Pia Jonata. Direttore Elio Boncompagni. Regia di Daniele De Plano. Gianni Schicchi: Angelo Romero, Bruno De Simone, Pietro Ballo, Alessandro Panaja, Luciana Serra, Antonella Carnovali.

1996

La Bohème: Denia Mazzola Gavazzeni, Maria Pia Jonata, Salvatore Fisichella, Claudio di Segni, Rosemary Musoleno, Mina Yamazaki, Marcello Jenis, Michele Porcelli, Orazio Mori, Giacomo Prestia. Direttore Peter Mark. Regia Mario Monicelli. Manon Lescaut: Laura Niculescu, Paolo Ruggiero, Lando Bartolini, Graziano Polidori. Direttore Angelo Campori. Regia di Attilio Colonnello. Turan-

Katia Ricciarelli


Luciano Pavarotti

1999

La Bohème: Patriza Pace. Antonia Cifrone, Gianna Queni, Salvatore Fisichella, Josè Sampre, Anna Luisa Scano, Patrizia Cigna, Mimma Briganti. Direttore Niksa Bareza. Regia di Giuseppe Giuliano. Turandot: Audrey Stottler, Laura Niculescu, Christjan Johannsson, Antonio Ordonez, Luciana Serra, Maria Pia Jonata, Gianna Queni, Luigi Roni. Direttore Alberto Veronesi. Regia di Peter Selam.

2000

Tosca: Norma Fantini, Laura Niculescu, Natalia Margarit, Richard Margison, Dario Volontà Seng Hyou Ko, Justino Diaz. Direttore Alberto Veronesi. Regia di Beni Montresor. La Bohème: Anna Laura Longo, Antonia Cifrone, Cesare Catani, Sergio Panajia, Mimma Briganti, Domenico Balzani, Sergio Bologna, Roberto Nelcini. Direttori Andrea Licata, Massimo Morelli. Madama Butterfly: Maria Pia Jonata, Fulvia Bertoli Salvatore Fisichella Sergio Bologna, Marco Chingari. Direttori Mario Perusso, Massimo Morelli. Regia Vivien Hewitt. Scene Kan Yasuda.

2001

Turandot: Giovanna Casolla, Gegam Grigorian, Xiu Wei Sun, Nicolay Bikov. Direttore Alberto Veronesi. Regia di Roberto Laganà Manoli. Tosca: Daniela Longhi, Antonia Cifrone, Ignacio Encinas, David Pittman-Jennings. Direttore Andrea Licata. Regia Beni Montresor.

2002

Manon Lescaut: Norma Fantini, Domenico Balzani, Gabriel Sadè, Keith Olsen, Luciano

Leoni. Direttore Alberto Veronesi. Regia di Luis Castro. Tosca: Antonia Cifrone, Nicola Martinucci, Alberto Mastromarino. Direttore Roberto Tolomelli. Regia di Beni Montresor ripresa da Gaetano Miglioranzi. Turandot: Giovanna Casolla, Paola Romanò, Massimo La Guardia, Paolo Battaglia, Lando Bartolini, Renzo Zulian, Serena Farnocchia, Anna Luisa Scano. Direttori Claudio Scimone, Bruno Nicoli. Regia di Roberto Laganà Manoli.

2003

La Bohème: Carla Maria Izzo, Maria Luigia Borsi, Ramon Vargas, Carlo Ventre, Valter Borin, Virginia Wagner, Rita Cammarano, Vladimir Stoyanov, Domenico Balzani. Enrico Marrucci, Cosimo Diano. Direttore Alberto Veronesi. Regia di Maurizio Scaparro. Scene e costumi di Jean-Michel Folon. Madama Butterfly: Veronica Villaroel, Hui He, Chiara Chialli, Teresa Nicoletti, Giorgio Merighi, Stefano Secco, Antonio Salvatori. Direttore Keri Lynn Wilson. Regia di Vivien Hewitt. Scene Kan Yasuda. Costumi Regina Schrecker. Turandot: Maria Dragoni, Paola Romanò, Alfredo Zanazzo, Riccardo Ferrari, Marcello Giordani, Anna Laura Longo, Mina Tasca, Massimo La Guardia. Direttori Jacek Kaspszyk, Bruno Nicoli. Regia scene e costumi di Roberto Laganà Manoli. Manon Lescaut: Da-

niela Dessì, Antonia Cifrone, Alessandro Corbelli, Fabio Armiliato, Lando Bartolini, Franco Boscolo. Direttore Antonio Pirolli. Regia di Josè Luis Castro. Scene e costumi Igor Mitoraj.

2004

Madama Butterfly: Daniela Dessì, Fabio Armiliato, Juan Pons. Direttore Placido Domingo. Scene Arnaldo Pomodoro. Costumi Guillermo Mariotto. Madama Butterfly: Carla Maria Izzo, Mariella Guarnera, Vincenzo La Scola, Stefano Secco, Marzio Giossi, Luca Salsi. Direttore Alberto Veronesi. Regia di Vivien Hewitt. Scene Kan Yasuda Costumi Regina Schrecker. Madama Butterfly: Kim Yoo Sun, Jang Hyun Ju, Lee Hyun, Choi Jong Woo. Direttore Choi Seung Han. Regia di Chung Kab Gyun. Scene Lee Hak Sun. Costumi Lee Soo Dong, Canezou By Mavel, Saeki Masaaki (coproduzione Seoul-Torre del Lago). Tosca: Francesca Patanè, Andrea Bocelli,

Raina Kabaivanska

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Marco Berti

Berti Nicola Alaimo. Direttore Lukas Karytinos. Regia di Chung Kab Gyun. Scene Lee Hak Sun. Costumi Michelle Rutkowski.

2006

Giuseppe Gipali, Giorgio Surian, Alberto Mastromarino. Direttori Steven Mercurio, Jacek Kaspszyk. Regia di Beni Montresor. Turandot: Maria Dragoni, Franco Farina, Nicola Martinucci, Maria Luigia Borsi, Anna Laura Longo, Riccardo Ferrari, Gianvito Ribba, Massimo La Guardia. Direttore Keri Lynn Wilson. Regia Daniele De Plano. Scene Pietro Cascella. Costumi Cordelia von den Steinen.

2005

La Fanciulla del West: Daniela Dessì, Lucio Gallo, Fabio Armiliato, Massimo La Guardia, Andrea Patucelli. Direttore Alberto Veronesi. Regia di Ivan Stefanutti. Scene e costumi Nall. La Bohème: Atonia Cifrone, Ruth Kerr, Roberto Aronica, Costyantyn Andreyev, Maria Costanza Nocentini, Luca Salsi, Alessandro Luongo. Direttore Keri Lynn Wilson. Regia di Maurizio Scaparro. Scene e costumi di Jean-Michel Folon. Turandot: Francesca Patanè, Stefania Spaggiari, Marcello Giordani, Maurizio Graziani, Anna Laura Longo, Irina Muratbekova, Riccardo Ferrari, Gianvito Ribba, Massimo La Guardia. Direttore Bruno Vicoli. Regia Daniele De Plano. Scene Pietro Cascella. Costumi Cordelia Von den Steinen. Madama Butterfly: Sun Xiu Wei, Renata Lamanda, Marco 66

La Bohème: Adriana Damato, Serena Farnocchia, Ilina Mihaylova, Alessandra Meozzi, Roberto Aronica Stefano Secco, Marzio Giossi, Luca Salsi. Direttore Julian Kovatcev. Regia di Maurizio Scaparro. Scene e costumi di Jean-Michel Folon. Turandot: Anna Shafajnskaia, Doina Dimitriu, Frank Porretta, Warren Mok, Maria Costanza Nocentini, Mina Tasca Yamazaki, Rafal Siwek. Direttori Claudio Sciamone, Carmine Pinto. Regia Daniele De Plano. Scene Pietro Cascella. Costumi Cordelia Von den Steinen. Tosca: Norma Fantini, Antonia Cifrone, Andrew Richards, Lucio Gallo. Direttore Alberto Veronesi. Regia di Mario Corradi. Scene di Igor Mitoraj. Madama Butterfly: Hisami Namikawa, Keiko Yokoyama, Yukiko Tanaka, Alessandra Meozzi, Massimiliano Pisapia, Luca Salsi. Direttore Roberto Zarpellon. Regia di Masayoshi Kuriyama. Scene Sumiko Masuda. Costumi Katsumi Kishii.

2007

Madama Butterfly: Elmira Veda, Tizia Ducati, Annamaria Popescu, Annunziata Vestri Carlo Barracelli, Luca Salsi. Direttore Laurence Gilgore. Regia Stefano Vizioli. Scene e costumi Ugo Nespolo. Tosca: Antonia Cifrone, Marcello Giordani, Giorgio Surian. Direttori Keri Lynn Wilson, Valerio Galli. Regia Mario Corradi., Scene e costumi Igor Mitoraj. La Bohème: Norma Fantini, Maria Luigia Borsi, Donata D’Annunzio Lombardi, Chun Yu Xu, Massimiliano Pisapia. Regia Maurizio Scaparro. Scene e costumi Jean-Michel Folon. La Rondine: Svetla Vassileva, Maya Dashuk, Fabio Sartori, Emanuele Giannino, Marzio Gios-

si. Regia Lorenzo Amato. Scene e Costumi Nall.

2008

CONCERTO INAUGURALE: Filarmonica e Coro della Scala. Direzione Riccardo Chailly. Maestro del coro Bruno Casoni. Con Martina Serafin, Svetla Vassileva, Massimiliano Pisapia, Carlo Bosi, Antonello Palombi, Ernesto Panariello. TURANDOT: Francesca Patané, Susan Foster, Francesco Hong, Donata D’Annunzio Lombardi, Dejan Vatchkov, Massimiliano Valleggi, Emanuele Giannino, Nicola Pamio. Direzione Alberto Veronesi e Giuseppe Acquaviva. Regia Maurizio Scaparro. Scene Ezio Frigerio. Costumi Franca Squarciapino. EDGAR: Marco Berti, Cristina Gallardo-Domas, Rossana Rinaldi, Luca Salsi, Filippo Polinelli. Direzione Pier Giorgio Morandi. Regia Vivien A. Hewitt. Scene Roger Dean. Costumi Freyja Dean. TOSCA: Daniela Dessì, Hui He, Fabio Armiliato, Ji Myung Hoon, Giorgio Surian. Direzione Yoel Levi e Cem Mansur. Regia Mario Corradi. Scene e costumi Igor Mitoraj. MADAMA BUTTERFLY: Liping Zhang, Elmira Veda, Mariella Guarnera, Massimiliano Pisapia, Alessandro Corbelli, Marzio Giossi. Direzione Julian Reynolds e Carmine Pinto. Regia Stefano Vizioli. Scene e costumi Ugo Nespolo.

Francesca Patanè


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