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L’OSSERVATORE ROMANO POLITICO RELIGIOSO
GIORNALE QUOTIDIANO
Non praevalebunt
Unicuique suum Anno CLIV n. 234 (46.776)
Città del Vaticano
lunedì-martedì 13-14 ottobre 2014
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All’Angelus il Papa ricorda che la bontà di Dio non ha confini e non discrimina
Sulla relazione «post disceptationem»
Nessuno è escluso
Un dibattito aperto e chiaro Annunciati tema e date del prossimo sinodo
La preghiera per le vittime della devastante alluvione che ha colpito Genova La bontà di Dio «non ha confini e non discrimina nessuno». Per questo il regno di Dio — ha ammonito Papa Francesco all’Angelus di domenica 12 ottobre — non può essere racchiuso «nei confini della nostra “chiesetta piccoletta”» ma deve «dilatare la Chiesa» spalancando le sue frontiere
a tutti gli uomini. Unica condizione per entrarvi è quella di «indossare l’abito nuziale, cioè testimoniare la carità verso Dio e verso il prossimo». La riflessione del Pontefice ha preso spunto dalla parabola del banchetto di nozze narrata dal Vangelo
di Matteo (22, 1-14). La sala disertata dai primi invitati, ha ricordato in proposito Francesco, «si riempie di “esclusi”» e tra loro c’è «gente qualunque, poveri, abbandonati e diseredati, addirittura buoni e cattivi». Così «il Vangelo, respinto da qual-
«I poveri sono invitati alla festa» (arte camerunense)
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Si svolgerà in Vaticano dal 4 al 25 ottobre 2015 sul tema «La vocazione e la missione della famiglia nella Chiesa e nel mondo contemporaneo» la quattordicesima assemblea generale ordinaria del Sinodo dei vescovi. Lo ha annunciato, su mandato di Papa Francesco, il segretario generale del Sinodo dei vescovi, cardinale Lorenzo Baldisseri, aprendo lunedì mattina, 13 ottobre, l’undicesima congregazione dell’assemblea straordinaria in corso. Alla presenza del Papa e con la
partecipazione di 184 padri, il cardinale Erdő ha presentato la relazione post disceptationem, che raccoglie — ha spiegato — «i risultati delle nostre riflessioni e dei nostri dialoghi» così come sono emersi nella prima settimana di confronto. Sul testo si è poi sviluppato un dibattito ampio, aperto e chiaro, animato dagli interventi di 41 padri sinodali. PAGINA 6
Ban Ki-moon in Israele e nella Striscia di Gaza
La Turchia concede le basi aeree alla coalizione guidata dagli Stati Uniti
Impegno per il dialogo israelopalestinese
L’Is intensifica gli attacchi in Iraq e in Siria
TEL AVIV, 13. Rilanciare il dialogo e progettare un nuovo piano di pace duraturo: con questo obiettivo il segretario generale delle Nazioni Unite, Ban Ki-moon, si reca oggi in Israele per una visita ufficiale durante la quale incontrerà il premier, Benjamin Netanyahu, il presidente Reuven Rivlin, e altri esponenti dei vertici del Governo. Domani il segretario sarà nella Striscia di Gaza per visitare alcune delle aree distrutte durante il recente conflitto. La visita di Ban Ki-moon giunge in un momento particolarmente delicato negli equilibri mediorientali. Questa mattina sono stati registrati nuovi scontri sulla spianata delle Moschee tra giovani palestinesi e poliziotti israeliani. I giovani — dicono fonti locali — protestavano
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cuno, trova un’accoglienza inaspettata in tanti altri cuori». Questo fa capire che «il banchetto dei doni del Signore è universale». A tutti infatti «è data la possibilità di rispondere al suo invito, alla sua chiamata; nessuno ha il diritto di sentirsi privilegiato o di rivendicare un’esclusiva». Da qui l’invito del Papa «a vincere l’abitudine di collocarci comodamente al centro, come facevano i capi dei sacerdoti e i farisei». Un atteggiamento che non appartiene al vero cristiano, chiamato invece ad aprirsi «alle periferie» e a riconoscere che «anche chi sta ai margini, addirittura colui che è rigettato e disprezzato dalla società è oggetto della generosità di Dio». Prima dell’Angelus — durante il quale il Pontefice ha invitato i fedeli riuniti in piazza San Pietro a pregare per le vittime della devastante alluvione che ha colpito in questi giorni Genova — ha avuto luogo nella basilica vaticana la messa di ringraziamento per la canonizzazione equipollente di due santi canadesi, il vescovo Francesco de Laval e Maria dell’Incarnazione Guyart Martin. All’omelia Papa Francesco ha invitato in particolare a «fare memoria dei testimoni, dei missionari della fede», rivolgendo il suo pensiero ai tanti uomini e donne che ancora oggi finiscono «uccisi, assassinati» lontano dalla loro casa.
contro la visita di un gruppo di ebrei ortodossi sulla spianata, considerata un luogo sacro da ebrei e musulmani. Le forze dell’ordine, dopo aver respinto all’interno delle moschee i dimostranti che avevano eretto barricate, hanno poi consentito lo svolgersi della visita. Intanto, ieri si è tenuta al Cairo la conferenza dei Paesi donatori per la ricostruzione della Striscia di Gaza, alla quale ha preso parte, oltre a Ban Ki-moon, anche il segretario di Stato americano, John Kerry. I donatori hanno promesso 5,4 miliardi di dollari per consentire la ripresa delle attività e la ricostruzione degli edifici distrutti nella Striscia. Il presidente palestinese, Mahmoud Abbas, ha definito la conferenza «un grande successo».
DAMASCO, 13. Sono soprattutto le milizie peshmerga curde, in Iraq come in Siria, a resistere alle offensive del cosiddetto Stato islamico, che ora, secondo fonti concordi, avrebbe radunato fino a diecimila combattenti, pronti a sferrare un attacco a Baghdad. Per il capo di stato maggiore interforze statunitense, il generale Martin Dempsey, l’obiettivo potrebbe essere l’aeroporto della capitale irachena. Un attacco allo scalo aereo, ha aggiunto Dempsey, era stato già tentato nei giorni scorsi e a respingerlo era stato l’intervento degli elicotteri da combattimento statunitensi Apache. Nelle ultime ore, peraltro, l’azione dell’Is in Iraq non si è affidata ad attacchi militari, ma al terrorismo. L’esplosione contemporanea di tre autobombe, condotte da attentatori suicidi, hanno provocato ieri una quarantina di vittime in edifici strategici della città di Qara Tapah, a nord-est di Baghdad. Nel rivendicare la strage, l’Is ha specificato che gli attentatori erano un tedesco, un saudita e un turco. Un altro attentato terroristico rivendicato dall’Is, sempre ieri, è avvenuto a Ramadi, nella regione irachena occidentale di Anbar. Tra le vittime figura il capo della polizia locale. Sul piano militare, intanto, la battaglia continua a infuriare soprattutto a Kobane, la città siriana a maggioranza curda ad appena un paio di chilometri dalla frontiera con la Turchia. Dopo aver conquistato il quartier generale delle forze di autodifesa curde, i miliziani dell’Is sono stati bloccati. Fonti concordi segnalano che l’Is sta trasferendo miliziani da Ar-Raqqah. Di contro, la frontiera con la Turchia resta bloccata e i peshmerga curdi non possono invia-
re rinforzi dall’Iraq ai difensori di Kobane. La Turchia, ha però autorizzato l’uso delle sue basi aeree, in particolare quella di Incirlik, vicino alla città di Adana, per i raid contro l’Is della coalizione guidata dagli Stati Uniti. Lo ha confermato Susan Rice, consigliere per la sicurezza nazionale degli Stati Uniti, all’emittente Nbc, dopo che la notizia era stata anticipata da fonti del Pentagono citate anonimamente ieri sera dalle agenzie di stampa. Finora, i raid contro l’Is sono partiti da basi negli Emirati Arabi Uniti, in Kuwait, e in Qatar.
La base di Incirlik è una di quelle dove già sono presenti aerei statunitensi, e non solo, nel quadro dei dispositivi della Nato. I dettagli dell’utilizzo delle basi turche contro l’Is sono ancora in fase di sviluppo, ma Rice, riferendo dell’accordo tra Washington e Ankara, ha detto che in esse è previsto anche «l’addestramento di forze dell’opposizione siriana moderata». Circostanza, questa, che minaccia di alimentare i contrasti nella comunità internazionale, in particolare tra la coalizione guidata da Washington e la Russia, che riterrebbe un’aggressione qual-
Mostra al Braccio di Carlo Magno
Paolo
VI
e gli artisti
Allarme della Banca mondiale
Un mondo sempre più disuguale Palestinesi tra le macerie nella Striscia di Gaza (Reuters)
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Felice Casorati, «Crocifissione» (1939, particolare) PAGINA 8
siasi intervento contro il Governo di D amasco Un appello a «tutte le parti a impegnarsi per evitare un massacro di civili a Kobane» è venuto ieri dal Segretario generale dell’Onu Ban Ki-moon. «Ribadisco la mia profonda preoccupazione per la situazione dentro e intorno la città: migliaia di vite sono a rischio per gli attacchi dell’Is», ha detto Ban Ki-moon al Cairo, a margine della conferenza dei donatori per Gaza. Per ora, comunque, il sostegno ai difensori di Kobane resta affidato solo ai raid aerei internazionali, una cinquantina la scorsa settimana. I raid sembrano però ora destinati ad avere un’efficacia minore, dato che si combatte all’interno del centro cittadino. Secondo gli analisti militari, di conseguenza, gli attacchi aerei dovrebbero ora concentrarsi sulle linee di rifornimento dell’Is. Preoccupazione per quanto sta avvenendo a Kobane è stata espressa dal segretario di Stato americano, John Kerry, parlando anch’egli a margine della conferenza al Cairo. Kerry ha però affermato che «la questione va affrontata nel complesso della strategia della coalizione», che sembra concentrata soprattutto sui fronti iracheni. «Nel tempo riteniamo che la strategia e la coalizione per contrastare l’Is prenderanno quota», ha spiegato, ammonendo comunque che «alla fine sono gli iracheni che dovranno riprendersi l’Iraq» e confermando che sembrano necessari tempi lunghi per la sconfitta dell’Is. Sempre nel nord della Siria, intanto, sono stati rilasciati oggi gli ultimi cinque dei venti cattolici messi in stato di detenzione da un tribunale islamico una settimana fa, insieme con il loro parroco, padre Hanna Jalluf, dell’ordine dei frati minori, nel villaggio di Knayeh, nella valle dell’Oronte. Padre Jalluf era stato anch’egli rilasciato, ma il tribunale intende giudicarlo per una presunta collaborazione con il Governo di Damasco, secondo quanto riferito dall’agenzia Fides che per prima ha dato notizia della vicenda.