141016(l'osservatore romano)

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L’OSSERVATORE ROMANO POLITICO RELIGIOSO

GIORNALE QUOTIDIANO

Non praevalebunt

Unicuique suum Anno CLIV n. 236 (46.778)

Città del Vaticano

giovedì 16 ottobre 2014

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All’udienza generale Papa Francesco parla della Chiesa in attesa dell’incontro finale con lo Sposo

Le forze del generale Haftar contro gli islamisti

Nella tenda di Dio

Controffensiva annunciata a Bengasi

Dove non ci saranno più prevaricazioni o distinzioni sociali, etniche e religiose La Chiesa come una «città», simbolo «della convivenza e della relazionalità umana», dove «non ci saranno più isolamenti, prevaricazioni e distinzioni di natura sociale, etnica o religiosa». Ha scelto un’immagine dell’Apocalisse il Papa per parlare dell’«attesa dell’incontro finale con lo Sposo». All’udienza generale di mercoledì 15 ottobre, proseguendo le catechesi dedicate alla Chiesa, il Pontefice ha invitato i fedeli presenti in piazza San Pietro a domandarsi che cosa sarà di ciascuno di noi alla fine dei tempi. La risposta, ha spiegato, va ricercata nell’appartenenza alla Chiesa come «popolo di Dio che segue il Signore Gesù e che si prepara giorno dopo giorno all’incontro con lui». Per Francesco, infatti, questo «non è solo un modo di dire», perché «Cristo, facendosi uomo come noi e facendo di tutti noi una cosa sola con lui, ci ha davvero sposato e ha fatto di noi come popolo la sua sposa». Inoltre il Pontefice ha individuato un «altro elemento, che ci conforta ulteriormente», nel fatto «che la Chiesa è chiamata a diventare città», ovvero la «Gerusalemme celeste». E questo, ha aggiunto, significa che «la speranza cristiana non è semplicemente un desiderio, un auspicio, non è ottimismo: per un cristiano, la speranza è attesa del compimento ultimo e definitivo» del «mistero dell’amore di Dio». Al termine, salutando i vari gruppi, il Papa ha rinnovato l’invito a continuare a pregare per il Sinodo dei vescovi sulla famiglia. PAGINA 8

Messaggio per il quinto centenario della nascita di Teresa d’Avila

Santa camminatrice PAGINA 6

«Cristo e Maria, Cristo sposo e la Chiesa sposa» (cappella della Madonna, Sacro Speco, Subiaco)

Negati disaccordi con il Governo della Turchia

Washington sollecita unità contro l’Is WASHINGTON, 15. Il Governo degli Stati Uniti ha fatto appello all’unità della coalizione internazionale per contrastare i terroristi del cosiddetto Stato islamico (Is) in Iraq e in Siria e, al tempo stesso, ha negato che con la Turchia vi siano disaccordi smentendo, in questo modo, le valutazioni in senso contrario che gli analisti avevano fatto unanimemente nei giorni scorsi. Il presidente Barack Obama è intervenuto ieri al vertice con i responsabili militari dei Paesi della

coalizione — compresa la Turchia che formalmente non ne fa parte — organizzato nella base di Andrews, nel Maryland. L’incontro è stato voluto dal Pentagono per meglio definire le prossime mosse contro l’Is. Riguardo alla convocazione del vertice, la Casa Bianca aveva commentato che la strategia adottata «è solo all’inizio e sta funzionando», ma che sembra comunque arrivato il momento di una svolta. Lo stesso Obama ha peraltro ribadito che quella contro lo Stato

Ban Ki-moon visita i luoghi colpiti dai bombardamenti durante il conflitto tra Israele e Hamas

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Gaza attende la ricostruzione GAZA CITY, 15. La comunità internazionale si mobilita per la ricostruzione della Striscia di Gaza. Dopo la conferenza dei donatori, che ha raccolto in tutto 4,3 miliardi di euro, un messaggio di speranza è giunto ieri dal segretario generale delle Nazioni Unite, Ban Ki-moon, che ha visitato i luoghi colpiti dai bombardamenti durante l’ultimo conflitto tra Israele e Hamas. Tragico il bilancio delle vittime umane dei cinquanta giorni di battaglia. Stando ai dati dell’Onu sono morti 2.100 palestinesi e 72 israeliani di cui 66 soldati. Enormi i danni materiali: a Gaza ancora 2,5 milioni di tonnellate di macerie devono essere rimosse; oltre due dozzine di pozzi per l’acqua sono stati danneggiati; quasi 50 chilometri di rete idrica e oltre 17 chilometri di tubazioni di scarico sono stati distrutti. Danneggiata anche l’unica centrale elettrica. Il numero uno del Palazzo di vetro ha cominciato la visita da Shejaiya, uno dei quartieri di Gaza più duramente provati dal conflitto. Ban Ki-moon, la cui ultima visita nel territorio risale al 2012, è giunto a Gaza anche per «condividere il lutto» del personale dell’Onu, ha detto all’Afp Christopher Gunness, portavoce dell’Unrwa, l’agenzia delle Nazioni Unite per l’aiuto ai rifugiati palestinesi. Quest’ultima ha infatti perso durante la guerra 11 collaboratori.

Il segretario generale ha anche avuto incontri con ministri del Governo di unità palestinese che conta membri di Al Fatah e di Hamas e che detiene il controllo anche della Striscia. Ban Ki-moon ha inoltre incontrato i residenti israeliani dei centri abitati in prossimità della Striscia colpiti dal lancio dei razzi durante il conflitto.

Intanto, l’esercito israeliano ha confermato il trasferimento di materiale nella Striscia in modo da facilitare i progetti di ricostruzione. I rifornimenti includono seicento tonnellate di cemento e cinquanta camion di aggregati edilizi. Il trasferimento è controllato da rappresentanti dell’Onu, del Governo palestinese e di Israele.

islamico «sarà una campagna molto lunga. Ci saranno periodi in cui si faranno progressi e periodi in cui ci saranno battute d’arresto». Sui rapporti con la Turchia è invece intervenuto il segretario di Stato americano, John Kerry, a Parigi, dove ha incontrato il ministro degli Esteri russo, Sergei Lavrov. Kerry ha smentito il fatto che vi siano disaccordi tra Washington e Ankara. Poche ore prima, peraltro, il ministro degli Esteri turco, Mevlüt Çavuşoğlu, aveva negato la concessione delle basi aeree del suo Paese ai mezzi della coalizione impegnati nei raid contro i jihadisti in Iraq e in Siria. Kerry ha comunque affermato che il Governo di Ankara definirà «secondo la propria agenda» il ruolo che vorrà avere per fronteggiare i miliziani. Al momento, comunque, l’esercito turco continua a tenere bloccato il confine con la Siria, oltre il quale prosegue la resistenza delle milizie curde dei peshmerga. Nelle ultime ore i raid della coalizione hanno preso di mira il sistema attraverso il quale i jihadisti stanno facendo arrivare rinforzi verso Kobane da ArRaqqah, la principale località da loro controllata in territorio siriano. Di contro, l’esercito turco continua a impedire il passaggio di rinforzi curdi ai difensori di Kobane. Ciò nonostante, questi ultimi hanno fatto registrare successi, contrattaccando gli islamisti che negli ultimi giorni erano penetrati in diverse zone della città. In ogni caso, la questione curda sembra destinata a sovrapporsi a quella della lotta contro l’Is, dopo che due giorni fa l’aviazione turca aveva bombardato postazioni del Partito dei lavoratori del Kurdistan (Pkk), nel primo episodio del genere dopo l’avvio di colloqui informali con lo stesso Pkk, a suo tempo dichiarato fuorilegge.

La Santa Sede e i conflitti dalla Grande guerra a oggi

Imparzialità della pace L’auto di Ban Ki-moon sotto scorta tra le macerie di Gaza (Afp)

PIETRO PAROLIN

TRIPOLI, 15. File ai distributori di Le forze di Haftar difendono da benzina, assalti ai negozi per far diverse settimane l’aeroporto della scorta di generi alimentari e soprat- città, il loro ultimo bastione dopo tutto tanta paura: il quotidiano la perdita delle principali basi mili«Libya Herald» descrive così l’at- tari. mosfera a Bengasi, dove oggi è iniMa nella Libia senza pace si ziata l’attesa controffensiva delle combatte anche in altre zone. È inforze legate al generale Khalifa fatti salito a 50 morti e 120 feriti il Haftar contro i gruppi islamisti che numero delle vittime degli scontri controllano il capoluogo della Ci- in corso nella città di Kakla, sui renaica. Secondo il giornale, a Bengasi e nelle sue immediate vicinanze sono dispiegati tra i 45.000 e i 50.000 combattenti sostenitori del Consiglio della shura, l’organismo che amministra la città. Testimoni hanno riferito questa mattina di diverse esplosioni e di raid aerei. La controffensiva è stata annunciata da Haftar ieri sera, con un discorso trasmesso alla televisione. Il generale ha annunciato che entro «le prossime ore inizierà la battaglia per liberare Bengasi». Per questo nel discorso trasmesso dall’emittente «Libia Awalan», l’ufficiale ha chiesto alla popolazione di Bengasi «di pazientare perché nelle prossime ore la città Un miliziano a Beni Walid (Afp) sarà liberata dagli estremisti, un’operazione necessaria per riportare la monti al Gharbi, a 150 chilometri a sud di Tripoli, tra le milizie di Mistabilità e la sicurezza». Un suo portavoce aveva quindi surata e quelle di Zintan. Gli sconinvitato i giovani di Bengasi a ga- tri, iniziati sabato scorso, seguono rantire la sicurezza dei propri quar- quelli scoppiati mesi fa nella capitieri e a non consentire agli islami- tale quando furono le milizie islasti di accedervi. Scontri quasi quo- miste di Misurata a ottenere la metidiani oppongono le forze di Haf- glio in quella che è stata chiamata tar a quelle del Consiglio della operazione “Alba della Libia”. Gli shura, una coalizione di milizie scontri stanno inoltre provocando islamiste guidata da Mohamed al- centinaia di profughi tra la popolaZehawi, capo di Ansar Al Sharia. zione locale.

Giovedì mattina le relazioni in aula

Si conclude il lavoro dei circoli minori

PAGINA 7

NOSTRE INFORMAZIONI Il Santo Padre ha accettato la rinuncia al governo pastorale della Diocesi di Tortona (Italia), presentata da Sua Eccellenza Reverendissima Monsignor Martino Canessa, in conformità al canone 401 §1 del Codice di Diritto Canonico.

Provviste di Chiese A PAGINA

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Il Santo Padre ha nominato Vescovo della Diocesi di Torto-

na (Italia) il Reverendo Padre Vittorio Francesco Viola, O.F.M., finora Docente di Liturgia, Custode del Protoconvento e del Santuario della Porziuncola. Il Santo Padre ha nominato Vescovo della Diocesi di Itumbiara (Brasile) Sua Eccellenza Reverendissima Monsignor Antônio Fernando Brochini, C.S.S., trasferendolo dalla Diocesi di Jaboticabal.


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141016(l'osservatore romano) by Quique Figueroa - Issuu