141019(l'osservatore romano)

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L’OSSERVATORE ROMANO POLITICO RELIGIOSO

GIORNALE QUOTIDIANO

Non praevalebunt

Unicuique suum Anno CLIV n. 239 (46.781)

Città del Vaticano

domenica 19 ottobre 2014

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Concludendo la terza assemblea

straordinaria del sinodo il Papa beatifica Giovanni Battista Montini

Nella comunione dei santi

Una luce che brilla e riscalda

di LUCETTA SCARAFFIA n questi mesi, finalmente, Paolo VI è tornato al centro di studi, riflessioni, commenti: quasi tutta questa abbondante produzione si concentra però sugli anni del pontificato, e soprattutto sul suo ruolo nel concilio. Non si possono ovviamente sminuire la decisiva importanza di Papa Montini e la necessità di questo lavoro di ricerca e di interpretazione storica, ma il rischio è che passino in secondo piano la statura spirituale e la capacità di riflessione di un uomo che fu anche vero scrittore. Un piccolo libro che raccoglie i suoi Scritti spirituali (Studium) ci restituisce invece, in poche intense pagine, la dimensione interiore di un cristiano che ha saputo riflettere e osservarsi fin dagli anni giovanili, e che ha dedicato attenzione e amore al tempo in cui è vissuto. Il suo sguardo verso la modernità infatti è sempre profondo, e mai negativo. Se nel suo tempo individua una mancanza — «noi moderni abbiamo perduto la virtù della contemplazione. Siamo abili a leggere, a pensare, a parlare; ma non sappiamo farlo senza aderire pesantemente alle immagini sensibili» — subito cerca di trovare un modo di rovesciare di segno questa stessa mancanza: «Ma se potessi interpretare con i miei occhi miopi di moderno, con i miei occhi avidi di moderno, l’alfabeto materiale dello spirito immateriale, la gioia tornerebbe, la fiducia». Montini riconosce nell’egocentrismo, frutto di un individualismo senza limiti, il più grave problema del suo tempo: la tendenza a fare della religione una pura esperienza spirituale. In questo modo — scrive — ognuno mira a costruirsi una religione individuale, in contrapposizione a quella della Chiesa e, «invece dell’infallibilità del papa», proclama «quella della propria capacità emotiva». Da questo stato diffuso di eccitazione riemerge, e torna «di moda», un antico peccato, «così antico che nessuno più non solo sapeva commettere, ma neppure spiegarsi», cioè «l’idolatria», fissata «oggi in sentimenti propri, con un’indebita appropriazione dell’assoluto». La sua idea di fede è moderna e dinamica: «Chi Tu sia, lo so nel moto: man mano che la mente pensa alla natura di Dio, sostare non può», perché «Dio è conoscibile ma è ineffabile». Montini è tuttavia ben consapevole che nella cultura moderna si è imposta l’idea che solo il dubbio sia fonte di moto, mentre invece «è la certezza che muove e che feconda lo spirito». Se la via facile dell’emozione, del sentimento, è preclusa al cristiano, Montini sa però quanto questo rigore sia difficile: «Ma che Dio in me, il Dio della Rivelazione e della Grazia, ancora resti nascosto, questo mi è duro comprendere». Si tratta tuttavia di una sofferenza che deve essere accettata, perché la legge suprema del regno di Dio «è di cercare Dio, e non noi; anzi, di cercarlo mortificandoci». Ricco di consigli per crescere nella vita spirituale a partire dalla propria esperienza, arriva a sintetizzare in poche parole il dovere di un vero cristiano: «Molto aderenti e molto indifferenti alle proprie occupazioni bisogna essere». Perché l’uomo spirituale deve vivere consapevolmente nel proprio tempo: «Bisogna avere l’intelligenza delle cose, degli uomini, dei fatti; bisogna saper leggere nei segni dei tempi; bisogna dal libro passare alla vita senza perdere l’esercizio del pensiero». Nell’amore intelligente per il suo tempo, nell’adempimento rigoroso e attento della propria missione, egli traccia il modello che poi seguirà durante il suo pontificato e che apparirà chiaro in tutto il suo splendore negli ultimi scritti, quando Paolo VI riflette con parole profonde e nuove sulla morte. Qui egli, passando da una meditazione valida per tutti gli esseri umani a quella specifica sul suo ruolo di Papa, rivela in poche dense frasi quale immenso amore per la Chiesa, in tutti i suoi aspetti, abbia guidato il suo operare. «Prego pertanto il Signore — scrive — che mi dia grazia di fare della mia prossima morte dono d’amore alla Chiesa (…) Vorrei finalmente comprenderla in tutta la sua storia, nel suo disegno divino, nel suo destino finale, nella sua complessa, totale e unitaria composizione, nella sua umana e imperfetta consistenza, nelle sue sciagure e nelle sue sofferenze, nelle debolezze e nelle miserie di tanti suoi figli, nei suoi aspetti meno simpatici, e nel suo sforzo perenne di fedeltà, di amore, di perfezione e di carità. Corpo mistico di Cristo. Vorrei abbracciarla, salutarla, amarla, in ogni essere che la compone, in ogni Vescovo e sacerdote che la assiste e la guida, in ogni anima che la vive e la illustra; benedirla. Anche perché non la lascio (…) la morte è un progresso nella comunione dei santi».

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Pubblicato il messaggio alle famiglie «Cristo ha voluto che la sua Chiesa fosse una casa con la porta sempre aperta nell’accoglienza, senza escludere nessuno». A ricordarlo sono i padri del Sinodo dei vescovi nel nuntius, il consueto messaggio reso noto sabato mattina, 18 ottobre, durante la quattordicesima e penultima congregazione generale dell’assemblea straordinaria dedicata alla famiglia. Nel testo — che è stato approvato con una larghissima maggioranza dai presenti in aula — il sinodo esprime riconoscenza «ai pastori, fedeli e comunità pronti ad accompagnare e a farsi carico delle lacerazioni interiori e sociali delle coppie e delle famiglie». Ma assicura «ammirazione e gratitudine» anche «a tutte le famiglie dei diversi continenti e in particolare a quelle che seguono Cristo via, verità e vita» per «la testimonianza quotidiana» offerta alla Chiesa e al mondo. I padri riconoscono che nella vita familiare «si sperimentano luci ed ombre, sfide esaltanti, ma talora anche prove drammatiche». E «l’oscurità — specificano — si fa ancora più fitta fino a diventare tenebra, quando si insinua nel cuore stesso della fa-

miglia il male e il peccato». Il messaggio fa riferimento, in particolare, alle sfide della fedeltà, alle crisi matrimoniali, alle sofferenze, alle difficoltà economiche e alla povertà, alle ferite provocate da guerre, violenze, abusi, sfruttamento, migrazioni. «Facciamo appello — affermano i vescovi — ai governi e alle organizzazioni internazionali di promuovere i diritti della famiglia per il bene comune». Il sinodo invita anche a rivolgere lo sguardo verso «la luce che a sera splende dietro le finestre nelle case: essa brilla e riscalda corpi e anime». Una luce che «si accende con l’incontro», perché «l’amore dell’uomo e della donna — riconoscono i padri — ci insegna che ognuno dei due ha bisogno dell’altro per essere se stesso, pur rimanendo diverso dall’altro nella sua identità, che si apre e si rivela nel dono vicendevole». Da qui l’invito ad aprirsi al dono della vita, all’educazione alla fede, alla condivisione con gli altri, nella consapevolezza che «il vertice che raccoglie e riassume tutti i fili della comunione con Dio e col prossimo è l’Eucaristia domenicale». E proprio per questo, spiegano i sinodali, «nella prima tappa del nostro cammino abbiamo riflettuto sull’accompagnamento pastorale e sull’accesso ai sacramenti dei divorziati risposati». PAGINA 7

NOSTRE INFORMAZIONI Il Santo Padre ha ricevuto in udienza, nel pomeriggio di venerdì 17, Sua Eccellenza la Signora Park Geunhye, Presidente della Repubblica di Corea, e Seguito. Il Santo Padre ha ricevuto questa mattina in udienza Sua Eccellenza il Signor Nguyên Tân Dũng, Primo Ministro della Repubblica socialista del Vietnam, e Seguito. Il Santo Padre ha accettato la rinuncia al governo pastorale dell’Arcidiocesi metropolitana di Malta, presentata da Sua Eccellenza Reverendissima Monsignor Paul Cremona

O.P.,

in conformità al canone 401 § 2 del Codice di Diritto Canonico.

Provvista di Chiesa Il Santo Padre ha nominato Vescovo di Perpignan-Elne (Francia) l’Eccellentissimo Monsignore Norbert Turini, finora Vescovo di Cahors. Il Santo Padre ha nominato nuovi Membri della Pontificia Commissione Biblica ed ha rinnovato il mandato di altri del passato quinquennio. Detta Commissione per il quinquennio 2014-2019 risulta composta dai seguenti Membri: Reverendi Knut Backhaus (Repubblica Federale di

Udienza alla presidente della Repubblica di Corea

Nel pomeriggio di venerdì 17 ottobre Papa Francesco ha ricevuto in udienza, nello studio dell’Aula Paolo VI, Sua Eccellenza la Signora Park Geun-hye, presidente della Repubblica di Corea, e seguito.

Germania), Padre Pietro Bovati, S.I. (Italia), Suor Nuria Calduch Benages, M.N. (Spagna), Eduardo Córdova González (Messico); Professoressa Bruna Costacurta (Italia); Reverendi Monsignor Pierre Debergé (Francia), Juan Miguel Díaz Rodelas (Spagna), Luís Henrique Eloy e Silva (Brasile), Padre Francolino Gonçalves, O.P. (Portogallo), Adrian Graffy (Gran Bretagna); Professoressa Mary E. Healy (Stati Uniti d’America); Reverendi John Chijioke Iwe (Nigeria), Thomas Manjaly (India), Hugo Orlando Martínez Aldana (Colombia), Levente Balázs Martos (Ungheria), Jean-Bosco Matand Bulembat (Repubblica Democratica del Congo),

Fearghus Ó Fearghail (Irlanda), Johan Yeong-Sik Pahk (Corea), Eleuterio Ramón Ruiz (Argentina), Henryk Jozef Witczyk (Polonia). Il Santo Padre ha nominato Membri Ordinari della Pontificia Accademia delle Scienze gli Illustrissimi Professore Yves Coppens, Docente di paleoantropologia e preistoria al Collège de France di Parigi (Francia), e Professoressa Ada E. Yonath, Docente di biochimica e Direttore dell’Helen and Milton A. Kimmelman Center for Biomolecular Structure and Assembly del Weizmann Institute of Science di Rehovot (Israele).

Ricevuto il primo ministro della Repubblica socialista del Vietnam Papa Francesco ha ricevuto in udienza sabato mattina, 18 ottobre, il primo ministro della Repubblica Socialista del Vietnam, Nguyên Tân Dũng. Successivamente, il primo ministro si è incontrato con il segretario di Stato, il cardinale Pietro Parolin, accompagnato dall’arcivescovo Dominique Mamberti, segretario per i Rapporti con gli Stati. Nel corso dei cordiali colloqui si è espresso compiacimento per l’odierno incontro, che segna un’importante tappa nel processo di rafforzamento delle relazioni tra Santa Sede e Vietnam, essendo questa la seconda visita che il primo ministro Dũng compie in Vaticano dopo quella del 2007. È stato messo in rilievo l’impegno della Chiesa a contribuire allo sviluppo del Paese, grazie alla sua presenza in vari settori a beneficio dell’intera società. In tale contesto è stato ribadito vivo apprezzamento per il sostegno dato dalle autorità alla comunità cattolica nel quadro degli sviluppi sanciti dalla Costituzione del 2013 in materia di politica religiosa, come anche per l’assistenza fornita al rappresentante pontificio non-residente della Santa Sede in Vietnam nello svolgimento della sua missione, volta alla promozione dei rapporti tra Chiesa e Stato in vista anche del comune obbiettivo delle relazioni diplomatiche. Ci si è quindi soffermati su alcune questioni che si auspica saranno

approfondite e risolte attraverso i canali di dialogo esistenti. Si è, infine, proceduto a uno scambio di opinioni su alcuni temi di attualità regionale e internazionale, con particolare riferimento alle iniziative volte a promuovere la pace e la stabilità nel continente asiatico.


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