La Pagina Europa Maggio 2014

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EUROPA BIMESTRALE A DIFFUSIONE GRATUITA DI ATTUALITÀ E CULTURA Free distribution bimonthly of news and culture ANNO 1 NUMERO 1 MAGGIO - GIUGNO 2014 Year 1, Issue n° 1 May - June 2014

Foto di Marco Barcarotti


SUMMARY

MALI pag.

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MALTA

Siġġiewi pag.

12

TURCHIA Isparta pag.

14

TURCHIA Adana pag.

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ITALIA

Umbria pag.

20

ROMANIA Arad pag.

EUROPA

U.S.A.

Bimestrale di attualità e cultura DISTRIBUZIONE GRATUITA

California

Redazione: Terni, Vico Catina 13 Direttore editoriale: Giampiero Raspetti Direttore responsabile: Alberto Mirimao Editrice Projecta di Giampiero Raspetti Cell.+39 348.2401774 info@lapagina.info www.lapagina.info Stampa: Tipolitografia Federici - Terni

pag.

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Europa, l’occidente Europe, the west......................... pag.

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Nasce a Terni un web magazine in dimensione europea Born in Terni, a web magazine on European dimension.............. pag.

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Internet english an ironic revelation ...................................................... pag. 4 Europa, la culla della democrazia Europe, the cradle of democracy ...................................................... pag. 10

In attesa di registrazione presso il Tribunale di Terni Le collaborazioni sono, salvo diversi accordi scritti, gratuite e non retribuite. È vietata la riproduzione anche parziale dei testi.

CAPIRE PER COMPRENDERE To understand in order to comprehend ...................................................... pag. 11

editorial staff

REDAZIONE

Giampiero Raspetti

Rosella Mastodonti

Alberto Mirimao

Loretta Santini

Francesco Stufara

Erica Carlaccini

info@lapagina.info

rosella.mastodonti@alice.it

a.mirimao@gmail.com

lorettasantini@gmail.com

francesco.stufara@gmail.com

erica.lapagina@gmail.com

Direttore editoriale 348.2401774

Relazioni internazionali 335.5606489

Direttore responsabile 328.2729060

Storia e cultura del territorio 328.4736925

Progetto grafico e impaginazione

328.2112594

Responsabile comunicazione 346.5880767


EUROPA

EUROPA, L’OCCIDENTE EUROPE, THE WEST Giampiero Raspetti

N

oi sappiamo di non sapere e crediamo che una vita senza ricerca non sia degna di essere vissuta: siamo amanti di Socrate, padre della laicità e della tolleranza. Siamo anche figli dell’Occidente, di Europa cioè, e di Omero, Saffo, Pitagora, Aristotele, Archimede, Ipazia, al-Khwārizmī, Fibonacci, Leonardo Da Vinci, Galileo Galilei... abbiamo dunque sete di conoscenza e vogliamo anche farci conoscere. Desideriamo ammirare le bellezze della vostra terra, carissime redattrici e carissimi redattori del magazine La Pagina Europa. Ci piacerà comunicare con voi anche idealmente, vedendovi e sentendovi nei luoghi, nei panorami e nelle architetture che ci inviate. Ognuno di voi è giustamente fiero nel far conoscere la propria terra, la storia, le sue dovizie. Noi, per parte nostra, non vediamo l’ora di far scoprire a voi e a chi ci seguirà http://issuu.com/la-pagina o anche, da giugno, in www.lapagina.info (ragionevolissime previsioni indicano un numero grandissimo di lettori) - la nostra Terni, la Cascata delle Marmore, il lago di Piediluco, Narni, Orvieto, la Valnerina e le tantissime ricchezze ambientali ed artefatte di cui siamo devoti amanti e gelosi custodi. Siamo convinti, carissimi, che apprezzerete molto quel che mostreremo della nostra città e della nostra Umbria, così come noi apprezzeremo i vostri siti: faremo innamorare delle nostre terre milioni e milioni di persone! Le nuove conoscenze ci offriranno poi spumeggianti suggestioni; ragioneremo all’unisono da punti di vista, esperienze e culture diverse, nella speranza di saper e poter contribuire ad una migliorata cittadinanza, europea e mondiale. Confidiamo che chi amministra le sostanze dei cittadini sappia penetrare a fondo il progetto insito ne La Pagina Europa e voglia contribuire, anche mediante i nostri progetti San Valentino, Terni Pasticciona, I Modelli dei Monelli, Scuola estiva gratuita per studenti Super ed il nostro Ateneo per tutte le età, a disegnare per la nostra città quel ruolo centrale, non solo nazionale,

che merita per le sue tante ricchezze, ambientali, culturali e spirituali. In ogni caso noi, come abbiamo sempre fatto, andremo avanti anche da soli. I soci dell’Associazione Culturale La Pagina e quanti ci conoscono perché leggono i nostri mensili La Pagina e La Pagina Umbria, sanno benissimo che le mete alte e perigliose non ci spaventano! Chi ha, come me, la fortuna di collaborare con Rosella, Alberto, Loretta, Francesco, Erica e con voi, carissime redattrici e carissimi redattori, non può sbagliare! Grazie. Giampiero Raspetti

We know we do not know and believe that a life without research is not worth living, we are lovers of Socrates, who was the father of laity and tolerance. Weare also the West’s, that is, Europe’s, Homer’s, Sappho’s, Pythagoras’s, Aristotle’s, Archimedes’s, Hypatia’s, al-Khwārizmī’s, Fibonacci’s, Leonardo Da Vinci’s, Galileo Galilei’s children... so we long for knowledge and we also want to make ourselves known. We would like to admire the beauty of your land, dear editresses and editors of the magazine La Pagina Europa. We would like to communicate with you even ideally, by seeing and feeling you in the places, landscapes and architecture you send us. Each of you is rightly proud to make your land, its history, its riches known. We, for our part, are looking forward to making you and those who will follow us - http://issuu.com/la-pagina or even, from June, www.lapagina.info (very reliable forecasts indicate a huge number of readers)- know our Terni, the Marmore Falls, the Piediluco lake, Narni, Orvieto, the Nera valley and the numerous both environmental and man-made treasures, of which we are devout lovers and jealous guardians. We believe, dear friends, that you will appreciate what we will show about our city and our Umbria, just as we will appreciate your sites: millions and millions of people will fall in love with our lands! The new knowledge will then offer us sparkling fascination; we will reason in unison from different points of view, experiences and cultures, in the hope of being able to contribute to improved European and worldwide citizenship. We trust that those who administer the citizens substance can penetrate deeply into the project inherent in La Pagina Europa and want to contribute, including through our projects San Valentino, Terni Pasticciona, I Modelli dei Monelli, Scuola estiva gratuita per studenti Super and through our Ateneo per tutte le età, to draw for our city the central, not only national role, it deserves for its many environmental, cultural and spiritual riches In any case we will go on, on our own, as we have always done. The members of the Associazione Culturale La Pagina and those who know us, because they read our monthlies La Pagina and La Pagina Umbria, perfectly know that the high and perilous goals do not scare us! Those who, like me, have the good luck to work with Rosella, Alberto, Loretta, Francesco, Erica and with you, dearest editresses and editors, cannot go wrong! Thank you. MAGGIO - GIUGNO 2014 May June 2014

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EUROPA

BIMESTRALE A DIFFUSIONE GRATUITA DI ATTUALITÀ E CULTURA Free distribution bimonthly of news and culture

Nasce a Terni un web magazine in dimensione europea Born in Terni, a web magazine on European dimension Rosella Mastodonti

Quando l’editore ha deciso di lanciare un magazine in dimensione europea coinvolgendomi nell’impresa, non posso tacere di qualche venatura di scetticismo proprio sulla dotazione di senso della operazione culturale che, comunque, allegramente e spericolatamente, ci stiamo inventando. Le mille incertezze del momento, l’insostenibile gravame che pesa sulle coscienze di tutti noi -il momento storico-politico-economico incombe negativamente- ci inducono oggi ad alzare la guardia, ci rendono prudenti, diffidenti, tendono a spingerci alla inazione: questo è il dato psicologico, prima ancora che socio-economico, del momento. Geopolitica scompaginata, il Mediterraneo attraversato da tensioni pericolosissime, guerre impensabili nel terzo millennio, ancora una volta -in questi giorni drammatici per la frontiera ucrainafin dentro l’Europa, il nord America sovranamente impegnato a non lasciarsi scalfire da una crisi di immagine, prima ancora che finanziaria, impensierito da un universo asiatico che galoppa, pur tra mille contraddizioni. L’universo Africa sempre preda dei signori del male, della atrocità della fame, delle epidemie e delle armi. Nell’occhio del ciclone l’Europa che soffre le lacerazioni di una guerra finanziaria devastante, capace di destabilizzare il vecchio, sovrano, continente. Crisi economica insidiosa, crisi occupazionale lacerante, ma, soprattutto, crisi di identità, di appartenenza, valoriale. L’Italia in prima linea nel disastro, sull’orlo del baratro. A dispetto di una diffusa atmosfera ripiegata e pessimista, per esorcizzare la insostenibile pesantezza, il mood negativo che connota la fase della crisi, noi cerchiamo invece la leggerezza di una dimensione iperuranica che contestualizzi un nuovo magazine locale: La Pagina Europa, uno strumento con il quale intendiamo mettere le mani in pasta nel complesso mondo, allungare lo sguardo direttamente dentro gli angoli più remoti, per comprenderne il respiro, portandovi dentro la nostra identità regionale, la saggezza che ci viene da molto lontano, da una antichità di creatori di civiltà. Inseguendo i tentacoli delle relazioni professionali, culturali, amicali intrecciate in

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anni di progettualità UE, meeting e sinergie culturali internazionali, siamo riusciti a materializzare, in tempi brevissimi, una rete di collegamenti molto fecondi, le redazioni estere del magazine. Il web ha consentito la vincita di questa sfida: quel che solo qualche lustro fa avrebbe richiesto tempi estenuanti, si è miracolosamente compiuto in poche settimane! Chiediamo alla città di aiutarci in questa impresa: contribuire ad attivare buone prassi di abbattimento delle frontiere, quelle del pregiudizio, della assenza di

dialogo, della indifferenza sociale che permangono, nonostante Schengen. Vogliamo stimolare a Terni la crescita di una autentica generazione Erasmus colta, solidale, critica, aperta alle sfide del mondo, profondamente consapevole della meraviglia del pensiero antico di Bernardo di Chartres: noi siamo come nani sulle spalle di giganti, così che possiamo vedere più cose di loro e più lontane, non certo per l’acume della vista o l’altezza del nostro corpo, ma perché siamo sollevati e portati in alto dalla statura dei giganti. Rosella Mastodonti

When the publisher decided to launch a magazine in a European dimension, involving me in the venture, I cannot deny some hint of skepticism right about the sense endowment of the cultural operation which, however, cheerfully and recklessly, we’re making up. The thousand uncertainties of the moment, the unbearable burden that weighs on the minds of all of us -the political-economic-historical moment lies negatively on us- lead us today to raise our guard, make us cautious, wary; all this tends to push us to inaction: this is the psychological, even before socio-economic datum of the moment. Geopolitics disrupted, the Mediterranean sea crossed by very dangerous tensions, wars which are unthinkable in the third millennium, once again -in these dramatic days for the Ukrainian border- even into Europe, the North America supremely committed not to be scratched by a image crisis, even before financial, worried by an Asian galloping universe, despite among thousands of contradictions. The African universe, always prey of the lords of evil, of the atrocities of famine, epidemics and weapons. In the storm ‘s eye there is Europe, suffering from the wounds of a financial, devastating war, capable of destabilizing the old, sovereign continent. Insidious economic crisis, lacerating unemployment one, but, above all, a crisis of identity, of belonging and, in the end, of values. Italy is at the forefront of disaster, on the brink of the abyss. In spite of a widespread, retreated, pessimistic atmosphere, to exorcise the unsustainable heaviness, the negative mood that characterizes the phase of the crisis, on the contrary, we are looking for the lightness of a hyperuranic dimension which contextualises a new local magazine La Pagina Europa, a tool with which we intend to get our hands in the dough, in the complex world, elongate the look directly into the most remote corners, to understand its breath, bringing our regional identity into it, the wisdom that comes from very far away, from an antiquity of creators of civilization. By pursuing the tentacles of professional, cultural, friendship relations intertwined in years of EU projects, international cultural meetings and synergies, we have been able to materialize in a very short time, a very fruitful network , the foreign editorial groups of the magazine. The web has led us to win this challenge: what only a few decades ago would have taken us exhausting times, has been miraculously accomplished in a few weeks! We are asking the city to help us in this endeavor: help us to activate good practices of tearing down borders, those of prejudice, of the lack of dialogue, of social indifference that remain, despite the Schengen area. We whish to stimulate the growth in Terni of an authentic Erasmus generation, which is intelligent, supportive, critical, open to the challenges of the world, keenly aware of the wonder of the ancient thought of Bernard of Chartres: ... we are like dwarfs on the shoulders of giants, so that we can see more things and more distant ones than them, not indeed thanks to the keenness of our sight or to the height of our body, but because we are raised and borne aloft by the stature of the giants.


EUROPA

INTERNET ENGLISH

AN IRONIC REVELATION MARSHA FAZIO Lecturer School of Humanities, Arts and Cultural Studies British Literature and Renaissance Studies Grammar and Rhetoric New College of Interdisciplinary Arts and Sciences Barrett Honor College Arizona State University

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n my Grammar and Rhetoric classes, I focus on concision, preaching to my students to make every word count, “make each word fight for its life,” I insist. It appears that my heretofore bootless cries have been heard: concise written expressions dominate the social media networks. Concision at its best…and they say miracles are past! In our real lives, however, who of us have not struggled while in the throes of faceto-face, live conversations (our hands and smartphone resting demurely on our laps) to stealthily tap-tap letters on a Lilliputian keyboard, responding to a very important SMS? Who of us, in these dire circumstances, could resist the irreverent temptation of OMG or LOL or GTG? But it isn’t always our human frailty – or by choice – that we opt for letters to pinch-hit for words. Twitter, for example, prohibits us to go beyond a frugal 140 characters – dictating concision, if not shorthand. The word has lost the battle. Moreover, with the ubiquitous, warm and fuzzy, “sent from my iPhone,” we get away with syntactical and grammatical murder, sanctified by the salutation that allows the sender a free pass: NO GRAMMAR, PUNCTUATION OR SYNTACTICAL RULES REQUIRED. Having sermonized and evangelized the merits of Standard English grammar for decades, shouldn’t I now be terrorstricken by the outright elimination of prescriptive writing rules? On the other hand, do I really want to switch keyboards just to insert an apostrophe when I have only seconds to answer my kid’s urgent message? I shall drown my grammar book. “Why waste words?” has been my rhetorical mantra. David Crystal, honorary professor of linguistics at the University of Wales, Bangor, and a pioneer in the field of Internet Linguistics, notes how the fragment simulates an image.

Then, wouldn’t it stand to reason that the one-word fragment can supplant the image? Thus, “Wow” (an old standby) encapsulates the message – not another word needed. The fragment, however, does discourage contradiction and discourse and certainly eliminates nuances and ambiguity, but is this not a good thing? And why shouldn’t I like it? The world is too much with us. So little

space, so little time. We have no time for leisurely dinners, ambulating strolls, riverside contemplations – and definitely no time to waste on pointless punctuation, senseless spelling, expendable letters and disposable words. MARSHA FAZIO

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ei miei Corsi di Grammatica e Retorica (all’Università di Phoenix – Arizona –USA), io punto molto sulla concisione, predicando ai miei studenti di fare in modo che ogni parola abbia il suo peso, ‘fate in modo che ogni parola lotti per la sua vita’, io insisto. Sembra che le mie grida, sinora inutili, siano state ascoltate: espressioni scritte concise dominano le reti dei social media. La quintessenza della concisione ... e poi dicono che i miracoli non accadono più! Nelle nostre vite reali, tuttavia, chi di noi non ha lottato, mentre era alle prese con una conversazioni live, faccia a faccia (con le mani che stringono lo smartphone, pudicamente a riposo sulle nostre ginocchia), per digitare (tap-tap) furtivamente su una lillipuziana tastiera, rispondendo a un SMS molto importante? Chi di noi, in queste terribili circostanze, avrebbe potuto resistere alla tentazione irriverente di OMG o LOL o GTG ? Ma non è sempre per la nostra umana fragilità - o per scelta - che optiamo per lettere che sostituiscano le parole. Twitter, per esempio, ci proibisce di andare oltre gli avari 140 caratteri - imponendo concisione, se non adorittura stenografia. La parola ha perso la sua battaglia. Inoltre, con l’onnipresente, caldo rassicurante, ‘Inviato dal mio iPhone’, noi risultiamo essere colpevoli di un omicidio sintattico e grammaticale, santificato dal saluto che consente al mittente un libero pass: non sono richieste grammatica, punteggiatura o regole sintattiche. Dopo aver predicato ed evangelizzato i meriti della grammatica inglese standard per decenni, non dovrei ora essere terrorizzata per l’eliminazione definitiva delle regole prescrittive della scrittura? D’altra parte, ho veramente voglia di commutare la tastiera solo per inserire un apostrofo quando ho solo pochi secondi per rispondere a un messaggio urgente di mio figlio? Io annegherò il mio libro di Grammatica «Perché sprecare parole?” E’ stato il mio mantra retorico. David Crystal, professore onorario di linguistica presso l’Università del Galles, Bangor, e pioniere nel campo della Linguistica in Internet, nota come il frammento simuli un’immagine. Allora, non sussisterebbero ragioni per cui il frammento di una sola parola possa soppiantare l’immagine ? Così, “Wow” (la vecchia pausa) incapsula il messaggio – senza bisogno di altre parole. Il frammento, tuttavia, scoraggia la contraddizione ed il contraddittorio e certamente elimina le sfumature e l’ambiguità, ma non è questa una buona cosa? E perché non dovrebbe piacermi? Il mondo è troppo per noi. Così poco spazio, così poco tempo. Non abbiamo tempo per piacevoli banchetti, rilassanti passeggiate, meditazioni lungo il fiume - e decisamente niente tempo da sprecare per inutili punteggiature, ortografia senza senso, lettere di troppo e parole usa e getta. MAGGIO - GIUGNO 2014 May June 2014

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MALI Leonardo Francesco Paoluzzi

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opo diversi viaggi in molte parti del mondo, scelsi di fermarmi a Bamako, la capitale del Mali. Cominciai a lavorare per un’associazione umanitaria. Mi resi poi conto che queste strutture il più delle volte nascondono interessi economici e politici ben più grandi. Così, mollai il posto insieme ad altri miei colleghi. In quello stesso periodo, contrassi la malaria: un’esperienza tremenda da cui alla fine uscii rafforzato. Appena rimesso ho fondato con altre persone il Gruppo di Aiuto alle Organizzazioni Comunitarie G.A.O.C. Jekabaara, una parola bambara che significa lavoriamo insieme. Sono oggi amministratore dell’agenzia viaggi/tour operator Kanaga Adventure Tours. Organizziamo tour ecoturistici di tutta la regione, dal Senegal al Benin, accompagnando i viaggiatori a conoscere da vicino la cultura e le tradizioni dei popoli africani. Si tratta di un turismo sostenibile ed equo, tutto il contrario del tipico soggiorno di massa. Lo scopo è dare una visibilità sempre maggiore al Mali e a tutta l’Africa dell’Ovest che ha potenzialità turistiche enormi. Ci sono tante risorse, ma sono poco sfruttate perché mancano gli investimenti. Servirebbero strade, pozzi e tanti altri servizi sociali. Tuttavia, sebbene ci sia ancora molto da fare, siamo ben lontani dallo stereotipo di povertà e degrado che trasmettono certi media occidentali. Le persone sono cordiali, vivono del loro lavoro, di cose semplici, ma non muoiono di fame.

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MALI

Bambara è l’etnia principale del Mali. (2.500.000 persone, circa il 32% della popolazione complessiva del paese).

Bambara is the main ethnic group in Mali. (2,500,000 people, about 32% of the total population in the country).

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Leonardo Francesco Paoluzzi

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ollowing several trips to many parts of the world, I chose to stay in Bamako, the capital of Mali. I began working for a humanitarian association. I could then realize that these structures more often hide economic and political far greater interests. So, I softened the workplace together with my other colleagues. In that same period, I contracted malaria: a tremendous experience from which, at the end, I came out strengthened. Just healed, I founded, with other people, the group Aid to Community Organizations GAOC Jekabaara, a Bambara word, meaning ‘work together’. I’m now administrator of the travel agency / tour operator Kanaga Adventure Tours. We organize ecotourist tours in the whole region, from Senegal to Benin, accompanying travelers to learn directly about the culture and traditions of the African peoples. It is a sustainable and equitable tourism, quite the opposite of the typical mass sojourn. The aim is to give greater visibility to Mali and the entire West Africa that has huge potential for tourism. There are so many resources, but rarely exploited because of the lack of investment. It would take roads, wells, and many other social services. However, although there is still much to do, we are far from the stereotype of poverty and degradation that some Western media transmit. The people are friendly, they live of their work, of simple things, but do not die of hunger. MAGGIO - GIUGNO 2014 May June 2014

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EUROPA, LA CULLA DELLA DEMOCRAZIA EUROPE, THE CRADLE OF DEMOCRACY Nazario Sauro Mazzilli Laurea in Scienze politiche e in Lettere e Letteratura Italiana, Abilitazione all’insegnamento di Storia e Filosofia. Presidente, per 15 anni, della “Università della Terza Età” di Terni e membro dell’Esecutivo nazionale.

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opo la rivoluzione agricola che, a partire dall’VIII millennio aC, consentì all’uomo di uscire dalla fase del nomadismo primitivo per sperimentare le prime forme di vita aggregata sedentaria, dopo la creazione delle prime forme statuali e dei primi imperi in Mesopotamia e nella piana del Nilo a partire dal IV millennio aC, tra il sesto e quinto secolo, nel bacino del mar Egeo, si determina una nuova svolta epocale destinata a incidere profondamente nella storia dell’umanità: la nascita della democrazia. È Solone, un legislatore di Atene, una delle più importanti città della Grecia, che nel 590 aC dà avvio a questo processo per superare l’anarchia e i disordini provocati dai privilegi e dalle prepotenze della ristretta classe di nobili che fino ad allora aveva avuto il monopolio del potere politico. Solone abolisce il sistema della “schiavitù per debiti”, causa della rivolta popolare, e consente alla parte più agiata del popolo di cominciare a inserirsi nei meccanismi del potere. Sarà Clistene, esponente della potente famiglia nobiliare degli Alcmeonidi, a compiere, circa ottanta anni dopo, il passo decisivo, abolendo ogni privilegio di casta, con la creazione dell’Assemblea (Boulè) in rappresentanza di tutti i cittadini, rendendo effettivo nella gestione della cosa pubblica il principio dell’isonomia: tutti i cittadini sono uguali di fronte alla legge. Così è nata la Democrazia: per la prima volta nella storia, le principali cariche pubbliche sarebbero state elette direttamente dal popolo; la figura del rappresentante della polis (Epistàtes), che noi potremmo paragonare all’odierno capo dello Stato, era eletto giorno per giorno tra i membri dell’Assemblea; venne concessa la possibilità dell’ostracismo contro il pericolo di nuove tirannie; si ampliò il diritto di cittadinanza ai meteci (artigiani, commercianti) e, in qualche caso, addirittura agli schiavi.

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Cinquanta anni più tardi, queste riforme permisero a Pericle di fare di Atene la potenza politica ed economica egemone del Mediterraneo. È stato gettato un seme che, raccolto dopo duemila anni dalla “gloriosa rivoluzione inglese” del 1688, è stato nel corso dei tre secoli successivi sparso in tutto il pianeta permettendo di raggiungere livelli di civiltà, di libertà e di progresso inimmaginabili

fino a poco tempo prima. Partendo dalla Grecia e dall’Europa, i princìpi della democrazia e della libertà sono avviati oggi alla conquista dell’intero pianeta.

Nazario Sauro Mazzilli

A

fter the agricultural revolution which, from the eighth millennium BC, allowed the man to exit the stage of primitive nomadism to experience the earliest forms of aggregate sedentary life, after the creation of the first state forms and the first empires in Mesopotamia and in the plain of the river Nile from the fourth millennium BC, between the sixth and fifth century, in the basin of the Aegean Sea, a new epochal turning point takes place, which is destined to have a deep effect on human history: the birth of democracy. It was Solon, a legislator from Athens, one of the most important cities in Greece, who started this process, in 590 BC, to overcome the anarchy and chaos created by the privileges and arrogance of the elite class of nobles who had had the monopoly of political power until then. Solon abolished the system of “debt bondage”, which was the cause of popular uprising, and allowed the wealthiest people to begin to enter the mechanisms of power. It was Cleisthenes, a member of the powerful noble family of Alcmeonidi, who made the first decisive step about eighty years later, by abolishing all privileges of caste, through the creation of the Assembly (Boulè), which represented all citizens, thus making the principle of isonomy effective in the management of the res publica: all citizens are equal in front of the law. Thus Democracy was born: for the first time in history, the main public charges would be elected directly by the people; the figure of the representative of the polis (Epistàtes), which could be compared to our Head of State, was elected day by day among the members of the Assembly; the chance of ostracism was given against the danger of new tyrannies; the right of citizenship was extended to metics (artisans, merchants) and, in some cases, even to slaves. Fifty years later, Pericles could make Athens the dominant political and economic power in the Mediterranean area thanks to these reforms. A seed was thrown which was picked, after two thousand years, from the 1688 English ‘Glorious Revolution’, and in the course of the following three centuries it was scattered all over the planet, thus allowing to reach higher levels of civilization, freedom and progress which could not even be imagined until shortly before. Starting from Greece and Europe, nowadays the principles of democracy and freedom are bound to conquer the whole planet.


EUROPA

CAPIRE PER COMPRENDERE To understand in order to comprehend Franco Lelli - Scrittore Senatore del Parlamento Mondiale per la Sicurezza e la Pace Già Console onorario della Repubblica di Guinea Equatoriale

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’Unione europea continua ad arricchirsi di nuovi partner. Al momento se ne contano ventotto (l’ultima ad aggregarsi è stata la Croazia). E se è vero che il gruppo fa la forza, è altrettanto assodato che i problemi di comunicazione aumentano con il numero. Ci si intende sempre più a fatica, specie in questi tempi di difficoltà economiche, dove la disponibilità all’ascolto è diventata un lusso. Per raccapezzarsi nella babele di idiomi si ricorre all’inglese, al tedesco e al francese. L’italiano ha dovuto lottare per farsi riconoscere il diritto di lingua veicolare spettante ai membri fondatori. È intuibile quali ostacoli possa incontrare il rappresentante di un qualsiasi stato dell’Unione nel trasferire idee, obbligato a ricorrere alla mediazione di centinaia di traduttori che, per quanto competenti non potranno mai rendere, in una lingua diversa da quella madre (fatta eccezione per i casi di bilinguismo), le sfumature spesso necessarie a valutare una proposta. Il problema di intendersi non è nuovo. La Roma Imperiale aveva risolto le difficoltà di comunicazione con i popoli vinti imponendo il latino, oltre al diritto. Un’imposizione drastica, sicuramente poco democratica, ma efficace, tant’è che gli effetti hanno lasciato tracce visibili a distanza di due millenni. In epoca più vicina a noi, nella seconda metà dell’800, un tentativo più liberale si deve al polacco Ludwik Lejzer Zamenhof, fondatore dell’esperanto. La proposta di dotare il mondo di una lingua universale, facilmente accessibile a tutti, semplificata nella struttura grammaticale e sintattica, si è rivelata un sogno tormentato, a lungo perseguito e mai realizzato. Esiste, per la verità, un’emittente radiofonica polacca che trasmette solo in esperanto. Ma la lingua è un elemento vivo, in continua trasformazione, in grado di assorbire espressioni e percepire mutazioni sociali, quindi poco adattabile a schemi rigidi e a regole fissate a tavolino. In maniera totalmente opposta si muove il Pidgin English, una lingua senza regole e senza gli obblighi della scrittura.

È parlata nell’Africa subsahariana ed ha come base l’inglese, semplificato nella grammatica e nella pronuncia, arricchito di termini spagnoli, portoghesi e francesi. Anche se la maggiore diffusione è in Africa occidentale, le origini si ritrovano nel creolo giamaicano, per la necessità degli schiavi trapiantati in centroamerica di farsi intendere in contesti distanti dai loro. Altrimenti detto Broken English, consente a persone di lingua ufficiale

inglese, francese, portoghese o spagnola di colloquiare e capirsi perfettamente. Capire e comprendere non sono sinonimi. Il primo investe le capacità fisiche di un soggetto e implica un’azione individuale: il secondo comporta una duplicità e investe la sfera intellettiva ed emozionale. Per comprendere occorre prima capire e tentare di farlo con chi non parla la stessa lingua può, nelle migliori condizioni, ritardare il processo di integrazione. Ne La Pagina Europa noi cercheremo di capire. Faremo poi di tutto per comprendere. Franco Lelli

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he European Union keeps on enriching with new partners. At the moment there are twenty-eight of them (Croatia was the last one to join). If it is true that union is strength, it is also certain that the communication problems grow in relation to number. It is getting more and more difficult to understand each other, especially in these times of economic hardship, where the availability to listening has become a luxury. In order to make out in this bedlam of idioms we resort to English, German and French. Italian had to struggle to obtain the right of being a lingua franca, which is due to the founder members. We can foresee what obstacles a representative of any Union country may encounter when conveying ideas, being obliged to draw on the mediation of hundreds of translators, who, however competent they may be, will never be able to render, in a different language from theirs (except for the cases of bilingualism), the nuances which are often necessary to evaluate a proposal. The problem of understanding each other is not new. Imperial Rome had solved the communication difficulties with the defeated by imposing Latin, besides Law. That imposition was drastic and not very democratic indeed, but effective, in fact the effects of this have left evident traces after two millenniums. In more recent times, in the second half of the XIX century, a more liberal attempt was due to the Polish Ludwik Leizer Zamenhof, who was the creator of Esperanto. The attempt to provide the world with a universal language, which is easily accessible to everybody, simplified in its grammatical and syntactic structure, has come out to be a tormented dream, pursued for a long time, but never fulfilled. There is, for truth’s sake, a Polish radio station, which transmits only in Esperanto. But a language is a living entity, in a never-ending transformation, able to catch expressions and to perceive social changes, therefore not very adaptable to strict schemes and to rules fixed in theory. In a completely different position there is the Pidgin English, a language without rules and writing ties. It is spoken in the sub-Sahara Africa and it has English as its basis, simplified both in grammar and in pronunciation, enriched with Spanish, Portuguese and French terms. Even if its main diffusion is in West Africa, its origins can be traced back to Jamaican Creole, because the slaves moved to central America had to make themselves understood in distant contexts from theirs. Also called Broken English, it allows people of English, French, Portuguese or Spanish official languages to converse and understand each other perfectly. Understanding and comprehending are not synonyms. The former involves the physical skills of a subject and implies an individual action: the latter involves duplicity and invests the intellectual and emotional life. In order to comprehend, first of all you need to understand and trying to do that with those who do not speak the same language as yours may, in the best conditions, slow down the integration process. In La Pagina Europa we will try to understand. Then we will do our best to comprehend. MAGGIO - GIUGNO 2014 May June 2014

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MALTA - Siggiewi Carmen Borg University teacher

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-arcipelagu malti li jinsab f’nofs ilbaħar Mediterran, huwa wieħed mil-iżgħar fid-dinja iżda huwa wkoll wieħed mil-aktar iffullati. Fil-pajjiż hemm 67 kunsill lokali, wieħed minnhom hu il-kunsill lokali tas-Siġġiewi, il-post fejn twellidt jien. Is-Siġġiewi jinsab f’art għammiela, b’żewġ widien relattivament fondi, wieħed fuq kull naħa, Wied il-Ħesri u Wied Xkora. Ilparrocca tieħu medda ta’ art centrali u n-naħa tal-punent ta’ Malta mil-linja talkosta pittoreska tal-irdumijiet ta’ ĦadDingli sal-ġonna tal-Buskett u l-palazz Verdala ħdejn ir-Rabat. Ftit il-barra mir-raħal principali, insibu rħula attraenti żgħar bħal Fawwara u kapelli żgħar bħal tal-Providenza. Ic-centru tas-Siġġiewi huwa ddominat mil-knisja parokkjali barokka ta’ San Nikola, mibnija mil-famuż Lorenzo Gafa’ u l-pittura titulari hija ta’ Il C alabrese, Mattia Preti. Il-pjazza quddiem il-knisja hija eccezzjonali għad-daqs tagħha, iżżewġ kapelli li hemm u l-istatwa enormi ta’ San Nikola. Il-kampanja ‘l bogħod mic-centru hija ideali għal passiġġati. Postijiet li wieħed għandu jfittex madwar is-Siġġiewi huma, il-palazz tal-Inkwiżitur fil-wied tal-Girgenti, illum ir-residenza tas-sajf ufficjali tal-Prim Ministru, il-kanali tal-karrettuni f’Clapman Junction li jmorru lura fiż-żmien neolitiku, is-salib tal-Għolja (Laferla Cross) u r-raħal żgħir pittoresk tas-sajjieda, Għar Lapsi – post favorit fis-sajf għas-sajd u l-ġmiel tiegħu.

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ocated right in the middle of the Mediterranean, the Maltese Archipelago is one of the smallest in the world, yet it is also one of the densest. Within the country there are 67 local councils, one of which is the local council of Siġġiewi, my native homeland. Siġġiewi lies in fertile agricultural land flanked by two relatively deep valleys, Wied il-Hesri and Wied Xkora. The parish covers a central and western strip of Malta from the picturesque coastline of Dingli cliffs to Buskett Gardens and Verdala Palace near Rabat. It includes charming out of the way hamlets such as Fawwara and small wayside chapels such as Tal-Providenza, just outside the main village. The centre of Siġġiewi is dominated by the imposing baroque parish church of St. Nicholas, built by the famous Lorenzo Gafa’ and the titular painting by Il Calabrese Mattia Preti. The square in front of the church is remarkable for its size, its two chapels and the huge statue of St. Nicholas. The outlaying countryside is ideal for walking tours. Places to look out for around Siġġiewi are; the Inquisitors Palace in the Girgenti valley, which now serves as the Prime Minister’s official summer residence; the Clapman Junction cart ruts which date from Neolithic times; the Laferla Cross and the picturesque fishing hamlet of Ghar Lapsi – a favourite summer fishing place and beauty place.

Carmen Borg University teacher

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ituato nel centro del Mediterraneo, l’Arcipelago Maltese è uno dei più piccoli al mondo, ma anche uno dei più popolati. All’interno del paese ci sono 67 consigli locali, uno dei quali è il consiglio comunale di Siġġiewi, mia terra natale. Siġġiewi è incastonata in terreni agricoli fertili, affiancata da due valli relativamente profonde, Wied il-Hesri e Wied Xkora. La regione copre una fascia centrale ed occidentale di Malta, dalla pittoresca costa delle scogliere di Dingli ai Giardini Buskett ed al Verdala Palace, nei pressi di Rabat. Esso comprende affascinanti borghi fuori mano come Fawwara e piccole cappelle lungo la strada come Tal-Providenza, appena fuori dal villaggio principale Il centro di Siġġiewi è dominato dall’imponente chiesa parrocchiale barocca di San Nicola, costruita dal famoso Lorenzo Gafa’ e il dipinto principale, del Calabrese, Mattia Preti. La piazza di fronte alla chiesa è notevole per le sue dimensioni, le sue due cappelle e la colossale statua di San Nicola. La campagna circostante è ideale per escursioni a piedi. Cose da visitare nei dintorni di Siġġiewi sono: il Palazzo degli Inquisitori nella valle di Girgenti, che ora viene utilizzata come residenza ufficiale estiva del Primo Ministro; i solchi dei carri a Clapman Junction che risalgono al Neolitico; la Croce di Laferla ed il pittoresco borgo di pescatori di Ghar Lapsi – una meta preferita per la pesca estiva e luogo di grande bellezza. MAGGIO - GIUGNO 2014 May June 2014

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TURKEY Gül Şehir, Isparta Özer Toksoy - Turkey, Isparta Master Degree: Suleyman, Demirel University, Sociology of Religion Doctorate: Ongoing; English Teacher; Sociologist of Religion Assistant at Suleyman Demirel University, Isparta

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ül Şehir, Isparta İlk yazımda gül kokulu şehrimi -Isparta- tanıtmak istiyorum. Konum: Isparta Türkiye’nin güneyindedir, Antalya’ya 110 km mesafededir. 200.000 üzerinden nüfusa sahiptir ve ekonomisi büyük ölçüde tarım endüstrisine dayanmaktadır. Doğal Güzellikler: Isparta; Yazılı Kanyon, Zindan Mağarası (768 m), Pınargözü Mağarası (16 kmlik uzunluğuyla Avrupa’nın en uzun mağarası) gibi mağaralara, , doğa sporları severleri için sayısız kolay ve zor trekking rotalarına, turkuvaz rengiyle gökyüzünün mavisine rakip olan Eğirdir Gölüne , fotoğrafçıların tutkusu Kovada ve Gölcük Göllerine, kayakçıların kışı dört gözle beklediği Davraz Dağına (2635m ), ve Astım hastalarının uğrak yeri olan Kızıldağ’a, mili parklara, piknikçilerin tercih zorluğu yaşadığı bir çok yere ve sayısız doğal güzelliklere sahiptir. Dinler: Dinler tarihinde Isparta hem İslam hem de Hıristiyanlık için çok önemli bir yerdir. Birçok müslüman bilgininin yetiştiği ve hem dini hem de bilimsel konular için medreselerin inşa edildiği bir şehirdir. Diğer taraftan Isparta ve civarı, Hıristiyanlığın ilk dönem vaazlarının ve kurumsallaşmasının Anadolu’da başladığı ve Roma İmparatorluğu’na yayıldığı yerlerdir. Aziz Pavlus tarafından verilen ilk vaazlar, Isparta’nın Yalvaç (Anthiochia) ilçesinde başlamıştır. Aziz Pavlus Isparta civarında vaazlar vermiş ve Romalılara Hıristiyanlığı anlatmıştır. Isparta ve civarında ilk dönem Hıristiyanlığın izlerine ve Aziz Pavlus’un yürütüğü rotalara rastlanmaktadır. Gül: Isparta dünyada gülü ve gül ürünleriyle bilinir ve anılır. Gül, Isparta’nın en önemli ekonomik zenginliğindir. Gül pazarında aşağı yukarı Ispartadaki şirketler ve üniversite tarafından üretilen 30 gül ürünü vardır. Isparta bir kişinin görmek hayatına sığdırmak istediği neredeyse bütün özellik, güzellik ve tecrübelere sahiptir. Isparta, coğrafi ve kültürel sınırları içinde tarihten (politik ve dini), doğaya, dinlenme alanlarına, kara, güneşe, yüzmeye, sağlığa, mistisizme, tarıma, güle, gül kokusuna, meyve bahçelerine, geleneksel sanatlara kadar bir çok özelliği barındırmaktadır. Isparta’yı görmek birçok neden vardır. Isparta size sadece bir kaç saat mesafede. Kaçırmayın.

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Özer Toksoy

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ose City –Isparta In my first essay, I would like to write about my rose smelling city “Isparta”. Location: Isparta is located in the south, Mediterrenean Region, of Turkey, and 110 km to Antalya. Its population is over 200.000 and its economy mainly depends on agricultural industry. Natural Beauties: Isparta has myriad natural beauties such as a canyon (Yazılı Kanyon), some caves such as Zindan Mağarası (768 m), Pınargözü Mağarası (with its 16 km lenght the longest cave in Europe), countless easy and hard trekking routes for nature sports lovers, Lake Eğirdir of which turquoise blue and green colors compete with the blue sky, Lake Kovada and Lake Golcuk which attract the photographers in spring and autumn, Mount Davraz (2635m ) for skiers who look forward to winter, Kızıldağ pine forest for asthma patients, national parks, a lot of places for which picnickers have difficulty to choose. Religions: Isparta has a significant place in history of religions for both Islam and Christianity. It is a place where many muslim scholars have grown up and madrasahs, education centers, were built for for both religious and scientific subjects . On the other hand, Isparta and its environs are the places where the early preaches and institutionalization of Christianity started in Anatolia and spread into the Roman Empire. The preaches given by Saint Paulus had started in Yalvaç (Anthiocheia), district of Isparta. He travelled around Isparta and preached Christianity to Romans. It is coincided with the early signs of Christendom and routes of Saint Paulus in Isparta and environs. Rose: Isparta is known and mentioned with its rose and rose products all over the world. Rose is the most important economical wealth of Isparta. There are more or less 30 rose products in the rose market produced by companies and university in Isparta. There are many reasons to visit this outstanding city-Isparta. It covers nearly all features, beauties and experiences that a person desires to see and fit into his life. It keeps many aspects from history (poltical and religion history), to nature, mysticism, recreation, snow, sun, swimming, health, agriculture, rose and rose products, orchards and traditional carpet weaving etc... in its geographical and cultural border. Isparta is just a few hours away from you. Don’t miss it.

Özer Toksoy

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a città delle rose – Isparta Nel mio primo articolo vorrei raccontare di ‘Isparta’, la mia città profumata di rosa. Località: Isparta si trova nel sud, Regione Mediterranea della Turchia a 110 km da Antalya. La sua popolazione è di oltre 200.000 e la sua economia dipende principalmente dal settore agricolo. Bellezze naturali: Isparta possiede una miriade di bellezze naturali, quali un canyon (Yazılı Kanyon); alcune grotte come Zindan Magarasi (768 m) e Pınargözü Magarasi (con i suoi 16 km di lunghezza, la grotta più lunga d’Europa); innumerevoli percorsi di trekking, alcuni dei quali facili, altri difficili, cari agli amanti degli sport naturalistici; il Lago Eğirdir, i cui colori turchese, blu e verde competono con l’azzurro del cielo; il Lago Kovada e il lago Golcuk che attirano i fotografi in primavera e in autunno; il Monte Davraz (2635m) amato dagli sciatori che attendono con ansia l’arrivo dell’inverno;

la pineta Kizildag benefica per pazienti asmatici; parchi nazionali, moltissime località tra le quali gli appassionati di picnic hanno difficoltà a scegliere. Religioni: Isparta ha un posto significativo nella storia delle religioni sia nell’Islam, sia nel Cristianesimo. É infatti un luogo dove molti sapienti musulmani sono cresciuti e sono state costruite Madrasse, centri di formazione sia nelle discipline religiose sia in quelle scientifiche. D’altra parte, Isparta ed il suo ambito gregrafico sono i luoghi da dove sono partite le prime forme di predicazione e di istituzionalizzazione del Cristianesimo, nato in Anatolia e diffusosi nei territori dell’Impero Romano. La predicazione di san Paolo era cominciata a Yalvaç (Anthiocheia), nel distretto di Isparta. Egli aveva attraversato il territorio di Isparta e diffuso il Cristianesimo attraverso la sua predicazione ai Romani. Questa fase ha coinciso con la affermazione dei primi segni della Cristianità e con il cammino di San Paolo a Isparta e nei suoi dintorni. La rosa: Isparta è conosciuta e ricordata in tutto il mondo per le sue rose ed i prodotti alla rosa. La rosa è la più importante ricchezza economica di Isparta. Abbiamo almeno 30 prodotti alla rosa, nel mercato delle rose, prodotti da aziende ed Università in Isparta. Molti sono i motivi per visitare la bellissima città. Isparta soddisfa quasi tutti gli interessi, le bellezze e le attività che una persona possa desiderare di conoscere e sperimentare nella sua vita. Custodisce molti reperti del suo passato (della sua storia poltica e religiosa), l’ambiente naturale, il misticismo, il divertimento, la neve, il sole, il nuoto, la salute, l’agricoltura, le rose ed i prodotti alla rosa, frutteti e tessitura di tappeti tradizionali ecc .. nei sui confini geografici e culturali . Isparta si trova a poche ore di distanza da voi. Da non perdere. MAGGIO - GIUGNO 2014 May June 2014

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TURKEY ADANA BEKİR ÖFKELİ Project Expert Adana İl Milli Eğitim Müdürlüğü Department of Research and Development Foreign Language Teacher at Çağrıbey V

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ituated in the middle of the Cukurova Plain (Cilician Plain), Adana is the fourth largest city of Turkey, nestled in the most fertile agricultural area of the whole country which is fed by the life-giving waters of the Seyhan river.The city’s name originates in mythology, where it was said to have been founded by Adanus, the son of Cronus (God of Weather, Zeus’ father). Due to its being in the heart of that fertile center Adana has been an important city for many civilizations for centuries dating back to the Hittites. The precious River Seyhan is spanned by the ancient Taskopru (Stone Bridge) which was built by Hadrian and then repaired by Justinian. It is worth noting that to built a 300 yards long stone bridge in Roman times was a real feat. In the city, the 16th century Great Mosque (Ulu Camii), the Yag or Eski Mosque, the Hasan Aga Mosque, Saat Kulesi (the clock-tower) built in 1882, an old covered bazaar, Bedesten or Arasta are of interest. You can also see the Ethnographical Museum where Turkish carpets, swords, manuscript books and tombstones are exhibited. The building itself is interesting as well since it was built as a church by the Crusaders. The Adana Archaeological Museum merits visiting too. Adana is also famous for its delicious Adana Kebap and other meat dishes. The tea houses and restaurants alongside the Seyhan Dam and Lake provide a cool and perfect view of the city and the river at sunsets. Yumurtalik (84 kilometers from Adana) and Karatas (50 kilometers from Adana) are the nearest beaches with proper accommodation. In Yumurtalik there is an ancient harbor castle contributing much to this pretty fishing city. For fishing, there is Camlik Park 30 kilometers southwest of Adana. There are some ancient cities on the road to Iskenderun which include Roman remnants. Misis is on the caravan route that came from China, India and Persia. Among the remains of Roman times, the most interesting is the elegant mosaic of the 4th century A.D. representing Noah’s Ark. Yilanlikale has the ruins of a fortress set atop a peak dominating the River Ceyhan. Dilekkaya, the ancient Anavarza, was an important Roman Byzantine city which still preserves the outline of the old city including two particularly worthwhile mosaics. Karatepe National Park is the neoHittite site where you will find the remains of the summer residence of King Asitawada, tablets of Hittite and Phoenician inscriptions, and an open air museum holding many remnants. Castabala and Toprakkale are the other historical remains. Karsan Forest, Burucek, Tekir, Horzum, Zorkum meadows are ideal for picnicking and resting.

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Situata al centro della pianura anticamente denominata Cilicia, ora Çukurova, Adana è la quarta più grande città della Turchia, immersa nella più fertile area agricola dell’intero paese, alimentata dalle acque vivificanti del fiume Seyhan. Il nome della città ha la sua origine nella mitologia, che attribuiva la sua fondazione ad Adanus, figlio di Crono, il Dio del Tempo, padre di Zeus. Grazie alla sua collocazione nel cuore di questa fertile posizione geografica, Adana è stata una città di grande importanza per numerose civiltà nel corso dei secoli, facendo risalire le sue origini agli Ittiti. Il prezioso fiume Seyhan è attraversato dall’ antico Taşköprü, il ponte di pietra fatto costruire dall’imperatore Adriano e poi riedificato da Giustiniano. Degna di nota è la costruzione di un ponte di pietra lungo 300 yards, che, rappresenta, in epoca romana, una vera prodezza. La città offre alcuni siti di grande interesse: la Grande Moschea ‘Ulu Camii’ risalente al XVI secolo, le Moschee ‘Yağ Camii’ ed ‘Eski Camii’, la Moschea ‘Hasan Aga’, la grande Torre del’orologio ‘Büyük Saat’ edificata nel 1882, il vecchio bazar coperto, il Bedesten bazaar o l’Arasta bazaar. È anche possibile visitare il Museo Etnografico dove sono esposti tappeti turchi, spade, manoscritti e lapidi sepolcrali. L’edificio è di per sé interessante poiché costruito, come chiesa, dai Crociati; merita una visita anche il Museo Archeologico della città. Adana è anche famosa per il delizioso

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‘Adana Kebap’ ed altre ricette a base di carne. Le case da tè e ristoranti lungo il Seyhan Dam ed il lago offrono, al tramonto, una vista cool e mirabile della città e del fiume. Yumurtalik (84 km da Adana) e Karatas (50 km da Adana) sono le più vicine spiagge fornite di adeguate offerte dal punto di vista della accoglienza alberghiera. Nel porto di Yumurtalik vi è un antico castello che contribuisce molto alla piacevolezza di questa deliziosa città di pescatori. Per la pesca, si distingue il Camlik Park, 30 km a sud ovest di Adana. Alcune antiche città, sulla strada per Iskenderun, comprendono resti romani. Misis si colloca sulla via carovaniera che giunge dalla Cina, dall’India e dalla Persia. Tra i resti di epoca romana, il più interessante è l’elegante mosaico del 4° secolo dC raffigurante l’Arca di Noè. Yilanlikale possiede le rovine di una fortezza costruita in cima ad un picco che domina il fiume Ceyhan. Dilekkaya, l’antica Anavarza, era un’importante città romano - bizantina che conserva ancora la struttura della città vecchia, inclusi due mosaici particolarmente pregevoli. Il Parco Nazionale ‘Karatepe’ è il sito neo Ittita dove si trovano i resti della residenza estiva del Re Asitawada, tavole con iscrizioni ittite e fenicie ed un museo all’aperto che contiene molti reperti. Castabala e Toprakkale rappresentano altre interessanti testimonianze storiche. La foresta di Karsan, Burucek, Tekir, Horzum, i prati di Zorkum sono luoghi ideali per il picnic ed il relax.

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Umbria nel cuore Umbria in the heart

e r o m r a M e l l e d a t a c s a C La liosa ig natura merav

s l l a f e r o m r a M e h T erful nature wond

Loretta Santini We stood on the brow of the hill, and saw with wonder the entire body of the river rush fearfully over it, and dash in irregular direction down its projecting sides, falling into the woody valley beneath - a depth of 1340 feet, which is superior even to that of the Niagara. The spar of the broken water appears like a cloud, and spreads itself in a continual dew upon the adjacent country. T. Watkins Ci trovavamo sul ciglio dell’alta rupe e assistevamo sgomenti al fiume che, scorrendo in modo vorticoso e rapido, precipitava nella boscosa vallata sottostante da un'altezza di 1340 piedi. Dalle acque che si inabissano si forma una nuvola, che si diffonde nella campagna adiacente come una rugiada continua. Abbiamo continuato a osservare questa stupenda cataratta per quasi un'ora prima di discendere a valle, da dove la vista è ancora più bella, ma meno spaventosa. 20


Umbria - ITALIA

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On ne peut rien imaginer de si surprenant que cette grande & terrible cataracte. Il s'y précipite une riviere entiere, dont la chute n'a pas moins de trois cens pieds. Représentez-vous une nappe d'eau, qui tombe d'une bordure de rochers à cette profondeur, sans interruption, & qui est reçue sur un autre rocher au-dessous, vous vous figurerez que les yeux & les oreilles doivent être remplis d'un pareil effet. Les circonstances meme de cette merveille sont surprenantes. La montagne pour y arriver est de marbre blanc; on l'appelle "monte di marmore". J'ai été extrêmement charmé de la voir; peu s'en est fallu que je n'aye eu une raison bien forte pour m'en ressouvenir. Anonimo Non si può immaginare nulla di più sorprendente che questa grande e terribile cataratta. È tutto un fiume che precipita e la caduta non è meno di 300 piedi! Immaginate una falda d’acqua che cade dall’alto di una rupe per quella profondità senza interruzioni e che precipita su un'altra roccia lì sotto, immaginate che gli occhi e le orecchie devono essere frastornati da tale effetto. Anche il paesaggio tutto intorno a questa meraviglia è sorprendente. La montagna che si attraversa per arrivarci è di marmo bianco: si chiama “Monte di Marmore”. Sono rimasto affascinato nel vederla; basta poco per cui io non ne abbia un forte motivo di ricordo. MAGGIO - GIUGNO 2014 May June 2014

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Außer dem Falle des Niagara in Amerika weiß man in der jebt bekannten. J. J. Wolkmann Nel mondo fino a questo momento conosciuto, eccettuata la cascata del Niagara, non se ne trova una a questa paragonabile.

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Umbria - ITALIA

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Une cascade...tombe avec tant de violence, qu'il s'en élève une espèce de brouillard deux fois plus haut que la cascade. Ce brouilard ressembe à une nuée, dans laquelle le Soleil forme mille arcs-en ciel. G. M.De Merville Una cascata...cade con tanta violenza che si innalza una specie di nebbia due volte più alta della cascata. Questa nebbia è come una nuvola in cui il sole forma mille arcobaleni.

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Rien de plus grand et de meilleur goût que la chute du Velino, appelée cascade de Terni, et par les Italiens, "cascata delle marmore"; le volume d'eau et sa hauteur, la couleur dès rochers et leur forme, tout y est pittoresque. Ces rochers sont parfaitement noirs, et la bizarrerie de leur configuration est encore rehaussée par d'abondantes incrustations calcaires; le beau vert de la mousse, perpétuellement humectée, le rouge vif des feuilles, que l'hiver n'avait pas encore fait tomber, la hauteur des montagnes derrère la chute, et la profondeur devant elle, le bleu vague du lointain, les cîmes neigeuse de l'Appennin, composaient un tableau parfait; et l'idée qu'un simple particulier de Rome antique en avait créé tout le premier plan, à coups de marteaux, y ajoutait, un certain prestige. L.Simond Non c’è nulla di pià grande e di più bello che la caduta del Velino, chiamata cascata di Terni, e dagli Italiani, «cascata delle Marmore». La massa d’acqua e la sua altezza, il colore delle rocce e le loro forme, tutto qui è straordinario. Queste rocce sono completamente nere, e la bizzaria delle loro forme è ancora accentuata dalla abbondanza delle incrosatazioni calcareee; il bel verde dei muschi, da sempre bagnati, il rosso vivo delle foglie, che l’inverno non ha ancora fatto cadere, l’altezza delle montagne che si ergono dietro la cascata, e la profondità di fronte ad essa, il blu sfumato della lontananza, le cime innevate dell’Appennino, compongono un quadro perfetto. 24


Umbria - ITALIA

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The roar of waters! From the headlong height Velino cleaves the wave-worn precipice. The fall of waters! Rapid as the light the flashing mass foams shaking the abyss. The hell of waters! Where they howl and hiss, and boil in endless torture; while the sweat of their great agony, wrung out from this their Phlegeton, curls round the rocks of jet that gird the gulf around, in pitiless horror set, and mounts in spray the skies, and thence again returns in an unceasing shower, which round, with its unemptied cloud of gentle rain, is an eternal April to the ground, making it all one emerald. How profound the gulf! And how the giant element from rock to rock leaps with delirious bound, crushing the cliffs, which, downward worn and rent with his fierce footsteps, yield in chasms a fearful vent to the broad column which rolls on,.. Childe Harold’s Pilgrimage - Lord Byron (IV, 69-72) traduzione: D. Mancini

Odi frastuono d’acque! alto il Velino nel precipizio che coi flutti aperse, piomba, oh cascata d’acque! con fulminea rapidità splende spumeggia scuote l’abisso, oh inferno d’acque! ivi in eterna bufera fischian urlano ribollono, mentre da questo Flegetonte emana sudor di lotta immane e intorno ai foschi scogli s’avvolge e sal, che a la vorago fan siepe atroci orrendi; e sino al cielo fluttuando in stille, indi in perenne pioggia ritorna e circondando reca, nube piovosa di gentil rugiada, l’eterno aprile ai campi e di smeraldo li veste. – Oh immane baratro! oh elemento gigante che da scoglio a scoglio balza furentemente dischiacciando rupi che rose e fesse al suo passar dan tetro sbocco! Vasta colonna che non cessa mai ....

foto di Marco Barcarotti, Sauro Mazzilli, Loretta Santini, archivio La Pagina

MAGGIO - GIUGNO 2014 foto di Marco Barcarotti, Sauro Mazzilli, Loretta Santini, archivio La Pagina 25 May June 2014


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ROMANIA ARAD Laura Nădăban – Inspector şcolar limbi moderne, Inspectoratul Şcolar Judeţean Arad, România/ profesor de limba englezălimba romană la Liceul Pedagogic „Dimitrie Ţichindeal” Absolventă a facultăţii de litere şi filosofie din cadrul Universităţii de Vest din Timişoara, MA în Management Educaţional şi Limba engleza în afaceri

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DIN ARAD, CU DRAGOSTE ŞI RECUNOŞTINŢĂ

povesti despre oraşul tău natal unor oameni care nu l-au văzut niciodată şi nici nu au citit nimic despre el, să- i faci să înţeleagă de ce continui să iubeşti acest oraş, în ciuda locurilor splendide pe care ai avut prilejul să le vizitezi, în Europa sau oriunde în lume, este o sarcină dificilă. Totuşi, în cele ce urmează, voi încerca să vă conving că, dincolo de fapte şi cifre reci, Aradul are un anumit farmec şi că merită să fie vizitat. Povestea unui oraş poate fi spusă în multe feluri. Naratorul îşi alege vocile narative şi distanţa, dezvoltându-şi subiectul după un plan mai mult sau mai puţin prestabilit. N-aş putea spune povestea oraşului Arad fără să ascult vocile strazilor, ale pietrelor de caldarâm, mai vechi, mai noi, vocile copacilor bătrini şi trişti care parcă au rezistat degeaba timpului şi timpurilor, ale apelor învolburate ale raului Mures, mereu altele, mereu aceleaşi în indiferenţa lor …Apoi vocile cladirilor semeţe sau copleşite de ani, vocile oamenilor… toţi şi toate deţin o frântură din trecutul, prezentul şi viitorul acestui oraş. FAPTE & CIFRE Oraşul Arad este situat în partea de vest a Romaniei, fiind străbătut de râul Mureş. Identitatea oraşului este influenţată de cele doua regiuni învecinate Banat şi Crişana, părţi ale vechii Transilvanii. Având o bogată tradiţie industrială, comercială şi culturală, Aradul este astazi unul dintre cele mai prospere oraşe din Romania. Conform unui ultim recensământ, Aradul are aproximatov 172.000 de locuitori. Dintre aceştia 142,968 sunt români (82.7%); 22,492 maghiari (13.0%); 3,004 romi (1.7%); 2,247 germani (1.3%); şi 2,116 alte naţionalitati (evrei, bulgari, sârbi, slovaci, italieni (1.2%). În privinta religiei, 72.7% din populatie se declară ortodoxă, 13.1% romano-catolică, 4.5% sunt baptişti, 4.4% penticostali şi 3.1% reformaţi.Comunitatea evreiască şi cultul mozaic sunt mai puţin reprezentate astăzi decât în trecut.

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SCURTĂ ISTORIE Istoria oraşului Arad se pierde în negura vremii. Dacii şi romanii, mai apoi popoarele migratoare, turcii, tătarii, ungurii au lăsat urme de neşters ale trecerii lor pe teritoriul oraşului şi judeţului Arad. Prima atestare documentară a oraşului datează din secolul al XI-lea. In 1131 Aradul este menţionat în Cronicile pictate de la Viena. Între 1551-1667 oraşul a căzut sub dominaţia Imperiului otoman. În Evul Mediu, Aradul devine un important punct strategic şi un renumit centru comercial. În 1669, odată cu extinderea dominaţiei habsburgice asupra Banatului, în oraş se stabilesc tot mai multi meşteşugari, negustori, agricultori de diferite nationalităţi: germani, maghiari şi evrei. Este inceputul unei lungi convieţuiri, în general lipsită de conflicte majore, între populaţia majoritară romană şi diversele grupuri etnice, care dintr-un motiv sau altul s-au stabilit in Arad. Aceasta convieţuire şi-a pus pecetea asupra întregului oraş, asupra clădirilor, a oamenilor, a modului lor de viaţă. Prima şcoală în limba germană a fost înfiinţată în 1715, iar aproape un secol mai târziu s-au pus bazele Preparandieiprima şcoală romanească de învăţători din Transilvania. În 1834, Aradul obţine statutul de oraş regal liber. În 1918, Aradul a devenit sediul Consiliului Central Naţional din Romania şi capitala neoficială a Transilvaniei. Rolul acestui consiliu în decizia de separare de Ungaria şi de unire cu Romania a fost crucial. În 1937, Aradul devenise unul dintre cele mai puternice centre economice


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din ţară. După cel de-al doilea razboi mondial, Aradul redevine oraş romanesc, continuând să se dezvolte din punct de vedere economic şi cultural. Astazi, Aradul este un model de multiculturalism, investind în educaţie şi cultură, profitând, în acelaşi timp, de potenţialul economic datorat poziţiei sale geografice. ARAD, ORAŞ EUROPEAN Aradul a reuşit să absoarbă diverse influenţe străine de-a lungul istoriei sale şi să le folosească în avantajul său. Clădirile sale şi monumentele reflectă stilurile arhitecturale ale unui timp trecut, capriciile şi preferinţele oamenilor care şi-au trăit vieţile lor mărunte sau măreţe între zidurile acestui oraş. Dacă vă plimbaţi pe străzile Aradului aveţi posibilitatea să învăţaţi multe lucruri interesante despre cele mai importante stiluri arhitecturale ale secolelor IXX şi XX Totuşi, caracterul instructiv al unei intreprinderi este mai puţin important decât conştientizarea faptului că tinerele generaţii de astăzi se mândresc cu moştenirea culturală a oraşului lor. Într-adevăr, se poate observa imediat că toate aceste clădiri vechi şi monumente-relicve ale unui trecut incredibil pentru mintea oricărui tânăr modern şi sofisticat- sunt bine îngrijite şi păstrate. Ele se integrează armonios într-un peisaj care ţine pasul cu cerinţele noului mileniu în Europa. La confluenţa dintre două culturi europene, estică şi vestică, Aradul se măndreşte cu caracterul său cosmopolit.

Cele două universităţi din oraş, precum şi numeroasele şcoli şi licee sunt reprezentative pentru calitatea educaţiei oferite în Arad, deoarece ele au format minţile şi sufletele sutelor de generaţii – elevi sau studeţti- care au studiat în aceste lăcaşuri. Dacă un oraş se identifică cu locul în care este situat şi cu oamenii lui, atunci Aradul are multe de oferit oricărui vizitator, interesat să exploreze un colţ al Europei, diferit de oricare alt colţ şi totuşi asemănător în privinţa civilizatiei

EUROPA

din care face parte şi a oamenilor sai. Vizitatorii vor avea putea beneficia de o experienţă culturală interesantă, vor cunoaşte îndeaproape tradiţiile unui popor tolerant şi deschis spre lumea din afară, un popor care şi-a pus pecetea asupra acestui oraş, a sufletului şi spiritului sau. Dar să ne intoarcem la kilometrul 0 al oraşului, în inima lui. Ştim că la capătul oricărei explorări personale ne vom intoarce acolo de unde am plecat. Aici, în Arad, cu dragoste şi recunostinţă pentru tot ce a fost, este şi va fi.

MAGGIO - GIUGNO 2014 May June 2014

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Laura Nădăban

FROM ARAD, WITH LOVE AND GRATITUDE

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o tell the story of your hometown to people who have never seen it or read about it, to make them understand why you keep on loving this town, in spite of the magnificent places you have visited everywhere in Europe is a difficult endeavour. However, I will be trying to show you that beyond facts and figures, Arad, my hometown, has a certain charm which makes is worth visiting or living in. The story of a town can be told in various ways. The narrator may choose from several narrative voices to tell the story according to a more or less rigorous plan. I cannot tell the story of my hometown without mentioning the voice of its streets, of its cobbler-stones, old and new, of its ancient melancholy trees which seem to have survived times and time to a confusing end. Then, it is the troubled waters of the Mures river, always the same in their indifference, always different to a new eye. Finally, the voice of the buildings, majestic or sad in their appearance, preserving the joys and the sorrows of the people who lived in them, people’s voices…all of them contain a figment of Arad’s past, present and future. FACTS & FIGURES Arad is situated in the West of Romania, on the Mureş river. Its identity is influenced by the two neighbouring areas Banat and Crisana, as well as by the larger area called Transylvania. With a rich industrial, commercial and cultural tradition, Arad is today one of the most prosperous towns in Romania. According to the latest census, there are about 172.000 people residing in Arad. The ethnic breakdown of the city is as follows: 142,968 Romanians (82.7%); 22,492 Hungarians (13.0%); 3,004 Roma (1.7%); 2,247 Germans (1.3%); and 2,116 of other nationalities Jews, Bulgarians, Serbs, Slovaks, Italians (1.2%). The largest religious groups represented are the Eastern Orthodox (72.7%), Roman Catholic (13.1%), Baptist (4.5%), Pentecostal (4.4%) and Lutheran(3.1%). The Jewish community and the Mosaic cult are less representative for today’s population than they used to be. SHORT HISTORY The history of the Arad goes back to times immemorial. The Dacians and the Romans, then the Barbarian peoples, the Turks, the Tatars, the Magyars have left their mark upon the town and its neighbouring area. Arad was first

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mentioned in 1078, and later on, in 1131, in The Painted Chronicle of Vienna. Between1551-1697 the town was ruled and administered by the Ottoman Empire. Beginning with 1699 the Habsburgs extended their domination over the region of Banat and more and more craftsmen and merchants of various nationalitiesGerman, Serbian, Jewish-came here to start a new life. It is the beginning of long coexistence, generally untroubled by major conflicts, between the Romanian majority and the various ethnic groups who, for one reason or another, have settled down in Arad. This coexistence has marked the entire city, its buildings, its people, their way of life. The first school in the German language was set up in1715, but almost a century had passed until the first Romanian Pedagogical School in Transylvania (Preparandia) appeared. In1834, Arad obtained the “free royal town” status. In 1918 the town becomes the headquarters of The Romanian National Central Council and a nonofficial capital of Transylvania. Its role was crucial in the decision of separation from Hungary and the union of Transylvania with Romania. By 1937, Arad had become the one of the most important economic centers in the country. In 1940, it was ceded to Hungary, together with the rest of Transylvania. After World War II, Arad regained its status as a Romanian town and has continued to develop economically and culturally. Today, Arad is a model of multiculturalism, investing in education and culture and taking advantage of the economic potential of the area. ARAD, A EUROPEAN TOWN Arad has managed to absorb various foreign influences along its history and

use them to its advantage .Its buildings and monuments reflect the architectural styles of a time past, the moods and preferences of the people who lived their small or great lives within the boundaries of this town. Walking in the streets of Arad one can learn interesting things about some of the most important architectural styles of the 19th and 20th centuries. However, the instructive character of such an endeavor is less important than the realization that the young generations of today take pride in the cultural heritage of their town. And indeed, one can easily notice that all those old buildings and monuments-relics of an incredible past to the mind of a modern and sophisticated youth-are taken care of and well-preserved. They blend easily and harmoniously in an environment which keeps up with the requirements of the new millennium in Europe. The two universities in the town as well as its numerous schools are representative for the quality of education offered in Arad as they have shaped the minds and the souls of hundreds of generations of students who have studied within their walls. At the crossroads of two cultures, eastern and western European, Arad takes pride in its cosmopolitan character. If a town is identified with its location and with its people, Arad has a lot to offer to any visitor willing to explore a corner of Europe, quite different from any other corner of Europe and, yet similar to any other European towns in terms of its civilization and people. Visitors will be able to experience the culture and the traditions of a people whose tolerance and open-mindedness have shaped this town, its heart and its spirit.


ROMANIA Laura Nădăban

DA ARAD CON AFFETTO E GRATITUDINE

R

accontare la storia della tua città natale a persone che non l’hanno mai vista né letto su di essa, al fine di far loro comprendere perché continui ad amare questa città, nonostante i magnifici luoghi che hai visitato ovunque in Europa è un impegno difficile. Tuttavia, cercherò di dimostrare che al di là di dati e cifre, Arad, la mia città natale, possiede un innegabile fascino che la rende meritevole di essere visitata o di viverci. La storia di una città può essere espressa in vari modi. Il narratore può scegliere tra diverse voci narranti per raccontarne la storia secondo un piano narrativo più o meno rigoroso. Non posso raccontare la storia della mia città natale senza menzionare la voce delle sue strade, dei suoi acciottolati, vecchi e nuovi, dei suoi malinconici alberi secolari che sembrano essere sopravvissuti di volta in volta ad una disorientante fine. Ci sono poi le acque torbide del fiume Mures, sempre le stesse nella loro indifferenza, sempre diverse per uno sguardo nuovo. Infine, la voce degli edifici, maestosi o tristi nel loro aspetto, che custodiscono le gioie e le sofferenze delle persone che in essi hanno vissuto, le loro voci... tutti loro contengono un frutto del passato, del presente e del futuro di Arad. DATI&CIFRE Arad si situa nella parte occidentale della Romania, sul fiume Mureş. La sua identità è influenzata dai due territori limitrofi di Banat ed Crisana, nonché dalla più ampia area denominata Transilvania. Grazie ad una ricca tradizione industriale, commerciale e culturale, Arad è oggi una

delle città più prospere della Romania. Secondo l’ultimo censimento, ammontano a circa 172.000 le persone residenti in Arad. La composizione etnica della città è la seguente: 142.968 Rumeni (82,7%); 22.492 Ungheresi (13,0%); 3.004 Rom (1,7%); 2.247 Tedeschi (1,3%); 2.116 appartengono ad altre nazionalità: bulgari, serbi, slovacchi, italiani (1,2%). I più grandi gruppi religiosi rappresentati sono gli Ortodossi Orientali (72,7%), i Cattolici di rito Romano (13,1%), i Battisti (4,5%), i Pentecostali (4,4% ) ed i Luterani (3,1%). La Comunità Ebraica e il Culto Mosaico sono meno rappresentativi per la popolazione attuale di quanto non fossero in passato. CENNI STORICI La storia di Arad risale a tempi immemorabili. I Daci e i Romani, poi i popoli Barbari, i Turchi, i Tartari, i Magiari hanno lasciato la loro impronta sulla città e sulle aree limitrofe. Arad è stata menzionata per la prima volta nel 1078, e più tardi, nel 1131, in The Painted Chronicle of Vienna (il Chronicon Pictum). Dal 1551 al 1697 la città fu governata ed amministrata dall’Impero Ottomano. A partire dal 1699 gli Asburgo estesero il loro dominio sulla regione di Banat ed un numero sempre crescente di artigiani e mercanti di varie nazionalità - tedeschi, serbi, ebrei - giunsero qui per iniziare una nuova vita. E’ l’inizio di una lunga convivenza, in genere non turbata da importanti conflitti, tra la maggioranza rumena ed i vari gruppi etnici che, per un motivo o per un altro, si erano stabiliti ad Arad. Questa coesistenza ha segnato la città intera, i suoi palazzi, la sua gente, il loro stile di vita. La prima scuola in lingua tedesca è stata istituita nel 1715, ma quasi un secolo sarebbe trascorso fino a quando la prima Scuola

EUROPA

Pedagogica Rumena sarebbe stata istituita in Transilvania (Preparandia). Nel 1834 Arad ottenne lo status di libera città reale. Nel 1918 la città diventa la sede centrale del Consiglio Nazionale Centrale Rumeno e capitale non ufficiale della Transilvania. Cruciale è stato il suo ruolo nella decisione della separazione dalla Ungheria e l’unificazione della Transilvania con la Romania. Dal 1937 Arad era diventato uno dei più importanti centri economici del paese. Nel 1940 venne ceduta all’Ungheria, insieme al resto della Transilvania. Dopo la seconda guerra mondiale, Arad ha riacquistato il suo status di città rumena ed ha continuato a svilupparsi economicamente e culturalmente. Oggi Arad è un modello di multiculturalismo che investe in educazione e cultura traendo vantaggio dal potenziale economico della regione. ARAD, UNA CITTÁ EUROPEA Arad è riuscita ad assorbire le differenti influenze straniere nell’arco della sua storia e ad usarle a suo vantaggio. I suoi edifici ed i monumenti riflettono gli stili architettonici di un tempo passato, gli stati d’animo ed i gusti delle persone che hanno vissuto le loro piccole o grandi vite all’interno dei confini di questa città. Passeggiando per le strade di Arad si possono apprendere informazioni interessanti su alcuni dei più importanti stili architettonici dei secoli XIX e XX. Il carattere istruttivo di un tale impegno è, tuttavia, non altrettanto importante quanto la consapevolezza che le giovani generazioni contemporanee sono orgogliose del patrimonio culturale della loro città. Ed effettivamente, si può facilmente notare che tutti quei vecchi edifici e monumenti - reliquie di un passato incredibile per la mente di un giovane moderno e sofisticato sono prese in cura e ben conservate. Esse si fondono agevolmente ed armoniosamente in un ambiente che sta al passo con le esigenze del nuovo millennio in Europa. Le due università della città, così come le sue numerose scuole, sono rappresentative della qualità della formazione offerta in Arad, in quanto hanno plasmato le menti e le anime di centinaia di generazioni di studenti che hanno studiato dentro le loro mura. Al crocevia di due culture, europea orientale ed occidentale, Arad è orgogliosa del suo carattere cosmopolita. Se una città viene identificata dalla sua posizione e dalla sua gente, Arad ha molto da offrire ad ogni visitatore disposto ad esplorare un angolo d’Europa molto diverso da qualsiasi altro angolo d’Europa, eppure simile ad ogni altra città europea in termini di civilizzazione e popolazione. I visitatori potranno sperimentare la cultura e le tradizioni di un popolo la cui tolleranza ed apertura mentale hanno plasmato questa città, il suo cuore ed il suo spirito. MAGGIO - GIUGNO 2014 May June 2014

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EUROPA

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U.S.A. California Royce Mona Seese - Royce was born in New York where she studied art and sculptor at The New School for Social Research, earning her Associate degree in Fine Arts from Kingsboro Community College. In New York, she worked for Medical World News, owned by the Geffen family. Royce now lives in Redding, California with her husband Ron. She enjoys painting, reading, writing – especially about the northern California environs and life-style.

A Beautiful and Little Known Wonder in Northern California

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cArthur Burney Falls is one of the most spectacular falls in the United States. Located on the eastern edge of the Cascade Range, halfway between Mount Shasta and Mount Lassen in Northern California, Burney Falls State Park offers several trails to follow. I take the easy path, perfect for the whole family to enjoy. Opening up the senses with the smell of fragrant Incense Cedar (used by the local Indians for canoes), this foot-trail gently leads to the breath-taking view of the 129-foot falls. Continue walking, cross the wooden bridge that stems the stream created by the falls, and you will set your eyes upon crystal clear Lake Britton where the reflection of the trees and boathouse is nothing short of majestic. President Theodore Roosevelt once proclaimed Burney Falls “The eighth wonder of the world.” There is definitely a mystical feel to it. As a matter of fact some of the local Native American Indians come to the falls annually. They consider these cascades a “power spot.” Gazing into the sparkling clear pool formed by the waterfall, you can almost hear the Ilmawi Indians, who were one of the first people living in this region, chanting their rituals. The Ilmawi and several other culturly similar ‘bands” formed the Pit River Tribe. The hunters would dig deep pits to capture large game, hence the name Pit River. To this day the Pit River Tribe continues to maintain a spiritual relationship with the environment by visiting their sacred ancestral site, conducting ceremonies and teaching their young traditional life skills such as hunting and fishing. Nine year old Alyanna a member of the Pit River Tribe in Redding, California (and

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a student of mine at Bonneyview School) has a brother, Marcos, eight years old, who can chant the tribal version of our Pledge of Allegiance. Alyanna tells me how her extended family gathers together at various locations in Redding, including Burney Falls. She recounts the singing and dancing around the fire, and then dousing the flames with water from the deep pool created by the falls. McArthur Burney Falls, rich with Native American history and tradition, allows us

to experience not only the billowing waters and still crystal lakes, but also calls us to connect to a far-gone past.


U.S.A.

Una bellissima, poco conosciuta meraviglia della Northern California

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a McArthur Burney Falls è una delle cascate più spettacolari degli Stati Uniti. Situata sul bordo orientale della Cascade Range (Catena delle Cascate), a metà strada tra il Monte Shasta e il Monte Lassen nel Northern California, il Burney Falls State Park offre diversi percorsi escursionistici. Scelgo il sentiero agevole, ideale da godere per tutta la famiglia. Aprendo i sensi al profumo del fragrante Incense Cedar (Calocedrus decurrens), utilizzato dalle popolazioni degli Indiani Nativi per la costruzione delle canoe, questo sentiero escursionistico conduce dolcemente fino alla vista mozzafiato dei 129-foot di caduta delle acque. Continuando la passeggiata, attraversate il ponte di legno che supera il torrente creato dalle cascate e poggerete lo sguardo sul cristallino Lago Britton, dove il riflesso degli alberi e della darsena è a dir poco maestoso. Il presidente Theodore Roosevelt definì una volta le Burney Falls ‘L’ottava meraviglia del mondo’. Senza alcun dubbio, il luogo emana una atmosfera mistica. È un dato di fatto che alcuni dei locali Nativi Indiani americani si recano ogni anno alla cascata che considerano un ‘luogo di grande potenza’.

EUROPA

Fissando lo scintillante, limpido invaso formato dalla cascata, si può quasi sentire gli Indiani Ilmawi, tra i primi abitanti di questa regione, intonare i loro canti rituali. Gli Ilmawi e numerosi altri gruppi culturalmente (antropologicamente) simili dettero origina alla Tribù del Pit River. Era abitudine dei cacciatori scavare profonde cavità per catturare la grossa selvaggina, da cui il nome Pit River. Ancora oggi gli appartenenti alla Tribù del Pit River continuano a mantenere un rapporto spirituale con l’ambiente, visitando il loro ancestrale sito sacro, celebrando cerimonie rituali e trasmettendo ai loro giovani le abilità tradizionali, fondamentali per la sopravvivenza, quali la caccia e la pesca. Alyanna, una bambina di nove anni membro della Tribù del Pit River a Redding - California (e mia alunna nella Bonneyview School) ha un fratello, Marcos, di otto anni, che sa cantare la versione tribale del nostro ‘Giuramento di fedeltà’. Alyanna mi racconta come la sua famiglia si riunisca al completo in diversi luoghi a Redding, tra i quali le Burney Falls. Lei mi narra dei canti e delle danze intorno al fuoco e poi lo spegnimento delle fiamme con l’acqua del profondo invaso creato dalla cascata. La McArthur Burney Falls, ricca della storia e delle tradizioni dei Nativi Americani, ci permette non solo di godere di acque fluttuanti e laghi ancora cristallini, ma ci induce anche a rimettere noi stessi in connessione con un lontano, perduto passato. MAGGIO - GIUGNO 2014 May June 2014

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San Valentino

Protettore degli innamorati

Patrono di Terni


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