elevatori su misura
Numero 171 Gennaio 2020
Mensile a diffusione gratuita di attualitĂ e cultura
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Gennaio 2020
La Politica
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Registrazione n. 9 del 12 novembre 2002, Tribunale di Terni. Redazione: Terni, Via Anastasio De Filis, 12 Tipolitografia: Federici - Terni
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A. Melasecche
La corsa all'ARTICO
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ACQUASPARTA SUPERCONTI V.le Marconi; AMELIA SUPERCONTI V. Nocicchia; ARRONE Marcello Frattesi, P.zza Garibaldi; ASSISI SUPERCONTI S. Maria degli Angeli; CASTELDILAGO; NARNI SUPERCONTI V. Flaminia Ternana; NARNI SCALO; ORTE SUPERCONTI V. De Dominicis; ORVIETO SUPERCONTI - Strada della Direttissima; RIETI SUPERCONTI La Galleria; SPELLO SUPERCONTI C. Comm. La Chiona; STRONCONE Municipio; TERNI Associazione La Pagina - Via De Filis; CDS Terni - AZIENDA OSPEDALIERA - ASL - V. Tristano di Joannuccio; BCT - Biblioteca Comunale Terni; COOP Fontana di Polo Via Gabelletta; CRDC Comune di Terni; IPERCOOP Via Gramsci; Libreria UBIK ALTEROCCA - C.so Tacito; Sportello del Cittadino - Via Roma; SUPERCONTI CENTRO; SUPERCONTI Centrocesure; SUPERCONTI C.so del Popolo; SUPERCONTI P.zza Dalmazia; SUPERCONTI Ferraris; SUPERCONTI Pronto - P.zza Buozzi; SUPERCONTI Pronto - V. XX Settembre; SUPERCONTI RIVO; SUPERCONTI Turati; RAMOZZI & Friends - Largo V. Frankl.
Cos'è la Gamification? G. Raspetti
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BMP elevatori su misura Capodanno: tradizioni e curiosità L. Santini MEDICOSCIENZA CMT Cooperativa Mobilità Trasporti ARCI Parliamo di violenza V. Policreti ETERNITÀ Qua e llà…’n bo’ de ‘stronomia P. Casali Estetica Evoluta STELLA POLARE Senologia L. Fioriti La fertilità Femminile e Maschile G. Porcaro Litoclasia ecoguidata percutanea V. Buompadre Azienda Ospedaliera Santa Maria di Terni AUDIBEL Apparecchi acustici CASA MIA servizi residenziali FSI USAE Anziani e residenza sicura Villa Sabrina Convegno: Traumi da Sport up to date Convegno: 2020 vecchie e nuove sfide in Oftalmologia Green jobs: una speranza VERDE G. Porrazzini Diciamo No alla violenza e SÌ al rispetto della vita A. Marinensi Anno 2020, Trionfo della destra? PL. Seri SIPACE Group RIELLO Vano Giuliano Un Pianeta straordinario E. Squazzini Edilizia Collerolletta Ordine professioni infermieristiche Terni Liceo Classico Stanislao Falchi G-L. Petrucci Le superstizioni contadine V. Grechi ALL FOOD GENESI EFFICIENZA
LO SAPEVI CHE CON UN AUTO ELETTRICA PUOI PERCORRERE 100 Km NUMERO VERDE SPENDENDO AL MASSIMO 5€? 800 688 584
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CAPODANNO: tradizioni e curiosità P Loretta SANTINI
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er una volta vogliamo essere leggeri, divertirci e scoprire, in sintonia con il clima gioioso che spesso accompagna le feste religiose e profane a cavallo tra Dicembre e Gennaio, curiosità e, per dirla con Totò, bazzecole, quisquiglie e pinzillacchere, ricordando però che anche queste sono riconducibili a usanze, tradizioni e leggende stratificatesi nel tempo. Parliamo dei riti propiziatori per il Capodanno: ce ne sono moltissimi diversificati nelle varie regioni e anche nel mondo. Ricordiamo qui solo i più conosciuti. Indossare un indumento rosso, possibilmente intimo, ma sempre nuovo e possibilmente regalato: il rosso è un colore che nel simbolismo ricorrente significa fortuna e rappresenta la passione, la forza, il coraggio. La tradizione è forse di origine cinese, ma ricordiamo che, in epoca romana, proprio in occasione del Capodanno, era in uso indossare un drappo rosso. Baciarsi sotto il vischio allo scoccare della mezzanotte: la tradizione affonda le sue radici in antichi racconti dei Celti che narrano di come le bacche bianche fossero le lacrime della sposa di Odino per il figlio ucciso dal fratello e come queste stesse lacrime riuscirono a ridargli la vita. Buttare le cose vecchie: una metafora per dire che si elimina tutto ciò che è brutto e con l’anno nuovo si comincia una nuova vita confermando così il detto «Anno nuovo, vita nuova». I più anziani ricorderanno sicuramente quando, tanti anni fa, allo scadere della mezzanotte, venivano gettati dalla finestra piattini, bicchieri e vecchi utensili, tutti cocci che alla mattina erano raccolti pazientemente dagli scopini. U n’ u s a n z a poco civile che, per fortuna,
non è più praticata. Ma possiamo ancora bruciare, come un rituale magico e benaugurante, il vecchio calendario. Una trattazione a parte meritano i cibi portafortuna. Mangiare le lenticchie significa contare soldi durante l’anno e più se ne mangiano più si diventa ricchi: è una tradizione che risale ai tempi degli antichi Romani che le ritenevano simbolo di prosperità perché di forma lenticolare, dunque simili alle monete. La stessa valenza ha mangiare i chicchi di melograno (pianta sacra a Giunone, simbolo di fertilità e prosperità) o anche l’uva. Per quanto riguarda quest’ultima, nelle usanze della Spagna legate ad antiche leggende, devono essere 12 chicchi –il numero ricorda i mesi dell’anno- gustati seguendo il ritmo dei dodici rintocchi delle campane. In cucina la fa da padrona preparare il capitone, un pesce che ricorda nella forma il serpente e pertanto rappresenterebbe il diavolo: quindi mangiarlo significa sconfiggere il male. A un serpente assomigliano anche il torciglione, l’attorta e tante altre torte di forma circolare, dolci tipici umbri molto in uso già nel medioevo, farciti di uvetta, mandorle, a volte anche di cioccolato e spesso conditi con alchermes: in questo caso non si ricorda solo la forma del serpente, ma ha un forte valore simbolico la forma a spirale o circolare, grazie alla quale si vuole simboleggiare la ciclicità della vita e dunque l’eternità. Rimaniamo ancora tra i cibi. Porta fortuna -e lo era già per i Romani- la frutta secca (noci, nocciole, pinoli, mandorle, arachidi, castagne, pistacchi, fichi, datteri, uvetta ecc.) che, secondo alcuni, deve comprendere almeno sette varietà. Da non trascurare i peperoncini rossi che, con il loro colore e il loro piccante, allontanerebbero la sfortuna. Anche i fuochi d’artificio e i cosiddetti botti di Capodanno hanno una funzione propiziatoria: non è soltanto un modo scoppiettante e allegro di salutare il nuovo anno, ma è un voler scacciare, proprio grazie al forte rumore, le energie negative. E infine facciamo rumore e allegria anche con le bollicine dello spumante: facciamo un brindisi (dal ted. “bring dir’s“, “lo porto a te”), un “cin cin” (dal cinese “ch’ing ch’ing”, “prego, prego”, importato dai naviganti e subito adottato per il suono onomatopeico che ricorda lo sbattere dei bicchieri); auguriamo un “prosit” (dalla terza persona singolare del congiuntivo di prodesse, “sia di giovamento”). Insomma un Felice e Sereno Anno Nuovo a tutti!
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MEDITAZIONE
CARLO DOROFATTI
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con Carlo Dorofatti e il Dott. Massimo Formica
Incontri serali e giornate full-immersion Se hai già capito che solo una nuova visione e una certa conoscenza, non convenzionale, sono la chiave per una necessaria e concreta evoluzione della tua vita e, soprattutto, del tuo essere, allora è giunto il momento di fare una scelta e investire seriamente tempo ed energia per incontrare quella conoscenza e quella visione.
"La MEDITAZIONE non è semplicemente una tecnica, ma uno modo di essere e di vivere: un modo centrato, consapevole, lucido, posato, sobrio, potente, efficace, sereno ed equilibrato di essere se stessi. È profondità: capacità di dare significato alle cose, di comprenderle a più livelli di lettura. È “intelligere”, capire, comprendere. È consapevolezza delle proprie scelte, nel proprio quotidiano. Minor vulnerabilità ai
condizionamenti esterni: maggiore ascolto di se stessi. Può essere rilassamento, certo, ma è soprattutto attivazione delle proprie facoltà inedite e misteriose, sensibilità superiore, forza. Energia!"
Carlo DOROFATTI
Fondatore Accademia ACOS®
Formatore AIF
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Essere consapevoli
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entazione e Giornata di Stile di Co con il dott. Ma noscenza e Crescita Perso ssimo Form ica e Carlo Do nale rofatti
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Carlo Dorofat
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LA POLITICA nei miei ricordi e nella mia coscienza Giampiero RASPETTI
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Fioriva la politica, subito dopo la fine della seconda guerra mondiale: incontri per discutere, riflettere, progettare. Militanza diretta e consapevole: tutti cercavano di contribuire alla ricostruzione del Paese. Lo schermo televisivo non era ancora presente in ogni abitazione; il sapere popolare era alquanto tipico, circoscritto, per cui, a volte, si ripetevano vecchie frasi trasmesse dalla tradizione orale, da amico ad amico, da parente a parente. Non mancava chi leggeva e studiava, in particolare i classici, attingendo così linfa culturale e sapienza da autori che vivevano nel tempo, da sempre e per sempre. Io visitavo sovente la libreria di Gigi Luna, in Piazza Valnerina, e mi nutrivo, incantato, del pensiero di educatori celeberrimi i cui libri, pubblicati dalla BUR (Biblioteca Universale Rizzoli), erano gli unici alla portata delle tasche di mio padre. Li conservo ancora, come sacre reliquie. Molte persone si impegnavano, dopo la beluinità fascista, nella ricostruzione dell’Italia o nella difesa di valori imprescindibili: democrazia, morale, solidarietà. C’era, ovviamente, anche chi pensava soltanto a propri ignobili interessi. Infatti la vecchia forbice divisoria che connota il genere umano, quella cioè tra uomo libero e cultore di privilegi, era pur sempre presente e, ahinoi, passeranno ancora molti millenni prima che possa sparire. Non era, però, così accentuata come oggi. Una larga base politica esisteva, discuteva, elaborava, inoltrava propri contenuti e proprie proposte (a partire dall’operaio che di domenica discuteva di problemi di lavoro e di incombenze varie con il compagno che gli aveva portato a casa l’Unità, quotidiano del PCI) che sarebbero poi arrivate, gradualmente, fino ai vertici del partito. E così era per gli altri partiti e per le parrocchie (molto indaffarate nella battaglia contro i comunisti, atei e demoniaci), sedi di culto nelle quali si aveva cura dei problemi trascendentali, ma anche di quelli immanenti. C’era ovunque una buona base operativa e un assottigliarsi tenace di cinghie di trasmissione che arrivavano al vertice, alla direzione nazionale, quindi alla parte apicale del partito. Il segretario nazionale era importante, certo, molto più di un compagno o di un amico, ma non era un dio, non era il padrone di tutto, era soltanto il segretario che lottava in funzione di quanto la base
aveva discusso, confrontato, suggerito, chiesto. Tutto questo è sparito! Quel triangolo (o o quel cono o quella piramide, se volete) omogeneo e continuo... non c’è più! La base si è eclissata, inghiottita da paludi mediatiche! Alcuni militanti brancolano ancora nel buio, riciclano vecchi comportamenti e logore maniere di pensare, rendendosi così obsoleti al limite del ridicolo. Altri, da sempre suddivisi tra dieci o più capetti, vivono nel variopinto mercato delle separazioni e delle recriminazioni. Altri ancora si cimentano vantando una piattaforma sul web, ma, nel rispondere sì o no a domande da altri poste, risultano anch’essi eterodiretti. Ci sono poi quelli che si propongono, un giorno sì e l’altro pure, di ricominciare a parlare con i cittadini, ma non ci parleranno mai, perché non sanno cosa dire loro. Infatti, poiché da un uovo di gallina nasce una gallina, non un’oca, cosa vorrebbero dire ai cittadini, le stesse cose di settanta anni fa? Adesso impera il fine dicitore! L’esperto cioè (direttamente o con personale al seguito) di moderne comunicazioni, il cerretano ciarlatano, colui che vende pozioni medicamentose esclusivamente per il bene comune, non per se stesso né per il suo partito (ci mancherebbe! giammai!), colui che nomina come capo (leader, caporale, capitano, generale…) se stesso, fonda il suo partito e, potendo far conto su centri (quasi sempre occulti o provenienti da accidenti che incorrono, prima o poi, nella giustizia) di enorme potere economico e finanziario, crea la sua base di seguaci, formata tanto dal popolino beota quanto da quello interessato ad arraffare. A costoro spiega dettagliatamente come si deve pensare, anzi (detto alla maniera di De Andrè), spiega loro quello che pensano! Per far presa, poi, si ricorre all'isolamento del faber dal sapiens. Al popolino non interessa la cultura, o meglio, non interessa la ricomposizione delle due culture, ma è catturato da quello che vede a prima vista, da quello che impacchetta il muratore, anche se il fare di quest'ultimo altro non è che un insieme di piccoli fatti scollegati da una visione generale, quella che intuirebbe e genererebbe il sapiens, l'architetto. Un cumulo di sassi non sarà mai una casa, così come un insieme di strade non sarà mai una città. Cosa sarebbe della storia della civiltà senza il Partenone, senza Fidia? Separare le mani dalla mente, il faber dal sapiens, è stato sempre il cavallo di battaglia vincente di tutte le dittature! Sarebbe dunque importantissimo, per il nostro futuro, che si dia inizio ad ampi confronti sui progetti ad esso relativi, oltre,
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ovviamente, a dare l'importanza dovuta all'arte, alla scienza e ai sentimenti di accoglienza e solidarietà. Si ricordi: Homo sum, humani nihil a me alienum puto. Questa fenomenale base della civiltà ci è stata donata da un cartaginese, di etnia berbera, che arrivò a Roma come schiavo del senatore Terenzio Lucano e fu poi, ben presto, inserito nel prestigioso Circolo degli Scipioni che lui ha reso immortale. Noi tutti abbiamo, ancora oggi, estremo bisogno di umanità. Di berberi, non di barbari! L’anno nuovo presenta a molti, dunque, la nuova rosa, con la sua immancabile spina: come ricostruire una base umana, seria, colta e democratica? Questo problema, di natura squisitamente culturale, è quello per cui dovremmo cimentarci, tutti. Io avrei qualcosa da dire e da suggerire, ma molte colpe gravano su di me, eretico e straniero in patria: mi piace l’arte, mi impegno nella filosofia e nella matematica (anche pubblicando libri) e adoro la cultura classica. Non faccio parte di una chiesa né di un partito, non appartengo ad una confraternita né ad un rito massonico, ad un club di mutuo conforto giammai e neanche a qualche scampolo di P2! Non porto cravatte né papillon, le mie scarpe non sempre sono tirate a lucido e non so cosa significhi pettinarsi! Mi ha fatto sempre ribrezzo apparire forte attraverso la forza degli altri o sbraitare ai quattro venti senza creare, da solo, alcunché di concreto: i magazine, ad esempio, che pubblico e che da 18 anni leggete, nascono senza nessun mammasantissima dietro, senza un partito alle spalle (Quel che sono lo devo solo a me stesso!). Ma le colpe vere sono ben altre: aver inanellato centinaia di conferenze, su tematiche varie e non di minimo conto, se pensiamo che affrontai quelle di logica e di linguistica insieme a Tullio De Mauro, problematiche di matematica attraverso miei articoli sul magazine Riforma della Scuola di Lucio Lombardo Radice, tematiche di scienza e filosofia con Dario Antiseri, Don Gianni Colasanti, Sergio Bacci, Albano Scalise. Poi l’insegnamento di matematica, fisica e informatica presso il Liceo Classico di Terni e, per due interi anni, a molti professori universitari dell’Università
La Sapienza di Roma e di molti licei Classici e Scientifici di Roma. Ma l'onta che macchia indelebilmente è quella di avere vicino, come amici e collaboratori, una moltitudine eccezionale di persone d'ingegno e di cultura, comprendente tanto i grandi autori che ho iniziato ad amare in gioventù, quanto quelli che oggi vivono all'interno della mia città o fuori di essa. Questo no, questo non può piacere a chi si ispira solo alle puzzonate di grandi fratelli e alla partitica delle dichiarazioni incessanti e grossolane. E così non possono piacere i miei progetti o il mio continuo impegno per unire i Centri della Terra più bella e più ricca del mondo: la Valnerina! Non amo prendere, chiunque sia ad offrire o a donare, prediligo esclusivamente il dare! Ecco, queste mie strane e sospette vicende umane e culturali mi mettono assolutamente fuori gioco rispetto alla brava gente di oggi. La partitica, infatti, ha, al momento, bisogno di altro, ben altro! Se però qualcuno dei miei lettori, di quelli per cui sono ancora importanti cultura, scienza e onestà, o qualche persona onesta di un qualsiasi partito onesto, volessero trovare, in me e nei miei tantissimi e qualificatissimi collaboratori, una sponda per discutere e progettare il futuro del nostro territorio, per costoro, per tutti costoro, saremo sempre disponibili perché avremmo moltissimo da dire e da dare! Spero quindi di non rimanere isolato anche se, quando si tratta di operare per il futuro, spiegare cosa è prevedibile e sarebbe possibile realizzare, costruire progetti, esporre propri contenuti e proprio sapere, allora, normalmente, ci si nasconde dietro una gragnola di lamentele, si inveisce, ci si scandalizza e si invocano le Erinni: qualsiasi cosa, pur di non fare niente di utile e di tirare a campare! Qualsiasi cosetta, pur di far fare agli altri per poterli criticare poi o pur di fare tanto per fare o per far vedere che si fa! Ma, al di là e al di sopra di quanto detto, il vero problema, per i buontemponi, è che, prima di prendere qualsiasi decisione, DEVONO conoscere gli oroscopi per l’anno che verrà!
MOLTISSIMI AUGURI!
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Che cos’è la GAMIFICATION? S Alessia MELASECCHE alessia.melasecche@libero.it
i tratta di uno dei trend emergenti mondiali. Letteralmente traducibile in italiano come “ludicizzazione” (Wikipedia). Si riferisce all’utilizzo di elementi mutuati dai giochi e princìpi di gioco in contesti non ludici (in cui tipicamente non verrebbero applicati) per creare motivazione e modificare i comportamenti dei fruitori/utenti. Fa chiaramente leva su componenti psicologiche: sui fattori che provocano reazioni a livello emotivo e sui bisogni naturali delle persone come ad esempio il bisogno di realizzazione (che si può concretizzare con la conquista dei punti) e del progredire/avanzare (che si può conseguire con la scalata alla classifica), etc. La “ludicizzazione” opera da amplificatore. Qualsiasi possa essere il processo di gamification che andiamo a costruire deve avere un obiettivo che non sia il gioco in sé. Come è facile intuire, questa tecnica trova validamente applicazione in diversi settori come ad esempio quello sanitario per migliorare la prevenzione, quello ambientale per sensibilizzare le persone o quello istruttivo per formare e motivare il personale, nel marketing, nella didattica e in molti altri settori. Un esempio interessante di gamification è quello realizzato da Google per la sua nota piattaforma Maps. Ormai tutti sanno che Google guadagna principalmente dalla vendita di pubblicità, ma per meglio vendere la pubblicità ha bisogno di conoscere i potenziali clienti, quindi le opinioni e le statistiche di migliaia di persone comuni che costituiranno l’obiettivo di una pubblicità mirata. Quindi Google è sempre alla ricerca di contributi e a tale fine ha creato un sistema per coinvolgere più utenti nella sua piattaforma e premiare coloro che si distinguono per qualità e quantità degli apporti testuali o fotografici. In pratica
Utilizzo di elementi mutuati dai giochi e princìpi di gioco in contesti non ludici per creare motivazione e modificare i comportamenti dei fruitori/utenti.
ogni utente può diventare una “guida locale” di Google inviando recensioni, foto e suggerimenti di modifica alle mappe. In cambio l’utente riceve medaglie, punti e, ovviamente, suggerimenti per esperienze di consumo mirate. Più i contributi sono cospicui nei contenuti e precisi, più i punti ricevuti aumentano. Inoltre, c’è un meccanismo di valutazione/validazione da parte degli altri utenti delle recensioni fornite. Il sistema incoraggia a svolgere compiti specifici in linea con le informazioni di cui Google ha bisogno in quel momento, e i riconoscimenti creano un senso di gratificazione dell’utente all’interno di una vasta comunità internazionale. Inoltre, Google ha stimolato all’incontro le “migliori” guide locali, invitandole personalmente, proprio come avviene in un’azienda, organizzando ambitissimi eventi internazionali, spesando completamente la partecipazione dei selezionati. Quali sono i principali errori da evitare se si volesse ricorrere alla gamification? Innanzitutto, ridurla al solo aspetto tecnologico, mentre è una vera e propria metodologia. Poi, va creata in modo accurato l’occasione per il coinvolgimento, sia che siano clienti da attirare, sia che siano impiegati da formare e motivare, non si possono prevedere esclusivamente compiti che devono essere svolti per guadagnare i punti, alla lunga il fruitore perderà motivazione. Infine, non è detto che a tutti piacciano i giochi, quindi impiegare tecniche ed elementi della gamification non è sinonimo di successo assicurato: i fruitori potrebbero non apprezzare la modalità con cui contenuti e/o attività vengono veicolate. La gamification è tutt’altro che un gioco da ragazzi.
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LA CORSA all'ARTICO N Francesco PATRIZI
iels ha costruito con le sue mani la sua casa a Narsaq, in Groenlandia, il paese dove è nato e dove vuole che crescano i suoi figli. Davanti alla sua finestra passano iceberg grandi e lucenti come cattedrali. Sotto i suoi ghiacci, l’Artico custodisce il 40% delle risorse mondiali di combustibile fossile e il 30% di tutte le risorse naturali, tra cui la più grande riserva di terre rare, quei 17 elementi fondamentali per far funzionare la civiltà globalizzata. Tutti stanno aspettando lo scioglimento dei ghiacci per mettere le mani su questo tesoro. La società australiana GME costruirà un porto a Kvanefjeld, da dove partiranno i container verso la Cina, che detiene il monopolio della lavorazione delle terre rare. La calotta artica, nel suo punto più profondo, tocca i tre chilometri, è tanto pesante da deformare la Terra ed è indispensabile per regolare il clima: le acque equatoriali salgono fino a qui, si raffreddano e ritornano innescando il circolo dell’atmosfera atlantica. Se questo flusso si dovesse interrompere, la Corrente del Golfo non si raffredderebbe e il clima non sarebbe più come lo conosciamo. Scienziati da tutto il mondo stanno osservando il risveglio dal sonno glaciale dell’Artico, nessuno sa prevedere le conseguenze, Niels però una cosa l’ha già prevista: davanti alla sua casa ci sarà la più grande miniera di uranio a cielo aperto. La GME prevede di stoccare le scorie radioattive nel lago di Taseq, ma Neils teme una contaminazione delle falde acquifere e, in una terra dove il vento soffia forte per 300 giorni l’anno, le polveri si spargeranno ovunque. La Groenlandia appartiene alla Danimarca, è l’ultima colonia tollerata e sottaciuta dell’Europa, la sua
Nuuk posizione è strategica per la Nato come avamposto contro la Russia, che considera da sempre l’Artico un suo mare privato. La Guerra Fredda ha lasciato una pesante eredità: sommergibili nucleari russi inabissati, basi americane ad alto rischio radioattivo abbandonate, testate nucleari lasciate sotto una coltre di ghiaccio… il riscaldamento globale potrebbe scoperchiare un vaso di Pandora. Nel 1979, la Groenlandia ha negoziato il diritto all’autogoverno e, nel 2009, il diritto al controllo delle proprie risorse, tranne l’uranio, ritenuto di interesse strategico per la Danimarca (che tra l’altro si vanta di essere il primo paese anti-nucleare). Nessuno, in Occidente, vuole che la Groenlandia diventi indipendente, Nuuk, la capitale della Groenlandia, reclama invece l’indipendenza in vista della ricchezza che arriverebbe dal commercio di uranio e terre rare. Se gli scienziati temono lo scioglimento dei ghiacci, le grandi potenze non aspettano altro e si stanno attrezzando per accaparrarsi miniere, riserve, porti, rotte navigabili: è questa corsa all’Artico che blocca ogni accordo contro il riscaldamento globale. L’anno scorso, quando a Milano faceva -3°, a Narsaq la temperatura non è scesa sotto lo zero, il terreno è diventato una poltiglia di fango, nel cimitero le casse sono affiorate in superficie. “Sono gli avi che si risvegliano”, dice Niels, “e non è un buon segno!”.
SI EFFETTUANO CORSI DI PITTURA OLIO, ACRILICO, ACQUERELLO e CORSI DI FUMETTO PER BAMBINI
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I CIRCOLI ARCI DALLA PARTE DEI CITTADINI I nostri sportelli legali nei Circoli
Lo sportello diritti “Jonas contro Golia” nasce nel corso del 2018 all’interno del Circolo ARCI Jonas Club, in Via De Filis 11/B. Lo sportello è aperto tutti i lunedì dalle 17.30 alle 19.30 ed il giovedì dalle 10.30 alle 12.30. Presso lo sportello viene effettuata da parte degli operatori un’attività di orientamento ed informativa legale gratuita di primo livello, nelle materie del diritto civile, del penale e dell’immigrazione; l’attività è rivolta a tutta la cittadinanza ed in particolare alle fasce di popolazione socialmente ed economicamente più deboli. Il lunedì pomeriggio l’attività di sportello viene effettuata in collaborazione con l’ADiC (Associazione per i Diritti del Cittadino), associazione di promozione dei diritti dei cittadini presente su tutto il territorio umbro e federata al Movimento Consumatori Nazionale, al fine di fornire assistenza specializzata nella tutela del consumatore (diffide, reclami, contenziosi con fornitori di servizi acqua energia elettrica gas telefonia etc), previa iscrizione all’AdiC per l’apertura della pratica. A lato della attività di sportello legale, “Jonas contro Golia” è attivo come laboratorio dei “Diritti”, utile per organizzare gruppi studio, campagne anti-discriminazione, presentazione libri; in tale ambito, ogni primo lunedì del mese, dalle 17.30 alle 19.30, viene svolto un servizio di informativa sul testamento biologico. È consigliabile prendere appuntamento, telefonando al 340/2746547. Presso il Circolo “Accademia del Tempo Libero” a Terni in Via delle Conce, 40 è attivo lo Sportello del “Movimento Consumatori”, tutti i lunedì dalle 14 alle 17, solo su appuntamento chiamando prima i numeri 329/9851236 o 333/7835785 Al Circolo “Il Germoglio” di San Gemini è possibile usufruire dello “Sportello Legale” il sabato mattina alle 10.30, prenotando prima al numero 371/3630104
PARLIAMO DI VIOLENZA L
’etica contemporanea si propone un traguardo ambizioso quale mai alcuna etica osò: eliminare la violenza. La violenza, si dice, appartiene alla bestia; essa tuttavia compare agli inizi di molte grandi imprese: Caino uccidendo Abele inizia la storia dell’umanità, Romolo uccidendo Remo inizia quella di Roma. Ferrarotti diceva che la violenza è fondante; e non diceva una sciocchezza. Gli Stati sono ambigui a tale proposito; essi la riservano a sé, vietandola al privato: un morto fatto da me è delitto, un milione fatto dallo Stato è gloria. Coerentemente anche il Codice Rocco, nato nel ‘33 sotto un regime che certo non spregiava la violenza, la vieta sia come violenza privata, sia come violenza carnale, sia come atti di libidine violenti. La Chiesa l’aborre, costretta poi a salti mortali per giustificare le proprie remote vicende umane e storiche. Insomma, per lo Stato moderno, come per quello antico, la violenza del privato non è ammissibile non tanto per un principio etico, quanto per una questione di stabilità: se si consente la violenza a tutti si cade in quell’anarchia che proprio gli Stati a regime più illiberale e violento temono di più. Per lo Stato, la sua violenza è ordine, tutte le altre sono disordine. Nel momento in cui lo Stato reprime la violenza tramite le proprie leggi, sembra affermare che il privato cittadino possa vivere una vita senza alcuna pulsione violenta o comunque, quando ce l’abbia (nessuno è perfetto), reprimendola. Nascono, coerentemente con tale impostazione, norme e istituzioni sempre più severe al riguardo: telefoni colorati, consultori e tutta una serie di mezzi che hanno lo stesso lodevole risultato: ridurre
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Vincenzo POLICRETI
l’Homo, in quanto sapiens, ad animale pacifico. Sarà possibile? La sfida è interessante perché è contro l’intera storia di tutti i tempi e di tutti i popoli: Guelfi e Ghibellini, cattolici e albigesi, serbi e croati, romanisti e laziali... e se quando si parla di massimi sistemi si può anche cadere nella tentazione di giustificare la violenza con il suo fine, non si vede davvero quali torti faccia un povero romanista a un povero laziale e viceversa. Le cause invocate sono sempre diverse ma –guarda caso– la soluzione che risolve il problema è regolarmente violenta: provate a mettere un ultras romanista accanto ad uno laziale e a dirgli “Ora esprimete civilmente le vostre ragioni”. Le soluzioni che le agenzie etiche e religiose propongono sono dirette a controllare il momento in cui la violenza si rivela, mai quello in cui si forma, per l’ottimo motivo che in quale momento essa si formi nessuno sa. Alle volte si spiega l’omicidio con il comportamento dell’ucciso (come nel caso del “canaro”), però in tal caso non si spiega l’originaria violenza dell’ucciso, ma si danno generici giudizi etici che, se esprimono ciò che ci si augurerebbe avvenisse, non chiariscono cosa invece avvenga. Quando si cerca di trovare l’origine di una violenza, privata o pubblica, ci si trova invariabilmente di fronte a un’altra violenza: il nazismo nacque per come era stata trattata la Germania a Versailles. Giusto, ma la violenza di chi trattò la Germania a quel modo come si spiega? Si risale al problema dell’uovo e della gallina. Non è un caso che più si cerca di reprimere la violenza in un settore, più essa dilaga in altri: gli omicidi (femminicidi compresi) sono in costante calo statistico, ma il fenomeno del bullismo è in aumento, così le violenze sui minori e le microviolenze. Gli Stati uniti, purtroppo nostro modello (si pensi all’enorme uso di termini anglosassoni che facciamo anche quando l’italiano ha termini migliori) sono un paese violentissimo tanto a livello statale quanto a livello privato. Vi sono naturalmente moltissime altre osservazioni da fare, per esempio sulle differenze di violenza tra paesi simili (come Usa e Canada). E non è forse un caso (ma andrebbe verificato) se davvero i Paesi più primitivi, dove minori sono le pastoie delle leggi, sono i meno violenti (almeno a sentire la Mead sulle mitiche Samoa). Resta il fatto che scatenare gente che aveva sempre convissuto pacificamente e far che si ammazzi di santa ragione è assai facile. Farli smettere, assai difficile: anche il rancore è violenza. Un dubbio: hai visto mai Caino e Abele fossero non un buono e un cattivo, ma solo le due facce di un’unica umanità, inevitabilmente bifronte?
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Eternità,
incontri per gli amanti della cultura, del bello, dell’umanità. Cosa sarà di Terni, costretta al veleno dei fumi e dei gas? Cosa avverrà di Terni, se vittima imbelle di chi ignora il domani? Cosa sarebbe di Terni, senza fiori, senza libri, senza sorrisi? Vivrebbe ancora Terni senza la sua connaturata umanità? Costruiamo insieme allora e impegniamoci nella NUOVA POLITICA, opposta alla partitica, che invoca solo cultura e progetti. Insieme perché ... ... abbiamo bisogno di cultura, unica grande speranza ... è bello raccontarci favole vere ... è bello capire la scienza e sentire l’arte ... è bello stare insieme a tutte le età ... è bello fondare e inaugurare la nuova POLITICA. Ti invito a percorrere un po’ di strada insieme a noi. Per l’iscrizione basta un sorriso. Giampiero Raspetti
INCONTRI
AMORE PER COORDINAMENTO
GIOVEDÌ 6/2 15,40 – 15,50 16,00 – 16,50 17,00 – 17,50
La nostra Politica Origine e significato della poesia Riscopriamo la bellezza di Terni
GIOVEDÌ 20/2 16,00 – 16,50 17,00 – 17,50
Noterelle culturali: Iconografia Amorosa Poeti sconosciuto ai più
GIOVEDÌ 5/3 16,00 – 16,50 17,00 – 17,50
La città di Metelli Giulio Briccialdi, il virtuoso tra i virtuosi
Paolo Leonelli Gian-Luca Petrucci
GIOVEDÌ 19/3 16,00 – 16,50 17,00 – 17,50
Curiosità scientifiche Lo Sport è cultura, socialità, salute, turismo
Vittorio Grechi Benito Montesi
GIOVEDÌ 2/4 16,00 – 16,50 17,00 – 17,50
Letture di Classici Il teatro di Alberto Freddi
Lorenzo Segoloni Anna Maria Bartolucci
GIOVEDÌ 16/4 16,00 – 16,50 17,00 – 17,50
Eventi eccellenze tradizioni di Terni Virgilio Alterocca e la Valnerina Illustre
Loretta Santini Giampiero Raspetti
GIOVEDÌ 30/4 16,00 – 16,50 17,00 – 17,50
Stanislao Falchi, il musicista poeta La città di Bazzani
Gian-Luca Petrucci Paolo Leonelli
GIOVEDÌ 14/5 16,00 – 16,50 17,00 – 17,50
Curiosità scientifiche Capire la matematica
Vittorio Grechi Giampiero Raspetti
GIOVEDÌ 28/5 16,00 – 16,50 17,00 – 17,50
Lo Sport per disabili, uno dei moderni Diritti Umani Il teatro di Antonio Spaccatini
Benito Montesi Anna Maria Bartolucci
GIOVEDÌ 11/5 16,00 – 16,50 17,00 – 17,50
Letture di Classici Alessandro Casagrande Tra tradizione e modernità
Lorenzo Segoloni Gian-Luca Petrucci
Giampiero Raspetti Marcello Coronelli Loretta Santini
Anna Maria Bartolucci Marcello Coronelli
In riserva, nei casi di assenza del coordinatore, ci saranno incontri di Latino e Greco quotidiano tenuti da Giampiero Raspetti.
Per collaborare con La Pagina IBAN: IT66X0622014407000000000993 MENSILE A DIFFUSIONE GRATUITA DI ATTUALITÀ E CULTURA
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• I NOSTRI PROGETTI •
CAMMINANDO CON VALENTINO
Giampiero RASPETTI
Una straordinaria risorsa per il futuro del nostro territorio Esiste, sulla superficie del globo terracqueo, un luogo favoloso, uno dei più belli che la natura abbia saputo generare. Un fiume dalle acque limpide, fresche, che scorre non impetuosamente, fiancheggiato da vegetazione lussureggiante. In moltissimi suoi tratti le chiome degli alberi delle due sponde si abbracciano sopra le acque per formare vere e proprie gallerie verdi. Il sentiero che costeggia il fiume unisce due luoghi sacrali, entrambi intreccio mirabile dell’opera somma della natura e dell’uomo. Mi riferisco al sentiero che unisce Terni Centro con Terni Cascata delle Marmore, una delle tante punte, quest’ultima, della nostra splendida corona territoriale. L’hanno sempre chiamata conca, ma per me, che l’ho sempre vista come una corona, il primo termine assume una connotazione volgare, di luogo basso, acconcato, mentre Terni è un luogo pianeggiante con un contorno circolare di monti a fargli da corona. Le sue punte sono, appunto, Collescipoli, Miranda, Papigno, Marmore, Cascata delle Marmore, Piediluco, Torre Orsina, Collestatte, Rocca San Zenone, Valserra, Cesi. Il gruppo di ricerca formato da eminenti professionisti quali Edoardo D’angelo, Don Claudio Bosi, Miro Virili, Paolo Leonelli, Loretta Santini, Rosella Mastodonti che ho avuto l’onore di coordinare, ha, tra altro, documentato gli studi del Virili stesso, dimostrando come il Valentino di Casteldilago di Arrone, il Valentino di Ceselli di Scheggino e il Valentino di Terni siano la stessa persona. Capirete dunque che si apre, per tutti noi, il Cammino di Valentino, da Terni a Scheggino (per congiungersi poi, dopo Scheggino, con quello di San Francesco), un Cammino che è bloccato solo dal tratto ternano, poiché, dopo, è già del tutto percorribile. Camminando con Valentino, da Terni a Scheggino, costeggiando il Nera, ci porta a collegarci con Spoleto e Norcia, mentre attraverso Polino o Piediluco ci porta a collegarci turisticamente con la Valle Santa Reatina, giungendoci anche da Stroncone e dai Prati di Stroncone. Due anni fa, quando ospitai, per il secondo anno consecutivo, una decina tra professoresse e professori universitari e dei licei provenienti da varie nazioni europee, nel corso di un incontro di benvenuto che si teneva nella sala del Consiglio Comunale, il Prof. Arve Konnestad chiese al Sindaco Leopoldo Di Girolamo, per ben due volte, con la serietà e la precisione che contraddistingue i norvegesi, cosa avrebbe dovuto fare, nel suo Paese, per far sponsorizzare proprio il tratto Terni-Marmore e farne luogo di visita da parte dei suoi connazionali. Aggiunse anche che è lo Stato Norvegese stesso a pagare molte visite culturali ai suoi concittadini e proprio per questo motivo Arve insistette molto dichiarandosi completamente a nostra disposizione. Gli altri colleghi presenti, miei collaboratori per gli studi su San Valentino e sui Diritti Umani, si dissero tutti disponibili a far sì che anche le loro città di provenienza potessero sponsorizzare segmenti dell’intero percorso. Stiamo ancora aspettando, io, Arve e i colleghi.
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• I NOSTRI PROGETTI •
Percorso ciclopedonale fra la città di Terni e la Cascata delle Marmore Paolo LEONELLI
Il percorso ha immense valenze, sia culturali che turistiche. Gli elementi naturali quali acqua, flora e rocce, sono unici, non serve altra descrizione. Basti il toponimo “Capri”, con il quale a Terni si indicava il tratto fluviale retrostante lo stadio di Viale B. Brin, per immaginarne la bellezza. Urge allora recuperare la relazione fra il centro città e la Cascata. Io propongo la realizzazione di un tracciato ciclopedonale in riva sinistra della Nera. Con la pista ciclabile si potrà agevolmente raggiungere la Cascata, sia a piedi che in bicicletta e godere, lungo tutto il percorso del fiume, di una splendida ed incontaminata Valle Nerina. Questa via appare ancora oggi quasi miracolosamente integra e permetterebbe la riscoperta di un silente ambiente naturale costituito da limpide acque, folta vegetazione, scogliere e massi scolpiti da un secolare lavoro delle correnti; viaggio sempre vario e con infiniti e pittoreschi scorci. Fra ponte Garibaldi e la Cascata poi, oltre alla incontaminata natura, la via potrà relazionarsi con la riscoperta e pertanto la valorizzazione di siti di archeologia industriale di assoluta rilevanza: canali di derivazione per la forza motrice delle industrie, il ponte diga “ben triste fine per un’opera che tanto contribuì allo sviluppo industriale di Terni e di cui le generazioni successive non hanno saputo trarre profitto”, i manufatti della Cervara, la Centrale di Galleto, gli stabilimenti del carburo a Papigno.
Inoltre siti storici quali i canali: “e a valle del canale nerino le prese degli antichissimi canali del Raggio vecchio, del Raggio Nuovo e della Ferriera”, il ponte preistorico del Toro, il ponte naturale e l’abitato di Papigno. Poi recenti e significative realizzazioni: il bel Ponte della Terni Rieti, gli ex studi cinematografici di Papigno; non ultime le recenti attività sportive che precedono l’arrivo alla “paurosa caduta”. Dovremmo dunque ripristinare uno storico collegamento tra il centro di Terni e la sua Cascata, ma a questo possono aggiungersi ulteriori significativi sviluppi: l’esecuzione di un ascensoremontacarichi che consenta il superamento del dislivello di circa m 170 tra la quota della Nera e quella dell’altopiano delle Marmore. Superata la difficoltà del dislivello si aprirebbe un vario ed eccezionale ventaglio di facili percorsi pedonali e ciclabili lungo il fiume e i laghi Velini, con mete di grande rilievo, con il bacino Piedilucano e la Valle Reatina; si segnala inoltre la grande valenza di un ulteriore collegamento con la Rocca di Sant’Angelo dalla quale si ammira un panorama a 360 gradi che consente di godere pienamente della vista totale della conca Ternana, della Valnerina, sin quasi al Vettore e delle cime abruzzesi. Non ultimo il recupero della cava di Papigno, accessibile sia da valle che da monte, che potrebbe avere uno sfruttamento unico con la realizzazione di un teatro all’aperto. Aspetto fiducioso.
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• I NOSTRI PROGETTI •
Il sentiero tra TERNI e la CASCATA La nascita di un B&B lungo il fiume Marco CARLINO
Fu la fortuna a far sì che la città di Terni venisse a sorgere proprio a pochi km dall’ottava meraviglia del mondo antico, la superba Cascata delle Marmore? O forse fu la lungimiranza di antichi popoli Umbri, tra cui quello dei Naharti, che fin dal X sec aC crearono i primi insediamenti di un villaggio, proprio nel punto dove la stupenda valle del fiume Nera sfociava nella conca ternana e l’antico lago Velino lentamente precipitava nel fiume sottostante filtrando attraverso la rupe calcarea di Marmore? Io penso che fu accortezza e perspicacia quella che trasse così mirabile profitto da quanto la natura offriva. Fino al rinascimento però ben poche persone si avventuravano in quella gola orrida e selvaggia per ammirare il fragoroso scroscio delle acque. Quando, tra il 1700 ed il 1800, Terni divenne una delle città più famose del continente e grandi artisti e letterati del Nord Europa, tra i quali George Gordon Byron e Jean-Baptiste Camille Corot, venivano ad ammirare, cantare e dipingere “l’orrido salto”, per raggiungerla bisognava salire da colle Obito fino al borgo di Papigno e poi ridiscendere attraverso impervi boschi fino al fiume. Eppure il percorso è lì, da sempre, tracciato dalla natura. Un fiume bellissimo e selvaggio che corre serpeggiando tra bianche rocce calcaree e lussureggiante vegetazione. E proprio nel bel mezzo di questo cammino, dove il Nera si rigira in un’ampia ansa, ritagliando ai monti un piccolo fertile lembo di terra protetto da un’alta parete rocciosa, che fin da tempi immemorabili sorge una torre, trasformata poi in un casale ed infine ridotta a rudere dal tempo e dalla guerra. Fu senza dubbio un gran colpo di fortuna, che mi portò un giorno ad imbattermi in questo antico gioiello adagiato sulle sponde del fiume. Decidere insieme alla mia famiglia di comprarlo fu inevitabile. L’idea di
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trasformarlo in una attività ricettiva l’avevo da sempre, fin dall’inizio dei miei studi da architetto. Ed anche il nome era già scritto nella natura di quel luogo: B&B La Porta della Valnerina. All’intorno trovai antichi sentieri che univano la torre al borgo di Papigno correndo lungo il fiume. Scoprii, ripulendo il bosco, molte grotte, cavità scavate dall’uomo, ed un tunnel utilizzato come rifugio della guerra lungo 30 metri che si addentra nelle viscere della rupe di Cervara. Ed ancora, trovai opere idrauliche sull’antico canale Cervino risalenti forse ai romani, i resti di una vecchia diga ottocentesca crollata nel fiume… rinvenni monete di varie epoche sotto terra, proiettili risalenti alla II guerra… scoprii scorci del bosco incredibilmente simili alle vedute ottocentesche dei Boschi di Papigno, che fanno presupporre che alcuni di quegli artisti (i cosiddetti Plenaristi) vennero proprio in questo parco a rappresentare questi luoghi incantati. Ho trovato più di 2000 anni di storia racchiusi in questo piccolo, magico, fazzoletto di terra. Il progetto del sentiero ciclo-pedonale Terni-Cascata mai come adesso è vicino a diventare una realtà. L’Amministrazione Comunale ci sta lavorando da molti anni, ci sono i progetti, ci sono i finanziamenti. Ma le difficoltà tecniche e burocratiche
sembrano essere moltissime e solo con il massimo impegno di tutti potremo vederlo realizzato entro poco tempo. Il giorno in cui questo percorso, disegnato dal fiume millenni fa, vedrà la luce, avremo finalmente i grandi benefici che meritiamo e che probabilmente oggi non riusciamo nemmeno a presagire.
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Qua e llà…’n bo’ de ‘stronomia Se la Terra era piatta, appena ‘rzavamo l’occhi e gguardavamo ‘ttornu la vedevamo tutta. Lu Zzènitte è lu puntu che ‘gnunu de noi cià sopra la capoccia su lu celu… lu Nadìrre è qquillu da ‘ll’andra parte. Tutte le stelle parono rotà su lu celu meno che una, la polare, perché sta sopra lu Polu Norde… ‘mmaggina ‘na stanza tutta ‘mbrattàta de stelle e ttu che tte metti a ggirà su tte stessu sotto lu lampadariu... te vidi certe stelle che ‘na vòrda te stanno a ddestra, ‘na vòrda a ssinistra, ‘n’andra vòrda de dietro mentre lu lampadariu te sta sempre sopra la capòccia. Li razzi quanno artornono su la Terra, déono sta ‘ttentu a ccome rientrono su l’attomosfèra… non devono entràcce nné ppocu a sguìnciu nné ttroppu sinnò... o pijono focu o schizzono via come ‘n sassu lanciatu a slisciu su ll’acqua… e ccevedémo! Pe’ la forza de gravidà pesàmo de più a li Pòli che all’Equatore… mica sulu pe’ qquella!. Durante l’eclisse de Sole la Luna, ccucì ppiccola, riesce a ccopricce lo Sole, ccucì ggrossu, perché ce sta tantu più vvicina de essu. ..è ccome se tte mittissi ‘na mano davanti a ll’occhi p’arpàra lu palazzu de fronte. L’eclisse anulare de Sole ce sta quanno la Luna ce riesce a ccuprì sulu la parte llà mmezzu… ‘mbè la
mano de prima allontànela ‘n tantinu de più da ’ll’ occhi e ppo’ arguàrda lu palazzu de fronte. L’inerzia è qquella forza che tte fa métte a ssede’ quanno parte l’atobbùsse e cche tte fa ‘nna’ a ‘bbraccia’ l’autista quanno fréna de bbottu. Le ggiornate da lu primu all’urdimu de ‘stu ggennaju s’allungono quaci de ‘n’oretta e... le nottàte s’accorciono. Li ‘strònumi e li ‘stròfili cià ‘ssicurono che lo Sole... la prima quindicina de ggennajo (...e ppocu più) sta su lu Saggittàriu e ll’andra quindicina ...(e ppocu meno) sta su lu Capricòrnu mentre li ‘stròloghi ce dicono ‘nvece che ‘n po’ sta su lu Capricòrnu e ‘ll’andru po’ su l’Acquariu... ???... la cosa positiva è cche co’ ll’oroscupu c’émo più possibilità de scérda!
Paolo CASALI
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Senologia D
escrizione La senologia è la disciplina medica che si interessa di tutte le problematiche relative ai problemi al seno, altresì detto, secondo la terminologia medica, “mammella”. Sebbene questa venga conosciuta soprattutto come elemento anatomico tipico del corpo femminile, bisogna considerare che la mammella è presente anche nel maschio. In forma rudimentale infatti, possiamo individuarla anche nel corpo maschile e proprio come avviene per le donne, anche negli uomini essa è soggetta al rischio di malattie e patologie specifiche. Mentre inizialmente infatti lo studio delle patologie alla mammella veniva ricondotto principalmente alle analisi ginecologiche, ora tale disciplina abbraccia un ventaglio molto più ampio di specialità e comprende la radiologia, la chirurgia, l’endocrinologia, l’oncologia e l’anatomia patologica. Questo è dovuto principalmente al fatto che i problemi di carattere oncologico richiedono diagnosi ad ampio raggio, processi di stadiazione e cure che possono richiedere l’intervento di diverse figure professionali.
personale dedicato alla raccolta e analisi dei dati clinici. Nel prossimo futuro è verosimile si aggiungano altre figure professionali. L’integrazione funzionale delle professionalità, secondo le modalità richieste per l’accreditamento, consente di garantire un percorso di cura di qualità, efficacia ed efficienza, elevate e misurabili. È infatti dimostrato che chi viene curato in un centro di senologia multidisciplinare ha una probabilità maggiore di sopravvivere al tumore: del 18%.
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ormazione professionale La diagnosi è del resto una delle armi più potenti da noi possedute per arginare la pericolosità della minaccia che il cancro al seno costituisce tutt'ora per la vita di molte donne. La senologia non è una specializzazione medica ufficiale, e non esiste una scuola universitaria apposita. Tuttavia la materia ha assunto una rilevanza non trascurabile, tanto che si auspica che ad essa possa essere in futuro dedicata una specializzazione vera e propria. • LA CURA DEVE ESSERE MULTIDISCIPLINARE A caratterizzare le Breast Unit è la multidisciplinarietà, un requisito imprescindibile. All’interno della Breast Unit lavorano in modo integrato radiologi, tecnici sanitari di radiologia medica dedicati, chirurghi senologi e chirurghi plastici, anatomopatologi, oncologi medici, radioterapisti oncologi, genetisti, medici nucleari, psicologi, fisiatri, fisioterapisti, infermieri con formazione specifica nonché Direttore Sanitario
Dott.ssa Lorella
Fioriti
Specialista in Radiodiagnostica, Ecografia, Mammografia e Tomosintesi Mammaria
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La Fertilità Femminile e Maschile: informare per prevenire Sia la Società italiana di andrologia e medicina della sessualità che la Società italiana di Ginecologia e Ostetricia informano da tempo, insieme al Ministero della Salute, che in molti paesi del mondo si sta registrando un aumento delle malattie croniche della sfera riproduttiva e sessuale maschile, in buona parte legate a comportamenti scorretti o dannosi acquisiti in età giovanile. Purtroppo la prevenzione andrologica è stata a lungo trascurata ed è proprio in questa fase della vita che diverse affezioni andrologiche possono generare conseguenze tali da compromettere la funzionalità dell’apparato genitale maschile. Le donne italiane, d’altro canto, diventano madri più tardi che in passato e sono anche aumentate le malattie sessualmente trasmissibili (MST) che, oltre a procurare immediati e generali problemi di salute, possono poi causare danni all’apparato riproduttivo. Per le donne l’età può rappresentare un problema per la fertilità come l’obesità o l’eccessiva magrezza. Ritrovare il peso-forma aiuta, nella maggior parte
dei casi, a normalizzare i cicli mestruali e recuperare la fertilità. Altro problema che riguarda sia gli uomini che le donne è il fumo: le fumatrici sono meno fertili, si riducono infatti, per ogni ciclo, le loro possibilità di concepire e impiegano più tempo a restare incinte. Il fumo danneggia anche gli spermatozoi: si riduce il numero, la vitalità e la qualità. Quante più sigarette si consumano, tanto più cresce il rischio di danni al DNA. Sia le donne che gli uomini devono fare attenzione alle infezioni provocate da malattie sessualmente trasmesse (la Chlamydia in particolare) poiché possono interferire con la fertilità. Anche l’abuso di alcol può compromettere la salute riproduttiva sia nella donna che nell’uomo causando impotenza e calo della libido. Infine, gli steroidi anabolizzanti utilizzati per aumentare la forza e la massa muscolare possono avere effetti collaterali gravi sia di tipo organico che psichico. Si blocca la produzione dell’ormone maschile, vi può essere un’alterazione dei caratteri sessuali secondari e si può incorrere in malattie cardiovascolari o tumorali.
DR.SSA GIUSI PORCARO
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PER IL TRATTAMENTO DELLA TENDINOPATIA CALCIFICA DELLA SPALLA Il deposito di calcio nei tendini della spalla è una patologia non molto frequente che colpisce di più il sesso femminile nella quarta-quinta decade di vita. Soprattutto nella fase acuta può essere causa di dolore molto intenso con importante limitazione funzionale,
mentre nella fase cronica i sintomi spesso sono più modesti. Il suo trattamento prevede la terapia farmacologica orale e/o infiltrativa, le terapie fisiche, le onde d’urto (da preferire le focali sotto controllo ecografico – manu medica). Se tali trattamenti risultano inefficaci, prima di un intervento artroscopico trova indicazione la litoclasia ecoguidata che consiste nell'effettuare, in anestesia locale, sotto controllo ecografico, mediante l’infissione di due aghi che arrivano a livello della calcificazione, un lavaggio con soluzione fisiologica che permette di asportare in parte o totalmente la calcificazione. È una procedura ambulatoriale che dà risultati soddisfacenti nel 70-80% dei casi.
Dott. Vincenzo Buompadre
Spec. Ortopedia e Traumatologia Spec. Medicina dello Sport - Terni Murri Diagnostica, v. Ciaurro 6, 0744.427262 int.2 - Rieti Nuova Pas, v. Magliano Sabina 25, 0746.480691 - Foligno Villa Aurora, v. Arno 2, 0742.351405
www.drvincenzobuompadre.it
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AZIENDA OSPEDALIERA
SERVIZIO DI PSICOLOGIA OSPEDALIERA Dalla clinica alla formazione, una realtà in crescita
Direttore: Dott. David Lazzari SERVIZIO DI PSICOLOGIA OSPEDALIERA Azienda Ospedaliera S. Maria di Terni
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l servizio di Psicologia dell’Azienda Ospedaliera Santa Maria di Terni rappresenta una realtà unica in Umbria e ancora non adeguatamente presente in Italia. Nato nel 1998 come struttura autonoma afferente alla Direzione sanitaria, si occupa di clinica e formazione a trecentosessanta gradi. Nel tempo il servizio ha progressivamente ampliato il suo ruolo all’interno dell’Azienda Ospedaliera, formalizzando nuovi protocolli di intervento in collaborazione con altri reparti ospedalieri e rispondendo alle nuove esigenze di un ospedale come quello ternano. “La presa in carico della persona e non del paziente, secondo un modello bio-psicosociale -afferma il dott. David Lazzari, direttore del Servizio- non può prescindere dalla componente psicologica che incide in maniera significativa sulla persona malata e quindi sulla sua aderenza ai trattamenti e sul percorso di cura”. Si è passati così da un approccio prettamente clinico nel supporto dei malati cronici ad una strategia di accoglienza e gestione sinergica della persona al centro del sistema di cura. A permettere tutto ciò è stata una reale collaborazione con medici ed infermieri impegnati in numerosi eventi
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formativi finalizzati proprio all’acquisizione di adeguati strumenti comunicativi e relazionali. “La possibilità di fornire un intervento psicologico adeguato a pazienti con patologia organica all’interno di un ospedale come quello di Terni -aggiunge il dott. Lazzari- ci ha portato ad incrementare la collaborazione con il personale sanitario, fornendo degli strumenti relazionali indispensabili e aiutando il personale stesso a migliorare la qualità del proprio lavoro.” Lo psicologo è pertanto parte integrante della valutazione clinica e del percorso di cura, partecipando per esempio ai gruppi oncologici multidisciplinari (GOM) della mammella e alla stesura dei piani diagnostico-terapeutici assistenziali come quello del cancro del seno. L’istituzione nel 2015 del Centro d’Ascolto Psicologico (ubicato nel primo seminterrato ala nord), ha sicuramente determinato una svolta nel progetto di intervento psicologico del servizio, permettendo a tutti coloro che avevano bisogno di supporto di poter avere in tempo reale una prima consulenza psicologica. “La creazione del Centro di Ascolto Psicologico -spiega il dott. Lazzari- rappresenta un canale diretto e privilegiato con la psicologia per tutti coloro che in maniera diversa si confrontano con la malattia fisica o con il disagio psichico”. L’obiettivo, sicuramente raggiunto, era quello di sensibilizzare pazienti e operatori sanitari rispetto ad una corretta interpretazione di quello che possiamo definire un problema psicologico, ma che, in realtà, rappresenta un riscontro psichico sano e fisiologico di fronte ad eventi di vita altamente stressanti. L’attività in numeri. Nel 2019 sono 927 le persone che si sono rivolte al Centro d’Ascolto, anche solo per chiedere
informazioni sulla possibilità di avere un supporto, e 297 i colloqui effettuati al momento dell’accesso per valutare la richiesta e definire una presa in carico o un invio ad altra struttura territoriale di competenza. Il servizio di Psicologia ha effettuato 4174 prestazioni (dati CUP), con particolare attenzione alla psicoterapia individuale, per un totale di 1624 sedute, e alla valutazione psicodiagnostica, che raggiunge le 1093 prestazioni. “In merito alla valutazione psicodiagnostica –spiega la dott.ssa Roberta Deciantis psicologa dirigente del servizio- un impegno significativo è relativo al protocollo C.M.O. (Centro Multidisciplinare per l’Obesità) e allo studio Esinodop (Early Sleeve Gastrectomy in new onset diabetic Obese Patients), in collaborazione con le strutture di Diabetologia e Nutrizione Clinica e Chirurgia Addominale. Il primo valuta l’idoneità psicologica delle persone che iniziano un percorso con la possibilità di intervento di chirurgia bariatrica, il secondo è un complesso studio sperimentale medico-scientifico”. Oltre alla valutazione psicologica secondo le linee guida Sicob (Società Italiana di Chirurgia dell’Obesità), l’intervento psicologico nelle persone obese prevede anche una presa in carico individuale e interventi di gruppo psicoterapeutici e psico educazionali. Nel 2019 sono state effettuate 1320 prestazioni per gruppi psicoeducazionali. “L’attività del Servizio di Psicologia si svolge per gran parte all’interno di protocolli strutturati che permettono una presa in carico globale del pazienti con patologia cronica, facilitano un percorso completo per patologie particolarmente importanti sul piano sia dell’incidenza che dell’impatto psicologico -spiega la Dott.ssa Deciantis- e interessano tra l’altro la Rianimazione per il supporto ai pazienti vigili e ai familiari, e il
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SANTA MARIA DI TERNI Codice Rosa. Una funzione molto importante svolta dal servizio di Psicologia è rappresentata dalla formazione del personale ospedaliero. “La Formazione infatti -spiega il dott. Stefano Bartoli, psicologo dirigente del servizio- ha una diretta ricaduta sul benessere degli operatori, sulla prevenzione dello stress lavorativo, sulle competenze relazionali e sulle abilità comunicative, con un beneficio indiretto su tutte le persone assistite in ospedale”. Il servizio di Psicologia ha sviluppato delle modalità di formazione fortemente interattive dal carattere innovativo e laboratoriale, che hanno riscontrato un elevato indice di gradimento nei questionari di valutazione compilati dai più di 200 partecipanti formati nel 2019. “Accanto all’acquisizione di conoscenze teoriche, i professionisti -aggiunge Bartolivengono coinvolti in laboratori esperienziali che partono dalla valorizzazione delle loro esperienze vissute e li coinvolgono in un confronto profondo, intimo e stimolante, che ne potenzia le possibilità di reale ricaduta nelle prassi assistenziali, sul clima
organizzativo dei reparti e sulle relazioni interprofessionali”. Sulla base delle esigenze formative riscontrate nel personale ospedaliero, nel 2019 sono state proposte complessivamente 16 edizioni di corsi di formazione su temi sensibili e strategici quali: “La Comunicazione e la Relazione con il paziente”, “Prevenire gli atti di violenza a danno degli operatori sanitari”, “La Gestione dello Stress nelle situazioni di Emergenza per Addetti Antincendio”, il “BenEssere in Ospedale: incontri di promozione del benessere lavorativo e rilassamento guidato”, ”La Comunicazione ed il lavoro in team nell’Aggiornamento e sviluppo delle competenze dell’OSS”, il "Benessere organizzativo e miglioramento dei processi aziendali". L’Azienda ospedaliera di Terni ha chiesto che tutti i corsi siano riconfermati per il 2020, raddoppiandone le edizioni e aggiungendo un nuovo corso su un altro tema dal forte impatto sugli assistiti quale “La relazione con il paziente e la comunicazione delle cattive notizie”.
CENTRO D’ASCOLTO PSICOLOGICO Primo piano seminterrato ala nord Dal lunedì al venerdì ore 10,30-13 Martedì e giovedì ore 10,30-13 e 15,30-17 AMBULATORIO PER PAZIENTI ESTERNI Presso l’Ambulatorio si effettuano visite, colloqui e valutazioni psicodiagnostiche (per appuntamenti telefonare ai numeri 0744-205297 o 0744-205667) e Psicoterapia individuale o di gruppo per soggetti che rientrano nei protocolli di intervento del Servizio.
ÉQUIPE Dott. David Lazzari, Responsabile Dott. Stefano Bartoli, Psicologo Dirigente Dott.ssa Roberta Deciantis, Psicologa Dirigente Dott.ssa Barbara Broccucci, Psicologa Borsista (Aucc) Dott.ssa Silvia Leonardelli, Psicologa Borsista Dott.ssa Sara Meloni, Psicologa con Assegni di Ricerca (Università degli Studi di Perugia) Dott.ssa Silvia Petrini, Psicologa con Assegni di Ricerca (Università degli Studi di Perugia) Chiara Cantalupo, Infermiera Il Servizio di Psicologia accoglie giovani psicologi in formazione post–laurea e specializzandi.
Servizio Fotografico Alberto Mirimao
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ANZIANI E RESIDENZA SICURA quello che dobbiamo conoscere per una scelta consapevole
Rendersi conto del fatto che uno dei nostri cari potrebbe aver bisogno di assistenza costante può essere un momento difficile per una famiglia, ma è il primo fondamentale passo verso una tempestiva e appropriata soluzione al problema, ad esempio cominciando a valutare il trasferimento in una residenza per anziani. In tutti i familiari che si rivolgono ad una Struttura specializzata si avverte la necessità di essere tranquillizzati rispetto alla gestione degli Ospiti in struttura. I grandi titoli di giornale su ciò che a volte purtroppo accade all’interno di asili e case di riposo spaventano tutti noi e complicano ancora di più tale scelta. Grazie però a leggi e controlli, la situazione in Umbria non è così disastrosa. Prima di tutto dobbiamo sapere che nella Regione Umbria, nel 2000 è avvenuta una categorizzazione e regolamentazione delle strutture allora esistenti, per cui sono stati creati dei livelli assistenziali diversi per capacità e potenzialità assistenziale.
CASE DI RIPOSO: Anche le case di riposo sono autorizzate dal Comune e come tali sono rivolte esclusivamente alle persone autosufficienti o parzialmente autosufficienti. Con la casa di riposo inizia però a cambiare l’ottica in quanto le regole interne sono diverse da quelle del Gruppo appartamento o Casa di quartiere sia nella gestione che negli orari. La Casa di riposo NON può ospitare persone non autosufficienti in quanto non è dotata di autorizzazione né di personale sanitario specializzato . RESIDENZE PROTETTE: Tali strutture nascono nel 2000 dal Piano Sanitario 1999-2001 e da seguenti Regolamenti Regionali, possono essere realizzate ed esercitate solo dietro specifica autorizzazione regionale comprendente ristretti requisiti strutturali ed organizzativi per l’assistenza di persone non autosufficienti ed Alzheimer. Tali strutture sono oggetto di controlli continui e di accreditamenti triennali per poter operare ed usufruire di contributi della retta di ricovero che, seppur stabilita dalla Regione Umbria, è per il 50% integrata dalla Usl di appartenenza .
CENTRI DIURNI: nascono per anziani che hanno necessità e potenzialità di partecipare a terapie occupazionali, ginnastiche di gruppo ecc. con la chiara missione di coprire alcune ore del giorno, spesso della mattina e con il rientro a casa per il resto della giornata. Tali Centri accolgono anche persone affette da demenza ed Alzheimer con dei programmi precisi di attività ed assistenza.
RESIDENZE SANITARIE ASSISTITE: Sono strutture sanitarie di lungodegenza per persone non autosufficienti, nella nostra Regione sono prevalentemente gestite da aziende pubbliche.
CASE DI QUARTIERE E GRUPPI APPARTAMENTO: Tali strutture sono autorizzate dal Comune e si rivolgono a persone che sono autosufficienti o parzialmente autosufficienti. Sono classificate come Cohousing, co-abitazioni tra persone che hanno il loro spazio individuale nella casa, la loro camera, ma condividono salone e cucina, hanno un sostegno professionale nelle attività legate all’igiene personale, alla preparazione dei pasti, alla lavanderia e nelle attività quotidiane. Questa tipologia di appartamento ha lo scopo di combattere la solitudine e di mantenere nell’anziano le autonomie personali, dentro e fuori dalla casa.
STRUTTURA COME ULTIMA SCELTA? La prima cosa che si evidenzia è che questa scelta arriva ancora oggi dopo un percorso lungo di accettazione interiore del cambiamento della situazione assistenziale di un familiare e dopo una serie di tentativi domiciliari. Sia nel caso della Coabitazione che della permanenza in Struttura il personale deve effettuare una valutazione oggettiva delle capacità presenti o residue riportate nei PAI (Piani di Assistenza Individuale). Ciò permette agli operatori di coinvolgere e/o stimolare gli anziani per aumentare il più possibile il tempo di benessere e le capacità fisiche e/o cognitive.
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TSRM, Tecnico ortopedico, Fisioterapista.
LA LESIONE DEL LEGAMENTO CROCIATO ANTERIORE
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COMEDICA
RESPONSABILE SCIENTIFICO Dr. FABIO LAMPERINI
gennaio
2020
Centro Servizi per la Salute
via Gabelletta, 147 - TERNI
Dall’infortunio al rientro in campo PROGRAMMA ore 08.00 Registrazione dei partecipanti ore 08.45 Saluto delle autorità e Apertura dei lavori ore 09.00 “Prevenzione dei traumi sportivi: mito o realtà?” Dr. Fabio Muzi ore 09.30 “Biomeccanica articolare e patogenesi delle lesioni meniscali e legamentose” Dr. Matteo Maria Tei ore 10.00 “Il punto di vista del radiologo” Dr. Donato Ferilli
UN PARTICOLARE RINGRAZIAMENTO PER IL CONTRIBUTO NON CONDIZIONANTE A:
ore 10.30 Coffe Break ore 11.10 “Lesioni dei menischi” Dr. Alessandro Massarini ore 11.40 “Tecniche chirurgiche” Dr. Fabio Lamperini ore 12.10 “LCA: dal lettino al ritorno in campo, l’esperienza di una squadra professionistica.” Dr. Damiano Stefanini ore 12.40 Conclusioni e Discussione ore 13.10 Compilazione Questionario ECM
L’evento è a scopo educazionale secondo il programma di educazione continua ECM ed ha in B.E. Beta Eventi srl il Provider, EC Comunicazione & Marketing quale segreteria organizzativa ed è sotto la supervisione ed il coordinamento scientifico del Dottor Fabio Lamperini.
Con il patrocinio di
Provider
Segreteria organizzativa
INFO: 346.5880767
2020
Vecchie e Nuove sfide in Oftalmologia
15
Febbraio 2020
n° 8 crediti ECM
evento n° 8572-84 RESPONSABILE SCIENTIFICO
Dr. Enrico PODDI
Programma
PROGRAMMA
Ore 8.00 Registrazione dei partecipanti Ore 8.30 Apertura dei lavori e saluto delle autorità Interverranno: - Direttore Generale A.O. “Santa Maria” di Terni - Avv. L. Latini (Sindaco del Comune di Terni) - Dr. G. Donzelli (Presidente Ordine dei Medici-Chirurghi e odontoiatri della provincia di Terni)
- Dr. Camillo Giammartino (Direttore Sanitario USL Umbria 2) - Dr. E. Poddi (Direttore della S.C. di Oculistica dell’Ospedale
“Santa Maria” di Terni)
PRIMA SESSIONE GLAUCOMA Ore 9.00 “Quando il glaucoma progredisce” A. Perdicchi Ore 9.15 TAVOLA ROTONDA Moderatore: F. Oddone Panel: N. Boccolini, A. Durante, S. Ignani, G. Manni, A. De Carolis Ore 9.35 “Chirurgia filtrante e MIGS: quale, quando, perchè” G. Caramello Ore 9.15 TAVOLA ROTONDA Moderatore: G. Manni Panel: S. Lippera, A. Balestrazzi, F. Oddone, D. Domanico Ore 10.10 LETTURA MAGISTRALE “ Ocular Surface, Disease nel Glaucoma” S. Bonini Ore 11.00 Coffee Break SECONDA SESSIONE SEGMENTO ANTERIORE Ore 11.30 “L’ulcera corneale che non guarisce” A. Pocobelli Ore 11.45 TAVOLA ROTONDA Moderatore: S. Bonini Panel: A. Bartolini, R. Di Bastiano, C. Lupidi, V. Sarnicola Ore 12.05 “Acanthamoeba Corneale” A. Di Zazzo Ore 12.20 TAVOLA ROTONDA Moderatore: V. Sarnicola Panel: C. Benedetti, R. Colabelli, S. Bonini Ore 13.00 Lunch Ore 14.00 “La gestione della lussazione del cristallino e della IOL” E. Poddi, M. Ilari Ore 14.15 TAVOLA ROTONDA Moderatore: P. Cocca Panel: W. Di Bastiano, S. Lippera, G. Lupidi
Sale Convegni Museo Diocesano TERNI Via XI Febbraio, 4 - Terni
TERZA SESSIONE SEGMENTO POSTERIORE Ore 14.45 “Il foro maculare: quando intervenire e perché” M. Coassin Ore 15.00 TAVOLA ROTONDA Moderatore: P. Esposti Panel: F. Di Tizio, T. Fiore, S. Lippera, G.B. Sbordone, G. Lesnoni Ore 15.20 “Il distacco di retina regmatogeno: chirurgia episclerale vs chirurgia vitreoretinica” G. Lesnoni Ore 15.35 TAVOLA ROTONDA Moderatore: A. Balestrazzi Panel: L. Cesari, M. Coassin, P. Esposti, M. A. Pileri, G. Santoni, F. Petrarchini Ore 16.00 “AMD neovascolare: fino a quando continuare il trattamento?” R. Formicola Ore 16.15 “Risensibilizzazione con laser micropulsato della AMD neovascolare non rispondente agli anti vegf” P. Esposti Ore 16.30 TAVOLA ROTONDA Moderatore: A. Romani Panel: A. Caricato, S. Di Castro, E. Nuti, A. Minnella Ore 17.00 “Edema maculare: come comportarsi?” A. Minnella Ore 17.15 TAVOLA ROTONDA Moderatore: P. Esposti Panel: N. Boccolini, L. Colecchia, M. Lo Grasso, M. Schiavone Fine lavori e conclusioni Compilazione Questionario ECM
GREEN JOBS: una speranza “VERDE” L Giacomo PORRAZZINI
’Istituto tecnico Allievi (le antiche “scuole industriali) ha organizzato un’interessante e meritoria conferenza sui Green Jobs, ovvero sui nuovi lavori che, oltre ad offrire importanti opportunità occupazionali ai giovani, sono indispensabili per correggere la rotta dello sviluppo attuale; quello che sta portando l’Umanità a sbattere sugli scogli della crisi del clima. L’iniziativa dell’Istituto scolastico ternano conferma che, per costruire lo “sviluppo sostenibile”, occorre puntare sull’educazione e la formazione, ovvero, Scuola, Università, R&S, educazione permanente, comunicazione. Le priorità del nuovo sviluppo, dove i Green Jobs saranno indispensabili, sono la decarbonizzazione dell’economia, a partire da energia, mobilità e trasporti, manifattura sostenibile e circolare, bioeconomia, agroalimentare, funzionamento delle città, innovazione tecnologica. Tuttavia, dobbiamo essere consapevoli che, sulla strada dello sviluppo sostenibile, c’è una enorme difficoltà costituita dall’insufficente consenso sociale. I ritardi e le divisioni, oggi, non ci sono solo fra i politici o gli imprenditori, ma, anche, fra i cittadini, cioè fra quelli che possono pensare al futuro del pianeta e quelli che hanno il problema della fine del mese, o addirittura del giorno dopo. Il consenso alla sostenibilità include, pertanto, in pieno, anche la questione sociale che, se non affrontata seriamente, invertendo l’attuale tendenza alla crescita delle disuguaglianze e della esclusione dei più deboli, rischia di essere un freno drammatico all’affermarsi del nuovo sviluppo. Questa precisa indicazione la troviamo nell’Agenda ONU 2030, con i suoi 17 obiettivi per lo sviluppo sostenibile. Tale Agenda ci aiuta a capire i settori dove potranno crearsi i Green Jobs; tuttavia
Per costruire lo “sviluppo sostenibile”, occorre puntare sull’educazione e la formazione
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non li dobbiamo considerare settori separati, ma un tutto integrato. Da ciò, sulle competenze e sul lavoro “verdi”, ne consegue che è necessario assicurare una trasversalità ai diversi saperi, una reciproca contaminazione per affrontare una sfida complessa, anche concettualmente, come la sostenibilità. Le Nazioni unite fanno appello ad una mobilitazione corale delle varie componenti della società umana; affinché abbia successo, serve uno scatto di consapevolezza, come c’è nei ragazzi che affollano le piazze con i “venerdì per il futuro”, sulla centralità del “noi”, rispetto all’io, per salvarci e costruire il nuovo sviluppo. Insomma, la creazione dei Green Jobs è una operazione di portata storica, sia tecnica che umanistica, che richiede la mobilitazione di grandi investimenti, ma, anche, di nuove risorse umane, di competenze, di cultura, di socialità, di etica. La Nuova Commissione dell’U.E. si impegna ad investire al 2030, nei prossimi 10 anni, 1000 miliardi di €, per lo sviluppo sostenibile in Europa; ci vorrà tantissimo nuovo lavoro qualificato per tradurre, anche in Italia, in azioni concrete, tali impegni. Purtroppo, nessuno ancora è riuscito a dimostrare alla più vasta opinione pubblica che la sostenibilità genera più occupazione e più reddito del capitalismo del carbone e del petrolio. L’Europa vuole farlo. Solo così si costruisce lavoro e consenso. Solo i Green Jobs che possono essere richiesti dalla realizzazione di un programma nazionale di rigenerazione urbana delle città italiane potrebbero produrre circa un milione di nuovi posti di lavoro. Ora, le risorse e le volontà cominciano ad esserci per attuare un simile programma strategico. Per Terni, in proporzione, partecipare ad un tale progetto, significherebbe poter creare 3.000 posti di lavoro; come l’apertura di una nuova acciaieria. Anche per tale prospettiva, è essenziale il ruolo della scuola. La nostra città ha bisogno di ripensare il suo sviluppo futuro in termini di sostenibilità. Per due ragioni, oltre quella di dare il nostro contributo alla causa globale del salvataggio del clima e della vita sul pianeta: siamo alle prese da almeno trent’anni con una crisi economica e sociale che ci chiede di ripensare un modello di sviluppo ormai in affanno, di rinnovare la nostra grande cultura industriale per poterla salvare; dobbiamo saper offrire nuove opportunità di lavoro e di vita ai giovani, quelli che con le loro competenze e con le loro speranze fanno la valigia e cercano altrove una prospettiva alla loro vita professionale o semplicemente alla loro vita.
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Diciamo con forza NO alla violenza e SÌ al rispetto della vita H Adriano MARINENSI
o ritrovato in un angolo sperduto di cronaca nera, una notizia sconvolgente. Il fatto non è accaduto di recente, però conserva intatta la sua connotazione quasi selvaggia. E offre lo spazio per una considerazione, che è esemplare se riferita alla mostruosità di taluni comportamenti umani, pur se l’informazione, negli anni, ci ha raccontato reati di peggiore ribrezzo. Dunque, il fatto. In un paese della Puglia, due giovani, 20 anni lui, 16 lei, si trovano, teneramente appartati, in automobile. Quattro balordi, più o meno di pari età, forse in cerca di emozioni estreme, prendono d'assalto la macchina, sfondando i vetri a colpi di pietra, massacrano il ragazzo con un palo di cemento e buttano il corpo in un fosso. Quindi violenza selvaggia sulla adolescente, poi strangolata con un filo di ferro tratto dal filare d'una vigna e appesa ad un cancello. Insomma, una azione di orrenda barbarie, compiuta senza alcuna causa apparente. Gioventù bruciata? Collocata com’era in un contesto temporale post sessantottino, me la immagino la reazione di coloro che usavano le contorsioni pseudo sociologiche per dare un senso a tali mostruosità. Eccone qualcuna. Sono gli effetti generati dalle ingiustizie delle quali è vittima il mondo giovanile. Oppure gli squilibri di una cultura maschilista che valuta la donna un oggetto del quale ci si può disfare dopo l'uso. Oppure le disaffezioni ferine suscitate nei figli dalle disgregazioni familiari. Agli occhi dei cultori dell’ordine e della disciplina, tra le cause, gli errori (e il lassismo) della libertà e della democrazia. Al limite, si potrebbe giungere ad una interpretazione escatologica dell’essere senz’anima. Sembrano piuttosto quei quattro, i parti della banalità del male, del crudele istinto del nuocere, della futilità dell’etica nei rapporti tra gli uomini, della superficialità d'ogni virtù. Sino ad arrivare alla lacerazione delle coscienze, a prescindere da qualsiasi conflitto interiore, represso qualsiasi brivido di orrore, nessun senso di rimorso responsabile di fronte a se stessi. Forse piccoli nemici della collettività? Si potrebbe dire ci siano persone che, di fronte all’idea del male, esprimono i loro istinti perversi.
Il mutamento della società civile va governato dai valori autentici dell'uomo che, in Umbria, si ritrovano nella eredità spirituale del passato.
Quindi era inutile quando ci siamo messi a cercare un minimo di logica, almeno coerente, alla malvagità, nei comportamenti degli aguzzini operanti nei campi di sterminio nazisti. Cosa muoveva la mano del soldato quando abbassava la leva che faceva scendere il gas letale al posto dell’acqua nei falsi capannoni-doccia dei lager? Senza sdegno e pure senza pietà. Stava in quei brandelli di umanità violata l'agire dell'homo, homini lupus di Thomas Hobbes e dei filosofi del pessimismo. Probabilmente, seppure in forma celata, il lupus c’era anche nell’indole perversa dei quattro stupratori assassini. Con le attenuanti della giovane età, erano criminali e basta? Il Natale appena trascorso motiva riflessioni di segno opposto per chi vive in una regione come l'Umbria storicamente legata alle sue peculiarità culturali, al costume della solidarietà, ai "profeti di pace" che hanno lanciato nel mondo un messaggio di fratellanza. Questo messaggio è entrato nella linfa delle nostre comunità ed anche nell'essere popolo dalle radici democratiche. Insieme alla tolleranza, alla solidarietà, alla operosità nelle campagne e nelle fabbriche. Testimoniano il convincimento che soltanto le grandi coscienze hanno, come patrimonio intrinseco, il rispetto assoluto della vita, dei diritti umani, della legge morale. Il forte mutamento della società civile va governato dai valori autentici dell'uomo che, in Umbria, si ritrovano nella eredità spirituale del passato. Il pensiero e l'azione hanno trovato mirabile sintesi in un ricco patrimonio artistico e ambientale che ci impone il dovere di realizzare un permanente progetto di valorizzazione ben oltre la tutela dell’aspetto estetico. Il francescano invito alla fratellanza, alla concordia, partito dall’Umbria, va tenuto vivo attraverso un impegno responsabile per favorire l’affermarsi di una esistenza dove sia bandita ogni forma di violenza, di sopraffazione, di xenofobia; dove sia obiettivo primario la dignità di ciascun essere umano. E, tra le regole dell’esistenza, trovino posto anche la tutela della salute, il mutuo soccorso, il riconoscimento dei meriti, il premio all'impegno sociale, la qualità del fare politica. Fermi nel presupposto morale che agli occhi del giusto l'uomo vale per ciò che è, per lo spirito di servizio che esprime e non per ciò che possiede. Guidati da questi princìpi, ogni rinnovamento, materiale e spirituale, sarà una vittoria della vita.
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ANNO 2020 TRIONFO della DESTRA? U K, 12 dicembre 2019, elezioni politiche,
Pierluigi SERI
schiacciante vittoria del ministro Boris Johnson fautore deciso della Brexit con o senza accordo con la UE. Potrebbe sembrare più che l’ultimo fatto politico del 2019 il primo dell’anno che verrà. Il 2019 ha rappresentato l’arretramento del populismo, come risulta evidente dal risultato delle elezioni europee e dall’elezione di Ursula Van Der Leyden a presidente della commissione europea. Di questo arretramento, avvenuto con modalità diverse a seconda dei paesi, si sono giovati i due schieramenti tradizionali del dibattito politico: destra e sinistra. Fatto che già avevamo segnalato nell’articolo del mese di settembre scorso, sia pure con le dovute cautele dettate dal trasformismo galoppante che coinvolge classe politica ed elettorato. La vittoria del conservatore Johnson sembra spingere lo sguardo al novembre 2020 quando negli USA si terranno le elezioni presidenziali, referendum in piena regola su Donald Trump. Il 2020 potrebbe essere l’anno del trionfo della destra. Le premesse politiche ci sarebbero tutte. Negli Usa l’avanzata del partito democratico nel Midterm del 2018 ha perso vigore nelle elezioni dell’autunno scorso e dal dibattito sulle primarie democratiche non emerge per ora nessuna candidatura in grado di contrastare efficacemente Trump. Quest’ultimo, stando così le cose, potrebbe riconfermarsi presidente, forse con un risultato maggiore del 2016. Inoltre, la lunga onda conservatrice potrebbe dilagare in tutta Europa. In Francia a marzo prossimo si terranno elezioni per il rinnovo di migliaia di consigli comunali, un test importante e rischioso per il presidente Macron il quale nelle sue ultime mosse sta puntando su uomini e donne di destra, con i Gilets Jaunes che incalzano a suon di scioperi e dimostrazioni anche violente. La leadeship progressista spagnola sembra in controtendenza, ma Antonio Costa e Pedro Sanchez hanno un bel da fare per controllare il galoppo della politica spagnola. In molti paesi anche se la destra non è al governo, tuttavia essa riscuote consensi in costante aumento, tipo la Germania, mostrando non solo di sapersi muovere con disinvoltura nel delicato momento storico che stiamo vivendo, ma anche di essere in grado di attirare l’elettorato in uscita dai partiti populisti o dai loro leader. Un caso simile potrebbe verificarsi anche in Italia, se si tenessero elezioni anticipate, con la leadership di Salvini.
Non si può dire ancora che questa nuova destra abbia una strategia internazionale
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Si tratta di una destra originale capace di tener unito il centrodestra, campo ampio ed eterogeneo, tentando di praticare una sintesi tra le varie componenti o semplicemente giustapponendole in contrapposizione alle minacce esterne (competizione commerciale della Cina e terrorismo islamico) o quelle interne (le sinistre dei vari paesi). È una destra realista in grado di far leva sulle paure innescate dalla globalizzazione che hanno creato un senso di incertezza e di precarietà molto diffuso tra giovani ed anziani. Non si può dire ancora che questa nuova destra abbia una strategia internazionale, tuttavia le destre dei vari paesi hanno degli evidenti tratti in comune, una sorta di neonazionalismo che si traduce sia in una chiusura verso i flussi migratori sia in forme di protezionismo economico. Di qui la riproposizione di un conservatorismo culturale volto a rassicurare i cittadini occidentali che vedono nella globalizzazione una reale minaccia. La nuova destra ha capito che tutto il contenzioso politico ruota intorno alla domanda di protezione. Poco importa se di fronte ad un problema così complesso proponga soluzioni semplicistiche e superficiali, dal momento che da parte progressista non si avanzano proposte alternative efficaci. In questa situazione l’Occidente impaurito, sentendosi minacciato, si lascia guidare da chi non elude le domande reali. L’avanzata della destra avrà degli effetti geopolitici facilmente prevedibili. Potrebbe dare il colpo di grazia ai movimenti populisti, molti dei quali hanno cambiato strategia e modo di proporsi agli elettori. Tanto per fare un esempio nostrano, Beppe Grillo, guru del M5S, ha smesso da tempo le sue battute istrioniche tipo “vi mangerei tutti per potervi vomitare!” per indicare soluzioni politiche mediate. Di fronte all'avanzata di questo nuovo conservatorismo il campo del progressismo arranca in quanto, se a destra istanze diverse riescono a convivere e a trovare una certa unità, pur nella polemica, le varie anime della sinistra hanno ripreso a combattersi tenacemente. Liti, scissioni, personalismi, polemiche interminabili sono all’ordine del giorno, dimenticando così una vecchia massima: “Uniti si vince, divisi si perde!”. Ma al di là dei conflitti interni, la sinistra sembra faticare a rispondere alla domanda di sicurezza dei cittadini e incapace di proporre soluzioni originali ai problemi odierni. Questa, a nostro parere, è la situazione, pur restando l’incognita del trasformismo che la rende molto fluida e capace di clamorosi rivolgimenti. Buon 2020 a tutti i lettori!
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Viviamo in un mondo che cambia
UN PIANETA STRAORDINARIO L
Enrico SQUAZZINI
a Terra è l’unico pianeta finora noto a essere caratterizzato dalla presenza di una vita impostata su criteri complessi. Del resto, noi umani ne siamo una delle numerose testimonianze. Non sappiamo bene, ancora, in che consista effettivamente il fenomeno vita né, tanto meno, come sia potuto emergere ad un certo momento della lunga e complessa storia di questo pianeta. Fra le tante questioni poco chiare spiccano le particolari condizioni chimico-fisiche dell’ambiente che, qualche miliardo di anni fa, “indussero” determinate molecole di materia ad autoreplicarsi. Di fatto si innescò un particolare processo che permise a talune molecole di produrre copie di se stesse, aprendo la strada verso la formazione di strutture più complesse. L’origine della vita sulla Terra rimane ancora un enigma ma, per quanto siamo in grado di osservare oggi, tale incredibile e misterioso fenomeno pervade tutto quanto intorno a noi attraverso una straordinaria varietà di organismi viventi. In più si autoalimenta utilizzando il continuo interscambio energetico che si concretizza in diverse forme e a diversi livelli nell’ambiente. Appare ragionevole intendere per ambiente un ampio contesto, non limitato semplicemente alla superficie terrestre o al globo in tutte le sue componenti interne ed esterne. In effetti andrebbe esteso almeno al sistema Sole-Terra, dato l’enorme apporto di energia che il nostro pianeta riceve costantemente dalla sua stella di riferimento sotto forma di energia radiante. Dall’innescarsi del fenomeno della vita, che investe l’ambito della fascia di involucri più superficiale del pianeta e noti come crosta, idrosfera e atmosfera, si registra una continua alternanza di forme viventi. All’inizio strutturalmente molto semplici, interagiscono contemporaneamente fra di loro e con l’ecosistema circostante. Quest’ultimo le sostiene e, al contempo, le sottopone a stress biologico attraverso un meccanismo di modifiche ambientali impercettibili, ma costanti nel tempo. Indotte da questa pressione selezionatrice, le specie viventi si susseguono in forme sempre diverse in base alle rinnovate condizioni ambientali. Una giostra continua di tentativi di adattamento a un mondo che si evolve costantemente. In sostanza, un perenne passaggio di consegne che avviene attraverso il fenomeno dell’estinzione e finalizzato al perpetuarsi di un meccanismo globale basato sulle interazioni fra i diversi stati della materia. Un esempio semplice ma efficace lo troviamo anche nella natura delle montagne di casa nostra. La formazione dell’Appennino è strettamente legata all’accumulo progressivo di miliardi di gusci calcarei di microorganismi viventi, l’antico plancton marino, che dopo la morte si depositavano sui fondali. Con il passar del tempo questi “residui” della vita si compattavano trasformandosi in roccia calcarea a guisa di impalcatura della catena montuosa. Una chiara e limpida idea del rapporto di continuità esistente fra la materia vivente e quella non vivente. Almeno come siamo abituati a definirle noi, ma dove l’una non esiste senza l’altra a comporre l’intera struttura di un pianeta dinamico. A fronte di tutto ciò, nel volgere la nostra capacità di indagine e conoscenza sino oltre il Sistema Solare o nel disquisire sul fenomeno del riscaldamento globale e sull’impatto, negativo, delle nostre attività sugli equilibri dinamici della nostra casa cosmica, sarebbe bene riflettere profondamente sulla particolare natura del pianeta su cui viviamo. Potrebbero non essercene tanti simili là fuori, negli sconfinati spazi dell’Universo.
Le specie viventi si susseguono in forme sempre diverse in base alle rinnovate condizioni ambientali.
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L’Ordine delle Professioni Infermieristiche di Terni presenta
IL NUOVO CODICE DEONTOLOGICO DEGLI INFERMIERI Molto partecipata è stata la giornata organizzata dall’Ordine degli Infermieri di Terni che il 10 dicembre scorso ha presentato il nuovo Codice Deontologico delle Professioni Infermieristiche. L’incontro, dal titolo “Il nuovo Codice Deontologico degli Infermieri: etica e competenza”, si è svolto nella prestigiosa ed accogliente sede del Corso di Laurea in Medicina e Chirurgia, ed ha visto una sala stracolma di partecipanti, tra Infermieri, Studenti del Corso di Laurea in Infermieristica e Ospiti. L’attuale Codice, approvato il 13
Ospiti Sono stati in molti a portare il saluto agli Infermieri, primo fra tutti il Professor Stefano Brancorsini, Presidente del Corso di Laurea in Infermieristica di Terni, il quale ha ribadito “la necessità, oltre la cura del paziente, della cura alla preparazione degli studenti”. È stata poi la volta del Presidente dell’Ordine degli Psicologi Dott. Davide Lazzari, sempre molto attento alla valorizzazione della Professione Infermieristica, il quale ha sottolineato l’importanza “dell’umanizzazione e personalizzazione delle cure”. A seguire il Presidente dell’Ordine dei Medici Dr. Giuseppe Donzelli, e il past Presidente Dr. Aristide Paci i quali hanno sottolineato l’importanza determinante “dell’empatia verso il malato”. A portare i saluti del Sindaco Leonardo Latini è stato l’Assessore Comunale Stefano Fatale.
aprile 2019 dal Consiglio Nazionale a Roma, rinnova il documento precedente, che risale al 2009, e, soprattutto, è integrato con tutto ciò che riguarda leggi, regolamenti, che si sono succeduti negli anni e, nello stesso tempo, con nuove responsabilità nel passaggio da Collegio a Ordine, ora Ente sussidiario dello Stato. La nuova edizione del Codice Deontologico è arrivata a dieci anni di distanza dalla precedente, dopo un percorso lungo e partecipato. Un vero e proprio vademecum della Professione.
GIANCARLO CICOLINI
ANGELA BASILE
AVV. ELENA CARDAIO, MARIA BARNABEI
SANDRO SCIPIONI
DA SX SANDRO SCIPIONI, MARIA BARNABEI, ELENA CARDARIO, GIANCARLO CICOLINI, EMANUELA RUFFINELLI, ANGELA BASILE, SILVIA CALZONI, FABIO CECCARELLI, EMANUELE MARCHIONE
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MENSILE A DIFFUSIONE GRATUITA DI ATTUALITÀ E CULTURA
In occasione degli EVENTI VALENTINIANI l'Ordine delle Professioni Infermieristiche di Terni propone alla popolazione due incontri presso la sede dell'Associazione Culturale "La Pagina" Via De FIlis, 7/A:
NICOLA AMBROSINO
11 Febbraio 2020
ore 15,30 "BIMBI SICURI E MANOVRE DI DISOSTRUZIONE" (si parlerà di sicurezza nella gestione quotidiana del bambino con esercitazioni pratiche sul manichino)
12 Febbraio 2020
ore 15,30 "EDUCAZIONE SANITARIA E MISURAZIONE DEI PARAMETRI VITALI"
FEDERICO MONTANARI
(si parlerà di educazione sanitaria e dei servizi di assistenza alla persona attivabili sul nostro territorio, con controlli gratuiti della Pressione Arteriosa e Glicemia) STEFANO BORGHETTI
SILVIA CALZONI, FABIO CECCARELLI
EMANUELE MARCHIONE
Premiati Emozionante è stato l’encomio che l’Ordine di Terni ha fatto a tre infermieri – Nicola Ambrosino, Stefano Borghetti e Federico Montanari – che coraggiosamente hanno salvato tre vite in grave pericolo pur essendo fuori servizio. Così l’Ordine si è espresso: «In segno di stima, riconoscimento e ringraziamento per il qualificato impegno profuso, la professionalità, la solidarietà, l’altruismo e il grande spirito di responsabilità. Esempio positivo per tutti i colleghi, dimostrazione di coraggio e tempestività nell’intervenire in una situazione di pericolo per la vita del cittadino». Gli interventi Ad aprire i lavori è stato Giancarlo Cicolini (Tesoriere della Federazione Nazionale) che ha portato il saluto della Presidente Nazionale Barbara Mangiacavalli, a seguire la Presidente dell’Ordine degli Infermieri di Terni, Emanuela Ruffinelli, che ha ricordato, con un breve excursus storico, i Codici Deontologici che si sono succeduti nel corso degli anni, dal 1960 ad oggi. Si sono poi alternati due illustri relatori, Angela Basile, eticista e Sandro Scipioni, filosofo, entrambi componenti del gruppo di lavoro sul codice deontologico della FNOPI (Federazione Nazionale Ordini Professioni Infermieristiche), i quali hanno commentato gli aspetti etici di alcune norme del nuovo codice. A conclusione gli Avvocati Elena Cardaio e Maria Barnabei le quali, oltre a ricordare gli aspetti legali, hanno elogiato gli infermieri per le loro grandi professionalità e disponibilità verso i pazienti, in una professione che ha un punto di forza nel “cuore” oltre che nelle capacità operative. Esibizioni apprezzate Il pomeriggio è stato allietato dal suono del pianoforte di Silvia Calzoni e dal suono della fisarmonica di Fabio Ceccarelli (esecutore della colonna sonora del pluripremiato film di Roberto Benigni La vita è bella, nonché di un altro centinaio di film a firma di grandi registi). Molto coinvolgente e apprezzata è stata l’esibizione dell’infermiere Emanuele Marchione che si è esibito in una stupenda e suggestiva “magia” tra specchio e sfere, un numero da lui ideato, ispirato alla ‘Mirror Therapy’. Ringraziamenti Un sentito ringraziamento a tutti coloro che, con sentita partecipazione, hanno contribuito al successo di questo importante evento. È stato un pomeriggio di intensa attività e coinvolgimento, che ha visto un proficuo confronto e un interessante scambio di idee dal valore nettamente professionale. Nel farmi portavoce, in qualità di Presidente, dell’Ordine delle Professioni Infermieristiche di Terni, colgo l’occasione per augurare a tutti i lettori un felice anno nuovo pieno di amore, di condivisione e di pace.
foto a cura di Salvatore Baiano Svizzero
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SCRIVERE POESIE DOPO AUSCHWITZ “La critica della cultura -ha scritto il filosofo tedesco Theodor W. Adorno, di origini ebraiche, poco dopo il suo ritorno in Germania dall’esilio americano, nel 1949- si trova dinanzi all’ultimo stadio della dialettica di cultura e barbarie. Scrivere una poesia dopo Auschwitz è barbaro e ciò avvelena anche la consapevolezza del perché è diventato impossibile scrivere oggi poesie”. La frase ha suscitato perplessità e rifiuti, tanto che Hans Sahl, anch’egli tedesco di origini ebraiche, ha sentito il bisogno di comporre un Memorandum -non a caso in versi- per negarla.
Guter Kommandant
Un uomo, che alcuni ritenevano saggio, dichiarò che dopo Auschwitz non fosse più possibile alcuna poesia. Sembra che delle poesie l’uomo saggio non abbia avuto alta considerazione, quasi che queste servissero a consolare l’anima di sensibili contabili o fossero vetri intarsiati attraverso i quali si guarda il mondo. Noi crediamo che le poesie siano ridiventate possibili ora più che mai, per la semplice ragione che solo in poesia si può esprimere ciò che altrimenti sarebbe inesprimibile. Alcuni nostri studenti hanno accolto l’invito di Sahl.
Aleksy. Questo il mio nome. O forse no. No, decisamente no. Ora sono 3785. Donna ebrea, moglie, madre. O forse no. No, decisamente no. Ebrea.
Prof.sse Marisa D’Ulizia e Loretta Calabrini
L’UMANA FOLLIA ELFRIEDE DEVASTATRICE NON ESISTE
E pungente fra i miei pensieri la sua voce. “In fila vacche, subito!”. E subito fu. Ossessionante il rumore del tacco dei suoi stivali verso di me. Fredda la mano che scivola, che tocca la mia pelle nuda. Nuda come la Terra. Spoglia come un fiore privato dai suoi petali. Spazzata via.
Nascesti tu a Francoforte sul Meno, crescesti sveglia, allegra e vivace; ma ahimè irruppe, nel tuo mondo di gioia, l’umana follia devastatrice.
Scende la mano, scende. Tocca. Tocca sempre più giù. Cerca. Cosa cerca davvero? Provo vergogna. Davanti alle altre. Non le conosco. 4376 trattiene le lacrime agli occhi. Spera di non essere la seconda. La mano è fredda, gelata, agghiacciata. Continua. E Scivola. E tocca. E strofina.
Deportata fosti, assieme ai tuoi cari, strangolati i desii, le speranze ed i sogni;
Un tiro di sigaretta. Un sorriso beffardo al coetaneo dietro di lui. Non resisto più. Sta congelando il mio corpo. Sta distruggendo i miei sensi. Mi ancoro al ricordo di mio marito, della mia piccola Cecylia … Lo strappo sconvolge le mie viscere O forse no. No, decisamente no. Non so nemmeno più io chi sono. Chiudo gli occhi. Mi perdo. Quando li riapro la sua mano non c’è più. “Guter Kommandant!“ In lontananza. Bravo comandante. Bravo comandante. Anna Finocchio - Classe III D
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Cacciata fosti, poiché ebrea; perseguitata, tu, pura ragazza, per supremazia dell’ariana razza.
per te nero divenne ‘l domani, nero come la tetra nube di morte che vita ti spense. Molti lì moriron con te, vite, speranze con l’ali tarpate; anime pie dal buio offuscate. Ma no, non merita la morte Chi è ebreo di razza, chi d’altra fede al mondo sorride; ma chi diversi al mondo vi vide. Chi infatti questo volle più che d’ebreo alcuno, avea davvero gli occhi coperti di fumo. Donna o uomo importa poco, non v’è la razza dei servi né la razza dei regali; gli uomini infatti, elli son tutti uguali Gabriele Traietti - Classe III E
Elfriede non esiste ero donna ora solo femmina ero mia ora oggetto di un popolo che non è il mio oggetto di sterminio della mia gente infiltrata tra i nemici recito il copione della mia sopravvivenza ebrea questa la mia condanna assaggiatrice del suo cibo a rischio di morire questa la mia salvezza sfiorare la morte ogni giorno accarezzarla e rinascere ebrea bocca e stomaco del Fuhrer ebrea un pedone sulla scacchiera della guerra al fronte sbagliato Elfriede non esiste più. Elisa Tanchi - Classe III D
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Grandi musicisti ternani
Stanislao Falchi Gian-Luca Petrucci
Professore emerito del Conservatorio Santa Cecilia di Roma
S
tanislao Falchi (Terni 29 Gennaio 1851 – Roma, 14 Novembre 1922 ) figlio di Vincenzo e Teresa Lazzari, attivi come proprietari di una centralissima farmacia che rappresentò per diversi lustri un punto di riferimento per la città di Terni. Stanislao Angelo Falchi, non seguì l’attività paterna, ma si cimentò fin da ragazzo nello studio della musica sotto la guida di Celestino Maggi e Salvatore Meluzzi. Terminati gli studi iniziò l’attività artistica al Teatro Apollo di Roma dove, nel 1875, fu chiamato a sostituire il celebre Luigi Mancinelli. La preparazione e le straordinarie qualità artistiche lo portarono rapidamente a ricoprire incarichi sempre più prestigiosi che, dall’insegnamento del canto corale a quello della composizione, giunsero fino alla Direzione del Conservatorio (allora Liceo) “Santa Cecilia” di Roma, incarico che onorò dal 1902 al 1915. In tale periodo l’Istituto conobbe un momento di grande sviluppo: fu approvato un nuovo statuto e regolamento, i programmi di studio furono aggiornati e venne data grande importanza alla musica cameristica. Come docente di composizione ebbe allievi di eccellente caratura come Vittorio Gui, Bernardino Molinari, Licinio Refice, Vincenzo Tommasini, Adriano Lualdi: tutti futuri grandi personaggi della musica europea. Come compositore i suoi interessi spaziarono dal melodramma al sinfonismo, alle romanze da camera.
Le sue opere liriche Lorhelia, Giuditta, Tartini o il trillo del diavolo, ebbero alterne fortune, come anche le sue pagine sinfoniche Ouverture al Giulio Cesare di Shakespeare, La siesta de la senorita. Di grande successo fu la Messa da Requiem a sole voci che venne eseguita al Pantheon per i funerali di Vittorio Emanuele II nel gennaio del 1883. La grande attenzione a tutta la cultura musicale europea del periodo lo condusse a comporre, nelle romanze da camera, le migliori cose della sua produzione. Con sorprendente facilità melodica e raffinata sensibilità armonica realizzò elegantissimi quadri musicali su testi di Heinrich Heine, George Byron, Victor Hugo. Attivo, con grande successo, come direttore d’orchestra, Falchi collaborò con i maggiori strumentisti e cantanti del tempo e la sua direzione venne definita da Giuseppe Verdi meravigliosa. Proprio di Verdi, Stanislao Falchi, fu interprete di spicco dirigendo le prime esecuzioni a Roma del Te Deum, dello Stabat Mater e del celebre Requiem. La vita privata di Falchi non fu felice. Sposatosi con il mezzosoprano Zaira Cortini, artista di fama internazionale e celebre didatta, non ebbe figli e quando fu abbandonato dalla moglie si chiuse in una desolante tristezza che insieme alla malattia, che lo affligeva da tempo, resero difficilissimi gli ultimi anni della sua vita. Morì a Roma, il 14 novembre 1922, lasciando la farmacia paterna, l’abitazione, la biblioteca personale ed ogni suo avere alla Congregazione di Carità della sua città natale in un ultimo gesto di quella generosità che aveva caratterizzato tutta la sua vita di artista.
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LE SUPERSTIZIONI CONTADINE O Vittorio GRECHI
gni popolo —in ogni epoca— ha avuto le sue superstizioni dure a morire, anche con l’avvento della scienza. Quando si andava ad abbeverare gli animali alle fontanelle, che altro non erano che due pozze d’acqua sorgiva lungo la strada “romana”, capitava di osservare che qualche pelo della coda di una vacca galleggiasse nell’acqua con movenze quasi di rettile. Negli anni ’50 era opinione diffusa che le serpi nascessero da questi peli. Si raccontava pure che un giovane del posto era malato da lungo tempo senza che il medico riuscisse a farlo guarire. Allora i genitori chiamarono una donna che aveva fama di indovina, detta in dialetto la sdròliga, che si chiuse in camera per “visitare” il ragazzo. Dopo aver chiacchierato a lungo col malcapitato, l’indovina sentenziò che stava male perché, tempo addietro, aveva tentato di uccidere un serpe e credeva di averlo veramente ucciso, mentre invece il povero rettile era stato ferito gravemente e con le sue sofferenze trascinava nella malattia anche l’autore del misfatto (!). Il ragazzo confermò la versione della maga che sicuramente l’aveva appresa proprio da lui nelle risposte che aveva dato alle domande incalzanti fatte per comprendere la causa del suo male oscuro. Fu individuato il luogo dell’aggressione al rettile, fu trovato il serpe moribondo che fu immediatamente ucciso con lo schiacciamento della testa e con le immancabili parole magiche che la maga aveva raccomandato di pronunciare. Fatto ciò, si racconta che il giovane piano piano si rimise in salute,
Ancora adesso, se un contadino decide di scavare un pozzo nel suo terreno per intercettare una vena d’acqua sotterranea, non si rivolge a un geologo ma a uno dei tanti indovini che cercano l’acqua con la bacchetta di nocciolo.
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sempre sotto l’occhio vigile e profumatamente pagato della sdròliga. Questi fatti improbabili raccontati in tutte le famiglie amplificavano a dismisura l’alone di potenza e di mistero dei maghi e delle fattucchiere, deprimendo quello della scienza medica. Possiamo dire che l’avversione che tracima oggi dai social verso i “professoroni” e i “tecnici competenti”, determinando anche i risultati elettorali, proviene dal profondo della storia più antica e delle più antiche credenze. Ancora adesso, se un contadino decide di scavare un pozzo nel suo terreno per intercettare una vena d’acqua sotterranea, non si rivolge a un geologo ma a uno dei tanti indovini che cercano l’acqua con la bacchetta di nocciolo. Nonostante il Comitato Italiano per il Controllo delle Affermazioni sulle Pseudoscienze (CICAP) abbia dimostrato che questi pseudo indovini sono in grado di individuare l’acqua che scorre sottoterra con la stessa probabilità di un cittadino qualsiasi, le loro casuali scoperte vengono amplificate da un contadino all’altro. Queste persone vengono contattate anche per risolvere problemi d’amore e/o di malattia, come accadde per la magnitizzata de Collescìpoli, famosa indovina, alla quale, secondo le voci, si rivolse perfino Umberto di Savoia quando era un giovanissimo erede al trono. E quelle ombre che si vedono sulla superficie della luna piena? È Adamo che da sopra tende la mano a Eva. E quando di notte si alzava un vento forte che si infilava tra gli infissi vecchi, malfatti e non combacianti, producendo suoni lamentosi quasi umani? Venivano attribuiti, senza “se” e senza “ma”, alle streghe malefiche e quindi bisognava appendere fuori della finestra i pantaloni del capo famiglia per rinforzare gli “effetti” dei mazzi di erba stregona, che altro non era che agrifoglio, già appesi in alto nella stanza.
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1987-2017 un nuovo vestito per proseguire una storia lunga trent'anni. 2017 Nasce la All Food SPA
CAMPAGNA ANNO SCOLASTICO 2018-19 CONTRO LO SPRECO ALIMENTARE
L'efficienza energetica è il nostro mestiere ma prima di tutto è il nostro stile di vita!
Questa terra non l'abbiamo ereditata dai nostri padri, l'abbiamo presa in prestito dai nostri figli.
Piazza S. Giovanni Decollato, 1 - TERNI
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