elevatori su misura Numero 141 gennaio 2017
Mensile a diffusione gratuita di attualitĂ e cultura
Una nuova Terni nei cuori e nei progetti. Vieni con noi.
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Anno nuovo... aria nuova Loretta Santini
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Non fidatevi di me! Giampiero Raspetti
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Mensile di attualità e cultura Registrazione n. 9 del 12 novembre 2002, Tribunale di Terni Redazione: Terni, Via Anastasio De Filis, 12 Tipolitografia: Federici - Terni DISTRIBUZIONE GRATUITA Direttore responsabile Michele Rito Liposi Direttore editoriale Giampiero Raspetti Grafica e impaginazione Francesco Stufara Editrice Projecta di Giampiero Raspetti 3482401774 - info@lapagina.info www.lapagina.info Le collaborazioni sono, salvo diversi accordi scritti, gratuite e non retribuite. È vietata la riproduzione anche parziale dei testi.
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Anno nuovo... aria nuova
Loretta Santini
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uando eravamo bambini la maestra a scuola, prima delle vacanze natalizie, ci propinava il solito tema: che cosa chiedi all’anno nuovo. Noi, ligi ai princìpi morali che giustamente ci insegnavano, scrivevamo la pace nel mondo, il mangiare per i bambini poveri, la salute per tutti e, solo in fondo, qualcosa che era nei nostri sogni personali. Memore dei temi di tanto tempo fa, vorrei di nuovo cimentarmi in questa composizione ed esprimere, tra i tanti desideri che riguardano la mia città, uno in particolare che è nel cuore e nei pensieri di tutti i cittadini: aria nuova. Aria nuova in tutti i sensi: un nuovo andamento delle cose, un nuovo modo di concepire la città, la cultura, la politica, la valorizzazione delle sue eccellenze, la riscoperta della sua identità, perché Terni torni ad essere la bella città che era. Ma soprattutto aria, quella che respiriamo ogni giorno, quella che ci dovrebbe far vivere e che invece ci ammorba. “Ci ammorba”: questo purtroppo è quanto emerge dall’ultimo rapporto dell’ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale). Anche lo scorso anno su La Pagina avevo analizzato i dati pubblicati da Legambiente e avevo indicato la posizione della nostra città nella graduatoria come un’aurea mediocritas, cioè una posizione intermedia. Ora siamo alla mediocrità vera e propria. Non mi è mai piaciuto mescolarmi al coro (sempre più numeroso) di quelli che criticano sempre tutto e tutti, quelli che io definisco gli “uomini contro…”. Le critiche spesso sono gratuite o basate su una non conoscenza. Ma da un po’ di tempo la misura è colma. Ora il coro è divenuto sempre più sostenuto, sempre più forte. È divenuto un urlo. Serpeggia soprattutto la paura sempre più consistente per il forte aumento di casi di tumori che colpiscono tante persone e soprattutto molti giovani. La gente è allarmata per il paventato nuovo inceneritore che si vorrebbe far sorgere a
Terni; altrettanto lo è per quelli funzionanti dei quali non si riesce a capire -o non si vuol far sapere- quanto siano inquinanti. Non si accontenta della proposta di rendere la collina dei rifiuti posta sopra l’Acciaieria un’area verde senza una bonifica profonda, integrale: è solo un contentino che non risolve i problemi. La gente è allarmata per quello che succede, anzi, soprattutto per quello che non succede, vale a dire per il silenzio assoluto su una questione tanto importante e vitale come questa dell’inquinamento. Soprattutto è stanca dell’immobilismo che pervade la città ed è preoccupata della noncuranza con cui si affrontano problemi tanto grossi. A conferma di quanto detto, riporto solo alcuni dati, lasciando al lettore il compito di leggere il rapporto completo pubblicato dall’ISPRA su tutti i dati dell’inquinamento, dati riportati su tutti i giornali: “Ad Aosta e Terni, l’elevato livello di BaP (Il BaP Il benzo(a) pirene, è ritenuto un buon indicatore di rischio cancerogeno per la classe degli IPA valutati) è dovuto prevalentemente alle ricadute industriali. I livelli registrati nel 2015 sono generalmente superiori a quelli del 2014. I livelli di nichel più elevati, superiori a 6,0 ng/m3, si registrano ad Aosta, Genova, Bolzano, Vicenza, Terni e Catanzaro. Ad Aosta e Terni i valori in assoluto più elevati (16,5 e 18,6 ng/m3 rispettivamente); come per il BaP, la causa è
dovuta alle ricadute industriali”. Le centraline che misurano l’inquinamento indicano che Terni ha più volte sforato il limite imposto dai parametri europei 6 anni su 7 e ben 69 volte in quella situata a Le Grazie. Nella classifica annuale stilata dal Sole 24 Ore si vede come Terni sia scesa ancora più in basso nella graduatoria della vivibilità delle città italiane. Nel rapporto stilato da Economia e Finanza (i parametri considerati sono lavoro, ambiente, tempo libero, salute, criminalità, servizi ecc.) si osserva come Mantova sia salita al primo posto per qualità della vita e Terni sia scesa al 73° su 116 comuni italiani. Mal’Aria, il dossier di Legambiente, nel paragrafo dedicato al PM10, sostiene che “Per quanto riguarda le aree urbane le emissioni industriali rappresentano la maggiore fonte di emissione in realtà particolari, come Taranto o Terni, mentre i trasporti su strada costituiscono una fonte di emissione importante in molte altre città”. Caro Anno Nuovo, portaci aria nuova perché la città torni ad essere bella, pulita, vivibile, amata e la vallata di Terni torni ad essere, per usare le parole di J.J. Wolkmann, “lo spettacolo più bello che ci si possa immaginare. Il Nera vi serpeggia con le sue curve e i cespugli qua e là la fanno assomigliare ad un giardino racchiuso dalle montagne”.
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Non fidatevi di me! Giampiero Raspetti
da giochini partitici, ma pronti a collaborare con chiunque sia disponibile al fare. Noi amiamo la cultura, cerchiamo di risolvere problemi (pro-ballo, pongo davanti), sappiamo fare progetti (proiecto, getto davanti) e pensiamo dunque di contribuire molto a fare politica, a risolvere cioè, con progetti, alcuni problemi della città. In dicembre ho avuto, personalmente, una audizione, nella sala del Consiglio Comunale, da parte della IV commissione. Una festa, una vera e propria glorificazione di nuovi progetti da perseguire. Tutti, maggioranza e minoranza. Non mi sembrava vero! Qualche consiglio, certo, ma tutti per quanto possibile, anche qualche i diritti e ammonimento, la qualità della vita delle concordi con minoranze. i progetti dell’Associazione Culturale La Pagina questi ultimi però, c’è eunmerito! altro Impegni solenni per da me In presentati. Netempi, dò loro atto difetto proprio dei sistemi democratici che comincia rivederci immediatamente ed iniziare così, finalmente, a lavorare a venire alla luce: e anche questo è inevitabile, per Terni. Poi,Uncome dopodirettamente un minuto, tutto finito, tutto nel ineliminabile. difettosempre, che discende dimenticatoio! dalla massima virtù della democrazia, ovvero dalla sua caratteristica di rispecchiare la volontà del un popolo. Presento nelle pagine 10-11 delizioso programma per in democrazia la maggioranza vince sempre, ilPerché progetto Terni, città di San Valentino, capitale dei diritti umani, ma non èalgarantito che la maggioranza abbia sempre giunto suo secondo anno, manifestazione dai diversi aspetti, ragione, che per volontà divina sappia dalle tante complicità e dalle molte presenze esterne anche sempre optare per la scelta migliore. Ciò alla nostra Italia. Io, senatore della città, ospiterò moltissimi non di meno, lo spirito democratico non può che essere sacrosantamente quantitativo, provenienti da varie professori, presidi, ispettori ministeriali e non può imporre criteri selettivi la all’origine: parti dell’Europa a conclamare nostra Terni come Capitale l’unico suffragio veramente democratico dei diritti umani. Illuminati educatori verranno qui, ogni anno e, è quello universale. La democrazia si fonda se le sacre Istituzioni, di ogni tipo, avessero un minimo di sana sulla speranza che le parti contrapposte complicità con noi e con il futuro della città, soprattutto per quanto siano mediamente ragionevoli, mediariguardamente l’ufficialità degli inviti, potremmo, tolleranti, mediamente civili, e su ogni anno, avere con queste basi premia quelle che raccolgono noi centinaia di studenti seminatori di diritti umani nel mondo e maggiori consensi; al fine difestosi ridurre aiil Giochi della Valnerina. centinaia di giovani partecipanti malcontento, proprio come il metodo Spero che qualche altro senatore della città (possibilmente non scientifico cerca di ridurre l’ignoranza. povero di risorse economiche come me ediche abbia a cuore Terni, Ma in tempi di crisi, di povertà, messe da parte stucchevoli ipocrite frasi di circostanza, voglia intolleranza, le premesse die ragionevolezza, tolleranza e civiltà possono meno, e coadiuvarmi concretamente in venir questa entusiasmante avventura. non c’è rimedio. Laper democrazia resta il Basterebbe pochissimo cambiare, radicalmente, le sorti del migliore dei sistemi possibili, e quando nostro territorio! si ammala non resta altro che sperare che Porteremopresto. il messaggio culturale guarisca Gli uomini sono anche ad Amelia e ad Arrone. imperfetti, Collaborano con noi, convintamente e talvolta anche cattivi: se lo ed intelligentemente, diventano in maggioranza, nondi si può far il Comune di Arrone e la Pro Loco Casteldilago, il cui patrono è che santo. confidare nel tempo,avverrà nella presso l’ex Convento il nostroaltro stesso Un incontro educazione, edisperare checome il vento cambi.segmento del progetto di San Francesco Arrone primo Per questo uno degli elementi cruciali dei Gemellaggi perè ilSan Valentino inizio costituzione della Via sistemi democratici mandato a termine, ed la predefinita Valentiniana. Ringrazio sentitamente il Sindaco di Arrone, Loreto scadenza dei poteri. Perfino Roma, che democratica non era, sapeva bene che unGiampaolo mandato cheGrechi, dà poterel’assessore alla cultura Fioretti, il vicesindaco deve avereFrancucci un termine,e eilche tanto piùGiampaolo potere dà, Saveri, collaboratori Marsilio Maestro tanto più breve deve essere la permanenza in carica. Sempre in Arrone preziosissimi, puntualissimi, capacissimi. I due consoli restavano in carica un anno, il dictator, inizierà il tragitto: Lasoltanto valle diseisan Valentino e san Francesco, dai che governava da solo, mesi. diritti umani all’amore incondizionato per il creato, considerazioni Il cambio ai vertici del potere non garantisce cioè tanti tratti Santo dei Santi e il Patrono di Terni. che ilsui successore siacomuni miglioretra delil predecessore: la maggior parte delle persone del degli mondo, Dulcis in fundo, sulla scia incontri intorno alla vita probabilmente, avrebbe studi preferito avere un ma terzodal sapore nuovo: studi di Valentino, ulteriori e ricerche, mandato presidenziale per Barack Obama del territorio progetti, gli unici validi, anche per piuttosto che che vedergenereranno entrare alla Casa Bianca stigmatizzare e, se possibile, relegare nel Donald Trump: ma il principio sacrosanto deldimenticatoio quei tanti eventi che guardia vedo fiorire, a pene di segugio, che non solo cambio della resta un pensati pilastro fondamentale, per il buon funzionamento democratico. niente hanno a che vedere con il nostro territorio, ma potrebbero, E anche sustupidità scala davvero più piccola, nella loro allegra e cafonaggine, andar bene per qualsiasi infinitamente più piccola, il ricambio è necessario paesello incolto dell’orbe terracqueo. Ringrazio sentitamente, fin e benefico. E nel constatare che questo è ormai il da ora, i coltissimi compagni di viaggio: D’Angelo, Paolo centesimo articolo scritto per questo giornale,Edoardo e Leonelli, Stefano Lupi, Sergio Marigliani, Rosella Mastodonti, che con questo mese si completa un intero decennio di collaborazione con La Pagina, ancheSisalli, Enrico Squazzini, Benito Montesi, Loretta Santini, Adalberto l’estensore di queste note ritiene ilopportuno e Miro Virili che ne costituiscono nucleo fondatore. necessario questoperché spazio credo ancora a Babbo Nonsmettere fidatevididioccupare me, dunque, prezioso su queste pagine. Natale,Se all’Anno Nuovo, alla Befana. Perché mi impegno, insieme a mi è concesso, in quest’ultimo paragrafo, tanti altri, generosamente e disinteressatamente (dovrebbe essere parlare in prima persona, dirò che vivo lontano da regola tutti i cittadini), persentire realizzare una nuova Terni, nei Terni, e comune per questoascrivere qui mi ha fatto un po’ piùe vicino alla mia Sono città natale: questo cuori nei progetti. sicurodiche, consono l’unione dei generosi e dei molto grato a questo Ma, appunto, capaci, potremo fare digiornale. Terni la città capitale dei diritti umani, della i rinnovamenti sono spesso salutari, e sempre cultura, dellaeddignità, dell’armonia e del sorriso. indispensabili; è per questo che serenamente saluto Venite con noi, uomini sani amanti e ringrazio chi ha avuto la voglia e la pazienza didella città, un generoso ed affettuoso P i e ro F a b b r i leggermi in questiabbraccio dieci anni. ci sommergerà.
Cambio della guardia Non entri nessuno che non conosca la geometria È abbastanza curioso che una delle Accademia prime asserzioni di Platone che si sentono ripetere i giovani quando affrontano basi Nessuno che non sia un matematico legga le mie le opere della politica sia quella che li avverte che la democrazia Trattato sulla pittura non è un sistema perfetto, Leonardo ma che Da è Vinci, il migliore che si sia Nessuno che non conosca il territorio amministricon una città finora trovato. C’è in questo ammonimento una somiglianza i primi senso comune cartesiano approcci alla conoscenza scientifica: non ci vuole Buon molto a capire, per uno studente di scienza, che la forza del metodo scientifico non sta nell’esaltazione della capacità di mi conoscere, quanto nel delimitare con esattezza C’è chi conosce e legge qualche rigo dei mieii confini scritti. dell’ignoranza. Cerchiamo di capire bene limiti delle conoscenze, Sento allora di dover ammonire gli iingenui che,nostre in buona fede, sembranoa quel ripetersi scienziati: attraverso ripetuta azione di credono che gli dico: state allaè larga dalle questa mie elucubrazioni, sono riduzione che potremo essere ragionevolmente un vero sovvertitore. Pensate che ancora certitipo chepericolosissimo, quel che rimane siaun vera conoscenza. mi beo Nell’organizzazione dell’idea che gli amministratori debbano conoscere l’anima delle società, la forma edemocratica il corpo della cittàantiche, che presidiano ha radici ma frondeeeche, fruttiprima di essere eletti o solo molto recenti. È inevitabile città-stato servizi disinteressati nominati, siano già arcinoticitare per le i pregevoli dell’Antica Grecia, Atene su tutte,hacome seme la comunità stessa. di cui, grazie al loro ingegno, beneficiato storico della democrazia, ma nella giusta esaltazione Vagheggio che non perfondatori il fatto di riscuotere quattrini da e riconoscenza che si si diano deve pace ai padri quella città della quale, però, non conoscono spesso di dimentica di ricordare che anche quella a perfezione le strade, le il tintinnar dell'acciottolato, eraloro unabuche, democrazia embrionale, con suffragiola fioritura a tappeto di limitato apuntualissimi, cittadini maschi,di in cani, una società doveincivilmente -oltre lasciti, le auto parcheggiate sui a non considerare degne di parità le donnemarciapiedi o davanti o dentro lo spazio riservato ai diversamente vivevano schiavi e altri che erano ben lontani abili. Ritengo altresì evidente, nonostante le tante Valentine dall’avere il diritto di voto. E, soprattutto, che dislocate in città, che diretta, non si inspostino, quella era una democrazia cui tutti gliloro amministratori, in bicicletta, altrimenti si renderebbero conto che solo chi è funambolo aventi diritto ad esprimere un’opinione entravano comodamente nell’agorà, la piazza della perché città. della gimkana può sopravvivere, trova quasi ovunque stati democratici veri eauto propriparcheggiate sono molto ostacoliGli sul percorso, anche in modo da ostruire recenti. Appena un secolo fa,altri, l’Europa venivadi tempo, di pazienza, di opiù ritardare il transito degli conche perdite fatta a brandelli dalla Prima Guerra Mondiale era decenza! Vogliamo, prego, amarlapiù questa nostra Terni e tenerla in un continente pieno zeppo d’imperi o meno ordine, bella e pulita più, molto più della propria abitazione, perché assolutistici, e gli stati che potevano a buon diritto avere unae costituzione parlamentare èdichiarare la casadicomune tutti abbiamo diritto di vivere nella pulizia, e democratica non erano davvero nell’ordine, nel bello, cioè nellamolti. città che abbiamo nel cuore? Ma non i giovani che sentono l’ammonimento fidateviOggi, di me, giacché affermo addirittura che gli amministratori, a considerare la democrazia come un sistema buono, ma non perfetto, sono sindaco e assessori in testa, debbano essere studiosi èe connotato conoscitori in genere stupiti dalla limitazione. L’aggettivo democratico da delle risorse del territorio, della sua storia, delle sue caratteristiche un senso sempre positivo, perché è inevitabilmente paragonato ai suoi opposti estorici: valenze e sappiano sostenere e generareIni che conseguenti progetti. l’autocrazia, la dittatura, l’assolutismo. senso, allora, si può considerare solo migliore, e non più semplicemente perfetto? Altrimenti, mi dico spesso, cosa amministreranno mai? I gioielli di In genere, si spiega che il difetto della democrazia sta nel fatto che famiglia? le minoranze devono subire la volontà della maggioranza: per sua natura, il Per fortuna di tutti, molti gli amici sereni,non tranquilli, meccanismo democratico prevede chesono una parte di cittadini vedano colti, intelligenti che collaborano ai progetti, tutti con obiettivo esauditi i propri desideri. Tant’è vero che la perfettibilità della democrazia primario il genere bene di Terni. Siamo sempre più lontanissimi si misura in sullo sforzo che uno stato fa nelnumerosi, cercare di salvaguardare,
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Andiamo a pedalare! U
n vero e proprio fenomeno. La bici non è più solo il mezzo di trasporto di chi non può permettersi un’auto, bensì è sinonimo di sostenibilità, esplorazione, avventura e molto altro. Negli ultimi dieci anni si è assistito ad una vera e propria rivoluzione, da semplice moda per divertirsi la domenica, è diventato un vero e proprio stile di vita. La bici è uscita dall’ambito del trasporto e da quello agonistico delle competizioni tra professionisti, per occuparne uno nella quotidianità di molti. L’origine della rinascita delle due ruote è, ancora una volta, nelle metropoli americane. Le bici a scatto fisso (quelle con un solo rapporto e nelle quali la trasmissione ha presa diretta con la ruota posteriore), nate per girare nei velodromi, vengono portate su strada dai bike messenger o urban bike messenger ovvero i corrieri in bicicletta, che effettuano consegne in città a impatto zero, presenti fin dagli anni Settanta negli Stati Uniti e già da diversi anni in molte capitali europee, approdati più recentemente a Milano e Roma. La Roma attuale, dopo il no alle Olimpiadi, ha detto invece sì al GRAB, il Grande Raccordo Anulare delle Bici, che promette di essere una delle piste ciclabili urbane più lunghe del mondo, ben 45 chilometri. Un passo nella direzione del futuro sistema nazionale delle ciclovie: oltre 1.500 chilometri ciclabili attraverso 8 regioni, finanziati con 91 milioni
Francesco Patrizi
Mangerai cibo avariato e non ti farà male, dormirai all’aperto e nessun animale che strisci in terra ti aggredirà, niente e nessuno ti potrà fare del male perché sei un talibé e Allah ti protegge. Forse non era ancora abbastanza forte il talibé di dodici anni morto l’anno scorso in seguito alle percosse del suo maestro nella scuola di Yembeul, un sobborgo di Dakar, la capitale del Senegal. In arabo tâlib è “colui che cerca e che chiede” e talibé è la parola usata per indicare l’allievo del marabout, il maestro che insegna i precetti dell’Islam. In Senegal, per far diventare i propri figli degli adulti responsabili e dei ferventi fedeli, è usanza affidarli alle scuole coraniche, dette daaras, dove l'insegnamento è gratuito e all’allievo è richiesto soltanto di collaborare a dei piccoli lavori manuali. Molte famiglie povere mandano i propri figli sin dall'età di tre anni nella daara, anche se l'età limite per essere ammessi è di 5 anni. Il fotografo portoghese Mário Cruz ha ricevuto il premio World Press Photo 2016 per il reportage con il quale ha documentato le condizioni di vita dei talibés: ogni mattina i giovani discepoli si alzano alle 5 per pregare, poi prendono i loro barattoli di latta e vagano per le strade in cerca di fortuna, al tramonto devono ritornare con il cibo per il marabout e con i soldi racimolati chiedendo l’elemosina, altrimenti passeranno
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di euro nel 2016 e spalmati su tre anni, fino al 2018. Una buona idea destinata a rivoluzionare la vita di turisti e pendolari. Secondo uno studio delle università di Copenaghen e Arhus, inoltre, andare a scuola a piedi o in bici aumenta la capacità di concentrazione degli studenti. È anche stato calcolato che si possono parcheggiare fino a 18 bici normali e 42 pieghevoli al posto di un’auto. Da qui a capire che la mobilità urbana ne può trarre solo giovamento, il passo è breve. Tra le “tribù ciclistiche” che si sono consolidate nel tempo, un altro fenomeno dilagante è rappresentato dai cosiddetti Mamils, termine coniato dall’agenzia di marketing inglese Mintel, acronimo per Middle Aged Men in Lycra (ovvero “uomini di mezza età vestiti in lycra”, sono infatti in lycra i completi dei ciclisti). Per lo più uomini dai 40 anni in su, che pur avendone la possibilità economica, non investono più in auto
Alessia Melasecche alessia.melasecche@libero.it
di lusso, ma preferiscono dedicare tutta la loro attenzione, a volte al limite dell’ossessione, a bici super performanti e relativo abbigliamento iper tecnico. Si giunge persino a forme di “impiego” delle bici “estreme”: le bici non solo come passione, mezzo di trasporto o stile di vita, ma anche a ricordo di chi è stato investito. Ci sono infatti anche le ghost bike, le bici dipinte di bianco che, legate e bloccate ai cartelli stradali, in prossimità del luogo dell’incidente con una piccola targa in memoria, ricordano un ciclista caduto. Le prime ghost bike sono apparse a St. Louis, nel Missouri, nel 2003. Attualmente ce ne sono oltre 460 in oltre 170 località del mondo (il numero si riferisce a quelle registrate presso il sito della organizzazione). L’Italia si trova al secondo posto per pericolosità stradale in Europa ed è al primo per incidenti mortali che coinvolgono ciclisti. Il numero di morti sulle strade è sette volte maggiore di tutte le morti sul lavoro e la prima causa di morte dei giovani sotto i 34 anni. Speriamo che non servano ulteriori bici bianche per spingere gli amministratori locali a ripensare seriamente alla mobilità cittadina, rendendola più sostenibile e soprattutto sicura per tutti. Il problema della sicurezza stradale è così rilevante che la Comunità Europea ha imposto in modo specifico agli Stati membri di attuare piani concreti per ridurre il numero di vittime e incidenti stradali.
La scuola per mendicanti senegalese la notte legati alle catene e verranno percossi. Raccontano alcuni senegalesi cresciuti nelle daaras che un tempo non era così, si imparavano i precetti del Corano, si svolgevano piccole mansioni e si imparava un mestiere, ma soprattutto il piccolo talibé cresceva sviluppando un senso di responsabilità e quando tornava a casa, all’incirca all'età di 15 anni, era pronto per lavorare e mettere su famiglia. Negli anni il Senegal ha conosciuto lo spopolamento dei villaggi, le famiglie hanno
mandato i figli nelle daaras delle grandi città e un numero sempre crescente di bambini si è riversato nelle baracche adibite a scuole coraniche allestite nelle periferie. Si calcola che solo a Dakar vivano circa 100 mila talibés di età inferiore ai dieci anni, chi li gestisce spesso non è un marabout vero e proprio, cioè con una formazione religiosa e di sani princìpi, ma un trafficante di minori che ha trasformato la daara in un centro di detenzione dove i bambini vivono ammassati, senza cibo e senza servizi igienici, per poi essere rivenduti. Il governo senegalese ha messo in campo una campagna di sensibilizzazione per convincere le famiglie dei villaggi a iscrivere i figli nelle scuole statali, dove si insegna il francese, ma è ancora radicata la convinzione che la scuola pubblica sia haram, cioè qualcosa di proibito dalla religione. Il talibé saprà sopportare le avversità, viaggerà sopra le terre e sopra il mare, dormirà sotto il cielo e vivrà tra gente sconosciuta, gente con la pelle diversa dalla sua. E davanti ai supermercati, nelle stazioni, nelle strade, andrà a mendicare per conto del marabout che lo avrà accolto in una fredda e lontana daara europea.
DALLA CITTÀ DI SAN VALENTINO INSIEME PER VINCERE L'EPILESSIA Degli oltre 500.000 italiani affetti da epilessia, il 40%, risulta, oggi, farmaco resistente. Le crisi si manifestano, cioè, nonostante l'assunzione di terapie. Il "perdere la testa" accomuna gli innamorati e le persone affette da epilessia. Entrambi, da secoli, si rivolgono quale loro protettore a San Valentino, Vescovo di Terni.
Per questo motivo l'AICE Onlus (Associazione Nazionale Contro l'Epilessia) ha deciso di istituire a Terni i premi Lorenzo Gianfelice
Presidente Regionale AICE Umbria
IL 14 FEBBRAIO: 6 CON NOI! Con cui verranno assegnati
18mila euro
a 6 progetti inclusivi per persone con epilessia farmaco-resistente in ambito scolastico e lavorativo.
ACCENDI IL CUORE PER L'EPILESSIA Con cui verranno assegnati
40mila euro
per sostenere 2 progetti di ricerca scientifico-sperimentale sulle cause della farmaco-resistenza nelle epilessie.
PULMINO
L'Associazione inoltre donerà un che potrà essere utilizzato per il trasporto di persone con disabilità e loro famiglie con priorità all'inclusione scolastica, al collocamento mirato al lavoro, allo sport, alla cultura e alla ricreazione. Tali iniziative sono co-organizzate con il Comune di Terni ed hanno ricevuto l'apprezzamento delle due principali federazioni delle persone con disabilità: FISH Umbria e FAND Umbria. AICE Umbria Vico della Fontanella, 29 - Terni Cell. 393.9890599 - email: aiceumbriaepilessia@gmail.com www.aiceumbria-epilessia.blogspot.it
Giocondo Talamonti La piaga diffusa di comunicare le proprie passioni con scritte: politiche, poetiche, per far conoscere alla ragazza/o le proprie sensazioni, per manifestare il proprio attaccamento alla squadra di calcio e alla propria città, ma, anche di dissenso, è altamente condannabile. Premesso che fra comunicare ed imbrattare una qualunque superficie esiste una differenza abissale, tali scritte, costituite spesso da migliaia di scarabocchi su ogni spazio libero, quasi a testimoniare il marcamento di un territorio, come fa il cane quando alza la gamba, esasperano la condizione di degrado da subperiferia cittadina. La brutta abitudine di imbrattare i muri con le bombolette di vernice non è arte, ma semplice sfregio nei confronti della pulizia, del decoro e dell’ordine cittadino. Per comunicare ci sono ben altri mezzi: cartoline, come ci ha insegnato Alterocca, oggi sms, i libri, i giornali (oggi anche on-line), la frequentazione di cinema, di teatri, di mostre e di convegni. Tutte modalità per accrescere la personale creatività. Per favorire lo sviluppo di una mentalità giovanile orientata al rispetto dell’ambiente e dei concittadini, occorre guardare con più
La comunicazione sui muri... attenzione ai progetti formativi ed educativi oggi in uso, ed in questo la scuola è chiamata a fare la propria parte. Non a caso, proprio nelle scuole, troviamo il più prolifico modo di comunicare sporcando le pareti degli edifici, delle aule, dei corridoi e dei bagni con messaggi, che seppure, a volte romantici, divertenti, particolari, costituiscono un oltraggio al decoro. Nelle tifoserie sportive è solito scrivere frasi del tutto censurabili. Sarebbe bene comunicare, non attraverso l’imbrattamento, ma vivendo lo sport nella sua grande forza socializzante,
di fondamentale importanza nelle società moderne in cui la disgregazione sociale è un elemento preoccupante che va combattuto attraverso una comunicazione più rispettosa dei singoli e dell’ambiente. I RIMEDI: 1. Porre in atto un severo controllo territoriale, affidandolo ai vigili urbani, al ricorso a videocamere dislocate opportunamente in città; 2. coinvolgere i giovani e le associazioni del tempo libero con progetti finalizzati al recupero della qualità e decoro della città, ma anche e soprattutto con proposte educative nella scuola; 3. ripulire i muri da scritte che deturpano il patrimonio pubblico e adottare sistemi per obbligare i trasgressori a ripristinare le superfici imbrattate; 4. inserire nel regolamento edilizio le norme da adottare in caso di imbrattamento degli edifici; 5. fare fronte comune con i comitati dei gruppi che tutelano il rispetto dell’ambiente naturale e culturale e che condividono la stessa passione e gli stessi obiettivi per il decoro urbano. Mensile a diffusione gratuita di attualità e cultura
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SAN VALENTINO 2017 Terni, città di San Valentino, capitale dei Diritti Umani
SALA CONFERENZE GUGLIELMI Organizzazione Data Titolo
Moderatore Relatori
Progetta
Terni, Vico della Fontanella 29
ANCeSCAO, AC La Pagina Sabato 14 gennaio 2017 ore 16,30 Nuova biografia di Valentino e conseguente progetto: Terni, città di San Valentino, capitale dei Diritti Umani Lorenzo Gianfelice1 Edoardo D’Angelo2, Giampiero Raspetti3
SALA GAZZOLI
SALA CENTRO SOCIALE POLYMER
SALA GAZZOLI
UNIVERSITÀ TERZA ETÀ DI AMELIA
Terni, via del Teatro Romano
Organizzazione Data Moderatore Titolo Titolo
Organizzazione Data Titolo Moderatore Relatori
Terni, via Narni 154
Centro Sociale Polymer, AC La Pagina Sabato 21 gennaio 2017 ore 16,30 San Valentino: tra vita vera e leggende Marcello Bizzotti6 Giampiero Raspetti, Loretta Santini7
Terni, via del Teatro Romano
Organizzazione Data Moderatore Titolo Titolo Data Titolo Relatori
Domenica 19 febbraio
Liceo Classico "Tacito", AC La Pagina Venerdì 20 gennaio 2017 ore 10,00 Fausto Dominici4 Monaci e frati umbri di fronte alla scrittura - Massimiliano Bassetti5 Nuova biografia di Valentino di Terni - Edoardo D’Angelo
Liceo Classico "Tacito", AC La Pagina Venerdì 27 gennaio 2017 ore 17,00 Edoardo D’Angelo L’Eros e San Valentino – Alessandra Bravi8 Gli scavi di archeologia religiosa in Umbria - Mario Pagano9
Amelia, P.zza A. Vera 10
Mercoledì 1 febbraio 2017 ore 16,15 Nuova biografia di Valentino e conseguente progetto: Terni, città di San Valentino, capitale dei Diritti Umani Edoardo D’Angelo, Giampiero Raspetti
ARRIVO DELLE DELEGAZIONI EUROPEE10
Cena e pernottamento presso agriturismo Casa Mattei di Gina Vannucci
Agriturismo Casa Mattei - Vocabolo Isola, 13 - 05031 Arrone (Tr) - Tel +39 0744 420513 - Cell +39 338 9140559 e-mail: agriturismocasamattei@gmail.com - www.casamattei.it
Lunedì 20 febbraio Ore 10,00
PRO LOCO DI CASTELDILAGO11
Gruppo di studio IL GRUPPO CAMPANARI DI ARRONE, diretto dal M° Gianluca Saveri12, dal Campanile della chiesa di San Giovanni di Arrone, insignito del titolo di Campanile dei Diritti Umani, eseguirà una Sonata a Festa
Ore 12,00
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Presidente Centro Sociale Culturale Ricreativo Guglielmi, Ancescao, Cesvol Docteur de la Sorbonne, professore ordinario di Filologia latina medievale e Presidente del corso di laurea magistrale in Archeologia e Storia dell’Arte presso l’Università di Napoli. Chaire d’excellence presso l’Université de Caen-Basse Normandie 2012-2015. Membro del Collegio dei docenti del Dottorato di ricerca in Letteratura latina medievale e umanistica. Dirige la rivista Archivio Normanno-Svevo Presidente della Associazione Culturale La Pagina Vicepreside del Liceo Classico "Tacito" Professore associato di Paleografia latina e membro del Collegio dei docenti del Dottorato di ricerca in Scienze storiche e antropologiche dell’Università di Verona. Coordinatore scientifico della Fondazione “Centro Italiano di Studi sull’Alto Medioevo”, direttore e membro del Consiglio direttivo del “Centro Italiano di Studi sul Basso Medioevo/Accademia tudertina”. Caporedattore della rivista Studi medievali Presidente Centro Sociale Polymer Autrice di innumerevoli libri relativi alla storia del territorio, all’arte in genere, alla cucina tradizionale Archeologa, dottore di ricerca presso l’Università di Heidelberg, autrice di numerosi studi sull’urbanistica tardoantica e su aspetti archeologici dell’Umbria antica e medievale Direttore della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le Province di Catanzaro, Cosenza e Crotone, già Direttore della Soprintendenza archeologica Umbria Cipro, Creta, Francia, Germania, Grecia, Repubblica Ceca, Romania, Turchia Patrono di Casteldilago è San Valentino Fondatore del quartetto Tetraktis Percussioni di Perugia, 1° percussionista della Mahler Chamber Orchestra diretta da Daniel Harding (2002/2006), membro dal 2003 al 2012 della prestigiosa Lucerne Festival Orchestra diretta da Claudio Abbado. Ha collaborato con i più importanti enti sinfonico-teatrali italiani: Teatro dell’ Opera di Roma, Comunale di Firenze, Accademia Nazionale di Santa Cecilia in Roma, Teatro San Carlo di Napoli, Symphonica Toscanini, Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai di Torino. È titolare della cattedra di strumenti a percussione presso il Conservatorio di Musica D. Cimarosa di Avellino e attivo nel movimento Musicians for Human Rights, esibendosi con la Human Right Orchestra diretta dal M° Alessio Allegrini. Mensile a diffusione gratuita di attualità e cultura
Suoniamo i campanili d’Europa per sostenere i Diritti Umani
Il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha conferito all'edizione 2010 dell'iniziativa "Suoniamo i campanili d'Europa per sostenere i diritti umani" il premio di rappresentanza della Presidenza della Repubblica Italiana
Ore 16,30 EX CONVENTO DI SAN FRANCESCO - ARRONE13 - Incontro pubblico
La Valle di San Valentino e San Francesco, dai diritti umani all’amore incondizionato per il creato14 Moderatrice: Rosella Mastodonti15 Relatori: Edoardo D’Angelo, Miro Virili16 - Delegazione di Creta: analisi e confronto tra il salmodiare del Canto Bizantino ed il salmodiare del Canto Gregoriano Ore 20,30 - CENA: Omaggio ai prodotti tipici della Valnerina: la norcineria, il tartufo, le lenticchie, il farro, il formaggio, lo zafferano17 - Confronto di musiche e danze mediterranee (Grecia/Turchia/Italia/Cipro)
Martedì 21 febbraio VISITA DI SOLIDARIETÀ IN VALNERINA. PROGETTO RiFiorita Ore 9,00 Partenza per San Pellegrino di Norcia Ore 10,30 Incontro dei delegati europei con le genti di San Pellegrino di Norcia
al campo base di San Pellegrino, cerimonia e consegna di omaggi. Associazione TRACCE /Terniaccessibile: “Illustrazione del Progetto di solidarietà RiFiorita” Ore 13,00 Pranzo a San Pellegrino Ore 15,00/16.30 Visita alla frazione di San Pellegrino e a Norcia Ore 20,00 Cena presso Hotel De Paris a Terni e pernottamento
Mercoledì 22 febbraio SALA DEL CONSIGLIO COMUNALE DI TERNI Ore 11,00 Terni e Arrone incontrano le delegazioni europee. Prospettive per il 2018 Ore 16,30 SALA G DELLA ASSOCIAZIONE CULTURALE La Pagina - Drammatizzazione plurilingue (italiano/inglese/greco) di passi scelti dall’opera Il poverello di Dio,
basato sulla vita di Francesco d'Assisi di Nikos Kazantzakis, premio Nobel per la Letteratura - Il Diritto alla cura, alla guarigione, alla salute. Eccellenze in Valnerina: La scuola chirurgica di Preci praticata con successo dagli esperti medici empirici presso tutte le corti europee. Il perfezionamento della tradizione ippocratico-galenica, la mediazione tra la medicina dotta della Schola medica salernitana e la medicina popolare operata dai ‘medici vulnerum’ di Preci e Norcia. - Preparazione incontro 2018
Venerdì 24 febbraio SALA CONFERENZE CAMERA COMMERCIO TERNI Ore 11,00 Associazione Culturale La Pagina - TERNI Progetta
Incontro Una nuova Terni. Prospettive e Progetti. Relatori Edoardo D’Angelo, Sergio Marigliani18, Giampiero Raspetti, Loretta Santini, Miro Virili Interviene Giuseppe Flamini, Presidente della Camera di Commercio di Terni
Da martedì 24 febbraio a martedì 7 marzo MOSTRA
Il percorso del Nera Arte e cultura: documenti storici19
Date e contenuti degli incontri con: Comune di Terni, Fondazione Carit, Panathlon International – Club Terni, Lions Club Terni San Valentino, Ospedale di Terni e CD Sanità di Terni, saranno pubblicati in Febbraio.
Progetta 13 14 15 16 17 18 19
Organizzatori: Comune di Arrone, Pro Loco di Arrone e di Casteldilago, AC La Pagina Primo segmento del progetto Gemellaggi per San Valentino ed inizio costituzione della Via Valentiniana Docente Filosofia / Ricercatore Università La Sapienza di Roma / SV Università Perugia, Specializzazione post lauream – Esperta progettazione UE Comenius / Erasmus / Grundtvig. Organizzazione scambi culturali in ambito europeo ed extraeuropeo Architetto, esperto in ambiente, beni culturali e paesaggio, si occupa di progettazione, restauro e pianificazione. Impegnato nello studio e nella promozione del paesaggio e dei beni culturali minori ha pubblicato su questi argomenti vari libri e saggi. Tra gli altri segnaliamo: Studio sulla città sostenibile (2000), Hydra. Studi sul Parco Fluviale del Nera (2008), Piediluco. L'immagine della memoria (2012) e l'Opera della cascata: Guida ai beni culturali della Cascata delle Marmore (2015). Cena con ricette tipiche presenti nel libro Valnerina golosa di Marco Barcarotti e Loretta Santini Collezionista di documenti storici Da 50 a 100 documenti, alcuni inediti, molti rarissimi. Mensile a diffusione gratuita di attualità e cultura
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Valorizzazione della Valnerina
Franca Calzavacca
Il nostro interesse per la valorizzazione della Valnerina nei suoi mutevoli aspetti paesaggistici, artistici e culturali che attraverso il tempo si sono avvicendati parallelamente all’evoluzione sociale, si è ulteriormente intensificato con i drammatici eventi che ne hanno sconvolto il territorio. La solidarietà ha risposto e sta rispondendo in modo eccellente da vicino e da lontano. Desideriamo segnalare quanto ha promosso l’Associazione Cassiopea in collaborazione con l’Istituto LUCE di Cinecittà e con il
patrocinio del Comune di Amatrice ed altri enti istituzionali. Con il coordinamento del prof. Gianni Turina ed alla presenza del maestro Ennio Calabria, della giornalista Eugenia Romanelli e di altre personalità del mondo dell’arte e della cultura, il 20 gennaio si inaugura a Roma una rassegna di arte contemporanea dal titolo “Generazioni a confronto” dei maestri decani dell’arte ai bambini di Amatrice. Sono accostate e valutate tre generazioni di artisti attraverso le figure più rappresentative che nel tempo la stampa e la critica hanno chiamato “i magnifici quattro”. Sono Franco Bellardi, Sergio Bizzarri, Manuel Campus, Dante Turina. Prescelti da critici d’arte con il coinvolgimento di 35 alunni dalle scuole elementari alle medie dell’Istituto Capranica di Amatrice supportati dai loro insegnanti e dall’Associazione “Velino for Children” di Rieti gli artisti hanno voluto accanto nove
Programma ASSOCIAZIONE TUTTI I LUNEDÌ a cura di Nadia Zangarelli CORSI DI PITTURA PER ADULTI Mercoledì 18 GENNAIO 2017 ore 17.00 a cura di Giampiero Raspetti presentazione del libro D'AMORE, CORNA E POLIGAMIA di Vincenzo POLICRETI
opere pittoriche realizzate dai ragazzi nei primi giorni di scuola e ispirate a stati d’animo conseguenti al terremoto che ha colpito quei territori. La manifestazione si svolge al complesso monumentale dei Dioscuri al Quirinale dal 20 al 27 gennaio (orario dalle 9 alle 18,30 esclusi sabato e domenica). L’iniziativa ha tra gli obbiettivi principali quello di individuare nell’arte e nelle sue espressioni un sito privilegiato in cui sia possibile comunicare i saperi e le esperienze dell’uomo al di fuori della dilagante logica mercantile che oggi domina la scala dei valori della società contemporanea. La comunione fra gli artisti della rassegna da tempo legati ai luoghi della Valnerina ed i giovanissimi artisti del territorio sconvolto dal terremoto potrà essere di sostegno all’opera ricostruttrice dell’uomo per ridare ai luoghi tanto provati il loro volto e la loro identità.
TESSERAMENTO SOCIALE 2017
Giovedì 19 GENNAIO ore 20.00 BUFFET ore 21.00 SESTO SENSO: IL MONDO PERCETTIVO DEL CANE a cura della Prof.ssa Silvana Diverio Venerdì 20 GENNAIO 2017 ore 18.00 Tirocini Formativi: un'opportunità per le Aziende
Associazione Culturale La Pagina - Terni, Via De Filis 7 0744.1963037 - 393.6504183 - 348.2401774
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Mensile a diffusione gratuita di attualità e cultura
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Sede direzionale : Viale dello stadio 77 - 05100 Terni (TR) Tel. 0744.547410 - Fax. 0744.433800 - E-mail: info@allfoodssrl.com
Andavamo a letto col prete Andavamo a macinare le olive più grandicelli che venivano invogliati
sostare in quel luogo anche per diversi giorni
tanto che, aadesso volte, iniziavano con la promessa qualche di liretta per non D’inverno faceva freddo, molto piùdi freddo quanto faccia e tale a fermentare e a riscaldarsi finché ogni canestrino riempito. Iniziando così in sensazione, nei primi decenni dopo la seconda guerra mondiale, era aggravata dal non fattosi formava una muffa. Inutile dire che gli oli ottenuti anticipo voleva dire che tale raccolta doveva che la maggior parte delle abitazioni non aveva impianti di riscaldamento. avevano acidità altissime e sapori che per essere fatta più volte, finché gli uomini con Vittorio L’unica fonte di calore era ilGrechi camino situato nella stanza più spaziosa, cioè nella cucina. le scale, i canestri a tracolla e le lunghe noi sarebbero disgustosi. L’ambiente della Accanto al camino c’era il fornello, munito di griglia metallica per sostenere le braci che venivano pertiche, che all’impugnatura erano a forma mola era veramente particolare. Appena si mantenute roventi agitando un ventagliodifatto con penne di tacchino. uncino (per fissarle ai pioli alti della entrava si avvertiva il flusso di aria calda e Tutti sarebbero stati molto volentieri accanto a queste fonti dila calore dato che l’alto numero dei veniva molto apprezzato, perché scala), non avevanodue terminato raccoltama,umida componenti della famiglia ciòLenon era possibile. Al abbattere massimo rientrando in casa, si e omogeneo A sentire gli olivicoltori, l’olivo media è stato di unaallora, un riscaldamento cosìuno elevato aerea. pertiche servivano per poteva avvicinare al fuoco per stiepidirsi le mani infreddolite, largo se traloisognavano vecchi e tutti. i bambini delle prime piante coltivate. L’olivo coltivato La seconda cosa che i chicchi d’oliva rimasti sulfacendosi ramo lontano o domestico deriva dall’olivo selvatico o che diventavano visibili dopo aver cambiato si avvertiva era l’odore dell’olio, almeno così piccoli che presidiavano il focolare. oleastro (latino: oleaster), cresce neila cena, veniva definito in quel tempo. Il camino era posizione alla scala. A raccolta terminata le il caldaio Poi c’erano le donne che,che preparando dovevano attizzare il fuoco sotto per poter cuocere luoghi rupestri, isolato o in forma boschiva sempre acceso e la cucina aperta a tutti per donne continuavano a cercare sotto gli ulivi, la pasta e aggiungere ogni tanto un po’ di carboni accesi al fornello per mantenere il sugo in ebollizione. e dai cui minuscoli frutti si trae un olio degustare una bella fetta di inginocchiate sopra uno straccio per evitare Comunque, vuoi per le legna che bruciavano, vuoi per il consistente numero di persone, nella cucina si stavabruschetta e un amaro è, però, sempre benino,il cui fattausoeccezione per i stato il contatto col terreno freddo e umido, bicchiere di vino. A volte il pane abbrustolito limitato. La patria di origine dell’olivo va con smuovendo le foglie e l’erba che potevano infilato su uno spiedo veniva immerso piedi e gli stinchi, soggetti agli ogni probabilità ricercata in Asia Minore: nascondere i preziosi chicchi. Questo nell’olio e, dopo averlo sgocciolato, veniva spifferimentre freddi che venivano infatti, in sanscrito non esiste la spigolare, esercitato anche e soprattutto fatto ripassare sopra i carboni roventi e poi dalla porta, sia quando apriva, che dalle donne che non possedevano uliveti, condito con aglio e sale. L’afflusso di clienti parola olivo e gli Assiri ed si i Babilonesi, perché entrava qualcuno, sia pianta veniva detto arviaca’ oppure ji’ a vvaghélle e di curiosi era costante: alcuni solo per evidentemente ignoravano questa quando era usavano chiusa,solo perché e i suoi frutti, olio di le sesamo, (se uno voleva parlare fino!). Anche in epoca stare al caldo e fare due chiacchiere, altri l’olivo era combaciavano viceversa conosciuto ante non bene.da popoli romana si effettuava questa raccolta, ma per gustare la bruschetta con l’olio nuovo semitici gli Armeni e gli Egiziani. Studiarecome o fare i compiti in Le solo per fare l’olio per gli schiavi. La raccolta e, chi non possedeva olivi, si affacciava con più antiche testimonianze della coltivazione manuale, a terra e sulla pianta, durava fino discrezione per elemosinare “un goccetto” di questo ambiente, senza finire coi in Egitto risalgono alla XIX dinastia, circa alla tarda primavera e, mano a mano che olio che, in genere, non veniva mai rifiutato. piedi gelati, era possibile solo 3300 anni fa. Oltre che per l’uso alimentare si procedeva, le olive venivano conservate La mola era anche una tappa d’obbligo dei stando in ginocchio sulla sedia e per l’illuminazione, l’olio veniva usato in ammucchiate sul pavimento del magazzino. frati cercatori francescani, sempre accolti impagliata, onde evitare il bramedicina e per la fabbricazione di cosmetici Quando il quantitativo era sufficiente per un con molta simpatia. ciere sottoUniltesto tavolo che spesso e profumi. a caratteri cuneiformi viaggio al frantoio, con una pala di legno si Oggi le olive (raccolte solamente sulla faceva venire il mal di testa. ritrovato a Ugarit, città del mediterraneo, riempivano i sacchi di juta, si caricavano su pianta!) si portano a macinare in giornata o Per la confusione non città c’era pochi chilometri a nord della moderna un carro o sulla barrozza e si portavano alla poco più e l’olio che ne viene fuori non somiglia rimedio. parlavano vocediversi mola (il frantoio oleario). Arrivati sul posto, nemmeno lontanamente a quello di settanta di Latakia Tutti in Siria, descriveaventi contenitori per oli profumati. Essi facevano le olive venivano pesate, poi portate con o più anni fa. Noi però siamo i discendenti di alta nelle case contadine, parte del corredo di una principessa un montacarichi al piano superiore, detto quelli che andavano a scaldarsi nelle mole e abituati com’erano nei campi a straniera andata in sposa al re del luogo. làstricu, dove una parte del pavimento era che, quando mangiavano la bruschetta nella gridare ordini agli animali da La trasformazione dell’oleaster in olivo in pendenza per far confluire le olive verso propria casa -guai a far cadere una goccia lavoro. domestico pare sia stata opera di popolazioni la macina. Sopra ad ogni mucchio c’era una d’olio per terra!- facevano la scarpetta al C’era poi sempre qualche vicino della Siria. Molto presto l’uso di coltivare canna con infilato un foglio a indicare data, piatto, rendendolo pulito come se non fosse o vicina che, dopo cena, si l’olivo passò dall’Asia minore alla Grecia: quantità e proprietario. Le olive potevano mai stato usato. aggiungeva già tanti lo Schliemann ai riferisce di averper raccolto scambiare quattro chiacchiere, contribuendo all’aumento della cacofonia. Un momento di quasi silenzio ponoccioli d’oliva sia negli scavi di palazzo sia teva verificarsi seequalcuno si di arrotolava in quelli delle case delle tombe Micene una sigaretta. Dopo averla accesa e fatte un paio di tirate la passava al nell’Odissea, vicino e così via finché erache possibile e, troviamo scritto Ulisse tenere il mozzicone fra le dita. aveva intagliato suo letto nuzialeprepotente in un Il problema delilfreddo tornava al momento di andare a letto. Le camere erano così fredde che enorme tronco di olivo. Popoli e religioni di al mattino poteva capitare di trovare croste di ghiaccio sull’acqua del lavabo. Solo al pensiero di doversi ogni tempo in hanno considerato di oliva spogliare un baleno per l’olio infilarsi tra le lenzuola gelate, sovrastate da coperte e imbottita, poteva anche sacro alle divinità. Oggi l’olivo è coltivato in bloccarsi la digestione. Se però era stato messo il prete nel letto, la prospettiva diventava quasi rosea. tutto il mondo: dalle Americhe alla Cina, dal Il prete non era altro che il nome malizioso di una incastellatura porta-braciere in legno, usata per riscaldare Sud Africa all’Australia. il letto. Al mattino, quando la donna rifaceva la camera, infilava tra le lenzuola questo marchingegno, Adesso facciamo un bel salto fino al 1950 sicché sembrava, a letto parlava rifatto, che qualcuno molto grosso fosse ancora a dormire. Appena cenato la moglie e dintorni. Il proverbio chiaro: infilava diligentemente nel prete un recipiente metallico con le ultime braci del camino, scegliendo quelle De Campitillu, s’arcòje lu bbaghitillu (nel che nondella facevano piùfiera fumo. nel letto dopo aver estratto il prete con molta circospezione per evitare periodo famosa di Infilarsi Terni, alla incendi, era un grande piacere goduto fine di settembre, in località Campitello, si dalle generazioni del dopo guerra. iniziava a raccogliere tutte olive cadute Ora quasi tutti stiamo al lecalduccio d’inverno senza farci troppo caso e i grandi piaceri si vanno a cercare a terra, nessuna esclusa). Tale faccenda nelle polverine o nell’alcol. Vi t t o r i o G re c h i era appannaggio delle donne e dei bambini
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Mensile a diffusione gratuita di attualità e cultura
Roberto Chiappa
Un campione sempre in “pista” Incontro Roberto Chiappa (classe 1973) ad una premiazione organizzata dagli Azzurri d’Italia della sezione di Terni. L’instancabile presidente Silvano Pani ha voluto premiare Chiappa per la lunga carriera ed i prestigiosi risultati raggiunti in tanti anni di ciclismo. Un atto dovuto ad un vero campione, in assoluto tra i più importanti della nostra città. Con questo riconoscimento abbiamo voluto onorare un grande atleta, conosciuto molto di più in Italia e nel mondo che non a Terni purtroppo. Ringrazio ancora Roberto per aver accettato il nostro invito. Uno come lui, abituato a premi assai importanti, si è reso immediatamente disponibile. E’ tornato da Bergamo dove presta servizio presso la guardia forestale e dove ha deciso di vivere con la sua famiglia. Ho avuto modo di conoscere un vero campione che, pur ottenendo allori prestigiosi, è rimasto il ragazzo modesto e di poche parole che è partito tanti anni fa dal suo paese di origine, Casteltodino, per scalare le vette del ciclismo mondiale. “Ho avuto successo –mi dice– perché avevo fame di arrivare. L’unica e vera motivazione che ti fa sopportare tanti sacrifici. Il ciclismo –continua- è uno sport davvero duro”. Lui è un ciclista particolare: è stato un pistard, ovvero un corridore professionista su pista. Per la verità uno dei migliori di tutti i tempi. Nonostante ciò parla con tranquillità delle tante medaglie conquistate, mostrando la serenità tipica di coloro che sono campioni anche nella vita, non solo nello sport. Chiappa ha iniziato la sua carriera centrando subito grandi risultati: vince il mondiale Juniores nel 1991. Da dilettante ha vinto, nel 1993, a livello open, il mondiale tandem nella velocità con Federico Paris. Passa al professionismo nel 1995, diventando uno dei più titolati corridori italiani di sempre: 49 titoli italiani tra velocità, velocità a squadre, keirin e tandem. Numerosi poi i successi a livello internazionale. Roberto Chiappa è stato per anni la vera icona della pista azzurra. Tre ori mondiali nella velocità (’91, ’93 e ’97), cinque Coppe del mondo assolute e ventuno vittorie singole, un prestigioso
quarto posto alle Olimpiadi di Barcellona ’92 e uno altrettanto importante ai mondiali del 2008, entrambi nella velocità, questo il palmares del velocista ternano. E’ detentore del record italiano dei 200 metri lanciati con il tempo 10”18’. Nella velocità a squadre e nel keirin, è stato uno degli uomini più veloci del pianeta. Detiene il record italiano juniores nei 200 metri lanciati (10”274), ottenuto nel 1991 in Colorado, e il record italiano nella velocità olimpica, ottenuto in Coppa del mondo a Hyeres (45”44) con Gollinelli e Paris nel 1993. Detiene la migliore prestazione italiana sui 200 metri lanciati (9”94), ottenuta in Coppa del mondo in Colorado nel 1994, sui 200 metri lanciati nella categoria esordienti (11”45) e allievi (11”01) e il record di imbattibilità ai campionati italiani di velocità, vinti dal 1987 al 2010, con l’eccezione del 1996 quando non partecipò. Mi racconta la sua storia, in una splendida serata estiva, in riva al lago di Piediluco, ricordando quando da ragazzo si allenava su quelle strade. «È papà che mi ha fatto avvicinare alla bicicletta. In televisione si vedevano solo gare di ciclismo. Ho iniziato a correre a 14 anni, prima mi dilettavo nell’atletica leggera». Mi parla con l’entusiasmo di chi ama lo sport a cui ha dedicato una vita. «La prima gara in un velodromo l’ho corsa senza avere idea di come si corresse, ma l’ho vinta. Il mio allenatore di allora intuì la mia dote per le discipline veloci e mi fece concentrare sull’attività di pista lasciando la corsa su strada. Correvo da giovane con gente come Petacchi e Bettini ottenendo dei buoni risultati. La mia idea era però la pista. Ero dotato, ma sono stato anche molto fortunato. La Federazione in quegli anni decise di investire sul settore e la Forestale mi ha offerto una chance importante». Lui li ha ripagati. Ha vinto 18 volte il campionato italiano di velocità su pista professionisti, spodestando Antonio Maspes, fermo a
13 titoli. Ha partecipato a 56 Sei giorni, agli XI Giochi del Mediterraneo di Atene, ai Goodwill Games 1990 a Seattle e a quattro edizioni dei Giochi Olimpici (Barcellona 1992 – 4°posto ; Atlanta 1996 ; Sidney 2000; Pechino 2008). Tra il 1990 e il 2008 ha preso parte a 17 edizioni dei campionati del mondo e nel 2011 ai campionati del mondo di paraciclismo,come guida nel tandem. Un vero esempio di dedizione allo sport. Nel nostro colloquio non poteva mancare un pensiero ai giovani: «Mi piace l’idea di poter trasmettere quanto ho imparato nella mia carriera. La Federazione deve tornare ad investire sui giovani per creare le condizioni affinché possano dedicarsi alla pista a livello professionistico. Ce ne sono tanti che possono fare bene, non bisogna farli scappare». A fine serata ci salutiamo, ha giustamente voglia e premura di rivedere i propri familiari. Roberto Chiappa ci ha regalato tante soddisfazioni riempiendoci di orgoglio. Un campione vero, un esempio positivo per i nostri ragazzi. Di questo lo ringrazio a nome dell’intera comunità sportiva della città di Terni.
Stefano Lupi Delegato Coni Terni
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La rottamazione delle cartelle Equitalia
Nel periodo che va tra il 24 dicembre 2016 e l’8 gennaio 2017, nessun contribuente ha ricevuto cartelle esattoriali. Ma terminate le festività il problema dei debiti nei confronti di Equitalia si ripresenta. E’ bene allora sapere che è possibile chiedere la definizione agevolata delle cartelle di pagamento introdotta dal decreto Fiscale 193/206, la cui legge di conversione 225/2016 è entrata in vigore il 3 Dicembre 2016. Ne hanno parlato molto anche i telegiornali. Ma cerchiamo di capire meglio. E’ possibile sanare i debiti nei confronti di Equitalia contenuti nelle iscrizioni a ruolo fino alla fine del 31/12/2016. L’agevolazione consiste nell’eliminare quanto dovuto a titolo di sanzioni e di interessi di mora. Anche le multe stradali sono “rottamabili” ma, in questo caso, la riduzione riguarda esclusivamente gli interessi di mora. Per richiedere la rottamazione delle cartelle Equitalia è necessario presentare una domanda, che si può scaricare dal sito di Equitalia, e compilare il modulo di dichiarazione di adesione inserendo propri dati personali, le indicazioni delle cartelle oggetto di rottamazione nonché la scelta di pagamento, ossia se pagare con cinque rate oppure o in un’unica soluzione. Coloro che scelgono di aderire al piano di rottamazione potranno pertanto pagare l’importo in un’unica soluzione, oppure in cinque rate, di cui tre da versare nel
2017, (luglio settembre e novembre per un totale pari al 70% dell’importo) e due nel 2018 (aprile e settembre) per il rimanente 30%. Il modulo compilato potrà essere consegnato direttamente agli sportelli di Equitalia o inviato, insieme ad una copia della carta d’identità, alla casella e-mail o Pec della Direzione Regionale di Equitalia di riferimento. Il modulo è composto da due pagine: nella prima, obbligatoria da compilare, deve essere indicato il numero della cartella; nel caso di un debito richiesto tramite avviso di accertamento esecutivo dell’Agenzia delle Entrate, consegnato a Equitalia entro il 31 dicembre 2016, il numero di riferimento interno indicato nell’avviso di presa in carico inviato dall’agente della riscossione; per gli avvisi ricevuti dall’Inps e affidati ad Equitalia bisogna riportare il numero dell’atto. La seconda pagina 2, invece, deve essere compilata solo se i debiti contenuti derivano da alcuni degli Enti presenti in cartella. Come già detto nella domanda di adesione al nuovo piano di rottamazione delle cartelle bisognerà anche indicare la modalità di pagamento, pagamento che può essere effettuato tramite i bollettini precompilati, trasmessi da Equitalia, tramite domiciliazione bancaria o direttamente presso gli sportelli. Non è ammesso il pagamento tramite F 24. L’istanza deve essere presentata entro la fine di marzo 2017. A questa deve seguire la comunicazione
Marta Petrocchi
dell’accettazione entro il 31 Maggio 2017. Anche chi ha una rateizzazione in corso può richiedere la definizione agevolata ma deve pagare le rate con scadenza dal 1° ottobre al 31 dicembre 2016. E’ possibile sanare anche solo alcune parti del debito. Ed è possibile sanare debiti oggetto di contenzioso purché vi sia espressa rinuncia al giudizio in corso. Ricapitolando e semplificando. La prima cosa da fare è verificare i debiti che si hanno nei confronti di Equitalia. Come? Recandosi presso gli uffici e domandando una visura, oppure consultando il sito istituzionale. Poi proporre una domanda utilizzando il modulo disponibile sul sito ufficiale. L’istanza può essere presentata entro il 31 marzo 2017 agli uffici o inviata via PEC. Entro la fine di maggio 2017 Equitalia trametterà una comunicazione con gli importi da pagare alle singole scadenze. Si può pagare con un massimo di cinque rate: luglio, settembre, novembre 2017, aprile e settembre 2018. Il versamento avverrà con le modalità sopra descritte (bollettino, domiciliazione, presso l’ufficio). Attenzione perché basta un giorno di ritardo di una qualsiasi delle rate perché si ripristini la somma originariamente dovuta, comprensiva di sanzioni e interessi. In tal caso inoltre il debito residuo non potrà più essere rateizzato. Buona lettura del codice civile!
Populismu " sproverbiatu" Paolo Casali
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L’andru ggiornu stevo, co’ ddu’ amici mii, a jacchiera’ de lo più e lo meno... e io... Aho... su ‘stu munnu ‘n ze pole sta’ ‘n momentu ‘n pace... stemo sempre a ccambia’ lu governu... a èsse sinceru mica ho capitu bbene qualu partitu è mmejo!?... No’ l’avissi mai dittu...... quilli ddui t’hanno ‘ncuminciatu a ffa’ ‘n pinghe pònghe che... sse mme tajavo la lengua sa quantu facéo mejo!?... Unu... Ammazza ammazza, so’ ttutti ‘na razza!... e qquill’andru... Scì...e lu più ppulitu porta la rogna!... Ciài raggione...chi ppiù ne fa diventa priore e cchi cce rimette so’ ssempre li fessi... ma no’ lo sai che la legge è ffatta pe’ li cojoni?... Lo so, lo so... qui se unu vòle ‘nna’ avanti deve ugne la ròta pe’ ffalla ggira’...Bbravu!... No’ lo sai che li sòrdi mannono l’acqua a ppe’ ll’in su?... Qui tocca fa’ come a li somari... tòcca addopra’ lu turturu!.... Ciài raggione... mi nonnu dicéa sempre... ce vòle lu bbastone de grugnale che roppe l’osse e non fa male... siccome io so’ ppe’ la pace me so’ ‘ntromissu e... ‘Zzittateve ‘n bo’...che non ve pozzo più ssinti’!...Le bbòtte non piaciono mancu a li somari e cchi cià più ggiudizziu l’addopri... Ma no’ lo sai tu che cchi mmena pe’ pprimo mena ddu’ vorde?...Ma bbeh!?... Scì... bbeh ce faceva la pecora e lu lupu se la magnò!... E cche llà lu governu ce stanno li lu... bboccaccia mia statte zzitta sinnò quisti ddui chi li ferma più!
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Medicina & Salute
Il centro Anteo dispone di un Mammografo Selenia Dimensions con Tomosintesi.
Si tratta di una macchina di ultima generazione che permette una visualizzazione volumetrica in 3D ad alta definizione della mammella. Con questa metodica si esegue una mammografia digitale volumetrica con singole proiezioni acquisite in rapida sequenza da diverse angolazioni intorno alla mammella. Successivamente con il supporto di differenti algoritmi di ricostruzione, la mammella viene visualizzata sia nei singoli strati acquisiti sia sotto forma di immagine tridimensionale, rotante nei tre piani dello spazio. La ricostruzione tridimensionale e la visualizzazione a strati permettono di superare uno dei limiti principali dell’imaging bidimensionale ovvero il mascheramento di lesioni causato dalla sovrapposizione di strutture normali evidenziando quei noduli che, a causa della loro sede, non sono altrimenti identificabili per la presenza di strutture sovrapposte e differenziando le lesioni vere e proprie dagli artefatti di proiezione. Il risultato è pertanto un’aumentata accuratezza diagnostica con notevole vantaggio, in particolare, nello studio dei seni densi. La dose erogata per l’acquisizione con Tomosintesi non supera quella di una mammografia tradizionale in due proiezioni.
completamente controllata dal computer che consente un prelievo multiplo di tessuto mammario quando si sospettano lesioni tumorali. Tale sistema consente di avere una maggiore precisione nell’operazione di inserimento dell’ago, poiché il sistema computerizzato con misurazioni precise (ottenute mediante stereotassi) riesce a valutare la profondità e la posizione dell’ago per un’aspirazione più efficace del tessuto da esaminare. Permette inoltre di effettuare nella stessa seduta, in anestesia locale, molteplici prelievi di tessuto mediante un unico accesso, inserendo una cannula, dotata di sistema di aspirazione, attraverso una piccola incisione nella parte indicata. Il prelievo di tessuti con Mammotome trova indicazione solitamente dopo una mammografia o un’ecografia che segnalino la presenza di una lesione sospetta o di microcalcificazioni. Infatti se la mammografia e l’ecografia evidenziano una lesione, anche di modestissime
L’esame risulterà meno doloroso per la paziente in quanto la compressione necessaria è inferiore rispetto a quella tradizionale. Sono stati svolti diversi studi che mostrano un miglioramento delle prestazioni legato all’uso della Tomosintesi come metodo di indagine ausiliario all’esame mammografico. Uno degli ultimi vantaggi di questo sistema è anche la possibilità di eseguire prelievi bioptici, funzione che verrà presto implementata eseguendo il prelievo in altra sede sempre a Terni dalla dott.ssa Fioriti. BIOPSIA MAMMARIA STEREOTASSICA SU TOMOSINTESI CON SISTEMA MAMMOTOME La biopsia mammaria stereotassica su tomosintesi con sistema Mammotome (Tomobiopsy) rappresenta l’ultima generazione dei sistemi di biopsia integrati nel mammografo. Il Mammotome è un sistema per agobiopsia
Presso lo STUDIO MEDICO polispecialistico ANTEO, Centro di Diagnostica per Immagini di Terni, è già possibile effettuare screening con la tomosintesi 3D. La Dott.ssa Lorella Fioriti invita ad effettuare periodici controlli per prevenire l’insorgere di eventuali tumori alle mammelle. 18
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DR.SSA LORELLA FIORITI Specialista in Radiodiagnostica, Ecografia, Mammografia Digitale Diretta
dimensioni, o microcalcificazioni, il Mammotome permette, attraverso l’introduzione di una piccola sonda nel parenchima mammario, di raccogliere i campioni di tessuto da sottoporre ad esame istologico.
Medicina & Salute
Le infezioni sessualmente trasmesse o IST: Cosa Sapere? Si tratta di infezioni trasmesse prevalentemente attraverso rapporti sessuali. In alcuni casi possono essere causate da una crescita esagerata o anomala di germi che vivono normalmente nelle parti intime, è il caso della candida, o da germi portati all’interno degli organi genitali. Non sempre essere infetto significa essere malato, c’è chi ha l’infezione e può trasmetterla, ma non ha (o non ha ancora) sviluppato la malattia e, quindi, sembra perfettamente in salute. I microrganismi prevalentemente responsabili delle ITS possono essere: virus (come nel caso di HIV, epatiti, condilomi, herpes genitale), batteri (clamidia, gonorrea, sifilide), protozoi (tricomonas), parassiti (piattole). Il contagio per via sessuale avviene quando i microrganismi vengono portati all’interno del corpo attraverso lo sperma, le secrezioni vaginali o il sangue, oppure avviene attraverso il contatto diretto pelle contro pelle o con il contatto tra le mucose che rivestono le parti intime, la bocca o l’ano. Alcune IST possono essere trasmesse al feto o al neonato durante la gravidanza o attraverso il latte materno. In alcune donne, in seguito a infezioni non riconosciute e trattate, si può sviluppare
la “malattia infiammatoria pelvica”. Si tratta della localizzazione ai genitali interni femminili (utero, tube, ovaie) dell’infezione causata da vari microrganismi (clamidia, micoplasmi, gonococco o altri). I sintomi sono talvolta assenti ma spesso l’infezione si manifesta con dolore al basso ventre, febbre, irregolarità mestruali; inoltre possono comparire perdite vaginali e i rapporti sessuali sono dolorosi. L’infezione viene curata mediante terapia antibiotica. Le infezioni non trattate possono avere anche conseguenze gravi nel tempo, come sterilità o tumori. Se le IST sono diagnosticate in tempo i danni possono essere contenuti. Tali infezioni possono interessare chiunque abbia rapporti o attività sessuali non protetti dal preservativo, indipendentemente dall’età, dal sesso o dal fatto che i rapporti avvengano con persone dello stesso sesso o di sesso diverso. Dopo il contagio, in un tempo variabile chiamato “periodo d’incubazione”, si possono sviluppare sintomi o segni visibili sul corpo. La sintomatologia può essere blanda o assente oppure comparire dopo molto tempo. Tra i sintomi principali abbiamo: secrezioni vaginali diverse dal solito per colore, odore e quantità, prurito, comparsa di verruche, gonfiori alla vulva o nella vagina
e nella regione anale, dolori nell’urinare, dolori o bruciore durante i rapporti sessuali, perdite ematiche intermestruali, dolori diffusi nel basso addome, ingrandimento dei linfonodi inguinali. Se c’è il dubbio di avere contratto un’infezione è importante rivolgersi subito al medico di fiducia o al proprio ginecologo. La diagnosi viene fatta mediante una visita ginecologica, associata ad ecografia e attraverso l’esecuzione di tampone vaginale e cervicale e test sul sangue. Se trattate subito e in modo corretto, le IST sono nella maggior parte dei casi guaribili. Se trascurate possono provocare gravi danni. Alcune di esse, come l’infezione da HIV non sono curabili definitivamente.
DR.SSA GIUSI PORCARO
Specialista in Ginecologia ed Ostetricia USL UMBRIA 2 – Consultorio Familiare di Orvieto CENTRO ANTEO – Via Radice 19 – Terni (0744- 300789) BIOS – Via Primo Maggio 65 – Terni (0744 403904)
Curarsi con l'OSTEOPATIA L’osteopatia è un metodo terapeutico, olistico di cura-prevenzione fondato su una conoscenza precisa della fisiologia e dell’anatomia del corpo umano. Utilizza le mani come strumento di diagnosi, per evidenziare le disfunzioni e l’assenza di mobilità dei tessuti che comportano un’alterazione dell’equilibrio generale dell’individuo. A CHI SI RIVOLGE E COSA CURA L’Osteopatia non cura patologie ma stimola le capacità di recupero e guarigione del corpo ottimizzando i processi fisiologici e fisici. È indicata in tutti i disturbi di origine funzionale che, in assenza di lesioni organiche, presentino sintomi fastidiosi causati da un'alterazione della mobilità articolare e tessutale. IL TRATTAMENTO OSTEOPATICO È INDICATO NEI CASI DI: zz disturbi dell’apparato muscolo scheletrico e viscerale in assenza di lesioni organiche zz disturbi posturali e del movimento zz bambini e neonati, donne in gravidanza e anziani zz sportivi professionisti o dilettanti, per migliorare le performance, prevenire gli infortuni ed accelerare i tempi di guarigione. COME CURA L’osteopata attraverso l’utilizzo esclusivo delle mani e con specifici test non invasivi, analizza la mobilità delle strutture ossee, articolari, viscerali, fasciali e cranio-sacrali. Individua le aree in disfunzione e con piccoli aggiustamenti stimola la naturale tendenza intrinseca del corpo verso l’autoguarigione.
Ciò che la medicina allopatica apporta grazie a sostanze chimiche (farmaci) per calmare, frenare o stimolare i sistemi di funzionamento umano, l’osteopatia tende ad ottenerlo mediante interventi manuali. I VANTAGGI DEL TRATTAMENTO OSTEOPATICO zz Rapida soluzione della sintomatologia dolorosa zz Notevole riduzione del consumo di farmaci zz Riduzione delle indagini radiologiche zz Riduzione delle perdite di giornate di lavoro OBIETTIVO DEL TRATTAMENTO - curare la persona secondo i disturbi e le speranze (dolore, limitazioni funzionali, disordini somatici, ecc.) - trattare le cause di queste disfunzioni - ristabilire il movimento ai differenti meccanismi e sistemi dell’organismo, preservare e mantenere l’equilibrio e la salute dei pazienti, a volte a distanza dalla sede dei problemi, liberandoli dai loro vincoli (tensioni, pressioni, blocchi, etc.) che interessano la circolazione generale ai livelli arteriosi, venosi, nervosi e linfatici.
Marzia Martellotti Osteopata D.O.
Osteopata della Federazione Italiana di Canottaggio
RICEVE A
Terni presso lo studio medico Anteo, in via Radice 19 Roma in via Luca della Robbia 7 Frascati in via Mentana 40
PER APPUNTAMENTO
Cell. 328.9670207 - marziamartellotti@gmail.com Mensile a diffusione gratuita di attualità e cultura
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AZIENDA OSPEDALIERA
Struttura Semplice di Ra
Dott. Francesco Mancioli D i r e t t o r e d ella S t r uttur a Se m plic e d i R a d io lo g ia In ter v e ntis tic a d e lla A z ien d a O s p e dalie r a “S. Mar ia” di Te r ni
La Struttura Semplice di Radiologia Interventistica è un reparto afferente al Dipartimento di Diagnostica per Immagini dell’Azienda Ospedaliera Santa Maria di Terni. La radiologia interventistica è una branca della radiologia medica che comprende tutte le procedure invasive o mini-invasive diagnostiche e terapeutiche effettuate mediante la guida e il controllo delle metodiche radiologiche, quali fluoroscopia, tomografia assiale computerizzata (TC) risonanza magnetica o l’ecografia. L’obiettivo della radiologia interventistica è quello di ottenere risultati e mortalità uguali o migliori rispetto ai corrispondenti interventi chirurgici, utilizzando però un approccio mini invasivo. Tale disciplina viene utilizzata nel trattamento di diverse patologie cliniche, incluse quelle vascolari, oncologiche ed extra-vascolari. La radiologia interventistica, avvalendosi di sistemi di imaging sempre più sofisticati, riesce a intervenire in maniera mininvasiva laddove un tempo si arrivava soltanto “aprendo” il paziente, e in situazioni nelle quali il chirurgo tradizionale non può operare perché il rischio è troppo elevato. Per esempio, riesce a eliminare masse tumorali, o a curare patologie dei vasi o, ancora, a ridurre o eliminare noduli e formazioni benigne che un tempo andavano asportati per via chirurgica. Tale disciplina è caratterizzata da un’attenzione clinica sempre maggiore nei confronti dei pazienti; il medico radiologo interventista è un medico specialista capace dunque non soltanto di garantire procedure mini invasive, ma di seguire il paziente nel periodo pre-operatorio e nel follow-up post-operatorio attraverso ambulatori dedicati. La radiologia interventistica ha subìto e subisce tuttora un travolgente sviluppo e una rapida evoluzione grazie soprattutto alla tecnologia e alla disponibilità di materiali sempre più sofisticati e dedicati e si è affiancata alle tecniche di chirurgia tradizionale e spesso, soprattutto negli ultimi anni, le ha sostituite grazie ai peculiari vantaggi che la contraddistinguono: - nel 90% dei casi viene eseguita in anestesia locale; - richiede tempi di ricovero estremamente brevi e in alcuni casi può essere effettuata anche in regime ambulatoriale, con miglior outcome da parte del paziente e netta riduzione dei costi sanitari; - le tecniche di radiologia interventistica sono considerate mini-invasive in quanto in più del 90% dei casi vengono eseguite per via percutanea, ovvero senza necessità di tagli chirurgici; - i tassi di morbilità e mortalità della metodica, rispetto alla chirurgia tradizionale, sono decisamente inferiori; - non impedisce l’eventuale ricorso a procedure chirurgiche. 20
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Le procedure effettuate nel reparto di Radiologia Interventistica posso essere sintetizzate in: - Procedure vascolari: ad oggi il 75% delle patologie vascolari possono essere trattate con tali procedure; gli interventi comprendono l’angioplastica di stenosi arteriose degli arti inferiori e di fistole di pazienti dializzati, la fibrinolisi loco regionale, il posizionamento di filtri cavali e stent, oltre alla rimozione di corpi estranei intravascolari. Vengono eseguiti inoltre molti interventi di embolizzazione in regime di urgenza, per arrestare emorragie interne post-traumatiche o post-chirurgiche e di TIPS (shunt porto-sistemico trans giugulare). Quest’ultima procedura, che in molti casi rappresenta un intervento salvavita per pazienti epatopatici, è gravata da notevoli complessità tecniche e vede nell’ospedale di Terni un centro di riferimento, con molti pazienti afferenti alla nostra struttura anche dalle regioni limitrofe. - Procedure extravascolari: comprendono interventi di chemioembolizzazione, di termoablazione per il trattamento mini-
S A N TA M A R I A D I T E R N I
adiologia Interventistica
lavorativi in elezione che vanno dal lunedì al sabato e le urgenze con servizio di reperibilità h 24 per 365 giorni l’anno, coinvolgendo altre importanti figure professionali quali i colleghi anestesisti che coadiuvano l’attività svolta sia in urgenza che in elezione. La S.S. di radiologia interventistica è collocata al piano -2 della Azienda ospedaliera Santa Maria di Terni ove sono collocate due apparecchiature angiografiche dedicate a tale servizio. Nell’anno 2015 sono state eseguite circa 1800 procedure mentre nel 2016 circa 2000, in sensibile aumento, sia in regime di urgenza che in elezione.
Équipe
Fotoservizio di Alberto Mirimao
invasivo delle neoplasie principalmente epatiche e renali, le biopsie ed i drenaggi percutanei essendo di grande ausilio alla chirurgia addominale nel management delle complicanze post-operatorie. Dal 2014 inoltre, presso la SS di Radiologia Interventistica di Terni, viene eseguita la embolizzazione uterina, una tecnica mininvasiva per via endovascolare che rappresenta un efficace e consolidato trattamento per i fibromi uterini che permette di preservare l’utero e la fertilità a donne in età fertile affette da tale patologia. Tutte queste attività sono garantite grazie ad un approccio multidisciplinare che prevede una stretta collaborazione tra i Radiologi Interventisti e diversi altri Specialisti ospedalieri afferenti alla Chirurgia Vascolare, al dipartimento di Nefrologia e dialisi, Oncologia, Urologia, Ginecologia, Chirurgia generale, Epatogastroenterologia ed altre cliniche mediche. L’attività assistenziale del Servizio di Radiologia Interventistica si svolge in una sala operatoria “dedicata” coprendo turni
Direttore Francesco Mancioli Consulente Giovanni Passalacqua Dirigenti medici Massimiliano Allegritti, Benedetta Enrico, Jacopo Tesei TSRM Pendola Aurora (coordinatore tecnico), Federico Caripoti, Massimo Cerreti, Marco Costantini, Amedeo Desideri, Martina Pascocci Infermieri professionali Nevio Marcoccia (coordinatore infermieristico), Laura Bianchi, Monica Bini, Milena Giulivi, Silvia Marinucci, Andrea Santi Personale OSS Cristina Bernardinito.
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Medicina & Salute
Il prodotto giusto per il tuo viso
l’importanza del chech-up estetico-medico e il trattamento mirato per il tuo inestetismo la senescenza come il risultato di una programmazione genetica propria di ciascuna cellula dell’individuo e alle teorie del danno che considerano il processo di invecchiamento il risultato di errori e danni che si accumulano nel corso della vita. (Per esempio il danno ossidativo legato all’azione dei radicali liberi prodotti nel corso di svariati processi metabolici, le reazioni di cross-linking nelle molecole di collagene e dna, con conseguente compromissione delle funzionalità di cellule e tessuti, le mutazione genetiche spontanee o indotte delle radiazioni, gli errori durante la sintesi proteica, l’accumulo di prodotti del catabolismo).
l’invecchiamento è un processo biologico inarrestabile. Nella mente umana vi è un’esatta idea dell’estetica che incarna la bellezza con la giovinezza, quindi il suo mantenimento e miglioramento sono diventati molto importanti, a dispetto dei costi. l’invecchiamento cutaneo ha un impatto sociale considerevole, infatti è visibile a tutti. La pelle, come tutti gli altri organi, soffre di un decadimento morfologico e fisiologico con l’avanzare del tempo; questo processo è incrementato da variazioni fisiche chimiche e meccaniche durante il percorso della vita. le aree più esposte sono il viso e le mani, che soffrono maggiormente per la sovraesposizione a fattori ambientali, mentre nelle altre zone l’invecchiamento è causato da fattori genetici o interni che riflettono i fattori degenerativi in atto all’interno dell’organismo. Alcuni studiosi di dermatologia sostengono che l’invecchiamento cutaneo è una patologia e, in quanto tale, possiamo combatterla. La medicina estetica permette di controllare questo fenomeno fisiologico adottando un approccio diagnostico (check-up generale e cutaneo) un programma preventivo e un programma correttivo. Il check-up, si avvale, nel suo approccio diagnostico, di un esame anamnestico e un esame obbiettivo, supportato da una valutazione morfologico funzionale in grado di fornire un identikit globale del soggetto in esame e “contestualizzare” così l’eventuale inestetismo. Una valutazione dello stato della pelle è utile a qualsiasi età, se si vuole formulare una prescrizione cosmetologica mirata e cosi prevenire i segni del tempo. È preferibile effettuare questo controllo cutaneo in giovane età -pubertà- per conoscere al più presto il tipo di pelle e le sue difese, e quindi organizzare una programmazione igienico-preventiva. Un altro periodo in cui il check-up può essere molto utile è quello della menopausa, quando la produzione di sebo diminuisce per motivi ormonali. In questo caso occorre rivedere e modificare la protezione cosmetica. L’esame va eseguito ogni due anni in giovane età, per passare poi ad una cadenza annuale all’approssimarsi della menopausa. In alcuni casi può rendersi necessaria una maggiore frequenza al fine di controllare l’effetto di una prescrizione cosmetica mirata al riequilibrio dei parametri trovati alterati o per monitorare un trattamento in atto. In base ai biotipi cutanei si distinguono pelli normali-seborroiche secche e sensibili. In base al tipo di invecchiamento cutaneo si distinguono invece un crono-invecchiamento e un fotoinvecchiamento. Il primo è oggi ricondotto alle teorie che vedono
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Con il termine foto-invecchiamento, si intende invece il complesso di alterazioni cutanee indotto dall’esposizione solare cronica e prolungata. Ad oggi, nel mio istituto si eseguono trattamenti viso utilizzando il nuovo programma global anti-age epigenetica che affronta l’invecchiamento della pelle in forma globale agendo sulle cause principali che lo provocano. apportando sostanze di riempimento essenziali che aiutano a conferire volume alla pelle, attenuando linee e rughe. L’epigenetica è una nuova disciplina scientifica che rende possibile quello che fino ad oggi era impensabile. Come è possibile che due gemelli identici possano presentare tratti differenti nel corso della loro vita? Oggi sappiamo che l’ambiente, lo stile di vita e anche le emozioni generano fattori epigenetici che esercitano una maggiore influenza su come invecchiamo rispetto all’ereditarietà genetica, determinando in forma decisiva la storia della nostra pelle. Secondo le ultime scoperte, queste alterazioni epigenetiche sono controllabili e per tanto reversibili. Una risposta efficace, globale e su misura, per pelli mature che si fonda su tre assi fondamentali: ripristinarecupera-riempie. Ripristina: mette su “on” i meccanismi-chiave della gioventù, alterati dal nostro ambiente e stili di vita. Vengono minimizzati i segni globali di invecchiamento (linee, rughe, flaccidità, secchezza…).(epigenol). Recupera: rinforza le difese della pelle, “capitale anti_stress” contro i danni ossidativi. pelle più rivitalizzata, uniforme e luminosa (zincglycine ed rc-advanced). Riempe: ”effetto rimpolpante” e di profonda idratazione. pelle più soda, levigata e turgida (acido ialuronico a basso peso molecolare e attivatore di collagene di elevata purezza). Il tutto preceduto da uno check-up personalizzato dove identificheremo il prodotto esatto per l’inestetismo in atto. Vi aspetto per trovare insieme la soluzione per le vostre esigenze.
Dott.ssa in Estetologia Cinzia DIOTURNI Titolare e responsabile dell’istituto di bellezza STELLA POLARE Specializzata in tecniche di massaggio Professore emerito -ayurveda tecniche per il benessere fisico-
Per informazioni o appuntamento:
Centro Estetica Evoluta «STELLA POLARE di Dioturni Cinzia» Via Mola di Bernardo, 15 - Terni (TR) Tel. 0744/271621 - Cell. 346/0112226
ssistenza alle famiglie con badanti e personale domestico
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Con la professionalità e le competenze derivanti da 20 anni di attività, assistiamo le famiglie che si affidano a colf, badanti e personale domestico (baby sitter, dog sitter, giardinieri, autisti, cuochi) per la cura dei propri cari e della propria dimora, tutelando entrambe le parti con la gestione di contratti di lavoro conformi alla normativa esistente.
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20 GENNAIO 2017
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Sogno, impegno e Ringrazio vivamente il Dott. Massimo Piacenti e tutto il personale del Gruppo All Foods per la bella iniziativa di “adottare” un’opera d’arte danneggiata dal terremoto, proveniente dalle chiese di Norcia. Questo proposito manifesta una attenzione solidale alla gente di quelle vallate, che ha visto nella rovina dei propri luoghi di culto un attentato alla propria identità: quei luoghi religiosi, infatti, raccontano una storia di secoli e racchiudono la storia di intere popolazioni. Ho visto persone piangere quando i Vigili del fuoco e i funzionari della Sovrintendenza estraevano dalle macerie tele e statue gravemente ferite... Sono sicuro che la notizia di questa benemerita iniziativa offrirà alla gente di Norcia rinnovata motivazione per affrontare la ricostruzione con determinazione e speranza. Per questo, a nome loro e mio personale, esprimo vivissima gratitudine, mentre formulo per tutti i dipendenti di All Foods ed i loro famigliari i migliori auguri di pace e serenità per il Natale ormai vicino ed il nuovo Anno. Spoleto, 14 dicembre 2016.
IN PIÙ DI 1000 ALLA CENA DI NATALE
+ Renato Boccardo Arcivescovo di Spoleto-Norcia
Aggregare per creare nuove opportunità Massimo Piacenti – Amministratore Delegato All Food Spa
L’anno scorso, in occasione della nostra tradizionale festa, lanciammo un SOGNO, insieme ad un IMPEGNO: raggiungere in un triennio 200 milioni di euro di fatturato. Noi quest’anno lo ribadiamo, con ancora maggiore determinazione, visto che l’anno prossimo ALL FOOD Spa arriverà al traguardo di trent’anni. ALL FOODS è nata in queste terre, nel pieno Centro Italia, luoghi che anche metaforicamente raccolgono “medianamente” i caratteri e la ricchezza della nostra splendida Italia: una terra laboriosa, una terra di legami sociali forti (famiglia, amicizia, associazionismo) quindi terra di comunità forti e coese. In questo contesto abbiamo fatto crescere la nostra azienda e di questi valori e tratti ne portiamo scolpiti i segni. In questi decenni, insieme alla crescita della qualità della vita sono cresciute le insidie di uno
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spazio sociale ed economico sempre più grande, sempre più complesso e più competitivo. Non ci siamo mai sottratti a questa sfida, infatti: zz ci è stato chiesto di specializzarci e abbiamo innovato zz ci è stato chiesto di competere in altri luoghi e siamo cresciuti zz ci è stato chiesto di guardare oltre ed abbiamo diversificato zz ci è stato chiesto di competere e stiamo investendo oltre confine. Adesso siamo ad una svolta, che per noi è anche il paradigma e la nuova frontiera su cui perseguire i nostri sogni, senza abdicare ai nostri valori e al nostro modo di essere e di fare impresa perché siamo persone laboriose, curiose, aperte al cambiamento, ma in primo luogo persone per bene. E la nuova frontiera per noi è aggregare, perché aggregare significa moltiplicare le opportunità,
nel rispetto di tutti i nostri collaboratori, dei diversi territori in cui operiamo e delle loro specificità. Aggregare allora ci consentirà di competere, di crescere e quindi di vincere: se ognuno di noi mette sul piatto un pezzo delle proprie competenze non può che trovare nella collaborazione e nell’aggregazione un moltiplicatore di opportunità in tutti gli ambiti in cui il gruppo sta operando: Alimentazione di qualità; Servizi innovativi e di qualità; Green Economy e Nuove Tecnologie; Città come spazio pubblico e Abitazione come spazio privato; Uso razionale dell’energia; Economia circolare e riuso; Sport e socialità; Made in Italy. Vogliamo affrancarci e affrancare le nostre terre di origine dalla dittatura della subfornitura e del subappalto! Questo oggi è il gruppo All Food: una pluralità di connessioni che creano nuove opportunità.
nuove opportunità
Auguri di buon 2017 Giuliano Gilocchi, Presidente All Food Spa
Condividere momenti di socialità, come il nostro tradizionale appuntamento di fine anno, è per noi un tratto costitutivo del nostro essere azienda. Non si possono separare i rapporti personali dal lavoro che quotidianamente condividiamo. E il lavoro è quello strumento che consente a tutti noi di trasformare i nostri sogni in realtà. Il lavoro è una parte della nostra realizzazione di vita. Sicuramente è l’elemento indispensabile per realizzare la nostra autonomia, la nostra libertà. Voglio ringraziare uno ad uno tutti i lavoratori che collaborano con noi, ringrazio il mondo del credito per aver valutato sempre la sostanza e la solidità del gruppo All Foods. È fondamentale per un’azienda sana e competitiva essere valutata sui propri bilanci, sul proprio piano industriale, in due parole sulla sua capacità e sulla sua affidabilità. Ringrazio il mondo dell’associazionismo solidale, ad iniziare dagli amici del Banco Alimentare. Grazie per darci tutti i giorni l’opportunità di essere e di sentirci utili. Ringrazio monsignor Boccardo, Vescovo di Norcia, che ci ha consentito di dare il nostro apporto alla grande mobilitazione nazionale per la ricostruzione nelle zone terremotate. Abbiamo deciso di dare un contributo rilevante nel recupero di una testimonianza artistica dell’Umbria perché siamo convinti che il presente e il futuro sono tanto migliori quanto più riusciamo a traghettarci il bello del passato. E’ stato un anno non semplice il 2016. Un anno di lavoro, di soddisfazioni, un anno complesso. Un anno che ha visto il varo della Spa, l’All Food Spa. Una dimensione consona a una grande azienda. Il gruppo è presente in 9 regioni, in oltre 200 comuni, è occasione di lavoro per oltre duemila persone, per un fatturato di 80 milioni l’anno, fornisce 18 milioni di pasti l’anno nelle scuole, negli ospedali, nelle aziende, nelle università, nelle case di riposo. La nascita della SPA tutta incentrata nella ristorazione vuol dire rilanciare e ribadire le nostre origini, la nostra vocazione, il nostro futuro. Voglio esprimere infine grande vicinanza e affetto per il mio amico Massimo Piacenti, per il grande lavoro che fa, per la sua correttezza, le sue capacità e la sua dedizione completa all’Azienda. Alla nostra festa era presente un bel pezzo di Italia, da Nord a Sud, unita da pochi ma indissolubili elementi e valori: la voglia di lavorare, il saper lavorare, la capacità di fare sacrifici, l’amore per le nostre famiglie, la voglia di dare un futuro ai nostri figli, la voglia di non mollare, la capacità di rialzarsi. Abbiamo molte aspettative per il 2017. Andiamo avanti con determinazione, con intatta voglia di fare, consapevoli che vecchie e nuove sfide sono il sale della vita. Auguri di buon 2017.
All Food Spa
Sede direzionale : Viale dello Stadio 77 - 05100 Terni (TR)
Tel. 0744.547410 - Fax. 0744.433800 - E-mail: info@allfoodssrl.com Mensile a diffusione gratuita di attualità e cultura
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ENTI BILATERALI Chi era costui? L'INTERVISTA A Avv. Paolo Crescimbeni SI SENTE PARLARE SPESSO DI ENTI BILATERALI: MA COSA SONO? Gli Enti bilaterali sono organismi paritetici, costituiti da rappresentanti delle Organizzazioni sindacali dei lavoratori e dei datori di lavoro di una determinata categoria professionale, che forniscono determinati servizi ai lavoratori delle aziende aderenti ai CCNL di riferimento dei rispettivi settori di attività economica. Giuridicamente, sono libere associazioni nella forma di enti privati, con una propria governance costituita da un Consiglio di amministrazione e da un apparato amministrativo e, in diversi casi, presentano un decentramento territoriale a livello provinciale o regionale. Esprimono una concreta ed efficace forma di collaborazione tra capitale e lavoro, indicativa della tendenza al superamento del modello esasperatamente conflittuale. COME SI FINANZIANO? Gli Enti bilaterali si alimentano con un contributo a carico delle aziende e, in diversi casi, anche una quota a carico del lavoratore; operano sulla base dei CCNL di settore e di propri Regolamenti interni. L’adesione è volontaria anche se la maggior parte dei CCNL prevede l’obbligo per le aziende di versamento dei contributi e, in caso contrario, l’obbligo di corrispondere al lavoratore l’equivalente monetario. La modalità di finanziamento è, in generale, la stessa prevista per i contributi obbligatori dovuti dalle imprese all’INPS ovvero mediante il canale F24 per i versamenti monetari ed il canale Uniemens per il flusso informativo corrispondente: anagrafica dei lavoratori per i quali si effettua il versamento, qualifica, tipologia di contratto applicato, etc. In tal modo l’azienda con un’unica operazione adempie ad ambedue gli obblighi contributivi. Tuttavia, ancora altri Enti, specie quelli di più piccole dimensioni, seguono un percorso organizzativo diverso, ovvero effettuano versamenti con c\c o con MAV e comunicano i dati informativi con apposite distinte, ma la strada maestra è quella verso l’INPS e Agenzia delle Entrate. QUANTI SONO AD OGGI? Nel tempo sono proliferati perché le parti sociali hanno creato appositi Enti bilaterali assumendo a riferimento uno o più CCNL per ciascuno dei settori economici di interesse di una determinata categoria; tenuto conto della numerosità dei CCNL e dei settori, il dato sta crescendo in misura esponenziale. Tanto è vero che il legislatore sta cercando di razionalizzare la materia, mediante una riduzione del numero di tali organismi e
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l’istituzione di una regia centrale che governi il fenomeno. Tuttavia, al momento, ogni tentativo in tal senso è stato bloccato dagli stessi Enti che vedono possibili accorpamenti e perdita di autonomia e identità. Quelli che attualmente utilizzano il canale F24 e Uniemens sono oltre 80, su un plafond di 1.100.000 aziende che vi aderiscono, sono assicurati circa 6 milioni di lavoratori dipendenti. QUALI SERVIZI VENGONO OFFERTI DAGLI ENTI BILATERALI? I servizi che offrono gli Enti bilaterali sono relativi, in genere, alla formazione dei lavoratori nei diversi campi delle attività aziendali, come ad esempio in materia di sicurezza sui luoghi di lavoro oppure di anticorruzione ovvero alla formazione in relazione alla specifica tipologia di attività svolta dalle aziende aderenti. Ma i servizi maggiormente apprezzati dai lavoratori sono quelli integrativi delle prestazioni offerte dal sistema sanitario nazionale, in quanto diversi Enti garantiscono prestazioni aggiuntive non coperte dal SSN, nonché le stesse prestazioni ma in tempi molto più rapidi senza costi per i lavoratori. Altri Enti erogano integrazioni delle prestazioni a sostegno del reddito cui provvede istituzionalmente l’INPS, quali Cassa integrazione guadagni, mobilità, etc. Nel corso degli anni, la crisi economica ha determinato l’esigenza di interventi legislativi per ampliare le tutele sociali nei confronti dei lavoratori, spostando gradualmente l’asse portante delle garanzie, mediante la contrattazione nazionale, verso il settore della bilateralità divenuto così sempre più destinatario di funzioni primarie di assistenza prima riservate in esclusiva allo Stato sociale. LEI STA PARLANDO DEI FONDI DI SOLIDARIETA’? Esattamente. Nel quadro che ho descritto si colloca la legge n. 92\2012 c.d. “Legge Fornero” che ha previsto l’istituzione di Fondi di solidarietà gestiti dagli stessi soggetti che
operano nel settore della bilateralità, proprio con lo scopo di istituzionalizzare l’erogazione delle prestazioni integrative in favore dei lavoratori attivi, in caso di perdita del lavoro: al momento, è stato costituito solo un Fondo di solidarietà nel settore dell’Artigianato con apposito Decreto del Ministero del Lavoro. Il Ministero svolge anche un controllo sulla gestione ed un monitoraggio sull’andamento delle prestazioni che eroga il Fondo di solidarietà che deve, pertanto, strutturare l’organizzazione di un sistema di raccolta e trasmissione di dati per fornire le informazioni richieste. Quindi agli Enti bilaterali diciamo così di tipo “tradizionale”, si aggiungeranno anche i Fondi di solidarietà che, nella sostanza, operano in maniera analoga ma che sono tarati sulla materia occupazionale. I LAVORATORI HANNO QUINDI BENEFICI SIGNIFICATIVI E LE AZIENDE HANNO INTERESSE AD ADERIRE? Certamente, i lavoratori ne traggono benefici e, specie nell’attuale panorama economico, le prestazioni offerte dagli Enti bilaterali sono molto appetite; ma non è così matematico che le aziende aderiscano. Infatti, proprio per l’alternatività prevista nei CCNL, tra l’adesione all’Ente bilaterale di riferimento dell’azienda e la possibilità di monetizzare l’equivalente al lavoratore, spesso le aziende si accordano con il lavoratore che beneficia di un introito cash immediato; altre volte non c’è né adesione, né pagamento al lavoratore. COSA SI POTREBBE FARE PER AMPLIARE LA SFERA DELLE ADESIONI? Sarebbe necessaria un’azione di sensibilizzazione verso le aziende; a volte la mancata adesione può derivare anche dalla non conoscenza da parte dei consulenti, che per conto delle aziende tengono la contabilità e ai quali le aziende si affidano completamente. Occorrerebbe attivare qualche campagna informativa mirata per diffondere la consapevolezza di tali opzioni, che –in definitiva- possono portare vantaggio anche alle aziende, specie per quei servizi più direttamente legati alle funzioni aziendali, come la formazione, che avrebbe una ricaduta positiva direttamente sulla produttività. Ma sarebbe opportuna anche una informazione capillare verso i lavoratori che, troppo spesso, non sono a conoscenza di tutto ciò.
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Italia Terremotata
(parte IV)
IL TERREMOTO del FRIULI Pierluigi Seri
N
el presente articolo, come avevamo preannunciato, ci trasferiamo dall’estremo sud all’estremo nord di Italia, dalla mediterranea Sicilia al Friuli prealpino, ma le scene sono sempre le stesse: morte e distruzione. Alle ore 21.02 del 6 maggio 1976 una violenta scossa di magnitudo 6.4 scala Richter, epicentro tra Gemona e Artegna colpì la zona nord delle province di Udine e Pordenone, causando 990 morti e 200.000 sfollati. Fu coinvolta anche la confinante repubblica di Slovenia allora facente parte della ex Jugoslavia, con numerose vittime e distruzioni. I danni furono ampliati dalle particolari condizioni del suolo e dalla posizione dei paesi colpiti, quasi tutti in cima ad alture, e dalla vetustà delle costruzioni. I paesi distrutti erano scampati con danni non rilevanti alle devastazioni della prima guerra (proprio il Friuli fu teatro di sanguinosissime battaglie tra Italia e Impero austro-ungarico) e dai bombardamenti alleati della seconda guerra mondiale, ma nulla poterono contro la furia cieca dell’Orcolat, mostro che nella tradizione popolare friulana provoca i terremoti. Va ricordato il triste destino di S. Daniele del Friuli che, rasa al suolo dai bombardamenti alleati del 1944, ricostruita a fatica, patì una seconda distruzione proprio ad opera dell’Orcolat. Amara sorte che la accomuna ad Avezzano di cui abbiamo già parlato. Stavolta la macchina dei soccorsi si mosse subito grazie anche alla presenza massiccia di installazioni militari italiane e americane che misero a disposizione uomini e mezzi che si unirono alle migliaia di volontari provenienti da tutta Italia. Giova ricordare però che nemmeno le caserme furono risparmiate e 28 militari persero la vita nei crolli. Purtroppo non era ancora finita perché l’orcolat si fece ancora sentire e di brutto l’11 e il 15 settembre con una magnitudo rispettivamente di 5.8 e 5.9 provocando ulteriori gravi danni e vittime, vanificando tutto il lavoro di recupero svolto durante l’estate, mentre l’inverno era ormai alle porte. Visto l’aggravarsi della situazione il governo Andreotti III il 15 settembre nominò Giuseppe Zamberletti commissario straordinario del governo incaricato di coordinare i soccorsi. Gli venne concessa carta bianca salvo approvazione a consuntivo che il parlamento approvò. I fondi statali stanziati per la ricostruzione furono, in accordo con le amministrazioni locali, gestiti da Zamberletti con il governo regionale del Friuli-Venezia Giulia che già due giorni dopo il terremoto aveva disposto 10 miliardi di lire. Il commissario straordinario prese decisioni coraggiose e tempestive, perfino impopolari, incurante di accuse pesanti e polemiche. Requisì gli alberghi della costa adriatica per permettere a 40mila sfollati di passare l’inverno in attesa dell’allestimento dei moduli abitativi provvisori, espropriò temporaneamente seconde case e abitazioni sfitte per ospitare anziani, disabili che non potevano spostarsi e arrivò a requisire roulottes in tutta Italia per darle come alloggio provvisorio alle popolazioni di montagna che dovevano occuparsi del bestiame. Provvedimenti senza precedenti che suscitarono non poco malcontento, ma che si rivelarono all’atto pratico utili a tamponare una situazione molto drammatica. Si voleva ad ogni modo evitare gli errori commessi nella gestione dell’emergenza nel terremoto del Belice. A tal proposito giova ricordare che nel 1976 i terremotati del Belice e parte di quelli della Marsica vivevano ancora in prefabbricati di fortuna in condizioni assai disagiate, nonostante che fosse stato aumentato di £5 il prezzo dei carburanti per finanziare la ricostruzione, accisa che paghiamo ancora oggi nel 2016 quando facciamo rifornimento per la nostra auto!!! Fortunatamente per il Friuli le cose andarono diversamente. Grazie ad una attenta ed
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efficiente gestione delle risorse fu possibile completare nell’arco di dieci anni la ricostruzione. Il modo con cui venne gestito il dramma del post-terremoto viene ricordato come esempio di efficienza e serietà. Dopo la batosta di settembre poteva essere la resa definitiva, ma fu allora che si mise in moto il modello Friuli. I pilastri: decentramento delle decisioni, reinsediamento della popolazione, ricostruzione com’era dov’era. Niente new town come nel Belice o trenta anni dopo in Abruzzo. Il commissario Zamberletti che aveva lasciato l’incarico a luglio perché l’emergenza sembrava finita, ma, quando la scossa di settembre buttò a terra quanto era rimasto, venne richiamato e gli vennero conferiti pieni poteri in deroga a tutte le leggi comprese quelle sulla contabilità generale dello stato. Il commissario, a sua volta investì di quei poteri i sindaci che non dovevano essere solo “sindacalisti” della popolazione, ma delegati veri e propri a capo di un centro di comando con a disposizione reparti dell’esercito, del genio civile e dei Vigili del Fuoco e la responsabilità di gestire prima gli appalti della costruzione dei prefabbricati e poi per la ricostruzione. Furono quindi gli amministratori più vicini ai cittadini a guidare e finanziare la ripartenza. Tale operazione venne agevolata anche dal carattere intraprendente dei friulani riassunto nel motto fasin di bessoi (facciamo da soli), in breve, rimboccarsi subito le maniche senza aspettare l’aiuto dall’alto, dimostrato dal comportamento tenuto nei giorni successivi la catastrofe. Inoltre anche le pubbliche amministrazioni, lontane eredi di una tradizione asburgica, mostrarono capacità, efficienza e correttezza. La chiesa locale appoggiò tale iniziativa dichiarando che la priorità della ricostruzione andava data prima alle fabbriche poi alle case, agli edifici pubblici, ai servizi e per ultimo alle chiese. L’importante era rimettere in piedi le fabbriche perché la popolazione non abbandonasse i luoghi di origine per mancanza di prospettive di occupazione. Per la ricostruzione dei monumenti venne adottato il procedimento della anastilosi ovvero i pezzi originali recuperati, numerati e rimessi uno per uno al loro posto. Tale procedura, pur richiedendo tempi lunghi, ha permesso di restituire monumenti che altrimenti sarebbero andati definitivamente perduti. Il duomo di Venzone completamente distrutto venne nel 1995 restituito alla città nella sua austera magnificenza. Alla metà degli anni ottanta gli sfollati rientrarono nelle loro abitazioni. La Terremoti s.p.a. tristemente all’opera nel Belice, nel Friuli subì uno stop, ma era ben lungi dall’essere debellata. Purtroppo il modello Friuli non si è potuto replicare in Irpinia nel 1980 e vedremo nel prossimo articolo le ragioni. Il fatto positivo fu che in seguito a questa ennesima catastrofe lo stato (ERA ORA!!) sentì la necessità di creare un organismo permanente per fronteggiare tali croniche emergenze: quello che nel 1992 sarebbe diventata la Protezione Civile. A tutti i lettori Buon 1917!
Paul François Georgelin
I filosofi e grammatici greci, di cui Platone nel Cratilo, si erano già interrogati sull’origine delle lingue. Le parole nominando gli animali e le cose erano sia state scelte secondo la natura di questi, ciò che si accordava con la tesi biblica di parole corrispondenti alla natura degli animali e delle cose, sia create per convenzione motivata in una società organizzata, sia imposte da una legge. Secondo Aristotele, la lingua è di origine arbitraria, ma diventa politica nella misura in cui essa vede l’accordo tra emozioni e valori. Gli scienziati sono stati concordi, durante secoli, nella difesa della monogenesi biblica dell’uomo e, dunque, di quella della lingua primitiva. Infatti, la Bibbia ci fa intendere che c’era una sola lingua parlata dagli uomini, prima della moltiplicazione delle lingue risultante dalla costruzione della torre di Babele, “Bab-El”, la porta del Dio, città che viene identificata con Babilonia. Il Libro dice che la città era stata fondata da Nemrod, nipote di Cam, che fu “il primo potentato sulla terra ed un audace cacciatore davanti a Jahvè”. Dice anche che uomini arrivati dall’Oriente avevano deciso: “Costruiamo una città e una torre la cui sommità penetri nei cieli.” Questo era non soltanto un’impresa fuori ragione, ma soprattutto una minaccia contro l’antico dio-cielo sumero An, di cui il re Hammurabi (1792-1750) diceva, nel prologo del suo codice di leggi, di aver ricevuto il dovere di guidare il suo popolo. Cosicché Jahvè. vedendo la città e la torre, pensò che nessun progetto minacciando il cielo, sede del suo potere, sarebbe ormai irrealizzabile per gli uomini. Allora, confondendo il loro linguaggio e disperdendoli su tutta la terra, essi smisero di costruire la città e la torre. L’archeologia identifica tali templi nelle ziggurat, alti templi a terrazze che furono edificati nelle principali città della Mesopotamia, durante il regno della III dinastia di Ur, alla fine del III millennio. Eppure, il capitolo precedente della Bibbia, cioè Genesi 10, è in contradizione con questo. In effetti, esso elenca i figli di Iafet secondo il loro paese e ciascuno secondo la sua lingua. Poi elenca negli stessi termini i figli di Cam e di Sem. Ma il raconto della torre di Babele, più descrittivo, era stato più credibile, sicché il Padri della Chiesa, con Origene e Agostino, si accordarono per riconoscere l’ebreo, benché la Bibbia non lo menzionasse, come lingua primordiale parlata da Adamo. Così l’arcivescovo di Siviglia e dottore della Chiesa Isidoro (560-636) riconosce tre lingue sacre, latino, greco e ebreo, quelle dell’iscrizione sulla croce, ma indica l’ebreo come la prima lingua parlata da Adamo. E anche Dante (1265-1321), nel “De vulgari eloquentia”, dice che Adamo ha parlato il primo linguaggio, poi i suoi posteri fino all’edificazione della torre di Babele. Ma nel Paradiso della Commedia, Dante cambia versione, facendo dire a Adamo: “La lingua ch’io parlai fu tutta spenta / innanzi che a l’ovra incommensurabile / fosse la gente di Nembrot attenta.” Questa lingua di Adamo sarebbe stata conservata nella tribù di Eber, che non aveva partecipato alla costruzione della torre di Babele. Infatti è detto nella Genesi che Sem, suo bisnonno, “è l’antenato di tutti i figli di Eber”, cioè degli Ebrei (1). Secondo la maggior parte dei dotti medievali, questa lingua, cioè l’ebreo, sarebbe stata trasmessa a Abramo, Isacco e Giacobbe. Ma Abramo, discendente di Eber alla sesta generazione, avrebbe dovuto verosimilmente parlare accadico, dopo la caduta della III dinastia di Ur all’inizio del II millennio a.C. Il primo nome che gli è dato nel testo ebreo originale, Abram, è ovviamente accadico (2), mentre il secondo, che gli viene dato da Dio nella stessa Tora, Abraham, è cananeo o aramaico. Il Libro fa venire Abramo da Ur in Caldea, ma questo è senza dubbio un anacronismo, perché i Caldei sono menzionati negli annali assiri solo un millennio dopo l’epoca presunta del personaggio. I ricercatori si orientano allora verso la città aramaica di Harran per il punto di partenza di Abramo. In effetti, Abramo mandò un servitore nel paese di Aram Nahara’im, Aram dei due fiumi (3), affinché trovasse una sposa per suo figlio Isacco nella sua famiglia. Abramo avrebbe dunque parlato l’aramaico, prima di parlare l’ebreo in Canaan. Poi Isacco manda suo figlio Giacobbe a trovarsi una moglie a Paddan Aram, il paese di Aram. Ma ricerche più recenti vanno a nord della Mesopotamia. Perché, se il testo biblico menziona Ur senza dirne più
5° - Una lunga ricerca
niente, la Genesi sembra essere più familiare della regione nel sudest dell’Anatolia attuale, dove si può collocare l’Eden con i sui quattro fiumi: Eufrate, Tigri, Pishon e Gihon. Inoltre, l’arca di Noè si ferma sul fianco dell’Ararat, montagna attorno alla quale questi fiumi nascono. Durante il medioevo, era dunque ovvio per gli scienziati di un tempo in cui le scienze erano sotto l’interpretazione della Chiesa che la prima lingua dell’uomo, la sola ancora parlata all’inizio della costruzione della torre di Babele, fosse l’ebreo della Bibbia. Dio, avendo lasciato ad Adamo il compito di dare un nome a tutte le creature e senza dubbio a tutte le cose, i teologi vedevano lì un legame naturale tra le parole e i concetti che esse rappresentavano, sicché la vista o il pensiero di oguno di questi, venendo alla mente, portava la parola corrispondente all’uomo. Il ritrovamento di questa lingua nella forma originale era allora essenziale. Ma questi dotti sapevano anche che l’ebreo primitivo doveva già aver subito alterazioni nella sua lunga storia dalla creazione, come il latino e il greco nella loro storia più breve. Quelli che avevano studiato l’arabo potevano pensare che l’ebreo e l’aramaico, molto esposti nel loro corridoio d’invasione, avessero perso il sistema desinenziale della lingua semitica antica, conservando soltanto due forme per il plurale, una maschile e una femminile. C’era dunque un protoebreo che non conosciamo e non conosceremo mai. Possiamo pensare che fosse la lingua del popolo degli antichi Amorriti, che chiamiamo così dal nome accadico di Amurrum, cioè “ovest”, che Sargon di Accad, nel XXIV secolo a.C. dava al deserto della Siria, dove essi erano stanziati. Questi invasero la Mesopotamia all’inizio del XIX secolo e crearono la prima dinastia babilonese, il cui più celebre re, Hammurabi (1792-1750) ne fondò l’impero. Ma adottarono la lingua della civiltà accadica, nella quale fu inciso nella pietra e nell’argilla, con i segni cuneiformi, il codice di leggi di Hammurabi. Così, della lingua di questi Amorriti conosciamo soltanto alcuni nomi che i loro re ci hanno lasciato. Communque, il medioevo non recò alcun cambiamento alle tesi d’ispirazione biblica. L’ebreo era la protolingua sacra della verità, che si doveva riscoprire. Così l’orientalista e linguista Guillaume Postel (1510-1581), professore di matematica e lingue straniere al futuro Collegio di Francia, scriveva nel “Delle origini o dell’antiquità della lingua ebraica e del suo popolo” che l’ebreo è la protolingua dei figli di Noè. Etienne Guichard pubblicava nel 1606 il saggio “L’armonia etimologica delle lingue Ebraica, Caldea, Siriaca, Greca, Latina, Francese, Italiana, Spagnola, Germanica, Inglese, dove si dimostra che tutte le lingue sono discese dall’Ebraica”. Nel 1646, lo svedese Markus Boxhorn e il francese Claude Saumaise affermavano ancora l’origine comune delle lingue, senza menzionare l’ebreo. Ma la discussione si allargava a un desiderio di scoperta e di riflessione filosofica. Di quelli che si impegnarono in questa ricerca, il più notevole fu il gesuita tedesco Athanasius Kircher (1601-1680), professore di matematica e di lingue orientali al Collegio romano, ma anche egittologo, filologo, esperto in astronomia, fisica e medicina, l’autore più ascoltato in campo linguistico, con una produzione enciclopedica. Nel suo saggio “Torre di Babele”, riconoscendo il carattere sacro e l’anteriorità dell’ebreo, esponeva la storia del mondo fino alla confusione sulla torre, che provocò la creazione di cinque lingue: caldaico, samaritano, siriaco, arabico ed etiopico. Poi spiegava, con ricerche etimologiche, la nascita delle altre lingue secondo la diversità e la mescolanza dei popoli. Dopodiché, Kircher scoraggiò gli intellettuali che avrebbero voluto continuare questa ricerca dopo di lui, dicendo che era dubbioso che si potesse trovare inalterata la lingua primordiale. Mensile a diffusione gratuita di attualità e cultura
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PROGETTO MANDELA 2016/2017
Un'intervista per fare il punto
Foto di Malala
I lavori sono in pieno svolgimento, accanto ai tradizionali laboratori di teatro sono stati attivati nuovi laboratori per la produzione di una web-serie. Tutto sembra andare a gonfie vele e abbiamo voluto fare un punto della situazione con Irene Loesch, la responsabile del Progetto, realizzando questa intervista: R: Irene, come vanno i lavori ? IL: I lavori proseguono bene su vari fronti, sono in piena attività i laboratori di recitazione, di drammaturgia per quanto riguarda la sezione teatrale, così come i laboratori di sceneggiatura e video per la realizzazione della web-serie e poi il laboratorio di comunicazione che segue tutti e due i percorsi. Devono ancora iniziare i laboratori di scenografia e costumi. Saranno attivi da gennaio e le iscrizioni sono ancora aperte. R: Come mai non sono partiti insieme agli altri? IL: Principalmente per due motivi: la mancanza dello spazio per lavorare e i soldi a disposizione Quando a ottobre abbiamo aperto il Progetto Mandela dovevamo a breve avere assegnati degli spazi in affitto dalla Provincia, che a oggi ancora non sono disponibili, e altri per il centro per i Diritti umani concessi dal Comune. Anche quelli non sono ancora disponibili. R: Il motivo? IL: Burocrazia, una determina da scrivere e una delibera da fare. Non so dire altro. Solo che noi non siamo nelle condizioni giuste per lavorare. Ci appoggiamo al CAOS per il laboratorio di recitazione e per gli altri siamo ospiti della Casa delle Donne. Ma i laboratori più tecnici, che hanno bisogno di uno spazio dedicato, non possono svolgersi in spazi condivisi. E perdiamo tanta energia nel cercare di avere finalmente ciò che ci è stato assicurato pubblicamente a inizio stagione. Vediamo se la Befana ci porta in dono un tetto sopra la testa. Il secondo motivo come dicevo sono i soldi. Il budget a disposizione è minore degli anni scorsi. La sezione teatrale può contare per ora solo sul finanziamento dall’8x1000 della Tavola Valdese, su un contributo dell’Arci, sull’autofinanziamento e un contributo in forma di spazi da parte del CAOS.
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Dal Comune di Terni per il 2016 non ci sono fondi a disposizione, per il 2017 non sappiamo ancora se ci saranno o no. La produzione della Web-serie, che è un progetto autonomo ma in sinergia, può contare su un finanziamento della Regione, un contributo del FUIS erogato nell’ambito del concorso d’idee SMART PITCH, un finanziamento da parte dell’Associazione “Il Pettirosso”, partner dell’iniziativa, autofinanziamento e contributo in servizi da parte della casa delle Donne che mette a disposizione spazi e fornisce un supporto attivo nello studio della tematica insieme all’Associazione “Per un Sorriso Monica De Carlo”. Solo grazie a questa rete di soggetti privati il progetto è stato avviato e andrà in porto. R: Il progetto quest’anno si occupa del tema del diritto all’istruzione e all’educazione per le ragazze, come mai? IL: Il Progetto Mandela affronta ogni anno un tema e cerca di lavorare sull’attualità e sulle tematiche più urgenti. La mancata educazione e istruzione di tante bambine e ragazze nel mondo è un problema globale e coinvolge tutto lo sviluppo delle comunità. E’ un diritto fondamentale che noi diamo per scontato, ma che è negato a decine di milioni di bambine che non hanno l’opportunità di realizzare in pieno la propria vita. Per questo abbiamo chiamato il progetto Libere di Volare, perché solo l’istruzione rende liberi e forti e può cambiare il mondo, come ci ricorda Nelson Mandela. R: Come verrà affrontato il tema? IL: Siamo partiti dalla figura di Malala, abbiamo analizzato la situazione mondiale e stiamo raccogliendo testimonianze di bambine e ragazze da raccontare in palcoscenico. Faremo una sorta di giro del mondo alla scoperta di storie di violazione del diritto ma anche di lotta per realizzare il sogno di un’istruzione adeguata che permetta alle donne di realizzare le loro aspirazioni. Per la web-serie invece partiamo da storie di ragazze della nostra realtà, dove il diritto all’istruzione è garantito, per spaziare sui problemi non solo nostri.
riprenderemo le attività anche del Centro per i Diritti Umani, dal Corso alla produzione di spettacoli. Per ora è tutto sospeso in attesa che si trovi una soluzione. R: E se non si trova? IL: Se non si trova una soluzione funzionale e degna, l’anno prossimo, quando Il progetto compierà 30 anni, facciamo una grande festa e chiudiamo. Sicuramente ci batteremo fino all’ultimo per non disperdere un patrimonio che appartiene a questa città e che dimostra di saper cogliere e interpretare i cambiamenti che stiamo vivendo e continua a dare un contributo attivo nell’affrontarli. Mi riferisco al grande lavoro di integrazione che stiamo portando avanti con i migranti richiedenti asilo ospiti nelle strutture di accoglienza a Terni. In collaborazione con l’Arci, stiamo creando occasioni di incontro e di conoscenza usando come sempre il teatro e la musica come momento di aggregazione e di confronto. A febbraio partiremo con una serie di seminari di musica aperti a tutti e Luisa Contessa proporrà degli incontri aperti di danza. Queste due iniziative saranno occasioni ulteriori di incontro tra i migranti e i ternani. R: Se qualcuno fosse interessato a partecipare ai laboratori di Progetto Mandela sì può ancora iscrivere? IL: I laboratori sono aperti e chi fosse interessato, può venire a curiosare e a collaborare in vari modi. Mi riferisco principalmente al laboratorio di comunicazione e ai laboratori di scenografia e di costumi che partono a gennaio, che prevedono anche gli inserimenti in corso. Per avere informazioni basta scrivere una mail a progetto.mandela@gmail.com oppure mandare un messaggio alla nostra pagina FB. R: Grazie dell’intervista e Buon lavoro a tutti! Intervista a cura del laboratorio di Comunicazione
R: Quali sono i prossimi appuntamenti? IL: Dal 9 gennaio riprendono i lavori dei laboratori, inizieranno a lavorare anche scenografia e costumi e si prosegue con la scrittura dello spettacolo e della webserie. Fine gennaio primi di febbraio faremo i provini per la Web-serie che sarà girata a marzo per andare on-line ad aprile. Fine aprile andrà in scena lo spettacolo al teatro Secci. R: Niente spettacolo per la Giornata della memoria anche quest’anno? IL: Non ci sono le condizioni. Quando avremo di nuovo uno spazio per lavorare
La foto del laboratorio di Valentino Carboni
ISTITUTO ISTRUZIONE SUPERIORE CLASSICO ED ARTISTICO TERNI CHI SIAMO, COSA VOGLIAMO? L'Istituto di Istruzione Superiore Classico ed Artistico quale luogo di formazione civile e culturale, da sempre promuove la crescita personale, culturale, professionale e sociale dei giovani cittadini, basandosi sui principi di democrazia, uguaglianza e laicità della Carta costituzionale. L'istituzione scolastica al fine di rendere l'apprendimento dei discenti interessante e significativo, ha inteso potenziare le metodologie progettuali, valorizzare le diverse identità degli studenti rendendo il piano dell' offerta formativa, a livello di scelte curricolari, extracurricolari, didattiche, organizzative, rispondente agli obiettivi istituzionali e coerente con la domanda di formazione del territorio e con il quadro determinato a livello nazionale. Pertanto, si propone la realizzazione di una Scuola capace di ampliare e a potenziare gli orizzonti della sua “mission” formativa in ambito anche internazionale per realizzare progetti capaci di favorire la crescita di giovani candidati ad essere cittadini d'Europa e del Mondo potenziando le competenze linguistiche, con particolare riferimento all'italiano nonché alla lingua inglese e ad altre lingue dell'Unione europea, impegnata a trasmettere i valori umani e sociali della democrazia, della legalità, volta al potenziamento delle conoscenze in materia giuridica ed economico-finanziaria e capace di proporsi per l'attivazione di percorsi /indirizzi scolastici non presenti nel territorio. UNA SCUOLA TRA PASSATO, PRESENTE E…FUTURO Grazie alla collaborazione attiva di tutto il personale Docente, si è promossa la costruzione di una scuola dinamica, democratica e partecipata, di una scuola quale “comunità che apprende” , una scuola di qualità che educa, istruendo lo studente e il cittadino e accompagnandone il processo di crescita nelle sue molteplici dimensioni. Sono curati i saperi di base ponendo lo studente al centro delle decisioni e perseguendo, progressivamente, la costruzione delle conoscenze, l'acquisizione di capacità, di abilità e di competenze trasferibili, stimolando il saper fare, il saper essere, il saper stare con gli altri, anche nella prospettiva dell'integrazione delle differenze. L'Istituto promuove, inoltre competenze professionalizzanti, descritte nel profilo educativo, culturale e professionale sia generale, che relativo ai singoli indirizzi dei due percorsi liceali. Al tempo stesso, considerate le specificità e le complessità delle strutture didattico-educative, in continuità con le azioni e le iniziative già avviate negli anni passati, si continua ad operare motivando gli studenti, rinforzando gli importanti risultati conseguiti, rendendo rispondenti agli obiettivi istituzionali il piano dell' offerta formativa, a livello di scelte curricolari, extracurricolari, didattiche, organizzative, con la domanda di formazione del territorio e con il quadro determinato a livello nazionale. UNA SEZIONE “SPECIALE” In tale contesto, pur consolidando i percorsi di potenziamento dell'offerta formativa di “Arte e Musica” e di “Scienza forte”, è stato elaborato presso il Liceo Classico “G.C. Tacito” il percorso Giuridico–Internazionale, un percorso di studi che vede l'inserimento a partire dalla classe IV ginnasiale di un'ora di diritto e l'integrazione di un'ora di inglese. Grazie all'integrazione di un'ora di lingua inglese, gli studenti potranno affrontare tematiche di diritto internazionale calandosi “nei panni” di ambasciatori e diplomatici, affrontando temi della politica internazionale legati all'attualità più stringente secondo il metodo del learning by doing. L'introduzione di questo percorso , che richiede un rinnovamento delle metodologie tradizionali e del modo di “fare scuola”, rendendo necessaria sia una stretta interazione tra i docenti, sia il cambiamento di comportamenti didattici consolidati nel tempo, realizza una Scuola che, pur conservando una precisa fisionomia culturale e strutturale, educa, favorisce la formazione dell'uomo e del cittadino consapevole dei suoi diritti e doveri, garantisce un sereno ambiente educativo avendo cura dei rapporti umani e delle problematiche adolescenziali. Il corso intende qualificarsi non solo come un ottimo avviamento agli studi universitari in ambito giuridico ed internazionale ma anche come uno strumento utile alla comprensione critica delle dinamiche che governano il mondo attuale. LATINO E INGLESE, INGLESE E LATINO:LA SEZIONE CAMBRIDGE Inoltre, per il prossimo anno scolastico a seguito dell'accreditamento dell'Istituzione scolastica come Scuola Cambridge International, saranno inserite, nel normale corso di studi, insegnamenti che seguono i programmi della scuola britannica in preparazione per gli esami IGCSE e A-level. Le sigle IGCSE-International General Certificate of Secondary Education- e A-Level- Advanced Level indicano le certificazioni internazionali rilasciate a seguito di un esame finale dal Cambridge International Examinations (CIE), un ente dell'Università di Cambridge e sono, attualmente, la certificazione internazionale più riconosciuta al mondo rivolta agli studenti tra i 14 ed i 19 anni. La preparazione ad alcuni esami Cambridge International nel nostro liceo è stata già inserita in due sezioni nel curricolare e offerta anche in corsi extracurricolari pomeridiani. A partire dall'anno scolastico 2017-18, il programma Cambridge, oltre ad essere un elemento caratterizzante della sezione Giuridico-Internazionale, verrà offerto in una sezione Cambridge International, dedicata esclusivamente ad esso e quindi particolarmente ricca di materie svolte secondo tale prospettiva, mentre continuerà, anch'essa arricchita, l'offerta extracurricolare, che consentirà agli studenti di altre sezioni di accedere ad alcuni esami, ma soprattutto darà la possibilità, a chi già frequenta il Cambridge curricolare, di sostenere l'esame in un numero maggiore di insegnamenti. Al riguardo, si propone l'attivazione di un percorso formativo di eccellenza in una prospettiva internazionale attraverso l'insegnamento delle seguenti materie IGCSE durante l'orario scolastico che consentirà agli studenti di diventare parte di una vasta comunità e di proseguire gli studi in Italia e all'estero: 1. English as a Second Language 2. Latin 3. Maths 4. English Literature Sarà inoltre possibile per tutti gli studenti frequentare anche corsi extracurricolari pomeridiani per la preparazione degli esami Cambridge in altre materie: • Geography • Biology • Physics Me
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VI ASPETTIAMO!
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Notte
delle
Muse
Nell’ormai tradizionale conferenza stampa di fine anno, tenutasi a palazzo Montani Leoni il 20 dicembre 2016, il Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Terni e Narni, Luigi Carlini, ha illustrato i più importanti interventi deliberati nel 2016. Carlini ha affermato con soddisfazione che anche quest’anno sono stati raggiunti risultati più che lusinghieri, frutto di una oculata gestione delle risorse. Questi ottimi risultati hanno permesso al Consiglio di Amministrazione della Fondazione, assistito dal Collegio dei Revisori, di realizzare nel 2016 tutti gli obiettivi prefissati dal Comitato di Indirizzo nel Documento Programmatico Previsionale annuale. In questo esercizio sono stati destinati in favore della comunità oltre 5,2 milioni di Euro nei sei settori di intervento, rispetto ai 4.700 dello scorso esercizio: Ricerca Scientifica e tecnologica
Euro
469.000
Arte attività e beni culturali
Euro
975.000
Salute pubblica
Euro
800.000
Educazione e Istruzione
Euro
812.300
Volontariato filantropia e beneficenza
Euro 1.478.000
Sviluppo locale
Euro
671.800
Nel settore della ricerca scientifica, la Fondazione ha sostenuto in favore dell’Università e dell’Azienda Ospedaliera “S. Maria” di Terni rilevanti progetti di ricerca dalle importanti ricadute non solo scientifiche, ma anche sul territorio di competenza con miglioramento della qualità dell’assistenza. Tra gli stanziamenti più significativi si ricorda l’annuale contributo, in qualità di Socio Fondatore, in favore della Fondazione Cellule Staminali, che ha ormai ampiamente avviato e sviluppato a Terni la propria attività di sperimentazione nell’ambito delle malattie neurodegenerative e nella produzione di linee cellulari da cellule staminali neuronali adulte. Nel settore dell’arte e cultura sono stati deliberati finanziamenti in favore di Enti locali e di Associazioni musicali/teatrali per la realizzazione di eventi di elevato spessore, tra cui: il Teatro Stabile dell’Umbria per la realizzazione dell’attività teatrale a Terni e a Narni; l’Associazione Mozart Italia, sede di Terni per il “6th International Festival Luci alla ribalta” a Terni, Narni e provincia Terni e per il “6th International Masterclasses” a Narni; l’Associazione Omaggio all’Umbria per la realizzazione del “Concerto per il centenario della Prima Guerra Mondiale (ex Fabbrica delle Armi di Terni, 4 settembre 2016); l’Associazione Filarmonica Umbra per la realizzazione dell’attività concertistica del 2016 e per la realizzazione dei concerti sinfonici; l’Associazione Visioninmusica per la stagione concertistica 2016; l’Associazione Culturale Araba Fenice per la realizzazione della “20esima Stagione Concertistica 2016/2017 - Il Pianoforte, imprescindibile -travolgente- appassionante”.
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Maggio musicale fiorentino” diretti da Domenico Pierini. Sabato 10 dicembre, in cofinanziamento con Intesa San Paolo, si è tenuto nella chiesa di San Francesco il tradizionale “Concerto di Natale” organizzato dall’Associazione Visioninmusica. Quest’anno a esibirsi è stata l’Orchestra Sinfonica della Radio Nazionale di Kiev, diretta da Vladimir Sheiko e con Stefan Milenkovich, tra i più apprezzati violinisti contemporanei. Tra i numerosi altri impegni assunti dalla Fondazione nel 2016, Carlini ha ricordato anche gli interventi di valorizzazione e conservazione di importanti beni storici e artistici del territorio come: il restauro dell’apparato decorativo, opera di Michele Chiesa 1727-1728, presente nel Santuario mariano diocesano della Madonna del Ponte di Narni; il progetto di riqualificazione dei beni culturali del centro storico di Narni (fontane, orologi e illuminazione artistica piazza dei Priori); il restauro della facciata della chiesa del Carmine, della fontana ottagonale e delle sfingi presenti presso i giardini de La Passeggiata di Terni. In favore del Comune di Terni la Fondazione ha anche stanziato un contributo per la progettazione generale dell’intervento di riqualificazione e restauro dei giardini de “La Passeggiata”. La Fondazione ha inoltre proseguito il suo tradizionale impegno nella valorizzazione del sito archeologico di Carsulae promuovendo una nuova campagna di scavo i cui risultati saranno presentati a palazzo Montani Leoni in una mostra che sarà inaugurata il prossimo 19 gennaio. In tale occasione sarà presentato un importante video con ricostruzioni virtuali realizzato dalla Fondazione a supporto della fruizione turistica del sito archeologico.
Come iniziativa propria, la Fondazione Cassa di Risparmio di Terni e Narni, in occasione delle festività natalizie, ha rinnovato il proprio impegno offrendo alla cittadinanza due prestigiosi concerti.
Nel 2016 la Fondazione ha altresì beneficiato di una importante donazione: oltre 5.000 cartoline della Collezione Patumi Simone, resa on-line e consultabile gratuitamente sul sito internet.
Domenica 4 dicembre, in cofinanziamento con Banca Mediolanum e con l’ospitalità della Fabbrica d’Armi, si è tenuto il concerto organizzato da “Omaggio all’Umbria” che ha visto la presenza di Leonora Armellini al pianoforte, Stefano Borghi al clarinetto e Lorenzo Fuoco al violino, accompagnati da “I Cameristi del
Ad aprile del 2016 a Londra, da Sotheby’s, è stata acquistata la bella veduta animata raffigurante la Cascata delle Marmore di Martin Verstappen, pittore paesaggista belga che trascorse buona parte della sua vita e carriera in Italia, più precisamente a Roma. L’opera è andata ad arricchire la preziosa “Raccolta di Cascate delle Marmore” della Fondazione.
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Nel settore della sanità tutte le risorse disponibili dell’esercizio, 800.000 euro, sono state destinate alla realizzazione di un padiglione satellite a servizio della struttura sanitaria S.C. di Oncologia Medica dell’Azienda Ospedaliera civile "Santa Maria" di Terni.
per la prima infanzia (0-3 anni) attraverso soluzioni innovative e flessibili per ampliare l’offerta e renderla più interessante per le famiglie. Per tale bando la Fondazione ha messo a disposizione 72.000 euro.
Per quanto riguarda il settore dell’istruzione, l’intervento più significativo ha riguardato il sostegno in favore dell’Istituto Superiore di Studi Musicali “Giulio Briccialdi” (istituto qualificato come A.F.A.M.: di Alta Formazione Artistico-Musicale) per i corsi specialistici, tra cui i pre-accademici e quelli di chitarra flamenca; per l’acquisto e la manutenzione degli strumenti musicali; per l’attività di produzione; per l’organizzazione di Masterclass con concertisti di fama internazionale a vantaggio della formazione degli studenti interni ed esterni dell’Istituto. Inoltre la Fondazione, in ragione dell’importanza storico-artistica e culturale dell’Istituzione, a supporto delle mancate risorse provenienti dall’Amministrazione comunale di Terni, tenuto conto anche della raccolta di oltre 14 mila firme di cittadini che hanno sostenuto la sopravvivenza di questa eccellenza per il nostro territorio, ha deliberato lo scorso novembre un contributo straordinario di 250.000 Euro per l’attività didattica.
Carlini ha informato poi che nel 2016 la Fondazione ha stabilito di aderire al “Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile per il triennio 2016/2018”. Il fondo è nato da un accordo tra Fondazioni di origine bancaria italiane e Governo con l’obiettivo di creare una rete sociale che, a partire dalle organizzazioni del terzo settore e delle scuole, coinvolga anche le famiglie e l’intera comunità in azioni di sostegno alla crescita e all’apprendimento dei minori, soprattutto in contesti di maggiori difficoltà. Una quota delle risorse viene assegnata su scala regionale, al fine di garantire la diffusione della sperimentazione sull’intero territorio nazionale. A carico della nostra Fondazione nel 2016 è stato stanziato un importo di Euro 607.000 di cui 455.000 saranno recuperati in forma di credito di imposta.
L’altro intervento rilevante nell’ambito dell’istruzione ha riguardato i due programmi pluriennali di dottorato di ricerca in favore dell’Università degli Studi di Perugia per un importo complessivo di Euro 203.000. Un progetto interessa il Centro Studi giuridici sui diritti dei consumatori ed ha durata triennale (2016-2018). L’altro si riferisce ad una proroga biennale (2016-2017) per le seguenti ricerche, comprensive anche del sostegno finanziario dell’attività didattica svolta dal dottorando stesso nei corsi universitari del Polo di Terni: “Sviluppo di nuovi percorsi terapeutici in ambito di oncologia urologica”; “Le proprietà funzionali delle grandi arterie: aspetti fisiopatologici”; “Sistema di Imaging iperspettrale per tecniche avanzate di diagnostica non distruttiva sui materiali”. Alle scuole ternane sono stati, invece, destinati numerosi stanziamenti per le dotazioni didattiche, come LIM e altre strumentazioni informatiche, e per progetti laboratoriali, con particolare attenzione per lo sviluppo delle attività, delle conoscenze e competenze linguistiche. Come iniziativa propria, infatti, la Fondazione, stante le previsioni del DPP 2016, ha sostenuto idee progettuali pervenute dalle scuole della Provincia che prevedono l’intervento di lettori di madrelingua con l’obiettivo di consentire agli studenti una maggiore acquisizione e conoscenza delle lingue straniere. Come di consueto la Fondazione ha poi erogato i premi in favore di alunni meritevoli nell’ambito di concorsi quali il Certamen Taciteum e “Vite Parallele: personaggi a confronto” e la gara di matematica premio Mathesis. Sempre nel settore dell’Istruzione, il Presidente Carlini ha menzionato anche altri interventi: zz Istituto di Istruzione Superiore Professionale e Tecnico Commerciale “A. Casagrande” “F. Cesi” - Terni, per l’adeguamento degli arredi e delle attrezzature del nuovo laboratorio di enogastronomia; zz Comune di Ferentillo, contributo per l’allestimento di una biblioteca specialistica sul genere fantasy. zz Comune di Amelia, contributo per la dotazione di arredi della nuova scuola materna. Nel settore del Volontariato, assistenza e beneficenza, la Fondazione porge ogni anno la propria attenzione al sostegno di iniziative messe in campo per l’inclusione sociale, per la lotta alle diversità, per l’assistenza ai disabili e per l’aiuto e il sostegno economico delle fasce della popolazione in difficoltà economica a causa della grave crisi che sta vivendo il nostro Paese. In particolare nel 2016 sono stati stanziati numerosi interventi in favore delle parrocchie, delle conferenze vincenziane, degli empori solidali e delle mense dei poveri di Terni, Amelia e Narni, per le case di accoglienza e per i centri di ascolto del territorio. In questo ambito la Fondazione, in linea con le progettualità nazionali messe in campo anche da altre consorelle, ha inteso pubblicare un “bando di idee”, con l’obiettivo di aumentare la fruizione dei servizi
Infine nel settore statutario ammesso dello sviluppo locale la Fondazione ha sostenuto le attività di soggetti che hanno promosso il turismo e la crescita qualitativa delle realtà economiche territoriali. In particolare il Presidente Carlini ha ricordato il contributo in favore del Distretto Integrato Turistico per la realizzazione del “Progetto di Marketing Territoriale: Umbria Experience” illustrato in una conferenza stampa lo scorso 16 dicembre a palazzo Montani Leoni. In tale occasione è stato presentato anche un video di promozione del territorio ternano (Cascata delle Marmore, Valnerina, Narni, Carsulae) che verrà trasmesso su Sky a breve con il finanziamento della Fondazione. In favore della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Terni è stato stanziato un contributo per la realizzazione dell’importante e atteso progetto di digitalizzazione e indicizzazione degli atti processuali penali. In questo settore la Fondazione ha anche pubblicato il bando “Verso uno sviluppo locale sostenibile” per progetti volti alla promozione dei più importanti siti culturali, storico artistici e ambientali del territorio, con particolare attenzione alla Cascata delle Marmore, alla Basilica di San Valentino di Terni, alle aree archeologiche di Carsulae e Otricoli, nonché alle località collinari e montane del territorio di intervento al fine di incrementare il turismo del comprensorio. L’esito del bando, che vede uno stanziamento di 128.000 Euro, sarà reso noto nei prossimi giorni. Il Presidente Carlini ha riferito che è proseguito anche nel 2016 l’impegno della Fondazione nella Consulta delle Fondazioni delle Casse di Risparmio Umbre, che finanzia numerosi interventi su tutto il territorio regionale. In particolare ricorda l’importante stanziamento di 300.000 euro messi a disposizione dalla Consulta per il noleggio di una struttura prefabbricata da adibire a scuola materna ed elementare a Norcia a seguito del grave sisma del 24/08/2016. Al termine il Presidente Carlini ha ricordato che lo scorso 12 dicembre si è tenuta in Fondazione l’esclusiva conferenza del prof. Vittorio Sgarbi in merito alla recente attribuzione di un disegno di Leonardo raffigurante la Cascata delle Marmore erroneamente identificato come paesaggio della “Valle dell’Arno”. Tale conferenza è stata l’occasione anche per promuovere lo sviluppo del territorio, in quanto la Regione ha commissionato a Sgarbi anche un video, che sarà trasmesso sulle reti Mediaset e che è stato girato nella sala delle Cascate di palazzo Montani Leoni. Il video servirà a promuovere il territorio in questo difficile momento post terremoto. Carlini ha reso altresì noto che il patrimonio della Fondazione dovrebbe ammontare a fine anno 2016 ad oltre 195 milioni di Euro, investito secondo i tradizionali criteri prudenziali di rischio, in modo da conservarne il valore ed ottenerne una adeguata redditività che assicuri nel tempo il perseguimento degli scopi istituzionali in favore della collettività. In conclusione Carlini ha rivolto agli Organi e al personale tutto un vivo ringraziamento per l’impegno e la dedizione profusi nelle attività della Fondazione.
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Odio la vile prudenza Giacomo Leopardi, un "giovane" come noi...
“E tu, lenta ginestra…” “Voglio piuttosto essere infelice che piccolo, e soffrire piuttosto che annoiarmi ”. Così scriveva Giacomo Leopardi in una lettera al padre in cui descrive il suo senso di prigionia in quella sua dimora a Recanati e l’impellente bisogno di una fuga per trovare se stesso e affermare il proprio talento. La lettera, sebbene scritta nel 1819, quasi due secoli fa, risulta profondamente attuale. Il desiderio di affermare se stessi, di essere accettati dai propri familiari e più in generale dalla società rimane uno dei principali obiettivi, tra i più ardui da raggiungere, per i giovani. Questi ultimi, in un mondo in cui si è abituati ad ottenere “tutto e subito”, in cui ciò che conta è l’apparenza e non la sostanza, si sentono naufragare, perdono la “diritta via”. Leopardi, nell’Infinito, tenta di immaginare una realtà oltre quella ”siepe”, ricercando l’infinito dentro di sé. Ma nella società attuale, in cui si è abituati all’“ipervisibilità” e non all’“ipersensibilità”, come si può avere la presunzione di trovare se stessi? La frustrazione, la sfiducia sono le sensazioni che prevalgono nel cuore degli adolescenti. Spesso si assiste ai “talent show” ammirando e talvolta invidiando quei giovani che riescono ad ottenere il successo, dimenticando che ognuno di noi, nelle diversità possiede un talento: quello per la vita e per la capacità di affrontarla, anche e soprattutto con i suoi ostacoli. Si dovrebbe prendere come modello proprio Giacomo che, nonostante una famiglia rigida, una malattia che lo rendeva sensibile alla luce e un corpo che non rispecchiava i canoni classici di bellezza, è riuscito a tramutare in bellezza il proprio dolore, attraverso l’arte poetica. Viene spontaneo, dunque, domandarsi come trovare la propria passione e realizzare i propri progetti di vita. Ma se per la gioventù di oggi risulta difficile porsi delle domande, altrettanto complicato sarà ottenere le risposte. Molti ritengono di dovere cercare se stessi evadendo dal nucleo familiare, andando alla scoperta di nuovi luoghi e diverse culture. Ultimamente, negli ultimi decenni, si sono verificate delle grandi ondate migratorie. I giovani italiani cercano fortuna e nuovi posti di lavoro nei paesi del Nord Europa e in America. Inoltre, a causa delle continue guerre e della fame, molte persone dall’Asia e dal Nord Africa tentano di raggiungere le coste della nostra penisola aspirando a un futuro dalle migliori prospettive. Si finisce invece per scoprire che forse, come affermava il filosofo ottocentesco Schopenhauer “ognuno è diavolo per l’altro”. Tutti sono mossi dai propri egoistici interessi, incuranti del futuro altrui. Si arriva cosi a disilludersi e a perdere fiducia nel mondo e in se stessi . Ecco, dunque, che subentra il “divertissment”, il quale sembra all’apparenza colmare quel senso di vuoto e di sfiducia. In realtà, se si prende in considerazione l’etimologia del termine, si scopre che esso proviene dal latino “de-vertere”, cioè deviare, allontanarsi dalla retta via. Così molti giovani cadono nel vortice pericoloso delle droghe, dell’alcool, del bullismo, allontanandosi dalle proprie reali passioni e interessi. Al contrario, come afferma lo scrittore Alessandro D’ Avenia nel suo romanzo “L’arte di essere fragili", dedicato a Leopardi, il nostro dovrebbe ricercare “concentrazione” e “attenzione”. Come trovarle? I giovani sono piantine fragili che devono essere riparate dal gelo dell’inverno e dal caldo afoso dell’estate. Necessitano, dunque, di bravi giardinieri, cioè di guide che possano sostenerli. Leopardi le aveva trovate nelle figure dell’amico Pietro Giordani e Antonio Ranieri. Dante, seppur ormai adulto, aveva trovato, nella “Divina Commedia”, il suo mentore nel poeta Virgilio. I giovani d’oggi a chi si possono dunque affidare? Sono convinta che la scuola debba avere un ruolo fondamentale nella crescita e nella formazione dell’individuo. Perché, per trovare
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la propria strada, occorre in parte solcare le vie altrui. Viaggiare per mare con Ulisse, osservare Milano infestata dalla peste insieme a Renzo, opporsi al potere dispotico come Antigone, immaginare l’infinito oltre quella “siepe”, come Leopardi. Da soli risulta complicato comprendere il mondo, necessitiamo di qualcuno che ci sostenga lungo il nostro cammino. Un guida, dunque, e non solo. Pietro Giordani e Antonio Ranieri rappresentavano per Leopardi due grandi amici. Il primo lo sostenne nei primi anni, grazie anche a un intenso scambio epistolare in cui lo incoraggiava a continuare a scrivere. Il secondo gli stette accanto e lo consolò fino al giorno della sua morte nel giugno del 1837, leggendo per lui, ormai totalmente privo delle facoltà visive. L’individuo, dunque, e in particolar modo il giovane, per crescere e “creare” deve ricercare una guida ed unirsi in una “social catena”, come affermava lo stesso Leopardi nella sua ultima opera, ”La Ginestra”. Per affermare se stessi e i propri ideali sono necessarie “passione” e “compassione”. Come scriveva Italo Calvino ne le ”Città invisibili”, bisogna cercare “…chi e che cosa in mezzo all’inferno, non è inferno. E farlo durare. E dargli spazio”. Irene Pulcianese III D
Ove tende questo vagar mio…? L’età giovanile è il periodo dei grandi dubbi, delle aspirazioni, dei progetti di vita; ci si domanda che forma dare alla propria esistenza, che cammino intraprendere. Giacomo Leopardi, all’età di 21 anni, decide di abbandonare la casa paterna del piccolo borgo di Recanati e fuggire dalla sua “miserabilissima vita”, piena di sofferenze, “orribili malinconie e tormenti”, alla ricerca di una condizione migliore che lo possa liberare dagli studi disperati e dall’ agonia della noia. È proprio questo ciò che scrive nella lettera al padre. Le sue parole sincere, seppur lontane circa duecento anni, possono essere attualizzate perfettamente. Le mura domestiche, per molti giovani, sono il luogo dell’obbedienza e della sottomissione ai genitori, un luogo dove non si è mai capiti e dove non c’è spazio per esprimere i propri pensieri e progetti. Ne conseguono solitamente due atteggiamenti: la fuga o l’accettazione. È proprio quest’ultimo l’atteggiamento detestato dal giovane Leopardi, il quale condanna chi è imbrigliato nella “vile prudenza” che blocca e rende incapaci di grandi azioni. Ai giorni d’oggi tale comportamento è molto frequente anche come conseguenza dell’uso dei social network: attraverso una tastiera, condividendo pensieri, ci si sente liberi e padroni di sé. In realtà, la rete virtuale affievolisce ancor di più la possibilità di inseguire le proprie aspirazioni e riduce i giovani ad animali che attendono impassibili che il cambiamento venga da altri. Per di più, il proprio isolamento può danneggiare anche il prossimo, un esempio è il cyber bullismo dove, oltre a chi si sente un leone dietro allo schermo, c’è anche il più debole che ne soffre e può arrivare addirittura ad uccidersi, credendo che il suicidio sia l’unica grande azione che gli resta. Al contrario c’è anche chi decide di fuggire dalla propria condizione per seguire il proprio sogno, partendo privo di denaro e confidando
unicamente in sé. Tale atteggiamento può essere considerato folle, un volo suicida come quello di Icaro, ma come scrive Leopardi nella lettera, tutti i grandi uomini hanno ricevuto questo appellativo e le loro carriere sono tutte iniziate dalla disperazione. Il percorso di Dante, che lo ha portato a Dio, è iniziato dalla selva oscura, il viaggio di Enea dall’incendio di Troia. Analogamente anche Ninetto, il protagonista del romanzo di Marco Balzano “L’ultimo arrivato”, premio Campiello 2015, un bambino di circa dieci anni, decide di salire sul vagone opprimente che dalla Sicilia arretrata degli anni ’50 arriva a Milano, città in pieno sviluppo industriale, dove tra le fabbriche e lo smog si cela un barlume di speranza per un futuro migliore. È quindi anche il bisogno di sfuggire alla miseria che fa allontanare i giovani dal nido. La guerra ne è un esempio: migliaia e migliaia di giovani, si affidano ai barconi che dalla Siria sbarcano a Lampedusa, portano con sé solo i propri sogni e speranze che, troppe volte, affogano e muoiono con loro. Non è un naufragar “dolce” come in Leopardi ma straziante e doloroso. Tuttavia ci sono anche i giovani che cercano “distrazioni potenti” con la droga e l’alcol, come la protagonista del libro “Noi, ragazzi dello zoo di Berlino” per la quale l’unica soluzione di evasione dalla condizione sofferente sembra essere l’assunzione di sostanze stupefacenti per allontanarsi dalla crudeltà della realtà, dall’“acerbo vero” leopardiano. Per concludere, è necessario sottolineare come la sofferenza e la non accettazione della propria condizione, siano una costante nella vita giovanile. Per uscirne occorre agire e non rifugiarsi in distrazioni negative, anche se il percorso è duro e può essere persino infelice. Non bisogna rassegnarsi, ma rivendicare una condizione migliore, come fece Leopardi, amante della vita. Valentina Ronchini III D
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Rubrica Motori
di Francesco Pileri
Salto di qualità per Danilo Petrucci Danilo Petrucci ha fatto a Jerez un salto di due anni, lasciando la Ducati GP15 per salire sulla GP17. Il 2017 per lui sarà un nuovo inizio, con una moto ufficiale. I primi passi li ha fatti in questi due giorni a Jerez. Moto nuova, abbiamo detto, e anche acconciatura nuova per il Petrux, che si è rasato a zero. “Mi sono adeguato ai nuovi regolamenti, ho tolto i miei deflettori”, ride. C’è un motivo dietro al tuo nuovo look? In realtà tutto nasce da una scommessa fatta con i miei amici: se avessi ottenuto la moto ufficiale per il prossimo anno mi sarei dovuto ossigenare i capelli. Però sono un poliziotto e non posso farlo, quindi li ho rasati. Per i test di Sepang spero che ricrescano (ride). Hai lavorato molto in questi due giorni? Soprattutto dentro il casco, nella mia testa, più che sulla moto. Ho fatto molti esperimenti, lottando contro le sensazioni brutte che mi portavo dentro. A cosa ti riferisci? Questo non è stato un anno tra i più felici per me. Ho subìto due infortuni, poi c’è stata la sfida per la moto ufficiale, mi sono successe alcune cose brutte, ma ho imparato tanto e mi sento maturato, sia dentro che fuori la pista. E comunque hai ottenuto la GP17… Sì, era il mio obiettivo. Se penso che tre anni fa lottavo per non arrivare ultimo
mentre la prossima stagione avrò una moto che permetterà di vincere delle gare… è un bel salto! Voglio ripartire da zero. Qual è l’obiettivo? Iniziare come nel 2016, quando ero stato coi più veloci. Poi voglio lavorare su di me, sul mio stile di guida. Il mio punto debole è la velocità di percorrenza in curva, che serve molto con le Michelin, quindi ho usato questi giorni di test anche per me. Cosa hai capito? Che devo impegnarmi per ritrovare quella fiducia che ho perso dopo l’incidente nei test di Phillip Island. Mi sento molto concentrato. Passiamo ora alla Desmosedici. Qual è stata la prima impressione sulla moto 2017? Non so se sia già la versione definitiva, ma l’ho trovata molto migliorata in quelle aree che erano critiche sulla GP15. È stato difficile adattarsi? Gli altri piloti hanno girato con la GP16, una moto evoluta durante tutta la stagione, io invece ho trovato una moto su cui lavorare. Inoltre, non avendo mai provato la moto del 2016, il salto è stato più grande. Mi sono preso il mio tempo, ma verso la fine dei test ho incominciato a divertirmi guidandola, dà un gran gusto. Dove l’hai trovata migliorata?
È un netto passo in avanti, soprattutto in frenata che è uno dei miei punti di forza e che quest’anno non riuscivo a sfruttare, un po’ per via della moto e un po’ per colpa mia. Con la 2017 si può ritardare molto la staccata. Inoltre ha molta più trazione in uscita di curva. Ieri eri 9°, oggi 5° nella classifica MotoGP: sei soddisfatto dei tuoi tempi? L’ho detto per tutti e due i giorni ai miei meccanici: non sto rischiando, voglio solo capire la moto. Penso di essere il pilota che ha usato meno gomme, 4 treni per due giorni. Volevo vedere come si comportava questa Ducati con gomme finite. Sei andato piano? No, ma non ho montato una gomma nuova per cercare il tempo, non ho rischiato più del dovuto. Sono ancora scottato dall’infortunio dei test a Phillip Island a inizio anno. Nei test non si assegnano punti e ho preferito pensare a trovare una base e capire la moto. Da dove viene la passione? Il papà di Danilo aggiunge: Tu, Francesco, lo sai meglio di tutti. Ho iniziato a masticare le corse con te a Jerez per i test Irta del 1991. Danilo aveva tre mesi di vita, fai tu le tue considerazioni. A casa Petrucci (Francesco, il fratello minore di Danilo, corre con le Down Hill) lo slogan è stato sempre lo stesso: "Finché c'è ruota c'è speranza".
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Roberto Bellucci Maria Teresa (moglie dell artista) 1951-52 Mensile a diffusione gratuita di attualitĂ e cultura