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STRADA DI VALENTINO

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UN ITINERARIO PER SIMBOLI TRA ANTICO E MODERNO

Loretta SANTINI Sono molti e interessanti gli itinerari che rivelano monumenti, palazzi, pitture, storie di Terni, tutti notevoli e importanti. Il professor Raspetti, nell’ambito dell’operazione di rivalutazione di San Valentino, ha indicato un percorso, che chiama Strada di Valentino, dedicato al Patrono che, partendo dalla Stazione Ferroviaria, giunge fino alla Basilica del Santo. Di questo percorso particolare e circoscritto ho voluto indicare quello che è, a mio parere, il carattere saliente, cioè quello di una città dove l’antico nucleo storico è segnato dalle trasformazioni dell’era postindustriale e dove antico e moderno convivono e si integrano in una singolare commistione nelle piazze, nei palazzi, nelle strade: ovunque è possibile leggere un percorso per simboli che racconta il passato e si proietta nel futuro. Lungo un asse che va dalla Stazione a Ponte Romano si allineano monumenti-simbolo dall’impatto visivo indiscutibile accomunati da un filo conduttore che, per la valenza del loro significato, segnano il percorso storico della Terni industriale. La nascita delle grandi fabbriche dell’800 è simboleggiata dal maestoso reperto archeologico della Grande Pressa, un gigante di ferro che, posto davanti alla Stazione, ricorda ai Ternani l’eco poderosa dei suoi colpi sull’acciaio. Industrializzazione ha significato acqua per l’energia, acciaio, lavoro dell’uomo, elementi questi sinteticamente rappresentati nella Fontana di Piazza Tacito. La Lancia di Luce di Pomodoro svetta all’estremo opposto di questo asse viario e occhieggia con il busto di Tacito, lo scrittore forse originario di Terni. L’obelisco, con la sua sovrapposizione di strati di metallo grezzo, poi levigato fino a divenire luce ed energia, è un inno all’acciaio e al lavoro. Anche corso Tacito è un simbolo della fase dell’industrializzazione: il taglio della strada venne realizzato nel 1870 abbattendo i palazzi del nucleo storico per congiungere il centro originario alla stazione (1866), allora situata in aperta campagna. Poi sorse piazza Tacito e le altre arterie che segnarono l’espansione della città al di fuori delle antiche mura che per secoli ne avevano delineato il profilo. Lungo l’arteria cittadina conosciuta come Strada Nuova, tra palazzi ottocenteschi, spicca la Palazzina Alterocca con deliziosi inserti liberty: la potemmo definire il simbolo della grande imprenditorialità ternana perché questa fu la prima sede della Tipografia di cartoline di Virgilio Alterocca. Il cuore della città resta quello delle piazze storiche: piazza della Repubblica e piazza Solferino, che furono l’antico foro della romana Interamna Nahars e poi della medievale Platea columnarum, centro nevralgico della vita politica e sociale. Vi è però, uno spazio allargato che, per contiguità, per legami storici, urbanistici, è parte integrante del nucleo storico: è l’area che comprende le adiacenti piazze Europa e Ridolfi e corso del Popolo, un complesso di spazi aperti dove, nel vuoto lasciato dai bombardamenti della seconda guerra mondiale, la città ha ritrovato una nuova identità integrando antico e moderno -spicca isolato e maestoso il Palazzo Spada e le chiese di San Salvatore e di San Giovannino- evidenziando significativi brani architettonici dal ‘500 all’800 (i palazzi Montani, Morandi Rossi, Seganti D’Annibale e la Casa Giocosi) ed elementi strutturali di più recente acquisizione, come il bazzaniano Palazzo delle Poste, il restaurato Palazzo Comunale e gli elementi di arredo urbano di piazza Europa. L’ex Palazzo Comunale, oggi sede della Bibliomediateca, è connubio tra antico e moderno: antica è la bellissima sala XX Settembre con i suoi arconi ogivali; modernissima la Torre che, nel ricordare l’antica torre dell’Orologio simbolo della municipalità cittadina, esprime la volontà di proiettarsi nel futuro dando vita ad una nuova industrializzazione, quella telematica. Al di là del Nera, oltre le antiche mura che circondavano la città, il percorso non può che concludersi con la basilica di San Valentino che conserva le reliquie del Santo patrono di Terni. La chiesa, in periferia rispetto al centro urbano, sorse presso un cimitero cristiano lungo il confine tra lo Stato longobardo e lo Stato della Chiesa. Proprio per questo fu protagonista dello storico incontro tra papa Zaccaria e il re Liutprando quando quest’ultimo donò alcuni territori al Pontefice (742) segnando l’inizio dello Stato Pontificio.

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