elevatori su misura Numero 148 ottobre 2017
Mensile a diffusione gratuita di attualitĂ e cultura
Ferentillo
Giochi della
Valnerina
Ameria Festival: all’interno gli eventi di ottobre
Fisioterapia e Riabilitazione
Zona Fiori, 1 - Terni - Tel. 0744 421523 - 0744 401882 www.galenoriabilitazione.it Dir. San. Dr. Michele A.Martella - Aut. Reg. Umbria DD 7348 del 12/10/2011
Ottobre
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Vivere la passeggiata - Ricordi d'infanzia Loretta Santini
Tu da che parte stai?
14 Mensile di attualità e cultura Registrazione n. 9 del 12 novembre 2002, Tribunale di Terni Redazione: Terni, Via Anastasio De Filis, 12 Tipolitografia: Federici - Terni DISTRIBUZIONE GRATUITA Direttore responsabile Michele Rito Liposi Direttore editoriale Giampiero Raspetti Grafica e impaginazione Francesco Stufara Editrice Projecta di Giampiero Raspetti 3482401774 - info@lapagina.info www.lapagina.info Le collaborazioni sono, salvo diversi accordi scritti, gratuite e non retribuite. È vietata la riproduzione anche parziale dei testi.
8 NET LOGOS..........................................................pag. 9 Le mappe di Haiti F Patrizi.............................pag. 10 CNA Confederazione Nazionale Artigianato...........pag. 11 Consorzio di bonifica Tevere Nera......pag. 12 ARCI..........................................................................pag. 15 Per Norma e Regola P Crescimbeni................pag. 16 A Melasecche..............................................................pag.
Viviamo in un mondo che cambia Enrico Squazzini
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Facebook, usare con cautela
17 Lettera de 'n amicu P Casali..........................pag. 17 M Petrocchi.................................................................pag.
I Giochi della Valnerina
DOVE TROVARE La Pagina
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Il materasso di camiciole Vittorio Grechi
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Vivere la Passeggiata Ricordi d’infanzia Loretta Santini
Cambio della guardia
C
’è a Terni un ampio spazio verde noto a tutti come la Passeggiata: è il parco storico della città. Per me e per molti la Passeggiata legata ai ricordi È abbastanza curiosoèche una delle primed’infanzia. asserzioni cheerano si sentono ripetere giovani quando affrontano Con le basi Per tutti i giardini un luogo dii ritrovo, di divertimento. le della politica sia quella che li avverte che la democrazia sue fontane, i vialetti delimitati da alberi e cespugli, la cosiddetta non è un sistema perfetto, ma che è il migliore che si sia montagnola vista quasi come un luogo di avventura e di scoperta, le finora trovato. C’è in questo ammonimento una somiglianza con i primi sirene sualla cuiconoscenza si saliva a cavalcioni, le panchine su cuiasferruzzavano approcci scientifica: non ci vuole molto capire, per uno le nonnediescienza, i nonniche fumavano pipa, scientifico la Passeggiata accendeva la studente la forza dellametodo non sta nell’esaltazione della capacità di conoscere, nel delimitare con esattezza fantasia di tutti e bastavaquanto un niente per inventarsi storie ei confini giochi dell’ignoranza. Cerchiamo di capire bene i limiti delle nostre conoscenze, che non si volevano abbandonare nonostante le grida delle mamme sembrano ripetersi gli ricordavano scienziati: è attraverso questa ripetuta azione di che perentoriamente che era ora di andare a casa. riduzione che potremo essere ragionevolmente Essa è stata amata e frequentata da tutti: grandi, piccoli, vecchietti certi che quel che rimane sia vera conoscenza. e dalle Nell’organizzazione coppiette di innamorati che riuscivano delle società, la forma a scambiarsi un bacio democratica ha radici(la antiche, ma fronde sulla montagnola collinetta) o trae frutti il verde dei cespugli e poi, solo molto recenti. tra È inevitabile le città-stato sempre nascosti il verde,citare fumare le prime sigarette. Era il luogo dell’Antica Grecia, Atene su di tutte, come da seme privilegiato dei nostri giochi bambini, girotondo a rubabandiera, storico della democrazia, ma nella giusta esaltazione da bussa orologio a uno due tre stella, da nascondino a campana. e riconoscenza che si deve ai padri fondatori Altri altri giochi, giochi fantasia, spessotempi, di dimentica di ricordare chedianche quellagiochi di gruppo: senza telefonini, senza tablet, senza con i marchingegni moderni. Nostalgia: era una democrazia embrionale, suffragio limitatoma a cittadini maschi,riguarda in una società dove -oltre certo, solo perché l’infanzia e i momenti di divertimento a non considerare degne diEra parità le donneche in casa non si avevano. fortunato chi aveva un cortile perché vivevano schiavi e altri che erano ben lontani poteva riunirsi con gli altri bambini e rincorrere dall’avere il diritto di voto. E, soprattutto, che una palla, un cerchio, fare immaginaria, litigare quellauna eraguerra una democrazia diretta,ridere in cuiotutti gli con gli altri. Ilaventi 14 ediritto il 15adOttobre alla “Passeggiata” si tengono I Giochi della esprimere un’opinione entravano comodamente nell’agorà, la piazza della di città. Valnerina, una kermesse di giochi vario genere aperta a tutti Gli stati democratici veri e propri sono molto di conferenze, di canti -molti sono quelli dell’infanzia-, di concorsi, più recenti. Appena un secolo fa, l’Europa che veniva e di mostre di cui è stata data ampia notizia dal mensile La Pagina fatta a brandelli dalla Prima Guerra Mondiale era eunche vede lapieno partecipazione di comuni lungo il corso del Nera -la continente zeppo d’imperi più o meno Valnerinaoltre Terni, Ferentillo e Narni. assolutistici,come, e gli stati cheapotevano a buon diritto di avereper unavivere costituzione parlamentare Èdichiarare un’occasione e rivitalizzare questo spazio verde, che e democratica eranouna davvero molti. ha avuto pernon la città grossa rilevanza storico-culturale e che Oggi, negli i giovani che sentono purtroppo, ultimi anni, l’ammonimento è stata oggetto di atti vandalici e a considerare la democrazia come un sistema buono, ma non perfetto, sono ha evidenziato una limitazione. situazione di degradodemocratico che attieneè sia al verde in genere stupiti dalla L’aggettivo connotato da pubblico sia alla situazione acque del laghetto un senso sempre positivo, perchédelle è inevitabilmente paragonatoe aidelle suoi specie opposti storici: l’autocrazia, la dittatura, l’assolutismo. In che senso, allora, si può faunistiche qui presenti. considerare solo migliore, e non semplicemente perfetto? La Passeggiata. È un parco chepiù si estende per circa 4 ettari nella parte In genere, si spiega che il difetto della democrazia sta e nel fatto che sudoccidentale della città sopra le antiche mura romane medievali le minoranze devono subire la volontà della maggioranza: per sua natura, il di Terni ed èdemocratico adiacente prevede al Duomo all’anfiteatro. In passato era meccanismo che euna parte di cittadini non vedano un’area ad orti e eravero di proprietà del Vescovado. Passata esauditi idestinata propri desideri. Tant’è che la perfettibilità della democrazia di proprietà del Comune, venne sistemata giardino pubblico nel si misura in genere sullo sforzo che uno stato fa nela cercare di salvaguardare,
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per quanto possibile, anche i diritti e la qualità della vita delle minoranze. In questi ultimi tempi, però, c’è un altro difetto proprio dei sistemi democratici che comincia a venire alla luce: e anche questo è inevitabile, ineliminabile. Un difetto che discende direttamente dalla massima virtù della democrazia, ovvero dalla sua caratteristica di rispecchiare la volontà del popolo. Perché in democrazia la maggioranza vince sempre, ma nonad è garantito la maggioranzaDomenico abbia sempreGiannelli. L’impianto, a 1856 opera che dell’ingegnere ragione, che per volontà divina sappia forma disempre L, venne sistemato con migliore. due grandi optare per la scelta Ciòviali paralleli: tra questi si estendono aiuole, stradine non difontane, meno, lo laghetti, spirito democratico non e la montagnola. che essere sacrosantamente quantitativo, Il verde può è dato da una grande varietà di piante sia autotoctone che e non può imporre criteri selettivi ippocastani all’origine: e vari tipi di conifere. esotiche: tigli, cedri, lecci, platani, l’unico democratico Poi allori, aceri,suffragio oleandri,veramente ligustri, bagolari o spaccasassi (si tratta del è quello universale. La democrazia si fonda celtis australis), salici e alberi di Giuda. Nell’area si trovano sparsi sulla speranza che le parti contrapposte frammenti architettonici un tempo facevano parte della chiesa siano mediamente che ragionevoli, mediadi San Giovanni Decollato sita in piazza mente tolleranti, mediamente civili,della e su Repubblica e demolita basi inoltre premia quelle raccolgono nel 1921.queste Ci sono le dueche sirene o sfingi, una delle quali dai al finestatue di ridurre ternani maggiori chiamataconsensi; la “zuccona”: alateil in marmo con corpo in malcontento, proprio come il metodo parte di scientifico donna in parte di ridurre animale con le ali, che un tempo facevano cerca di l’ignoranza. parte della “fontana di piazza” anch’essa nel 1887. Ma in tempi di crisi, di povertà,demolita di L’area sottostante Passeggiata e al viale Domenico Giannelli intolleranza, lealla premesse di ragionevolezza, tolleranza e civiltà possono venir compresa tra Porta Sant’Angelo e viameno, delle eMura, è stata sistemata non c’è rimedio. La democrazia resta il il tempo libero. a spazio verde per la pratica dello sport e per migliore dei sistemi possibili, e quando La chiesa della Madonna del Carmine. La chiesa si trova all’interno si ammala non resta altro che sperare che del parco pubblico. È dedicata alla Madonna del Carmine, una guarisca presto. Gli uomini sono confraternita natae per onorare imperfetti, talvolta anchel’immagine cattivi: se lodella Madonna ritrovata diventano in maggioranza, non siconfraternita può far sulle mura dell’anfiteatro. La stessa eresse dapprima altro che confidare nel tempo, nella una cappella (XV sec.), poi la chiesa i cui lavori iniziarono nel 1602 educazione, sperare il ventoincambi. per terminare nel e1783. Lache facciata laterizio ha eleganti forme Per questo uno degli elementi cruciali dei tardo-cinquecentesche e asitermine, presenta spartita in riquadrature che sistemi democratici è il mandato la predefinita si ripetono nei due ordini. L’interno ha un’unica navata con altari scadenza dei poteri. Perfino Roma, che democratica non era, sapeva un mandato che dà potere la chiesa ricordiamo in laterali. Delle bene varieche opere che abbelliscono deve avere unsull’altare termine, e maggiore, che tanto piùlapotere particolare, bella dà, immagine della Madonna tanto più breve deve essere la permanenza in carica. del Carmine, la stessa in onore della quale è stato realizzato l’edifico. I due consoli restavano in carica un anno, il dictator, La telada delsolo, soffitto raffigurante chegrande governava soltanto sei mesi. la Vergine del Carmine ed Elia sul carro di fuoco è stata da Pietro Taloni e Paolo Barla. Il cambio ai vertici delrealizzata potere non garantisce La oggi è sconsacrata e ospita conferenze e concerti. chechiesa il successore sia migliore del predecessore: la mura. maggior parte delle persone mondo, Le Risalenti al III sec. a.C. edel sopraelevate in epoca medievale. probabilmente, avrebbe preferito avere un terzoe chiudono ad angolo Esse sono realizzate in opera quadrata mandato presidenziale per Barack Obama retto la città delle Mura-via Giannelli) piuttosto che (via veder entrare alla Casa Biancaseguendo e sostenendo la Passeggiata. parte sacrosanto inferiore, del quella più antica, sono Donald Trump: maNella il principio riconoscibili i simboli scalpellini romani. cambio della guardia restadegli un pilastro fondamentale, per il buon funzionamento democratico. L’anfiteatro. Eretto nel primo sec. d.C. mostra ancora gran parte E anche su scala davvero più da piccola, dell’anello perimetrale, costituito pietra calcarea con motivi infinitamente più piccola, il ricambio è necessario in pietra scura; inoltre l’ambulacro, una serie di ambienti posti e benefico. E nel constatare che questo è ormai il acentesimo raggieraarticolo e l’arena. attualmente, con le sue arcate scrittoRaggiunge per questo giornale, e aperte un’altezza anche di m, ma un antico disegno di che cone chiuse, questo mese si completa un10intero decennio di di collaborazione con La anche Peruzzi, ci svela che Francesco Giorgio Martini o Pagina, di Baldassarre l’estensore di queste note ritiene opportuno e poteva ospitare circa aveva un secondo ordine di finestre. Esso necessario smettere di occupare questo spazio 10.000 persone. Le vicende succedutesi nei secoli, lo hanno in gran prezioso su queste pagine. parte spogliato delle sue pietre ed paragrafo, è rimasto inglobato negli edifici Se mi è concesso, in quest’ultimo del Vescovado. Oggi esso, stagione ospita spettacoli di parlare in prima persona, dirònella che vivo lontanoestiva, da Terni, eeper questorassegne scrivere quidimi ha fatto opere sentire un teatro danza, cinema, liriche. più vicino alla ai miacaduti. città natale: di questo sono Ilpo’monumento Immerso nel verde e chiuso da una molto grato a questo giornale. Ma, appunto, cancellata, si trova in piazza Briccialdi all’ingresso meridionale i rinnovamenti sono spesso salutari, e sempre della Passeggiata. realizzato nel saluto 1926 da Giuseppe Guastalla. indispensabili; ed è perVenne questo che serenamente Fino al 1932 piazza quando venne rimosso per e ringrazio chisihatrovava avuto lainvoglia e laTacito, pazienza di costruirvi Fontana. P i e ro F a b b r i leggermi in la questi dieci anni.
Tu, da che parte stai? Giampiero Raspetti
Uomo libero o cultore di privilegi? Questa prima diade è una diade morale, delinea nitidamente e divide nettamente l'intera umanità. Da una parte l’adoratore di privilegi, sempre prono al potere mafioso o a chi detiene, comunque, pezzi di potere, sempre alla ricerca di vantaggi di ogni tipo. Dall’altra chi, intendendo vivere con la sola industria di se stesso, si batte per una sana meritocrazia. Da una parte chi sostiene, a parole, il bene pubblico mentre usa il partito o la fazione o la setta per fini strettamente personali o relativi ai suoi complici. Tipico e molto attuale, anche se ha lontanissime e radicate origini, è chi usa la religione per combattere le idee degli altri o le religioni diverse dalla sua. L’uomo libero si pone invece dalla parte di tutte le fedi, purché democratiche, e di tutti i cittadini, non aspira a privilegi per se stesso o per i suoi amici. Sa che un vantaggio mafioso e amicale per taluno fatalmente comporterebbe danno per altri. Si batte solo con i propri mezzi, che si è guadagnato onestamente. Parteggia per chi è meno protetto e si impegna perché tutti abbiano le stesse opportunità, di base, almeno, per far emergere le rispettive diversità. Egualitario o inegualitario? L’egualitario ritiene che la maggior parte delle diseguaglianze siano sociali e, in quanto tali, eliminabili. L’inegualitario, impermeabile agli insegnamenti della storia e arroccato sulla difesa di privilegi, parte dalla convinzione opposta, che siano cioè naturali e, in quanto tali, ineliminabili e ritiene essere inferiori coloro che nascono e vivono in una società diversa e, in generale, meno florida della sua. In realtà esiste davvero al mondo un essere inferiore a tutti gli altri ed proprio lui! L’egualitario lotta per rendere meno grande la disparità tra chi ha e chi non ha o per mettere in condizioni un sempre maggior numero di individui di essere meno diseguali rispetto a individui più fortunati per nascita e condizione sociale. La ragion d’essere dei diritti sociali come il diritto all’istruzione, il diritto al lavoro, il diritto alla salute, è di ragione egualitaria. Moderato o estremista? Tale diade non rappresenta la natura delle idee professate, ma riguarda i modi e le strategie che le rendono auspicabili ed attuabili. L'attuale politica assiale colloca i moderati al centro e gli estremisti, appunto, alle estremità dell’asse cartesiano, ma niente è più falso: trovi moderati ed estremisti a destra, al centro, a sinistra. Nella politica assiologica invece stanno uno da una parte, l’altro da parte opposta, non si mischiano, non si camuffano. Il moderato è gradualista ed evoluzionista. Sue virtù tipiche sono quelle della prudenza, della tolleranza, della ragione calcolatrice, della paziente ricerca della mediazione: virtù necessarie nel mercato delle cose come nella dialettica delle opinioni, delle idee, degli interessi conflittuali. Rispetta cultura e tradizioni di tutti, non è appariscente, il suo compito è arduo: dialogare rivolgendosi all’intelletto. Il moderato affronta la discussione esponendo con chiarezza le sue opinioni, senza dileggiare quelle degli altri e attenendosi sempre al tema in discussione. L'attuale Presidente del Consiglio, Paolo Gentiloni, è chiaramente, a mio modo di sentire, un moderato. Gli estremisti riempiono le scene, sono soverchiatori, comunicano con l'unico linguaggio che conoscono, quello ventrale (oggi la parola è edulcorata, si chiama populista), decidono da soli o, se costretti a discutere, cercano di arroventare la discussione parlando d’altro, portando paragoni senza senso, punzecchiando con battutine miserrime, ingiuriando, cercando di irretire l’avversario politico, dimostrando però così di avere torto marcio e di essere dei poveri semianalfabeti, anche se qualcuno di loro, dalla memoria prodigiosa, appare come grande erudito. L’estremismo, che interpreta la storia come procedente per salti qualitativi e per rotture, è catastrofico e si ispira emblematicamente alle virtù guerriere del coraggio e dell’ardimento. Ordine è la sua parola d’ordine. Ma il suo coraggio non lo porta mai a combattere da solo. Agisce sempre in combutta con altri estremisti, meglio se tanti contro pochi, meglio se con le spalle coperte da potere occulto. La contrapposizione del guerriero al mercante comporta inevitabilmente la giustificazione, se non l’esaltazione, della violenza: la violenza risolutrice, purificatrice, levatrice della storia, per la sinistra estremista rivoluzionaria; sola igiene del mondo per la destra estremista reazionaria.
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Mondialista o localista? Conosco una giovanissima straniera che frequenta il liceo linguistico di Terni. Seria, molto seria. La mamma è una delle persone più oneste e dignitose ch’io abbia mai conosciuto. A diciassette anni questa giovane parla, non correntemente, ma splendidamente, 6 lingue. A scuola ha la media del 9. Si sente italiana ed è, per me, assolutamente italiana. Ordunque, in questa Italia che si ostina a voler tornare alle repubbliche marinare, per molti estremisti inegualitari questa giovane non dovrebbe mai essere italiana, mentre si ritengono e si onorano come italiani quelli, tra amministratori e governanti e politicanti, che sono pregiudicati, spergiuri, somari, analfabeti, fannulloni e ventrali di bassissima lega! Ma fatemi il piacere! Astronomo o astrologo? L'astronomo è persona che dispone di risorse intellettive molto accentuate e riesce a districarsi in un groviglio di equazioni matematiche nemmeno lontanamente sospettabili per grandissima parte dell'intera umanità. È un vero benefattore sociale, fin dai tempi in cui osservava il cielo per capire come meglio adattare e predisporre semine e raccolti. L'astronomo conosce raffinatamente passato e presente, ma parla solo di futuro. L'astrologo invece non conosce, non sa, ripete puntualmente sciocchezze senza senso, parla solo di quello che fa a lui comodo, la maniera cioè di far passare le sue idiozie nelle menti e nei portafogli delle persone fragili emotivamente (ma anche intellettivamente). È un malefattore dell'umanità anche perché cerca di ingenerare nelle menti questa narcosi paralizzante: non sono io l'artefice del mio destino (quisque faber suae fortunae, dicevano i romani) ma sono altri, fuori di me, un sasso, un uccello, un bastone, delle carte, un feticcio, un amuleto qualsiasi. Questa è la cattiveria più grande che si possa esercitare a danno e a schifo del genere umano. L'astrologo guarda solo al passato, ai vecchi papiri, meglio se di supposta origine caldaica, di cui non capisce assolutamente nulla. Abbina a queste scemenze la cosiddetta (da lui detta) numerologia, ignorando totalmente la sua nascita, nell'antica Grecia, quando si chiamava gematria o isopsefia ed aveva una valenza colta e logica. Anche l'astrologo, sia stato augure o aruspice, ab initio osservava il cielo, ma lo faceva solo per spacciare stupidaggini tutte volte alla salvaguardia di se stesso e della sua ingordigia di potere. Infatti, sui luoghi nei quali faceva previsioni, osservando il cielo e separandolo (creando cioè uno spazio visivo entro cui analizzare il volo degli uccelli che, come qualsiasi persona ragionevole ben sa, sono anch'essi dei profeti, parlano cioè a nome di dio), ritagliava (da temno, taglio, separo da cui proviene la parola tempo) anche un luogo fisico, quello sottostante ove, ben presto, sorse il tempio (parola appunto derivata da tempo). Poi, quasi immediatamente, quello stesso tempio diventò banca o contenitore di beni comuni gestiti, ovviamente, indovinate da chi! Da una parte dunque quello che ci raccontano in merito alla tunica lacera e polverosa di Gesù, dall’altra l’ostentazione di lusso (e lussuria) di alcuni sedicenti seguaci. In un polo chi incessantemente ed umilmente si impegna totalmente, nei fatti e non nelle parole, come fu scritto in modo inequivocabile nella buona novella, a contatto diretto con gli umili e i diseredati (Gino Strada, Don Luigi Ciotti e tutti i tantissimi altri uomini veri che fanno del volontariato disinteressato la loro ragione di vita), nell’altro chi pontifica e/o scodinzola ai ricchi, comunque lo siano e lo siano diventati, purché potenti.
TU DA CHE PARTE STAI?
Ragionamento - Battutina Meritocrazia - Clientelismo Laico - Confessionale Progresso - Conservazione Evoluzionismo - Creazionismo Pagare di persona - Far pagare agli altri i propri errori Razionalismo - Irrazionalismo Scienza - Superstizione Mente - Ventre Coraggioso - Vigliacco Ius soli - Barbarie ... aggiungi tu... e creiamo insieme la politica nuova.
I Segreti dell'Ucraina Tetiana Khoma
Lo spirito nazionalista e patriota accomuna il popolo ucraino, figlio dei kozaki, che per la propria terra combatterebbero a mani nude. Eppure, è esattamente quello stesso popolo che sta emigrando dal proprio paese, la misteriosa e da pochi conosciuta Ucraina, portandola così alla rovina. Com'è possibile una tale contraddizione? La loro nazione occupa il secondo posto in Europa per estensione di territorio, tuttavia il numero degli ucraini è molto inferiore a quello degli italiani. Perché le persone continuano ad andarsene dalla loro terra madre? Quella terra decorata dai monti Carpazi, valli con le chiese dorate, piccole villette di legno con i tetti di fieno, pianure gialle dal colore di grano; quello stesso grano che la rende uno dei primi esportatori mondiali di esso. Il loro è un paese ricco di materie prime, grande ed in attesa di rinascere, rimasto indietro di forse 30 anni rispetto ai paesi europei. La domanda che sorge spontanea è: cos'è che lo blocca? Cosa non gli permette di crescere e ritornare a splendere? Ed è qui che voglio intervenire io, Tetiana Khoma, prendendo spunto dal mio breve soggiorno e riferendomi all'Ucraina dell'ovest, analizzando la loro situazione attuale. Ebbene sì, gli scontrini nei negozi delle città ucraine sono una opinione. Ciò significa che non vi é nessun pagamento di tasse e quindi nessun investimento nell'assistenza sanitaria, nei luoghi e nei mezzi pubblici. Parlando di quest’ultimi, le condizioni in cui le persone vengono trasportate lasciano altamente desiderare: in estate, con 40 gradi, senza un condizionatore e le finestre serrate; in inverno, con -10 gradi, senza il riscaldamento e le mani gelate. E non è finita qui, la relazione tra gli stipendi ed i prezzi degli alimenti, come anche quelli dell'abbigliamento, vari oggetti ed accessori, sembrano essere basati su un rapporto inverso: ovvero, aumentano i costi, diminuisce il salario. E la burocrazia? Non è altro che un sinonimo di corruzione e mance in nero. Ho solo tali interrogativi: quando compieranno il primo passo verso un futuro migliore? Quando lo Stato incomincerà a sfruttare nel modo appropriato le ricchezze del paese? Quando imposterà l'ordine? Quando promuoverà il turismo su una delle terre più polimorfe dal punto di vista ambientale? Io continuo a sperare nel meglio. E voi?
Націоналістичний і патріотичний дух об'єднує український народ, діти козаків, що за власну землю боролися би голими руками. І всетаки, той самий народ емігрує зі своєї країни, загадкової і маловідомої України, ведучи її до загибелі. Як можливе таке протиріччя? Їхня нація займає друге місце в Європі по територіальній величині, та все ж щільність населення не досягає італійської. Чому люди продовжують виїзджати з їхньої матері землі? Та земля прикрашена Карпатськими горами, долинами з позолоченими церквами, маленькими дерев'яними будиночками із соломянами дахами, жовтими поляме від кольору пшениці; та ж сама пшениця що виявляє її один з перших експортерів зерна у світі. Їхня країна є велика і багата сировиною, в очікуванні відродитися, залишилася позаду на 30 років в порівнянні з Європейськими країнами. Питання яке виникає спонтаннo: що її блокує? Що не дозволяє їй розвиватися і процвітати? І саме тут хочу втрутитися я, Тетяна Хома, виходячи від мого короткого перебування на Західній Україні, аналізуючи її поточну ситуацію. Ну так, чеки в деяких українських магазинах не видаються. Це означає, що немає ніякої оплати податків і тому ніякого вкладення грошей в охорону здоров'я, в громадські місця і транспорт. Говорячи про це, умови в яких перевозять людей далеко не задовільні: в літі, 40 градусів, без кондиціонера і із закритими вікнами; у зиму, -10 градусів, без обігрівача і із замерзлими руками. І це ще не усе, співвідношення між зарплатою і цінами на продукти, одяг, аксесуари, та інші речі, грунтовано на зворотньому зв'язку: це означає що, піднімається вартість і не збільшується заробіток. Бюрократія? Ніщо інше, як синонім корупції і халтури. Я маю тільки ці питання: Коли зроблять перший крок до кращого майбуття? Коли влада почне використовувати багатства країни так як потрібно? Коли приведе порядок? Коли підніме туризм на одній з найбільш поліморфній землі з точки зору довкілля? Я сподіваюся в краще. А ви?
Националистический и патриотический дух объединяет украинский народ, дети казаков, что за собственную землю боролись бы голыми руками. И всё таки, именно тот самый народ эмигрируют из своей страны, загадочная и малоизвестная Украина, ведя её к гибели. Как возможно такое противоречие? Их нация занимает второе место в Европе по протяжение территории, и всё же плотность населения не достигает итальянскую. Почему люди продолжают уезжать от ихний матери земли? Та земля украшена Карпатскими горами, долинами с позолоченными церквями, маленькими деревянными домиками с крышами из сена, жёлтыми равнинами от цвета пшеницы; та же самая пшеница что является одна из первых экспортов зєрна в мире. Их страна есть огромная м богата сырью, в ожидании возродиться, осталась позади на 30 лет по сравнению с Европейскими странами. Вопрос что возникает спонтанно: что её блокирует? Что не позволяет ей расти и процветать? И именно здесь хочу вмешаться я, Татьяна Хома, исходя от моего короткого пребывание на Западной Украини, анализируя их текущую ситуацию. Ну да, чеки в некоторых Украинских магазинах не выдают. Это значит, что нет никакой оплаты налогов и поэтому никакого вложения денег в здравоохранение, в общественные места и транспорты. Говоря про это, условия в которых перевозят людей есть далеко не удовлетворительны: в лете, с 40 градусами, без кондиционера и с закрытыми окнами; в зиму, с -10 градусами, без обогревателя и с замерзшими руками. И кэто ещё не всё, соотношения между зарплатой и ценами на продукты, одежду, аксессуары и разные предметы, основаны на обратной связи: это означает что, поднимается стоимость и не растёт заработок. Бюрократия? Ничто иное, как синоним коррупции и халтуры. Я имею только эти вопросы: Когда сделают первый шаг к лучшему будущему? Когда правительство начнёт использовать как полагается богатство страны? Когда приведёт порядок? Когда продвинет туризм на одной из наиболее полиморфной земле с точки зрения окружающей среды? Я надеюсь на лучшее. А вы?
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Andavamo a letto col prete
Benvenuti nel mondo ...dei robot !
D’inverno faceva freddo, molto più freddo di quanto non faccia adesso e tale sensazione, nei primi decenni dopo la seconda guerra mondiale, era aggravata dal fatto Alessia che la maggior parte delle abitazioni non aveva impianti di riscaldamento. Melasecche L’unica fonte di calore era il camino situato nella stanza più spaziosa, cioè nella cucina. Accanto al camino c’era il fornello, munito di griglia metallica per sostenere le braci che venivano alessia.melasecche@libero.it mantenute roventi agitando un ventaglio fatto con penne di tacchino. Tutti sarebbero molto volentieri queste fonti di calore datoinl’alto diffusa Italia. Ilnumero pancreasdei bionico nasce nanobotanel nostrodue corpo per vigilare, ad ma, ono tante stati le scoperte scientifiche accanto componenti della famiglia mediache di allora, ciò non possibile. massimo rientrando in casa, uno sidella Boston studi di alcuni scienziati sulloera stato di salute Al delle nostre dagli e i progressi della robotica ci esempio, ed è un dove si accumulano le placche rendendo un po’ meno umani, arterie, poteva stanno avvicinare al fuoco per stiepidirsi le mani infreddolite, facendosi largoUniversity tra i vecchi e idispositivo bambini indossabile efficace nel caso di diabete di tipo 1, capace che causano infarti e ictus. Nanobot in ma sicuramente più resistenti alla fatica piccoli che presidiavano il focolare. di monitorare i livelli di glucosio prima linea anche contro il cancro. Come e alle malattie. Ingegneria cibernetica, Poi c’erano le donne che, preparando la cena, dovevano attizzare il fuoco sotto il caldaio per poter cuocere nel sangue biomedicina, ricerca robotica, etc. e quelli che si studiano al Wyss Institute di mantenendolo entro valori accettabili e la pasta e aggiungere ogni tanto un po’ di carboni accesi al fornello per mantenere il sugo in ebollizione. relative innovazioni, impensabili fino a Harvard per far sì che un giorno possano svolgendo di fatto il lavoro che dovrebbe Comunque, vuoi per le legna che bruciavano, vuoi il consistente di persone, cucina siammalato. stava svolgerenella il pancreas Questo essere in per grado di “ordinare”numero alle cellule pochi anni fa. benino, fatta eccezione per i A Pisa si è recentemente tenuto il Festival cancerogene di suicidarsi. Un meccanismo dispositivo dialoga via wireless con una piedi e gli stinchi, soggetti agli (http:// poi applicabile anche ad altre patologie. app installata su iPhone. Uno strumento Internazionale della Robotica Bye bye vecchi pacemakers, prendendo ancora perfettibile ma ritenuto un buon www.festivalinternazionaledellarobotica. spifferi freddi che venivano it/it/). Persia chiquando non lo sapesse la ricerca per veritiere le prospettive di un nuovo inizio nella giusta direzione. dalla porta, si apriva, italiana in robotica è all’avanguardia e dispositivo cardiaco anche questo in C’è anche l’osso bionico, figlio della ricerca perché entrava qualcuno, sia la nostra industria è tra le primissime al sperimentazione, da parte dell’University nel settore degli smart materials, i materiali quando era chiusa, perché le mondo, sia nella produzione di robot e of Illinois a Urbana-Champaign e intelligenti che stanno cambiando molti ante non combaciavano macchine automatiche, siabene. nel loro utilizzo. della Washington University di St. degli oggetti che ci circondano. Nasce da Studiare o fare dii ciò compiti in in Italia Louis. Per spiegarla in poche parole, una collaborazione tra l’Università Bicocca Qualche esempio che accade questo senza finire coi e nel ambiente, mondo. l’innovazione consisterebbe in una di Milano e l’Imperial College di Londra. Lavorano migliorare il funzionamento membrana che andrebbe a rivestire il È capace di rigenerarsi, di ripararsi da solo piedi gelati,perera possibile solo del nostro organismo e del nostro cuore cuore, monitorandolo, grazie a una serie e in futuro potrebbe essere utilizzato per stando in ginocchio sulla sedia anche i nanobot, robot di dimensioni di sensori, il cui obiettivo è inviare dati guarire fratture o sostituire parti di osso impagliata, onde evitare il brainfinitamente piccole, che rappresentano sulla sua salute e di intervenire nel caso colpite da una malattia. ciere sotto il tavolo che spesso la punta di diamante della ricerca di attacchi cardiaci. Oltre a mantenere Questi sono solo alcuni degli esempi che ci faceva venireeil robotica mal di testa. biomedica di questi anni. il ritmo dei battiti infatti la membrana fanno capire come robotica e biomedicina PerNonla siconfusione non c’era tratta dell’ennesimo remake di invierebbe degli stimoli elettrici all’organo stiano lavorando, a braccetto e spesso rimedio. parlavano voce Asimov. e ne monitorizzerebbe il ritmo. dietro le quinte, per migliorare la nostra “ViaggioTutti Allucinante” di aIsaac è quella di iniettare pattuglie di Il diabete, ad esempio, è una malattia molto vita. Più longevi e più in salute! altaL’ideanelle case contadine, abituati com’erano nei campi a gridare ordini agli animali da lavoro. C’era poi sempre qualche vicino o vicina che, dopo cena, si aggiungeva ai già tanti per scambiare quattro chiacchiere, contribuendo all’aumento della cacofonia. Un momento di quasi silenzio poteva verificarsi se qualcuno si arrotolava una sigaretta. Dopo averla accesa e fatte un paio di tirate la passava al vicino e così via finché era possibile tenere il mozzicone fra le dita. Il problema del freddo tornava prepotente al momento di andare a letto. Le camere erano così fredde che al mattino poteva capitare di trovare croste di ghiaccio sull’acqua del lavabo. Solo al pensiero di doversi spogliare in un baleno per infilarsi tra le lenzuola gelate, sovrastate da coperte e imbottita, poteva anche bloccarsi la digestione. Se però era stato messo il prete nel letto, la prospettiva diventava quasi rosea. Il prete non era altro che il nome malizioso di una incastellatura porta-braciere in legno, usata per riscaldare il letto. Al mattino, quando la donna rifaceva la camera, infilava tra le lenzuola questo marchingegno, sicché sembrava, a letto rifatto, che qualcuno molto grosso fosse ancora a dormire. Appena cenato la moglie infilava diligentemente nel prete un recipiente metallico con le ultime braci del camino, scegliendo quelle che non facevano più fumo. Infilarsi nel letto dopo aver estratto il prete con molta circospezione per evitare incendi, era un grande piacere goduto dalle generazioni del dopo guerra. Ora quasi tutti stiamo al calduccio d’inverno senza farci troppo caso e i grandi piaceri si vanno a cercare Vittorio Grechi nelle polverine o nell’alcol.
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Francesco Patrizi
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l primo a sentirsi male è stato un uomo di 37 anni: è il 2010 e nell’isola di Haiti, devastata dal terremoto, questo è il primo caso di colera. L’uomo non è uscito di casa da almeno cinque giorni e il virus lo ha stroncato in 48 ore, qual è la causa del contagio? Occorre trovare subito il focolaio dell’epidemia, così ad ogni malato che arriva nei campi di soccorso (in tutto saranno 800 mila) viene chiesto il luogo preciso di provenienza, ma la capitale Port-au-Prince è un intricato groviglio di strade non mappate, il satellite di google maps ha fotografato le arterie cittadine, ma i nomi sono inesatti, trovare il focolaio è praticamente impossibile. Un funzionario di una ong chiede aiuto allo staff di google maps, nel giro di pochi giorni arriva un team dell’azienda statunitense e comincia ad aggirarsi per le strade della capitale devastata dal terremoto chiedendo ai cittadini i nomi esatti delle vie. Seguendo il vecchio metodo delle cartografie, viene mappata Port-au-Prince e si scopre che i primi contagiati provengono tutti da un unico quartiere. Bisogna scoprire come
Le mappe di Haiti
ha fatto il primo uomo ad infettarsi senza uscire di casa e come ha fatto il colera a diffondersi così rapidamente. La zona è dissestata e l’igiene scarseggia, ma la novità rilevante è la recente occupazione da parte dei Caschi Blu dell’ONU di un edificio che, a causa di una perdita, non scarica nelle fogne, ma direttamente nel torrente che attraversa il quartiere. Il contingente ONU viene dal Nepal, paese in cui il colera è endemico. Quella mattina, la prima vittima si era semplicemente lavata i denti con l’acqua contaminata. Beatrice Lindstrom attraversa con passo deciso i corrodi del tribunale di New York seguita dall’associazione dei rifugiati haitiani: senza essere neanche avvocato, a 32 anni ha trascinato l’ONU davanti ai giudici perché riconosca le sue responsabilità nell’aver causato la morte di 10 persone e il contagio di altre 800 mila. Anche se i giudici le hanno dato torto, nel discorso di fine mandato, il presidente uscente dell’ONU Ban Ki-moon ha presentato le scuse ad Haiti ed ha istituito un fondo di risarcimento. Fino ad oggi, dei 193 paesi
membri che dovrebbero versare la quota per raggiungere la cifra di 400 milioni, solo 9 paesi hanno fatto il loro versamento. L'Italia non è tra questi. Angel Jean Louis si è salvato dal terremoto e dal colera perché nel 2010 lavorava in Brasile, poi a causa della crisi economica si è ritrovato senza lavoro e senza un tetto. Seguendo strade non segnate, che neanche google maps conosce, ha attraversato le foreste pluviali del Centro America fino ad arrivare al confine messicano e spera di entrare negli Stati Uniti, sa che gli haitiani hanno una via preferenziale a causa del sisma, ma quello che non sa è che il giorno prima una donna con in braccio la sua bambina, trascinando una valigia, ha attraversato a piedi il confine tra il Vermont e il Quebec e si è presentata a Hemmingford per chiedere asilo in Canada: è una dei 60 mila rifugiati haitiani ai quali Trump non intende rinnovare il permesso di soggiorno. L'epidemia ad Haiti non è stata del tutto debellata, la ricostruzione va al rilento, ma la nuova amministrazione ritiene che per gli haitiani è già ora di ritornare a casa.
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Viviamo in un mondo che cambia I più antichi umbri. Enrico Squazzini Centro Ricerche Paleoambientali di Arrone
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l più antico umbro finora noto è ternano. Al di là di ogni forma di campanilismo, questo dato si rende utile al fine di collocare, dal punto di vista geografico, la testimonianza diretta della più antica specie umana che, fino ad oggi, sia mai stata rinvenuta nel nostro territorio. Per essere più precisi, il tutto risale al 1998. Nel corso di una serie di indagini preliminari, che insieme ad un collega stavamo conducendo all’interno di un’angusta cavità carsica situata nei pressi di Amelia, rinvenimmo un elemento dentario i cui lineamenti morfologici, già dalle prime osservazioni, richiamavano i tratti umani. A questo reperto si accompagnava un manufatto litico, una scheggia realizzata in selce, la cui tipologia di lavorazione poteva agevolmente essere collocata nell’ambito della tecnica cosiddetta Levallois. La cavità in questione sembra svilupparsi lungo una serie di fratture di natura tettonica che si intersecano fra di loro e che si aprono in superficie, nel sottobosco. All’interno, nella parte accessibile del complesso, la larghezza massima rilevabile è di circa due metri mentre lo sviluppo complessivo consente una percorrenza intorno ai 35 metri di lunghezza. Nel corso del tempo queste strette fratture sono state completamente riempite da un sedimento misto composto da brecce e limi argilloso-sabbiosi. Entrambi questi sedimenti risultano fortemente cementati dall’azione del carbonato di calcio trasportato in soluzione dalle acque meteoriche. In alcuni punti della cavità il carbonato di calcio è presente sotto forma di una spessa patina concrezionata lungo le pareti verticali. Inglobati all’interno del sedimento di riempimento sono presenti abbondantissimi resti scheletrici fossilizzati di antichi animali vertebrati che, nella stragrande maggioranza dei casi, appaiono in ottimo stato di conservazione. Stime preliminari in merito alla concentrazione dei resti animali consentono di ipotizzare la presenza di molte migliaia di reperti. Ma veniamo al nostro uomo. Il reperto dentario è costituito da una porzione di
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radice unica a sezione subcircolare. L’usura della parte superiore del dente è estremamente accentuata, tanto che della corona dentaria originaria, costituita dallo smalto, rimane soltanto un lembo residuale. Ciò significa che, una volta consumato lo smalto, è la dentina a costituire per intero la superficie cosiddetta occlusale, cioè, in pratica, la superficie masticatoria. Queste caratteristiche consentono di attribuire il reperto ad un dente umano molto usurato, probabilmente un canino superiore del lato sinistro o forse un incisivo mandibolare. L’incertezza è legata proprio alla totale assenza della corona dentaria. Tuttavia, è proprio tale evidenza a fare di questo dente un elemento veramente speciale. Di fatto, particolarmente interessanti risultano sia il modello che l’elevato grado di usura poiché inducono a tutta una serie di interpretazioni sul modo e sulle circostanze in cui essa si è verificata. La superficie masticatoria, completamente appiattita, ha assunto un andamento obliquo e, contemporaneamente, arrotondato ai bordi su cui è visibile anche una faccetta di usura accessoria. Al microscopio ottico su questa faccetta sono ben distinguibili delle incisioni le quali, osservate alla maggior risoluzione del microscopio elettronico a scansione, rivelano la presenza di striature più piccole al loro interno. Strutture di questa tipologia risultano tipiche di un utilizzo della dentatura per attività che vanno oltre la masticazione e l’alimentazione. In definitiva, tutte le caratteristiche descritte e le interpretazioni che se ne possono trarre, risultano compatibili con l’attribuzione del nostro dente alla specie umana estinta Homo neanderthalensis. Gli uomini di Neandertal costituiscono quell’”umanità” che in Europa e nel vicino oriente ci ha preceduto fino alla loro totale scomparsa, attestata intorno ai 40.000 anni fa. Abilissimi cacciatori e dotati di una tecnologia molto raffinata di scheggiatura della pietra, come la tecnica Levallois, i Neandertal avevano una vita sociale intensa, con l’uso del fuoco al centro di gran parte delle attività domestiche
ed arricchita con svariate manifestazioni legate al pensiero simbolico. Artigiani molto capaci, effettuavano lavorazioni particolari come la preparazione di pelli di animale: una sorta di conciatura per la quale utilizzavano i denti come strumento per ammorbidire le pelli e da cui derivava la tipica usura dentaria riscontrata anche nelle nostre aree. Insomma, ad Amelia un sito neandertaliano più che degno di nota e dalle grandi potenzialità insite nella contemporaneità dei tre elementi sopra descritti: il resto scheletrico umano, il prodotto dell’industria litica e la straordinaria abbondanza dei resti scheletrici dei tanti animali che condivisero l’ambiente con i nostri antenati. Infatti, mentre i resti scheletrici umani consentono di approfondire la conoscenza di un’umanità estinta, la tecnica di lavorazione della pietra e della fabbricazione di strumenti fornisce notizie utili sulle abitudini di vita di questi nostri predecessori. Infine, i resti delle antiche faune, mentre da un lato forniscono indispensabili elementi per l’inquadramento dei caratteri paleoambientali e paleoclimatici, dall’altro concorrono a determinare una migliore calibrazione cronologica. Ebbene, stando ai primi dati scaturiti dalle analisi preliminari delle faune presenti è ragionevole collocare la presenza dell’Uomo di Neandertal sul nostro territorio intorno ai 120.000 anni fa.
campagna di tesseramento
I C AR
Per il secondo anno parte la campagna di tesseramento e adesione ARCI il 1 ottobre. La grafica della tessera 2017/18 parte dalla stella del nostro logo, l’immagine richiama visivamente «un’esplosione di energia con al centro l’Arci»: il nostro progetto di promozione sociale, basato sulla collaborazione fra i circoli, è rappresentato dall’armonia grafica degli elementi, il colore dominante è il rosso, «passione, ideali, amore per il popolo». Accompagna la grafica il payoff #61dinoi, che richiama il nostro 61° anno di attività, con un gioco di parole che sottolinea senso di appartenenza e partecipazione attiva e si associa, su molti dei nostri materiali promozionali, all’invito «Iscriviti all’Arci». Continueremo a praticare il nostro “Da 60 anni sempre aperti”, valorizzare il nostro essere una autorevole Rete associativa nazionale ante litteram, forte di tante esperienze associative storiche e tradizionali, sempre pronta ad accogliere nuove realtà. In questo senso proseguono le nostre politiche di sviluppo associativo: il Bando di sviluppo promosso insieme a Banca Etica, il network dell’Arci sulla piattaforma di crowdfunding Produzioni dal Basso e le agevolazioni previste dal Regolamento del Tesseramento rivolte al nuovo associazionismo. Da quest’anno - oltre ai circoli nei territori in cui non siamo presenti, quelli dedicati a cinema e cultura, infanzia e adolescenza, composti in prevalenza da donne e/o under35 riguardano anche i circoli tematici impegnati nell’antimafia sociale/ legalità democratica, quelli impegnati nel recupero di spazi presso stazioni impresenziate (per i quali abbiamo chiesto a FS/RFI la stipula di una convenzione) o delle proprie sedi danneggiate da calamità naturali (terremoto e alluvioni). A queste si aggiunge la nuova collaborazione avviata con la Rete della Conoscenza, tramite il lancio di MuSa - Mutualismo Studentesco per l’Alternativa, rete sperimentale di progetti ed esperienze associative comuni, finalizzata ad un piano di reinsediamento sociale di pratiche di cittadinanza attiva, a partire dai contesti più difficili delle nostre città, che mettano al centro l’idea di una società solidale. Per tutte le informazioni su come costituire un Circolo o affiliare un’associazione, potete rivolgervi alla sede del nostro Comitato di Terni in Via del Raggio Vecchio, 18 oppure contattarci al numero 0744/460493 - email: terni@arci.it
PER NORMA E REGOLA ASSEGNO DIVORZILE, CONTI ALLO SCOPERTO. Avv. Paolo Crescimbeni
ASSEGNO DIVORZILE E DURATA DEL MATRIMONIO. La durata del matrimonio, afferma la Corte di Cassazione, può incidere sulla entità dell'assegno divorzile ma, anche in presenza di un matrimonio di breve o molto breve durata, non può azzerare l'assegno stesso. La finalità di tale assegno è infatti quella di tutelare la parte più debole e questo principio non viene mai meno quale che sia stata la durata del matrimonio. Attenzione dunque ai matrimoni “toccata e fuga”. L'obbligo dell'assegno ti può restare attaccato a vita!
IL BAR RUMOROSO DEVE RISARCIRE IL CONDOMINIO La Corte di Cassazione, con ripetute pronunce, ha accolto la richiesta di risarcimento dei danni (morale, biologico e patrimoniale) avanzata dal condomino, che denunciava il bar sottostante per rumori e comportamenti molesti. Secondo i condomini, il locale, che rimaneva aperto sino a tarda notte, arrecava grave disturbo all’intero palazzo. I supremi giudici hanno tuttavia precisato come non rientri nel potere del regolamento condominiale il limitare il godimento delle unità immobiliari destinate a proprietà esclusiva dei singoli condomini (tra questi, il titolare del bar); tuttavia l'esercizio in attività dovrà risarcire i danni provocati ai singoli condomini causati da comportamenti che eccedono i limiti della sopportabilità e recano disturbo al riposo ed alla vita quotidiana.
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Il coniuge, anzi l’ex coniuge, che reclama l’assegno di mantenimento, non commette alcun illecito nel richiedere alla banca dell’altro ex coniuge, verosimilmente in corso di causa, l’estratto conto dei depositi di quest’ultimo. Violazione della privacy? No, ha detto la Corte di Cassazione (ordinanza 20649/17), la ex moglie che si è rivolta alla banca non ha violato alcuna norma di legge. Non è stato invece chiarito se la banca dando esito positivo, alla pur legittima richiesta, abbia violato normative poste a tutela dell’attività bancaria. Fino a due anni fa la Cassazione aveva orientamenti diversi in proposito che oggi appaiono in via di superamento.
UNA NUOVA RELAZIONE FA VENIRE MENO L’OBBLIGO DEL MANTENIMENTO. La Cassazione Civile ha recentemente ritenuto che la costituzione di una nuova famiglia di fatto fa venire definitivamente meno il diritto-dovere all’assegno di mantenimento. Il nuovo rapporto fa, infatti, venire meno ogni solidarietà post-matrimoniale senza possibilità che questa possa riprendere neppure nella ipotesi che la nuova relazione abbia termine. Aver fatto la scelta di una nuova convivenza mette una pietra tombale non solo sul precedente matrimonio, ma anche sugli effetti successivi alla risoluzione dello stesso quali, ad esempio, l’assegno di mantenimento. Quindi chi dispone di un assegno di mantenimento ci pensi bene prima di intraprendere una nuova convivenza.
FURTO DI ELETTRICITÀ NON Ė STATO DI NECESSITÀ FURTO DI WURSTEL E FORMAGGIO Ė STATO DI NECESSITÀ La condizione di povertà che avrebbe ispirato i due comportamenti sopra titolati ha indotto la Corte di Cassazione a due decisioni in apparenza diverse. Condannato il primo "povero" che rubava elettricità tramite allaccio abusivo in quanto non è stato dimostrato uno stato di necessità assoluto, tale da determinare il pericolo attuale di un danno grave alla persona. Con una punta di ironia la Suprema Corte dice che l'elettricità rubata serviva anche per attivare alcuni elettrodomestici. Al contrario assolto il secondo “povero”, un cittadino straniero che in un supermercato aveva rubato wurstel e formaggio (valore 4 euro) ritenendo la Corte che quella persona si era impossessata del cibo per la immediata ed imprescindibile necessità di alimentarsi, agendo quindi in stato di necessità. Potrebbero sembrare due pesi e due misure, ma i casi, così come descritti, nelle sentenze, appaiono oggettivamente diversi.
FACEBOOK USARE CON CAUTELA! È
difficile, oggi, trovare qualcuno che non utilizzi questo social! Vi viene pubblicato davvero di tutto. Talvolta, con esagerata leggerezza, come se l’immaterialità del luogo conferisse irrealtà a ciò che vi appare ed alle conseguenze che possono derivarne. Capita, con una certa frequenza, che tra i post ne compaia qualcuno che presenti rilievi penali, e ciò anche quando viene pubblicato con la furbizia, apparente, che solo alcuni dei contatti individuano il destinatario del predetto messaggio. Dispone l’art. 595 c.p. “Chiunque, fuori dei casi indicati nell’articolo precedente, comunicando con più persone, offende l’altrui reputazione, è punito con la reclusione fino a un anno o con la multa fino a milletrentadue euro. Se l’offesa consiste nell’attribuzione di un fatto determinato, la pena è della reclusione fino a due anni, ovvero della multa fino a duemilasessantacinque euro. Se l’offesa è recata col mezzo della stampa [57-58bis] o con qualsiasi altro mezzo di pubblicità, ovvero in atto pubblico [2699], la pena è della reclusione da sei mesi a tre anni o della multa non inferiore a cinquecentosedici euro. Se l’offesa è recata a un Corpo politico, amministrativo o giudiziario, o ad una sua rappresentanza, o ad una Autorità costituita in collegio [342], le pene sono aumentate”. La diffamazione mediante facebook, è per ovvie ragioni “potenzialmente capace di raggiungere un numero indeterminato o comunque quantitativamente apprezzabile di persone” e viene considerata una
diffamazione aggravata dall’uso di un qualunque altro mezzo di pubblicità ex art. 595, comma terzo, c.p.. Si tratta di un principio ormai consolidato. La particolare natura del social network facebook, infatti intesa come “…servizio di rete sociale, basato su una piattaforma software scritta in vari linguaggi di programmazione, che offre servizi di messaggistica privata ed instaura una trama di relazioni tra più persone all’interno dello stesso sistema” determina l’impossibilità di assimilarlo puramente e semplicemente alla stampa. Anche un’interpretazione di tale concetto più adeguata ai tempi, ricomprendente, cioè, le testate giornalistiche on-line, impedisce, secondo le Sezioni Unite della Cassazione, di ricomprendervi “…i nuovi mezzi di manifestazione del pensiero destinati ad essere trasmessi in via telematica quali forum, blog, newsletter, newsgroup, mailing list e social network che, pur essendo espressione del diritto di manifestazione del pensiero, non possono godere delle garanzie costituzionali relative al sequestro della stampa”.
Avv. Marta Petrocchi
L’intenzione delle Sezioni Unite era quella di estendere la disciplina a tutela della stampa anche alle testate telematiche registrate on line, in una prospettiva di ampliamento delle garanzie costituzionali previste dall’art. 21. Compiuta l’estensione però oltre gli effetti positivi ne potevano derivare anche alcuni negativi come l’estensione della circostanza aggravante di cui all’art. 13 della legge sulla stampa. Ad oggi, tuttavia, ciò non è avvenuto; secondo quanto stabilito dalla quinta sezione penale della Cassazione, con sentenza n. 4873 depositata l’1 febbraio 2017 alla diffamazione commessa con facebook è applicabile l’aggravante della diffusione attraverso un qualsiasi mezzo di pubblicità (articolo 595 comma 3 c.p.), ma non quella dell’attribuzione di un fatto determinato con il mezzo della stampa (articolo 13 legge n. 47 del 1948). Recentissimamente, ossia in data 29 settembre 2017 la Cassazione, con sentenza 45090 ha stabilito che il riconoscimento dell’imputato tramite Facebook è pienamente «attendibile». Perciò, non dite su facebook ciò che non direste nella piazza della vostra città!
Lettera de ‘n amicu
Paolo Casali
A Pa’… se tte dico che mmi moje co’ ‘lla jacchiera e lo commanna’ llà ccasa me sta a rrimbecilli’… nn’è che tte dico ‘na cosa nòa!? ‘Stu luju… stèo prontu pe’ pparti’ pe la Pulinu-Cascia e ggià me stevo a ‘ggusta’ ‘lli venticinque chilometri de camminata ‘n pace tra li bboschi, li campi pieni de covoni de paja, co’ la Luna piena e ssoprattuttu senza ‘lla ruttura de scatole quanno... “Tesorucciu miu… t’evo dittu de compramme lo pane… non ce n’emo mancu ‘na mullica… stavòrda ce vado io ma non cridissi che tte la perdono!”… Appena dittu quistu… tutta ‘nviperita sbatte la porta e scappa… mangu ‘n secondu che la sento a strilla’…scappo fòri subbitu e mme
so’ ‘ccortu che ss’era scapicollata ggiù ppe’ le scale sbattenno pure la scucchia. A Pa’… me ne vergogno a ddillu… ma lo sai ch’ho ppenzatu subbitu?... No’ mme ne va bbene una… stavorda ch’ero contentu se tteneva la lingua fòri da li denti ccucì armeno je se stuccava…? Penza... ‘evo risordu lu problema che mme sta a’ssilla’ da quanno l’ho ccunusciuta e cco’ lu tembu s’è aggravatu. E ‘nvece essa ha fattu tutti li scalini... ‘n zo’ come mai... senza jacchiera’ e ha ‘ncuminciatu a strillà pe’ li duluri che sintìa sulu su ‘n piede quanno è ‘rriàta ggiù ‘n fonnu. Ma la lingua era sana e funzionava mejo de prima! Chiamassimo subbito lu medicu che, tocca dillo, doppo cinque minuti era già ‘rriatu. Ha fattu subbitu la diagnusi… cià ‘na bbella storta su lu fettone destro! Ma che tte pozzi guastatte dotto’… bella era se je s’era storta la lingua!?... Ppo’ ha prosiguitu… cià anche ‘na seria ‘nfrazzione a lu metatarsu!… Appena ho sintitu ‘nfrazzione... me so’ ddittu… voli vedé che
mmo’ m’arrìa ‘na murda da li Viggili Urbani perché è ‘nnata ggiù ‘n bo’ troppu forte?... E ppo’ ‘lla parola ch’ha dittu… “metà…tarsu”… j’ha dittu bbene a mmi’ moje… potéa èsse tuttu lu “tarsu”! A la fine, prima d’annàssene s’è rraccomannatu de falla sta’ ‘n assulutu riposu e sse voléa mòvese… dovéo pijaje a nnoleggiu ‘na sedia a rrotelle finché lu probblema’n z’era risòrdu. Dittu e ffattu… me so’ ‘rtroàtu schiavu de essa. Da quillu trabicculu ha ‘ncuminciatu… pòrteme llà… fa’ quistu… fa’ quist’andru… a Pa’… sai ch’ho penzatu?... Mo’ la spigno a rrotta de collu... ccucì la probbabbilità de falla sbatte mentre cià la lingua de fòri è arda!... Che ne penzi… faccio bbene? Risponneme... ‘n amicu. N.B. Io no’ j’ho rispostu… anche perché tra mmoje e mmaritu...!? Ho ssulu copiatu… papale papale... la lettera che mm’ha mannatu e ppe’ non ave’ responzabbilità ‘n ciò scrittu mancu lu nome. Mensile a diffusione gratuita di attualità e cultura
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Medicina & Salute
presenta:
Prevenzione Donna
la Salute passa dall'informazione TERNI
21dalleOttobre 2017 ore 16.00 alle ore 19.00 Sala Conferenze Ass.ne Culturale “La Pagina” Via De Filis,7 - TERNI Incontro gratuito rivolto a tutte le donne per dare informazioni a tutto tondo su come fare una buona prevenzione e avere cura della propria salute.
LA BATTAGLIA SI VINCE A COLPI DI PREVENZIONE a cura di: Dott.ssa Lorella Fioriti
specialista in radiologia, ecografia e mammografia
Dott.ssa Carlotta Montagnoli specialista in ginecologia e ostetricia
Dott.ssa Jessica Li Gobbi
Ostetrica, specialista in Riabilitazione del Pavimento Pelvico
“Il dottore del futuro non darà medicine, ma invece motiverà i suoi pazienti ad avere cura del proprio corpo, alla dieta ed alla causa e prevenzione della malattia.” Thomas Alva Edison
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Medicina & Salute
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Intimo benessere nel post-parto
a gravidanza rappresenta di per sé un fattore di rischio per l’integrità del Pavimento Pelvico. Questo perché durante la gestazione i cambiamenti ormonali, le alterazioni del bacino e della postura, il maggior peso sostenuto dal piano pelvico ed alcuni fenomeni associati (come le emorroidi o la stipsi), tendono a indebolire la funzionalità perineale. Indipendentemente dalla modalità di espletamento della nascita, che sia attraverso taglio cesareo o un parto naturale, le funzioni genitourinarie, colonproctologiche o sessuali possono essere compromesse. Ilparto è untrauma ulteriore, perlo stiramento muscolare, le modificazioni ossee e -nella maggioranza dei casi– per via delle pratiche non sempre necessarie che vengono attuate in sala parto. Conseguentemente e alla nascita, difficilmente ci si prende cura del perineo come si dovrebbe, con esiti
negativi che possono presentarsi anche anni dopo il parto: prolasso, incontinenza, dolore pelvico contestualizzato, o meno, al rapporto sessuale.
COSA FARE?
In gravidanza tutte le donne dovrebbero preoccuparsi di entrare in contatto con il proprio pavimento pelvico e, con l’aiuto dello specialista, lavorare in preparazione al parto per poterlo affrontare meglio, evitando complicanze pelviche. Sarebbe anche il caso di riconoscere i fattori di rischio che candidano la donna ad una eventuale rieducazione postparto: l’aumento ponderale eccessivo, incontinenza in gravidanza, stipsi e emorroidi. Molti, e noti, anche i fattori di rischio correlati al parto: in particolare travagli e periodi espulsivi lunghi, analgesia, bimbi molto grandi, episiotomie e/o lacerazioni spontanee, kristeller, spinte intempestive (prima del premito). Soprattutto quando queste condizioni sono esistenti non si dovrebbe prescindere da una valutazione specialistica del pavimento pelvico, a circa 40 giorni dal parto o, in caso di necessità di sostegno alla cura della cicatrice e alla gestione del benessere in puerperio, anche prima.
È vivamente sconsigliata la ripresa dell’attività fisica prima della corretta gestione del perineo. Verrà, infatti, pianificato un percorso riabilitativo atto a preservare il benessere intimo della donna, anche se la prevenzione –ossia la cura del proprio perineo già in gravidanza– è più che auspicabile per garantire la salute della neo-mamma.
Dr.ssa Jessica Li Gobbi
Ostetrica, specialista in Riabilitazione del Pavimento Pelvico A Terni la Dott.ssa Jessica Li Gobbi riceve presso lo Studio Medico Anteo in via L. Radice, 19 e presso lo Studio in via del Rivo, 110 Info e prenotazioni: 393 0924006 - jessicaligo91@live.com
Menopausa e ATROFIA VULVO VAGINALE La menopausa, pur essendo un evento fisiologico, può comportare numerosi disturbi, alcuni dei quali molto noti, come le vampate, altri meno conosciuti e curati, come l’atrofia vulvo-vaginale. Seppur poco conosciuta l’atrofia vulvo vaginale è un problema molto diffuso, che colpisce in Italia una donna su due dopo la menopausa. Cos’è l’atrofia vulvo-vaginale? Qual è il sintomo principale che la contraddistingue? È una condizione patologica femminile che riguarda circa una donna su due in post menopausa e i cui sintomi principali sono secchezza vaginale e dolore durante i rapporti sessuali. È ancora poco conosciuta e sotto diagnosticata: il 63% delle donne non sa che è una condizione cronica ed oltre il 50% dei medici non ne parla con la paziente. Incide sulla vita di coppia: dopo il calo del desiderio è uno dei problemi più sentiti della sessualità in menopausa. Il 67% delle donne con atrofia vulvo-vaginale (AVV) evita l’intimità con il partner. L’ AVV porta ad una importante riduzione della lubrificazione vaginale e può associarsi anche a lievi perdite ematiche nonché condurre a infezioni. A causa dall’incremento dell’alcalinità vaginale (aumento del pH), spesso i sintomi dell’AVV vengono scambiati per infezioni. Al di là della semplice valutazione clinica della paziente oggi esiste uno strumento di misurazione più obiettivo: il Vaginal Health Indexche che, attraverso l’analisi di 5 parametri (elasticità vaginale, secrezioni
vaginali, ph, mucosa epiteliale, umidità della vagina), consente di arrivare ad un punteggio finale che definisce la presenza e il livello di AVV. Ma come si tratta l’AVV? Di sicura efficacia è il trattamento ormonale sostitutivo per via sistemica o la terapia estrogenica vaginale locale, da preferire quando quella sistemica non sia necessaria per altre ragioni. Purtroppo non tutte le donne presentano caratteristiche adatte a tale tipo di terapia e, a volte, poiché i rischi superano i benefici, c’è necessità di ricorrere ad altro. A questi trattamenti si affiancano, quindi, i lubrificanti non ormonali. Esistono, inoltre, soluzioni terapeutiche alternative come l’acido ialuronico (vaginale o assunto per bocca sotto forma di integratore alimentare) e il laser vaginale, che consente una rigenerazione della mucosa vaginale. Inoltre abbiamo a disposizione anche un nuovo farmaco da assumere per bocca, l’ospemifene, che rappresenta il primo trattamento orale non estrogenico che ha il potenziale per diventare la prima alternativa agli estrogeni locali.
DR.SSA GIUSI PORCARO
Specialista in Ginecologia ed Ostetricia USL UMBRIA 2 – Consultorio Familiare di Orvieto CENTRO ANTEO – Via Radice 19 – Terni (0744- 300789)
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AZIENDA OSPEDALIERA Struttura Complessa
Direttore Dr. Fabio Loreti
Struttura Complessa di Medicina Nucleare Azienda Ospedaliera "S. Maria" di Terni
Che cosa è la Medicina Nucleare La Medicina Nucleare è una disciplina medica la cui peculiarità risiede nell’impiego regolamentato di radionuclidi artificiali per attività in larga parte di tipo diagnostico ed in misura minore di tipo terapeutico. Le minime quantità di sostanze debolmente radioattive, che vengono somministrate generalmente per via endovenosa, sono definite radiofarmaci e sono di tipologia diversa in base agli organi e ai tessuti o al processo patologico che si vogliono studiare. La modesta quantità di radiazioni che vengono emesse dal paziente sono “captate” da strumentazione dedicata (Gamma Camera, PET) e permettono di ottenere delle immagini che rappresentano la distribuzione del tracciante a livello molecolare. Questo è il motivo per cui la Medicina Nucleare viene definita Imaging biomolecolare. Il termine Medico Nucleare non deve suscitare timore in quanto l’aggettivo “nucleare” si riferisce esclusivamente all’origine delle radiazioni utilizzate, cioè al nucleo degli elementi e non alla quantità di radiazioni che si utilizzano o che si assorbono. Di fatto un’indagine Medico Nucleare espone il paziente a delle dosi del tutto simili a quelle di una radiografia della colonna o di un bacino. Inoltre, i rischi di reazioni avverse di tipo allergico sono quasi inesistenti e poiché i radiofarmaci non interferiscono con le comuni attività giornaliere, il paziente, una volta eseguito l’esame ambulatoriale, può lasciare il reparto e volendo può anche guidare e tornare immediatamente alla sua vita quotidiana. Ad ogni paziente viene comunque consegnata una informativa per singolo esame e il personale della struttura di Medicina Nucleare è a disposizione per qualsiasi chiarimento. La struttura, potenziamento tecnologico e riorganizzazione logistica Nata nel 1973, prima come struttura aggregata alla Radiologia e poi, nel 1979, come struttura autonoma, la Medicina Nucleare dell’Azienda Ospedaliera di Terni è ormai un punto di riferimento per pazienti provenienti dal centro Italia ed in particolare dalle provincie limitrofe. Nel corso di questi decenni la Struttura è andata
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incontro ad una serie di progressivi programmi di aggiornamento tecnologico che in questi ultimi mesi stanno raggiungendo il culmine. Infatti sono stati ultimati il Centro PET, frutto di un’importante donazione della Fondazione Cassa di Risparmio di Terni e Narni, e la Radiofarmacia che permette di adeguare il servizio agli standard operativi di riferimento nazionali ed internazionali. Nei prossimi mesi è previsto lo spostamento dell’intero reparto al piano secondo seminterrato e ciò consentirà una migliore gestione dei processi operativi clinicodiagnostici ed un maggior comfort per i pazienti. La nuova locazione si viene ad integrare nel piano di ristrutturazione dell’Ospedale Santa Maria che vedrà il piano secondo seminterrato trasformarsi nella piastra dei Servizi (Radioterapia Oncologica, Radiologia, Medicina Nucleare). I cantieri apriranno entro la fine del 2017. I macchinari diagnostici a disposizione della Struttura sono: una PET/TC di ultima generazione, due gamma camere a largo campo, delle quali una a doppia testata e provvista di TC di localizzazione anatomica, una gamma camera a piccolo campo per studi di fisiopatologia tiroidea, un apparecchio DEXA per mineralometria ossea computerizzata, una sonda per chirurgia radioguidata, un ecografo per
esami ecotomografici tiroidei. È imminente l’inizio dei lavori per consentire il trasferimento di tutta la Struttura nei locali adiacenti a quelli del Centro PET con un ulteriore ammodernamento tecnologico. Ciò consentirà uno snellimento delle procedure clinico diagnostiche che attualmente vengono svolte nei piani -1 e -2 con un conseguente migliore impiego delle risorse umane e tecnologiche. La Diagnostica Medico Nucleare Convenzionale È stata per anni la colonna portante della Medicina Nucleare. Si tratta di tutte le applicazioni diagnostiche Medico Nucleari al di fuori della PET ovvero utilizzanti radioisotopi che emettono radiazioni gamma e permettono di ottenere esami chiamati scintigrafie e tomoscintigrafie (SPECT). I campi applicativi sono numerosi e spaziano dalla Neurologia per lo studio delle demenze e dei parkinsonismi, in quest’ultimo caso mediante traccianti recettoriali dopaminergici (DATSCAN), alla Cardiologia per lo studio della ischemia miocardica inducibile o per la rivalutazione di pazienti sottoposti ad angioplastica coronarica o by-pass. Gli studi di tomoscintigrafia miocardica necessitano di una stretta collaborazione con il cardiologo che è presente nella prima fase dell’esame che prevede l’esecuzione di un test
SANTA MARIA DI TERNI di Medicina Nucleare
accurata e precoce valutazione della risposta alla terapia sia essa chirurgica, farmacologica o radiante. È possibile fornire dati per piani di trattamento in Radioterapia e, in pazienti selezionati, effettuare nella stessa seduta PET e TC con mezzo di contrasto radiologico. La Terapia Medico Nucleare Vengono effettuati trattamenti delle sindromi ipertiroidee in collaborazione con la struttura complessa di Endocrinologia. È previsto un incremento dell’attività di terapia grazie alla implementazione della tecnica di radioembolizzazione delle neoplasie epatiche, in collaborazione con il servizio di Radiologia Interventistica e con la struttura di Epatologia. Dati di Attività Nel corso dell’anno 2016 sono stati effettuati 5619 esami di cui 1400 PET, con una percentuale del 27% in pazienti extraregionali e un incremento previsto per il 2017 di circa 400 esami PET. L’attività PET, infatti, è quella che nel prossimo futuro avrà il maggiore sviluppo grazie all’impiego di nuovi radiofarmaci per lo studio non solo di patologie neoplastiche ma anche di patologie neurologiche con particolare riferimento a quelle degenerative. Oltre 1500 sono state le Densitometrie Ossee Computerizzate, che sono state effettuate con l’unica apparecchiatura DEXA presente nelle strutture pubbliche della provincia, situata presso il Centro Salute Donna dell’ospedale. Ai pazienti oncologici le prestazioni DEXA vengono erogate con sedute dedicate. Sempre al Centro Salute Donna, nell’ambulatorio Ecografico, vengono eseguite le ecografie tiroidee che nel 2016 sono state circa 600. Per ulteriori informazioni riguardanti anche le modalità di prenotazione degli esami si consiglia di consultare il sito www.aospterni.it nella sezione dedicata alla S.C. Medicina Nucleare.
al cicloergometro. Lo studio della funzionalità renale viene effettuato (Scintigrafia Renale) con radiofarmaci che permettono di effettuare una valutazione della funzionalità renale globale ed in percentuale fra i due reni in modo non invasivo fornendo importanti dati preoperatori al chirurgo sia in caso di chirurgia oncologica che nel caso di chirurgia disostruttiva. Le applicazioni oncologiche sono numerose e comprendono lo studio dello scheletro (Scintigrafia ossea) in particolare per scopi di stadiazione o lo studio delle neoplasie neuroendocrine mediante traccianti recettoriali per la somatostatina (OCTREOSCAN) al fine di un corretto approccio terapeutico. Un campo applicativo relativamente recente ed in espansione è quello della chirurgia radioguidata. In tal caso il lavoro del medico Nucleare si integra con quello del Chirurgo Senologo ed Oncologo in quanto mediante la linfoscintigrafia viene indicato il linfonodo sentinella, ovvero il primo linfonodo o il gruppo di linfonodi che drenano la linfa dalla neoplasia. Nel carcinoma mammario e nel melanoma tale procedura è divenuta routinaria e fornisce importanti informazioni in termini di stadiazionee di prognosi. In tale ambito i sanitari della Struttura hanno contribuito alla stesura di Linee Guida Regionali ed inoltre partecipano
regolarmente ai gruppi Multidisciplinari Oncologici Aziendali e Regionali insieme a colleghi Chirurghi, Radioterapisti, Radiologi, Dermatologi, Neurologi così come gli esami scintigrafici vengono inseriti in trial clinici al fine di valutare l’efficacia di farmaci oncologici. La PET (Tomografia ad emissione di positroni) Attivo dall’aprile del 2014, il Centro PET è provvisto di un tomografo PET di ultima generazione, di locali di attesa confortevoli sia per i pazienti che per gli accompagnatori e di una sala di somministrazione del radiofarmaco provvista di tre postazioni ergonomiche con sistema di controllo mediante telecamera. Il radiofarmaco giunge dall’esterno utilizzando un percorso preferenziale tramite apposito passapreparati ventilato. La PET si inserisce in modo lineare nel percorso oncologico di diagnosi, follow-up e terapia presente nella Azienda Ospedaliera dove sono operative Strutture di Oncologia, Radioterapia Oncologica e di Oncoematologia. I radiofarmaci utilizzati, il fluorodesossiglucosio e la fluorocolina dei quali le cellule neoplastiche sono particolarmente avide, permettono, oltre alla diagnosi ed alla stadiazione della maggior parte delle neoplasie, anche una
ÉQUIPE Direttore: Dr. Fabio Loreti Personale Medico: Dr. Marcello Costa, Dr. Christos Anagnostou Biologa: Dr.ssa Roberta Di Marzio Tecnico di Laboratorio: Dr.ssa Paola Sillani Tecnici Sanitari di Radiologia Medica: Corinne Colagrande, Moira Costantini, Emanuele Fausti, Neda Grilli, Vanessa Pollini, Simona Mezzetti, Francesca Pia Morfeo, Alessandro Di Giuli Coordinatore Infermieristico: Nevio Marcoccia Infermieri: Umbro Strinati, Orietta Rosignoli, Bruna Domenici, Ottorino Secondi Addetta di Segreteria: Francesca Zeno Ausiliari: Cristina Bernardini Mensile a diffusione gratuita di attualità e cultura
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La prevenzione comincia a tavola
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a salute dell’uomo dipende in gran parte dall’alimentazione, la quale contribuisce a costruire, rigenerare, mantenere il corpo e a fornire l’energia indispensabile al buon funzionamento dell’organismo. Mangiare troppo e/o in maniera sbilanciata può causare sovrappeso, dislipidemia, ipertensione arteriosa, diabete, nonché aumenta il rischio di insorgenza delle malattie cardiovascolari, diabete e tumori. Ma qual è, allora, l’alimentazione corretta? Per trovare la risposta, dobbiamo fare un passo indietro di circa mezzo secolo, ai tempi del ricercatore Ancel Keys e del suo “Seven Countries Study”: lo studioso, infatti, correlò le abitudini dietetiche di 7 diversi paesi del Mar Mediterraneo, con l’insorgenza di malattie coronariche. Quello che ha scoperto e dimostrato è che la dieta condiziona fortemente lo stato di salute (“eat well and stay well”, cioè “mangia bene e stai bene”) coniando così il termine “Dieta Mediterranea” per intendere una alimentazione basata prevalentemente sul consumo giornaliero di cereali integrali, legumi, verdura, frutta e olio extra vergine di oliva come condimento, semi oleosi, pesce ricco in omega3 e poca carne.
La Dieta Mediterranea è stata riconosciuta patrimonio dell’UNESCO per il suo impatto positivo sulla salute, peccato che col tempo ce ne stiamo discostando sempre di più, scegliendo di alimentarci con prodotti “trasformati” che poco hanno a che fare col cibo “vero”, e che minano quotidianamente il nostro benessere. Ottobre è il mese della prevenzione, pochi semplici gesti possono fare la differenza, come quello di aumentare il consumo di frutta fresca, verdure, ortaggi, legumi e cereali, meglio se integrali; prediligere il consumo di pesce a quello di carne, privilegiando quella magra ed evitando gli
insaccati; limitare il consumo di formaggi e preferire quelli freschi; condire con oli vegetali, in particolare con olio extravergine di oliva. Ridurre, inoltre, il consumo di dolci, sale, prodotti conservati e alcolici. Perché la prevenzione… ...comincia a tavola!!!!!!! Dott.ssa Eleonora Teodori Biologa Nutrizionista la Dottoressa riceve presso il suo studio a Corso Vecchio, 54 (Terni) Per appuntamenti il numero è: 329/0726818 (eleteodori@libero.it)
ONICOCRIPTOSI o unghia incarnita P
Dott. Vincenzo Buompadre
Spec. Ortopedia e Traumatologia Spec. Medicina dello Sport -Terni Murri Diagnostica, v. Ciaurro 6, 0744.427262 int.2 -Rieti Nuova Pas, v. Magliano Sabina 25, 0746.480691 -Foligno Villa Aurora, v. Arno 2, 0742.351405
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iù conosciuta come "unghia incarnita" è una patologia dell'unghia dell'alluce i cui margini laterali della lamina ungueale penetrano nell'epitelio e nel derma dei solchi ungueali fungendo da corpo estraneo che causa irritazione, infiammazione con dolore e nel tempo può portare alla formazione di un granuloma da corpo estraneo. Questa patologia è più frequente prima dei trenta anni; vari sono i fattori predisponenti e quelli determinanti: zz unghia incurvata zz patologie e/o alterazioni posturali dell'alluce, delle altre dita del piede o del piede (alluce valgo-varo, alluce iperesteso, piede pronato, esostosi subungueale, deformità posttraumatiche della falange, ematoma subungueale) zz calzature improprie (troppo strette e/o corte, troppo tacco, presenza di cuciture che fanno conflitto con l’ unghia zz diabete, obesità, eccessiva sudorazione, zz taglio errato dell’unghia (troppo corto o con margini troppo arrotondati). I sintomi sono rappresentati da dolore che si accompagna ad arrossamento e gonfiore della cute interessata. Nel tempo si può avere gemizio di sangue e pus, con cattivo odore e, a lungo andare, l'unghia
può modificare il colore e può formarsi un granuloma che copre in parte l'unghia. Il trattamento nelle prime fasi è conservativo ed importante è l'opera del podologo che oltre a favorire la risoluzione della flogosi in alcuni casi può effettuare una "rieducazione ungueale". Nelle forme più gravi quando è ormai presente il granuloma si rende necessario il trattamento chirurgico che nella gran parte dei casi è rappresentato dalla resezione del margine laterale dell'unghia interessata e fenolizzazione della matrice ungueale laterale. L'intervento, che porta ad ottenere un'unghia un po’ più stretta, non causa danni estetici.
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Campagna nastro rosa 2017
ottobre mese della prevenzione senologica Come ogni anno si rinnova l’appuntamento con uno degli eventi più importanti della LILT (Lega Italiana per la Lotta contro i Tumori): la Campagna Nastro Rosa! L’iniziativa nasce nel 1989 negli USA da Evelyn Lauder, della Estèe Lauder Companies ed è l’evento che fa del mese di ottobre il mese ROSA, successivamente esportato in tutto il mondo. Per l’occasione, durante il mese di ottobre, i monumenti più significativi di molte città d’Italia e del mondo vengono illuminati di rosa. La LILT Sez. Provinciale di Terni considera una priorità la lotta al cancro e, aderendo alla filosofia del Ministro On. Beatrice Lorenzin, ha adottato come proprio obiettivo quello di diffondere la conoscenza come strategia vincente nella lotta ai tumori al seno, un nemico che può e deve essere affrontato con ottime prospettive di vittoria. La Sezione Provinciale di Terni partecipa alla campagna di sensibilizzazione rivolta prevalentemente al mondo femminile, con l’obiettivo di promuovere la cultura della prevenzione del tumore al seno, sottolineando l’importanza di adottare corretti stili di vita e la necessità di sottoporsi ad opportuni controlli clinici periodici (screening). La diagnosi precoce, resta, infatti, un’efficace strategia per sconfiggere il cancro al seno.
SEZIONE PROVINCIALE DI TERNI
La LILT organizza, per l’occasione, eventi di informazione, di prevenzione e di sensibilizzazione: zz la torre Belvedere della Bibliomediateca Comunale verrà illuminata di rosa dal 4 ottobre al 4 novembre a testimoniare l’adesione della Città di Terni alla Campagna Nastro Rosa. zz il giorno 13 ottobre 2017 alle ore 16.00, presso il FAT bar Caffè CAOS, verrà organizzato un incontro-dibattito dal titolo “Neoplasia del seno: la qualità di vita della donna tra fragilità e risorse”. L’evento è promosso dall’Associazione Italiana Donna Medico sez. di Terni, dal Lions Club di Terni e dalla LILT. È stato organizzato dalla Dr.ssa Maria Antonietta Fiorini (Presidente Associazione Donne medico Terni) e dalla Dott.ssa Luigia Chirico (AIDM Terni, volontaria LILT). L’incontro è rivolto a tutte le associazioni, ma soprattutto a tutte le donne operate al seno. Lo scopo è quello di evidenziare che le pazienti non vanno solo curate, ma che è necessario, tramite l’ausilio di varie professionalità mediche e non, aiutare queste donne a superare tutte le fragilità e le paure che la malattia porta con sé con conseguente peggioramento della loro qualità di vita e con ripercussioni sulla loro vita familiare e sul loro ruolo sociale. zz anche quest’anno per promuovere l’importanza della prevenzione verranno eseguite consulenze senologiche gratuite da professionisti dell’Azienda Ospedaliera di Terni che si occupano di senologia, il Dr Marsilio FRANCUCCI, la Dr.ssa Martina NUNZI e la Dr.ssa Marina VINCIGUERRA. Le consulenze verranno effettuate presso i locali della Sezione LILT di Terni, in viale Trento 50; sarà possibile prenotare al n. 0744/431220 dal lunedì al venerdì dalle ore 9.30 alle 12.30. Email info@legatumoriditerni.it – Consultare anche sito web: www. legatumoriditerni.it. zz sono stati inoltre organizzati interventi su “TeleTerni”: interverranno medici specialisti che tratteranno aspetti riguardanti la prevenzione e la cura della neoplasia mammaria. Dott.ssa Fiorella Pezzetti Presidente LILT Sez. Terni - LILT Terni - viale Trento, 50 Mensile a diffusione gratuita di attualità e cultura
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PROGETTO STANZA E BAGNO SNOEZELEN
LA REALIZZAZIONE DI PERCORSI MULTISENSORIALI COME INNOVAZIONE DI TRATTAMENTO E RISORSA TERRITORIALE La demenza è un termine generico impiegato per indicare un declino delle facoltà cognitive sufficientemente grave da influire profondamente nella vita quotidiana. Questo morbo in tutte le sue forme compreso l’Alzheimer, è chiaramente una vera piaga sociale, soprattutto nell’ambito delle famiglie e dei servizi sanitari che si ritrovano a dover affrontare questa problematica con non sempre efficaci e semplici tentativi deputati alla più consona assistenza. Il costo umano e quello economico impiegati per far fronte a questo tipo di disturbo non sempre possono essere sostenuti dalle famiglie in quanto, oltre alle numerose spese economiche per curare un individuo disabile nel tempo, si aggiunge un forte stress emotivo e fisico legato a tutte le problematiche che genera il vivere una persona cara con tale patologia. Questo richiede un profondo bisogno di ascolto e di sostegno psicologico da parte dei caregiver, che il più delle volte sono impreparati a dover gestire nelle 24 ore, una realtà che difficilmente viene accettata. Il credere profondamente nella necessità di dover dare nel territorio delle risposte di assistenza adeguate alle richieste di aiuto da parte delle famiglie e la particolare attenzione che adottiamo da sempre per far fronte alle reali necessità della popolazione anziana, hanno permesso a Villa Sabrina di sviluppare negli anni un particolare interesse orientato ad un’assistenza sempre più qualificata ed attenta, ricercando terapie alternative, non farmacologiche per rispetto più totale alla persona. Nell’ambito di questo percorso, con l’approvazione del progetto da parte della direzione generale della USL Umbria 2, l’eccellente collaborazione dell’Associazione Malattia di Alzheimer e Telefono Alzheimer (AMATA) UMBRIA e del Direttore della sezione di Gerontologia e Geriatria dell’Università di Perugia e dell’Ospedale Santa Maria della Misericordia di Perugia, professoressa Patrizia Mecocci, abbiamo deciso di adottare nella nostra struttura, un approccio professionale sia per le terapie farmacologiche che non farmacologiche delle demenze, con la creazione di una Stanza e di un Bagno Snoezelen, insieme al giardino e all’orto Alzheimer già
presenti e attivi. L’applicazione della multisensorialità nelle Snoezelen Room che abbiamo voluto realizzare, rappresenta il primo esempio in Umbria di un percorso completo di terapia non farmacologica, promotore di un nuovo modello di assistenza che punta al benessere del paziente con conseguente minore invasività farmacologica per una maggiore qualità di vita dello stesso. Adottando questo sistema e questo approccio nei pazienti sottoposti a tale trattamento, si è evidenziato un miglioramento dei disturbi del comportamento, in particolare apatia, disturbi delle condotte alimentari, wandering, logorrea ed agitazione. Le Snoezelen Room di Villa Sabrina offre una valida risposta alle tante problematiche del settore a vantaggio della cittadinanza, in quanto risorsa sul territorio sia per gli Enti che per i familiari, la struttura potrebbe infatti “aprirsi“ a varie e mirate necessità socio assistenziali della popolazione, mettendo a disposizione questa valida terapia non farmacologica di supporto. Questo per offrire una concreta ed efficace risposta anche laddove ci siano trattamenti multisensoriali (senza ricovero), per sostenere le famiglie, prolungando i tempi di assistenza nel proprio domicilio, sia per le problematiche relative alla malattia, sia per tutti gli altri casi e patologie di applicazione, compresi i post ictus, i disturbi da stress o la grave disabilità cognitiva del bambino, dove tale terapia agisce in modo molto efficace nello sviluppo senso-psico-motorio infantile, facilitando il controllo delle emozioni, il rilassamento, l’orientamento spaziale e temporale e l’interazione con l’ambiente. Dott.ssa Sabrina Tini - Amministratore Unico
www.villasabrina.eu 24
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Medicina & Salute
Ossigeno terapia estetica Benefici sulla pelle contro rughe e acne
L’OSSIGENO TERAPIA ESTETICA È UN TRATTAMENTO MIRATO A BLOCCARE L’INEVITABILE INVECCHIAMENTO DELLA PELLE.
Con il passare dell’età, la pelle del viso perde progressivamente elasticità e tonicità a causa dell’incapacità cellulare di trattenere ossigeno. CHE COS’È? L’ossigeno terapia-estetica è una tecnica mirata a stimolare la produzione di ossigeno, fattore molto importante per la pelle, in quanto è in grado di favorire sia la crescita delle cellule dermiche che di garantirne la vitalità. Con la perdiata progressiva di ossigeno nei tessuti, la pelle del viso tende, nel tempo, a ricoprirsi di rughe e macchie, ad avere un colorito spento ed un conseguente rilassamento dei tessuti. Con l’ossigenoterapia viso, invece, il procedimento di invecchiamento si arresta, grazie all’introduzione nella pelle di una elevata concentrazione di ossigeno che va a riattivare il collagene e l’elastina. Con questa particolare terapia, in grado di bloccare il procedimento di invecchiamento CUTANEO con risultati immediati, si può ottenere una pelle più compatta, contorni del viso più netti e tonici, le macchie tendono a schiarirsi e si ha una distensione delle rughe. Eccezionali anche i risultati su acne, su impurità e sugli stati cicatriziali. L’ossigeno terapia non ha effetti collaterali o controindicazioni, in quanto non rappresenta un trattamento estetico invasivo. Le potenzialità dell’ossigeno sono note da tempo nel campo estetico. L’ossigeno aumenta la circolazione sanguigna, andando così a migliorare il metabolismo cellulare e accelerando i processi di guarigione, riduce le irritazioni, ha effetto antinfiammatorio e antibatterico. Per poter sfruttare questi benefici anche nel campo estetico per contrastare il crono-aging e la perdita di elasticità cutanea, esistono oggi apparecchiature che permettono di veicolare l’ossigeno con eventuale aggiunta di princìpi attivi nel tessuto epidermico. La propulsione di ossigeno rappresenta una validissima alternativa a metodologie più invasive per il ringiovanimento cutaneo. Prima di iniziare il trattamento, verrà eseguito un esame obiettivo della pelle e tutte le informazioni acquisite e le foto, prima e dopo, verranno conservate in una scheda personale per poter monitorare così i risultati ottenuti.
TRATTAMENTO: Il trattamento inizia con una detersione della pelle del viso per eliminare residui e grassi. Per rendere la pelle più permeabile e recettiva all’ossigeno, si eseguirà una microdermoabrasione, tecnica non invasiva che, attraverso un manipolo con diversi tipi di testine, a seconda del tipo di pelle e delle zone del viso da trattare, esercita un peeling meccanico finalizzato all’eliminazione delle cellule dello strato corneo e la stimolazione del ricambio cellulare. Seguirà la penetrazione di ossigeno, acido ialuronico e un complesso vitaminico. Durante questo procedimento il soggetto ricevente avvertirà una piacevole sensazione di freschezza, riempimento, ossigenazione e nutrimento della propria pelle. Successivamente, si passerà alla posa di una maschera di tessuto non tessuto ricca di princìpi attivi per circa 15/20 minuti e per ultimare il trattamento si eseguirà un massaggio biostimolante e rilassante. L’ossigeno terapia è indicata per tutti i tipi di pelle ed ha un effetto immediato; la pelle è più luminosa, migliora la texture cutanea ed il viso è più disteso. Bisogna però tenere ben presente che il turnover cellulare dura 28/35 gg., ragion per cui potrebbe essere necessaria un’altra seduta. A seconda della problematica cutanea da trattare, il trattamento completo dura comunque non più di 4 sedute.
UO PRENOTA IL T TUITO A R G P U K C E CH IL MEGLIO E R E N E T T O PER ELLE PER LA TUA P Dott.ssa in Estetologia
Cinzia DIOTURNI Titolare e responsabile dell’istituto di bellezza
"ESTETICA EVOLUTIVA STELLA POLARE"
Per informazioni o appuntamento:
Centro Estetica Evoluta «STELLA POLARE di Dioturni Cinzia» Via Mola di Bernardo, 15 - Terni (TR) Tel. 0744/271621 - Cell. 346/0112226 Mensile a diffusione gratuita di attualità e cultura
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I giochi della Valnerina, manifestazione popolare e culturale Adriano Marinensi
L
’ambiente, la storia, la natura, il paesaggio, l’arte, gli usi, i piccoli paesi che paiono Presepi: è la Valnerina che accompagna il corso del fiume. In basso, parte da Terni e, a monte, si dirama verso Cascia e Norcia, i luoghi santi della cristianità. È parte identitaria dell’Umbria, custodisce saperi e retaggi della cultura antica, i segni genuini della vita contadina, “il silenzio e le suggestioni dei borghi medievali”. In più punti, ferita da eventi sismici, ha mostrato, nella capacità di rinascita, la tenacia operosa della sua gente. In questa straordinario contesto sono inseriti i Giochi della Valnerina, promossi da Terni Progetta, Associazione -si legge nel dépliant- di educatori, professionisti, artigiani, operai, italiani e stranieri. Riuniti dall’idea di diffondere cultura attraverso proposte operative nel segno della pace e con lo spirito sereno che esprime lo sport non competitivo. A guidare l’operazione, il dinamico Giampiero Raspetti, insieme a Moreno Rosati, Benito Montesi, Stefano Lupi. La prima parte si è svolta a Ferentillo e a Narni, altre due giornate sono in programma, a Terni, sabato 14 e domenica 15
A Terni, il 14 e 15 ottobre, nei giardini pubblici della Passeggiata
ottobre, con principale punto di riferimento i giardini della Passeggiata e i locali della ex Chiesa del Carmine. È prevista una serie nutrita di eventi, animati da attività musicali (I Cantori della Valnerina e i Tamburini di Ferentillo), concorsi fotografico, video e poesia (è specificato, gratuiti ed aperti a tutti), tiro con l’arco (Arcieri Thyrus), giochi popolari, torneo di scacchi, spettacolo di magia. Due le Conferenze che avranno, tra i relatori, il Sindaco Leo Di Girolamo, il Segretario generale del CONI Roberto Fabbricini, il Presidente CONI dell’Umbria Domenico Ignozza. Della Cascata delle Marmore che apre il suggestivo percorso della Valle del Nera, Elena Carducci, giovanissima studentessa del Liceo classico di Terni, nell’opuscolo illustrativo, scrive: “Luogo nel quale il mito è autentico e la realtà mistica, ombra e luce, scrosci cristallini riflettono la potenzialità dell’uomo artefice, ch’è esso stesso natura e siffatta armonia di colori e forme, di moti e quieti, ravvisa una ascetica oasi a misura umana”. Sotto il titolo “La terra del fiume Nera”, Loretta Santini aggiunge: “Il fiume è stato ed è progenitore di civiltà, di bellezze, di storia, di economia. Il Nera dei mulini, tanti, almeno 30, nel tratto tra Ferentillo e Terni; il Nera che, con il suo percorso di 115 km, dà vita alla Valnerina, il luogo più verde della verde Umbria”. Oggi magnificata dai colori dell’autunno che paiono dipingere quadri da incorniciare con lo sguardo. Il “maggiordomo” è lì, sull’ingresso, si chiama
Papigno e dà il benvenuto ai visitatori della Cascata. Poi, dall’alto ti guardano Collestatte, Torreorsina, Arrone a destra e Montefranco a sinistra, Ferentillo al di qua e al di là del fiume (la curiosità delle mummie attrae il viaggiatore). Ed ecco l’Abbazia di S. Pietro in Valle, cenobio eremitico edificato sulle rovine di un tempio romano; quindi S. Anatolia di Narco, Vallo di Nera, Cerreto di Spoleto, Triponzo, Preci e su, su, sino a Visso, tra Chiese, castelli, tartufo e buona cucina. E i colli attorno che mostrano esempi austeri di “resistenza alla modernità”, rimasti lì a far da sentinella alla buona vita. Il Nera è presentato così nel depliant dei Giochi della Valnerina: nasce a Castelsantangelo, presso Visso. È affluente del Tevere nel quale si getta presso Orte al confine tra Umbria e Lazio. Tra gli affluenti di sinistra, il Campiano a Ponte di Chiussita, il Corno a Triponzo, il Tissino a Borgo Cerreto, le sorgenti di Valcasana a Scheggino, il Velino alla Cascata delle Marmore e l’Aia a Narni; tra quelli di destra, l’Ussita a Visso, il Vigi a Borgo Cerreto, il Serra a Terni. Il Sindaco Di Girolamo, riferendosi alla iniziativa, sottolinea: “L’Amministrazione comunale riconosce patrocinio e sostegno all’attività culturale di Terni Progetta, gruppo di studiosi che profonde impegno gratuito e squisitamente civico, per valorizzare le tradizioni e le peculiarità espresse dal territorio, cercando di unire i centri del ternano e della Valnerina, con un disegno del tutto innovativo”.
CONFERENZA STAMPA DI PRESENTAZIONE DE Giochi della
Valnerina
“I Giochi della Valnerina”
Un gruppo di studenti del Liceo Artistico di Terni, guidato dai Docenti Ennio Montariello e Gabriele Ferracci, darà vita ad una PERFORMANCE di pittura dal titolo: “EMOZIONI VALNERINA COLOR” durante la quale i ragazzi realizzeranno delle opere, con varie tecniche artistiche. La mattina del 14 Ottobre altri studenti del Liceo e di alcune scuole secondarie superiori della Provincia gareggeranno in una competizione di orienteering, organizzata dai docenti di scienze motorie dello stesso Liceo Maria Rita Proietti, Fabrizio Luciani, Alessandra Moret, Ambra Scarpanti che seguiranno gli alunni durante tutto lo svolgimento della competizione sportiva. Infine nei pressi del palco situato nella piazzetta antistante la Chiesa del Carmine, ove si terranno anche le premiazioni, il Liceo esporrà alcuni lavori degli studenti. Mensile a diffusione gratuita di attualità e cultura
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CRUCIVERBA -
Caccia Alla Frase VERTICALI
Le parole di due lettere non sono definite.
ORIZZONTALI
1 - Famosissimo per le sue cartoline illustrate. Al suo nome è collegata la nascita della Scuola Professionale di Terni. Commissionò al giovanissimo architetto Cesare Bazzani il nuovo stabilimento in stile liberty lungo la principale strada cittadina. Nel 1908 fu insignito del titolo di Cavaliere del Lavoro. 11 - Famoso autore della Collezione di Memorie Storiche, nacque a Papigno, il 1789. La collezione fu compilata con l’intento di mettere a disposizione degli storici di professione documenti indispensabili per scrivere una storia della città priva di errori, esagerazioni campanilistiche e deformazioni encomiastiche. 12 - Marinaio, navigatore. 13 - Significa “nuovo”. È un gas nobile, quasi inerte e incolore. 15 - Cocceio ….. nacque presso l’antica colonia romana di Narnia. Fu nominato da Vespasiano generale e governatore della Mauritania e fu l’ultimo imperatore italico. 17 - Acciai Speciali Terni. 20 - Rappresentazione grafica di una zona di terreno. 22 - Dapprima Interamna Nahars, poi Teramna, poi ……, poi Terni. 23 - Né mia né sua. 24 - Forma breve di Maria. 25 - Giovanni ….. apparteneva ad una prestigiosa famiglia narnese. È stato scrittore e letterato italiano. Si è anche occupato dell’ordinamento degli archivi e dell’arricchimento della civica biblioteca (intitolata al suo nome, si trova all’interno del Museo …..), alla quale lasciò parte dei suoi manoscritti, fra cui Vite inedite degli illustri narnesi. 26 - Parola derivante dal linguaggio gergale (slang) angloamericano riproducente il rumore di una cosa che si sfascia, che crolla: fallimento, rovina, tracollo improvviso. 27 - Ricardo Eliécer Neftalí Reyes Basoalto è stato dei più importanti scrittori della letteratura latino-americana contemporanea. 28 - Cantiere navale romano vicino Narni. 30 - Dal 1840, con l’introduzione dei francobolli, vennero usati dei timbri sugli stessi francobolli per impedire che potessero essere riutilizzati. Vennero così chiamati... 32 - Nome dell’autore della Lancia di Luce. 33 - Nel Medioevo il territorio comunale di Ferentillo era diviso nei terzieri di Mattarello, Precetto e ……. 34 - Famoso pittore naïf nato a Terni, il 1872.
2 - Figlia di Eurito, re della Tessaglia. Fu rapita ed amata da Eracle. Nel Palazzo Ducale di Urbino è rappresentata una statua raffigurante Eracle e …. 3 - Indumento indossato, dall’antichità fino all’alto medioevo, da entrambi i sessi. 4 - Imposta sul valore aggiunto. 5 - Nel 740 ………., re dei Longobardi, lasciata l’antica città di Ferento, giunse in Valnerina. Colonizzò questi territori disabitati perché circondati da malsane paludi, fondando il nuovo paese che venne chiamato Ferentillo (dal latino “Ferentum illi” ovvero “quelli di Ferento”) in ricordo della patria abbandonata. 6 - Istituto cavoli tremarelli. 7 - Organizzazione onanisti autonomi. 8 - Ciuche, somare. 9 - Era Libero il pilota motociclistico nato a Terni il 1926. 10 - Prima persona singolare dell’indicativo passato remoto del verbo remare. 13 - I ritrovamenti in alcune delle grotte di cui è composto il territorio attestano che la zona intorno alla odierna Narni era già abitata nel Paleolitico. All’inizio del primo millennio gli Osco-Umbri si stabilirono nella zona chiamando Nequinum il loro insediamento. Nel 300 aC la cittadella rientrò negli interessi di Roma. Divenne così colonia romana e centro strategico lungo la via Flaminia. Considerando poi Nequinum di cattivo auspicio (in latino nequeo significa “non posso”, e nequitia significa “inutilità”), i romani cambiarono il nome della città in ……, dal nome del vicino fiume Nar, l’attuale Nera. 14 - Prima del nostro arrivo niente mancava al mondo, dopo la nostra partenza niente gli mancherà. Questa è una delle tante pillole di saggezza di …. Khayyām, matematico, astronomo, poeta e filosofo persiano del secolo XI. 16 - Il sommo Virgilio, per descrivere il naufragio arrecato alla flotta troiana di Enea dalla dea Giunone, in cui alcuni dei suoi compagni si ritrovano in mare, soli e dispersi tra le onde, scrive: “…. nantes in gurgite” (“…. nuotatori nel vasto gorgo”). 17 - Tenebrose, oscure, cupe, fosche, tetre. 18 - Né mia né tua. 19 - Un Marco Claudio interamnense incoronato imperatore di Roma nel 275 aC. 21 - Leva azionata dal piede. 28 - Nel gioco del bridge può essere piccolo o grande; nel gioco del tennis è solo grande. 29 - Un attrezzo da taglio inglese, con una maniglia ad angolo retto alla lama, uno dei tanti attrezzi primitivi, curiosi, particolari, che troverete nella mostra di Bruno Petrollini. 31 - Nucleo Operativo Regionale.
Effettuato durante i Giochi a FERENTILLO Giochi della Valnerina.1 FRASE TESORO (attenzione alle caselle grigie!--- altro dirti non vo', ma la tua testa, ch'anco pronta a seguir, ti sia vicina!) .............................................................................................................................................................................................. 1
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VUOI CRUCIVERBARE ANCHE TU? INVIA LA FRASE TESORO, CORREDATA DA NOME, COGNOME, N°TEL, a: info@lapagina.info. PARTECIPERAI AL SORTEGGIO PER LA VINCITA DI UN UNA PICCOLA PIZZA DI FORMAGGIO (di più non possiamo permetterci, ma speriamo che qualche illuminato lettore -al quale faremmo, volendolo, una dovuta e grata sponsorizzazione- possa intervenire elargendo prodotti enogastronomici della Valnerina).
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INGRESSO LATO P.TA SANT'ANGELO GIOCO DELLE BOCCE AREA DEDICATA AL GIOCO PÉTANQUE
ORIENTEERING
INGRESSO LATO LICEO ARTISTICO
EXPO LICEO ARTISTICO PERFORMANCE di PITTURA ORIENTEERING giochi d'aqua FIORI colori in VALNERINA
PALCO
BASE ORIENTEERING
ORIENTEERING
riproduzione Cascata delle Marmore direzione ERREA GONFIABILE TERNI PROGETTA BOOMERANG
EXPO BICI
AREA DEDICATA AL TIRO CON L'ARCO EXPO FIORI
ORIENTEERING INGRESSO LATO MURA
Schema planimetrico dell’allestimento ideato dal nostro collaboratore Arch. Gabriele Ferracci, docente di Progettazione Architettonica, presso il Liceo Artistico di Terni
VALNERINA AUTONOMA Per autonomia (autoj, autos e nomoj, nomos, legge propria) si intende la possibilità di svolgere le proprie funzioni senza ingerenze o condizionamenti da parte di altri. La storia inizia con la secessione della plebe romana sul Monte Sacro, nel 494 aC. Il console Menenio Agrippa, uomo dalle opinioni moderate che fu apprezzato e stimato tanto dai Patrizi quanto dai Plebei, raccontò il famoso apologo dello stomaco e delle membra: Una volta, le membra dell’uomo, stanche del fatto che lo stomaco se ne stesse ozioso in attesa di cibo, cospirarono tra loro e decisero che le mani non portassero cibo alla bocca, né che, portatolo, la bocca lo accettasse, né che i denti lo triturassero a dovere. Mentre però cercavano di domare lo stomaco, a indebolirsi furono proprio loro e l’intero corpo giunse a deperimento estremo. Si accorsero allora che la funzione dello stomaco non è quella di un pigro, ma che, una volta accolti, distribuisce i cibi a tutte le membra. Tornò così l’amicizia. Senato e popolo, come fossero un unico corpo, con la discordia periscono, con la concordia fioriscono. Di secessioni ce ne sono poi state molte, nel corso dei tempi, quasi tutte portatrici di rivendicazioni che poi storia e cultura hanno sconfitto chiaramente e duramente. Si pensi alla guerra di secessione (18611865) negli Stati Uniti d’America tra gli Stati del Nord e quelli del Sud, che si erano ritirati dalla Confederazione perché non accettavano l’abolizione della schiavitù dei negri. Le secessioni moderne hanno ormai un carattere comune: popoli che hanno raggiunto indipendenza e autonomia ad opera e con il sangue dell’intera nazione, ora che la loro terra, dagli altri liberata e da altri ben amministrata, ha in sé molta più ricchezza degli altri, si stancano di far parte del popolo intero e rivendicano una diversità storica e culturale del tutto inesistente, in pratica per essere più ricchi. E pensare che altri, tantissimi altri, stanno impegnandosi, seppur con alterne vicende, per creare una Europa unita! La Valnerina non chiederà mai l’autonomia… perché è già autonoma di suo. Non la chiede perché ha già la sua unica, propria, immortale legge: quella verde speranza della propria terra e rossa vermiglia della sua umanità. La Valnerina chiede dunque e chiederà sempre più l’annessione spirituale da parte di tutti i popoli che hanno ugual sentire rispetto alle sue sacralità. Venite con noi, da ogni dove, a costituire un unico popolo, quello europeo e mondiale, solidale e umano! Giampiero Raspetti Mensile a diffusione gratuita di attualità e cultura
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Il materasso di camiciole Vittorio Grechi
I
ncominciamo col dire che le camiciole sono le brattee, cioè le foglie modificate che accompagnano le infiorescenze, con funzioni protettive, della spiga di granoturco. Il mais o granturco è una pianta con fiori maschili e femminili in posizioni diverse. L’infiorescenza maschile, chiamata “pennacchio”, è costituito da numerose ramificazioni sulle quali si trovano le spighette da cui fuoriesce il polline. L’infiorescenza femminile, detta “pannocchia”, è una spiga posta circa a metà altezza della pianta: più precisamente essa è situata tra il sesto e il settimo nodo dopo il pennacchio. È costituita da un rachide (o spina dorsale) ingrossato detto tutolo sul quale si inseriscono un numero variabile di file di spighette. Le cariossidi (per capirci: i semi) sono fissate al tutolo ed il tutolo è fissato alla pianta. Il mais, introdotto in Europa dopo la scoperta dell’America,
arrivò in Italia nel ’500, ma ebbe grande diffusione due secoli dopo, probabilmente con varietà provenienti dai Balcani, da cui il nome di “granturco”. Andiamo al pratico. Verso la fine di luglio il contadino cimava le piante di granturco in modo che le pannocchie venissero maggiormente alimentate dalla pianta stessa. Le parti staccate dalla cimatura erano utilizzate come foraggio. A fine settembre il mais era giunto a maturazione; allora si staccavano le pannocchie dal fusto e si riponevano in un luogo coperto, asciutto e aerato, per farle asciugare in attesa della spannocchiatura o scartocciamento. Tale operazione consisteva nel togliere le brattee che avvolgevano le pannocchie. Quelle esterne, più grandi e ruvide, venivano usate come foraggio, mentre quelle interne, più piccole, bianche e soffici, una volta fatte seccare, si usavano per imbottire i materassi. Le brattee però non si toglievano a tutte le pannocchie: in alcune venivano girate all’indietro, così da permettere di poterle legare tra loro per formare dei mazzi che venivano appesi sotto il porticato o infilati sulle pertiche messe sui soffitti del granaio. Le pannocchie dovevano poi essere sgranate a mano mettendone a contrasto due, una sull’altra, così da strappare i chicchi che cadevano in un secchio. Il materasso di camiciole altro non era che un grande sacco di tela a strisce, riempito a forza con le brattee del mais. Esso era dotato di quattro grandi asole, due per ogni lato lungo, dove le donne al mattino infilavano le mani per risollevare le brattee che, col peso di chi ci aveva dormito, si erano schiacciate e ammassate ai lati del corpo. Il letto con questo tipo di materasso era molto alto tanto che, in alcuni casi, per salirci era necessario uno sgabello. Per mantenerlo possibilmente
morbido, ogni anno, nella stagione estiva, dopo la raccolta del granturco, il sacco veniva aperto, si buttavano le vecchie foglie che nel frattempo si erano triturate, e si sostituivano con altre più corpose e fresche di annata. Questo materasso, chiamato in dialetto pajacciu, pajone o pajaricciu –prima dell’arrivo del mais si imbottiva con la paglia di grano- aveva il vantaggio di essere fresco d’estate ma lo svantaggio di essere assai rumoroso, specie per una coppia di coniugi, considerando anche l’elevata densità di “ospiti” per ogni camera. Divertentissimo invece per i bambini, che amavano sentire il profumo delle camiciole e il loro crepitio mentre sprofondavano dentro il materasso al minimo movimento. Il mattino era abitudine fare “reazione fisica” a furia di salti e cuscinate finché una mamma o una zia non intervenivano minacciando punizioni corporali. Adesso dormiamo su materassi in lattice, caldi d’inverno e freschi d’estate, che si adattano automaticamente al corpo nelle sue varie posizioni e al suo peso. Ma chi ha avuto la fortuna di dormire su un materasso di camiciole ogni tanto sogna di sprofondare nel suo avvolgente, fresco e crepitante abbraccio.
Programma Associazione Culturale La Pagina VITTORIO GRECHI Martedì 10 ottobre dalle ore 16.00 alle ore 18.00 Martedì 24 ottobre dalle ore 16.00 alle ore 18.00 IL MARTEDÌ DEI CURIOSI LORETTA SANTINI Giovedì 12 ottobre dalle ore 16.00 alle ore 18.00 TERNI DA SALVARE - TERNI SALVATA
ENRICO SQUAZZINI Venerdì 13 ottobre dalle ore 16.00 alle ore 18.00 SIAMO ENTRATI IN UNA NUOVA ERA GEOLOGICA Venerdì 27 ottobre dalle ore 16.00 alle ore 18.00 HOMO SAPIENS: UN ANIMALE ALLE SOGLIE DEL III MILLENNIO FRONTINI F. - LUNA E. - MARINELLI M. - MORICONI R. Giovedì 18 ottobre dalle 17.00 alle 18.30
Giovedì 26 ottobre dalle ore 16.00 alle ore 18.00
GIOCHIAMO INSIEME CON IL DIALETTO
C’È DA SAPERE: visita a Narni sotterranea e al Museo di Cesi EDUARDO TOBIA Tutti i Mercoledì dalle ore 16.30 alle 18.00
Corso di lingua Cinese
NADIA ZANGARELLI Tutti i Lunedì dalle ore 15.30 alle 18.00
GIAMPIERO RASPETTI Sabato 11, 18, 25 novembre dalle ore 17,00 alle ore 18,00 GRECO E LATINO NEL PARLARE QUOTIDIANO
Corso di PITTURA
Associazione Culturale La Pagina - Terni, Via De Filis 7 0744.1963037 - 393.6504183 - 348.2401774
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La Città del Sole L’esperienza dell’alternanza scuola/lavoro nella Biblioteca Comunale di Terni La Scuola ternana al “lavoro” presso la Biblioteca Comunale di Terni
Le biblioteche di qualsiasi tipo sono luoghi di cultura rivolte a servire, in tale senso, tutti, ma particolarmente i giovani desiderosi di apprende e di aggiornarsi. La Biblioteca Comunale di Terni è ben organizzata e dotata di ottimo materiale ed è molto frequentata dalla cittadinanza, soprattutto giovane, alla quale fornisce servizi attivi anche con iniziative a vario titolo.
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na delle iniziative messe in opera dal 2015, in applicazione della legge 107, è stata ed è quella collegata al completamento della istruzione scolastica previsto dal “Progetto alternanza Scuola/Lavoro” dei nuovi programmi scolastici, come metodo didattico di apprendimento delle esigenze del mondo esterno a quello scolastico. Il Progetto è stato curato con l’ausilio di Tutor interni (Docenti scolastici) ed esterni (Referenti delle realtà ospitanti), perseguendo anche la comunicazione intergenerazionale. Il Progetto gradatamente è divenuto obbligatorio per tutti gli studenti dell’ultimo trienno degli Istituti Superiori, per i quali sono state stabilite 400 ore annuali per quelli Tecnici e 200 per i Licei nell’anno scolastico 2017/18. Dal 2015 ad oggi hanno svolto l’alternanza scuola/lavoro in BCT -biblioteca comunale di Terni- più di 700 studenti degli istituti Liceo Classico Tacito, Liceo Scientifico Galilei, Liceo Scientifico Donatelli, Licei Angeloni (linguistico e scienze umane), Liceo Artistico Metelli. La biblioteca ha organizzato un ventaglio di percorsi di vario interesse, che hanno soddisfatto le curiosità conoscitive degli studenti, con i seguenti temi: PERCORSO BIBLIO: nella prima parte del percorso gli studenti hanno imparato
a conoscere la biblioteca e il lavoro dell’istruttore di biblioteca, nella seconda parte hanno svolto servizio al pubblico nelle sale, lavorando all’inventario e al riordino della collezione, assistiti dal personale della struttura. BABELE, le lingue di Popoli: gli alunni del Liceo Linguistico hanno animato dei circoli di conversazione in lingua spagnola e inglese per adulti e ragazzi. CONFLITTI IN CORSO, uno sguardo alla geopolitica: giornalisti della rivista “Limes” ed esperti del settore hanno guidato gli studenti nella comprensione degli scenari internazionali, dalla guerra in Siria al tentato golpe in Turchia, dall’elezione di Trump, al caos della Libia. Un incontro è stato condotto dallo scultore Iraniano, rifugiato in Italia, Reza Olia. DIPINGO LA MIA BIBLIOTECA: ha visto il Liceo Artistico “Metelli” impegnato nella decorazione murale della sala tweenager della biblioteca dedicata alla fascia di età 7-14. GIRO DEI VITE: in collaborazione con ARCISPRAR, è stata l’occasione per incontrare i rifugiati minori della provincia di Terni e lavorare insieme ad una guida sui rispettivi paesi d’origine. NERA NEHAR, segni, sguardi, parole al femminile della città di Terni, itinerari non convenzionali per cittadini e viaggiatori
curiosi: un gruppo di ragazze e ragazzi hanno collaborato alla fase di ricerca e di elaborazione dei materiali finalizzati alla stesura di una pubblicazione di prossima uscita. LEGALITÀ: ha offerto l’opportunità di affrontare varie tematiche con il supporto di esperti dei settore, da testimoni della lotta alla mafia alla trasparenza nella Pubblica Amministrazione. I MESTIERI DEL LIBRO: per conoscere il lavoro che sta dietro alla pubblicazione di un libro, sono stati realizzati incontri con i professionisti del mondo dell’editoria: traduttori (Giovanna Granato, Stefano A. Cresti, Livio Crescenzi, Claire Boutonnet) con i quali si sono svolti laboratori di traduzione dall’inglese, dal francese e dallo spagnolo; editori (case editrici Gran-via, Dalia. 66thand2nd) con cui sono state affrontate le varie fasi del lavoro, dallo scouting, alla revisione delle bozze, dall’illustrazione fino
al visto si stampi. Gli studenti hanno avuto anche l’opportunità di incontrare un autore di rilievo internazionale, Mircea Cartarescu, accompagnato dal suo traduttore italiano, Bruno Mazzoni. NARCISO – Amore e psiche – Prometeo ai tempi di face book: tre laboratori (svolti in tre anni) per verificare con gli studenti la valenza contemporanea del mito. STILL BOOK, un progetto che ha messo alla prova gli studenti nel recensire un libro usando il linguaggio della fotografia IL VOLTO DELL’EUROPA: un progetto che si avvale della collaborazione con il Centro Europe Direct di Terni; gli studenti hanno partecipato ad un ciclo di incontri dedicati alla conoscenza della Romania, con il supporto dell’Associazione Fiore Blu. All’interno del progetto, l’artista rumena Claudia Mandi ha condotto l’atelier aperto “Blu, l’avventura di un colore”, mentre la 4°A del Liceo Artistico “Metelli”, con il supporto
del pittore Andrea Deangelis/Negro, ha realizzato il collage “Il volto d’Europa. Ritratto di un popolo” esposto in BCT. Un aspetto importante, proprio nello spirito del Progetto: gli studenti hanno anche fatto parte dello staff di due festival, Umbrialibri ed Encuentro – Festival della letteratura in lingua spagnola.
Adalberto Sisalli
Benito Montesi
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Corrado Viciani, il maestro del gioco corto L
a Terni degli anni ’60 era una città felice, orgogliosa del proprio status industriale. Viveva da protagonista il boom economico italiano, pienamente consapevole di come la “fabbrica” fosse importante per la crescita e lo sviluppo del territorio. In quegli anni la squadra di calcio cittadina, la Ternana, veleggia nelle remote acque della serie C. La società decide di scegliere ed affidarsi ad un giovane tecnico: Corrado Viciani nato a Bengasi, nell’allora Libia italiana, il 3 dicembre 1929. Dopo la Seconda Guerra Mondiale si era trasferito con la famiglia in provincia di Arezzo, a Castiglion Fiorentino, cittadina toscana da cui provenivano i genitori. Da giocatore, calcò i campi della Serie A con Genoa e Fiorentina, vestendo la maglia azzurra alle Olimpiadi di Helsinki nel 1952. Viciani approdò alla Ternana nella stagione 1967/68, dopo aver allenato la Fermana, la Sangiorgese, il Ravenna ed il Prato. La prima stagione con le “Fere” è subito un successo. Vince il campionato portando la compagine rossoverde in serie B. Ricordiamo ancora i calciatori protagonisti della storica promozione, il mediano Francesco Liquori, la mezzala Romano Marinai, l’attaccante Giovanni Meregalli, Antonio Cardillo, Romano Sciarretta, Franco Nicolini, Primo Germano, Piero Favoriti, Paolo Pandrin, Sergio Bonassin, Rinaldo Cavasin. Il Presidente era il mitico ing. Fernando Creonti e si giocava al Viale Brin. La stagione si chiude con l’inaugurazione dello stadio Libero Liberati, con la storica amichevole contro il Palmeiras. Viciani l’anno successivo ottiene solo un decimo posto. Decide quindi di cambiare squadra. Andò ad allenare l’Atalanta, sempre in B, venendo sollevato dall’incarico a metà stagione. Breve anche l’esperienza sulla panchina del Taranto
nel 1970-1971, iniziata a stagione in corso e conclusasi con un esonero poco prima della fine del campionato. Nell’estate del 1971 il presidente Giorgio Taddei lo chiama di nuovo alla Ternana. Viciani vinse il campionato di serie B 1971-1972 conquistando la serie A, facendosi notare per la particolarità del gioco proposto. È il “gioco corto”, una fitta ragnatela di brevi e rapidi passaggi, veloci sovrapposizioni, marcato possesso palla, pressing alto. In questo Corrado Viciani fu realmente un innovatore, teorizzando tra i primi una nuova visione del calcio in alternativa ai vecchi schemi all’italiana, legati al catenaccio ed al contropiede. Era uno spettacolo vedere il lungo fraseggio della squadra, armoniosa nei vari reparti, sebbene composta da calciatori di non elevate qualità tecniche. Il “Maestro ” Viciani fece della preparazione atletica il cardine su cui impostare i 90 minuti della partita, esaltando la condizione fisica dei giocatori, capaci di correre sino alla fine della gara. Gli interpreti del gioco rossoverde (Cuccchi, Mastropasqua, Angelino Rosa, Benatti, Zeli, Valle e gli altri) sono fedeli esecutori di uno spartito che non prevede solisti, ma l’azione corale di undici operai che sudano dietro al pallone. Un anno fantastico. I rossoverdi si piazzano primi in classifica con 50 punti davanti alla Lazio di Giorgio Chinaglia e del tecnico Maestrelli. Nella stagione 1972-1973, tuttavia, quel gioco corto che aveva fatto la fortuna dei rossoverdi in cadetteria non riuscì a far evitare loro l’ultimo posto in classifica in A, con conseguente retrocessione. Troppo elevato il divario qualitativo con le altre squadre. Da giovanissima “feramascotte” ricordo ancora lo 0-0 con il Milan di Rivera al Liberati, dove sfiorammo addirittura la vittoria. In quell’anno Viciani fece esordire in maglia rossoverde Franco
Selvaggi, laureatosi campione del Mondo con l’Italia nel 1982. La Ternana ed il “Maestro” si separano di nuovo. Corrado Viciani si trasferisce ad un’altra provinciale, il Palermo di Renzo Barbera, dove otterrà una finale di Coppa Italia contro il Bologna. La Ternana guidata da Enrico Riccomini tornerà nella massima serie nel 73-74. Viciani concluse la sua carriera da allenatore agli inizi degli anni ‘90, prendendo dapprima per qualche mese la guida del Livorno nella stagione 1989-1990, guidando la Turris nel campionato 1990-1991. Viciani ritornerà a Terni altre due volte: nel 1982-83, salvando il club dal baratro della C2 e nel 1987-88, anno in cui divenne l’allenatore più presente della storia della società umbra con ben 256 panchine totali, consolidando un amore mai interrotto. Il rapporto tra Viciani e la Ternana va ben oltre gli aspetti calcistici. Ha segnato la favola di un’intera comunità trasportata nel paradiso sportivo della massima serie, da una squadra che si immedesimava completamente nella città. Avevo degli asini come giocatori, non potevo permettermi lanci lunghi, invenzioni, fantasie. Bisognava correre, fare “passaggetti” facili facili - risponderà anni dopo il mister a chi gli domandava la genesi della sua concezione di gioco totale, antesignano del tiki-taka del Barcellona. Corrado Viciani, uomo intelligente, arguto, spesso spigoloso, ci ha lasciato il 12 febbraio 2014. Poche settimane dopo la sua morte, il 22 febbraio 2014 la giunta comunale della città di Terni gli ha intitolato la curva Est, cuore del tifo organizzato rossoverde, dello stadio Libero Liberati. Corrado Viciani e Giorgio Taddei sono scolpiti nei cuori di tutti i tifosi rossoverdi di ogni generazione. Ci hanno regalato un sogno. Non li dimentichiamo, ringraziandoli per averci fatto sentire davvero importanti.
Stefano Lupi Delegato Coni Terni
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Risonanze Scrivere versi è a volte attingere a qualcosa che abita nel profondo di noi stessi, che sta lì sepolto. Scrivere versi, quando si è giovani, giovanissimi, è a volte rispondere a un’esigenza irrinunciabile di indagine, di scavo interiore, di ricerca di senso. Spesso è anche aggiungere significato alla vita stessa, è dare parola al sogno,
all’attesa. Queste le ragioni dei versi di Francesco Ranocchiari, brillante studente della III E del Liceo Classico. Si tratta di poesie che nascono dalla risonanza interiore procurata dai poeti della classicità greca e latina ma si tratta soprattutto di poesie che declinano in vario modo una sensibilità
Proprio dove campeggia il lutto nel deserto dell’anima, ed oasi di pianto sono l’unica fonte per sedare sete di quiete, di lì tu sei passata, con la migliore maschera ed il più duro cuore.
Musa, divina nell’aspetto che gioventù ti diede, alba in ogni atto, vanto del creato, gettasti in me il tormento di saperti mortale, eppur d’amarti diva. Gli zampilli del pozzo, le cui acque offendesti con il sasso dell’Eros tossico, aggrediscano l’alta mano pestifera. Pernizie e peste è il furore che si agita in me per sola opera tua; tu sei il mio veleno: a te risalgano per questo le lacrime, per te versate, raggrumate in versi estorti ad un folle.
Il sole fugace, ancora, ci rende le tenebre prima della giusta ora: ci si appresti al convito entro le tende bronzee dei giardini di Pandora. Compagni, i nostri corpi siano invasi da tutto ciò che inibisce i mali, per cui siamo stretti commensali qui, adesso, al riparo da infausti casi. Come restare sobri in tal colluvie? Presso Eos, giacciamo storti sui seggi: bevemmo e scordammo; ovunque le esuvie del nostro sballo. Ancora a lungo riecheggi! Piovve l’apatia a nostro conforto ma, nato il sole, il caso s’è ritorto.
moderna, attuale (quella propria di un giovane di oggi) con echi del passato e dal passato, con riferimenti al mito, alla tradizione metrico-ritmica degli Antichi e al loro immaginario, ancora in grado di evocare in noi fatti e situazioni vitali, esperienze e suggestioni appunto perenni. Prof. Fausto Dominici
Cieco l’arbitrio che c’impugna, ciechi i mortali innanzi ad esso imperscrutabile, come al suo alto senso (ammesso che uno ve ne sia). Il più cieco sono io da quando sono in trappola della tua ampia tela: avanzo nella notte del senno, sbattuto ovunque dalla tua funesta frusta; che essa mi conduca nelle tue braccia o al dirupo. Non abiterò altro! Da te dipende la sorte di questo Oreste. La mia salute mentale raggiunge amara fine: una lenta agonia di un milite d’Amore. Tuttavia siamo ancora in tempo; apriti all’amore: Non avrai un compagno, ma un devoto alleato.
Confuso, fuggo dal convito: un moto inesauribile mi esige nella notte; mi parla di catastrofe. “Perché, Oreste, ci abbandoni? Abbiamo ancora voglia di bere insieme, e ridere alla faccia del caso!” “M’aspetta Caronte: son morto.”, dissi sfuggendo loro; il vino li ha travolti: ridono di chi cerca la fine. “Ritorna domani.”, mi fecero giurare. Soffocai un mesto addio; l’occhio lo confessò. Il buio duetta con il gemito dell’esistenza in rotta; Oreste vi ode, Erinni; e aspira a libertà. “Hai ceduto ad Amore, folle: escluso dall’amata, finisti dissipando le migliori risorse. Ti consumi in vane speranze, guidato dall’amenza, e divenuto cieco, ti assisti decaduto: fuori dalla cerchia digiuna di patemi amorosi, fuori dal retto senso; gettato nell’ambiguo, galleggi in uno stagno tossico, dimenandoti invano; annegherai da solo: questo è il destino. La morte... lei sarà tua amante. Ti resta una virtù: quella di far cessare il tuo tempo inutile.”
- distico elegiaco: novenario e settenario per il primo verso, coppia di settenari per il secondo -
Povero mio cuore indomito, smarrito in un groviglio d’affanni senza scampo, cedi, basta resistere: fin troppo a lungo ti sei erto, avverso all’insolubile. T’aspetta adesso l’ultimo nodo; lì sarà pace: nella sede vacante, appesa in alto sulla casa, del cappio che accoglie i reietti. Per te il Fato decise salvazione per morte, vita per patimento.
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Barcelona vs Madrid Pierluigi Seri
B
arcellona mattina di mercoledì 20 sett. Il premier spagnolo Mariano Rajoy ordina l’arresto di 14 dirigenti del governo della regione autonoma catalana, privandola di fatto dei quadri dirigenti, deciso ad impedire con qualsiasi mezzo il referendum che dovrebbe tenersi il 1 ott. prossimo e che dovrebbe proclamare l’indipendenza da Madrid. Decisione grave e clamorosa che provoca l’immediata reazione non solo degli indipendentisti, ma anche di cittadini che fino a questo momento avevano seguito il confronto con un misto di scetticismo e scarso interesse. Immediatamente le Ramblas (già teatro di un sanguinoso attentato di matrice islamica) e Plaza Catalunya si riempiono di 40mila manifestanti che inneggiano all’indipendenza, accusando il governo centrale di usare metodi franchsti. Tra gli arrestati spiccano i nomi di Oriol Junqueras vicepresidente, J. Maria Jovè suo braccio destro, Jordi Graell dirigente del dipartimento dell’attenzione ai cittadini, Jordi Puignero presidente del Centro di telecomunicazioni, sono accusati di disobbedienza, abuso di potere e malversazione di denaro pubblico per le spese del referendum. Capi di imputazione gravi per i quali la Costituzione spagnola prevede pesanti condanne. Contemporaneamente la Guardia Civil con vari bliz sequestra schede e materiale vario destinato al referendum e il locale ministro dell’economia, come prevede la Costituzione spagnola, viene esautorato dal governo centrale perché non vengano spesi soldi per un referendum che Madrid giudica illegale. La tensione sale alle stelle, scatenando un’ondata di proteste e scontri con la polizia. Anche il leggendario Barca, famosissima squadra di calcio solidarizza con i cittadini catalani. Dal canto suo il premier Rajoy ha dichiarato che ”lo stato deve reagire, nessuno al mondo può accettare quanto stanno facendo: erano avvertiti, sapevano che il referendum non si può fare perché contrario alla sovranità nazionale e al diritto di tutti gli spagnoli di decidere cosa vogliono fare per il loro paese". Il governatore C. Puigdemont ribatte con un laconico twitter. ”Il governo spagnolo ha superato la linea rossa, stanno attaccando le istituzioni di questo paese, quindi i cittadini. Non lo permetteremo”. Siamo a muro contro muro, la crisi potrebbe imboccare un vicolo cieco con esiti incontrollabili. Anche lo stesso Rajoy naviga in acque difficili in quanto se i catalani lo accusano di usare metodi franchisti, anche diversi esponenti del governo centrale lo considerano responsabile di aver dato man forte al fronte indipendentista usando il pugno di ferro. Forse anche per questo motivo
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il giorno 22 sett. tutti gli arrestati sono stati rilasciati in libertà provvisoria, accolti dai manifestanti come eroi. La tensione scende, ma non è finita… Non è la prima volta che la Catalogna prova a tenere un referendum sull’indipendenza. C’era stato un tentativo tre anni fa che, dopo essere stato bloccato dal Tribunale costituzionale, era stato trasformato in una consultazione informale, ma l’indipendentismo è rimasto al centro delle tensioni con Madrid. Eppure dopo la fine della dittatura franchista la Catalogna ha ottenuto nel 1978 ampia autonomia: un governo autonomo: la Generalitat de Catalunya, un parlamento, una propria bandiera, un inno nazionale, una polizia autonoma: i Mossos de Esquadra, l’uso della lingua catalana negli atti pubblici, uffici, giornali, tv ecc. A questo punto è doveroso chiedersi il motivo di questa persistenza dell’indipendentismo e la risposta la si trova ancora una volta ripercorrendo a ritroso il cammino della storia. La Catalogna dopo la caduta dell’Impero romano fu occupata dai Visigoti poi dagli Arabi. Liberata da Carlo Magno, il cui predecessore Carlo Martello bloccò a Poitires un pericoloso tentativo degli Arabi di penetrare in Francia, entrò a far parte della Marca spagnola che segnò l’inizio di un lungo processo storico chiamato Reconquista terminato nel 1492 con la presa di Granada, ultimo avamposto arabo. Proprio in era carolingia si sviluppò una cultura catalana sotto l’egemonia della Contea di Barcellona grazie alle autonomie di cui godeva la regione con il titolo di Principat. Poi passò prima sotto il regno di Aragona, successivamente con il matrimonio di Ferdinando di Aragona e Isabella di Castiglia (fautrice della impresa di Colombo) seguì le vicende del Regno di Spagna, mantenendo le sue autonomie. La situazione cambiò nel 1714 quando, durante la guerra di successione spagnola, a seguito della vittoria di Filippo V, il regno di Aragona e il principato di Catalogna persero il loro potere a vantaggio della Castiglia. I decreti di Nueva Planta cancellarono ogni forma di autonomia non solo politica, ma anche culturale, chiudendo scuole e università, imponendo l’uso del
castigliano come lingua ufficiale. Lo stato da una sorta di monarchia federativa si trasformò in monarchia assoluta su modello francese. Da questo momento nella storia moderna di Spagna la Catalogna perde e recupera le sue autonomie. Negli anni Venti del Novecento ci fu un tentativo di proclamare una Repubblica di Catalogna stroncato dal dittatore Miguel Primo De Rivera. Durante la sanguinosa Guerra Civil essa si schierò a favore della Repubblica contro il caudillo Francisco Franco. Nel 1939, con la vittoria di quest’ultimo, inizia un lungo periodo buio di repressione in cui vengono soppresse tutte le autonomie. Viene proibito l’uso del catalano con dure pene. Dopo la morte di Franco la Catalogna nel 1975 votò a favore della nuova Costituzione recuperando molte autonomie e per trenta anni quasi non si parlò di indipendentismo che invece si ripresentò nel Duemila, quando nel 2014 gli indipendentisti ottennero la maggioranza, segno che le forti spinte identitarie catalane non avevano trovato risposta sufficiente. Fin qui in breve la storia passata; gran parte degli eventi sono in pieno svolgimento, ma non bisogna essere politologi per capire che il futuro si presenta denso di interrogativi preoccupanti: fino a quando il contenzioso rimarrà pacifico e se la protesta dovesse degenerare sotto la spinta degli estremisti? Che farà la UE, già alle prese con Brexit, immigrazione, populismi in crescita, al bivio tra austerità e crescita, qualora venga proclamata l’indipendenza? Per ora si trincera su una linea attendista, sostenendo essere un problema interno della Spagna, raccomandando il dialogo tra le parti, ma sappiamo che anche la Scozia e altre nazionalità puntano all’indipendenza. La Catalogna ora è la regione più ricca della Spagna, ma con l’indipendenza, dovrebbe uscire dall’UE e dall’euro, riuscirà allora a mantenere il buon livello economico di cui gode? Interrogativi seri che pongono in discussione la stessa stabilità dell’Europa, con scenari drammatici! C’è da augurarsi che, come è stato fino ad ora, prevalga il buon senso da parte di tutti! Verità e giustizia per Giulio Regeni
Inaugurati i restauri realizzati dalla Fondazione CARIT nella bella chiesa di San Fortunato a Porzano
D
alle “Memorie della Parrocchia di Porzano”, redatte nel 1909 dal parroco don Paolo De Caroli su richiesta dell’Arcivescovo di Spoleto Domenico Serafini, si possono trarre alcune importanti informazioni sull’antica chiesa di San Fortunato. «Porzano castello medievale Comune di Acquasparta spettante alle terre arnolfe, [–scrive il curato–] sorge sopra un poggetto presso la strada ferroviaria, circondato da olivi e terreni vitati. La Chiesa dedicata a San Fortunato Prete di Montefalco a tre navate irregolari nella parte superiore del Castello, s’ignora da chi sia stata eretta, dalla costruzione si può arguire che risalga al 1400»1. Porzano è un piccolo borgo della valle del Serra; la sua posizione era un tempo strategica, poiché la strada di collegamento tra Terni e Spoleto passava proprio in corrispondenza del paese. Le prime fonti scritte risalgono al XIV secolo, epoca in cui Porzano contava 21 focolari (famiglie) e la chiesa dedicata a San Fortunato veniva menzionata nel Pelosius, copia cinquecentesca di un codice databile 1393. In origine la chiesa aveva dimensioni piuttosto modeste, con un’unica navata e un campanile addossato al lato destro della facciata. Nel corso del XVI/XVII secolo, visto il costante aumento della popolazione, la chiesa venne ampliata con la costruzione delle due navate laterali. Furono inoltre eretti quattro altari, menzionati nel resoconto della visita pastorale del vescovo Visconti del 1602, nel quale, tuttavia, si lamenta l’assenza della sacrestia. La campagna di restauro, curata e finanziata dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Terni e Narni sotto l’alta sorveglianza della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio dell’Umbria, che si ringrazia per la collaborazione, è stata condotta in due stralci: il primo (2005-2006) ha interessato la parete di fondo e il catino absidale; il secondo (2015-2016) ha riguardato, invece, le pareti della navata centrale e di controfacciata, nonché la parete di fondo della navata laterale destra. Nella parete di fondo, nella parte alta del muro, al disotto del tetto, entro una finta cornice dorata dai profili curvilinei, è rappresentato il Padre Eterno benedicente. Nella fascia sottostante una struttura architettonica di tipo classico, con specchiature decorate con motivi a finto marmo, inquadra le figure di alcuni santi. Alla sinistra dell’altare l’immagine di San Pietro, mentre nella parte opposta, la figura di San Paolo. Nel catino absidale è dipinto San Fortunato tra i santi Luca e Pietro martire. Dall’epigrafe dipinta alla destra di san Pietro martire si traggono indicazioni circa la committenza e la datazione dell’opera: il ciclo pittorico fu commissionato da dominus Silia, del fu Giovanni Filippo, signore di Porzano, che lo ha voluto e pagato a sue spese per rendere onore a san Fortunato. Il 10 maggio dell’anno 1600 è, con ogni probabilità, il giorno in cui il dipinto venne solennemente inaugurato. Purtroppo non compaiono indicazioni che possano favorire l’identificazione dell’autore di quest’opera. In un inventario parrocchiale redatto nel 1711 si legge che dietro l’altare vi è dipinta “falsamente” l’immagine di san Fortunato. La chiesa di Porzano è intitolata a san Fortunato prete di Montefalco e non a san Fortunato vescovo, patrono di Todi, raffigurato nel dipinto del catino absidale con mitria e pastorale, che
1 Le notizie storiche e tecniche riportate sono tratte da Arte e territorio. Interventi di restauro- 4 (a cura di A. Ciccarelli), Terni, 2009, pp. 452-471 e dalla relazione finale di restauro di Daniela Gregori.
alludono proprio alla sua dignità episcopale. Il venerato prete di Montefalco, invece, è sempre ritratto in semplici abiti da curato. Tra il 1907 e il 1909, per volontà dell’allora parroco, il dipinto della parete absidale e di fondo della chiesa venne restaurato, così come certamente gran parte delle decorazioni presenti sulle altre pareti dell’edificio. In tale circostanza vennero anche realizzate la sagrestia e la sala “nuova” dalla parte del campanile. In anni recenti, sulla parete alla destra dell’altare, al disotto della figura di san Paolo, è stato inserito nel muro un piccolo ciborio lapideo, incorniciato da un rilievo con parti verniciate, che presenta le caratteristiche frontali di un tempietto. Le pareti laterali della navata centrale e della controfacciata presentano un complesso decorativo raffigurante una ripartizione finto-architettonica, composta prevalentemente da cornici lineari chiare su fondo rosso. Le aperture originali delle arcate, delineate da una finta cornice, sono separate da colonne uniformi su cui poggia una trabeazione monocromatica marrone chiaro composta da modanature lineari e una fila di dentelli effetto chiaro scuro, culminante con un fascione giallo chiaro su cui compaiono decorazioni floreali stilizzate di colore rosso. All’interno dei pennacchi ai lati degli archi sono raffigurati dei piccoli tondi a finto marmo. Sulla parete di fondo della navata laterale destra della chiesa campeggia un affresco raffigurante la Madonna col Bambino realizzato all’interno di una nicchia definita da un arco a tutto sesto. I soggetti sono rappresentati sopra a un finto gradino d’altare arredato ai lati con due candelieri; sullo sfondo due cherubini e ai lati un tendaggio verde. Sulle spalle dell’arco, a sinistra, è raffigurato San Fortunato vescovo; nell’intradosso una ripartizione geometrica; nella parte centrale l’iscrizione IHS. La decorazione proseguiva sicuramente su tutta la parete di fondo, ma oggi rimangono soltanto alcuni frammenti. Il ritrovamento di quest’altra immagine di san Fortunato vescovo fa pensare che in origine la chiesa di Porzano fosse a lui intitolata, in quanto di pertinenza della Diocesi di Todi, di cui san Fortunato è proprio il santo patrono. Soltanto in seguito, quando Porzano passò sotto la giurisdizione di Spoleto, la chiesa venne con ogni probabilità dedicata a san Fortunato di Montefalco. L’intervento di restauro condotto dalla Fondazione Carit ed eseguito dalla restauratrice Daniela Gregori di Terni ha permesso di recuperare l’originario aspetto secentesco della chiesa, riscoprendo e valorizzando un piccolo gioiello dell’arte sacra umbra. Anna Ciccarelli Fondazione CARIT
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Galleria
Roberto BELLUCCI - Periodo di transizione 1959 -
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Ritratto del Prof. Angelo Moneta- 1959 - 100x70 cm
Improvviso di ritratto - Olio su tela - 96x64cm
Donna con chitarra- 1961 - Olio su tela 105x90cm
MaternitĂ - 1959 - Olio su tela 100x80cm
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1987-2017 un nuovo vestito per proseguire una storia lunga trent'anni. 2017 Nasce la All Food SPA
CAMPAGNA ANNO SCOLASTICO 2017-18 CONTRO LO SPRECO ALIMENTARE