Pausa Caffè | Numero 13 | Aprile 2019

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PAUSA CAFFÈ Numero

Aprile 2019

13,


Ad alta voce Alla Dante facciamo sentire la nostra voce, anche su un argomento soffuso come quello del sogno. Il sogno ci avvolge e ci accompagna, perché’ citando Calderon de La Barca, “La vida es sueño” e a volte ci imprigiona o ci libera. Ai miei studenti ho chiesto di intervistarsi e di riflettere sull’argomento. Qualcuno ha detto di non ricordare nemmeno cosa sognava da bambino, però poi, scavando nella memoria, ha ricordato. Veronica, dell’A1 del sabato mattina a Ituzaingó, ha rivelato che da bambina voleva essere vulcanologa e ha deciso di dedicarsi all’ecologia. La sua compagna Agustina sognava e sogna ancora oggi di essere una scrittrice. E Rocío voleva essere pianista, ha lasciato il conservatorio, ma continua a studiare e a credere che, prima o poi, ce la farà. Sempre da Ituzaingó, i ragazzi del B2 spaziano e c’é chi voleva essere architetto, come Ricardo, e poi ha fatto il ragioniere e ha imparato ad amare la sua professione. Oggi vorrebbe vivere in un mondo migliore e da’ valore alle piccole cose, come vivere in famiglia e in armonia. Poi c’è Clar che sognava di sposarsi con un uomo bello, ha detto tra mille risate, altrimenti niente e poi di avere una fondazione in cui poter insegnare gratuitamente ai bambini. É ingegnera di sistemi, ha un bambino bellissimo ed é una ragazza allegra e felice. Nell’A1 del sabato pomeriggio a Ramos abbiamo scoperto che l’arte in tutte le sue espressioni, dalla pittura alla scrittura, al ballet, al disegno di moda é un sogno a cui si rinuncia apparentemente, perché la vita esige di allontanarsi dalle chimere artistiche e di vivere con i piedi per terra, ma é chiaro che nel fondo, a certi sogni non si rinuncia mai. Adriana, per esempio, dal ballet é passata a voler aprire una pasticceria e Dalila continua a dipingere quadri o a tingere capelli, fa lo stesso, per poter riuscire ad avere una scuola in cui insegnare e dare una spinta a giovani artisti in erba, a prescindere dall’età, perché l’arte non ha età. Juan, per esempio, voleva essere calciatore professionista e due anni fa ha debuttato in una squadra di serie A… Juan Manuel e Andrea, che si sono appena sposati, sognano tutta una vita insieme. E poi ci sono i due adolescenti dell’A2 che a Ituzaingó hanno trasmesso un messaggio forte e chiaro: il mio sogno é andare in Svizzera e se lo realizzassi comprerei chili di cioccolato! Perché no? In Svizzera o a Buenos Aires, i sogni cambiano forma, ma il messaggio é chiaro: ad essi non si dovrebbe rinunciare, nemmeno quando sembra che si allontanino. Se ci limitassimo ad osservare la realtà solo per quella che é, ci perderemmo in labirinti di esigenze ed etichette inutili. Dalla Dante, dunque, vi invitiamo a continuare a sognare.


a volte ricordo i miei sogni Nel mio sogno ero al lavoro. Ho sognato che dopo dopo molte ore di lavoro mi ero chiusa dentro e sono rimasta lì tutto il fine settimana! Sabato era il compleanno di mia cugina e io non sono potuta andare alla festa. Mi sono svegliata con molta paura… Evelyn

Nel mio sogno sono in spiaggia, fa caldo e il mare è tranquillo. Ci sono i miei amici, molti e divertenti. Di sottofondo si ascolta musica forte e tutti stanno ballando sulla sabbia. Quando è notte tutti mangiano patatine fritte! Candela

Ho incontrato Rosa, mia cugina che vive in Spagna. L’ho vista 15 anni fa. Noi parliamo sempre per telefono, ma non ci vediamo da molto tempo. Lei è molto importante per me. Nel mio sogno ricordo il profumo della sua casa e la sua voce dolce. Il 20 giugno sarò in Spagna e potrò farle visita a Orense, in Galizia. Nel mio sogno passeggiamo insieme e parliamo di tutto; siamo molto felici. Lei ha un problema alla colonna spinale, perciò è un po’ giù, ma io cercherò di farla felice. Nel mio sogno questo è possibile e mi sento grata Marta

Mi trovo in una città dove c’è una fontana. L’acqua scorreva in un buco ed il suono era rilassante. Sulla fontana c’era un angelo e intorno i bambini lanciavano le monete e si divertivano. Il cielo era azzurro ed il sole brillava. Mentre osservavo tutto questo mi sentivo meravigliosamente. C’erano altri dettagli, ma non li ricordo… Alicia

In questo sogno sono a casa mia, ma non quella in cui vivo ora, la precedente. Mi trovo nella mia stanza, seduta sul letto, ho appena fatto la doccia. Dietro di me c’è mia nonna, Mirta, sta prendendo un pettine ed è pronta per spazzolarmi (io ho solamente 11 anni in questo sogno). Mentre lei comincia a pettinarmi io le domando dov’era. Lei ride e continua. Alla fine le domando se può restare almeno quel giorno, ma lei mi risponde che non può, ma mi dice di non preoccuparmi perchè lei sarà sempre vicina a me. Purtroppo questo è il finale, avrei voluto continuare questo sogno più a lungo, ma non ce l’ho fatta. Micaela

Io vivo a Mar del Plata e mi sento molto rilassata perchè tutte le mattine faccio una passeggiata in spiaggia dopo la colazione. A pranzo mangio un insalata e alla sera faccio diverse attività. Un giorno arriva in città una nuovo progetto gastronomico e io mi propongo per il negozio di dolci: “Le sere con Andre”. Il negozio è di fronte al mare e tutte le mattine io preparo gli impasti per le torte e gli altri prodotti. Andrea


Io non so dove sono, ma è un luogo che non conosco. Mi sembra che sia sera e a tratti sono con un’amica. Entrambe corriamo e abbiamo paura, ma non so perchè corriamo. Non posso vedere se qualcuno ci segue, ma mi sembra di si. Ci nascondiamo e rimaniamo in silenzio, e poi continuiamo a correre. Per fortuna nessuno ci prende e penso che finisca così, perchè non ricordo più nulla. Melisa

Mi ricordo quando ero a Disney con mia moglie e mio figlio, quello era un sogno divenuto realtà. Era un divertimento continuo: abbiamo giocato a quasi tutti i giochi e ci siamo divertiti moltissimo insieme. C’erano anche i personaggi come Mickey, Pluto, Paperino… Le attrazioni che mi sono piaciute di più sono state Terminator, King Kong e Toy Story, ed la migliore è stata Avatar. Claudio

Ho comprato una casa grande, bella e molto comoda. Un giorno, nel salotto, vedo una grande scala. Questa scala mi fa paura e mi attrae allo stesso tempo. Decido di salire: in cima vedo un grandissimo appartamento pieno di mobili e tante altre cose. É lungo. La gente lo ha lasciato così. Il silenzio e la solitudine sono enormi. Alla fine del corridoio c’è una stanza chiusa, ma io so che devo entrare perchè questa stanza è per me. Mi piace questo appartamento e non voglio nessuno lì. Gabriela

Io ero a casa con la mia famiglia e qualcuno aveva un serpente a due teste, ma molto piccolo. Io lo prendevo, era sul mio braccio, ma improvvisamente il serpente è andato sotto la pelle, tra le mie vene. Questo mi ha spaventato, ma per la mia famiglia non c’era niente di male, perchè il serpente era magico. Alla fine è ritornato sulla mia pelle ed io ero più serena. Ariadna

Io e tre amici eravamo al centro commerciale e abbiamo incontrato altri bambini, compagni di scuola, ma la loro madre gli dice che devono andare via. Poco dopo abbiamo incontrato la ex fidanzata di un amico e abbiamo deciso di uscire, ma non possiamo! Tutto era chiuso e cerchiamo dappertutto una via d’uscita. Quando pensiamo di averla trovata, molti ratti cominciano a correre dappertutto, poi mi sono svegliato. Leandro

Io abitavo nel quartiere della mia adolescenza ed ero un cacciatore di vampiri. Avevo una spada d’argento e una mattina uscivo di casa per ammazzare tutti i miei vicini vampiri. Prima di tutto ho ammazzato Pablo e i suoi genitori, i tre dormivano in un sarcofago ciascuno. Dopo sono uscito da casa di Pablo e sono andato da Gustavo. Lui abitava da solo, ma quel giorno c’era la sua fidanzata, Noelia. Dormivano nello stesso sarcofago, li ho ammazzati con un colpo solo. Quando ho finito sono uscito ed il sole era veramente intenso...la mattina era quasi perfetta e io ho pensato “Devo andare al liceo, ma vado a casa”, e mi sono svegliato. Dimas


Batman e Gotham City Quando ero piccola mi sono lanciata dal terrazzo di casa pensando di essere Batman. Per me quest’uomo era molto importante. Sognavo sempre lui e il suo amico Robin. Tutte le sere vedevo il suo telefilm mentre facevo la merenda con Lorena, la mia migliore amica. Portavo tutte le cose di Batman: l’astuccio, il quaderno, la maglietta, lo zaino. La prima volta che sono andata al cinema, ho visto all’eroe di Gotham City con mia sorella. Per molti anni ho sempre sognato Batman e le sue avventure. La sua macchina era meravigliosa ed io pensavo se un giorno avrei mai potuto guidare una macchina come quella. È vero che ancora oggi, ai 40 anni, continuo a guardare tutti i film e ricordo quei giorni della mia infanzia. Claudia Busemi

, e i r o t s tre s o v e l o sta i m v a i i r t t a l e . ti.. asp n e m i m d o o c i i z r a t sp o l i vos è e parlate con il vostro prof ant D ) : a l i l n e d lun a i l g i o la vostra prof per tutt partecipare a questa avventura in italiano!!


Francesco Netri leader e martire in Argentina Nascita: 2 aprile 1873, Albano di Lucania, provincia di Potenza in Basilicata. Italia Morte: 5 ottobre 1916, Rosario

Alla fine del 1897 giunse nel porto di Buenos Aires una nave carica di emigranti proveniente dall’Italia sulla quale viaggiava Francesco Netri, di Albano di Lucania, che voleva raggiungere la madre e i cinque fratelli emigrati in Argentina. Nel paese natale frequentò le scuole elementari, a Potenza le secondarie, presso l’Istituto Sarli, e a Napoli si laureò in Giurisprudenza. Giunto a Buenos Aires si recò a Rosario dove viveva la famiglia, sul Rio Pazanà, una cittadina fiorente per la produzione di cereali e abitata da ricchi agricoltori, ma anche da poveri lavoratori della terra. Francesco venne accolto nei circoli di emigrati italiani e nella comunità argentina con grande rispetto per la sua cultura ed il suo carattere aperto e prodigo di aiuto per le classi meno abbienti. Nel 1900 ottenne la cattedra di Italiano nel Collegio nazionale di Rosario. L’anno successivo sposò Emma Prosasco, figlia di italiani..Ottenne il titolo di dottore in Legge in Argentina, dopo aver superato gli esami per il riconoscimento della sua laurea italiana. Chiese e gli venne concessa la cittadinanza argentina e il direttore del Giornale d’Italia lo attaccò poiché lesse quest’atto come rinuncia alla sua italianità. Netri si difese sostenendo che la cittadinanza argentina gli avrebbe consentito di difendere meglio i diritti dei tanti italiani poveri in Argentina che si rivolgevano a lui. Occupò così un posto importante tra i circoli culturali e sociali italiani. Organizzò il Circolo Italiano, fondo la società “Dante Alighieri” e l’“Unione e Benevolenza” per assistere i più bisognosi tra gli emigrati italiani. Netri fu anche scrittore fecondo. Si misurò con una “Nota su Dante”, “Problemi sulla doppia cittadinanza”, “Il problema agrario in Argentina” e altri scritti che gli diedero la popolarità a Rosario e in tuttal’Argentina. Nel frattempo la situazione agraria si inasprì , cresceva il contrasto tra contadini affittuari, mezzadri e grandi proprietari. Nel mese di giugno del 1912 nelle colonie di Alcorta e Bigand, vicino Rosario, i commercianti e le banche sospesero i crediti ai contadini. Questi si rivolsero all’avvocato Netri affinché li assistesse nella controversia e li aiutasse a modificare i vecchi patti agrari.


Ad Alcorta si svolse una pubblica assemblea nella sala della Società Italiana. Parlando a duemila contadini Netri propose la diminuzione dei canoni di fitto e mezzadria, l’istituzione di contratti di almeno quattro anni, la possibilità di trebbiare il raccolto per proprio conto ed una ripartizione dei prodotti a vantaggio dei mezzadri. L’assemblea si chiuse con un eloquente discorso dell’avvocato che consigliò, tra l’altro, prudenza alle masse di fronte al potere dei proprietari terrieri, organizzati nella Società Rurale che esercitava notevole influenza sul Governo argentino. La stampa diede risalto all’evento, definendo la prima assemblea dei contadini “il grido di Alcorta”. Le dimensioni che il fenomeno stava assumendo generarono non poche preoccupazioni in Netri il quale comprese ben presto che lo spontaneismo delle masse rurali andava guidato ed auspicò la formazione di un sindacato a tutela del movimento “giusto, necesario ed umano”. Alle elezioni per il Parlamento Argentino del 1912 fu eletto nel Partito Socialista il dottor Juan B. Justo. A questi si rivolse Netri affinché promovesse una legge sui patti agrari. L’organo di stampa “La Vanguardia” dedicò alla questione agraria un numero speciale. Il movimento contadino era in continua espansione e diventava sempre più urgente la sua organizzazione interna. Il 15 agosto 1912 Netri convocò l’Assemblea Costitutiva della Federazione Argentina dei lavoratori della terra nella sede della società “Unione e Benevolenza” di Rosario. Parteciparono 115 delegati con diritto di voto e di parola. Il primo manifesto della Federazione fu forte, chiaro, ispirato alla difesa dei diritti: “la forza della nostra ragione è tale che non serve appellarsi alla ragione della forza”. I punti programmatici respinsero l’estremismo e il settarismo. Il 21 settembre, Netri fondò il giornale “Bollettino Ufficiale dei lavoratori agricoli”, che l’anno successivo si sarebbe chiamato “La terra”. Nel primo numero del Bollettino, l’avvocato scrisse un articolo di fondo intitolato “Lo sciopero”, in cui asserì che il grido di ribellione di Alcorta del 25 luglio aveva contribuito a scrivere un’importante pagina della storia dell’Argentina e lo sciopero aveva condotto ad una prima vittoria dei lavoratori di Santa Fe, Buenos Aires, Cordoba, Entre Rios e del territorio della Pampa. Netri fino all’agguato che gli costò la vita nel 1916 a Rosario, non indietreggiò di un milímetro di fronte alle minacce e soprusi. I campesinos e la loro dignità erano una priorità, una ragione di vita.


SOLO ANDATA “VIAGGIATORI, VISIONARI E SOGNATORI” L’Italia deve il suo patrimonio artistico e culturale a visionari e pionieri che hanno avuto il coraggio di sfidare norme sociali e leggi per realizzare i propri sogni: loro hanno stravolto le regole, creato, innovato, rivoluzionato l’arte, l’industria, il panorama del Belpaese. Osservando solamente il secolo scorso, in cui è fiorito il Made In Italy, scopriamo vicende di uomini e donne italiani che hanno lottato per cambiamenti sino ad allora inimmaginabili.

“Un sogno sembra un sogno fino a quando non si comincia da qualche parte, solo allora diventa un proposito, cioè qualcosa di infinitamente più grande”, sosteneva Adriano Olivetti, imprenditore, ingegnere e anche politico italiano, un uomo che ha saputo innovare l’industria nazionale del 2° dopoguerra con le sue idee e i suoi princìpi di comunità. Nasce nel 1901, si laurea in ingegneria chimica a Torino, parte per gli Stati Uniti con lo scopo di visitare le fabbriche oltreoceano e carpirne elementi da poter applicare nella fabbrica fondata dal padre poco anni dopo la sua nascita: la Ing C. Olivetti & C, impresa che produceva macchine da scrivere. Tornato in patria, Adriano nel 1924 comincia a lavorare come operaio presso l’azienda di famiglia. Questi anni saranno di importanza fondamentale, forgeranno il suo carattere e getteranno le basi per la sua futura politica di impresa: “Occorre capire il nero di un lunedì nella vita di un operaio. Altrimenti non si può fare il mestiere di manager, non si può dirigere se non si sa che cosa fanno gli altri”. Forte dell’esperienza fatta negli States, Adriano Olivetti decide di apportare alcune innovazioni all’interno della fabbrica paterna. Propone una serie di modifiche che in breve tempo portano in crescita l’azienda. Tutte le innovazioni sono portate avanti con una particolare attenzione alle risorse umane, nei confronti delle quali crea un articolato sistema di servizi sociali (mense, asili, case), nonché un ambiente di lavoro sano e soddisfacente.


“Se vuoi qualcosa, devi imparare a combattere per averlo, anche a costo di sbagliare. Anche se gli altri ti prendono per matta o ti lasciano sola”. Una storia di coraggio e di sogni realizzati quella di Luisa Spagnoli, imprenditrice, innovatrice, paladina del made in Italy molto prima che questo esistesse, persona libera da conformismi, antesignana delle battaglie di solidarietà sociale e civile. Prima di Olivetti, Luisa Spagnoli, durante la Prima Guerra Mondiale, quando le donne lavoravano in fabbrica e gli uomini erano al fronte, fece in modo che le dipendenti potessero portare i figli in fabbrica e decise di retribuire anche il tempo impiegato dalle madri ad allattare, ritenendolo un loro diritto. Nel Dopoguerra aprì un asilo nella fabbrica, offrì posti di lavoro alle donne maltrattate, creò della cassa mutua aziendale per le malattie e un servizio di deposito fruttifero dei risparmi. Nella sua “Perugina” venne anche attivata la mensa aziendale e aperto uno spaccio alimentare dove poter fare la spesa a fine turno. Come se non bastasse, organizzò corsi serali di lingue straniere. Tra i grandi sognatori non possiamo non parlare brevemente di alcuni viaggiatori. Autore del bestseller “Un indovino mi disse” e “Buonanotte, signor Lenin” tra tanti altri, Tiziano Terzani ha viaggiato e vissuto in Asia (Cina, Hong Kong, Giappone e India) lavorando come corrispondente. I suoi libri, tradotti in diverse lingue, sono d’ispirazione tanto per giovani che vogliono scoprire il mondo quanto per i meno giovani in cerca di serenità. Amico di Terzani, Gino Strada è il fondatore di Emergency (1994), un’associazione umanitaria internazionale per la riabilitazione delle vittime di guerra e delle mine antiuomo. Chirurgo, Negli anni tra il 1989 e il 1994 lavora con il Comitato Internazionale della Croce Rossa in varie zone di conflitto: si sposta continuamente tra Pakistan, Etiopia, Perù, Afghanistan, Somalia e Bosnia-Erzegovina e continua la sua attività attraverso l’associazione. Infine, due giovani che in sella alle loro bici hanno deciso di stravolgere le loro vite: Dino Lanzaretti e Dario Nardi. Dino si è trasformato da viaggiatore “zaino in spalla” a “cicloviaggiatore estremo” unicamente per seguire la sua irrefrenabile curiosità. Tutto è iniziato con un semplice viaggio in Messico, ma mese dopo mese la voglia di avventura è cresciuta e lo ha spinto in India a fare alpinismo sull’Everest e sull’Annapurna, a scalare le vette più alte del Sud America, per poi esplorare il mondo in bici. E che mondo: Dino è l’ultimo uomo libero ad aver attraversato tutto il Tibet e nel Gennaio del 2017 parte per un viaggio pazzesco in Siberia nel luogo più freddo del mondo nel momento più gelido dell’anno compiendo la prima attraversata invernale del Polo del freddo toccando temperature anche di -60°C. Dario Nardi, biologo ferrarese, ha viaggiato 5 mesi attraverso Ecuador, Perù, Bolivia, Cile per mostrare come la palstica ed i rifiuti stiano danneggiando il pianeta. Dalle meraviglie delle Galapagos al lago Titicaca, nessun luogo è immune dall’inquinamento. “Ed è solo lo specchio di quel che avverrà in Europa”. Se volete saperne di più vi invito a vedere i loro profili Instagram, e se siete curiosi di altri viaggi bizzarri compiuti per realizzare un sogno, eccone alcuni: https://www.nanopress.it/storie/curiosita/il-giro-del-mondo-piu-assurdo-di-sempre-dieci-storie-di-viaggi-incredibili/48721/


il tema del prossimo numero sarĂ .... i viaggi nel tempo! Buona lettura e a presto


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