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BILANCIO ENERGETICO E PESO CORPOREO - Mario Parillo ............. “
Gruppo di studio ADI-AMD-SID “Nutrizione e diabete” Le raccomandazioni nutrizionali 2013-2014
STATEMENT 1
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STATEMENT 3
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RACCOMANDAZIONI
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Bilancio Energetico e Peso Corporeo
Mario Parillo
Il trattamento dell’obesità è di grande importanza in tutta la popolazione ed in modo particolare nei soggetti diabetici in quanto esiste una correlazione diretta tra Indice di Massa Corporeo (IMC) e patologie correlate all’obesità tra cui il DMT2.
Una modesta perdita di peso produce un miglioramento del controllo metabolico, una riduzione dell’uso di farmaci ipoglicemizzanti e può essere facilmente mantenuta a lungo termine.
La riduzione del peso corporeo porta ad un miglioramento di tutti i fattori di rischio cardiovascolare presenti nei pazienti diabetici.
In soggetto sovrappeso o obesi anche modeste perdite di peso portano ad un miglioramento dell’insulino resistenza.
(Livello di prova I, Forza della raccomandazione A)
Nei soggetti adulti con un IMC nei limiti della norma (18.5-24.9kg/m2) non è necessario specificare l’apporto calorico.
(Livello di prova III, Forza della raccomandazione A)
Nei soggetti in sovrappeso (IMC>25 kg/m2), l’apporto calorico deve essere ridotto e il dispendio energetico incrementato al fine di portare l’IMC nei limiti raccomandati.
(Livello di prova I, Forza della raccomandazioneA)
L’approccio principale per ottenere e mantenere il calo ponderale è la modificazione dello stile di vita che include una modesta riduzione dell’apporto energetico (500-1000 Kcal/die) ed incremento del dispendio energetico.
(Livello di prova I, Forza della raccomandazione A)
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È utile limitare il consumo di alimenti ad alta densità energetica, in particolare di quelli ricchi in grassi e zuccheri semplici, per ridurre il peso corporeo senza dover precisare la quota calorica.
(Livello di prova II, Forza della raccomandazione B)
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Il trattamento dell’obesità è di grande importanza in tutta la popolazione ed in modo particolare nei soggetti diabetici. Esiste una correlazione diretta tra IMC e patologie correlate all’obesità tra cui il DMT2. Il rischio è aumentato già in presenza di sovrappeso (IMC> 25kg/m2). Negli individui in sovrappeso o obesi, infatti, la sensibilità insulinica è ridotta e vi è un deterioramento globale del controllo del diabete. In particolare la distribuzione del grasso di tipo viscerale, aumento della circonferenza addominale, si associa ad un aumento dell’insulino resistenza.La maggior parte dei pazienti diabetici tipo 2 è in sovrappeso o obeso; in questi pazienti la perdita di peso, rappresenta l’aspetto più importante della terapia dietetica. Diversi studi hanno dimostrato che anche modeste perdite di peso inducono riduzione dei livelli di glicemia grazie alla diminuzione dell’insulino resistenza periferica e della produzione epatica di glucosio. La riduzione del peso corporeo porta inoltre ad un miglioramento di tutti i fattori di rischio cardiovascolare presenti nei pazienti diabetici, in particolare iperlipidemia ed ipertensione arteriosa ed una significativa riduzione del fabbisogno di farmaci ipoglicemizzanti(1-7-14) . Nella maggior parte dei soggetti obesi l’obiettivo del raggiungimento del peso corporeo ideale ed il mantenimento a lungo termine della perdita di peso è quasi sempre impossibile, è quindi importante non fornire ai pazienti traguardi poco realistici. Un target ragionevole, per riuscire ad avere significativi effetti metabolici, può essere la perdita di peso di circa il 510% del peso corporeo in 3- 6 mesi. Questa modesta perdita di peso produce un miglioramento del controllo metabolico,una riduzione dell’uso di farmaci ipoglicemizzanti e può essere facilmente mantenuta a lungo termine. È chiaro che la dove sia possibile bisogna mirare ad una perdita di peso maggiore. L’intervento psico- educazionale individuale o di gruppo è essenziale per ottenere risultati a lungo termine. Per i pazienti normopeso non è importante modificare l’apporto energetico giornaliero. Nei pazienti in sovrappeso o obesi, e in particolare nei pazienti che presentano una distribuzione del grasso viscerale, è invece importante ridurre l’apporto energetico giornaliero La restrizione diete-
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BIBLIOGRAFIA
22 tica deve essere valutata in base al dispendio energeticodel paziente.In genere si consiglia una riduzione del’apporto energetico di 500-1000Kcalorie rispetto al dispendio energetico giornaliero calcolato, diminuendo in particolare l’apporto di alimenti ad alta densità energetica, ricchi in grassi e/o carboidrati, e aumentando l’apporto di fibre vegetali. In soggetti che hanno un alto consumo giornaliero di alimenti ad alta densità energetica ( ricchi in grassi e/o carboidrati come dolci, biscotti, bevande zuccherate, grassi da condimento, formaggi, insaccati) la sola riduzione dell’uso di questi alimenti può portare a perdita di peso. È sconsigliato nel paziente ambulatoriale scendere al di sotto delle 1300 kcal/die. L’effetto sul lungo termine sulla perdita di peso di diete con diversa composizione in macronutrienti, basso contenuto in carboidrati o basso contenuto in grassi , è similequindi più che la composizione della dieta per la perdita di peso a lungo termine è importante la riduzione dell’apporto calorico e l’aderenza al trattamento dietetico. La “Dieta Mediterranea” resta uno degli approcci più validi anche per la perdita di peso(7-11). In tutti i casi non è consigliabile ridurre l’apporto di carboidrati giornalieri al di sotto di 130g. Alcuni studi dimostrano un beneficio della dieta a basso indice glicemico sulla perdita di peso(11,12) . Alla riduzione dell’apporto calorico deve essere associato l’incremento dell’attività fisica, che è importante non solo per facilitare la perdita di peso ma anche nel periodo di mantenimento per prevenire il recupero del peso perso. Il livello minimo di esercizio fisico per aiutare la perdita di peso è di 30-60minuti di attività fisica moderata per almeno 5 giorni la settimana. Anche i pazienti affetti da diabete tipo 1, in sovrappeso, possono diventare insulino-resistenti e il calo ponderale riduce il fabbisogno d’insulina e migliora il controllo glicemico. Il trattamento dell’obesità con intervento chirurgico bariatrico è indicato in presenza di IMC >35 kg/m2 e resistenza al trattamento nutrizionale e farmacologico.
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