LABORATORIO DI URBANISTICA 2015/16 Prof. Antonella Bruzzese, Prof. Anna Moro Tutor: Luca Brivio, Paolo Maneo, Fulvia Proserpio Scuola di Architettura, Urbanistica e Ingegneria delle Costruzioni Corso di Laurea in Progettazione dell’Architettura
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APPROCCI MINIMI BOOK FINALE // Gruppo 4 LAURA CERLIANI, ELEONORA CESANA, ANNACHIARA COLOMBO, MARTINA CINEFRA, NOEMI CRAPELLA
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INDICE DEI CONTENUTI 1.IL LABORATORIO IN POCHI PASSI 2.CONTESTO 3.PERCHÈ I SUOLI DURI? 4. MODALITÀ D’INTERVENTO 5.1.UNA STRADA PER LAMBRATE 5.2.TAKE IT SLOWLY 5.3.LAMBRATE A CIELO APERTO 6.RIFERIMENTI PROGETTUALI
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IL LABORATORIO IN POCHI PASSI Il percorso progettuale come un intreccio di fili Focalizzazione sui punti di svolta necessari per la formulazione del progetto
Il nostro percorso all’interno del Laboratorio di Urbanistica è iniziato dalla lettura e dall’interpretazione del territorio della città di Milano, con particolare attenzione al quartiere di Lambrate. Abbiamo, infatti, indagato in modo approfondito questa porzione di città, che sta attraversando grandi processi di trasformazione urbana. La prima fase di studio del territorio consisteva in una “lettura dall’alto” basata sull’interpretazione del materiale cartografico e sull’analisi morfologica del contesto in relazione al costruito, alle reti infrastrutturali e allo spazio verde. L’operazione ci ha permesso una “lettura dall’alto” che ci è stata d’aiuto nella fase di mappatura e riconoscimento dei luoghi nella prima fase progettuale. L’individuazione di alcuni temi rilevanti e delle caratteristiche funzionali, morfologiche e infrastrutturali del territorio ci hanno indirizzato ad una lettura ancora più approfondita e “dall’interno”. A partire dalla considerazione della città come sistema di relazioni tra ambiente fisico, ambiente costruito e ambiente antropico, attraverso il sopralluogo, le interviste e le osservazioni abbiamo analizzato la dimensione sociale del contesto di Lambrate, ponendo particolare attenzione all’individuazione delle popolazioni urbane, degli usi e delle pratiche. Abbiamo esaminato il sistema dello spazio pubblico, inteso come luogo della collettività. Abbiamo riconosciuto le molteplici funzioni e attività che si svolgono nel quartiere e preso coscienza sia delle criticità sia delle potenzialità che non era possibile scorgere da una prima analisi cartografica. Abbiamo inoltre iniziato ad osservare e mappare delle aree interessanti che inizialmente avevamo trascurato. Siamo giunte a concepire la città e in particolare Lambrate come un luogo dinamico in cui si intrecciano molteplici comportamenti urbani e differenti pratiche.
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Successivamente ci siamo concentrate sulla lettura e l’analisi del caso studio di Piazza Innesti, un progetto di riqualificazione di uno spazio marginale realizzato a Sapri: tre studenti della facoltà di Architettura dell’Università di Napoli hanno trasformato un parcheggio in una piazza, rendendola un luogo in cui la società si riflette e trova identità. Il processo di progettazione del nuovo spazio pubblico è partito dalle esigenze e dalle richieste concrete esposte dai residenti, e la sua realizzazione si è svolta con un approccio partecipato. La comunità locale, infatti, è stata coinvolta direttamente durante i workshop di auto-costruzione dell’arredo urbano e di allestimento dello spazio. Lo “smontaggio” di questo progetto ci ha orientato verso l’individuazione all’interno del contesto di Lambrate di suoli duri marginali e sottoutilizzati. Abbiamo anche accolto l’idea che un piano progettuale potesse essere fatto a partire da esigenze concrete del quartiere, e compreso che il coinvolgimento della comunità potesse essere un punto a favore sia per quanto riguarda la fase di costruzione sia per un uso più cosciente e responsabile del luogo nel futuro. Partendo dal caso studio di Sapri, nell’ultima parte del Laboratorio, abbiamo mappato le aree del quartiere marginali (slarghi di marciapiedi, angoli sottoutilizzati ma anche aree pavimentate che potenzialmente fossero una risorsa del quartiere) e infine elaborato delle proposte progettuali, ovvero microinterventi di agopuntura urbana che possano trasformare questi spazi in una risorsa per Lambrate, contribuendo a migliorarne l’aspetto e la qualità urbana. Il percorso del Laboratorio ci ha fatto prendere coscienza di numerose sfaccettature del contesto cittadino che inconsapevolmente all’inizio erano state da noi tralasciate. Capire i tanti fili che nella città si intrecciano ci ha portato a scegliere una strada progettuale non utopica, ma anzi una strada concreta, in grado di non stravolgere il volto di Lambrate, mirata a sfruttare a pieno gli elementi già presenti, e facilmente (secondo il nostro punto di vista) realizzabile. 5
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MAPPA DI STRATEGIA La mappa illustra i tre percorsi su cui sono state formulate le proposte progettuali. Sono evidenziati la rete stradale di Lambrate, gli spazi verdi annessi, i suoli duri e in particolare quelli in cui si è previsto un intervento.
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area d’intervento spazi verdi marciapiedi fronti urbani strada a bassa frequentazione
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CONTESTO
Il quartiere di Lambrate, situato nel settore est di Milano, era originariamente un borgo agricolo isolato. Nel corso degli anni ha subito consistenti trasformazioni che ne hanno determinato una vocazione prevalentemente industriale. Il territorio è delimitato a Ovest dalla ferrovia e a Est dalla tangenziale; nella porzione centrale si trova l’asse storico di via Conte Rosso considerato il fulcro dell’attività commerciale e sociale. I primi insediamenti industriali sono sorti a partire dagli anni 30 nella porzione inferiore del quartiere, dove permangono fabbriche ancora attive. Grandi complessi residenziali sorgono a Feltre (Nord), Ortica (Sud), Città Studi (Ovest) e Rubattino (area in precedenza industriale). Nella zona di Ventura Lambrate esistono molti spazi espositivi, utilizzati prevalentemente durante il Fuorisalone e in altre ristrette occasioni; si tratta per la maggior parte di ex capannoni industriali riconvertiti in ambienti dinamici e versatili, spazi per l’arte e il design. A Lambrate sono in atto molteplici progetti di riqualificazione, mirati al rinnovamento del quartiere e alla trasformazione di aree dismesse e inutilizzate.
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CONTESTO Nella pagina precedente: Parco delle Acque, via Conte Rosso, via Muzio Scevola. A destra: piazza Viale delle Rimembranze e la stazione ferroviaria di Lambrate.
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PERCHÈ I SUOLI DURI?
Il nostro percorso progettuale nasce dalla volontà di individuare e mappare sul territorio di Lambrate spazi duri apparentemente senza qualità, marginali o inutilizzati, che possano diventare una risorsa e contribuire a migliorare la qualità urbana del quartiere. Attraverso una sguardo analitico e critico abbiamo riconosciuto la presenza di parcheggi, marciapiedi ampi, strade poco sfruttate o isolate in cui abbiamo ipotizzato micro interventi e azioni mirate di agopuntura urbana. L’obiettivo è quello di trasformare piccoli spazi, già dotati di una forma riconoscibile ma poco sfruttati, attraverso la progettazione dell’arredo urbano, la pianificazione di piccoli interventi di riqualificazione e la realizzazione di semplici azioni creative in grado di coinvolgere la comunità locale. Queste operazioni richiedono ridotti investimenti economici, sono realizzabili rapidamente e possono innescare un positivo effetto a catena perché risultano facilmente replicabili. Questi spazi, trasformati e riprogettati tentando di dare risposta agli usi e nel rispetto delle pratiche positive già esistenti, possono diventare luoghi piacevoli per la sosta, l’incontro o il passaggio.
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La strada è uno spazio fisico che, con le sue estensioni e i suoi limiti, definisce l’immagine della città formale, ma rappresenta anche uno spazio relazionale, accessibile alla collettività, un luogo di incontro, scambio e condivisione del vivere urbano. La città è il luogo delle infinite possibilità e lo spazio pubblico della strada riflette questa condizione: interventi temporanei, modificabili, adattabili nel tempo, agili sono quelli che meglio rispondono a queste esigenze. Approcci minimi di agopuntura urbana possono avere un grande impatto e “attivare” spazi con nuovi significati, avvicinare le comunità e innescare pratiche urbane e usi differenti. I microinterventi ipotizzati in alcune aree di Lambrate si innestano su forme già presenti nel territorio: il valore dell’intervento urbano sta nella sua capacità di comprendere le relazioni dello spazio e la dinamica delle azioni nel contesto del quartiere per valorizzare luoghi sotto-utilizzati e scarsamente considerati. « Ho sempre cullato l’illusione e la speranza che con una puntura d’ago si potesse curare il dolore. Il principio di recuperare l’energia da un punto dolente o affaticato con un semplice tocco ha a che fare con la rivitalizzazione di questo punto e dell’area che lo circonda; molto spesso mi interrogo sul perché determinate città riescano a compiere trasformazioni. Sappiamo che la pianificazione è un processo: per quanto buona possa essere, non può provocare trasformazioni immediate. Quasi sempre è una scintilla che inizia un’azione, e la susseguente propagazione di questa azione. E’ questa che io chiamo una buona agopuntura. Una vera agopuntura urbana. » Tratto da J. Lerner, Agopuntura urbana, 2005
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MODALITÀ D’INTERVENTO
A partire da un’analisi critica del territorio di Lambrate e attraverso sopralluoghi e indagini dirette, abbiamo realizzato una mappatura dei suoli duri che potevano essere interessanti, perché in grado di rappresentare una potenziale risorsa per il quartiere. Successivamente abbiamo realizzato interviste e distribuito questionari ai cittadini, per recepire informazioni utili sugli usi e le pratiche, sulla percezione del quartiere e sulla valutazione della sua vivibilità; infine abbiamo registrato specifiche richieste o suggerimenti. Terminata la prima fase di indagine ed esplorazione del contesto, sulla base dai dati raccolti, è iniziata la fase progettuale. Dalle criticità e potenzialità riscontrate nei suoli duri analizzati, sono stati individuate tre direttrici, ciascuna orientata ad un tema specifico. Il lavoro di gruppo si è articolato a partire da un brainstorming, che ci ha consentito di individuare gli elementi chiave, gli utenti e gli stakeholders per ciascuno dei percorsi segnalati. Infine abbiamo individuato micro interventi e azioni mirate e specifiche, con l’obiettivo finale di riqualificare piccoli spazi marginali, migliorare la qualità urbana di Lambrate e ridare vita e colore ad un quartiere in trasformazione.
scuole gioco centro storico
bambini
oratorio zone d’ombra
origini
strada
angoli di strada
macchine accoglienza
luce
colore ingresso
storia
paese in una città
eventi arte fuori salone
temporanea
giovani spazio multifunzionale
lavoratori
condivisione
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Come giudichi la vivibilità nel quartiere di Lambrate?
18%
Molto Piacevole Abbastanza Piacevole
64% 18%
Poco Piacevole
A Lambrate mi piacerebbe se ci fossero più.... Aree verdi e parchi Parcheggi Elementi di illuminazione Panchine, tavoli e arredo urbano Luoghi di incontro e socializzazione Zona d’ombra Percorsi pedonali 13
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1. UNA STRADA PER LAMBRATE Creazione di una “porta di ingresso per Lambrate” che trasmetta ai cittadini l’importanza della conoscenza della storia e della conservazione del proprio passato.
Nel 1906 iniziarono i lavori per la realizzazione di una grande cintura ferroviaria esterna all’abitato della città di Milano. La realizzazione del tracciato ferroviario ha contribuito a modificare profondamente la morfologia urbana del territorio di Lambrate e ha accelerato la sua trasformazione da area suburbana agricola a polo industriale di rilievo. L’ingresso a Lambrate avviene verso Ovest da via Nicola Antonio Porpora e via Edoardo Bassini attraverso due sottopassaggi. Il primo percorso del nostro progetto inizia dal sottopassaggio di via Bassini, che collega il centro di Milano con il quartiere di Lambrate. É costituito da tre aperture: quella centrale è molto ampia in quanto ospita il passaggio di una strada a doppio senso di circolazione, mentre le altre due aperture, più esterne, sono riservate ai pedoni e hanno dimensioni ridotte. L’ingresso nel sottopassaggio è facilitato dalla presenza di strisce pedonali il cui attraversamento è regolato da semafori; alcuni di essi non sono attualmente funzionanti. Dal punto di vista viabilistico, esistono consistenti problematiche di interconnessione tra le zone ad est e a ovest della ferrovia, a causa del ridotto calibro della carreggiata nei fornici. Oltre il sottopassaggio si imbocca sulla destra via Pietro Saccardo, una strada a senso unico di circolazione, in cui attualmente viene effettuata una scarsa manutenzione. Sul lato destro, la cortina stradale è costituita da una cinta muraria interrotta solo in corrispondenza di edifici residenziali e commerciali. Il muro è quasi interamente imbrattato da scritte e graffiti e presenta dei rattoppi in cemento di sgradevole aspetto. Lungo la via, in alcuni punti, il marciapiede si allarga e definisce piccoli slarghi di dimensioni molto ridotte, suoli duri apparentemente privi di qualità e trascurati ma che possono potenzialmente rappresentare una risorsa. In corrispondenza dell’incrocio con via Console Flaminio si trova un giardino di circa 140 mq con ristrette aree verdi e un percorso in cemento che lo attraversa. 14
area d’intervento spazi verdi marciapiedi fronti urbani strada a bassa frequentazione scuole
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Dimensioni: 300 mq Materiale: Asfalto Usi: Sottopassaggio riservato ai pedoni
Dimensioni: 70mq - 50 mq - 30 mq Materiale: Asfalto Usi: Piccoli spazi usati abusivamente come deposito di rifiuti
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PROBLEMATICHE
La zona del sottopasso è percepita negativamente dai residenti perché priva di adeguata illuminazione e pericolosa. Via Saccardo è una strada di collegamento, a senso unico di circolazione; entrambi i lati dei marciapiedi sono occupati da auto parcheggiate. Percorrendo la strada la sensazione è quella di una via poco curata, dall’aspetto degradato ed esteticamente poco piacevole.
Suolo Duro Strada Accesso Illuminzione Alberature Area di cantiere Marciapiede Scuola Attraversamento Pedonale
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Dimensioni: 250 mq Materiale: Asfalto Usi: Angolo di marciapiede sottoutilizzato
Dimensioni: 150 mq Materiale: Asfalto Usi: Percorso tra il verde pubblico urbano utilizzato come passaggio principalmente dai residenti e dai bambini dell’asilo adiacente
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PROBLEMATICHE
Il giardino situato all’incrocio tra via Pietro Andrea Saccardo e via console Flaminio è poco frequentato perché è considerato esclusivamente un luogo di passaggio. Inoltre la mancanza di panchine o atri elementi di seduta impedisce la sosta nell’area. Proseguendo su via console Flaminio si trova un asilo nido; nelle ore di entrata e uscita dalla scuola materna questa zona è frequentata dai bimbi e dalle mamme.
7:30
7:30
Suolo Duro Strada
7:30
Accesso Illuminazione
Lavoratori Studenti
Lavoratori Studenti Residenti Anziani
Lavoratori Studenti
Lavoratori Lavoratori Studenti Studenti 7:30 Mamme e bambini Residenti 9:00 Residenti Lavoratori Anziani 11:00 Studenti Mamme e bambini Residenti 9:00 Residenti Anziani 11:00 Mamme e bambini Residenti 16:00
11:00
Alberature Residenti Anziani
Verde Pubblico Marciapiede
11:00
Mamme e bambini Residenti 16:00
Scuola Attraversamento Pedonale 19
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PROPOSTE E LINEE GUIDA
MURALES
Per riqualificare la zona del sottopasso e renderlo un luogo piacevole per il passaggio dei pedoni e delle auto il progetto vorrebbe vertere verso la realizzazione di un murales, che si sviluppa anche sulla cortina muraria di via Saccardo, progettato grazie alla collaborazione tra il Politecnico di Milano e la comunità locale. La progettazione partecipata da parte dei cittadini è un’occasione per renderli protagonisti della realtà in cui vivono e attori del cambiamento per migliorare il quartiere e renderlo più vivibile e gradevole. Uno degli obiettivi del murales è quello di far conoscere la storia, spesso trascurata e poco conosciuta, di Lambrate e la sua trasformazione da originario borgo rurale a importante polo industriale nell’area milanese. Per questo motivo il murales vuole illustrare elementi ed eventi significativi per la storia del quartiere; a partire dalla sua iniziale vocazione agricola, mostra le successive trasformazioni industriali, fino ai più recenti interventi di riqualificazione e trasformazione di alcune aree dismesse o inutilizzate. La conoscenza dei cambiamenti storici, economici e sociali del quartiere rappresenta il presupposto per poter costruire una realtà nuova e migliore nel presente. Questo intervento urbano, di grande impatto visivo, oltre a migliorare percezione della zona, suggerisce un nuova via di accesso per Lambrate, che potrebbe favorire la riduzione del traffico in prossimità della stazione ferroviaria. Inoltre la definizione di una nuova connessione stradale è in grado di dare maggiore visibilità ai commercianti che svolgono la loro attività in quest’area. Il murales è realizzato con una speciale tecnologia anti-smog, che prevede l’utilizzo di una pittura in grado di ‘depurare’ l’aria, contribuendo all’igiene dell’area limitrofa, già utilizzata per la realizzazione di murales nell’area milanese.
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BARRIERA VEGETALE
Per quanto concerne l’area verde all’incrocio di via Saccardo e via Console Flaminio, il progetto prevede la realizzazione di una barriera vegetale finalizzata a delimitare l’area verde e risolvere il problema dell’affaccio diretto sulla strada, pericoloso soprattutto per i bambini che frequentano la zona.
ELEMENTI DI ARREDO URBANO: SEDUTE
L’introduzione di elementi di arredo che consentano la seduta all’interno del giardino è finalizzata a rendere lo spazio più fruibile dai cittadini. Il nostro obiettivo è quello di trasformarlo in un piacevole luogo di sosta e di incontro, in cui le mamme e i bambini che frequentano la scuola materna, ma anche giovani o anziani, possono concedersi una pausa durante la giornata.
Il progetto prevede anche l’intervento sulle pareti del sottopassaggio per accogliere la comunità. Abbiamo pensato a una sorta di logo per il quartiere colorando di vari colori gli isolati della zona del centro storico. Nelle pagine seguenti sono presentati dei render in cui sono evidenziati in fucsia gli elementi d’arredo e le pareti murarie su cui il progetto si propone di intervenire.
zona Ventura conte rosso via Sbodio
piazza rimembranze
LAMBRATE via Saccardo
via Oslavia
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aspetto attuale
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proposta d’intervento
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aspetto attuale
proposta d’intervento
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MURALES A fianco è riportata un’ipotesi di murales, in cui sono illustrate le tappe principali della storia di Lambrate, in particolare il primitivo nucleo agricolo, il successivo sviluppo industriale e le recenti riqualificazioni.
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2. TAKE IT SLOWLY Valorizzazione dello stile di vita autentico e lontano dalla routine caotica della metropoli. Recupero della dimensione del gioco all’aperto e della convivialità, a partire dalla valorizzazione della strada come luogo di incontro e socializzazione.
Il secondo percorso individuato si articola nel baricentro di Lambrate, intorno all’asse storico del quartiere, e comprende via Conte Rosso e alcuni edifici scolastici. In questa zona permane una dimensione più raccolta e cittadina: molti residenti apprezzano l’atmosfera tranquilla che si respira tra le strade del centro di Lambrate, che appare come “un paese in una grande città”. Il percorso inizia in corrispondenza di via Tommaso Pini, dove si trovano la scuola Rudolf Steiner e la Biblioteca della Scuola universitaria di discipline infermieristiche della Facoltà di medicina e chirurgia dell’Università degli studi di Milano. Di fronte a questi complessi scolastici si trova una porzione di suolo cementato ampio circa 12 metri alternato ad aree recintate attrezzate con giochi per bambini e apposita pavimentazione antitrauma in gomma. In corrispondenza del cancello di ingresso degli edifici dell’istruzione si trovano delle barriere in metallo per delimitare l’area e impedire la circolazione dei bambini, che risulterebbe pericolosa e potrebbe intralciare il passaggio delle automobili. Imboccando via Muzio Scevola si giunge presso la Piazza viale delle Rimembranze, che unisce le due parti in cui Lambrate era divisa fino all’inizio del XX secolo: Lambrate di Sopra (che comprendeva via Conte Rosso) e Lambrate di Sotto. La piazza è perfettamente circolare, dispone di porzioni verdi dotate di alberature e un’area centrale pavimentata. Sulla piazza si affaccia l’istituto scolastico Amerigo Vespucci. L’asse stradale più antico del quartiere è via Conte Rosso, cuore residenziale e commerciale di Lambrate, interessato da recenti sperimentazioni nel campo dell’arte, del design e dell’informazione. Nel Marzo 2015 si è concluso l’intervento di riqualificazione della via, finalizzato a rilanciare la fruibilità della zona da parte dei pedoni e a ripristinare il decoro nel quartiere.
area d’intervento spazi verdi marciapiedi fronti urbani strada a bassa frequentazione scuole
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Dimensioni: 230 mq Materiale: Asfalto Usi: Riservato all’entrata e all’uscita degli alunni dalla scuola adiacente. Zona ludica per bambini.
Dimensioni: 580 mq Materiale: Asfalto Usi: Utilizzato come parcheggio per la scuola.
Dimensioni: 190 mq Materiale: Asfalto Usi: Tratto di marciapiedi tuttora utilizzato come parcheggio abusivo. 28
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PROBLEMATICHE
L’area in via Tommaso Pini è frequentata prevalentemente da bambini e anziani, data la vicinanza con la scuola elementare, l’area del mercato, bar e attività commerciali. E’ già stata progettata un’area verde attrezzata per bambini, solitamente frequentata da questi ultimi nelle ore di entrata e di uscita da scuola. Ciò che si evidenzia è la mancanza di dispositivi di protezione per il sole e l’utilizzo improprio dello slargo del marciapiede adiacente all’istituto.
Suolo Duro Verde Pubblico Accesso Strada Scuola Illuminazione Alberatura Marciapiede Attraversamento Pedonale
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Dimensioni: 300 mq Materiale: Asfalto Usi: Piazza storica e rotatoria centrale. Utilizzata abusivamente da extracomunitari durante la notte.
Dimensioni: 100 mq - 100 mq Materiale: Pavimentazione in porfido Usi: Utilizzato dai bambini durante l’uscita da scuola
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PROBLEMATICHE
Piazza Viale delle Rimembranze è un’importante snodo stradale per il quartiere. Negli ultimi anni ha attraversato una fase di grande declino che ne ha peggiorato l’aspetto e ha contribuito alla definizione di una visione negativa del luogo da parte di residenti e non solo, che lo considerano quasi esclusivamente un luogo di passaggio. La presenza di diversi gruppi etnici durante le ore giornaliere e notturne ha creato tensioni sociali all’interno della comunità. Grazie alle associazioni locali attive sul territorio sono stati proposti e avviati alcuni progetti di riqualificazione urbana della piazza, nell’ottica di favorire la partecipazione e la coesione sociale. L’asse storico di Conte Rosso è il nucleo dell’attività commerciale e sociale di Lambrate. Si tratta di una via recentemente ristrutturata, dall’aspetto piacevole e ordinato. È frequentata in particolare da anziani e da residenti o lavoratori nella zona. Nelle ore di entrata e di uscita da scuola molti bimbi frequentano la via e sostano nel giardino recitato di Conte Rosso.
Suolo Duro Strada Accesso Illuminzione Alberature Verde Pubblico Marciapiede Scuola Pavimentazione Attraversamento Pedonale
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PROPOSTE E LINEE GUIDA
GIOCHI PER STRADA Abbiamo pensato di disegnare sul suolo duro di alcuni marciapiedi, slarghi e aree pavimentate dei giochi per bambini e non, attraverso l’impiego di una apposita pittura colorata. Lo scopo è quello di riscoprire lo spazio urbano e recuperare il rapporto con la strada e la città, considerata luogo di incontro, scambio e socialità. In Piazza Viale delle Rimembranze, date la sua forma e dimensioni, abbiamo progettato la realizzazione di un grande gioco dell’oca per riportare colore e gioia a un così importante luogo per Lambrate. Di fronte agli edifici scolastici si trova un altro suolo duro pavimentato sul quale abbiamo pensato di dipingere il gioco “scale e serpenti”. Nell’angolo di via Conte Rosso abbiamo pensato di disegnare sul suolo il gioco della campana. IL GIOCO NELLA MEMORIA STORICA Il gioco è l’espressione più autentica della cultura umana e si adatta al contesto sociale in cui si svolge. Il recupero dei giochi tradizionali rappresenta pertanto la riscoperta della propria storia, delle proprie origini e del senso di appartenenza. Il gioco stimola l’inventiva, la curiosità, la manualità, l’ingegno; con il gioco il bambino si adatta e si avvicina alla società degli adulti. Negli anni cinquanta i bambini si costruivano da soli i loro giochi con i materiali che c’erano a disposizione e la fantasia diventava la materia primaria. I giochi si facevano prevalentemente per strada o in altri spazi aperti, c’era il piacere di fare parte del gruppo e di mettersi alla prova riuscendo a superare le difficoltà.
ELEMENTI DI ARREDO URBANO: PORTA BICI Per incentivare l’utilizzo della bicicletta soprattutto tra i più giovani e promuovere una nuova mobilità, più slow e rispettosa dell’ambiente, abbiamo pensato alla collocazione di parcheggi per le bici, in corrispondenza delle scuole e dei principali punti di ritrovo. ZONE D’OMBRA Dalle interviste e dai questionari, realizzati durante un sopralluogo nel quartiere, è emersa l’esigenza, soprattutto da parte dagli anziani, di avere luoghi protetti dal sole dove riposarsi e sostare durante il giorno. Per questo abbiamo pensato all’inserimento di pergolati e giardini pensili per creare zone d’ombra, nell’area pavimentata di fronte alla scuola in via Pini. 32
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GIOCHI PER STRADA Nel render a fianco viene illustrato il progetto per il disegno sul suolo di Piazza Viale delle Rimembranze un gioco dell’oca.
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GIOCHI PER STRADA Ipotesi per la realizzazione di pergolati, al fine di creare zone d’ombra, di sedute e di una barriera vegetale per limitare l’affaccio sulla strada. Sul suolo sono riportati dei possibili giochi.
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3. LAMBRATE A CIELO APERTO (RI)scoperta dello spazio pubblico attraverso interventi di infrastrutturazione minima mirati ad innescare nuove dinamiche di utilizzo temporaneo dei luoghi.
Il terzo percorso si snoda tra via Folli, via Sbodio e via Arrighi; in questa zona sono collocati molti capannoni industriali riconvertiti in spazi espositivi e aperti al pubblico durante la Milan Design Week con il Fuorisalone. In via Eugenio Folli si trova un parcheggio abusivo utilizzato dai residenti e dai lavoratori della zona. Il suolo è sterrato e dissestato; non esiste una recinzione che delimiti lo spazio e, verso via Rombon, si trova una piccola porzione verde con alberature e cespugli incolti che segnano il confine con la strada provinciale che si trova ad un livello sopraelevato. Svoltando a sinistra in via Sbodio si trova un marciapiede piuttosto ampio che, in alcuni punti, si allarga ulteriormente invadendo di poco la carreggiata. Questi slarghi si trovano prevalentemente in corrispondenza dei cancelli di ex fabbriche e industrie ora abbandonate o inattive. Continuando su via Sbodio, sulla sinistra, si trova una via a fondo cieco poco frequentata e un ampio parcheggio riservato ai dipendenti delle industrie limitrofe, con accesso da via Cletto Arrighi. Il posteggio confina, verso Ovest, con il fiume Lambro.
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superficie: 650 mq materiale: ghiaia, suolo sterrato uso: area utilizzata come parcheggio dai residenti
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PROBLEMATICHE
L’area di via Folli è utilizzata come parcheggio non regolamentato prevalentemente dai residenti e dai lavoratori della zona. Presenta un terreno sconnesso con grandi buche che rendono difficoltoso il transito dei pedoni. E’ connessa a via Rombon, parallela a via Folli e principale percorso di accesso di Lambrate, attraverso un lieve dislivello caratterizzato da alberatura e verde incolto.
Suolo Duro Strada Accesso Illuminazione Alberature Verde Pubblico Marciapiede Edificio residenziale Attraversamenti Pedonali 39
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superficie: 500 mq materiale: asfalto uso: zona di parcheggio per lavoratori e transito mezzi industriali
superficie: 900 mq materiale: asfalto uso: parcheggio riservato ai dipendenti delle industrie circostanti stato di conservazione: suolo in parte usurato assenza di interventi di manutenzione
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PROBLEMATICHE
In via Sbodio esistono molti spazi in disuso o impiegati per attività industriali e commerciali che, nella settimana del Fuorisalone, ospitano esposizioni e altri eventi temporanei. Durante gli altri giorni dell’anno questa porzione del territorio di Lambrate, compresa tra via Sbodio e via Ventura, rimane quasi esclusivamente una zona di passaggio, priva di luoghi significativi per la comunità. In particolare è presente una strada privata utilizzata prevalentemente come parcheggio. Il parcheggio industriale di proprietà privata occupa una superficie di circa 900 mq. I posti auto sono segnalati da panettoni in cemento e non esistono elementi di illuminazione. È frequentato soprattutto negli orari di ingresso e uscita dal lavoro. Nei giorni festivi resta chiuso al pubblico. La via traversa a nord dello stesso è una strada a fondo cieco, utilizzata prevalentemente come parcheggio e come luogo di carico-scarico merci per le industrie che vi si affacciano. Giorni feriali 8:00 - 20:00 Lavoratori
Giorni festivi Chiuso
Suolo duro Edificio industriale fiume Lambro alberatura argine naturale recinto Accessi dissuasori 41
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PROPOSTE E LINEE GUIDA
SPAZIOEVENTI A CIELO APERTO
Il parcheggio di proprietà privata è utilizzato durante la settimana dai dipendenti delle industrie della zona ed è disponibile per attivazioni temporanee durante alcuni weekend, stabiliti e concordati con il proprietario. Il nostro intervento per la realizzazione di uno spazio multifunzionale consiste nella realizzazione di elementi di infrastrutturazione minima quali sedute, elementi di illuminazione, attacchi per le prese elettriche e punti di raccolta per i rifiuti. Abbiamo definito alcuni microinterventi che possono migliorare la qualità dello spazio e che sono compatibili con entrambe le funzioni del luogo: quella di parcheggio, durante i giorni feriali, e quella temporanea di spazio adibito all’organizzazione di eventi (esposizioni d’arte e di design, cinema all’aperto, food market) Attualmente abbiamo constatato, all’interno del posteggio, la presenza di alcuni panettoni in cemento che servono per definire i posti auto. La nostra idea è quella di sostituire questi elementi con dei pneumatici colorati che servono per delimitare i parcheggi e che, in occasione degli eventi durante i fine settimana, si trasformano in sedute per i visitatori. Il luogo inoltre è scarsamente illuminato e si trova in una zona piuttosto isolata; per questo motivo abbiamo pensato alla collocazione di alcuni elementi verticali di illuminazione. Il parcheggio si trasforma così in un ambiente dinamico e all’avanguardia, luogo di incontro e modello innovativo di spazio culturale.
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AGGIUNGI UN POSTO A SBODIO
Per facilitare l’ingresso al parcheggio industriale e renderlo facilmente accessibile anche dai visitatori durante i fine settimana, abbiamo pensato di aprire la traversa di via Sbodio, attuale strada a fondo cieco che conduce al Birrificio di Lambrate. Il nostro progetto prevede la realizzazione collettiva e partecipata di una cena di quartiere, grazie all’allestimento nella via di grandi tavolate, punto di ristoro per cittadini e visitatori durante gli eventi temporanei. Cenare in strada, condividendo i piatti preparati da ciascuno coi vicini, rappresenta un’occasione per socializzare e costruire relazioni, sviluppare il senso di comunità e abitare lo spazio pubblico in modo nuovo e creativo. Il momento della cena è anticipato da alcune attività di preparazione: la stesura del menù, l’allestimento della tavola e la decorazione della strada con luci e festoni. Lo scopo è di sviluppare alcune potenzialità nascoste di questa zona del quartiere, isolata e poco sfruttata, incentivando la socialità tra gli abitanti del quartiere, i gestori degli esercizi commerciali della via e i giovani. Il titolo fa riferimento, da un lato, alla condivisione di un posto a tavola, dall’altro suggerisce l’idea di un “posto” urbano da recuperare e al quale dare identità.
OFFICINA CREATIVA
Nel sistema delle iniziative di attivazione temporanea, il parcheggio abusivo di via Folli diventa un centro informativo e creativo che affianca lo spazio eventi a cielo aperto. Lo scopo di questa officina creativa è spiegare le tematiche e le finalità dell’esposizione, attivare percorsi e laboratori creativi, workshop e altre attività in grado di coinvolgere la comunità. Il nostro intervento consiste nella realizzazione di uno spazio per la seduta utilizzando anche qui pneumatici sia per rimandare al corrente uso dello spazio sia per dare un senso di continuità nei due parcheggi.
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OFFICINA CREATIVA E SPAZIOEVENTI A CIELO APERTO A lato sono presentati due render che mostrano l’ infrastutturazione minima nell’area di via Folli e nel parcheggio industriale
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SPAZIOEVENTI A CIELO APERTO E “AGGIUNGI UN POSTO A SBODIO“ A lato sono presentati due render che mostrano l’intervento di infrastrutturazione minima (in particolare per quanto riguarda le sedute) del parcheggio industriale e sotto l’istallazione di una grande tavolata in via Sbodio.
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ESTONOESUNSOLAR GRAVALOSDIMONTE ARCHITECTOS 2009 Il programma Estonoesunsolar è un’iniziativa gestita dalla Societá Municipale Zaragoza Vivienda per la riqualificazione e il recupero di una serie di lotti urbani in disuso nel tessuto storico e moderno della città, fornendo occupazione a una squadra di lavoratori disoccupati da lungo tempo. Si tratta di un programma sperimentale a livello nazionale, in cui per la prima volta, un Piano di Occupazione si lega a un Progetto di Riqualificazione Urbana per riempire temporaneamente con servizi di quartiere spazi urbani nel tessuto cittadino: una piattaforma che vuole essere unione tra vari soggetti del quartiere attraverso un articolato processo partecipativo.
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Analogie con il nostro progetto: - microinterventi su suoli duri - interventi economici - copartecipazione Differenze con il nostro progetto: - interventi su suoli di ampie dimensione
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DIMENSIONI: 42000 mq COSTI: 1,85 ml di euro TIPOLOGIA DI PROGETTO: Rivitalizzazione di spazi marginali ATTORI Gravalosdimonte architectos Cittadini
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L’idea di progetto ha avuto origine da un’esperienza chiamata Vacios Cotidiano (Vuoti Quotidiani) realizzato nell’ambito di En la Frontera 2006 a Saragozza, nel quale gli stessi progettisti, Patrizia Di Monte e Ignacio Grávalos Lacambra, ebbero l’opportunità di sperimentare per la prima volta le idee di un’occupazione temporanea dei vuoti urbani. L’obiettivo è la possibilità di “occupare” temporaneamente i lotti abbandonati (i solares in spagnolo) sulla base di accordi con i proprietari, salvo la previsione di edificazione. La scelta dei lotti è il frutto di un’attenta analisi dei luoghi marginali e inutilizzati della città che, per la loro posizione, possono trasformarsi in nuove potenzialità riconsegnando luoghi di vita comune alla popolazione. l meccanismo per realizzare i servizi di quartiere in breve tempo è molto semplice: il proprietario (sia pubblico che privato) cede temporaneamente il suo lotto e viene avviata un’analisi dei servizi esistenti nella zona. Conseguentemente vengono avviati i processi partecipativi con i cittadini, le associazioni di quartiere, le scuole e i centri anziani attivi nei dintorni dell’area in oggetto. Dopo aver ascoltato le loro idee e le loro proposte, si arriva alla definizione di un progetto concreto che si realizza in tempi brevi, con un budget ridotto (costo medio degli interventi di 20euro/mq). Il frequente ricorso a materiale riciclato per gli arredi e le finiture diventa necessariamente (vista la temporaneità degli interventi e il budget complessivo) la regola. Gli interventi proposti consistono principalmente in giardini, orti collettivi, orti urbani, spazi attrezzati con giochi per bambini, luoghi di ritrovo e attività per anziani, spazi attrezzati per praticare attività sportive ecc. Ogni vuoto urbano sarà vincolato a una associazione, ente, scuola che si incarica della sua successiva gestione. Spazi urbani che diventano realtà quotidiane per il volere dei cittadini che prediligono cercare risorse e soluzioni direttamente all’interno della propria città. Piccoli interventi in grado di attivare e riqualificare diverse zone mettendo in connessione gli abitanti e creando un nuovo legame tra loro. Tra gli aspetti innovativi del progetto, la creazione di un blog per mantenere vivo lo scambio di idee e divulgare l’informazione sugli sviluppi progettuali. Altrettanto innovativa è la scelta comunicativa ideata dai progettisti: ad ogni operaio è stata assegnata una maglietta che riporta le singole parole del nome del programma; la loro casuale composizione ha prodotto frasi con nuovi significati. Gli spazi abbandonati, diffusi in maniera disordinata nella maglia urbana, formano dei “vuoti in rete” poiché, in funzione delle diversità di usi, attività e intenzioni a essi assegnati, è stata creata una connessione. Ogni spazio oggi è riconoscibile in base a un numero che lo identifica, assegnato in base all’ordine di occupazione, generando una nuova suggestione: la virtù di poter numerare qualcosa che non esiste, il vuoto. 48
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COLOURED ZOCALO 100 ARCHITECTS 2015 Questo progetto è stato realizzato nel cuore di Città del Messico, nella “Plaza de la Constitución”, la piazza principale della città, comunemente nota come “Zócalo”. Il disegno della piazza è stato per secoli in costante evoluzione, da quando è stata riconosciuta come uno spazio pubblico già prima dell’invasione spagnola, nell’antica città di Tenochtitlan. A partire dall’indipendenza del Messico, Zocalo è stata utilizzata come luogo per l’allestimento di eventi culturali e sociali. Il disegno e l’aspetto attuale della piazza è stato definito negli anni 70, quando è stata modificata per l’ultima volta. La piazza colpisce per la sua ampiezza e rappresenta una sorta di gap rispetto alla densità del tessuto urbano. L’iniziativa Coloured Zocalo ha l’obiettivo di reinventare la piazza mantenendo intatte le sue proprietà spaziali. Il progetto consiste nel dipingere il suolo con una trama che appartiene alla cultura messicana delle origini: le sagome geometriche raffigurate modificano la percezione dello spazio senza ostuirla e danno alla piazza un aspetto nuovo e vivace. Il colore cambia in modo significativo l’aspetto del luogo, che acquisisce una straordinaria identità. Questa azione produce un fenomeno sociale in grado di produrre nuove dinamiche e cambiamenti nell’area circostante, modernizzalo spazio e lo trasformain un luogo centrale per la città. Si tratta di una proposta altamente propriocettiva , dove i movimenti del corpo sono influenzati dal lavoro di geometria e colore , esplorando l’ambito delle relazioni corpo - spazio , e fornendo le caratteristiche spazio unico che permette di grande riconoscimento per i suoi abitanti . Le aree sono definite in maniera creativa e dinamica: questo scatena la fantasia dei passanti che si appropriano dello spazio in modi diversi, come è evidente dai loro spostamenti personali e dalle loro soste all’interno della piazza. La verniciatura utilizzata è basato su microsfere di vetro, che permette di tracciare le linee con facilità mantenendo una forte aderenza al terreno esistente. Questo progetto si concentra sull’approfondire l’esperienza spaziale come un concetto architettonico e ha lo scopo di trasformare uno spazio pubblico attraverso un dolce ma significativo cambiamento nell’esperienza individuale dei suoi abitanti . Si tratta di una proposta altamente propriocettiva , dove i movimenti del corpo sono influenzati dalla geometria e dal colore. Il progetto esplora l’ambito delle relazioni corpo - spazio e fornisce le caratteristiche di uno spazio unico che permette di grande riconoscimento per i suoi abitanti. 50
Analogie con il nostro progetto: - intervento di pittura del suolo pubblico - tentativo di recuperare l’identità storica del luogo Differenze con il nostro progetto: - intervento su un suolo di ampie dimensioni
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DIMENSIONI: 27500 mq TIPOLOGIA DI PROGETTO: Ridisegno di una piazza pubblica ATTORI 100 Architects
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SUPERKILEN BIG - SUPERFLEX - TOPOTEK1 2012 Superkilen (Super-cuneo, in danese) è un parco urbano lineare situato a Copenaghen, nel quartiere semi-periferico di Norrebro. Si tratta intervento di architettura del paesaggio e di riqualificazione di una periferia, progettata dal progettista Bjarke Ingels, fondatore dello studio danese BIG. Superkilen è un riuscito esperimento architettonico ma anche artistico e sociale. Il quartiere di Norrebro è una zona difficile, popolata da numerose persone immigrate di diverse nazionalità, ognuna con la propria cultura e i propri usi e religioni. Il progetto intende riqualificare un’area di scarso valore urbanistico e allo stesso tempo vuole essere l’occasione per un momento di dialogo e di confronto tra i vari abitanti della zona. Il parco si articola in tre parti fondamentali, allungate su una striscia lunga oltre 750 metri. Le prime due sono caratterizzate da due differenti tonalità di colore: quella occidentale in sfumature di rosso (con una pavimentazione in cemento e anti-urto vermiglia) e quella centrale in nero e grigio scuro (anch’essa pavimentata con asfalto e caucciù anti-urto alternata a fasce bianche in pietra a creare un disegno artistico). La terza zona “più tradizionale” comprende verde e prati.
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Analogie con il nostro progetto: - intervento di riqualificazione di uno spazio periferico - utilizzo della pittura - installazione di arredo urbano Differenze con il nostro progetto: - dimensioni del progetto - elevato costo di realizzazione
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DIMENSIONI: 30000 mq COSTI: 11 mln USD TIPOLOGIA DI PROGETTO: Parco urbano ATTORI BIG Architects, Topotek 1, Superflex
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Il parco è una grande installazione a cielo aperto: per favorire l’integrazione i tre progettisti (oltre allo studio BIG che ha curato la parte architettonica, vi sono i Superflex per quella artistica e i tedeschi di Topotek1 per il paesaggio) hanno previsto di inserire qua e là nell’area almeno un oggetto per ognuna delle 57 comunità che vivono a Norrebro. Vi sono quindi, ad esempio: una fontana a forma di stella di David, un’insegna con la mezzaluna araba, delle sedute latinoamericane, tavoli da pic-nic dall’Armenia e così via. La spina dorsale del progetto è però la pista ciclabile a due corsie che taglia in lungo il parco e che ordina le aree tematiche ai suoi lati. Ovviamente essa vuole essere anche un invito rivolto alla popolazione a usufruire di un mezzo ecologico e sostenibile oltre che salutare: tra le richieste dell’amministrazione comunale vi era anche quella di un’area per lo sport e le attività all’aria aperta oltre che per la sosta e per il gioco dei bambini. Quindi c’è spazio anche per lo skateboard e per delle attrezzature ginniche all’aperto utilizzabili da tutti i cittadini.
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THERESIENHÖHE RAILWAY COVER TOPOTEK1 2010 Topotek 1 è uno studio di architettura del paesaggio specializzato nella creazione di spazi aperti unici. Fondato nel 1996 da Martin Rein-Cano e guidato oggi da Martin Rein-Cano e Lorenz Dexler, i progetti dello studio spaziano su varie scale, dalla progettazione di spazi pubblici, quali piazze, campus universitari e scolastici, parchi pubblici, parchi sportivi, fino a corti e giardini. Le molteplici esperienze, sviluppate attraverso un’ampia gamma di progetti sia in ambito tedesco che internazionale, portano ad una realizzazione efficiente e finemente calibrata sulle rispettive necessità. Il compito centrale dello studio è la progettazione di spazi aperti. La ricerca di un approccio concettuale è basato su una comprensione critica della realtà; attraverso il progetto, la pianificazione e la realizzazione offrono soluzioni per parchi, piazze, campi sportivi, corti e giardini, dove il progetto risponde contemporaneamente alle esigenze di variabilità, comunicazione e sensualità. Theresienhöhe Railway Cover è un intervento, realizzato in collaborazione con Rosemarie Trockel e Catherine Venart, a Monaco nel 2010. Esso riguarda la vasta area compresa tra Bavaria Park, Theresienwiese e West Park: una superficie in cemento ricopre i binari della tratta sotterranea della ferrovia che conduce al nuovo quartiere residenziale di Theresienhöhe, a sud della città. In questa superficie lunga 300 metri e larga all’incirca 500 è stato realizzato un paesaggio artificiale e artistico che comprende porzioni verdi e aree gioco per bambini. Ad eccezione delle pareti in calcestruzzo sono stati utilizzati tre materiali leggeri: la gomma morbida, il prato all’inglese e la sabbia-ghiaia.
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Analogie con il nostro progetto: - intervento di riqualificazione di uno spazio apparentemente marginale - installazione di arredo urbano Differenze con il nostro progetto: - intervento su un suolo di ampie dimensioni
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DIMENSIONI: 13200 mq TIPOLOGIA DI PROGETTO: Parco pubblico ATTORI Topotek1
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METTI UNA SERA A CENA XSCAPE LECCE 2012 X-Scape è una associazione culturale, nata nel marzo 2009 a partire da un’idea di Patrizia Pirro e Marco Degaetano, architetti impegnati nel campo dell’urbanistica e della progettazione dello spazio pubblico. È costituita da un gruppo di architetti, antropologi e designer che collaborano a progetti di ricerca multidisciplinari sui temi della riqualificazione urbana e territoriale e della progettazione partecipata. Le ricerche e le attività progettuali di X-Scape si fondano su una stretta relazione con i luoghi, le storie, gli abitanti attraverso un approccio opensource e multidisciplinare ai temi della città e del territorio. Lo scopo è attivare una rete di collaborazione con le realtà associative e professionali locali e internazionali e coinvolgere attivamente gli abitanti attraverso processi creativi di progettazione partecipata, workshop e laboratori. XScape lavora in rete con associazioni e collettivi attivi del territorio pugliese e all’estero nel campo della progettazione partecipata, dell’arte, del design, della grafica e della sostenibilità ambientale. Metti una sera a cena è un progetto curato da X-Scape nell’Ottobre 2012, inserito all’interno del programma di Rigenerazione Urbana del quartiere Leuca, promosso da Comune di Lecce e Regione Puglia con il coordinamento di Laboratorio Urbano Aperto e Manifatture Knos. Metti una sera a cena ha come obiettivo la rigenerazione delle relazioni umane tra gli abitanti in un quartiere che sta attraversando un importante momento di trasformazione morfologica e sociale. Il progetto si fonda sul percorso di costruzione collettiva e partecipata di una cena di quartiere: cenare in strada coi vicini rappresenta un’occasione per socializzare e costruire relazioni, sviluppare il senso di appartenenza e abitare lo spazio pubblico in modo nuovo. A partire dal mese di settembre sono state definite numerose attività che hanno segnato le tappe di preparazione del progetto: dalla condivisione del menù alla decorazione della tavola, gli aperitivi creativi, i laboratori di cucina e la degustazioni di pietanze tipiche ed etniche hanno permesso agli abitanti di ogni età e nazionalità di sentirsi protagonisti di un grande evento interamente dedicato a loro.
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Analogie con il nostro progetto: - intervento temporaneo di uso alternativo del suolo pubblico - attivazione temporanea di luoghi per la socializzazione e la condivisione Differenze con il nostro progetto: - intervento temporaneo ma non periodico
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DIMENSIONI: 6900 mq TIPOLOGIA DI PROGETTO: Cena di quartiere ATTORI Patrizia Pirro, Marco Degaetano
Le attività hanno avuto luogo per le strade del quartiere attorno alla Q-Cina, una cucina su ruote, perfettamente funzionante, diventata un presidio simbolico per lo scambio di saperi, abilità e segreti che ruotano attorno all’universo culinario e alla sua profonda implicazione umana e culturale. Il tutto si è concluso con una vera cena, che restituisce in un clima di festa il lavoro condiviso in queste settimane. Una grande tavolata da 200 posti occuperà l’intera lunghezza di via dei Basiliani e la strada sarà decorata con luci e festoni, anche questi ultimi preparati con gli abitanti nel corso dei laboratori. La cena era gratuita e ai partecipanti si richiede di dare una mano nell’allestimento della festa o nella preparazione di una pietanza da offrire agli altri commensali. L’obiettivo è fare in modo che la Cena di Quartiere possa diventare un evento auto organizzato e replicabile ogni anno, attraverso la costruzione di un comitato di quartiere.
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DISPLACE. Made in Chiaravalle SCUOLA DEL DESIGN, POLITECNICO DI MILANO 2014 Una piazza temporanea per il borgo di Chiaravalle, progettata dagli studenti della Scuola del Design del Politecnico di Milano Durante una settimana di lavoro intenso, dal 4 all’8 giugno 2014, insieme alla competenza dello scenografo e capo mastro Massimo Zanelli, studenti, docenti e abitanti del borgo hanno realizzato i progetti messi a punto durante le settimane precedenti sagomando piani e tagliando assi, costruendo e decorando elementi di legno, in un cantiere aperto e gioioso. La sera dell’8 giugno, alla luce del tramonto e sotto la protezione vigile del grande olmo e del campanile dell’Abbazia, la comunità di Chiaravalle si è riunita per la prima volta nella sua nuova piazza per ascoltare la “memoria del borgo”, una raccolta di memoria collettiva ad opera di Anusc Castiglioni, scenografa, e della compagnia teatrale Odemà. Il progetto di allestimento della piazza prevede circa una decina di prodotti di arredo realizzati in auto-costruzione, articolati in un arcipelago di manufatti a costituire un paesaggio variegato, incantato, mai uguale a sé stesso, da scoprire, da personalizzare continuamente. Ampi e profondi portali svolgono la funzione di ingresso alla piazza, di copertura, ma anche di alloggio per altre tipologie di arredi. I portali fungono anche da cornici, inquadrando elementi suggestivi come l’abbazia che fa da sfondo al paesaggio circostante, e da fondali per una porzione dello spazio dedicata al teatro. Una grande cassa di legno contiene una serie di sedute di dimensioni diverse, fruibili a piacimento durante le performance teatrali. Al centro di tutto, simbolicamente, una libreria a isola che circonda il prugnolo adiacente alla roggia: uno spazio per raccogliersi in cerchio, per leggere, raccontare storie e tradizioni e immaginare le storie a venire.
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Analogie con il nostro progetto: - intervento temporaneo attuato grazie alla collaborazione con la popolazione - progetto di autocostruzione - attivazione di luoghi per la socializzazione e la condivisione Differenze con il nostro progetto: - intervento su un’ampia superficie
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DIMENSIONI: 15000 mq TIPOLOGIA DI PROGETTO: Piazza pubblica ATTORI Scuola del Design, Politecnico di Milano Abitanti di Chiaravalle
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PARK(ing) DAY REBAR 2005 PARK(ing) Day è un evento globale che si tiene ogni anno dove cittadini, artisti e attivisti collaborano per trasformare temporaneamente lo spazio di un parcheggio in uno spazio pubblico temporaneo. Il progetto nasce nel 2005 quando Rebar, uno studio di design di San Francisco, converte un singolo spaizoadibito a parcheggio in un parco pubblico temporaneo. Dal 2005 PARK(ing) Day ha coinvolto un movimento globale, con organizzazioni e privati (che operano in modo indipendente pur seguendo linee guida stabilite), creando nuove forme di spazi pubblici temporanei nei contesti urbani in tutto il mondo. L’obiettivo del PARK(ing) Day è quello di porre l’attenzione sulla necessità di ulteriori spazi aperti pubblici, di generare dibattiti critici circa la modalità con cui essi sono progettati e distribuiti e di migliorare la qualità dello spazio urbano.
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Analogie con il nostro progetto: - intervento temporaneo di uso alternativo del suolo pubblico - attivazione temporanea di luoghi per la socializzazione e la condivisione - rivitalizzazione di suolo adibito a parcheggio Differenze con il nostro progetto: - evento annuale
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DIMENSIONI: piccole porzioni di spazio pubblico distribuite in tutto il mondo TIPOLOGIA DI PROGETTO: Parco pubblico ATTORI Rebar
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SITOGRAFIA/BIBLIOGRAFIA BIBLIOGRAFIA Gingardi Valentina, I processi di trasformazione urbana a Milano: il caso di Lambrate. In: GSSI CITIES, Working Papers vol. 9, Marzo 2015 Bravo Luisa, Spazi urbani e vita pubblica. Azioni ed esperimenti di “social engagement”. In: Urbanistica online dossier, Città Open Source, vol. 006, INU Edizioni J. Lerner, Agopuntura urbana, 2005 Nicola Poli, La mutifunzionalità degli spazi aperti e verdi nel sistema urbano consolidato: il caso di Verona. Politecnico di Milano-Sede di Mantova, A.A. 2010/2011
SITOGRAFIA http://pgtmilano.ordinearchitetti.mi.it/ https://www.google.it/maps http://www.gruppoa12.org/psdtcg/piccolispazi_info_01.htm http://www.pps.org/blog/not-empty-plot-finding-opportunity-emptiness-historical-city-zaragoza-2/ https://estonoesunsolar.wordpress.com/ http://100architects.com/project/coloured-zocalo/
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http://www.archdaily.com/286223/superkilen-topotek-1-big-architects-superflex http://inhabitat.com/bjarke-ingels-superkilen-transforms-copenhagen-into-an-outdoor-museum/superkilin-big-superflex2/ http://divisare.com/authors/2144620343-topotek-1 http://www.abitare.it/it/architettura/2011/10/07/le-storie-di-superkilen/ http://www.abitare.it/it/architettura/2012/01/11/topotek-1/ http://aplust.net/blog/topotek_theresienhhe_railway_cover_munich/ http://www.xscape.it/index.php?/team/ http://my.parkingday.org/ http://parkingday.org/about-parking-day/ https://thefield.asla.org/2015/09/22/parking-day-2015-recap/ http://uneven-growth.moma.org/post/114059078183/a-former-car-park-rampwithout-lighting-was-turned http://www.theinteriordesign.it/progetto/displace-made-in-chiaravalle/1561 https://www.facebook.com/displacechiaravalle/
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