LABORATORIO DI URBANISTICA 2015/16 Prof. Antonella Bruzzese, Prof. Anna Moro Tutor: Luca Brivio, Paolo Maneo, Fulvia Proserpio Scuola di Architettura, Urbanistica e Ingegneria delle Costruzioni Corso di Laurea in Progettazione dell’Architettura
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PKMN Architectures BURGOS CREA BURGOS, URBAN SPA, TRANSFORMER BENCH, LAS TRES MARIAS PINTO SALINAS, FAKE FESTEN TOMATINA Interventi temporanei o permanenti sullo spazio pubblico Gruppo 11 XIN CHEN, MARTINA CIUCCI, SASKIA COLLADO, GRETA CORTINOVIS, ALBERTO COTTA
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PKMN ARCHITECTURES PKMN (pac-man) è un collettivo di architettura di Madrid nato nel 2006 di cui fanno parte Rocio Pina, Carmelo Rodriguez, Enrique Espinosa, David Perez. Lavora principalmente su ambienti urbani consolidati riflettendo sulle identità locali, sul patrimonio e sulla riattivazione di spazi pubblici. Organizzano anche eventi creativi che rafforzano le capacità e l’identità personale e, al tempo stesso, innescano processi basati sull’agire in modo tale da rendere ogni individuo un potenziale agente in grado di modificare l’ambiente circostante. Attribuiscono un importante ruolo ai valori sociali, ambientali e culturali. Il collettivo ha lavorato in numerosissimi Paesi, prevalentemente nei paesi ispanici. Ha realizzato: -58 progetti (tra concorsi, urbanismo informale e interventi architettonici) in Spagna -10 nel resto del mondo; nel dettaglio: uno negli Usa, due n Messico, uno in Venezuela, uno in Perù, uno in Equador, uno in Svezia, uno in Croazia, uno in Lettonia e uno in China.
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ASC BURGOS CREA BURGOS
URBAN SPA
TIPOLOGIA DI PROGETTO: Trasformazione temporanea di breve durata (qualche ora) LUOGO: Burgos, Spagna QUANDO: 15 maggio 2010 DIMENSIONI: 24X12 m ATTORI: -Promotori: consiglio comunale di Burgos e Ezquiaga Sociedad y Territorio S.L. -Progettisti: PKMN Architecture -Destinatari: ragazzi di età compresa tra i 10 e i 14 anni
TIPOLOGIA DI PROGETTO: trasformazione fisica/architettonica temporanea LUOGO: Chihuahua, Messico QUANDO: Luglio 2015 ATTORI: -Promotori: docenti dell’ISAD -Progettisti: studenti dell’ISAD, collettivo PKMN, duo di designer messicani Memela e gli architetti locali Juan Castillo, Miguel Heredia e Miguel García -Associazioni a supporto del progetto: Impulsando Capacidades, Fundación Abien -Destinatari: Cittadinanza locale
TRANSFORMER BENCH
LAS TRES MARIAS PINTO SALINAS
TIPOLOGIA DI PROGETTO: Trasformazione fisica permanente LUOGO: Madrid, Spagna QUANDO: Aprile 2012 DIMENSIONI: 332,50X295,00X152,80 COSTI: 300 euro ATTORI: -Promotori: Campo de Cebada, invitati da Todo por la Praxis -Progettisti: PKMN architecture -Destinatari: cittadinanza locale
TIPOLOGIA DI PROGETTO: Trasformazione permanente, fisica e sociale LUOGO: Caracas, Venezuela QUANDO: Luglio 2014 ATTORI: -Promotori: Pico Estudio -Progettisti: PKMN architecture in collaborazione con Oficina Ludica -Destinatari: abitanti del quartiere di Pinto Salinas e visitatori
FAKE FESTEN TOMATINA TIPOLOGIA DI PROGETTO: Evento temporaneo di socializzazione LUOGO: Madrid, Spagna DIMENSONI: di una piazza QUANDO: Quattro giorni prima della Tomatina di Buñol (ultimo mercoledì di agosto) ATTORI: -Promotori: PKMN architecture -Progettisti: PKMN architecture -Destinatari: cittadinanza
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BURGOS CREA BURGOS
In considerazione della complessità delle città contemporanee, questo progetto propone la partecipazione attiva dei bambini della città (tra i 10 ei 14 anni) nella costruzione di un modello urbano, tramite strumenti ed elementi da loro conosciuti (come piante che in futuro popoleranno la città, oggetti riciclati), attraverso un atto ludico in cui il divertimento e la pedagogia sono strettamente associati e con un preciso scopo educativo e di comprensione di quella che è la città in cui vivono e di ciò che la compone. Per mezzo di una pianta di Burgos in scala 1:750, con dimensioni 24x12 metri realizzata con materiali semplici i ragazzini devono individuare gli edifici significativi, le loro case, il sistema di trasporto e le nuove aree di pianificazione, collocando i materiali a disposizione. Il workshop si svolgeva nella Plaza Mayor di Burgos, costruita nel 1221 in stile gotico, considerata come patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO nel 1984, e si articola in cinque fasi.
Delimitazione e tracciato: in questa fase si disegna la struttura principale della città Fase 1
di Burgos, sia la parte esistente che quella della nuova pianificazione, con gessi e nastri adesivi.
Riconoscimento degli edifici significativi: i partecipanti, che sono i ragazzini Fase 2
Fase 3
della città, dovranno individuare i luoghi più riconoscibili (musei, cattedrali, ospedali, aeroporti), e collocarli con le icone a disposizione
La mia casa in città: i bambini devono individuare le loro case e associare le icone che raffigurano la tipologia della loro abitazione
Sistemi di mobilità: i ragazzi, suddivisi in 4 gruppi, devono mettere a confronto i Fase 4
metodi di movimento all’interno della città: l’auto, i mezzi pubblici, la bicicletta e a piedi. Tramite una sorta di contatore, devono calcolare il tempo necessario, la distanza, e l’anidride carbonica emessa in atmosfera
Esperti di pianificazione: nell’ultima parte ai ragazzi, suddivisi in 4 gruppi come Fase 5 6
nella fase precedente, viene assegnato il compito di progettare una parte che in futuro sarà compresa nella planimetria della città.
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Obiettivi
Fase 1
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A. Comprensione da parte degli alunni dei limiti e dei confini di Burgos e anche della sua struttura e delle sue strade principali. B. Comprensione dell’importanza che ha il fiume Arlanzón nel processo di sviluppo della città.
Fase 2
A. Comprensione del ruolo dei luoghi significativi della città con elementi indentificativi. B. Stabilire un rapporto tra i luoghi esistenti riconosciuti dagli alunni e i futuri luoghi che verranno realizzati nel nuovo piano
Fase 3
A. Comprensione delle diverse tipologie del costruito associando le icone (con immagini che raffigurano le tipologie delle case) alle loro case e quelli dei loro compagni
Fase 4
A. Comprensione da parte degli alunni, in termini di sostenibilità, come variano da un metodo di spostamento all’altro
Fase 5
A. Cogliere l’esistenza di diversi usi considerati nella pianificazione. I partecipanti vengono a contatto in modo diretto con una parte che in futuro verrà realizzata nella città, con la consapevolezza del loro ruolo di progettisti e futuri usufruitori
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Materiali
Fase 1
A. Una mappa in scala 1:750 di Burgos, suddivisa in griglie, con indicazioni sugli elementi da disegnare con diversi colori e materiali. B. ll gesso, che viene utilizzato per disegnare la maglia principale e i primi tratti della planimetria. C. I nastri adesivi colorati servono a realizzare il tratto definitivo della planimetria, ogni colore corrisponde ad un elemento principale
Fase 2
A. Una mappa che contiene tutti gli edifici significativi (ospedale, biblioteche, cattedrali…) sotto forma di croce abbinata a un numero B. Le icone delle immagini stampate che sono quelle più rappresentative e riconoscibili per il luogo analizzato, incollato su un supporto rigido, in una scala adeguata alla planimetria che verrà collocato.
Fase 3
A. Le icone, a differenza di quella della seconda fase, anziché delle immagini che raffigurano gli edifici significativi, sono le immagini delle diverse tipologie di edifici residenziali.
Fase 4
A. Metri a nastro sui quali sono raffigurati 3 criteri di misurazione sovrapposti, di cui una della distanza percorsa, una del tempo impiegato e una degli grammi di anidride carbonica emessi in atmosfera. B. Palloncini neri e verdi, indicano rispettivamente i metodi di spostamento dannoso all’ambiente (macchina e mezzi pubblici) e i metodi di spostamento sostenibile (a piedi, bicicletta), associati all’inizio e alla fine di ogni percorso assegnato.
Fase 5
A. Una mappa per ogni gruppo della zona presa in esame B. Erba artificiale per descrivere gli spazi verdi C. Cartone utilizzato per definire le aree residenziali D. Oggetti riciclati per ricostruire le zone industrali 9
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URBAN SPA
Si tratta di un progetto realizzato in occasione dell’annuale workshop “Taller del Desierto” organizzato dall’ISAD e quest’anno condotto dal collettivo PKMN e dal duo di artisti messicani Memela. È stato inaugurato il 26 luglio 2015 e proclamato vincitore del contest Next Landmark 2015, un contest internazionale di architettura organizzato dal portale Floornature che spesso riflette sul tema della riappropriazione di spazi orientati verso la riscoperta di una città e di organizzazione di nuovi percorsi di fruizione di un luogo. L’installazione viene realizzata al centro del Parco Urueta, situato all’interno del quartiere “Colonia Obrera” ed è diviso in due zone, ovvero, un bosco da un lato e un campo sportivo dall’altro collegate tra di loro da un vialetto centrale che funge solo da luogo di passaggio, non di sosta o riposo: si tratta, quindi, di una via pedonale che non aiuta la condivisione degli spazi ma che, al contrario, ne sancisce la diversa destinazione e la distanza. Al centro del vialetto sorge una fonte di acqua pubblica, da anni inattiva, ma rimasta nel cuore delle gente in quanto rappresentava il cuore del parco ma anche un elemento simbolico di collegamento con il passato. Il parco venne costruito nel 1930 e abbandonato negli ultimi decenni a causa dello svuotamento del centro cittadino e dell’aumento della criminalità. La sua posizione nel quartiere presenta potenzialità in primo luogo legate alla vicinanza con scuole. Basti pensare che uno dei fini originari del progetto era quello di realizzare zone d’ombra per allietare l’attesa dei padri all’uscita da scuola dei figli. La comunità percepisce nel quartiere problemi di carattere strutturale, sociale e ambientale principalmente causati dalla mancanza di interessi collettivi capaci di unire i membri della comunità ma vede una speranza nella riattivazione del parco e della fonte. Gli studenti dell’ISAD hanno formato otto squadre ognuna delle quali ha presentato un progetto, talvolta con proposte molto concrete, come ad esempio la semplice manutenzione delle panchine o la creazione di aree ombreggiate in cui sostare. Dopo che la gente del posto manifestò la preoccupazione per recuperare la fonte d’acqua pubblica, si decise di focalizzare il progetto verso un concetto di spa urbana. Coinvolto nell’iniziativa, il Comune ha accettato di partecipare al progetto riattivando la sorgente grazie all’installazione di una pompa. Una settima viene utilizzata per la progettazione e la scelta del progetto vincente; una seconda settimana per la costruzione. Al centro della struttura, in quello che era il contenitore della fontana, viene creata una piscina, circondata da un pedana circolare di legno posta su vari livelli che può essere utilizzata come area di sosta, di passaggio da un punto all’altro della costruzione o come piccole arre giardino. Vi si accede attraverso un rampa. Dal piano della piscina si dipartono strutture verticali che vanno a creare una sorta di copertura in legno e tessuto, sostengono amache, piccoli belvedere e piattaforme di riposo.
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LEGENDA Residenza Edifici Religiosi Servizi Vari Scuole Ospedale Spazio Verde Pubblico Confini Colonia Obrera
Parco Urueta
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L’acqua ha un ruolo determinante: è elemento narrativo e al tempo stesso scenografico per innescare la partecipazione della comunità. Il progetto dà un nuovo significato alla parola sostenibilità: per la costruzione vengono utilizzati soltanto materiali riciclati e mezzi a disposizione (semplici impalcature e pallet); l’acqua, che in questa città è sempre più a rischio di privatizzazione, in Urban Spa è un bene a cui tutti possono accedere.
Interviste
Precedentemente a tale intervento, nel 2012, si era già verificato un tentativo di riappropriazione del parco, conclusosi con un nulla di fatto. Urban Spa ha ottenuto grandi risultati per la vita quotidiana di chi il parco lo vive. Ha saputo connettere due zone precedentemente distinte, ha promosso attività come zumba e yoga e ha riattivato attività commerciali grazie all’installazione di chioschi locali. Ha riportato in vita un luogo da tempo inutilizzato e per farlo ha contato dell’appoggio della cittadinanza locale. Nasce come una proposta singola per il solo parco Urueta che però viene vista come una valida possibilità di riattivazione delle fonti in disuso in tutta la città di Chihuahua. È un’installazione temporanea ma che vuole essere un punto di partenza per la costruzione di un immaginario collettivo del futuro. Lo scopo del workshop era quello di coinvolgere il più possibile la cittadinanza nella realizzazione di un progetto di ispirazione comunitaria: gli studenti hanno accolto opinioni e desideri di chi il parco lo vive. L’obbiettivo era quello di far tornare la gente in piazza e così è stato. “Es algo muy bonito ver a los niños reunidos y divirtiéndose sanamente, muchos hasta se meten a bañar en la fuente, la verdad hace años no se veía esto por aquí. Vienen parejas de jóvenes y familias completas a observar y a disfrutar durante las tardes, por mi parte yo aprovecho para salir a caminar con mis nietos”, expresó, vecina del lugar. “Desde el domingo empezó a llegar gente, todos se sentaban en los alrededores y venían a comprarme dulces, refrescos y papitas. Además de verse muy bonito y de adornar el parque Urueta, la estructura me ayudó a incrementar mis ventas” dijo Martha Hernández (responsable de la fuente de sodas del lugar). “Con estas actividades buscamos fortalecer el compañerismo y trabajo en equipo de nuestros estudiantes, queremos que ellos se desarrollen y que apliquen sus conocimientos, pero además, que busquen el bienestar común de las personas. Es decir, que amplíen sus conocimientos con circunstancias reales pero que además seas capaces de tener un espíritu de servicio a la comunidad” dijo el arquitecto Miguel Alonso Corral, director del ISAD.
Voci della cittadinanza locale in Disfrutan vecinos en parque Urueta las instalaciones del “Umbral Urueta” (articolo di giornale) 12
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In questa immagine: fasi di costruzione, partizione degli spazi sulla base della funzione da loro svolta e dimostrazione di come possano essere utilizzati
In queste immagini: prima, durante e dopo l’intervento
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TRANSFORMER BENCH
La transformer bench, nasce nell’Aprile del 2012 all’interno del Campo de la Cebada, nel quartiere La Latina di Madrid. Esso è un luogo e un oggetto disegnato e auto – prodotto per un progetto più ampio, ovvero quello di arredare il Campo de la Cebada, dove precedentemente si collocava il centro polisportivo di La Latina che venne demolito per lasciare posto ad un nuovo edificio. Per mancanza di fondi il cantiere è rimasto chiuso e abbandonato a lungo, fino a quando i cittadini del quartiere, sentendo la mancanza di un luogo di ritrovo e per la comunità, non hanno deciso di riappropriarsene con l’aiuto di architetti, associazioni e con un contributo di 40.000 euro dalla città di Madrid. Nasce così un’iniziativa per riqualificare la zona del Campo de la Cebada, mediante la produzione di gradinate mobili e polivalenti. Lo studio PKMN, uno dei sei disegnatori, artisti e architetti invitati dal collettivo Todo por la Praix, ha realizzato un oggetto per arredare una delle aree sportive in questo spazio pubblico autogestito. Ogni invitato doveva proporre un prototipo partendo da una base comune con una piattaforma mobile e con assi di legno di pino. Il risultato del progetto dello studio PKMN è una gradinata con sedute con dimensioni di 332,50 x 295,00 x 152,80 cm in linea con lo spirito del Campo de la Cebada. La transformer bench è versatile in quanto è un oggetto che può mutare facilmente intercambiando e muovendo le parti che lo compongono e facendolo diventare sala per riunioni, pista da ballo o un tavolo per banchetti. Essa è costruita mediante l’aiuto delle persone che quotidianamente popolano il Campo de la Cebada e infatti, ogni seduta della gradinata, ha una propria storia in quanto è stata donata dagli abitanti del quartiere. Essendo un sistema aperto e libero, ogni persona può aggiungere una sedia o spostare le parti che compongono la struttura a proprio piacimento. La Transformer bench è quindi un oggetto da guardare e per lavorare, giocare, mangiare e riposarsi.
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In questa immagine: pianta e alzato della struttura mostrano come le sedute possano essere sfruttate per differenti usi a seconda della circostanza in cui ci si trova
In queste immagini: prima e dopo l’inserimento delle strutture di seduta
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LAS TRES MARÍAS
Las 3 Marías si trova a Caracas, Municipio Liberador, in Venezuela. Essa si colloca in un quartiere dal clima tropicale chiamato “Pinto Salinas” . In questo quartiere, secondo i residenti, prima esisteva ciò che può essere definito come un complesso abitazionale, creato sotto il governo di Luis Herrera. Quattro blocchi compongono ciò che doveva diventare il quartiere, soltanto che col tempo invece si formò la baraccopoli che oggi è diventata Pinto Salinas, che si trova ai bordi dei blocchi di edifici. Oggi gli abitanti di Pinto Salinas chiedono a gran voce l’attenzione delle autorità in merito ad una serie di situazioni che si verificano nel quartire, quali gli omicidi, gli affronti tra le bande criminali, la vendita di droghe e le cosidette “minitecas” (discoteche mobilli,piccoli concerti o eventi musicali all’aperto) che hanno luogo in piena via pubblica e che diminuiscono la già divisa qualità di vita del quartiere. Gli abitanti non si sentono protetti nè aiutati dalle autorità che difficimente si rendono disponibili per cercare di arginare i problemi che la cittadinanza costantemente si trova a dover affrontare; problemi basati in primo luogo sul non rispetto delle leggi. In Venezuela si trapassa con facilità il limite del rispetto comune e della sicurezza individuale, situazione che ha fatto si che gli spazi pubblici quali piazze, mercati e strade, siano divenuti spesso pericolosi. E’ proprio per questo motivo che l’ufficio venezuelano di architetti PICO estudio, con l’appoggio dello stato venezuelano, ha pensato di dar vita ad un progetto di attivazione di spazi pubblici in 5 zone del Venezuela chiamato “Espacios de Paz” (spazi di pace). Il progetto “Las 3 Marías” si svolge in una delle cinque zone selezionate dallo stato per lo sviluppo del progetto iniziale. La comunità richiedeva soltanto un piccolo spazio che servisse come punto di ritrovo per le assemblee comunali; uno spazio pubblico a disposizione di tutti, vivibile; un luogo di ritrovo in cui sedersi e chiaccherare con tranquillità. L’obiettivo è quindi quello di trasformare spazi pubblici fortemente soggetti a conflitti sociali in zone di pace e convivenza cittadina e questo passa attraverso la trasformazione del territorio. E’ necessario garantire che questi “luoghi di conflitto”, segnati da pratiche di esclusione, violenza e paura si trasformino in “zone di tregua”, di riposo e di divertimento. Tutto questo svolge un ruolo fondamentale perchè crea condizioni favorevoli alla nascita di nuove dinamiche sociali, a nuove forme di convivenza e relazione e perchè trasforma le due categorie fondamentali che stanno alla base della vita quotidiana, ovvero il tempo e lo spazio. I cittadini di Pinto Salinas hanno avuto modo di cambiare la loro concezione negativa sugli spazi pubblici.
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Il sistema di costruzione viene definito “semplice” per il metodo costruttivo che è stato impiegato. L’idea era di coinvolgere la comunità e i residenti rendendoli partecipi nella costruzione, in modo che non venisse costruita “per la comunità” ma “dalla comunità”. La struttura si basa su una “cornice” triangolare di ferro che viene utilizzata per costruire: una topografia artificiale (terreno in discesa) e una copertura leggera in cui poter collocare la vegetazione (anche per creare ombra), arredato con panchine. In questa immagine: persone, associazioni, studi architettonici che hanno preso parte al progetto
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In questa immagine: sistema costruttivo con specificia dei materiali utilizzati per i songoli pezzi e fasi di assemblaggio
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In questa immagine: le quattro tappe della costruzione della piazza pubblica
In questa immagine: prima, durante e dopo l’ntervento di trasformazione
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FAKE FESTEN TOMATINA
È un evento che si tiene annualmente a partire dal 2014 nella Terraza Matedero a Madrid, un luogo che ha assunto un valore storico in questa città. La sua costruzione risale agli anni ‘20, nel 1924 viene inaugurata ufficialmente con la funzione di mattatoio e mercato municipale. Constava di 48 edifici ripartiti in 5 sezioni in base alle differenti funzioni; comprendeva anche le residenze per il personale ed era dotato di un sistema di circolazione interna. Durante gli anni ‘80 con l’entrata della Spagna nella comunità europea, si palesa l’esigenza di adeguare lo svolgimento delle attività alla normativa europea e gradualmente gli stabilimenti si spostano fuori della Terraza Matedero, che verrà chiusa definitamente nel 1997 e rimarrà in disuso fino al 2003. Nel 2005 con il piano di adeguamento architettonico, il luogo ricomincia ad ospitare installazioni ed eventi di carattere artistico. Negli anni successivi, dopo una serie di miglioramenti strutturali, iniziò anche ad ospitare figure di spicco del panorama musicale e culturale spagnolo, mettendo a disposizione i suoi spazi per lo svolgimento di rassegne e festival. La prima edizione della tomatina è stata realizzata il 23 di agosto del 2014, come fake della festa popolare di Buñol durante la quale ogni anno circa 20.000 persone si lanciano, in un arco temporale di alcune ore, all’incirca 150.000 pomodori trasportati in comion per le strade del paese. La Fake Festen utilizza palloncini d’acqua di colore rosso che simulano i pomodori della festa originale. L’idea di questa festa nasce da un progetto a cui i PKMN hanno lavorato a partire dal 2006, che si chiama “Ciudad crea ciudad”, in italiano “città crea città”; si tratta di un esperimento che parla della necessità di riformulare la relazione reciroca tra città e cittadino, proponendo di mettere il cittadino al centro di quelle operazioni che conducono alla cosituzione di nuove città. “Lo que le pase a nuestras ciudades, les ocurre a sus habitantes” (“ciò che succede alle nostre città, è ciò che succede ai suoi abitanti”). Fake festen è un progetto di clonazione e di ricontestualizzazione di feste folcloristiche e tradizionali che mette in crisi la distanza che separa alta cultura e cultura popolare così come anche l’idea di “*ciudad-marca” basata sulla mercantilizzazione del patrimonio cittadino rispetto alle industrie culturali e turistiche. Fake Festen rivendica la relazione, il ludico e l’identità locale come combustibili del fare città e lo fa a partire dall’incontro e dal divertimento.
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Nella parola festa sono contenute idee di celebrazione, riunione e assenza di lavoro, al di là del concetto di divertimento. Agustín García Calvo nei suoi scritti sul potere e il popolo descrive come il potere utilizzi la festa per comunicare con la società; considera quindi il festeggiamento come elemento culturale pseudo-libero e condizionato dallo stato, dall’autorità o dall’istituzione. Questo controllo esercitato dal potere viene utilizzato abitualmente per illudere o deviare l’attenzione dei cittadini da rivendicazioni e problemi sociali. La Tomatina di Buñol nasce nel 1945 ed è teatro della lotta tra il regime di Franco e la comunità locale, quindi di una lotta a sfondo politico nella quale le ideologie entrano in gioco. Nel 1959 si attesta la regolamentazione ufficiale della festa e nel 2002 diventa un interesse turistico internazionale. Dopo la partecipazione di 40.000 persone all’edizione del 2012, di cui la maggior parte turisti, la Tomatina si coverte dal 2013 in un evento privatizzato al quale prendono parte circa 5.000 persone in maniera gratuita insieme ad altre 15.000 che pagano tra un’entrata minima di 10 euro per partecipare fino ad un’entrata massima di 750 euro che pagano i visitatori che vogliono salire su uno dei 6 camion che lanciano pomodori attraversando le strade della località durante la festa. La Fake Festen Tomatina ha come obiettivo quello di protestare contro la privatizzazione della Tomatina di Buñol che creava situazioni di monopolio legate alla differenziazione urbana come strategia per la generazione di redditività commerciale attraverso il turismo culturale. La nozione di festa popolare parla di contesto e identità locali, di culture basate in tradizioni. La rivisitazione contemporanea della festa tradizionale (con un particolare riferimento alla privatizzazione della festa) instaura nuove controversie che relazionano città, cultura ed economia, mettendo il turismo e il turista come nuovi agenti chiave. Nel 2014 il 23 di agosto è stata celebrata a Madrid la Fake Festen mentre mercoledì 27 a Buñol si è tenuta quella vera. Tra le due feste intercorrono solo quattro giorni e un’infinità e diversità di questioni su come la cittadinanza desideri il futuro delle proprie città, dei propri spazi istituzionali e culturali e dei propri modi di relazione e socializzazione.
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Progetti Tipologia di Intervento Architettonico
Temporanei
Di carattere educativo Di carattere sociale Di riattivazione di spazi dismessi
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Burgos Crea Burgos
Urban Spa
Transformer Bench
Las Tres Marias
Fake Festen Tomatina
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Analizzando i progetti di PKMN, abbiamo notato alcune analogie con le iniziative proposte a Lambrate che mirano a coinvolgere la popolazione mediante l’organizzazione di eventi o il riutilizzo di determinati spazi. Un esempio è “Il Sabato di Lambrate”, una vera e propria festa di zona organizzata dal gruppo ViviLambrate che si svolge una volta al mese nel centro storico (via Conte Rosso e Piazza delle Rimembranze). Passando per Via Conte Rosso e Piazza delle Rimembranze è infatti possibile ammirare il mercato agricolo, il mercato artigianale “Red Bazar”, numerosi laboratori per bambini e attività per adulti organizzati dagli espositori e da associazioni locali, le performance dal vivo di musicisti e un’area swap, dove è possibile scambiare abiti e accessori facendo nuove amicizie. Le caratteristiche di questi eventi si possono ricollegare ad alcuni progetti dei PKMN, ad esempio BURGOS CREA BURGOS per la viva partecipazione dei bambini, e a URBAN SPA in quanto sono entrambi interventi fisici temporanei. Per quanto riguarda lo studio di progetti quali URBAN SPA, LAS TRES MARIAS e TRANSFORMER BENCH, ciò che è possibile ricondurre a Lambrate è la presenza di spazi dismessi o in disuso che offrono anche potenzialità che andrebbero solo meglio sfruttate: un esempio è il parco in Via Privata Luigi Borgomainerio, nella parte sud di Lambrate, chiuso al pubblico ma che si trova in prossimità di una scuola e di edifici residenziali. Discorso che vale anche per altri spazi verdi nella zona di Lambrate che dovrebbero essere messi meglio in evidenza per poter diventare luogo di socializzazione e incontro. Il modo di agire del collettivo insegna quanto sia importante la partecipazione della popolazione all’approccio di un progetto; ascoltare i desideri e le opinioni di chi la zona la vive. Altro elemento fondamentale è l’utilizzo di materiali semplici, di riuso e che si hanno a disposizione, per limitare i costi di installazione e l’impatto ambientale.
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SITOGRAFIA -https://ciudadcreaciudad.wordpress.com/2012/12/17/asc_01-burgos-crea-burgos/ -http://it.livegreenblog.com/architettura-sostenibile/urban-spa-by-pkmn-per-taller-del-desiertochihuahua-10923/ -http://inhabitat.com/pop-up-urban-spa-made-of-recycled-materials-revamps-a-mexican-park/urban-spapkmn-architectures/ -http://www.domusweb.it/content/domusweb/it/notizie/2015/08/24/pkmn_taller_del_desierto.html -http://www.archdaily.com/556620/how-venezuela-s-espacios-de-paz-project-is-transforming-communityspaces/543c14c5c07a80762d000114-how-venezuela-s-espacios-de-paz-project-is-transformingcommunity-spaces-image -http://cargocollective.com/pkmnarchitectures -http://www.abitare.it/it/architettura/progetti/2015/10/02/urban-spa-lacqua-si-fa-piazza/ -http://www.catalogodiseno.com/2014/11/13/espacios-de-paz-venezuela/ -http://www.pkmn.es/URBAN-SPA -http://it.archello.com/en/project/espacios-de-paz/1895579 -http://latomatina.info/en/history-of-la-tomatina/ -http://afasiaarchzine.com/2015/08/138-pkmn-architectures/ -http://www.arquine.com/espacios-de-paz/ -http://www.pkmn.es/filter/analogical-smart-cities/ASC-BURGOS-CREA-BURGOS
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