LABORATORIO DI URBANISTICA 2015/16 Prof. Antonella Bruzzese, Prof. Anna Moro Tutor: Luca Brivio, Paolo Maneo, Fulvia Proserpio Scuola di Architettura, Urbanistica e Ingegneria delle Costruzioni Corso di Laurea in Progettazione dell’Architettura
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GIARDINO COMUNITARIO LEA GAROFALO VIA MONTELLO 3 (MI), 2011 UN GIARDINO TEMPORANEO PER VIA MONTELLO Gruppo 8 KARIM CHERIEF, PIETRO CIPOLLETTA, LUCA CIPOLLINI, RICCARDO COAN
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GIARDINO COMUNITARIO LEA GAROFALO VIA MONTELLO (MI) 2011
L’area di giardino di Viale Montello è uno ritaglio di verde di circa 2800 mq, rimasto inedificato tra un distributore di benzina e un’importante arteria stradale. Forse perché leggermente ribassata rispetto al piano strada e nascosta dietro arbusti e alberature spontanee quest’area è rimasta intatta e inutilizzata per molto tempo, malgrado la sua posizione in un quartiere centrale e vivo della città. Da un lato l’area confina direttamente con il piano di riqualificazione del comparto di Porta Volta oggetto della nuova sede di Fondazione Feltrinelli che proprio in questi ultimi mesi ha iniziato a prendere forma visibile, dall’altro è adiacente ad una parte di città (il quartiere Sarpi) denso e compresso. L’associazione Giardini in Transito (Git), seguendo esempi ed esperienze di altre città europee capaci di gestire spazi di quartiere con budget limitati, ha deciso di prendere in mano le redini del giardino vedendo in esso grandi possibilità. Data l’assenza di significativi contributi economici e la forte incertezza nel destino dell’area, ha scelto di cominciare da pochi elementi, riconoscibili ed indispensabili. Nella prima fase l’associazione si è concentrata sulla pulizia del giardino, sulla costruzione di un attraversamento pedonale e di vasche per piccoli orti urbani, tutto rigorosamente con materiali low cost o di riciclo. Tutto ciò è stato possibile grazie ad associazioni di volontari che si sono messi a disposizione di Git per opere manuali come la pulizia periodica dell’area o per tenere aperto il giardino durante la settimana per renderlo fruibile al quartiere.
TIPOLOGIA DI PROGETTO: Giardino comunitario temporaneo DIMENSIONI: 2800mq. PROMOTORI E PROGETTISTI: C. Peluso (Piccola scuola di Circo), M. Sessa e G. Uva (Atelier delle Verdure), A. Trucillo e M. Alberti (Studio Blulab), M. Manca (Delegato FAI) FINANZIATORI: Milly Moratti; Vivai Borromeo
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CONTESTO 1. Collocazione attuale del giardino Situata al centro della rete di trasformazioni che si stende oggi sulla superficie milanese, l’area dismessa di viale Montello/bastioni di P.ta Volta rappresenta un luogo di mediazione tra differenti realtà urbane e sociali. Vicina al nuovo polo della moda di Garibaldi-Repubblica, la zona di Porta Volta è un punto nevralgico di passaggio, scambio e mediazione, che segna oggi il confine tra la Milano “storica” e la Milano risultante dalla spinta propulsiva che negli ultimi due secoli ne ha spostato i confini verso l’esterno. Andando più nello specifico ad ovest si trova la particolare zona di ChinaTown per il delicato caso di gentrificazione che è avvenuto negli ultimi anni mentre ad est è situato il quartiere di recente trasfomazione di Porta Nuova comprensivo di oltre quattro piani integrati di intervento (PII). Inoltre il giardino è al centro delle tre grandi aree verdi di Milano quali: Parco Sempione a sud-ovest, i giardini pubblici Indro Montanelli a sud-est e il Cimitero Monumentale a Nord. L’adiacente piazzale Baiamonti inoltre è un importante crocevia di strade che si diramano in ogni direzione: via Paolo Sarpi (verso CityLife), via Ceresio (verso il Cimitero Monumentale), via Carlo Farini (che conduce ai quartieri di Isola e Bovisa), viale Pasubio e viale Francesco Crispi (verso Corso Como e Porta Nuova), via Alessandro Volta (direzione P.zza Moscova) e, infine, viale Montello e bastioni di P.ta Volta, che, ricongiungendosi in P.le Biancamano, portano all’Arena Civica. 2. Posizione del giardino durante la dominazione spagnola Facendo un salto nel passato vediamo come il manto stradale di viale Montello scorre laddove quattrocentocinquanta anni fa si estendeva la campagna al di fuori della città fortificata, mentre l’asse viario dei bastioni di Porta Volta, proprio come ancora oggi racconta il suo nome, corrispondeva un tempo al viale rialzato immediatamente interno alla barriera difensiva. Successivamente, con lo sviluppo progressivo della città di Milano, le antiche cinte murarie spagnole sono state sventrate per dare spazio ad un ampliamento della città e per offrire nuovi spazi abitabili alla popolazione in crescita. 3. Prima edificazione: Piano Beruto Dalle cartografi e del PRG del 1884, ad opera dell’ing. Cesare Beruto, si evince che l’area di viale Montello venne dunque edificata quell’anno per la prima volta, e tale rimase, con l’aggiunta successiva di piccoli corpi di fabbrica ad uso abitativo, fino a poco dopo la metà degli anni ’50 del Novecento. Ancora oggi sul muro che crea una spettacolare quinta scenica su viale Montello è possibile osservare la storia degli edifi ci che occupavano l’area: il tratto più consistente della parete, per lo più in mattoni e con aperture a volta, appartiene al primo edificio che venne lì realizzato secondo le disposizioni del piano voluto dall’ing. Beruto; 5
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4. Luogo di mediazione Già dai tempi della fondazione di Milano la zona esterna alle mura si era identificata come un piccolo Borgo costituito da diverse cascine che si servivano dei campi circostanti e delle varie rogge e torrenti; attraverso il progressivo ampliamento verso l’esterno della città questi conglomerati sono stati assorbiti dai nuovi confini di Milano. Seppur la barriera architettonica delle mura spagnole sia stata abbattuta, ancora oggi viene percepita una forte separazione tra lo spazio che era all’interno delle mura, che oggi è caratterizzato da una città aperta e attiva, e lo spazio all’esterno delle mura che è diventato luogo vitale e commerciale di un’ampia comunità come quella cinese che mantiene una forte centralità ed un isolamento. È proprio questo spazio di mediazione che è il giardino a volere essere promotore di una possibile apertura tra i due fronti e garante di un’integrazione possibile tra culture diverse e lontane. L’area di progetto dunque si trova proprio a cavallo delle due strade sopracitate, si affaccia su di esse e assume dunque un ulteriore ruolo di mediazione: ruolo che rimane però oggi ancora soltanto negli obiettivi di GiT. I suoi confini nel passato recente, invece di essere utilizzati come soglie di collegamento tra i due assi stradali di viale Montello e bastioni di P.ta Volta e più metaforicamente anche tra le diverse comunità che vivono sui due lati, sono stati sfruttati come discarica. Ad oggi grazie all’intervento sul giardino e alla cura del verde questa tendenza al degrado tende a scemare senza però svanire del tutto. 5. Luogo di memoria Dal 2013 questo luogo è dedicato a Lea Garofalo, martire della lotta antimafia, grazie all’intervento dell’associazione Libera nel progetto del giardino. Lea Garofalo nasce nel 1974 in una piccola cittadina in provincia di Crotone da una famiglia implicata in attività malavitose nel meridione. Si innamora di uno dei membri della famiglia Cosco e con esso si trasferisce a Milano nel1996, proprio in viale Montello, dove il coniuge controlla lo spaccio di stupefacenti nella regione lombarda. A seguito dell’arresto del marito e di varie liti Lea decide nel 2002 di raccontare quanto aveva visto e vissuto sia riguardo la famiglia sia riguardo il clan del marito; entra quindi nel programma di protezione da cui poi uscirà dopo pochi anni. Anche se si riavvicina al marito, questo medita una vendetta nei confronti della moglie che verrà poi attuata il 24 novembre 2009. Si sono svolti nel novembre 2013 i funerali civili a Milano che hanno reso la figura di Lea Garofalo una testimone di giustizia tuttora viva nello spirito del movimento antimafia.
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Muro perimetrale di Via Montello resti della prima edficazione
Targa commemorativa a Lea Garofalo
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TIMELINE DI PROCESSO
PSC illustra progetto all’ex consiglio di zona 6 ottenendo la delibera per l’intervento di bonifica ambientale per futura concessione dell’area alla PSC
Ripulita area ma nessun passaggio di consegne tra il Consiglio di Zona e PSC. Interpellato ufficio aree del settore sport con l’inserimento dell’area in un bando tramite concorso pubblico. PSC vince concorso per assegnazione area. Inizio riqualificazione dell’area
PICCOLA SCUOLA DI CIRCO FA DOMANDA PER UTILIZZO AREA
1998
1996 Blitz in viale Montello 6, arrestati fratello Floriano e compagno Cosco di Lea Garofalo
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2000-2001
Febbraio: Presentazione del progetto definitivo per l’istallazione di una tensostruttura temporanea. Giugno: Scadenza persmesso per l’utilizzo dell’area da parte di PSC. Successiva proroga della concessione
Revoca definitiva per l’utilizzo dell’area alla PSC. Area liberata per la costruzione di un parcheggio multipiano, mai iniziato per mancanza di fondi e ritardi nei lavori causa ridefinizione progetto.
AREA INSERITA PIANO PARCHEGGI DEL COMUNE DI MILANO
2004
2007
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L’area rimane in stato di degrado e abbandono.
Riapertura area attraverso la pulizia e costruzione di piccole infrastrutture e orti grazie al GiT, Molly Moratti, Giardini Borromeo e l’intervento di molti volontari
Maggio, firmata convenzione per l’utilizzo dell’area con il consiglio di zona 1. Il giardino viene intitolato in memoria di Lea Garofalo testimone di giustizia antimafia
6 novembre, posata 1° pietra per la fondazione Feltrinelli Herzog Meuron; possibilità di una ripresa del progetto parcheggi multipiano.
12 APRILE 2012, UFFICIALIZZAZIONE ASSOCIAZIONE GIARDINI IN TRANSITO
2009
2011 (24 NOVEMBRE), OMICIDIO DI LEA GAROFALO A MILANO
GiT prende le redini del progetto per migliorare l’area attraverso la collaborazione con diverse associazioni.
2013
2014
19 OTTOBRE, MILANO, FUNERALI CIVILI DI LEA GAROFALO
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CRITICITÀ
Degrado dell’area prima degli interventi di GiT
Stato dell’area in abbandono prima dell’occupazione da parte della piccola scuola di circo.
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Il giardino nel recente passato ha vissuto un problema legato al suo stato di abbandono e di occupazione in pianta stabile di senzatetto che ha reso inutilizzabile la zona per la cittadinanza. In seguito quest’area venne assegnata alla Piccola Scuola del Circo attraverso una concessione comunale. Lo stesso comune poi prorogò la concessione alla PSC per altri anni poiché questa era diventata un’attività di quartiere. Il Comune nei primi anni del 2000 però dovette revocare la concessione per la realizzazione di un ipotetico parcheggio multipiano ancora in via di definizione. In questa occasione ripulì l’area per facilitare le operazioni di rilievo. L’impossibilità pratica poi di costruire il parcheggio insieme ai vincoli ambientali e architettonici, ha fatto sì che il Giardino rimanesse nuovamente terra di nessuno e luogo di pernottamento e bivacco per senzatetto. GiT quindi ha deciso di prendere in carico la gestione del Giardino, ripulendolo nuovamente, costruendo piccole infrastrutture e orti, e aprendolo alla cittadinanza nel 2011. Al termine di alcune trattative il Comune, attuale proprietario del terreno, ha permesso a Git di realizzare migliorie permanenti, definendosi anche in grado di supportarne una piccola parte. I problemi che rimangono al giorno d’oggi sono la precarietà della concessione offerta dal Comune e la mancanza di fondi per la realizzazione di opere permanenti.
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Situazione attuale del giardino con piccoli arbusti e arredo lowcost di recupero.
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L’area comunale di viale Montello/Bastioni di P.ta Volta risultava destinata, secondo il vecchio piano per i parcheggi previsto dal sindaco Albertini, ad accogliere un grande autosilo: uno o due piani sottoterra e quattro piani in altezza per lo stazionamento di autovetture. Il progetto del parcheggio multipiano di viale Montello aveva come obiettivo quello di incrementare l’offerta di posti auto nelle zone periferiche della città, così da favorire l’uso del mezzo pubblico invece del mezzo privato, in linea con gli obiettivi di Area C. Al contempo rivedere la localizzazione dei parcheggi a rotazione nel centro cittadino, e favorire i parcheggi in periferia, dunque, scoraggiare quelli in centro città. Nell’area occupata fino al 2009 dalla Piccola Scuola del Circo avrebbe dovuto quindi vedere la luce un cantiere per la realizzazione di un parcheggio multipiano di circa 500 posti (135 box per residenti, 338 posti a rotazione). Il progetto tuttavia ha incontrato molti problemi sin dal momento della sua proposta in Comune. L’analisi archeologica richiesta dalla stessa Piccola Scuola di Circo ha riscontrato la presenza nel sottosuolo di resti dell’antica cinta muraria spagnola. Al vincolo archeologico dato dai resti delle mura spagnole va anche aggiunto il vincolo paesaggistico dato dalla presenza al centro dell’area di un altissimo platano secolare (classe: Platanus acerifolia, diam.Tronco 60-80 cm,H 18-22 m), nonché del muroquinta che la separa da viale Montello, appartenente ad edifici costruiti a cavallo tra Ottocento e Novecento. Il progetto del parcheggio multipiano risulta quindi, ad oggi, bloccato. Sul processo di progettazione dell’autosilo, inoltre, grava anche l’opinione dei due architetti Herzog & De Meuron che hanno progettato nei lotti adiacenti al giardino la nuova sede della Fondazione Feltrinelli che sorgerà più precisamente nell’area di Porta Volta, tra Viale Pasubio e Viale Crispi, nelle zone 1 e 9 del Comune di Milano. La nuova sede, che è un piano integrato di intervento (PII) di modeste dimensioni si svilupperà su circa 2.700 metri quadrati e cinque piani, modificherà ulteriormente l’immagine del quartiere ed inciderà molto anche sull’afflusso di persone che transiteranno nella zona. Inoltre il progetto prevede lo smantellamento del benzinaio adiacente al giardino, che rappresenta un importante agevolazione per il mantenimento e il progresso dell’orto comunitario prestando gli allacci di acqua ed elettricità.
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Primo progetto del Parcheggio Multipiano in Via Montello
Platano secolare all’interno del giardino
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Occupazione dell’area per il progetto di Fondazione Feltrinelli di Herzog&De Meuron, in fucsia il Giardino Comunitario
Rendering Fondazione Feltrinelli Porta Nuova vista da Piazzale Baiamonti
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RETE ATTORI COMUNE DI MILANO: rilascia una concessione temporanea tramite la convenzione Giardini Condivisi. GiT (Giardini in Transito): associazione che trasforma aree in stato di abbandono in luoghi con grandi potenzialità da vivere e sfruttare coinvolgendo i cittadini. Riceve in comodato d’uso gratuito l’area in via Montello. I CENTRI E LE ASSOCIAZIONI PRESENTI NEL GIARDINO: LIBERA: l’associazione guidata da don Ciotti contro le mafie, che ha intitolato il giardino a Lea Garofalo e che promuove svariate manifestazioni CENTRO PSICHIATRICO DIURNO DELL’OSPEDALE FATEBENEFRATELLI e la connessa onlus LABORATORIO PROCACCINI QUATTORDICI: agevolare il reinserimento nel mondo del lavoro di persone con disabilità mentali e difficoltà quotidiane; e pratica dell’ortocultura. DIAMOCILAMANO / SHOULASHOU: promuove attività didattiche, ludiche e culturali oltre a quelle di gestione, pulizia e costruzione. L’intento è quello di creare un chinese corner per permettere un’integrazione tra le comunità. COMUNITA’ NUOVA e SOCIETA’ COOPERATIVA A&L onlus: seguono i minorenni imputati in attesa di primo giudizio in un percorso di riabilitazione attraverso giornate di lavoro e di dialogo con l’intervento, ancora, di Libera. CICLOFFICINA SOCIALE: ha eletto il giardino come riferimento per la riparazione di biciclette e per l’inserimento di persone con fragilità psichica. UFFICIO ESECUZIONE PENALE ESTERNA (U.E.P.E) DEL MINISTERO DI GIUSTIZIA: segue i percorsi alternativi al carcere di condannati in via definitiva e di “messa alla prova” per imputati di reati minori che hanno il compito di cura del giardino e degli orti. FINANZIATORI: MILLY MORATTI: laureata in fisica, è attivista politica ambientalista e ha sostenuto l’impegno di architetti e vivaisti nel progetto di via Montello. VIVAI BORROMEO: studiando problematiche e esigenze di spazi verdi pubblici e privati interviene da molti anni ormai nelle richieste di parchi e aree verdi sostenendo la conservazione della biodiversità. PROMOTORI E PROGETTISTI: MATTEO MANCA: delegato del FAI e Presidente del Consiglio Direttivo dell’Associazione “GiT” CAMILLA PELUSO: rappresentante della Piccola Scuola di Circo MARCO SESSA e GIULIA UVA: rappresentanti dell’Atelier Verdure ANDREA TRUCILLO e MICHELE ALBERTI: rappresentanti dello studio Blulab Building Landscape Architecture 15
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OBIETTIVI Gli obiettivi di GiT sono il manifesto e l’essenza dell’associazione stessa, ovvero l’attivazione di uno spazio abbandonato con una forte caratterizzazione che negli anni ha visto più volte cambiare il proprio aspetto. Giardini in Transito vuole riattivare le potenzialità del giardino garantite sia dalla posizione strategica sia dalle caratteristiche della zona che hanno sempre determinato una sua particolarità. Attraverso la attiva partecipazione dei cittadini, l’idea è quella di assicurare una trasformazione sempre in divenire dello spazio in modo tale da renderlo fruibile al maggior numero di persone, mantenendo dinamicità, sensibilità ai mutamenti e soprattutto una ricchezza di opportunità e innovazioni. Il fatto che sia uno spazio comunitario implica la volontà di essere uno spazio sempre vivibile, da proteggere e migliorare. Con GiT collaborano associazioni di ogni tipo come, associazioni che si occupano di recupero di persone in difficoltà con attività di giardinaggio, associazioni per l’inserimento della popolazione cinese nel quartiere, data la vicinanza del quartiere Sarpi, ma anche reinserimento nella società di persone che hanno avuto problemi con la giustizia e che si ritrovano ora a “scontare” la propria pena con lavori di utilità sociale e associazioni di tipo artistico. Qualora questa attività dovesse riscuotere successo il giardino verrà definitivamente certificato per questo scopo. E’ un nuovo modo di guardare la città, con gli occhi di chi sa vedere in un’area abbandonata al degrado un giardino bellissimo, pronto a crescere grazie alla partecipazione attiva dei cittadini, pronto a trasformarsi, seppur temporaneamente, in uno spazio fruibile, dinamico e ricco di opportunità, un bene comune da vivere e da proteggere.
A Destra: comunitario
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Ortogiardino
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Lavori per l’impianto di irrigazione
Pulizie di primavera in giardino con la partecipazione di cittadini volontari
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ESITI ED EFFETTI Il progetto del giardino è riuscito ad andare oltre agli obiettivi prefissati da GiT, infatti oltre a riqualificare un’area, è riuscito a creare una centralità all’interno del quartiere poiché al giorno è un punto di interesse per tutti gli abitanti della zona e non solo e sicuramente è riuscito a migliorarne l’immagine complessiva. Inoltre è visto come un luogo di aggregazione, dove è piacevole passare del tempo, dove si organizzano periodicamente eventi per bambini e non. In più un inaspettato esito del lavoro di GiT è stato quello della relazione stretta con le associazioni. È una cosa che è nata con il tempo, ma che oggi da i suoi frutti migliori. La mobilitazione di quartiere di volontari esprime al meglio l’interesse che si è venuto a creare per questo piccolo ritaglio di verde: c’è chi si occupa di tenere aperto il giardino, chi va a sistemare il manto erboso, chi pota le piante e chi dona quel che può, da piccole piante ad offerte per il sostentamento del giardino.
Prima apertura 26 Maggio 2011
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AZIONI DI PROGETTO I volontari, i progettisti e in generale tutti i partecipanti alla riqualificazione del giardino si sono mossi attraverso interventi puntuali affinché mutasse l’aspetto dell’area. Il progetto del giardino è fondato sulla ripartizione dello spazio in tre aree tematiche corrispondenti alle vocazioni principali del giardino nella sua accezione polivalente di giardino comunitario. Una prima sezione è stata destinata ad un orto che unisce le numerose piante da frutto spontanee con altre donate dai cittadini. La seconda parte è stata lasciata relativamente libera per garantire uno spazio di relax e svago attraverso la costruzione di una passerella di legno e l’inserimento di varie panchine; lo spazio aperto permette l’organizzazione di eventi e l’accoglienza di manifestazioni o di gruppi di persone. L’ultima parte infine, caratterizzata da una piccola collina, è stata concepita come zona ludica per bambini e tra le varie proposte c’è quella della costruzione di un box polifunzionale e di un piccolo campo da basket. In più l’intervento principale che dovrà prendere forma, sarà quello di una sistemazione se non addirittura di una costruzione ex novo della cinta esterna del giardino che ora rimane precaria e notevolmente danneggiata. Bisogna considerare ulteriormente che l’ultimo intervento è stato quello di un inserimento di un impianto idrico permanente, per garantire l’irrigazione di tutto il verde. Suddivisione delle tre aree tematiche
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Scavi per il posizionamento dell’impianto di irrigazione
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Vasche per la coltivazione di ortaggi
Capanno degli attrezzi
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COSA ABBIAMO IMPARATO RISPETTO A LAMBRATE Rispetto all’area di Lambrate possiamo affermare con sicurezza che ci sono numerosi spazi inutilizzati che potrebbero essere riqualificati anche prendendo spunto dal progetto di GiT. Il Giardino Comunitario Lea Garofalo è un chiaro esempio di come un progetto sia riuscito a fare da collante tra etnie diverse, a creare una centralità all’interno di un quartiere oltre a riqualificare un’area verde in stato di abbandono. Questo stesso intento di allargare la maglia sociale facendo entrare a contatto comunità diverse potrebbe essere riproposto nel quartiere di Lambrate. Certamente la riqualificazione di uno spazio in stato di abbandono gioverebbe all’immagine della zona ma non si limiterebbe solo a questo: per la realizzazione di tale progetto servirebbe un consistente numero di volontari interessati al mantenimento dell’area, una rete di associazioni che possano organizzare eventi di interesse pubblico per promuovere il giardino oltre a finanziatori che possano rendere attuabile il progetto. Un’ altra particolarità di quest’intervento è l’utilizzo di materiali di riciclo a basso costo per abbattere le spese di realizzazione e permettere una maggiore possibilità di replicare un intervento simile. Per concludere, è fondamentale evidenziare come questo progetto sia riuscito, attraverso delle azioni mirate e la collaborazione di molti volontari e associazioni, a congelare un progetto previsto da un’istituzione come il Comune di Milano. Ortogiardino con materiali di riciclio
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ALCUNI ESEMPI A LAMBRATE DI AREE VERDI CON CARATTERISTICHE ANALOGHE
Area di proprietà della Statale, Via S.Faustino
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Via privata Borgomaneiro
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FONTI •
Giardini in Transito (2013), Raccolta immagini, book di progetto (fonte: www.giardiniintransito.wordpress.com)
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Giardini in Transito (2014), Stralcio del parcheggio di Viale Montello, un quartiere di ragioni, book di progetto (fonte: www.giardiniintransito.wordpress.com)
•
Giardini in Transito (2015), il Giardino Comunitario Lea Garofalo, presentazione e progetti, book di progetto (fonte: www.giardiniintransito.wordpress.com)
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Tesi di laurea, Matteo Manca, 2011, Les murs, la place et le Tiers Paysage – colonizzazione di un’area a Porta Volta, Milano.
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http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2012/03/04/un- parco-emporaneo-nel-limbo-di-porta.html
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http://www.ecodallecitta.it/notizie/379523
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