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Chiedimi cos’è l’islam C
Una società che cambia, una chiesa che evangelizza
A partire dalla Seconda Guerra Mondiale gli stati musulmani si sono progressivamente imposti
L’Italia stessa non è più una società del tutto tradizionalmente cattolica
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La Società Biblica di Ginevra in Italia è una missione dinamica che opera a 360 gradi con attività e progetti di evangelizzazione e di edificazione cristiana. La Società Biblica di Ginevra nasce in Svizzera nel 1917. L’attività della missione è volta alla traduzione, edizione, pubblicazione e diffusione delle Sacre Scritture e di letteratura cristiana al minor costo possibile, allo scopo di promuovere la conoscenza della Parola di Dio e preservare la cultura cristiana biblica. Per tali attività è stata riconosciuta dalla Confederazione Elvetica come opera di pubblica utilità. Durante il secolo scorso la sua attività di divulgazione delle Sacre Scritture si è sviluppata in oltre venti diverse nazioni in quattro continenti. Per questa ragione oggi la Società Biblica di Ginevra si colloca ai vertici mondiali quale organo di promozione della conoscenza della Parola di Dio. Attiva in Italia dal 1933, parallelamente alle attività editoriali, ha prodotto numerose iniziative volte alla valorizzazione della cultura cristiana.
Contatti Società Biblica di Ginevra in Italia Via Giuseppe Massari, 189/A – 10148 Torino Tel. 011 2052386 – Fax 011 2051566 www.diffonderelabibbia.net
Dio non s’impone con la forza, ma chiede a sua volta amore e libera corrispondenza
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Diffondere la Bibbia Quadrimestrale di informazione della Società Biblica di Ginevra in Italia Anno XXIII – n. 1/2014 Direttore responsabile Giancarlo Farina Redazione Daniela Benevelli, Giancarlo Farina Progetto grafico Giuseppe De Chirico graphic design © Immagini iStockphoto, La Casa della Bibbia
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di Giancarlo Farina / Presidente della Società Biblica di Ginevra in Italia
Quali sono le differenze fra cristianesimo e islam, se ambedue adorano un Dio unico? Sono tantissime e non si possono esaurire in poche battute. Semplificando molto si può dire che, alla base di tutto, l’islam manca della Trinità e di Gesù Cristo. Cristo è venuto a rivelare che Dio è uno solo, ma in tre Persone uguali e distinte, che esprimono l’essenza divina, un Dio che è amore e si fa uomo. Cristo, poi, si sacrifica per la salvezza dell’umanità, di chiunque lo accoglie come Salvatore.
La Shari’a (legge islamica) è fondata invece su una triplice disuguaglianza: tra musulmano e non, tra uomo e donna, tra libero e schiavo. Il cristianesimo ha abbattuto tutte le barriere del razzismo e del sessismo, come afferma Paolo: “...siete tutti figli di Dio per la fede in Cristo Gesù... non c’è né schiavo né libero; non c’è né maschio né femmina; perché voi tutti siete uno in Cristo Gesù” (Galati 3:26, 28). Diverso anche l’atteggiamento di fronte alla violenza: per il cristiano la vera fede non si impone con la spada. Nell’islam, fin dall’inizio, la fede si diffonde anche con la conquista militare dei popoli, convertiti con la forza delle armi. È vero che anche nel cristianesimo abbiamo non pochi esempi del genere, ma questo atteggiamento viene riconosciuto da tutti i cristiani essere sempre contro il vangelo, mentre la “violenza per Dio” è parola del Corano. Oggi i “riformisti” islamici tentano di interpretare diversamente la guerra santa, che per loro vorrebbe dire guerra contro le proprie passioni, mortificazione, ma tutta la storia dell’islam dimostra il contrario e la tradizione della “guerra santa per Dio” continua ancora oggi. Dove i musulmani sono la maggioranza a volte impongono la fede islamica con violenza, come nel Sudan o nell’Afghanistan dei talebani, condannando a morte i musulmani che si convertono a un’altra religione. All’islam manca la distinzione tra religione e politica, tra sacro e profano, fra comunità religiosa e comunità civile; quindi fra dittatura teocratica e democrazia. Con la pubblicazione del libro Chiedimi che cos’è l’islam, di Andreas Maurer, La Casa della Bibbia vuole fornire al lettore un’introduzione all’islam e una guida cristiana all’interazione con la cultura musulmana. Com’è nato l’islam? Qual è la sua dottrina? Quanti gruppi o movimenti esistono nell’islam? Come possono i cristiani comunicare ai musulmani la buona notizia della salvezza e della vita eterna in Gesù Cristo? Esiste un modo efficace per rispondere alle obiezioni dei musulmani mediante la Bibbia? Il libro di Andreas Maurer risponde con chiarezza a tutte queste domande. Vi invito a leggerlo e a diffonderlo con impegno.
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...Testimoniare superando le diffidenze, aiutando i musulmani a riconsiderare le loro convinzioni
di Andreas Maurer / dall’introduzione del libro
A partire dalla Seconda Guerra Mondiale gli stati musulmani si sono progressivamente imposti come entità religiose e politiche assai potenti. In seguito a un movimento migratorio senza precedenti, le popolazioni di paesi non musulmani sono entrate in contatto con tale realtà: l’islam della porta accanto. Inoltre, i tragici avvenimenti degli ultimi anni (quali, ad esempio, l’attentato dell’11 settembre 2001 alle Torri Gemelle e gli innumerevoli atti terroristici susseguitisi nel mondo) hanno proiettato l’islam sulla scena internazionale, suscitando inevitabilmente parecchi interrogativi. È ormai evidente che l’islam non è una “religione” nell’accezione comune del termine (ossia una convinzione religiosa strettamente personale) bensì, al contrario, una confessione che si considera superiore agli uomini e ai popoli. Una religione omnipervasiva che regola e governa tutti i campi della vita: la fede, la morale, il diritto, l’ordine civile, l’arte, la cultura, l’economia e la politica. È dunque importante comprendere la religione islamica e la ragione dei suoi alquanto virulenti attacchi ai fondamenti della fede biblica. Questo è quanto si ripropone quest’opera con una breve sinossi dell’islam. Cercheremo quindi di scoprire se esista un modo di rapportarci, come cristiani, con i nostri vicini musulmani e di testimoniare loro, superandone le diffidenze, l’amore di Gesù aiutandoli
a riconsiderare le loro convinzioni e percezioni (talvolta distorte se non, addirittura, infondate) di quelle che essi ritengono essere le verità del cristianesimo. Si è fatto il possibile per rendere quest’opera comprensibile e facilmente accessibile. I lettori che desiderino approfondire lo studio dell’argomento possono consultare le pubblicazioni consigliate nell’Appendice del volume Chiedimi cos’è l’islam oppure visitare il sito www.aymf.net (in inglese). Prima di intraprendere la lettura occorrerà tener presente qualche premessa. 1) Questo libro presenta in modo strutturato le basi dell’islam e i rudimenti delle pratiche religiose musulmane. Probabilmente, dopo averlo letto, ne saprete di più della media dei praticanti stessi... Ciononostante, il nostro scopo non è quello
di correggere le loro credenze bensì di interessarci seriamente alle loro spiegazioni e alle loro motivazioni. 2) Le informazioni trasmesse in questo libro, che potrebbero in parte differire dalle affermazioni dei nostri amici musulmani, ci aiuteranno a distinguere l’islam reale da quello ideale, spesso confuso dai più. 3) Date queste premesse, avremo maggiori possibilità di formulare le domande più consone per suscitare la riflessione dei nostri amici musulmani riguardo al loro rapporto personale con il Creatore. Anziché proporre loro delle risposte preconfezionate, tenteremo piuttosto di aiutarli a interrogarsi e a cercare personalmente delle risposte. 4) Solamente in seguito avremo facoltà di parlare loro della nostra fede e spiegare loro gli insegnamenti della Bibbia. segue a pagina 07
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Il libro si divide in tre sezioni principali: 1) la dottrina dell’islam: un’introduzione ai fondamenti dell’islam, esposti in ordine di argomento, ben strutturata per lo studio; 2) le obiezioni dell’islam: l’identificazione delle principali obiezioni sollevate dall’islam sulla fede cristiana, seguite dalle risposte della Bibbia; 3) il dialogo con l’islam e i musulmani: una guida pratica per i cristiani che, entrati in contatto con i musulmani, desiderino costruire con loro un rapporto di conoscenza sincero e duraturo.
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Per un dialogo efficace con l’islam è importante conoscere il pensiero, la mentalità e il modo di vivere dei musulmani. Il cristiano impegnato si dovrà pertanto documentare sull’islam: troppi, infatti, sono i luoghi comuni che, basandosi sulla disinformazione, rischiano di suscitare ingiustificati timori anziché il desiderio di testimonianza.
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...So per esperienza che uno dei modi migliori di annunciare la buona notizia della salvezza ai musulmani consiste nel far loro delle domande intelligenti e non faziose
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da pagina 04
Permettetemi di sintetizzare i punti appena illustrati con un esempio, una conversazione-tipo tra un cristiano e un musulmano:
CONVERSAZIONE 1 Musulmano: Per essere un buon musulmano devo pregare cinque volte al giorno. Cristiano: Interessante... Mi dici, per favore, dov’è scritto che bisogna pregare cinque volte al giorno? Musulmano: Lo dice il Corano! Cristiano: Mi piacerebbe leggerlo... potresti darmi il riferimento? Musulmano: Eh, prima devo trovarlo! [Dopo un po’ di tempo...] Musulmano: Ecco, questi sono alcuni passi del Corano dove si parla della preghiera... [Si noti che non esiste nessun riferimento coranico in cui si specifichi chiaramente che i musulmani devono pregare cinque volte al giorno... A questo punto il cristiano – con tatto e gentilezza – lo farà notare al suo interlocutore, senza metterlo in imbarazzo]. Cristiano: Grazie per avermi fatto leggere questi passi del Corano. Ti interessa sapere cosa dice la Bibbia riguardo alla preghiera?
CONVERSAZIONE 2 Cristiano: Mi racconti come sei diventato musulmano? Musulmano: Beh, sono nato in Arabia! Cristiano: Così, se tu fossi nato in Giappone, saresti shintoista? [Questa domanda potrebbe dare il via a un’interessante discussione che potrebbe anche terminare così:] Musulmano: E tu, come sei diventato cristiano? Lo scopo di questo libro è di fornire ai cristiani gli strumenti per rendere la loro testimonianza ai musulmani ancora più efficace. Le conoscenze acquisite mediante lo studio di questo libro non vi servano per correggere le nozioni che i musulmani hanno della propria fede bensì vi aiutino a: 1) acquisire maggiore confidenza e sicurezza, fugare timori e pregiudizi ed evitare gli atteggiamenti errati nei rapporti interpersonali con i musulmani che incontrate; 2) imparare a formulare le domande giuste per suscitare l’interesse del musulmano e invitarlo a riflettere sulla sua fede; 3) distinguere tra l’ideale religioso e la pratica quotidiana dell’islam; 4) essere in grado di rispondere in modo pertinente alle obiezioni dell’islam;
5) imparare a parlare del vangelo con persone le cui convinzioni religiose differiscano diametralmente dalle vostre. So per esperienza che uno dei modi migliori di annunciare la buona notizia della salvezza ai musulmani consiste nel far loro delle domande intelligenti e non faziose. Ma questo richiede una buona conoscenza dell’islam, da una parte, e della Bibbia, dall’altra.
NOTA BENE 1) Le domande che faremo ai nostri amici musulmani non avranno certamente lo scopo di metterli in imbarazzo (probabilmente non conosceranno tutte le risposte) né, tanto meno, quello di provocarli, bensì quello di agire secondo il modello dettato dall’amore cristiano e suscitare
scambi di vedute e riflessioni serie. Ogni situazione è unica; conviene pertanto scegliere con saggezza le domande da porre (quelle proposte in questo libro non si possono certamente applicare a tutti i casi). Spesso sarà meglio usare un “passepartout”, una domanda generica, ad es.: “Qual è la tua opinione in merito a...”, “Che cosa ne pensi di...?” e rivolgere le domande specifiche in un secondo tempo, al momento opportuno. 2) Naturalmente esistono anche altri tipi di approccio per comunicare con i musulmani. Sarà talvolta possibile parlare direttamente del vangelo senza bisogno di troppe domande preliminari. Beninteso, in tutte le situazioni è indispensabile agire sotto la guida dello Spirito Santo, conformemente alla volontà di Dio. segue a pagina 08
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di G da pagina 07
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Com’è nato l’islam? Qual è la sua dottrina? Quanti gruppi e movimenti esistono nell’islam? Come possono i cristiani comunicare ai musulmani la buona notizia della salvezza e della vita eterna in Gesù Cristo? Esiste un modo efficace per rispondere alle obiezioni dei musulmani mediante la Bibbia?
Andreas Maurer, consulente islamista, vanta studi teologici post-universitari in varie facoltà inglesi e sudafricane. Nel 1999 consegue il dottorato presso l’Università di Pretoria (UNISA) presentando la tesi In Search of a new Life: Conversion Motives (“In cerca di una nuova vita: motivi di conversione”). Dal 1984 al 1999 svolge attività di missionario in Sudafrica con la SMF (Swiss-Missionary-Fellowship), dove ha modo di confrontarsi con l’islam e impegnarsi in progetti di missione cristiana presso il mondo musulmano. Tra il 2000 e il 2007 collabora con la AWM (Arab World Ministries) in qualità di insegnante. Il suo campo d’azione spazia dalla Svizzera al mondo intero. Dal 2011 svolge attività di consulente islamista e conferenziere per la AVC (Action for persecuted Christians and needy people). Attualmente è anche il responsabile dell’Institut für Islamfragen Schweiz (Istituto Svizzero per le Questioni Islamiche).
ed. La Casa della Bibbia, 2014 cod. SG10475 – pp. 292 – € 17,90 Introduzione all’islam e guida cristiana all’interazione con la cultura musulmana
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di Giancarlo Farina
L’Italia stessa non è più una società del tutto tradizionalmente cattolica. L’afflusso di immigrati extracomunitari, nel corso degli ultimi decenni, ha fatto sì che la società italiana si ritrovi a vedere la religione musulmana diventare la seconda dopo la cattolica, in considerazione dell’importanza relativa degli immigrati che aderiscono al Corano, tanto più che non mancano i convertiti italiani all’islam. Gli immigrati stranieri sono a oggi 5,5 milioni; nel totale i musulmani sono il 39,5 % dell’insieme degli stranieri. segue a pagina 11
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L’incremento della popolazione musulmana in Occidente è il risultato di due fenomeni: l’immigrazione massiccia dalle ex colonie a partire dagli anni ‘60 e l’alto tasso di natalità registrato nell’ambito di tali popolazioni di migranti. Contrariamente alle intenzioni originarie, sono pochi i musulmani che, una volta emigrati, fanno ritorno ai propri paesi di origine.
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I cristiani si sentono, molte volte, invitati dai musulmani a essere coerenti con il messaggio evangelico e imitatori delle virtù di Cristo stesso. Non è un caso che alcuni musulmani contemporanei accettino di trovare nei nostri Vangeli l’insegnamento sociale e spirituale di Gesù, pur rifiutando le sue dimensioni teologiche. Tocca ai cristiani essere “vangeli viventi” e dare la prova, in azioni, che il programma di Gesù Cristo non è utopistico e che le sue promesse teologiche portano tanti frutti umani e spirituali. Più che mai dunque, presso i musulmani, si richiede la testimonianza umile e fedele di cristiani che mettano in pratica, al cento per cento, l’assolutezza del messaggio evangelico. Ed è proprio il servizio evangelico dell’uomo come persona, famiglia e società, che può rivelare a tutti la correttezza del progetto cristiano e la grandezza delle sue promesse. Fede e azione camminano sempre di pari passo. I credenti devono riprodurre nella loro vita e nella loro società i principi della Bibbia. Non è forse l’azione e dunque l’essere del credente che, finalmente, svela qualcosa dei segreti di Dio? Tocca allora ai cristiani riscoprire le motivazioni evangeliche del loro triplice impegno nella promozione materiale, intellettuale e spirituale dell’uomo moderno. Tutto questo costringe i cristiani a interrogarsi di nuovo sulla specificità del loro cristianesimo e sulla sua singolare chiamata nella storia delle religioni. Un primo impegno dei cristiani è a favore dei diritti dell’uomo, tanto più che la visione musulmana di tali diritti viene deviata da convinzioni religiose proprie dell’islam. Dobbiamo dunque testimoniare la nostra fede e il messaggio salvifico di Cristo, ma dobbiamo farlo con coerenza e non soltanto a parole. Con impegno e fedeltà, evitando lo scontro frontale e anticipando l’amore di Dio.
Più che mai dunque, presso i musulmani, si richiede la testimonianza umile e fedele di cristiani che mettano in pratica, al cento per cento, l’assolutezza del messaggio evangelico
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