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Un viaggio nella storia di Torino
Sulle tracce di un antico Crocisso
Daniele Bolognini
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Dalla Settimana Santa del 2019 chi entra nel nostro Santuario, può notare vicino al presbiterio la presenza di un Crocisso quattrocentesco il cui volto sofferente si accosta al dolce sguardo della Consolata. Un’acquisizione recente che impreziosisce notevolmente il patrimonio artistico del Santuario e la cui origine porta assai lontano nel tempo. Quest'opera, che ha oltre cinque secoli di storia, probabilmente in molti suscita numerose curiosità! Da dove arriva? In quale luogo è stata venerata? Quali vicende storiche ha attraversato?
La sua origine è lontana nel tempo, ma non dai luoghi. Infatti il Crocisso appartenne al Monastero di Santa Croce in Rivoli delle Canonichesse Regolari di S. Agostino, un Ordine antico, oggi poco noto e purtroppo non più presente in Piemonte.
È il ramo femminile dell'Ordine dei Canonici Regolari della Congregazione del Ss.mo Salvatore Lateranense, Ordine fondato attorno al 1000 da chierici detti appunto “canonici” i quali in passato furono anche presenti nella nostra Arcidiocesi e precisamente a Savigliano, nella chiesa di S. Andrea Apostolo. Scelsero di vivere in comunità adottando la Regola agostiniana e da qui la dicitura di “Regolari”. In seguito alla riforma gregoriana degli Ordini
◄ Nelle pagine 14 e 15:
Chiesa di Santa Croce in piazza Carlo Emanuele II
◄ A lato:
Il quattrocentesco Crocifisso ligneo oggi nel Santuario della Consolata (fotografia di Andrea Aloi)
► Nella pagina seguente:
Particolare dell’altare dedicato a S. Pietro dalle Canonichesse nella chiesa di Santa Croce in piazza Carlo Emanuele II (fotografia tratta dalla tesi di Francesca Romana Gaja, 2011-12)
monastici avviata dal Sinodo Lateranense, nel 1059 si aggiunse l'ulteriore dicitura “Lateranense” per il ser vizio prestato, n dalle origini, alla Basilica Papale di S. Giovanni in Laterano considerata la “Madre di tutte le Chiese”. Fu Papa Eugenio IV, nel 1446, a conferire anche alle monache il prestigioso titolo “Lateranensi”, così pure l'abito somigliante a quello dei prelati: mantella e rocchetto bianco.
In Piemonte abbiamo notizia di un monastero di Canonichesse a Vercelli già dall'XI secolo, dedicato alla Ss.ma Annunziata, monache dedite alla vita contemplativa e all'educazione delle ragazze nobili. A Torino giunsero nel 1534, per interessamento di Beatrice di Romagnano, e abitarono inizialmente in una casa presso l’allora Porta Nuova; nel 1541 si trasferirono presso Porta Susina, dove oggi troviamo la chiesa della Misericordia. Il titolo di “Santa Croce” è menzionato per la prima volta in un atto notarile del 1° giugno 1543. Con un di Papa Paolo Breve III fu loro concessa il 30 agosto 1547 l'afliazione ai Canonici Regolari Lateranensi e nel 1552 iniziarono a costruire la chiesa, consacrata poi dall’Arcivescovo Carlo Broglia il 5 gennaio 1603.
Nel 1569, nell'ambito dei lavori di costruzione della Cittadella militare, si dovette demolire l’antico monastero benedettino femminile, già del 1000, dedicato a S. Pietro. Quelle religiose, per un breve periodo, si trasferirono in un edicio attiguo a quello delle Canonichesse, poi la comunità fu soppressa e le loro proprietà passarono alle Ca-
nonichesse che, in ricordo di tale donazione, dedicarono a S. Pietro un altare nella loro chiesa, “in memoriam unionis eidem monasterio facte de monasterio Sancti Petri”, anche quando il monastero si trasferì in altra parte della Città.
Dietro l'altare maggiore, secondo l'uso agostiniano, vi era il coro delle monache in cui probabilmente era venerato il Crocisso ora nel nostro Santuario. Nei decenni successivi il monastero prosperò, nonostante le travagliate vicende torinesi della peste del 1630 e della guerra civile del 1640. L'accrescersi della comunità, ma soprattutto il riassetto della piazza della Cittadella, resero necessaria una nuova sede per accogliere il numero sempre maggiore di educande. Nel medesimo luogo lasciato dalle monache subentrò la Confraternita di S. Giovanni Decollato, tuttora esistente. Da ricordare che padre spirituale di quelle monache fu pure il Beato Sebastiano Valfrè. Il nuovo sito fu trovato presso l'attuale piazza Carlo Emanuele II (detta comunemente piazza Carlina), ceduto dai Gesuiti non più interessati a un terreno in quella parte della È Città per la fondazione di un loro collegio. del 1684 l’autorizzazione per l'edicazione del nuovo monastero e già nel 1691, anno del trasferimento delle monache, si contavano 45 professe e 5 converse. La chiesa, successiva al monastero, fu progettata da Filippo Juvarra, ma la facciata fu compiuta solo nell’800. Tuttavia il declino era dietro l'angolo: da lì a poco a Torino si sarebbero fatti sentire i moti rivoluzionari francesi e, dopo la caduta del re Carlo Emanuele IV nel 1798, i napoleonici soppressero il monastero nel 1800. Piazza Carlina divenne luogo delle esecuzioni e qui fu istallata la ghigliottina che causò, in 14 anni, oltre quattrocento morti. Aiutate in quelle tristi vicende dal venerabile Pio Brunone Lanteri, col ritorno sul trono dei Savoia (1814) anche le Canonichesse riebbero il loro edicio. Il 13 settembre 1816 fu ristabilita la clausura e le monache poterono ricevere, il giorno seguente, la visita del re Carlo Felice.
Tuttavia il declino era inarrestabile. Nel 1848 parte dell'edicio fu nuovamente requisito e trasformato in caserma a seguito delle politiche anticlericali e della soppressione degli Ordini religiosi. Nel 1854 vi fu l'espulsione denitiva delle religiose. Violata la clausura a picconate, vista la ritrosia delle monache a lasciare il monastero, ad assisterle fu il cuore generoso della marchesa Giulia di Barolo che le ospitò, per poco più di tre anni, presso il Casino Barolo tra Lucento e Altessano. Nel novembre 1857 la comunità traslocò a Chieri in palazzo Tana, dove in passato era stato ospite S. Luigi Gonzaga e la sua cameretta era stata trasformata in cappella. Il 26 agosto 1901 ci fu un nuovo trasferimento, questa volta a Rivoli, mentre il vecchio monastero di piazza Carlina era ormai da tempo adibito a usi profani (caser ma, ospedale militare; oggi è sede di una Facoltà universitaria). Il monastero rivolese sorse in via Rombò, ma nella Seconda Guerra Mondiale un bombardamento lo distrusse e ci fu il denitivo trasferimento in una villa di via Querro, adattata alle regole della clausura. L a chiesa del monastero rivolese, sopravvissuta ai danni bellici, fu poi demolita per consentire la costru-
► A lato:
«S. Agostino consegna la Regola alle
Canonichesse», olio su tela di pittore anonimo, ex monastero S. Croce, Rivoli
zione della nuova chiesa parrocchiale di S. Maria della Stella. Nel 2018 le monache, ormai tutte di nazionalità lippina, lasciata Rivoli e l’Italia, si trasferirono in un nuovo monastero da loro costruito nelle Filippine, senza poter portare con sé l’antico e prezioso Crocisso.
Nelle varie sedi in cui vissero le Canonichesse è assai probabile che abbiano portato con loro quanto di più caro potevano, e cos'altro le legava alla loro antica e gloriosa storia se non l'antico Crocisso, al quale innite volte avranno rivolto lo sguardo in cerca di consolazione? Allo stato attuale delle ricerche non è però possibile stabilire se il Crocisso oggi alla Consolata fosse già presente nei primi tempi della fondazione torinese oppure se sia giunto in epoche successive. Potrebbero averlo portato a Torino da Vercelli, oppure poteva far parte dei beni ereditati dalle Benedettine di S. Pietro. Dalla chiesa che era dove oggi sorge quella della Misericordia potrebbe aver seguito le monache in piazza Carlina, poi nel Casino Barolo, quindi a Chieri e inne a Rivoli. Ricerche di archivio non sono possibili perché quello della comunità perì con la distruzione bellica del monastero stesso. Potrebbe pure essere giunto da altre case piemontesi dell'Ordine poi soppresse, ad esempio il monastero della SS. Annunziata di Asti. Nelle guide della città di Torino, stampate già nel '700, in cui fu descritta la chiesa di Juvarra, il Crocisso non è citato, ma molto probabilmente era gelosamente custodito nel coro o forse nell’aula capitolare, in cui accedevano solo le religiose. Oggi è di fatto tra i più antichi Crocissi venerati in Torino e accompagna la preghiera dei fedeli nel cuore della Città.
Bibliograa:
S S , ILVIO OLERO Le canonichesse Lateranensi di Santa Croce, frammenti di storia torinese (1960); M P S , ARIA AOL A OFFIANTINO Notizie storiche, Progetto esecutivo del restauro della chiesa di Santa Croce, Città di Torino, Direzione Servizi Tecnici per l'Edilizia Pubblica (2016).
Dicembre 2020
S. Francesco Saverio, presbitero (m.) 3. 6. c 2 DOMENICA DI AVVENTO a S. Nicola, vescovo (m.) S. Ambrogio, vescovo e dottore della Chiesa (m.) 7. (s.) 8. IMMACOLATA CONCEZIONE DELLA B. V. MARIA
Oggi, visitando il nostro Santuario-Basilica, è possibile ricevere il dono dell'indulgenza plenaria 10. Beata Vergine Maria di L oreto (m. f.)
Beato Marco Antonio Durando, presbitero (m. f.)
, abate: 12. S. VALERICO le sue reliquie sono conservate nel nostro Santuario (f.) 13. c 3 DOMENICA DI AVVENTO a
S. Lucia, vergine e martire (m.) 14. S. Giovanni della Croce, presbitero e dottore della Chiesa (m.) 16-24 Novena di Natale 20. c 4 DOMENICA DI AVVENTO a 25. NATALE DEL SIGNORE c (s.) 26. S. STEFANO, primo martire (f.)
27. S F G , M G c ANTA AMIGLIA DI ESÙ ARIA E IUSEPPE , apostolo ed evangelista (f.) S. GIOVANNI , martiri (f.)28. S IANTI NNOCENTI (f.)
Gennaio 2021
(s.) 1. MARIA SS. MADRE DI DIO
Ottava di Natale Oggi, visitando il nostro Santuario-Basilica, è possibile ricevere il dono dell'indulgenza plenaria Giornata Mondiale della Pace Santi Basilio Magno e Gregorio Nazianzeno, vescovi 2. e dottori della Chiesa (m.)
3. c 2 D N a OMENICA DOPO ATALE SS.mo Nome di Gesù (m. f.) (s.) 6. EPIFANIA DEL SIGNORE c (f.) 10. B S c ATTESIMO DEL IGNORE 17. c 2 D T O a OME NICA DEL EMPO RDINARIO S. Antonio, abate (m.)
Gior nata Nazionale per l'approfondimento e lo sviluppo del dialogo religioso ebraico-cristiano Settimana di preghiera per l'unità dei cristiani 18-25 20. Santi Ottavio, Solutore e Avventore, proto martiri torinesi (m.) 21. S. Agnese, vergine e m artire (m.) S. Francesco di Sales, vescovo e dottore della Chiesa:
24. c 3 D T O a OME NICA DEL EMPO RDINARIO Domenica della Parola di Dio
venne più volte in pellegrinaggio e sostò nel nostro Santuario (m.) , apostolo (f.) 25. C S. PONVERSIONE DI AOLO 26. Santi Timoteo e Tito, vescovi (m.) 28. S. Tommaso d'Aquino, presbitero e dottore della Chiesa (m.) S. Giovanni Bosco, presbitero (m.)
30. Beato Sebastiano Valfrè, presbitero (m. f.)
31. c 4 D T O a OME NICA DEL EMPO RDINARIO
Febbraio 2021
1. Beata Anna Michelotti, vergine (m. f.)
(f.) 2. P SRESENTAZIONE DEL IGNORE Giornata Mondiale della Vita Consacrata S. Agata, vergine e martire (m.) Santi Paolo Miki, presbitero, e Compagni, martiri (m .) S. Scolastica, vergine (m.) , m onaco, , vescovo, patroni d'Europa (f.)
5. 6.
7. c 5 D T O a OMENICA DEL EMPO RDINARIO Giornata Nazionale della Vita 8. Beata Giuseppina Gabriella Bonino, vergine (m. f.) 10. 11. Beata Vergine Maria di L ourdes (m. f.)
Giornata Mondiale del Malato 14. c 6 D T O a OMENICA DEL EMPO RDINARIO
S C M ANTI IRILLO E ETODIO
16. Beato Giuseppe Allaman o, presbitero:
(m. f.) per 46 anni rettore della Consolata 17. MERCOLEDÌ DELLE CENERI (astinenza e digiuno) 19. Venerdì dopo le Ceneri (astinenza) 21. c 1 DOMENICA DI QUARESIMA a Beata Maria Enrichetta Dominici, vergine (m. f.) , aposto lo (f.) S. Policarpo, vescovo e martire (m .) Venerdì
22. C S. PATTEDRA DI IETRO 23. 26. (astinenza) 28. c 2 DOMENICA DI QUARESIMA a
Abbreviazioni:
s. = solennità; f. = festa; m. = memoria; = m. f. memoria facoltativa
Orario delle celebrazioni in Santuario
Sante Messe: Festive:
▪ Domenica e feste: 8,30 - 10 - 11,30 - 16 - 18 - 19,30 ▪ Sabato e prefestivi: 18
Feriali:
8 - 9 - 10,30 - 12 - 18 - 19 (sospesa nei prefestivi)
Confessioni:
▪ Giorni festivi: 7,45 - 12,15 / 15 - 20,15 Sabato e prefestivi: ▪ 7,45 - 12,15 / 15 - 18,30 ▪ Giorni feriali: 7,45 - 12,15 / 15 - 19,15
Rosario:
▪ Ogni giorno: 17,30
Via Crucis:
▪ Venerdì di Quaresima: 17
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