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L’ordinazione episcopale di padre Giorgio Marengo

Un missionario della Consolata Vescovo in Mongolia

A cura della Redazione Renzo Bussiofotograe di

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’ L evento religioso più signicativo di questo anno, che emerge come fatto rilevante nella vita del nostro Santuario, è stato certamente l'Ordinazi on e epi s co pal e di Mon s. G io r gio Marengo, dei Missionari della Consolata, cuneese di nascita (7 giugno 1974) ma cresciuto a Torino. Nominato il 2 aprile scorso da Papa Francesco nuovo Prefetto Apostolico della Mongolia, dove padre Giorgio n 2003 lavorava pastoralmente, è uno dei primi due missionari della Consolata entrati in quel lontano Paese. Dal 2016 aveva il compito di c oordi n ar e i l gr u ppo de i m is s i on ar i in Mongolia ed era membro del Consiglio del suo Istituto Missionario per la Regione Asia. La pandemia ancora i n c o r s o ha i mp e di t o di c o m pi e r e l'Ordinazione episcopale in Mongolia ed ha fatto cadere la scelta sul nostro Santuario consentendo la pr es enza d ei c on giu nti pi ù s tr etti del nu ov o Ves co v o, tr a c ui la ma mma Laura e la sorella Mariachiara.

La solenne celebrazione, nella mattinata di sabato 8 agosto, è stata presieduta dal Cardinale Luis Antonio G. Tagle, attuale Prefetto della Congregazione Romana per l'Evangelizzazi on e dei Pop oli , co adi uv ato dal n o s t ro A r c i v e s c o v o Mo n s . C e s a r e Nosiglia e dall'Arcivescovo emerito il Cardinale Severino Poletto, che il 26 maggio 2001 aveva ordinato presbitero padre Giorgio.

A loro si sono uniti nella Concelebrazione Eucaristica ed hanno imposto l e m a n i s u l l ' E l e t t o, o l t r e a M o n s . Giordano Caccia Nunzio Apostolico presso le Nazioni Unite a New York, i torinesi Mons. Marc o Ar nolfo Ar c i v e s c o v o M et r o po l i t a d i Ve rc el l i , Mons. Pier Giorgio Micchiardi emerito di Acqui, Mons. Gabriele Mana emerito di Biella, Mons. Guido Fiandino gi à Ausiliare di Tor ino, Mons. Piero Delbosco di Cuneo e di Fossano, già rettore del nostro Santuario, e Mons. Marco Prastaro di Asti.

Il rettore del Santuario, prima dell'inizio della Liturgia, ha ricordato alcune parti colar ità legate al la c eleb razione, ev idenziando in partic olare che il 23 ottobr e 1909 proprio nella Basilica della Consolata l'Arcivescovo del tempo -il Cardinale Agos t i n o R i c h e l m y - a v e v a c o m p i u t o l'Ordinazione episcopale del primo dei Missionari della Consolata -fondati solo otto anni prima- Mons. Fili pp o Per l o, Vi ca r io Apo st ol ic o d el Kenya. Il rettore ha anche affermato: «Mi piace pensare alla presenza tra noi del Beato Giuseppe Allamano che, non dal coretto a lato dell'altare do v e s pe s s o s o s ta v a pe r d ia l og ar e con la Consolata ma dal Cielo, si unisce per rendere con noi grazie a Dio e per as sicur ar e a padr e Giorgio la sua preghiera per l'efcacia del ministero episcopale ora a lui afdato e per invocare su di lui l'effusione dei doni dello Spirito Santo».

Il rito dell'Ordinazione è iniziato, dopo la proclamazione del Vangelo, con l'invocazione allo Spirito Santo e la richiesta di procedere fatta dal Superiore Generale dei Missionari della Consolata, padre Stefano Camerle ngo, e l a le ttur a del Doc ume nto Ponticio di nomina compiuta da padr e Fr anc es c o Pey r on, c onf r atel lo dell'Eletto. Il Cardinale ordinante ha poi pronunciato l'omelia, nella quale dai brani biblici proposti per l'occasione ha richiamato le linee a cui deve costantemente attener si un Ve-

s c o v o e h a c o n c l u s o p a r l a n d o d e l “ dr amm a i nt er io r e ” s pe r i me nt at o dal Profeta Geremia e dagli Apostoli, affer mando che anche il nuovo Vescovo avrebbe dovuto attendersi ogni giorno il “dramma invisibile” del suo episcopato e parlando della gioia di «vedere il gregge crescere nella conoscienza, nell'amore e nel ser v izio a Gesù, il suo vero Pastore» denendo “arte delicata” l'impegno del Vescovo a non fare ombra a Gesù per «irradiar e la S u a l uc e » e d 'a lt ro nd e p ad r e Giorgio ha scelto come suo motto episcopale: Respicit e ad eum et illuminamini - Guardate a Lui e sarete raggianti ( 33 [34], 6). Sal Concludendo la sua omelia, il Cardinale Tagle ha così esortato il nuovo Vescovo: «Come Maria, nostra Madre della Consolata, tieni Gesù nel tuo cuore, anche quando non sempre Lo comprendi, e lascia che la Sua consolazione dia forza agli altri. L ascia che il tuo cuore, i tuoi occhi, il tuo volto, i tuoi sorrisi, i tuoi canti ed i tuoi scritti sussur rino Gesù -la Buona Novella vivente- alla gente, ai poveri, ai sofferenti, alla steppa, ai umi, alle colline ed agli eter ni cieli blu della Mongolia! Sussurra Gesù con la ducia e la convinzione del tuo cuore, nelle tue conversazioni, nei momenti di convivenza e nelle serate silenziose con i tuoi amici in Mongolia. Lo Spirito Santo porterà il tuo umile sussurro anche alle terre e ai cuori a te inaccessibili». Si sono poi dipanati i vari passaggi del Rito: la proclamazione dei vari impegni dell'Eletto e l'invocazione dei Santi con il canto delle Litanie, durante le quali padre Giorgio si è prostrato davanti all'altare, hanno preceduto i gesti sacramentali dell'imposizione delle mani, compiuta singolarmente da ognuno dei Vescovi presenti, e della preghiera di Ordinazione, pronunciata mentre due diaconi tenevano aperto sopra l'Eletto il libro dei Vangeli. Sono seguiti i riti esplicativi: l'unzione con il Sacro Crisma sul capo del nuovo Vescovo, la consegna del libro dei Vangeli, dell'anello, della mitra e del bastone pastorale. L'insediamento al primo posto tra i concelebranti e l'abbraccio di pace scambiato con tutti i Vescovi presenti hanno concluso l'Ordinazione sacra. La Concelebrazione Eucaristica è poi proseguita normalmente.

La conclusione di una Ordinazione episcopale, terminata la Liturgia eucaristica, prevede il canto del Te Deum di ringraziamento mentre il nuovo Vescovo percorre le navate della chiesa per benedire i fedeli presenti. Egli si è anche affacciato alla porta principale del Santuario come gesto cordiale verso i fedeli che non avevano potuto essere accolti all'interno a motivo delle limitazioni imposte dalla pandemia in corso.

Mons. Marengo ha poi rivolto la sua parola all'assemblea che aveva partecipato al sacro Rito: prima in lingua italiana e successivamente in quella mongola, perché tutta la celebrazione è stata seguita in collegamento diretto anche dai fedeli in mezzo ai quali egli svolgerà il suo ministero episcopale. Nel suo intervento ha voluto ricordare il suo Predecessore Mons. Wenceslao Selga Padilla che, un giorno prima di morire improvvisamente, gli aveva detto al telefono: «Quando me ne sarò andato, prenditi cura della missione», e aggiungendo: «Solo lo Spirito sapeva che signicato potessero avere quelle parole». Ha poi detto: «Questo giorno luminoso è luce a cui dovrò sempre ricorrere nel seguire il Signore crocisso e risorto che mi manda in Mongolia, nella ter ra che ha pensato per me perché io mi ci converta e cammini umilmente nelle sue vie, al servizio di chi ancora non lo conosce o sta cominciando a seguirlo». Ai fedeli della Mongolia, nella loro lingua, ha rivolto questo messaggio: «Oggi qui ci siete anche voi! Il Signore ha voluto che la Mongolia diventasse la mia seconda Patria, il luogo benedetto dove crescere come discepolo e dove sperimentare la bellezza dell'annuncio del Suo Vangelo. E voi lo avete accolto e lo state accogliendo, insegnandomi con il vostro esempio cosa vuol dire essere cristiani veramente. Nella nostra amata Mongolia siamo un piccolo “gregge”, ma prediletto dal Signore e molto amato dal Successore di Pietro, il nostro caro Papa Francesco; lui mi chiede di essere discepolo del Signore insieme a voi e vostro Pastore. Aiutiamoci a vicenda in questo meraviglioso cammino di fede!».

Prima che il Cardinale Tagle impartisse la benedizione nale, il nuovo P refetto Apostolico ha poi voluto riv o l g er e a l l a Ver gi n e C o n s o l at a u n canto in lingua mongola, noto anche in Italia, che ha potuto unire i fedeli presenti nella nostra Basilica e i fedeli mongoli al momento del ritornello.

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