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Via Tasso, 2 87052 Camigliatello Silano (CS) Italy tel. e fax +39 0984 578125 tel. +39 0984 570878 tel. personal +39 335 6689611 ladeaeg@gmail.com • ladea1@alice.it www.ladeaeditori.it Direttore editoriale: Egidio Bevilacqua Direttore artistico: Elvira Pacenza Prima edizione Camigliatello Silano (CS), agosto 2017 ISBN 978-88-88557-66-3 Finito di stampare nel mese di agosto 2017, presso la tipografia De Rose Montalto Uffugo (CS) per conto di La Dea Editori di Egidio Bevilacqua © 2017 Testi e foto Stefano Vecchione Il testo è tratto da Stefano Vecchione, Correva il 30 gennaio 1222, alla presenza di Federico [la] consacrazione [della] Ecclesia magior [di Cosenza], in «Il Quotidiano della Calabria», 15 gennaio 2012, pp. 20-21. Per le immagini a carattere storico, liberamente tratte dai dipinti di «Il museo storico all’aperto», si ringraziano l’Associazione centro storico di Cosenza “città del tempo libero” e il suo presidente preside prof. Franco Felicetti, i pittori Alexandre Barbera - Ivanoff, G. D. Gonzalez (Goyo), Silvia Pecha, John Picking, Richard Whincop, e l’autore delle foto Mario Bruni Pagina 1 • Il Colle Pancrazio e la Valle del Crati. A destra • La preziosa stauroteca, croce - reliquario quadrilobata, in oro, gemme, filigrane, smalti e niello. Riccamente decorata e figurata, è opera di alta oreficeria medievale, d’ispirazione bizantina. L’insigne capolavoro di arte orafa siculo - normanna del secolo XI, è il cospicuo dono di Federico II di Svevia in occasione della consacrazione 2della Cattedrale di Cosenza il 30 gennaio 1222.


30 gennaio 1222

La consacrazione della Ecclesia maior

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L’implacabile ostilità della Chiesa e il Regnp del Sud • Nella pergamena del 1221-1227, conservata presso il Museo diocesano di Salerno, Federico II è rappresentato negli abiti, nei simboli del potere, e nell’aspetto di cæsar semper augustus.

Federico II ha ventitre anni e da cæsar semper augustus ha la medesima visione laica del nonno calabro-normanno Ruggero II, rex Siciliae, Calabriae, Apuliae, che ha lasciato uno stato che è quasi un impero. Di suo padre Enrico VI, morto di malaria a Messina, non conserva nulla, nemmeno la lingua, dal nonno paterno Federico Barbarossa eredita la potente visione unitaria dell’impero germanico. Federico dimostra di possedere le qualità del sovrano rinascimentale, astuto e senza scrupoli è dotato di buon senso e di capacità organizzative, da nemico dei privilegi cerca di incutere nei feudatari il senso della sua legittimità, il carattere assoluto e sacro dell’autorità di cui è il depositario. Da Palermo governa il primo stato moderno della storia, basato su uno stupefacente ordinamento laico, centralizzato ed efficiente. è l’imperatore del Sacro romano impero e re di Sicilia e non ne vuole sapere di considerare il Mezzogiorno d’Italia una proprietà della Chiesa, né di intraprendere una crociata in Terra santa. Onorio III non lo ama e vuole la separazione dei titoli imperiale e regale perché vede concretizzarsi con Federico l’unione tra le due corone e l’accerchiamento del papato tra l’impero germanico del nord e il Regno del Sud. Lo stato pontificio è già da tempo la chiave delle vicissitudini politiche, sociali ed economiche del Mezzoggiorno d’Italia, ma mai i papi si sono trovati di fronte una minaccia tanto grave per il loro potere temporale quanto quella rappresentata da Federico II e perciò la Chiesa non cessa di perseguitarlo con una ostilità implacabile. L’imperatore non vuole separare la corona imperiale da quella del regno dell’Italia meridionale, con grande rammarico del papa Onorio III, e continua ad operare in modo da annullare anche le resistenze feudali, adottando un sistema di governo che completa e razionalizza quanto di più innovativo proviene dall’esperienza politica di Ruggero II. Chiunque non fosse stato dotato della forza di carattere di Federico avrebbe desistito dal cercare di restaurare l’ordine, e avrebbe rinunciato a crearsi roccheforti statali in tutto il Regno del Sud per indebolire il potere dei baroni feudali.

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