Un percorso tra le riserve dello Zingaro e Monte Cofano, le 5 torri, le 6 grotte terrestri, le 25 calette e spiagge, le 9 grotte marine, le 8 pareti sommerse, i relitti Capua e Kent, le 4 secche marine, la ricca gastronomia, il fiorente artigianato e le rinomate localitĂ turistiche del trapannese.
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Appunti di Viaggio ....................................................................................... ....................................................................................... ....................................................................................... ....................................................................................... ....................................................................................... ....................................................................................... ....................................................................................... ....................................................................................... ....................................................................................... ....................................................................................... ....................................................................................... ....................................................................................... ....................................................................................... ....................................................................................... ....................................................................................... ....................................................................................... ....................................................................................... ....................................................................................... ....................................................................................... .......................................................................................
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San Vito, spiaggia e lidi visti dall’alto
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© La Dea Editori Via Tasso, 2 • 87052 Camigliatello Silano (CS) Italy tel. e fax +39 0984 578125 • tel. +39 0984 570878 tel. mobile +39 335 6689611 e-mail: ladea1@alice.it • ladea@tiscali.it • www.ladeaeditori.it Direttore editoriale: Egidio Bevilacqua Direttore artistico: Elvira Pacenza Impaginazione e grafica: Dea Graphic Ricerche: Dea e Ilaria Bevilacqua, Giovanna Maria Russo Prima edizione: Camigliatello Silano (CS) Italy, marzo 2013 ISBN 978-88-88557-52-6 Finito di stampare nel mese di marzo 2013 presso la tipografia De Rose Montalto Uffugo (CS) per conto di La Dea Editori di Egidio Bevilacqua © Tutti i diritti sono riservati di traduzione, riproduzione e adattamento parziale o totale, compreso microfilm o copie fotostatiche Si ringraziano per la preziosa collaborazione: Bannetta Mauro, Billera Ignazio, Cappuccio Massimo, Caprio Giuseppe, Carravetta Luigi, Corsini Daniele, De Caro Roberto, De Rosa Carmine, Fermo Roberto, Gabriele Giuseppe, Giacalone Nino, Giliberti Giovanni, Gioffrè Gianfranco, Guttuso Antonio, Hhdidden, La Colla Giuseppe, Lucifora Emilio, Madeo Giovanni, Maniscalco Kirlian, Marino Fabio, Pellegrino Filippa, Pucci Stefano, Ruggirello Diego, Stedalopi, Tuvoks, Valente Mimmo, Violante Giuseppe. Copertina: Stefano Pucci Veduta panoramica di San Vito Lo Capo Ultima di copertina: Daniele Corsini Parete Isulidda, stella serpente
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Grotta della Madonnina
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SOMMARIO San Vito Lo Capo 7; Il Territorio 8; La Storia 9; Il Santuario 11; La Cappella di Santa Crescenzia 14; Il Museo 15; Il Faro 16; Il Porto 17; Macari 18; Castelluzzo 18; Baia Santa Margherita 19; La Tonnara del Secco 20; Vasche Cetarie 22; La Mattanza 23 Torri & Grotte 24; Mappa Torri & Grotte 24-25; Le Torri 27; Torrazzo 28; Torre Isulidda 29; Torre dell’Impiso 30; Torre dell’Usciere 31; Torre di Cofano 32 La Grotte Terrestri 33; Grotta della Zubbia 35; Grotta di Cala Mancina 36; Grotta dei Cavalli 37; Grotta dell’Isulidda 38; Grotta del Racchio 39; Grotta dell’Uzzo 41 Mappa Riserva dello Zingaro 42-43; La Riserva dello Zingaro 45
La Riserva di Monte Cofano 50; Mappa Riserva di Monte Cofano 50-51
Il Mare 55; Litorale 55; Calette e Spiagge 57; Mappa Calette & Spiagge 58-59 Calette e Spiagge di Levante 60; Cala Billeci 60; Spiaggia di San Vito 61; Cala Tonnarella 63; Cala Torre dell’Uzzo 64; Cala Ficarella 65; Cala Marinella 66; Cala Berretta 67; Cala della ’Disa 68; Cala Punta Leone 69; Cala del Varo 70; Cala della Capreria 71; Cala Mazzo di Sciacca 72
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Calette e Spiagge di Ponente 73; Cala Rossa 73; Cala Topata 74; Cala Mancina 75; Cala Isulidda 76; Spiaggia Isulidda 77; Cala Rosa 78; Spiaggia Rina Santa Margherita 79; Cala Scaru Brucia 80; Cala ’A Chianca 81; Cala Scaru Zu Asparu 82; Calazza 83; Calette Agliareddi 84; Cala Torre Tono 85
Mappa grotte, pareti, relitti, secche 86-87; I Fondali 89 Grotte Marine 89; Grotta dei Gamberi 91; Grotta di Cala Rossa 92; Grotta delle Colonne 93; Grotta del Camino 94; Grotta dell’Acqua Dolce 95; Grotta dell’Arco 96; Grotta Perciata 97; Grotta del Passo delle Vacche 98; Grotta della Madonnina 99 Pareti Marine 101; Parete di Torre dell’Usciere 102; Parete della Tonnara 103; Parete di Cala Rossa 104; Parete del Teschio 105; Lago di Venere e Parete del Firriato 106; Parete di Calampiso 107; Parete di Punta Negra 108; Parete di Monte Cofano 109 Relitti 111; Relitto del Kent “Nave dei Corani” 113; Relitto del Capua 114 Secche Marine 117; Secca del Faro 118; Secca di Cala Rossa 119; Secca delle Cataratte 120; Secca dello Scoglio Scialandro 121 La Gastronomia 123; L’artigianato 130; Svago, Sport e tempo Libero 131; Gli Eventi 133 I Dintorni 139; Mappa della Provincia di Trapani 140141; Trapani 143; Custonaci 144; Scopello 145; Castellamare del Golfo 146; Erice 147; Segesta 149; Marsala 150; Selinunte 152 L’arcipelago delle Egadi 154 Favignana 155; Marettimo 156; Levanzo 157 Bibliografia 158; Sitografia 159; Referenze Fotografiche 160
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Grotta dei Gamberi, il sub Kirlian e una vecchia ancora
Grotta dei Gamberi La Grotta si trova nei pressi della vecchia Tonnara del Secco, sul fianco di una parete obliqua. Per raggiungere la grotta, entrando in acqua dalla vecchia tonnara, si deve nuotare in superficie per un centinaio di metri circa in direzione Nord, poi si scende su un pianoro, a circa 13 metri che degrada fino a raggiungere i circa 40 metri. L’ingresso è in verità un antro con tetto basso e profondo qualche metro, la grotta invece, posta a maggiore profondità, ospita una notevole quantità di gamberetti rossi e nelle zone più buie, aragoste e astici. Le anguste vie d’ingresso, il poco spazio per i movimenti e il fondo molto fangoso, rendono l’esplorazione della grotta abbastanza impegnativa.
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Grotticelle di Cala Rossa
Grotticelle di Cala Rossa Nel mezzo del golfo del Firriato, si trovano le piccole e affascinanti Grotticelle di Cala Rossa, piccole cavità poste alla base della omonima vasta e ampia secca. Due piccoli antri con un’acqua cristallina dal colore smeraldo, abbondantemente popolati da crostacei e da gamberi dall’inconfondibile colore rosso. All’interno delle grotticelle, una straordinaria biodiversità di fauna bentonica, rappresentata da specie incrostanti molto colorate.
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Grotta delle Colonne
Grotta delle Colonne Prima della riserva dello Zingaro, subito dietro la Torre Impiso è possibile immergersi nell’affascinante Grotta delle Colonne. Questa formazione può, in verità, essere considerata come costituita da due grotte: calandosi a una profondità di 30÷35 metri è possibile accedere alla prima ampia apertura, imbattendosi immediatamente in una imponente stalagmite che sembra sostenere l’intera volta; da un piccolo passaggio poi, si accede a una cavità a ferro di cavallo con diverse piccole camere secondarie, caratterizzate da “colonne” verticali originate dalla fusione di stalattiti e stalagmiti, testimonianza del periodo glaciale, quando il mare non aveva ancora allagato questi tratti di litorale. Da qui è possibile raggiungere l’uscita che si trova a circa 30 metri di distanza. L’immersione è interessante, oltre che per gli aspetti geomorfologici, per quelli naturalistici: dentro la grotta è possibile trovare un’enorme quantità di parapandoli (plesionika narval) una specie di gambero dall’inconfondibile colore rosso con strisce bianche e sulle pareti i gamberi meccanici (stenopus spinosus) di un colore arancione molto intenso, che grazie alla luce irradiata tra i fondali generano dei sorprendenti giochi di luce.
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San Vito, stand Cous Cous Fest 2012
pesce azzurro, che qui viene chiamato capuna, con il quale vengono preparati numerosi piatti marinari. L’ultima settimana del mese di settembre è dedicata alla enogastronomia etnica con il Cous Cous Fest evento internazionale di valore culturale e sociale che riscopre e promuove una tra-
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Incocciatura della semola
1 dizione culinaria mettendo a
confronto universi culturali differenti, sebbene accomunati dalla gastronomia. Non va dimenticato che proprio a San Vito diplomatici e chef israeliani e palestinesi da anni si incontrano in nome della comune radice mediterranea. Degustazioni, concerti e gare Stand Cous Cous Fest 2012 culinarie caratterizzano il festival in una contesa che 2 vede impegnati chef di diverse nazionalità, per ottenere la palma della vittoria, per la realizzazione del migliore Cous Cous; piatto che qui è simbolo di integrazione e momento di comunione tra diverse culture ed etnie. Nel mese di ottobre si chiuSan Vito, arrampicata di A. Catalano de la lunga estate sanvitese con il San Vito Climbing Festival, meeting internazio3 nale di arrampicata sportiva su roccia, manifestazione che apre gli orizzonti al trail running, alla mountain bike, e al kayak. L’evento tra i più avvincenti del panorama arrampicata, ospita tra l’altro una rassegna importante cinematografica di film di San Vito, arrampicata di M. Nardi montagna e d’avventura.
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Trapani, castello della Colombaia
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Trapani e le Isole Egadi viste da Erice
I DINTORNI San Vito Lo Capo, rinomata e bella località marinara collocata nella provincia di Trapani è il punto di partenza per straordinari itinerari di carattere turistico, storico, culturale ed enogastronomico da effettuare in tutto il territorio trapanese. Una provincia ricca di antichi borghi fortificati su fertili colline, maestosi castelli testimonianze indelebili di antiche civiltà, torri di guardia edificate a difesa della costa e accoglienti località balneari. Un territorio provinciale con una lunga costa, intervallata da meravigliose spiagge di soffice sabbia dorata, piccole insenature di ghiaia e scogli, porti turistici e di nautica da diporto, meravigliose baie per approdi veloci e preziose riserve naturali terrestri e marine, bellezze da scoprire, nonché facilmente raggiungibili dal centro marinaro di San Vito. Una provincia già apprezzata dagli anti-
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LA PROVINCIA DI TRAPANI Trapani Custonaci Scopello
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Castellamare del Golfo Erice
Marsala Selinunte
L’arcipelago delle Egadi Favignana Marettimo
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Levanzo
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LA PROVINCIA DI TRAPANI
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San Vito Lo Capo
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Castelvetrano Campobello di Mazara Mecropoli
Selinunte
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Trapani, mulino a vento e montagne di sale
chi fenici che ne capirono, prima di tutti, le grandi potenzialitĂ offerte dalla versatilitĂ del suolo e dalla ricchezza del suo mare. Un tuffo nel passato, un respiro di aria incontaminata, un panorama mozzafiato appagano lo spirito. Una buona cucina ricca di eccellenze enogastronomiche della tradizione locale, accompagnano e completano il tutto con un sano divertimento. Sono questi gli ingredienti presenti nella provincia di Trapani.
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Trapani, Torre di Ligny
Trapani 38°1’6.92”N12°30’52.68”E A circa 40 chilometri da San Vito lo Capo Trapani, che è il capoluogo di provincia, si presenta con un centro storico ben curato, ricco di magnifiche chiese e antichi palazzi testimonianze delle illustri presenze che la storia ha riservato alla città. Stretta tra il mare ed il monte di Erice, nell’antichità Drepanon, fu contesa tra greci e cartaginesi per poi cedere ai romani nel 241 a.C. Fondata dai Fenici, che solcavano i mari del Mediterraneo e che di Trapani fecero un emporio commerciale. Dal IX secolo a.C. i Fenici, persa la loro
indipendenza, si stabilirono nel Mediterraneo occidentale, fondando Cartagine e rafforzando Trapani, trasformando la città in un importante porto per il controllo dei vari scali commerciali. Nel 395 Trapani passa all’Impero Romano d’Oriente, sono anni difficili, anche per le numerose invasioni barbariche. La città rinasce con la dominazione degli Arabi, che a partire dall’827 iniziano l’occupazione della Sicilia. Trapani ha conosciuto in seguito altri periodi di prosperità con i Normanni e gli Aragonesi. Da visitare: il Castello della Colombaia, edificato sull’isoletta proprio all’imboccatura del porto di Trapani; la Torre di Ligny,
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torre di avvistamento spagnola, oggi l’edificio restaurato ospita reperti archeologici legati al territorio trapanese; le trecentesche chiese di Sant’Agostino e di San Domenico con caratteristici rosoni gotico-chiaramontani; la chiesa di Santa Maria del Gesù in forme gotiche ritardatarie; la cinquecentesca Giudecca, in stile plateresco, con torre rivestita da bugne a punta di diamante; la cattedrale di San Lorenzo del XVII secolo, preceduta da un nartece del trapanese Giovanni Biagio Amico; la barocca chiesa del Collegio dei Gesuiti, internamente decorata con magnifici stucchi e marmi mischi; il seicentesco palazzo Senatorio. Non meno significativo, fuori dal centro storico, il Santuario dell’Annunziata, di origini trecentesche con rosone sulla facciata principale e interessanti cappelle dei secoli XIV-XVI, assieme all’attiguo ex convento dei Carmelitani, ora sede del Museo Regionale “A. Pepoli”, con splendido chiostro.
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Custonaci, Santuario di Maria SS
Custonaci 38°4’27.13”N12°41’18.94”E Custonaci, cittadina a circa 20 chilometri da San Vito Lo Capo, è conosciuta per essere la patria del marmo: qui si produce il perlato di Sicilia, roccia calcarea di primissima qualità richiesta in tutto il mondo. Utilizzato nella realizzazione delle statue principali e dell’altare del Santuario di San Vito, è stato impiegato persino nella Basilica di San Pietro a Roma. Custonaci è famosa in tutta Italia anche per il presepe vivente allestito ogni anno nella Grotta Mangiapane alle pendici di monte Cofano. Da vedere: al centro dell’attuale
Grotta Mangiapane
frazione Cormino la chiesa di San Pietro. Il vero fiore all’occhiello di questa zona è però la Riserva Naturale Orientata di Monte Cofano che si estende per circa 537 ettari e accoglie ecosistemi molto diversi e specie vegetali autoctone, come il famoso sparviere di Monte Cofano.
Scopello 38°04’13”N12°49’05”E
Tonnara di Scopello, scogli impianto urbanistico, il santuario di Maria SS. di Custonaci, che all’interno custodisce il quadro della Madonna di Custonaci, raffigurante una Madonna che allatta il bambino, per questo è anche chiamata Madonna del Latte; la chiesa di San Giuseppe; in contrada Purgatorio la chiesa della Madonna del Suffragio; nella
Piccolo borgo marinaro che sorge su una rupe di roccia rossa all’inizio della riserva dello Zingaro. Scopello graziosa località turistica, frazione di Castellammare del Golfo, dista circa 40 chilometri da San Vito Lo Capo, ma può essere raggiunta anche attraverso un suggestivo percorso di 7 chilometri lungo i sentieri della riserva orientata dello Zingaro. Il borgo, con le antiche case ristrutturate e le piccole botteghe artigianali, si sviluppa intorno a un antico baglio settecentesco, sul sito di un precedente casale arabo. Da non perdere il bagno nelle limpide acque della stupenda caletta della tonnara.
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Da vedere la Vecchia Tonnara attiva fino a qualche anno fa; i suggestivi Faraglioni nei pressi della tonnara; le antiche Torri di avvistamento. Scopello è famoso soprattutto per il mare e le coste, che rappresentano quanto di più vario si possa immaginare; si passa dalla ghiaia della foce di un torrente, ai ciclopici faraglioni contornati dai fichidindia, alla spiaggia della Baia di Guidaloca, ai ciottoli di Cala Azzurra e alle meravigliose calette all’interno del suo territorio.
Tonnara di Scopello, faraglioni
Golfo di Castellamare
Castellamare del Golfo 38°2’0”N12°53’0”E Dista circa 45 chilometri da San Vito Lo Capo e pochi chilometri da Scopello. La cittadina marinara vanta origini antichissime; qui si trovano le tracce dei primi insediamenti umani in Sicilia. Secondo le opinioni di storici e geografi, Castellammare del Golfo, nasce come l’Emporium della città di Segesta, il luogo, cioè, dove gli antichi Elimi, eserci-
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tavano i loro commerci con le navi straniere. Furono gli Arabi che connotarono il borgo, ribattezzato Al Madarig, ovvero “gli scalini”, probabilmente dalla montagna che sovrasta l’abitato, come una roccaforte, resa inespugnabile con la costruzione del fortilizio. E ancora agli Arabi si deve la costruzione di una tonnara, che
Castellamare, castello
un patrimonio di valore inestimabile, costituito dalla straordinaria bellezza naturalistica delle sue coste e del suo immediato entroterra è divenuta un apprezzabile centro di attrazione turistica.
Erice 38°2’11.32”N12°35’1.55”E
Erice, Duomo
fece diventare Castellammare un importante centro commerciale. Da visitare: il caratteristico Porticciolo turistico e l’imponente Castello di origine Arabo-Normanno; il maniero ristrutturato che ospita un polo museale con il compito di tramandare “La Memoria del Mediterraneo”. Oggi Castellammare, grazie ad
È un piccolo borgo di origine medievale, con stradine e vicoli ciottolosi, che si estende sul monte San Giuliano (751 m), a circa 35 chilometri da San Vito Lo Capo. Nell’antico borgo è possibile scorgere simboli, segni e leggende sorti ben prima di punici e romani che qui eressero un santuario dedicato alla dea della Bellezza e dell’Amore. Calma, relax, tranquillità, pace, invitano alla riflessione e alla meditazione, e non a caso, luogo di ritrovo degli studiosi più importanti del mondo che ogni anno si incontrano in un congresso per identificare le 10 emergente planetarie. Le prime notizie storiche sul borgo, rappresentano Erice come città sacra agli Elimi, popolazione di cui ancora non sono chiare le origini, che qui costruirono un tempio-santuario
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Erice, castello di Venere nel VII secolo a.C., dedicato alla dea della fecondità. Nei secoli Punici, Greci e Romani vi venerarono rispettivamente Astarte, Afrodite e Venere. Borgo, dove la ciclopica cinta muraria elimo-punica conserva tre porte di ingresso, (Porta Spada, Porta Carmine, Porta Trapani), risalenti alla dominazione normanna. A Erice, che ha una forma quasi triangolare, si possono visitare: il Castello Normanno che conserva ancora lo stemma degli Asburgo; il Quartiere spagnolo del XVII secolo; il Duomo del 1314, accanto al quale si erge l’imponente campanile alto 28 metri, che fu in origine una torre di vedetta; la chiesa di San Giuliano del XVII secolo, con il campanile del XVIII secolo; la chiesa di San Giovanni
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Battista, di originaria fattura gotica, completamente rifatta nel XVII secolo; la chiesa di San Cataldo, preesistente al Duomo, ne ha svolto le funzioni fino alla sua edificazione; il Castello di Venere, rocca inaccessibile che sorge sulle rovine dell’antico santuario dedicato ad una dea mediterranea; il Palazzo Municipale, che sorge nella piazza principale della città; il Museo Cordici che conserva l’Annunciazione di Antonello Gagini; le Torri medievali da dove si possono ammirare panorami mozzafiato verso le Isole Egadi, lo Stagnone e le Saline di Trapani. Erice è famosa anche per l’artigianato locale, la sublime pasticceria a base di mandorle e il liquore ericino.
Marsala, mulino a vento
d’ingresso. In prossimità del sito vi sono le antichissime Terme “Acque Calde” che offrono diversi servizi legati alle acque sulfuree che naturalmente vi sgorgano.
Isola di Mozia
Marsala 37°47’56.70”N12°26’3.24”E
Fu fondata nel 397 a.C. da i superstiti della antica città Motya, costruita sull’isoletta di San Pantaleo, sfuggiti all’invasione e distruzione della stessa, ordinata dal tiranno di Siracusa Dionisio I. Universalmente conosciuta per il suo vino, la cittadina di Marsala con le sue oltre cento contrade, dista circa 70 chilometri da San Vito Lo
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Mozia, museo archeologico
Marsala, saline Capo. Posta su Capo Boreo, occupa una zona pianeggiante, a 12 metri sul livello del mare offrendo al visitatore panorami mozzafiato con scorci sulle Saline con montagne bianche di sale coperte da tegole, dove trovano rifugio e ristoro aironi, germani reali, pivieri, folaghe e cormorani e affascinanti antichi mulini a vento: le isole Egadi, la riserva dello Stagnone con le sue due isole, raggiungibili tranquillamente in barca. Tra queste, merita di essere citata San Pantaleo, che conserva le rovine di una celebre città fenico-punica, Mozia o Motya, oggi tra i maggiori punti di interesse al mondo per la conoscenza dei fenici e punici. Enoturismo,
dunque, che si accompagna al turismo archeologico, storico e culturale. Da vedere: la chiesa Madre o Madrice, che sorge sulla piazza centrale della città; il Complesso Monumentale San Pietro cinquecentesco Monastero delle suore Benedettine, oggi centro culturale e luogo di aggregazione; il convento del Carmine edificato nel 1155; la Porta Garibaldi, uno degli ingressi alla città vecchia, da cui entrarono Garibaldi e i Mille dopo lo sbarco dell’11 Maggio 1860; e sul lungomare, in prossimità di Capo Boeo, il Baglio Anselmi, ex stabilimento vinicolo nel quale ha sede il Museo archeologico.
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