visto da l'altraitalia

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visto da

numero 7

febbraio 09

Fr. 2.80 Euro 1.80

la voce e l'immagine degli italiani nel mondo

..:l'altraitalia

Eventi

Convegno nazionale Aldo Moro Incontri I Magenta PSICOLOGIA

POLITICA

Rabbia: Quale futuro per i un'emozione corsi negativa ? di lingua e cultura italiana ? www.laltraitalia.eu



l'altraitalia

SOMMARIO

CINEMA

Cinema svizzero: i migliori film

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29

INCONTRI

Giovani, carini e... Magenta

14

PSICOLOGIA

Rabbia: un'emozione negativa?

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38 40 27

FRECCIATINE Aiuto! Ma sarà un infiltrato?

MUSICA

22

Samanda Maitreya

12

Sanremo 2009: i vincitori

14

SPORT

Lo sport in rosa

Italia vegognati: mi stai lasciando morire

18

Lamborghini Murciélago

ENOGASTRONOMIA "Sciamadde" e farinata

EVENTI

Corsi di lingua e cultura italiana: servizio garantito solo fino fino al giugno 2009?

32

Vini di Massa al Dorchester di Londra

6

BENESSERE & SALUTE Viola tricolore

TURISMO

Quali prospettive? Le risposte al BIT

34

Maremma: antiche tradizioni e culture

45

OROSCOPO

46

ASTROLOGIA

21

ITALIANI NEL MONDO

MOTORI

Caves: Convegno Nazionale

STORIA

8

Quale futuro per i corsi di lingua e cultura italiana?

28

42

Convegno Nazionale Aldo Moro

POLITICA


..:l'altraitalia EDITORE l'altraitalia CH 8965 Berikon info@laltraitalia.eu www.laltraitalia.eu Direttore Responsabile Maria Bernasconi Co-Direttore Giuseppe Di Claudio Direttore di Redazione Rossana Paola Seghezzi Chörenmattweg 6 CH 8965 Berikon redazione@laltraitalia.eu Collaboratori Giovanni il Battista Gianmaria Bavestrello Umberto Fantauzzo Sandro Fiorilli Simona Guidicelli Silvana Lenzo Chiara Morassut Lorenzo Mossani Armando Rotondi Fiorella Stringhini

Foto rsp futura sagl Redazione grafica Sandro Fiorilli Webmaster Alfredo Panzera Pubblicità Rocco Di Seclì info@laltraitalia.eu Tipografia Pixart

Giudicare: un verbo piacevole, se viene utilizzato per esprimere pareri positivi, per valorizzare, per dare dei meriti, per incentivare ma nella maggior parte delle volte usato solo per fare del male, soprattutto da chi è solo capace di puntare il dito contro gli altri, che spara giudizi senza sapere come stanno le cose, da chi crede di essere sempre così corretto e in realtà ha solo molta ipocrisia (e molta amnesia da dimenticare i propri errori), bravo solo a sentenziare. Quante volte veniamo giudicati? Quante volte esprimiamo valutazioni sugli altri senza conoscere realmente i fatti, senza conoscere le loro posizioni, il loro agire, la loro sensibilità e i loro ideali? Sempre....!!! Si critica in base a quello che si crede di sapere dell'altro, solamente guardandolo negli occhi e facendosi un’idea che, molto spesso, si ferma alla superficie e non scende nel profondo dell'animo. Ma chi siamo noi per giudicare e condannare gli altri? Non è forse mancanza d’amore il volersi porre al di sopra del prossimo? Troppe volte si soffre nel venir giudicati, soprattutto da coloro che ti dimostravano fiducia: è questo che fa male. Sapere che qualcuno ha espresso un giudizio sul tuo conto, senza neppure tentare di capire le tue motivazioni e i tuoi sentimenti, è davvero triste. Credo che, prima di esprimere la propria opinione sul conto di qualcuno, bisogna innanzitutto guardare se stessi nel profondo e, soprattutto, chiedersi se effettivamente le proprie convinzioni sull'altro siano reali fino in fondo o non siano semplicemente dettate dalla voglia di prevalere, di voler essere superiori anche nel veicolare un pensiero altrui o, soprattutto, che non scaturiscano dalla leggerezza o non si basino esclusivamente su proprie convinzioni senza cogliere gli aspetti interiori più profondi di un essere umano, senza conoscere le sue esperienze di vita e senza aver cercato di comprendere le sue ragioni. E, prima ancora, occorrerebbe confrontarsi con se stessi, anche se la cosa può non essere piacevole. Il voler sapere tutto di una persona, quando invece è impossibile, diventa violenza; conoscerne tutte le piccole sfumature, le sensazioni, la sensibilità, l'emotività non è umanamente possibile! Giudicare, soprattutto in negativo, basandosi esclusivamente su proprie persuasioni e propri principi, senza cogliere le emozioni e gli aspetti interiori, quelle del più profondo dell’animo altrui, non avendo conoscenza del loro vissuto, basandosi unicamente su quei pochi elementi di cui si dispone, fa sì che si traggano conclusioni affrettate e irrispettose, come già detto, nei confronti del prossimo. Osservare, valutare, farsi un'idea, confrontarsi, e conseguentemente giudicare, fa parte della natura umana, ma non ci si soffermi all'esteriorità delle cose. Non conosciamo bene neppure noi stessi, evitiamo di giudicare gli altri! Maria C. Bernasconi

È proprio vero:

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Morale della favola: non tutto il male vien per nuocere e c'è sempre il rovescio della medaglia. Santa donna! Ha ragione! La mia coinquilina, il piccolo esempio personale e due belle frasi fatte, per introdurre l'argomento di questo editoriale: le prospettive. Si tende spesso a costruire un immaginario di vita basato sulle prospettive: di un lavoro, di una famiglia, di uno status sociale stabile e ci si adopera per ranggiungere queste prospettive, in prospettiva (!) di realizzarle. Ognuno di noi vede e vive il mondo sotto una certa luce, da una certo punto di vista intrinseco, personalissimo, originale che, automaticamente, diviene unico e corretto. Se ci pensate è alquanto triste: non siamo quasi mai in grado di vedere una cosa con gli occhi dell'altro, di considerare la sua prospettiva, la sua visione, magari diametralmente opposta, su un determinato argomento. Questo accade in tutti i campi, dagli affetti, al lavoro, alla politica e può risultare molto pericoloso, un'arma a doppio taglio per noi piccoli universi singoli che tendiamo, spesso senza accorgercene, ad ergerci sul gradino del giudizio. È proprio quello che l'Altraitalia cerca di evitare: soprattutto nel campo dell'informazione è d'obbligo analizzare le prospettive di tutti, dare spazio e voce ai differenti punti di vista. Direi che, appunto, è una questione di prospettive: scrivere in maniera seria e oggettiva per far crescere il nostro giornale, in „prospettiva“ di renderlo sempre più un organo di informazione sicuro, affidabile, veritiero. Da noi c'è spazio per tutti, qualunque sia il „colore“ politico perchè, non mi stancherò mai di ripeterlo, per il nostro giornale ed il nostro sito, al primo posto viene il lettore e non i giochi di potere e le mezze verità. Rossana Paola Seghezzi

la lingua batte dove il dente duole!

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Care lettrici, cari lettori

Prospettive. Ho riletto il mio ultimo editoriale. Non per egocentrismo o manie di grandezza, semplicemente perchè a molti giorni di distanza dall'inizio dell'anno volevo confrontarmi con il passato „recente“. Il verdetto? Tutti i buoni propositi, come preventivato, sono andati a rotoli! Pazienza, anzi spazienza: ho cominciato a lamentarmi con la mia coinquilina di tutte le cose che secondo me non vanno nella mia vita e che vorrei cambiare. Sapete cosa ha fatto lei? Ha preso ogni mio singolo punto „negativo“ e l'ha riletto in chiave positiva facendomi riflettere. Sei single? Non hai più il fidanzato? Bene, non sei una povera donzella poco emancipata che non può vivere senza un uomo accanto, hai amici, sei giovane, puoi provvedere economicamente a te stessa, hai coraggio molto più di certi uomini e puoi dedicare del tempo a te stessa.. insomma enjoy your freedom, per dirla all'inglese!


TURISMO

di Rossana Seghezzi

„Nice to Bit you“ . Con questo slogan la Borsa Internazionale del Turismo di Milano si è presentata quest'anno al pubblico e non ha tradito le aspettative.

Turismo 2009: quali prospettive? Le risposte al BIT "Nice to Bit you" . Con questo slogan la Borsa Internazionale del Turismo di Milano si è presentata quest'anno al pubblico e non ha tradito le aspettative. Inaugurata alla presenza dei massimi livelli istituzionali, la fiera del turismo più importante in Italia e tra le prime quattro al mondo, ha registrato risultati sostanzialmente in linea con quelli della scorsa edizione: circa 154.00 presenze complessive, di cui 101.000 sono stati gli Operatori Professionali (81.500 italiani e 19.500 esteri).

Data la crisi economica ci si aspettava un calo delle presenze, ma il comparto del turismo ribadisce la sua importanza e stabilità: anche in un momento delicato di congiuntura economica, Bit conferma la validità di una formula che sa rinnovarsi di anno in anno, offrendo con tempestività risposte efficaci alle esigenze in costante evoluzione dei mercati. La crescita del ruolo internazionale di Bit, in particolare, rappresenta un punto di grande importanza nel contesto attuale e per le sfide che interesseranno nei prossimi anni il nostro Paese, e soprattutto la Lom..:l'altraitalia -6-

bardia, prime fra tutte l’Expo 2015 e la salvaguardia del sistema aeroportuale milanese. In effetti la Bit di quest'anno mi ha davvero colpito, come cita lo slogan, perchè ha saputo coniugare l'internazionalità con una forte matrice "interna": ampio spazio e respiro al bellezze domestiche, le nostre regioni, spesso conosciute solo per i luoghi di villeggiatura balneare ma raramente scandagliate in tutti i loro angoli, gli scorci, le passeggiate di puro spettacolo ma anche moltissimi espositori mondiali.


Dove osano gli italiani? Le nostre mete preferite Mammoni per antonomasia, abitudinari, un po' pigri e avvezzi alle comodità, dove amiamo viaggiare? Non troppo lontano da casa!

ed immancabili tappe come Parigi e la Costa Azzura che, almeno una volta nella vita, vanno visitate.

È quanto emerge da una recente ricerca di HolidayCheck, il portale d'opinioni e recensioni sulle vacanze scritte dai viag-giatori per consigliare altri viaggiatori.

In forte ascesa le mete "nordiche" come Germania e Paesi Scandinavi, grazie anche ai nuovi collegamenti low-cost che ci permettono di scoprire Paesi fino ad ora considerati "freddini" e poco adatti al nostro sangue caliente.

Spagna, Grecia, Tunisia, ecco le nostre mete preferite: facilmente raggiungibili, "familiari", lontano da casa ma sufficientemente vicino per rientrare (in caso di nostalgia..). In questi posti ci sentia-mo a casa.

Infine, se proprio dobbiamo sorvolare monti e oceani, preferiamo gli Stati Uniti dove, al momento, la nostra capacità di spesa è molto forte o il Brasile per imemrgerci nei colori e nella movida della patria della Samba.

Amiamo molto anche il Mar Rosso, a patto di andarci con tour operator super organizzati, in formule "all inclusive" dove ogni minuto della giornata è organizzato e diviso tra escursioni e snorkeling.

Ultimo dettaglio, anche se non meno importante: al primissimo posto nel cuore degli italiani rimane l'Italia: week end romantici in agriturismo, mordi e fuggi a lmare ed in montagna, visite ai musei, il turista italiano riscopre la Madre Patria e la vive, in lungo ed in largo (con l'intima sicurezza di poter tornare presto dalal mamma..)

Decisamente meno gettonata la Francia: non amiamo particolarmente visitare i cugini francesi, (c'entreranno qualcosa la rivalità sul calcio, il vino, il cibo, le opere d'arte?.. mah.. ) se non per le classiche

Proprio la crescente internazionalità è stata uno degli elementi distintivi di questa edizione. Le oltre 5.000 aziende rappresentate provenivano da 140 Paesi, dei quali 9 new entry – Botswana, Bulgaria,Cambogia, Fiji, Filippine, Georgia, Montenegro, Slovacchia, Zimbabwe – e due prestigiosi rientri, Kenya e Giordania.

fonte dati: www.holidaycheck.it

ci mancherebbe altro: sdraiarsi in spiaggi a far nulla, cullati dal dolce rumore delle onde rimane una delle attività preferite del popolo di vacanzieri italiano ma sembra essere in leggero calo rispetto alle escursioni in montagna, ai weekend alle terme ed alla sete di cultura "domestica" ed extraterritoriale.

Ma come sta evolvendo e mutando il Sarà forse dovuto ai prezzi esorbitanti turismo da e verso l'Italia in questo di lettini ed ombrelloni? Oppure alle panorama di crescente crisi? offerte sempre più competitive di voli low cost che ti portano ovunque in Il trend sembra essere quello di Europa a prezzi stracciati? vacanze sempre più brevi "spalmate" sull'arco dell'anno e con destinazioni Fatto sta che il turismo italiano sta e scopi talvolta insoliti. cambiando: lo dimostra il successo del workshop dedicato al turismo reliCausa crisi, gli italiani archiviano sem- gioso svoltosi all'interno della Fiera pre di più le classiche due/tre set- del Turismo. timane di ferie concentrate nel mese di agosto e le "polverizzano" in micro- Altra modalità di viaggio molto amata vacanze di 3 o 4 giorni, da trascorrere è la crociera: ne facciamo sempre di prevalentemente nelle città d'arte, nei più, anche per via dei prezzi divenuti centri benessere o in eco-itinerari im- più accessibili. mersi nella natura. Quindi sì, viaggiamo ancora nonoNon ci stiamo dimenticando il mare, stante la crisi, sì cerchiamo cose ..:l'altraitalia -7-

curiose, rilassanti, arricchenti e possibilmente, a prezzi competitivi. Per quanto riguarda gli stranieri che vengono da noi, l'afflusso rimane abbastanza alto anche se, va detto, non siamo ancora in grado di fornire servizi rapidi, sia a livello di infrastrutture che di prenotazione: ormai il mondo viaggia in internet ma l'Italia pare essere rimasta al palo.. difficoltà di prenotare le strutture sul web, diffidenza nell'uso della carta di credito, difficoltà con gli strumenti della nuova generazione tecnologica e, soprattutto, bisogno ancora elevato della fiducia generata dal contatto interpersonale, ci spingono agli ultimi posti in Europa per le offerte di viaggio ed ospitalità: insomma, gli alberghi ci sono ma non è facile trovarli, prenotarli, conoscerli per un turista straniero che vuole venire a visitare il nostro Paese. Il futuro del turismo è in internet (frase quasi fatta e banale ma veritiera) e la BIT di Milano ne ha dato un assaggio. www.bit.fieramilanoexpocts.it


STORIA

di Umberto Fantauzzo

Aldo Moro con Giuseppe Saragat

Convegno nazionale Aldo Moro nell'Italia contemporanea "La società italiana invoca la coerente applicazione di una legge morale, non contorta e deformata dal compromesso, ma tale da esaltare la libertà e la dignità e da rendere possibile ed anzi inevitabile una svolta storica verso una società di eguali, un’autentica universale democrazia”. La summenzionata enunciazione, fungendo da peculiarità portante nel discorso proferito da Aldo Moro nel giugno del 1969, "LA SOCIETÀ ITALIANA IN MOVIMENTO", presenta, in sintesi il sublime obiettivo etico intorno al quale l’insigne statista di origine pugliese incentrava la sua filosofia politica, che mirante ad una svolta storica nel nostro paese, possa implicare in un imminente futuro un rinnovamento morale della società tutta e rendere cosi l’Italia più giusta, più trasparente, più umana e più bella, premessa essenziale per potenziarvi un’autentica "democrazia universale".

La saggezza filosofica di Aldo Moro lo accomuna a quella categoria di eminenti ed incorruttibili filosofi nei quali Platone nella sua "Teoria di Stato" riconosceva la competenza morale di governare "Polis"; e nel contempo la medesima saggezza conferirebbe al sogno politico del padre dell’idioma italofono "DANTE ALIGHIERI" una speranza di veder realizzata una patria libera, unita e giusta, identificando metaforicamente in Aldo Moro, quel bravo "nocchiero che avrebbe abilmente pilotato la nave (ITALIA) in gran tempesta" in acque più tranquille, vanificando così l’amaro pessimismo storico racchiuso nella terzina della Divina Commedia dantesca, che come di seguito recita "Oh serva Italia, nave senza nocchiero in gran tempesta …..". La valenza politica del discorso, di cui nella parte introduttiva, ha retoricamente motivato la formulazione del convegno nazionale "Aldo Moro nell’Italia contempo-

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ranea" che ha avuto luogo il 31 gennaio 09 presso la Casa d’Italia, organizzato dalla FAPS (Fe-derazione Associazioni Pugliesi Svizzera) per comme-morare la tragica morte dell’egregio corregionale Aldo Moro. Due eminenti relatori su scala nazionale, il senatore Giuseppe Giacovazzo, giornalista e l’onorevole Gero Grassi, e a fasto coronamento della manifestazione, la partecipazione di Agnese Moro, terzogenita del diletto figlio di Puglia, hanno vivacemente animato con i loro interventi lo svolgimento della manifestazione. Il presidente della FAPS Alessandro Calaprice, in apertura dei lavori del convegno, nella sua esibizione introduttiva, dopo avere rivolto un cordiale benvenuto a tutti i partecipati ed aver effettuato un rapido giro di presentazione dei relatori, con fervida partecipazione emozionale ha elogiato l’icona storica dell’eminente cittadino di Puglia evidenziando, con tangibile fierezza, di matrice pugliese, il fatto che nel 1976 la FAPS abbia conferito al loro illustre corre-gionale la presidenza onoraria.

Aldo Moro, da esperto giurista, veniva spontaneamente indotto a prediligere il pragmatismo valorizzando la ragion di stato, a garanzia della priorità degli interessi collettivi e a detrimento dei particolari interessi individuali; nel contempo da coerente uomo di fede cristiana, era animato da elevato senso di umanità e conseguentemente idealista assertore del valore della persona umana a nocumento della ragion di stato. A causa della dicotomia strutturale delle due componenti il suo binomio filosofico, sovente lo statista doveva affrontare la difficoltà di conciliare l’etica umana con la politica di stato. Da una rapida panoramica culturale sulla formazione accademica - umanistica di Aldo Mo-ro sarebbe possibile evincere la buona competenza storica con la quale egli, nella sua funzione di abile arbitro tra profonde antinomie, sapesse raccordare armonicamente il "demos" ed il "rateo", ossia il popolo ed il legislatore governante.

La dottoressa Maria Ferrante, con funzione di moderatrice lungo l’itinerario del dibattito, dopo una breve presentazione personale, ha voluto sottoliniare di essere stata l’allieva di Aldo Moro presso la facoltà di scienze politiche di Roma, ed avere imparato dal suo grande "Maestro" la modestia come precipua virtù morale ed il rispetto delle istituzioni.

La teoria di stato di Machiavelli sostiene che il "Principe" non può essere clemente con i suoi sudditi; pertanto in virtù della massima machiavellica "il fine giustifica i mezzi" la persona umana "suddita" deve essere immolata al trionfo della ragion di stato. Con questa teoria del machiavellismo numerosi capi di stato e di governo attualmente giustificano la pena di morte delessere umano, ove l’interesse di stato lo imponga.

La signora Agnese Moro nel suo primo intervento, conformemente alle reminiscenze di una felice infanzia, ha tratteggiato il profilo di un genitore sia nella tenera figura paterna, affettuoso e premuroso verso la sua diletta "prole", quanto nell’uomo politico giusto, impegnato e consapevole dell’enorme responsabilità morale nell’espletamento delle funzioni di statista.

Il filosofo tedesco Hegel, vissuto nel XIX secolo, sostenendo che la ragion di stato si identificasse nello spirito universalmente assoluto della storicità umana, conferiva alla funzione

La terzogenita Agnese ha ulteriormente enfatizzato in termini privati e meno pubblici, il lascito culturale del padre nel tentativo di sdrammatizzare la crudele tragedia del genitore politico in un affettuoso slancio di sublimazione antropologica, con l’intento di evidenziare le qualità intellettuali e le virtù umane della personalità del padre, che, parimenti a tante altre dignità etiche da reperire nel nostro patrimonio culturale, coralmente avrebbero qualcosa da insegnarci, soprattutto nell’ Italia odierna. La presentazione di Agnese Moro è stata pienamente coerente alla sua "performance" in qualità di autrice "Un uomo cosi", uno scritto interamente dedicato alla positiva rimembranza del genitore crudelmente trucidato. Con l’intervento del relatore Giuseppe Giacovazzo l’evoluzione tematica del convegno ha subito un nuovo orientamento, inoltrandosi in un’analisi storico-filosofica dell’ operato politico di Aldo Moro, sottolineandone la dimensione prospettica nel suo coraggioso impegno politico sulla base di una legittimazione "futurologica" in riferimento alla lungimiranza dello statista che si concretizzava ne suo famigerato motto "pensa al domani, ma guarda oltre…all'indomani" Idealismo e pragmatismo costituivano il binomio della filosofia politica del leader democristiano, nella cui insita dinamica i due elementi sembrano rapportarsi dicoticamente.

persona.

legislativa-politica di stato un’autorità suprema nella gestione degli affari di governo, e ciò con assoluta priorità della ragion di stato su quello della

Sul versante opposto lungo tutto il corso della storia dell’uomo, si delinea una consistente pleiade di coerenti assertori della ragion del valore umano. Già nell’antica Grecia del IV secolo a.c. Platone, nella sua opera "Apologia di Socrate e Kriton", difendendo il suo maestro Socrate dinanzi al tribunale di Atene, ingiustamente accusato di corruzione della gioventù, antepone la ragione della persona alla ragion della "Polis". Cesare Beccaria nel XVIII secolo criticava aspramente la tortura dei prigionieri, divenuta prassi ordinaria dei tribunali d’inquisizione nel Medioevo e ne chiedeva l’immediata abolizione ritenendola umiliante, deleteria e vergognosa per la dignità umana. Il filosofo tedesco Max Weber nel XX secolo, affermava che il saggio statista, operando il possibile nel contesto dell’impossibile, deve assolutamente considerare la supremazia del valore della persona umana su tutti gli affari di stato; e sulla scia weberiana il drammaturgo e regista teatrale Bertold Brecht sosteneva che nessuna ideologia valga più della persona. La saggezza umanistica, sulla base della storicità filosofica della ragione della persona, e l’enorme competenza politica delle quali l’emerito cittadino

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pugliese disponeva, lo indussero a mediare tra le due posizioni teoriche: idealismo e pragmatismo, ed escogitando una strategia di soluzione nel constante confronto dialettico tra il principio di stato e di ragione

conglobato nella sfera d’influenza ideologica, economica e militare americana sarebbe stata una sconfitta dell’imperialismo culturale degli USA e quindi umiliante nei confronti dell’opinione pubblica mondiale. Moro venne anche fortemente criticato, ed in parte diffamato, da eminenti esponenti delle autorità Vaticane. Il (compromesso storico) non era di enorme gradimento a molti settori dello stato italiano, nel timore che diverse personalità politiche e militari perdessero il potere; in special modo a numerosi "pseudo"-amici di partito della Democrazia Cristiana che in quel tragico momento rappresentava un crogiolo di caporali politici nel più svariate correnti settarie.

Aldo Moro e Amintore Fanfani

di persona; basandosi in tal senso, sull’evidenza assiomatica che la prassi politica consista di vincolanti necessità e situazioni che permanentemente impongono delle scelte, alla ricerca dell’empiricamente possibile (pragmatismo); nel contesto dell’impossibilità utopica (idealismo); su questo versante le possibilità di scelte sono limitate ma in un contesto di scelte di ordine morale si realizza la libertà etica dell’uomo in quanto in lui matura la consapevolezza del valore antropologico nell’opera politica. La complessa realtà politica degli anni settanta in Italia, tragicamente dilaniata da assurde e opposte posizioni dogmatiche, culturalmente ideologiche di estremismo brigatista e fondamentalismo di destra in costante tensione conflittuale, imponeva l’immediata scelta politicamente pragmatica, calibrata alle esigenze strutturali e sociali del momento per evitare che il paese precipitasse in una irreversibile autorità dittatoriale. L’abile statista Aldo Moro, allora presidente della Democrazia Cristiana, dal lungimirante ed abile stratega, divenne l’assertore più importante per un governo di “solidarietà nazionale” nella forma di "Compromesso Storico", che concepito da Enrico Berlinguer prevedeva un accordo di collaborazione politica tra cattolici e laici "Comunisti" ritenuta unica soluzione possibile per affrontare con "pragmatica" efficacia la caotica situazione sociale ed economica del tempo in Italia. Ovviamente una soluzione politica nella fattispecie già era gradita dal medesimo stratega DC, in quanto estendendo la responsabilità di governo ad una posizione parlamentare politicamente diversa per la guida della nazione avrebbe conseguentemente implicato la realizzazione del suo progetto di "universale democrazia", obiettivo politico supremo di Aldo Moro come riportato nel testo del discorso del predetto nel giugno 1969. In tale impresa politica Moro venne enormemente avversato sia all’estero, esattamente dagli Stati Uniti d’America, quanto in patria. In occasione di un ricevimento del leader democristiano alla "Casa Bianca" a Washington dall’allora presidente Nixon, il segretario di stato Kissinger ebbe l’arrogante ardire di biasimare l’ospite italiano con le seguenti testuali frasi: "my dear mister President, if you really intend to share the political power with the communists in your country, I suggest you to quit your parliamentary job and please change profession….!". (Mio caro signor presidente se intendesse realmente condividere il potere politico con i comunisti in Italia le consiglio di abbandonare il suo incarico parlamentare e cambiare lavoro). Ovviamente il progetto del (compromesso storico) in Italia era inconcepibile per gli USA, in quanto la partecipazione comunista al governo, in un paese

Agnese Moro

Pseudo-amici mostratisi indolenti nei confronti del collega democristiano, e abbandonandolo alla sua crudele sorte durante i 55 giorni di prigionia, si rifugiarono in un atteggiamento d’ipocrito feticismo statalista, ostentando consapevolmente un insolito amore per la "ragion di stato", perseverando così in una simulata fermezza di rifiuto di negoziare con i carcerieri "brigatisti" di Aldo Moro, nella pretestuosa ed arrogante supposizione che le lettere "agli amici di partito" non fossero autentiche. Aldo Moro fu ucciso per vile mano da parte dei brigatisti, in cui anche i suoi "intimi amici" possono essere considerati moralmente coresponsabbili; l’unica persona che con certezza scientifica riconobbe l’autenticità della corrispondenza di Moro fu lo scrittore siciliano Leonardo Sciascia che unitamente al suo collega Moravia condannarono il comportamento del partito. L’eccidio di Aldo Moro suscitò enorme scalpore e delusione all’estero europeo per la mediocrità e l’insensibilità della quasi totalità della compagine democristiana del momento. La figura morale di Aldo Moro e la sua personalità di eccellenza politica ed di insigne statista, venne culturalmente celebrata in diverse sedi di università europee dove il "compromesso storico" divenne "Leitmotiv" di dibattito accademico e di speculazione culturale. Quanto su riportato a testimonianza dell’norme importanza filosofico-storica del testamento politico di Aldo Moro che venne maggiormente apprezzato all’estero sia in vita che "post mortem".

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LIVE ALBUMS: 2008 ‘Lovers & Fighters' - Treehouse Publishing 2007 ‘Camels At The Crossroads’ - Treehouse Publishing 2007 ‘Influenza in Firenze' - Treehouse Publishing

La musica, l’Italia ed il Post millennium rock

SANANDA MAITREYA SITO UFFICIALE: www.SanandaMaitreya.com ECOMMERCE: www.SanandaMaitreya.com/ecommerce MY SPACE: www.myspace.com/SanandaMaitreya


MUSICA

di Rossana Seghezzi

Sananda quando hai capito che la musica sarebbe stata la tua carriera? In realtà la domanda giusta è: quando ho sentito la mia chiamata. Non credo in una carriera, che può essere data e tolta anche se te la sei duramente guadagnata. Un uomo come me si focalizza sul lavoro e non sulla carriera. Per risponderti, all’età di 2 anni dopo aver ascoltato i Beatles e la colonna sonora di “Breakfast to Tiffany” e “Moon River” ho capito che la musica sarebbe stata per sempre la mia vita. Qual è il tuo processo creativo, come viene registrata una tua canzone? Io non approccio mai la musica, è la musica che mi approccia. Sono sempre vigile come una sentinella, quasi come un postino che consegna la posta che gli viene data. Infatti nell’attesa di nuova musica mi ritrovo sempre almeno di 2 o 3 album avanti nella mia testa e non ancora incisi, che rimangono ‘in incubazione’ nella mia mente. Per quanto riguarda le registrazioni, amo suonare personalmente tutti gli strumenti e inizio sempre dalla batteria, il che è molto facile visto che sono anche l’arrangiatore dei miei pezzi. So fin da subito quali sono le pause e il suonare io stesso questo strumento è per me molto più semplice che spiegare di che cosa ho bisogno ad un altro musicista, in più è davvero divertente! Dopo la batteria, a seconda delle caratteristiche del pezzo, incido la chitarra o le tastiere, do la priorità allo strumento più rilevante, poi in ultimo passo al basso, per terminare la rhythm section. Successivamente registro la voce e procedo al Mix, che come regola, mantengo il più fedele possibile alla registrazione originale, per accentuare le caratteristiche del pezzo. Non ho mai sopportato le ‘demos’ per me la demo è il periodo di tempo in cui la canzone permane nella mia testa, quando la arrangio prima di registrarla. Io infatti non vado in studio per lavorare o per creare dei brani, ma semplicemente per registrare ciò che è già stato creato o pensato prima che io arrivassi qui. Ultimamente lascio aperto abbastanza spazio nei miei pezzi POST MILLENNIUM ROCK (questo è il genere della mia musica) per lo spirito e la sorpresa. Hai un modo molto innovativo di pubblicare la tua musica, in capitoli sul tuo sito ufficiale vero? Sì, l’essere ora un artista indipendente mi permette finalmente di potermi esprimere a 360° senza essere vincolato da obblighi produttivi. Con il mio precedente album “Angels & Vampires”, per me molto importante ed il mio primo interamente registrato in Italia, ho iniziato a incidere come di consueto la mia musica come artista, produttore, arrangiatore ed invece che attendere il completamento del progetto ho deciso di suddividere il lavoro per capitoli e di pubblicarlo non appena ogni sezione era pronta, sul mio sito ufficiale al link: www.SanandaMaitreya.com/ecommerce in formato Mp3. Questo metodo si è dimostrato vincente e molto apprezzato dai fans di tutto il mondo che arrivano ai miei

concerti conoscendo già anche i brani più recenti, prima ancora che l’album in formato CD venga pubblicato. Questa nuovo modo di fruire la musica mi ha molto appagato e soddisfa anche il pubblico, sempre in cerca dell’ultima novità. Lo stesso meccanismo della pubblicazione in capitoli lo sto utilizzando per ‘Nigor Mortis – A Critical Mass’ il mio ultimo progetto e proprio in questi giorni è uscito il 4° capitolo dell’album intitolato ‘Suck My Contradiction’ e disponibile qui con una sorpresa: una Free Track x voi! http://www.sanandamaitreya.com/ecommerce/nig or_mortis.php Da diversi anni ti sei trasferito in Italia, lasciando la tua patria gli Stati Uniti dopo aver ufficialmente cambiato nome, come ti trovi e come ti ha trasformato questa scelta? Nel 2001 a Los Angeles ho legalizzato il mio nuovo nome in Sananda Maitreya e ho abbandonando definitivamente la mia vecchia identità, poco dopo per motivi personali ho deciso di trasferirmi in Italia dove poi mi sono sposato nel 2003. Per me il cambio di nome è stato un passo fondamentale per rimanere puro e fedele a me stesso ed al mio pubblico e per evitare di portarmi sulle spalle un peso morto. Sono molto grato alla mia precedente vita e al successo che ho avuto quando ero Terence Trent D’Arby, non sarei quello che sono ora senza questa esperienza. Attualmente sono ancora più contento di continuare a fare musica ed entusiasmare il mio nuovo pubblico come Sananda Maitreya e con questo nome sono rinato. Sono un uomo nuovo e non vivo di nostalgie o ricordi, ma guardo al futuro. Il mio nuovo sound: il ‘Post Millennium Rock’ ha l’obiettivo di scuotere l’animo del pubblico e di riportarlo alle proprie radici ed ai veri sentimenti. In Italia sono molto ispirato, dalla cultura, dal cibo e dal rispetto per le arti. Se devo trovare un difetto posso dire che voi italiani siete dei pazzi, anche le cose semplici qui sono difficili, ma i fans mi supportano molto e per questo sono loro molto grato, mi piace molto anche suonare in Svizzera e l’accoglienza nel vostro paese è sempre ottima! Che consiglio dai ai giovani musicisti, agli aspiranti e a quelli frustrati? È naturale e necessario fare esperienza delle frustrazioni, così come possiamo essere affamati, assetati o eccitati. Queste infatti sono le cose che ci assicurano una crescita ed uno sviluppo per scoprire esattamente chi siamo. Non avere esperienze sarebbe come tradire se stessi, in tutti i campi. A volte le frustrazioni ti aiutano a distaccarti totalmente da quello che non è sincero, non sono veri musicisti quelli che fanno questo lavoro solo per l’immagine o per i soldi. Se tu ami davvero questo lavoro, l’amore ti accompagnerà e guiderà per mano, altrimenti esci da questo ambiente finché sei ancora in tempo, questo è il mio consiglio più sincero.

DISCOGRAFIA: 2008 ‘NIGOR MORTIS – A Critical Mass’ - Treehouse Publishing -2006 ‘ANGELS & VAMPIRES’ Treehouse Publishing - 2003 ‘WILDCARD! THE JOKERS’ EDITION’ - Treehouse Publishing/Sananda 2002 ‘GREATEST HITS’ - Columbia/Sony -1995 ‘VIBRATOR’ - CBS/Columbia - 1993 ‘SYMPHONY OR DAMN’ - CBS/Columbia - 1989 ‘NEITHER FISH NOR FLESH’ - CBS/Columbia 1987 ‘INTRODUCING THE HARDLINE ACCORDING To Terence Trent D’Arby’ - CBS/Columbia 1987 ‘THE TOUCH- EARLY WORKS’ - Polydor ..:l'altraitalia -13-


INCONTRI

di Chiara Morassut

Giovani, carini e …

C’era una volta la musica da viaggio, oggi c’è il viaggio per fare musica. E scusate il gioco di parole non proprio riuscitissimo. La realtà è, come spesso accade, quella dei giovani italiani che si ritrovano volenti o nolenti a (dover) lasciare l’Italia per andare all’estero, quel fantomatico estero che tanto viene esaltato nei racconti di chi torna e che certo rappresenta una tappa ormai fondamentale nel percorso di crescita e nella carriera di un individuo, ma che il più delle volte viene scelto anche per le scarse opportunità che l’Italia offre ai giovani, soprattutto in determinate realtà. Fuga dei cervelli? Qualcosa del genere, ma qui parliamo di musica. Perché, se in campo scientifico l’estero è, rispetto all’Italia, il luogo dell’attenzione alla ricerca e dei maggiori finanziamenti, nel campo dell’arte e della musica giovane in particolare, gioca anche un ruolo importante l’esterofilia della nostra Italietta, che si traduce in pratica nel rivendicare l’italianità dei suoi cittadini solo dopo che questi si sono già affermati, meglio se in un Paese anglosassone, e quindi hanno fatto all’estero quel percorso che in Italia non gli è stato dato fare. Ne parliamo con i Magenta una promettente giovane band italiana, quattro ragazzi del Friuli Venezia Giulia, che si apprestano a fare i primi importanti passi nel panorama musicale proprio anglosassone.

Per iniziare: Magenta, chi siete? E perché il nome Magenta? I Magenta sono Sergo, voce e chitarra, Matt Cossar, chitarra, Nat Flamigni, basso e Ste, batteria. Nasciamo nel 2005 dall’incontro di quattro ragazzi già con delle esperienze musicali alle spalle e un’autentica passione per la musica e la volontà di creare qualcosa di “nuovo”, qualcosa di intimamente nostro, che fondesse le quattro diverse personalità e sensibilità musicali. Da qui il progetto di un gruppo che producesse musica propria. Ci

sarebbe un motivo per cui è stato scelto il nome Magenta, ma è così recondito nel tempo e legato a un singolo episodio che la realtà è che ha resistito nel tempo perché ci piace I nostri inizi sono legati alle università della nostra regione: ricordo fra i primissimi live una festa-concerto all’università di Trieste e le frequentissime feste universitarie nei locali di Gorizia. Da allora è stato un percorso di ricerca, spesso non privo di fatiche, che ci ha portato a scavare dentro di noi e a “cercarci”

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musicalmente, passando per i primi concerti nei club a Milano, alle esibizioni come spalla di artisti più importanti (indimenticabile Robert Plant dei Led Zeppelin al Lignano Rock Festival) e la Notte Bianca di Roma. Da questo processo è lentamente maturata la band e soprattutto il sound tipico che oggi caratterizza i Magenta. E qual è il sound tipico dei Magenta? Potrei dirti un po’ new wave anni ‘80, un po’ post grunge anni ‘90, ma in realtà è sempre difficile catalogare uno stile musicale. Forse, nella musica che ascoltiamo si trova la chiave di lettura delle nostre canzoni, ma siamo comunque convinti di proporre qualcosa di molto personale. Al giorno d’oggi il panorama stilistico musicale tradizionale è stato tutto rimescolato e i diversi generi riadattati al contesto attuale. Noi abbiamo cercato di prendere un po’ da diversi mondi per creare qualcosa di nostro che non è propriamente riconducibile a nessun filone definito.

sicuramente i piccoli obiettivi che ci siamo continuamente posti e che ci hanno fatto sempre più crescere, un’esperienza all’estero in questo senso è un’opportunità unica per ampliare le nostre vedute. E in fondo la musica è un linguaggio universale, no?”. In pratica, come avete fatto? Pensa che tutto è nato via Myspace: un giorno abbiamo ricevuto un messaggio da una persona che si complimentava per la musica e ci proponeva di lavorare con lui. Siamo rimasti a dir poco sorpresi quando ne abbiamo visitato il profilo e abbiamo scoperto che era il produttore artistico e sound engineer Marco Migliari e lavorava niente poco di meno che per i Real World Studios di Peter Gabriel: non serve dire che una settimana dopo eravamo già in Inghilterra per conoscerlo di persona. Da allora la collaborazione con Marco si è fatta sempre più stretta e ha portato alla realizzazione della pre-produzione di un album e soprattutto all’interessamento di una etichetta inglese.

Vi ispirate a qualcuno? Quali sono i vostri miti musicali? E’ interessante questo riferimento a Myspace; quanto hanno influito fin’ora internet e le nuove Ci piacciono molto gruppi della scena inglese e non solo tecnologie in generale nel farvi conoscere sulla che negli ultimi anni hanno dimostrato una grande scena musicale e in particolare nel vostro modo di maturità artistica. Ad esempio Radiohead, Sigur Ros, fare musica? Muse, ma anche Coldplay, Editors e Interpol, anche se questi ultimi forse sono rimasti troppo legati alla New Moltissimo. Tradizionalmente, i gruppi rock hanno fatto Wave. La cosa importante è che le canzoni trasmettano conoscere la propria musica in due modi: attraverso i un messaggio, uno scambio energetico tra melodie e concerti dal vivo e la diffusione di registrazioni su ascoltatore che ti fa stare bene. Questo è quello a cui ci supporto fisico (CD). Oggi, il web ci permette di ispiriamo. diffondere on-line le nostre canzoni, raggiungendo un pubblico potenzialmente molto più vasto, ma soprattutto Il fatto di cantare per lo più in inglese ha a che fare consentendo ad ognuno una distribuzione indipendente e di per sé con una qualche volontà di essere libera della propria musica in tutto il mondo. Grazie al internazionali o è venuto semplicemente così? web circola quindi più musica, ma a fronte di tanta offerta, diventa essenziale per un gruppo offrire un Non possiamo negare che la scena italiana proposta oggi prodotto di qualità , che si metta in evidenza rispetto alla da gran parte dei media nazionali sia molto distante da folla. Direi inoltre che anche il nostro modo di fare quello che ci piace. Probabilmente è una questione di musica è molto diverso rispetto a qualche anno fa nel gusti, ma è anche significativo il fatto che l’Italia faccia senso che siamo contaminati da moltissime esperienze tendenza nel resto del mondo in fatto di moda, stile, musicali che prima non avremmo mai potuto conoscere e architettura, vini etc e non riesca a creare una propria abbiamo cercato di concentrarci molto sull’aspetto live. scena musicale internazionale al di fuori di quella dei “crooners” latini. Forse questo è dovuto alla mancanza di Spesso, anche voi l’avete detto, l’estero è definito connessioni tra i nostri discografici e l’estero che rende un’opportunità, ma voi siete anche molto legati alle difficile investire su qualcosa che non si vende subito e vostre radici. Dovendo scegliere: vincete X-Factor in immediatamente sulla porta di casa. Inevitabilmente però, Italia, grande successo momentaneo, anche se così facendo, rischiando forse poco, la musica italiana è l’anno dopo nessuno si ricorda di voi, o diventate la diventata sempre più "facile" e quindi poco innovativa, band di aperture ufficiale di un qualche artista passaggio essenziale per la formazione di artisti di inglese, ma in Italia rimanete sconosciuti? spessore. Forse anche per questo cantiamo in inglese, ma resta il fatto comunque che per quanto le parole siano Senza dubbio la seconda: c’è un grosso bisogno di importanti è sempre la musica ad essere il codice di base rinnovamento nella cultura musicale italiana che né i che trasporta le emozioni. Basti pensare a certi temi cantautori “storici” né i fenomeni prettamente strumentali di Ennio Morricone, semplicemente geniali. commerciali (leggi: Showbiz) come X-Factor possono dare. Si sente il bisogno di guardarsi attorno, di La vostra collaborazione più recente vi sta appunto sperimentare, ricercare e creare cose nuove. Bisogno di portando in Inghilterra, e questo vi inserisce in un artisti italiani che sappiano rivolgersi e guardare all’estero certo modo in quella grande categoria di giovani che come un’opportunità e non come una minaccia. per un motivo o per l’altro “vanno all’estero”. Caso, necessità, ricerca di qualcosa che qui non trovate? Il futuro dei Magenta? Non è una fuga dalle terre dove siamo nati, alle quali peraltro siamo molto legati, ma un’occasione di portare la nostra musica al di fuori dall’Italia, vivendo nuove esperienze e soprattutto confrontandoci con una diversa cultura e una diversa sensibilità non solo musicale.

I prossimi impegni sono targati UK, ci recheremo oltre Manica per registrare un disco e suonare dal vivo le nostre canzoni. Vi terremo aggiornati con Myspace, Facebook e il nostro sito www.magentamusic.eu.

Per chi volesse contattare Le nostre tappe fondamentali come gruppo sono state info@magentamusic.it. ..:l'altraitalia -15-

i

Magenta:


MUSICA

di Sandro Fiorilli

Sanremo 2009: ecco i vincitori! Vincitore della settima edizione del talent show Amici di Maria De Filippi (20 ottobre 2007 - 16 aprile 2008), ottiene un premio di 300 mila euro e firma un contratto di esclusiva con la casa discografica Warner Music Italy. In seguito alla vittoria, partecipa come ospite a diverse trasmissioni televisive; il 3 giugno del 2008 è tra i premiatori ai Wind Music Awards (ex Premio italiano della musica); gioca nella Partita del Cuore 2008, con la nazionale Unica, composta da vari personaggi dello sport e dello spettacolo e allenata da Francesco Totti, contro la Nazionale italiana cantanti. Nel giugno del 2008 viene presentato in radio il suo primo singolo Ti rincontrerò, tratto dall'omonimo album, pubblicato il 13 giugno su etichetta Warner Music Italy/Atlantic. Il 3 ottobre 2008 viene pubblicato il secondo album, In concerto, con 14 canzoni interamente live (covers ed inediti interpretati nel corso del tour estivo), venduto insieme ad un DVD contenente le immagini del concerto di Cagliari e i backstage di altre date del tour.

Marco Carta Povia si è classificato al secondo posto con la sua "Luca era gay", che a dispetto delle polemiche è comunque finito sul podio, e Sal Da Vinci con la sua "Non riesco a farti innamorare", il quale nonostante l'eliminazione nella seconda serata e il ripescaggio, è comunque riuscito a piazzarsi: tanto hanno potuto la protezione di Gigi D'Alessio e la complicità del pubblico filopartenopeo. I premi della critica vanno agli Afterhours, per la categoria Artisti e ad Arisa per le Proposte. Ania vince la prima edizione di Sanremo Web con "Buogiorno gente". Nella serata dei riconoscimenti, il premio Città di Sanremo a Mino Reitano, ritirato dalla commossa vedova, Patrizia. Gli ospiti: un fascinosissimo Vincent Cassel e la meravigliosa Annie Lennox che ha incantato con una versione di "Why" solo voce e pianoforte. Quanto ai modelli, è stato il turno del dolcegabanesco David Gandy. E poi lei, per la prima volta in Rai, emozionata come una debuttante: Maria De Filippi.

Arisa

Nata a Genova il 20 agosto 1982, dopo una sola settimana torna nella casa di famiglia a Pignola, piccolo centro a pochi chilometri da Potenza[1]. Il suo nome d'arte è l'acronimo delle iniziali dei nomi dei suoi familiari: Antonio (il padre), Rosalba (lei), Isabella e Sabrina (le sorelle), Assunta (la madre). Nel 2007 vince una borsa di studio come interprete presso il CET di Mogol[1]. Nel dicembre 2008 risulta essere tra le due vincitrici del concorso canoro SanremoLab, che le consente l'ammissione al 59° Festival di Sanremo nella categoria Proposte.

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Il nuovo Lg Prada 2 si mostra in tutto il suo splendore


ITALIANI NEL MONDO

di Rossana Seghezzi

Dal Perù ci giunge un grido di dolore e di disperazione di un nostro connazionae. Il signor Massimo Ricci, originario del Piemonte, emigrato da molti anni in Perù, sta attraversando un momento critico della sua vita, a causa di una malattia progressiva che l’ha portato a chiedere aiuto alle autorità del suo Paese, l’Italia e a scontrarsi con un muro di omertà e burocrazia che gli impediscono di avere le cure necessarie. Visto da l’Altraitalia ha voluto approfondire il caso, intervistando il signor Ricci.

Italia vergognati: mi stai lasciando morire Signor Ricci, ci racconta la sua vita da emigrante? Con molto piacere le racconto la mia storia che rappresenta la vergogna incivile del Paese Italia che tanto si fa umano con altri popoli, altruista solo di facciata, insensibile e menefreghista con i suoi figli residenti all’estero. Paese che difende solo le diseguaglianze altrui, ma che NEGA i diritti fondamentali quali la vita attraverso la salute, diritto sancito dall’art. 3 della Costituzione, solo perchè si vive in altro stato. Questo è ciò che subisco da alcuni anni: la Regione Piemonte, attraverso il suo assessore, mi nega rimborsi di dialisi, nessuno risponde ai miei appelli. Vivo in Sudamerica da circa cinque anni, in Italia vivevo a Novara e già nel 2004 la situazione lavorativa cominciava ad essere difficile, così mi sono trasferito in un Paese che amo, il Perù, dove lavoravo e vivevo con tranquillità, fino a natale 2006 quando mi sono sentito malissimo. Mi fu diagnosticata una colica renale. Fatte alcune analisi e l’ecografia risultava una grave ed avanzata insufficienza cronica ereditaria. La conseguenza di questo tipo di malattia è che ogni due mesi mi prendono coliche renali fortissime e solo il ricovero in ospedale, attraverso flebo, si calma il dolore che poi rimane intenso almeno un mese e la dialisi da fare. Nel novembre 2008 sono stato colpito da infezione al piede sinistro con febbre alta; il piede era gonfio come una palla. Dopo un trattamento di antibiotici fortissimo e

costosissimo, mi ritrovo oggi con sì il piede sgonfio ma praticamente ho più sensibilità. Cos'è successo con i suoi problemi di salute? Essendo la mia una malattia ereditaria, il Perù non mi concede l’assistenza sanitaria. Per poter avere le cure necessarie devo pagare personalmente le spede che ne derivano, cosa che facio già dal 2006. Ora però non posso più, ho esaurito tutti i miei risparmi e sono disperato. Ho lavorato con il piede gonfio per settimane peggiorando la mia situazione; lavoro 10 ore al giorno in condizioni di elevato rischio di vita. A volte, per non perdere il lavoro, ci vado comunque: il dolore è fortissimo ed è permanente la stanchezza fisica e psicologica al punto tale da pensare di volerla fare finita subito. Che cosa rimprovera alle autorità italiane? Ciò che mi indigna è che devo elemosinare un diritto che dovrebbe essere dovere per il mio Paese, oltre che un obbligo morale verso un suo figlio in difficoltà. Quali sarebbero le soluzioni per poterLa aiutare? Prima del 1971 esisteva per gli italiani nati in Italia e residenti all’estero la pensione d’invalidità, che poi venne abolita e sinceramente lo trovo ingiusto. Non è accettabile che il ragionier Massimo Ricci che vive a Roma abbia la pensione d’invalidità,

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d'accompagnamento, rimborsi, ecc. e lo stesso ragionier Massimo Ricci, italiano, che vive in un Paese extracomunitario, venga abbandonato a se stesso come se fosse una bestia. Bisognerebbe istituire un fondo per le emergenze in fatto di salute, ma prima ancora, pensare ad una forma di assicurazione in caso di malattia (come ad esempio in Svizzera) che copra il cittadino italiano domiciliato all'estero. E non mi si venga a parlare di un eventuale possibilità di rimpatrio perchè, nel mio caso, in Italia non avrei nè casa nè lavoro. Dove vivrei? Per le strade di Roma o Novara? Aspettando anni una pensione di 500 euro? Elemosinando? Che cosa pensa dei rappresentanti degli italiani all’Estero? L’hanno ascoltata? L’unico rappresentante per gli italiani all’estero che veramente, anche prima di essere parlamentare, mi è stato vicino, è l’on. Fabio Porta, sia umanamente che istituzionalmente e per questo lo ringrazio pubblicamente: Degli altri rappresentanti delle nostre Istituzioni, nemmeno l'ombra! Mi sonorivolto a molti di loro perchè ritengo che questo tema non debba avere colori politici e che sia di tutti. Evidentemente in Perù gli italiani aventi diritto di voto sono pochi. Fossi stato domiciliato in Brasile o in Argentina magari avrebbero fatto a gara per... mostrarsi?! Termino ricordando che il peggio per me deve ancora arrivare visto che questa malattia è degenerativa. Mi chiedo: quando non potrò più lavorare, che ne sarà di me? E della mia famiglia? Chi mi farà la dialisi? In Perù se non paghi ti lasciano morire e dall'Italia tutto tace!

Come possiamo aiutare Massimo? Qualche idea? Scrivete al nostro indirizzo di posta elettronica. www.laltraitalia.eu

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SPORT

di Lorenzo Mossani

Lo sport in rosa Da circa la metà degli anni '80 è lo sport in rosa per antonomasia, ma fino a pochi mesi fa non sembrava venire considerato dai media, inspiegabilmente. Il merito? Una forte spinta è stata data dalle vittorie della nostra Nazionale nella World League e agli Europei 2007. Questi successi agonistici sono solo la naturale foce di un fiume che ha come sorgente passione, sacrificio ed un naturale gioco di squadra nel quale l'Italia è regina. Quindi 10 è il voto che si merita questo sport per la tenacia con la quale tiene testa al calcio, sicuramente più ricco e idolatrato da qualsiasi network, un altro 10 la Nazionale lo ha strappato per aver capito che per vincere è necessario essere uniti dentro e fuori dal campo. 10 è anche il numero, destino vuole, di Francesca Ferretti con la Scavolini Pesaro che sta lottando in Europa e in Italia per vincere tutto. La stella di Francesca Ferretti è tornata a brillare agli occhi del mondo dopo un periodo difficile a causa di infortuni che le hanno reso la strada in salita: ma la classe, anche se è un vecchio modo di dire, non è acqua e il ruolo di regista non s'improvvisa. La palleggiatrice in una squadra è un cocktail di rapidità, intelligenza e precisione, e se sommiamo a questi attributi anche una straordinaria bellezza si può comprendere meglio perché Francesca Ferretti è insostituibile nella Nazionale di Barbolini, come lo è stata la Piccinini (schiacciatrice) qualche anno fa. Francesca dopo l'Europeo, cos'è cambiato? Abbiamo conquistato un titolo in più, ci siamo fatte conoscere attraverso le nostre vittorie, anche se per dire la verità le partite erano spesso date in differita, mentre gli incontri della rappresentativa maschile erano in diretta...sarà stato un caso.... Ma se la matematica non è un'opinione, la pallavolo è uno sport ormai in Italia praticamente quasi esclusivamente femminile, visto che i maschietti si orientano in maggioranza sul calcio e a ruota basket (solo se sono alti) e rugby... Purtroppo nella matematica i numeri contano, invece nel nostro sport abbiamo dovuto vincere e mettere un po' della nostra femminilità in campo, con fotografie, poster, ecc. ecc. Anche questa è un'arma vincente, non credi? I calciatori da questo punto di vista o i colleghi maschi del volley partono in svantaggio – sorride la giocatrice emiliana - . È per questo che vi vediamo spesso a 'A Quelli Che Il Calcio' o su Sport Week o nel sito della Gazzetta sempre con maggior frequenza? Non solo. Siamo un gruppo pieno di energia e crediamo di trasmetterla in campo e anche a chi ci vede per la prima volta in tv a un semplice varietà. Se devo dire la verità non so quanto mi farebbe piacere – analizza l'alzatricediventare un personaggio a 360°, ora riesco ad avere una vita normale: forse mi sentirei a disagio ad essere una vip. Quindi, in conclusione, meglio giocare a pallavolo che fare gossip? Certo, la pallavolo è il mio passato, presente e futuro, non è con le parole o con una foto che si ottengono i risultati.

competizione quindi fino a fine stagione mi concentrerò solo sulla Scavolini. Se dovessi dirmi una città del mondo che ti viene in mente, quale sarebbe la prima?

Ma non ti fa piacere avere sempre più click sul tuo sito?

Pechino! Per ogni atleta è il traguardo più bello da tagliare.

Sono una ragazza e una persona normale, è ovvio che sia contenta.

Traguardo mai raggiunto al primo posto dalla Nazionale maschile di volley nell'epoca d'oro...

Tornando all'attività agonistica, quali sono i tuoi sogni nel cassetto?

E chi lo ha detto che devono essere sempre prima i maschi a fare il primo passo? Siamo emancipate abbastanza.

A livello di club ci sono le premesse per fare bene in ogni ..:l'altraitalia -21-


FRECCIATINE

di Giovanni il Battista

Aiuto ! Ma sarà un infiltrato ? Devo confessare di essere molto imbarazzato nel raccontare le mie recenti riflessioni sul Rappresentante terreno del mio Capo : dovrei tacere o difendere la nostra Casta ! (perdonami Buon Dio ) ma non ce la faccio. In linea di principio dovrei semplicemente limitarmi a fare qualche battuta sul Mondo Italico: in questo caso faccio una eccezione in quanto considero il Vaticano proprietà antropologica degli Italiani . Si proprio cosi, io, che ho dato il battesimo a Gesù mi dissocio ! Èevidente che quanto qui racconto vuole essere un contributo da “senatore” del collegio celestiale, un tentativo per ragionarci su, come dicono quelli che parlano bene, non per creare un nuovo movimento terreno e non per promuovere nuove credenze religiose ( già ce ne sono oggettivamente troppe a mio parere !!) Con rispetto comunque e circospenzione quindi pronuncio il suo nome : Papa Benedetto XVI , al secolo Joseph Ratzinger ! Recentemente ho scorso di Tim C. Leedom e Maria Murdy per Newton Compton Editori, “Il libro che la tua

chiesa non ti farebbe mai leggere” e di Corrado Augias e Remo Cacitti per Mondadori , “inchiesta sul cristianesimo”: l`uno racconta molte verità storiche di fatti e misfatti (soprattutto) dei nostri predecessori Cristiani, l`altro con un percorso più filosofico, un ragionamento storico sul "come si costruisce una Religione” (che è anche il sottotiolo del saggio) e devo concludere che siamo messi…drammaticamente male… Da “Quassù” devo essermi perso qualche secolo di cronaca terrena ma devo confessare che mi riesce difficile, curiosando negli archivi celesti, trovare delle prove per confutare quanto i precitati volumi descrivono e questo mi rattrista. L'attuale Papa, nel corso del suo pontificato, ha più volte messo a dura prova il Dogma della sua, per forza divina, Infallibilità: ricordo il discorso di Ratisbona (lezioncina all`Islam poi reinterpretata) l`ìntervento di denuncia dei preti (solo loro….?) pedofili , tardivo (di diversi anni..secoli….. ?), il tema dell'olocausto, al di là delle affermazioni del Vescovo Williamson, soprattutto ed in

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parallelo, la richiamata del Gruppo dei lefreviani (chiamata alle armi ?....o forse per rafforzare le Sue scemanti forze all`ìnterno dello stesso Clero?) e conseguenzialmente il disastro nei rapporti con il mondo ebraico; il puntuale (o…inopportuno …?) intervento su certi temi prettamente politici discussi fuori dai confini del Vaticano e potrei continuare nel racconto di diversissime altre indicazioni che solo noi, dal nostro osservatorio privilegiato, possiamo annotare. Il Pontefice dovrebbe fare dell`azione conciliativa e unificante fra i Popoli un impegno assoluto e inderogabile, la sua Missione per eccellenza, ed invece si nega a certe realtà, “scomunica” chi si permette di dire che il cristianesimo è una religione come le altre e che potrebbe avere (la sua Religione) qualche cosa a che fare con Maometto piuttosto che con Buddha o Confucio per citare i più conosciuti. Si nega ai Riformisti, ai Calvinisti alle chiese Evangeliche, ha reintrodotto l`idea della Messa in latino, aborra I divorziati, i conviventi ; nei suoi sermoni, solo demagogiche e straripetute posizioni sugli avvenimenti mondiali sempre con richiami privi di spessore (se vi è una guerra: fermatevi: stop ai litigi. Se vi è crisi finanziaria: stop alla non-moralità, all’avidità umana. Se vi è un conflitto religioso: stop alle liti fra fratelli ecc.ecc.). Per me un vero disastro! Da un padre spirituale

vorrei di più, molto di più. Non ho trovato al mio precitato risveglio, (volesse Dio che stia ancora dormendo!) un briciolo di modernità (a parte il suo guardaroba rigorosamente firmato Prada) nessuna seppur piccola apertura e veri avvicinamenti con le altre Fedi (se non per dire che comunque il Cattolicesimo è il numero uno e va bene così come lui lo disegna); sento solo blandi richiami alla carità ed alla pari dignità degli Uomini (rifiutando comunque ogni accettazione, per esempi, delle realtà omosessuali e/o di chi si permette di non credere nel suo, suo solo di lui, Dio!). Io sono vissuto circa 2000 anni fa ma vi assicuro che le Idee mie e quelle del mio Pupillo Gesù, del resto, erano ben diverse (e Gesù per questo ci ha lasciato veramente la pelle!). Per noi, all’epoca, la Missione era raccontare sì la nostra Verità per far convertire le persone non dal Guidaismo al “Cristianesimo cattolico” ma per far capire che alcune

cose non funzionavano (soggiogare il Popolo, tenere le donne fuori da ogni contesto reale, perpetuare i privilegi di classe, le pari dignità delle Genti, predicare la buona novella del Buon Dio celeste (non dei Cattivi, dei terreni) e via di questo passo! (Ma guarda un po'…..tutte conquiste non ancora risolte ai giorni vostri da parte dei cattolici-cristiani !) Questa persona (e chi l'ha votato in Conclave) non la capisco, nè capisco il suo passato da teologo di ferro incapace, con Carità, di accettare il contradditorio anche all'interno del suo stesso mondo; ignora, altro esempio, sistematicamente, di proporre riferimenti al Concilio di Giovanni XXlll . Anche i miei amici da Quassù non mi rimproverano per queste miei riflessioni ma, silenzionsamente rimuginano… anche perchè i dati che ci giungono dalle terrene antenne degli osservatori del "mercato" parlano di una mancanza di nuovi preti, di tanti preti che svestono l`abito talare, di vescovi abbandonati i a se stessi, di missionari dimenticati, di fedeli che sempre più abbandonano il campo rifugiandosi in nuovi consessi e ricevendo, dal Vaticano, solo anatemi, scomuniche, lezioni di simil-etica e mai ragioni convincenti per ritornare all’ovile: oggi, giù da voi, le pecorelle che si smarriscono perchè il pastore ha fatto loro perdere la giusta via (mica sarà colpa loro, povere creature…e non sto facendo dello spirito!), non vengono cercate per farle rientrare nel gregge ma,

trovate, vengono maltrattate dal Pastore a prescindere, senza se e senza ma (come si dice dalle vostre parti) senza avere conforto per essersi smarrite e quindi motivazioni per tornare …a casa, per ritrovarsi, ma ricevono solo rimprovi perché hanno perso la strada, per colpa loro, assolutamente mai per colpa del custode del Gregge…. Aimè caro Gesù nel nostro peregrinare 20 secoli fa non avevamo da mangiare, avevamo un solo vestito, nessuno ci baciava la mano o l`anello e sbarcavamo il lunario cibandoci delle nostre Idee e dei nostri Ideali: il nostro attuale delegato Laggiù, invece, si sposta con le guardie svizzere (poverine!) e la Papamobile, si fa baciare l`anello dai pochi “fedeli” rimasti, veste escluisivamente Prada e mangia solo nouvelle Cuisine! Che Nostro Padre lo perdoni: che nostro Padre indichi la giusta Via alla Verità (quella Sua/nostra) al nostro Popolo! Con tanta tristezza nel Cuore!

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CINEMA

di Armando Rotondi

Cinema svizzero Ecco i migliori film. Nella nomination per il lungometraggio nessuno della Svizzera Italiana In attesa di sapere il nome dei vincitori nelle rispettive categorie, alle Giornate del Cinema di Soletta, il principale evento cinematografico svizzero dopo Locarno, sono stati rese note le nominations per il Premio Quartz, affidate quest'anno ad una commissione dell'Ufficio Federale della Cultura, composta dai membri della neonata Accademia del Cinema Elvetico (è stata fondata nel maggio 2008). Il Quartz è il premio ufficiale del cinema svizzero, al pari dei David e dei Nastri d'Argento in Italia o dei César in Francia, e da quest'anno cambia radicalmente. Per la prima volta infatti la celebrazione del cinema elvetico con l'assegnazione dei riconoscimenti non è stata fatta durante la kermesse di Soletta, ma verrà fatta sempre in grande stile, durante una vera e propria serata di gala che si terrà il prossimo 7 marzo a Lucerna, al Centro Culturale e Congressuale. Una serata con tappeto rosso a terra, quindi, in puro stile hollywoodiano, presentata da Susanne Kunz, con 1300 invitati, tutti esponenti del mondo della cultura e l'Orchestra Sinfonica di Lucerna, diretta da Matthias Bamert, che sarà vera e propria colonna sonora della serata. Questo anche perché da quest'anno alle solite otto categorie (film, documentario, cortometraggio, film di animazione, interprete maschile, femminili e emergente, sceneggiatura) si aggiunge quella di miglior musica per film, oltre che il Premio Speciale della Giuria. Ecco quindi i candidati nella categoria più ambita, quella della miglior pellicola di lungometraggio: il primo e il favorito, con ben quattro nomination (film, interpretazione maschile, sceneggiatura e musica), è Happy Nex Year di Cristoph Schaub. Ci troviamo a Zurigo, come ci fa intuire il titolo, durante la notte di San Silvestro. Nove anime fanno un bilancio di fine anno e con questo anche delle loro esistenze, trovando (o semplicemente cercando) un modo nuovo per affrontare la propria vita. Tandoori Love di Olivier Paulus lo si potrebbe definire, in maniera positiva ovviamente, un film bollywoodiano made in Svizzera: la protagonista Sonja lavora come cameriera nel ristorane

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“Zum Hirschen” nel Berner Oberland, con il suo fidanzato Markus, anche padrone del locale. Rajah è il cuoco dello staff del film bollywoodiano Diva Priya (Bollywood è una contrazione tra Bombay e Hollywood ed indica i tipici film indiani) che si sta girando in quelle stesse zone. Rajah e Sonja si incontrano in un super mercato, e l'uomo si innamora perdutamente. Decide quindi di farsi assumere al “Zum Hirschen” e di conquistare la ragazza con la sua cucina. Già molti festival fra i più prestigiosi al mondo (Mar del Plata, Tokyo, Montreal) e nominato al César per quest'anno, Home di Ursula Meier, un passato da documentarista al suo primo film di finzione, candidato anche per la migliore sceneggiatura e per l'interprete emergente (Kacey Mottet Klein): una storia semplice con Isabelle Huppert e Olivier Gourmet protagonisti di questa vicenda familiare che si svolge ai bordi di un’autostrada, in un paesaggio calmo e austero. Du bruit dans la tête del ginevrino Vincent Pluss racconta di Laura, donna vicina ai 30 anni e sofferente per la fine della sua relazione. Isolata al lavoro, passa un periodo di malinconia e confusione. Incontra Simon, un ragazzo che vende giornali per strada. I due vanno a bere qualcosa insieme, poi lei lo porta casa e lo fa rimanere per ben più di una notte. I due si aiutano a vicenda, a sconfiggere la depressione lei e a acquisire una vita normale lui. Ma tutto ciò è solo l'inizio delle loro vicissitudini, perché la ricomparsa di un uomo nella vita di Simon cambierà tutto. Il film è candidato anche per l'attrice Celine Bolomey. Ultimo nominato come miglior lungometraggio è Un autre homme di Lionel Baier, responsabile del Dipartimento di Cinema dell'ECAL, ed anche in questo caso vi è una candidatura per l'interpretazione femminile di Natacha Koutchoumov: François vive con la sua compagna Christine nella Vallé de Joux. Non è giornalista né critico cinematografico, ma per vivere scrive per un quotidiano locale recensioni di film proiettati nell'unico cinema della zona. Le sue non

sono recensioni originali, ma le copia da una rivista francese. François è solo un appassionato della settima arte. Si fa accreditare alle proiezioni per la stampa che si tengono a Losanna e lì conosce la critica cinematografica Rosa, che scrive per la prestigiosa rivista 'L'Époque'. Inizia una relazione fisica, basata, in fondo, per la comune passione per il cinema. L'inganno di François non può, tuttavia, durare a lungo. Queste quindi le nominations per il lungometraggio, ed è un peccato vedere che non vi sia nessun film proveniente dalla Svizzera italiana. Manca ad esempio Francesco Jost con il suo Segreti e sorelle, coprodotto da Ventura Filme e dalla RTSI (ricordiamo che l'anno scorso il premio del pubblico era andato a Fuori dalle corde di Fulvio Bernasconi). Interpretato da Anita Kavos e da Karolian Dafne Porcari è la storia di Emilia e Paola, due sorelle che non si vedono da tempo e i cui dissapori riemergeranno durante un incontro per vendere la casa materna. C'è modo di rifarsi con Danilo Catti e Giù le mani, candidato nella sezione documentario (categoria prestigiosa vista la grande tradizione elvetica di documentaristi): il 7 marzo 2008, la direzione delle Ferrovie Federali Svizzere (FFS) annuncia di voler privatizzare la manutenzione dei vagoni e dislocare quella delle locomotive. Circa 430 operai delle Officine Cargo di Bellinzona entrano immediatamente in sciopero. La manifestazione travalica i limiti della fabbrica e investe tutta la regione. Per trenta giorni si sviluppa, così, un braccio di ferro tra scioperanti e direzione delle FFS con l'intervento del ministro dei trasporti in persona. La FFS ritira il piano di ristrutturazione e a garantisce il mantenimento dell’officina fino al 2012. Finisce così l'agitazione nel breve periodo, ma non l'attività sindacale a lavoro in vista del fatidico 2012. Catti se la dovrà vedere con La Forteresse di Fernand Melgar, The Beast Within di Yves Scagliola, Au loin des villages di Olivier Zuchuat e No More Smoke Signals di Fanny Bräuning. Gli auguriamo un grande in bocca al lupo.

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Cineturismo: Agenda Trieste

Sguardi Altrove Film Festival 6 – 15 marzo 2009. Milano. Spazio Oberdan www.sguardialtrive.org La manifestazione ha come scopo principale la riflessione sui temi legati al mondo femminile (in una prospettiva di confronto con l'universo maschile), calati in un contesto culturale, politico e sociale a livello internazionale e si propone anche come luogo di dialogo interculturale e confronto critico con cinematografie "altre". Sguardi Altrove rivolge da sempre la sua particolare attenzione nei confronti di cinematografie provenienti da Paesi e culture differenti, promuovendo, in particolare, la circolazione di quelle opere che sebbene di buon livello trovano difficoltà a entrare nei circuiti commerciali.

Scena tratta dal film Diplomatic Courier

Tra i tantissimi film di spionaggio realizzati durante la Guerra Fredda, uno in particolare trova il suo set ideale in Trieste. Si tratta di Diplomatic Courier (Corriere diplomatico, 1952) del grande regista, forse sottovalutato, Henry Hathaway, tratto da un romanzo di Peter Cheyney. La pellicola, una delle migliori del suo genere, cattura il fascino di Trieste e il suo carattere particolare. Tyron Power è Mike Kelles, un agente segreto americano che deve avere in consegna un importante documento dal collega Sam. Si incontrano sul treno fra Salisburgo e Trieste e si scambiamo la preziosa valigetta con il dossier. Sam viene, tuttavia, ucciso durante il viaggio e Mike scopre che la valigetta è in realtà vuota. Arrivato a Trieste Mike conosce Janine, la fidanzata di Sam, e incontra la bella Joan, che aveva già visto nel treno. Per questa intricata vicenda di intrighi e doppiogiochisti, Hathaway sfrutta al meglio le possibilità della città, girando, fra le altre cose nelle vere locations e non solo in studio: Trieste è essa stessa una città di intrighi, adattissima alle storie di spionaggio. Ed ecco che il regista ce la mostra in tutta la sua vivacità e in tutto il suo carattere internazionale, non ancora città italiana, ma Territorio Libero, occupato dagli Alleati, punto di incontro e di passaggio di cittadini delle più svariate nazionalità e covo di spie americane e sovietiche, a cavallo tra mondo occidentale e al di là della cortina di ferro. E in questo senso importante è l'inizio del film in treno. Grazie al treno, Trieste rappresenta proprio il punto di passaggio, di incontro tra le due Europe. Così, ad esempio, anche se non lo vediamo, ma lo sappiamo, il treno di Murder on the Orient Express (Assassinio sull'Orient Express, 1974) di Sydney Lumet riprende il suo viaggio, dopo che il detective Hercule Poirot ha svelato il mistero. Ed anche il quel caso la fermata successiva è proprio la stazione di Trieste, vero e proprio crocevia di Europa, anche cinematografico, avvicinandosi così alla Berlino di The spy who came in form the cold (La spia che venne dal freddo, 1962) di Martin Ritt da capolavoro di John LeCarré, con Richard Burton, e alla Vienna del mitico The third man (Il terzo uomo, 1949) di Carol Reed con Orson Welles, Joseph Cotten, Trevor Howard e la bellissima Alida Valli. Per chi volesse approfondire si rimanda al libro di Carlo Ventura Trieste nel cinema.

Festival Internazionale Giovani e Cinema Youngabout 9 – 14 marzo 2009. Bologna. Sedi varie. www.youngabout.com Young About: un Festival dedicato ai giovani, per riscoprire la magia del film visto nella sala un momento di incontro per vedere un film insieme e provare il piacere di scambiarsi delle opinioni di appassionarsi a nuovi linguaggi di fare altre proposte per nuove iniziative un laboratorio permanente aperto e accogliente. 19° Festival del Cinema Africano, d'Asia e America Latina 23– 29 marzo 2009. Milano. Sedi varie. www.festivalcinemaafricano.org Un appuntamento ormai storico per gli appassionati del cinema del sud del mondo, l’unico festival in Italia interamente dedicato alla conoscenza della cinematografia, delle realtà e delle culture dei paesi dell’Africa, dell’Asia e dell’America Latina. Oltre 50 nazioni rappresentate, circa 80 tra film e video proiettati. 22° London Lesbian & Gay Film Festival 25 marzo – 8 aprile 2009. Londra. Regno Unito. Sedi varie. www.bfi.org.uk/llgff/ Anche quest'anno si rinnova a Londra l'appuntamento con uno dei più importanti festival di New Queer Cinema, organizzato dal British Film Institute. 10° Festival del Cinema Europeo 31 marzo – 5 aprile 2009. Lecce. Cinema Santalucia e altre sedi. www.festivaldelcinemaeuropeo.it Quest’anno il Festival del Cinema Europeo raggiunge l’importante traguardo dei 10 anni di attività. In dieci anni il Festival salentino, riconosciuto dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali come manifestazione d’interesse nazionale, è riuscito a imporsi nel panorama italiano come tra i più importanti appuntamenti con il cinema europeo.

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CORSI DI LINGUA E CULTURA ITALIANA Servizio garantito solo sino alla fine di giugno 2009 ? In quel frangente storico-propedeutico del terzo millennio, mentre nel nostro continente inizia a delinearsi tangibilmente una fase di crescente europeizzazione, innescando così un’irreversibile dinamica evolutiva, che recentemente ha reso possibile la trasparenza dei confini nazionali, una costante omogeneizzazione istituzionale, l’introduzione di una valuta unica ed una consistente coesione giuridica che attualmente consente a tutti i cittadini degli stati membri una mobilità anagrafica e professionale, in Italia è tuttora vigente la legge nr.153 del tre Marzo 1971, che prevede "iniziative di assistenza scolastica e di formazione e di perfezionamento professionale da attuare all’estero a favore dei lavoratori italiani e i loro congiunti". Lo spirito culturale e pedagogico della normativa 153/71 è condizionato da una concezione di politica migratoria in auge nel periodo immediatamente successivo alla seconda guerra mondiale, che ispirandosi al principio cristiano di assistenzialismo caritativo, conformemente alla situazione economica sociale del momento in Italia, venne opportunamente coniata e ed attuata dal democristiano Alcide Degasperi; che solitamente rivolgendosi all’indirizzo dei miseri connazionali (senza lavoro) diceva pubblicamente "imparate le lingue straniere ed andate a lavorare altrove".

non per virtù di volontariato o assistenzialismo amatoriale. Al termine di tale introduzione ha preso la parola il direttore Guglielmo Bozzolini, che criticando l’arroganza e l’irresponsabilità ministeriale e politica per il taglio dei finanziamenti delle istituzioni italiane scolastiche all’estero nella misura del 42%, come da Finanziaria 2009, da parte del governo Berlusconi, definisce la situazione scolastica all’estero un caso di scandalosa estrema emergenza destinata ad aggravarsi nel prossimo anno scolastico con ulteriori tagli e propone una reiterazione dei "rapporti di protagonismo degli Enti Sociali" per poter lenire parzialmente la gravità della situazione. L’onorevole Gianni Farina ha concluso la fase introduttiva riferendosi al trattato "Europeo di Lisbona" che sancisce il principio di diritto – dovere dell’insegnamento della lingua di provenienza nel territorio della comunità Europea Il relatore evidenzia l’importanza di un’educazione interculturale delle nuove generazioni Europee che sensibilizza i giovani al rispetto della diversità culturale religiosa e nazionale.

A seguito della parte introduttiva tutti i rimanenti relatori si sono avvicendati in una densa carrellata di interventi, per poi offrire all’ingente pubblico interessato di partecipare al dibattito assembleare, nel corso del quale si sono attraversati momenti di infuocata immedesimazione, sfociando in un universale consenso di aspra critica nei confronti dei responsabili politici, istituzionali e amministrativi, il cui disinteressamento, arroganza, indolenza, incompetenza e mediocrità professionale hanno causato un deterioramento della situazione di caotica Hanno aderito al dibattito numerosi relatori appartenenti emergenza nell’intera panoramica scolastica. ai piû svariati ambiti istituzionali, sindacali, amministrativi e politici, tra cui vanno annoverati Franco Mari CGIL-- Quasi all’unisono, l’assemblea ha proposto contestazioni scuola , Roger Nesti coordinatore Enti gestori, Fiammetta di accanita protesta ad oltranza all’indirizzo di tutti i Jahreiss, presidente consiglio comunale di Zurigo, Paolo responsabili e cosi richiamare l’attenzione dell’opinione Da Costa Presidente COMITES Zurigo, Michele Schiavo- pubblica sullo stato di calamità in cui versa la situazione ne CGIE e Leonardo Zanier dell EUNETZ. scolastica all’estero. Nella responsabile consapevolezza dell’inopportunità storica della normativa scolastica, divenuta ormai obsoleta, ed inefficiente, in quanto totalmente svuotata col tempo di significato e contenuti, la fondazione ECAP di Zurigo ha organizzato un incontro-dibattito pubblico dal titolo "Quale futuro per i corsi di lingua e cultura italiana", che ha avuto luogo il 20 febbraio 2009 presso la sede UNIA di Zurigo.

Il responsabile coordinatore della manifestazione Marco Minoletti, fondazione ECAP, dopo aver rivolto un cordiale benvenuto di rito al pubblico, in una breve considerazione analitica ha sinteticamente focalizzato, in maniera incisiva, il "nuce" della tematica dell’incontro sottolineando che il diritto all’alfabetizzazione linguistica italofona é garantito dalla Costituzione la cui applicazione va monitorata da una gestione di competenza pubblica e

Una corale richiesta e stata avanzata per una radicale riforma normativa pedagogicamente e curricolarmente più adeguata alla storicità culturale di una civiltà globalmente informatizzata per consentire alle giovani generazioni unalfabetizzazione culturale e professionale più consona ai tempi. di Umberto Fantauzzo

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EVENTI

la Redazione

C.A.VE.S. Convegno Nazionale "Il voto all'estero anche a livello regionale" In concomitanza con il 30mo della sua fondazione, ha avuto luogo, sabato, 21 febbraio 2009, il Convegno Nazionale della C.A.VE.S. (Confederazione delle associazioni venete in Svizzera). La sala conferenze dell’hotel Spirgarten di Zurigo ha ospitato numerosissimi delegati delle 38 associazioni venete operanti in tutta la Confederazione elvetica. Erano presenti in sala i rappresentanti della collettività italiana, tra cui il Console aggiunto, Maurizio Busanelli, il Presidente del Comites di Zurigo, Paolo Da Costa, Dino Nardi, Presidente UIM Europa e Mariano Franzin, Presidente Ital-Uil Svizzera. Luciano Alban, Vice-presidente della C.A.VE.S., ha dato inizio ai lavori dopo aver scusato Emirano Colombo, Presidente della Confederazione, assente per motivi familiari ed i parlamentari eletti all’estero che, per altri impegni, non hanno potuto presenziare al Convegno. “Il voto all’estero anche a livello regionale” è stato il tema di fondo trattato durante il pomeriggio, tema che è stato sviluppato dal Professor Luigi Petrillo, docente all’università di Roma, esperto in sistemi elettorali.

Molteplici e d’attualità gli altri argomenti trattati nel corso dei lavori ed interessanti le domande formulate dai partecipante al Convegno. Eccellente moderatore, Sandro Cattarin, Professore di sociologia all’università di Ginevra che ha saputo, con la sua competenza, riassumere concretamente i punti più importanti trattati nel corso della giornata ed ha sottolineato le difficoltà, per i veneti all’estero, di essere riconosciuti come modello. Atteso l’intervento dell’Assessore per i veneti nel mondo, architetto Oscar De Bona, che ha riconfermato la sua disponibilità e il suo pieno appoggio per trovare le giuste soluzioni ai diversi problemi ancora irrisolti. Prezioso il contributo del Vice-presidente della C.A.VE.S., Saverio Sanvido e quello del Consultore Luciano Lodi. La serata è proseguita con i festeggiamenti del Giubileo. Alcuni brani sono stata eseguiti dal Coro degli alpini di Zurigo e, per mantenere vivo il ricordo del passato, con uno sguardo al contemporaneo, si sono esibiti i Cantalora.

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POLITICA

Corsi di lingua e cultura italiana Quale destino ? L'intervento dell'onorevole Gianni Farina all'incontro di Zurigo Venerdì scorso, 20 febbraio, si è svolta a Zurigo un’affollatissima conferenza sul futuro dei corsi di lingua e cultura italiana nel mondo, alla quale Gianni Farina (Pd) ha partecipato in qualità di relatore, insieme al Direttore della Fondazione ECAP-CGIL in Svizzera, Guglielmo Bozzolini. Entrambi hanno ricordato come il drastico taglio del 40% sul capitolo 3153, contenuto nella Legge Finanziaria 2009 deciso dal Governo Berlusconi, metta a repentaglio nell’immediato la continuazione dei Corsi di lingua e cultura italiana e in futuro anche quella delle scuole italiane all’estero. Nel suo intervento, oltre a sottolineare le straordinarie potenzialità della lingua italiana nel mondo, l’onorevole Farina ha collocato in un quadro politico le varie fasi che hanno contraddistinto i Corsi di lingua e cultura italiana negli ultimi 15 anni. Di seguito il testo integrale dell’intervento. "Il futuro per i Corsi di Lingua e Cultura Italiana nel Mondo. Quali iniziative e quali proposte dalla comunità italiana" "Il destino della Lingua e della Cultura Italiana sarà sempre più affidato alla politica estera dell’Italia, alle relazioni internazionali, ai commerci mondiali e al turismo. Sarà affidato alla capacità dell’Italia di sapere cogliere nei trattati internazionali, come quello di Lisbona

, principi e normative tese allo sviluppo delle culture degli Stati nel rispetto delle loro diversità nazionali e regionali, evidenziando nel contempo il retaggio culturale comune (art. 151, Trattato di Lisbona, capitolo Cultura)". Nel trattato c’è un riferimento esplicito anche alle lingue: "L’azione dell’Unione europea è intesa a sviluppare la dimensione europea dell’istruzione, segnatamente con l’apprendimento e la diffusione delle lingue degli Stati

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membri; favorire la mobilità degli studenti e degli insegnanti, promuovendo tra l’altro il riconoscimento accademico dei diploma e dei periodi di studio". Il tema della lingua è sottolineato inoltre nell’articolo 22 della Carta dei Diritti Fondamentali dell’Unione Europea, sancita dal Parlamento europeo, Consiglio Europeo e Commissione Europea: "L’Unione europea rispetta la diversità culturale, religiosa e linguistica". Ho voluto iniziare questo mio intervento con un riferimento esplicito all’Unione europea per tre motivi: l’Italia è un Paese dell’Unione europea; la Svizzera ha reso più forte e convinto il suo rapporto con l’Unione europea dopo il voto popolare di grande impatto politico e culturale di qualche settimana fa; a Giugno andremo a rinnovare il Parlamento europeo. Un’occasione che noi italiani in Europa non dobbiamo lasciarci sfuggire e porci come grandi protagonisti del processo di integrazione europea. La prima riflessione che pongo all’attenzione di un pubblico dalla lunga ed estesa esperienza nel campo che affrontiamo oggi in questo nostro convegno: quali rapporti con la politica In futuro, quando si parlerà della lingua e della cultura italiana nel mondo, si farà sempre meno riferimento ai corsi di lingua e cultura italiana all'estero?

europea? E con le delegazioni parlamentari, le commissioni tematiche, un Parlamento, l’europeo, chiamato a difendere il patrimonio plurale delle lingue e delle culture europee? Che collegamenti e di quale natura tra gli eletti nel Parlamento repubblicano e la democrazia parlamentare europea? E senza dimenticare il ruolo che potrebbero assumere gli organismi democratici della nostra collettività nella costruzione delle sinergie per dare un senso al nostro impegno a difesa del pluralismo. Penso a Bruxelles, naturalmente, a tutte le realtà di estrazione e cultura italofone con cui potremmo e dovremmo compiere dei percorsi comuni. Questa premessa ci aiuta a disegnare il quadro politico nel quale dobbiamo collocare i Corsi di Lingua e Cultura Italiana all’estero. Ecco allora la domanda? Il futuro dei Corsi di lingua e cultura italiana ha un destino diverso dal futuro della lingua e della cultura italiana. In futuro, quando si parlerà della lingua e della cultura italiana nel mondo, si farà sempre meno riferimento ai corsi di lingua e cultura italiana all’estero? Intendo quei Corsi come li abbiamo conosciuti noi e vissuti da almeno due generazioni di cittadini italiani all’estero. Come sapete è la Direzione Generale per gli Italiani all'estero e le Politiche Migratorie ad occuparsi della promozione linguistico-culturale a favore della collettività italiana all'estero, che viene svolta principalmente tramite i corsi di lingua e cultura italiana previsti dal decreto legislativo n. 297/1994, art. 636 (ex legge 153/1971) e dalla Circolare n. 13 del 7 agosto 2003, destinata alle rappresentanze consolari che definiva politiche d’intervento, adempimenti e scadenzario: l’elaborazione del Piano Paese, gli adempimenti per gli Uffici consolari, le indicazioni per i soggetti promotori della diffusione della lingua e della cultura italiana, l’avvio della certificazione. Per l’attuazione dei corsi di lingua e cultura italiane sono impiegati soprattutto dei docenti locali non di ruolo assunti direttamente, sulla base della normativa locale, da enti gestori (circa 260) e dal personale di ruolo inviato dall’Italia. Gli allievi interessati alle attività dei corsi sono circa 647.444 in tutto il mondo. La vigilanza ed il controllo dei corsi sono assicurati dal Consolato Italiano territorialmente competente, presso il quale sono istituiti Uffici scolastici dove opera personale scolastico di ruolo dirigente, amministrativo e docente. Oltre ai Corsi, concorrono alla diffusione della lingua e

della cultura italiana oltre 250 istituzioni scolastiche italiane disseminate in tutto il mondo. Che si differenziano per la loro natura giuridica: statali, paritarie, private legalmente riconosciute, private con presa d’atto. Poi abbiamo le Sezioni italiane presso le Scuole locali. Diffusamente distribuite in tutti i Paesi, con una prevalenza in Francia (solo Parigi ne conta tre, Strasburgo 2, altre a Grenoble, Lione, Marsiglia e Nizza) e in Germania (Colonia 2, Ambrugo 2, Berlino 2, Francoforte e così via) che ne conta 18. E le troviamo anche nei Paesi che si sono ora affacciate in Europa: Repubblica Ceca, Slovacchia, Ungheria, Serbia, dove sono stato in qualità di ossevatore dell’Osce. In Svizzera, figura nella lista del Ministero degli Affari Esteri solo il Liceo Artistico ItaloSvizzero di Zurigo "Freudehberg". Abbiamo quelle statali, 6 in Africa (Etiopia e Eritrea) e 15 in Europa (6 in Spagna tra elementari, medie e superiori, 3 in Francia, 3 in Grecia e 1 in Svizzera – Zurigo, la Scuola Elementare Statale Casa d’Italia). E, infine, le Scuole Europee, che sono istituzioni intergovernative funzionanti nell’Unione Europea organizzate con sezioni linguistiche. Esse dipendono tutte dalla Rappresentanza Permanente dell’Italia Presso l’Unione Europea. Sono 3 in Belgio, 3 in Germania, 1 Italia, 1 in Gran Bretagna, 2 in Lussemburgo, 1 nei Paesi Bassi. Complessivamente queste scuole italiane sono frequentate da circa 50 mila allievi. E vi operano 1.100 docenti, metà (456) di ruolo, e gli altri assunti localmente o supplenti. Più i 114 docenti di ruolo nelle Scuole Europee. Il MAE promuove la stipula di convenzioni tra i Consolati italiani e le Autorità scolastiche locali, per regolare l'inserimento dell'insegnamento della lingua italiana nei sistemi scolastici locali e favorirne il riconoscimento del valore curricolare. A tal fine la parte italiana contribuisce con la formazione dei docenti locali e con la fornitura di materiale didattico. I Paesi che hanno manifestato maggiore interesse a tali convenzioni sono soprattutto Argentina, Australia, Brasile, Canada, USA. In Australia è stato raggiunto un livello molto soddisfacente, poiché gli enti gestori sono Per l'attuazione dei corsi di lingua e cultura italiana sono impiegati soprattutto docenti non di ruolo assunti direttamente dagli enti gestori

stati capaci di coinvolgere le istituzioni autraliane nella compartecipazione finanziaria. Queste convenzioni che coinvolgono più direttamente le autorità scolastiche locali garantiscono maggiormente l'inserimento dell'insegnamento della lingua italiana nel sistema scolastico locale con conseguente ampliamento dell'utenza. Complessivamente, pur con qualche indicatore poco positivo, riteniamo molto avanzato il processo di integrazione dei corsi nelle istituzioni scolastiche locali. Mi sento di affermare che essi hanno raggiunto livelli di eccellenza. Partendo dal decreto Andreatta del 1994, che portò nuovi soggetti ad occuparsi della diffusione della lingua italiana nel mondo, voglio ricordare, l’iniziativa avviata dal Vice ministro Franco Danieli, nel breve periodo di vita del Governo Prodi. Avviò una fase di ascolto e di approndomento sulla riforma dei corsi di lingua e cultura, alla quale furono chiamati a partecipare le forze sociali, politiche, associative e i soggetti attivi nel settore della promozione e della diffusione della lingua e della cultura italiana all’estero. Poi, purtroppo, con l’interruzione della legislatura, non se ne fece nulla. Nella scorsa legislatura e in quella attuale, sono state presentate varie proposte di riforma della 153. Voglio

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ricordare, oltre alla mia e di alcuni altri colleghi, quella di Valentina Aprea (responsabile scuola del PDL e presidente della Commissione Istruzione della Camera,. I sindacati, in una presa di posizione unitaria, nell’estate del 2007, proprio nell’incontro con il Vice Ministro Franco Danieli, tenutosi alla Farnesina, sostennero la necessità di una riforma organica, che investisse l’intera politica scolastica e culturale all’estero, e pur riconoscendo il ruolo positivo svolto dagli enti, sottolinearono l’importanza dell’intervento dello Stato, fino a formulare la proposta dell’assunzione in loco non più da parte degli enti gestori, ma da parte degli Uffici scuola dei Consolati (trasformati in Uffici Scolastici italiani per l'estero), sulla base di regole chiare e trasparenti. Con il senno di poi, se in quel breve tempo del Governo Prodi, contemporaneamente alla ricognizione avviata dal Vice Ministro Danieli, avessimo optato per una legge che sanciva il livello dei finanziamenti per i corsi di lingua e cultura, oggi probabilmente non saremmo in questa situazione. Il Governo attuale avrebbe dovuto cambiare la legge e non apportare tagli finanziari che, se non saranno modificati nelle prossime leggi di Bilancio, rischiano di distruggere i corsi di lingua e cultura italiana e vanificare È necessaria la stipula di accordi al fine di potenziare la collaborazione con le autorità politiche e scolastiche locali

35 anni di lavoro e di investimenti. Se avessimo incoraggiato e chiesto un seria politica ispettiva in grado di definire giudizi di merito sulla qualità dei corsi, sul rispetto delle norme che regolano il funzionamento degli enti, oggi non saremmo in un vicolo cieco, immiseriti dentro una disordinata azione protestataria, priva di proposte sen non quella del ripristino puro e semplice dei finanziamenti previsti nel passato decennio o, ancor peggio, alla ricerca del protettore che ne assicuri la singola sopravvivenza. È compito di tutti, io penso, evitare l’inizio di una lotta tra i poveri. Ricercare le ragioni che uniscono, l’unità indispensabile per affrontare un periodo che si annuncia alquanto difficile . Ho letto che dal recente convegno Uil di Stoccarda al quale, se invitato, avrei voluto portare qualche mia modesta riflessione, è emersa la convinzione che una "eventuale" riforma deve muoversi nella direzione di un provvedimento legislativo organico, che preveda un efficace coordinamento tra i diversi soggetti coinvolti, attraverso l’istituzione di una Agenzia, o Dipartimento, "una vera e propria cabina di regia" della diffusione della lingua e della cultura italiana, che colleghi, all’interno della Conferenza Stato-Regioni, gli interventi dei ministeri degli Esteri, dell’Istruzione, del Lavoro e delle Politiche Sociali, evitando la dispersione delle risorse attraverso interventi settoriali che spesso rischiano di sovrapporsi. D’accordo e senza riserve. È anche l’essenza della mia proposta di legge che ho ripresentato in Parlamento nel luglio scorso, all’inizio della XVI Legislatura. Nell’articolo 1, della legge in oggetto si prevede l’istituzione presso il Ministero degli Affari Esteri, con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, entro sei mesi dalla data di entrata in vigore della presente legge, l'Agenzia per la promozione della lingua e della cultura italiane all'estero, di seguito denominata «Agenzia», composta da rappresentanti del Ministero dell’istruzione, del Ministero dell'università e della ricerca, del Ministero degli affari esteri, del Ministero per i beni e le attività culturali e del Ministero del lavoro, nonchè da un dirigente scolastico e da almeno due docenti per ogni

grado di istruzione, che abbiano prestato effettivo servizio di ruolo nelle istituzioni scolastiche italiane all'estero per non meno di un settennio. E in seguito le funzioni. La mia proposta di legge si prefigge, sotto il profilo strutturale, un necessario processo di trasformazione delle nostre istituzioni scolastiche nella direzione del bilinguismo e del biculturalismo. Ciò comporta un notevole sforzo in termini di progettualità, di impegno didattico e di capacità di avviare e gestire l'indispensabile collaborazione con le autorità scolastiche locali. In tale ottica, è necessaria la stipula di accordi al fine di potenziare i rapporti di collaborazione con le autorità politiche e scolastiche locali, con l'obiettivo di garantire l'insegnamento della lingua e della cultura italiane già dalla scuola dell'infanzia fino al completamento dell'obbligo scolastico locale. La discussione sul futuro della scuola e delle istituzioni scolastiche all’estero ha avuto dal 2003 un’intensificazione. Nel Consiglio Generale degli Italiani all’Estero ce ne occupammo ripetutamente. Ricordo che anche alla Casa d’Italia di Zurigo, il 21 giugno dello stesso anno (2003), si tenne una giornata di Studio con i Comites e gli Enti Gestori. Poi l’iniziativa di Danieli, di cui sopra. Da allora sono state presentate in Parlamento anche alcune riforme di legge da vari parlamentari. Senza alcun successo. Perchè finora nessuno è riuscito a fare una nuova legge? Noi dobbiamo riflettere su questo. Ci sono responsabilità dei Governi, del Parlamento, ma anche dei tanti soggetti che operano nel campo della scuola, che spesso si dividono tra chi rivendica la centralità dell’intervento statale e chi spinge alla privatizzazione, tout court. Occorre liberarsi da questa morsa, perchè noi, noi tutti, dobbiamo pensare alla formazione linguistica, culturale e professionale dei nostri ragazzi. Dobbiamo pensare di costruire a livello europeo, modelli scolastici di integrazione e di scambi interculturali. E i soggetti che operano nel campo della formazione e della cultura, sia essi privati, fondazioni, enti, dovranno L'italiano potrà vivere una nuova stagione diventando, in Italia e in Europa, oltre che lingua del cuore e della cultura, anche lingua del lavoro

muoversi nell’ambito di un quadro di regole e di normative chiare per tutti. Considerando, naturalmente le varie e articolate realtà continentali. Un raccordo va costruito con le Regioni italiane, che il 20 gennaio scorso hanno costituito il coordinamento delle Regioni per gli italiani all’estero, si tratta di un coordinamento degli assessori e dei presidenti delle Commissioni regionali per gli italiani all’estero. Il coordinamento si dovrà occupare anche di definire misure unitarie e progetti per le attività culturali e formative. Proprio il 18 febbraio, si è tenuta a Roma una riunione per discutere le iniziative per promuovere l’insegnamento della lingua italiana all’estero. L’italiano è una lingua che, con il contributo di noi italiani, ha reso molti Paesi dell’Europa più mediterranei, più attenti alla bellezza, al gusto, alla raffinatezza. L’italiano potrà vivere una nuova stagione: spesso si sente dire o auspicare affinchè l’italiano resti lingua del cuore e della cultura. No, l’italiano deve essere anche una lingua del lavoro. In Italia e in Europa. Nel passato possiamo ricercare tante esperienze positive, per costruire con più possibilità di successo l’oggi e il domani. Con il contributo di voi tutti, care e cari connazionali".

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I vini di Massa al Dorchester di Londra: un successo! Un'affollatissimo Dorchester Hotel ha visto la presentazione londinese, nell'esclusivo quartiere di Park Lane, dell'VIII Selezione dei Vini di Toscana voluta dall'Istituto per il Commercio Estero e da Toscana Promozione, l'Agenzia regionale che si occupa della promozione internazionale delle eccellenze alimentari e culinarie ma pi첫 in generale dell'economia toscana. Oltre settanta i produttori che hanno trovato posto nell'elegante ''Ball Room'' e nelle sale adiacenti; tra questi erano presenti anche tre aziende della Provincia di MassaCarrara, considerate oramai le punte di diamante del panorama enologico del Candia e dei Colli di Luni, le due doc locali: Vertici & Orizzonti, Roberto Castagnini e Bertazzoli. La prima, che ha sede a Carrara ed ha superfici vitate per 5 ettari complessivi, ha messo in degustazione, tra gli altri, un interessantissimo vermentino rosa e ''Linero'', il suo vermentino Colli di Luni doc. Castagnini,

che con il suo Candia dei Colli Apuani doc aveva ottenuto il prestigioso riconoscimento di vincitore del Diploma di Merito di Toscana Promozione, ha proposto anche il proprio Candia dei Colli Apuani doc 2007 in versione secca, passato per ben sei mesi in barrique e ''Apuo'', il suo rosso Toscana igt. Bertazzoli, per la quale erano presenti Roberto Bertuccelli, figlio del proprietario dell'azienda e Federico Galimberti di San Giorgio, che si occupa della comunicazione e delle relazioni pubbliche, ha fatto degustare una verticale di ''Fucchia'' ed una di ''rossocybeo'', nelle annate 2005, 2006 e 2007, vini rigorosamente elaborati in acciaio: l'azienda infatti si fa un punto d'onore nel non usare il legno. Proprio allo stand di Bertazzoli in tarda mattinata sono giunti il Direttore della sede londinese dell'Istituto per il Commercio Estero, Fabrizio Di Clemente, accompagnato dal Primo Consigliere presso l'Ambasciata inglese, Stefano Stefanile.

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Il diplomatico si è intrattenuto a chiacchierare a lungo allo stand: e l'argomento dell'amichevole conversazione è stata la cena di beneficenza che ospiterà un centinaio di persone al Brown's, il ristorante di proprietà di Sir Rocco Forte a Mayfair, la zona più esclusiva della capitale inglese, il prossimo 15 maggio e che vedrà tra gli invitati il fior fiore dell'aristocrazia e dell'imprenditoria italiana e britannica: basti pensare che tra gli ospiti ci sarà anche il Principe Carlo d'Inghilterra con la consorte Camilla, Duchessa di Cornovaglia. Il charity, come viene chiamato oltre Manica, raccoglierà fondi per il restauro della tomba di Ugo Foscolo, che si trova nella periferia di Londra e dove il Foscolo ha riposato prima di essere traslato nella Chiesa di Santa Croce a Firenze. Durante la serata, voluta dalla Marchesa Francesca Centurione Scotto, verranno degustati i vini

prodotti da Bertazzoli che accompagneranno i cibi realizzati secondo le ricette ottocentesche di Don Paolo Borghese, Principe di Sulmona. Bertazzoli la prossima settimana inizierà i lavori nella propria vigna di Fucchia per l'installazione della prima monorotaia in Toscana: l'entusiasmo è alle stelle, e per il successo di pubblico a Londra, assolutamente inaspettato, e proprio per la monorotaia. Per l'azienda di Massa, che produce meno di 10.000 bottiglie l'anno, la presenza al Dorchester è stata immagine più che business. La cremagliera, la prima installata in Toscana e realizzata con un contributo della Regione Toscana, permetterà di dare anche un incentivo turistico ad una zona, quella delle Colline del Candia, che come dimostra la manifestazione londinese si sta qualificando come la novità più interessante del panorama enologico italiano.

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TURISMO

di Fiorella Stringhini

Maremma: antiche tradizioni e culture La Maremma è un incantevole territorio a sud della Toscana, si costituisce come una delle maggiori mete per il turismo sia nazionale che internazionale per la sua straordinaria ricchezza in territori ed ambienti, per il grande numero di parchi e riserve naturali che vi sono state istituite e per i meravigliosi territori che questa terra così selvaggia ed in grande parte incontaminata riesce ad offrire; la Maremma è infatti uno dei territori più affascinanti d’Italia, un luogo profondamente legato ad antiche tradizioni e culture, una terra su cui in passato sono state create molte e sicuramente interessanti leggende sulla sua storia e sull’antica presenza dei briganti. L’elemento che contraddistingue questa terra è infatti la sua storia, legata alla presenza della palude e di importanti malattie come la malaria che, con il corso degli anni passati le hanno fatto guadagnare il triste appellativo di Maremma Amara, per le difficili condizioni cui la sua popolazione ed i braccianti che vi si recavano dalle regioni lontane, erano costretti a sopportare e per il fenomeno del brigantaggio, con le due figure simbolo di Domenico Tiburzi e Luciano Fioravanti; oggi la Maremma è una delle località più affascinanti del nostro paese, un territorio che ha saputo mantenere intatto il

Pitigliano

suo lato più aspro e selvaggio, ma che è in grado di offrire ai suoi visitatori panorami, paesaggi e viste di straordinaria unicità e bellezza che non potranno non rimanere indelebili nel tempo. La Maremma è terra di meravigliosi ed incantevoli borghi antichi che con la loro presenza donano un’ancora maggiore risalto a questo territorio così misterioso, sicuramente affascinanti saranno infatti i paesi di Manciano, antico possedimento degli Aldobrandeschi e custode della meraviglioso Cassero Senese, Pitigliano , celebre per essere costruito su di un masso di tufo a strapiombo sulle valli sottostanti e per aver visto in passato la presenza di una comunità ebraica che gli ha regalato dal presenza della Sinagoga e il conseguente soprannome di “Piccola Gerusalemme”, l’antico abitato di Saturnia, con la chiesa di Santa Maria Maddalena e le sue note Terme di Acqua solfurea ricche di proprietà benefiche, i due deliziosi abitati medievali di Sorano e Sovana, il primo famoso per la straordinaria bellezza del centro storico, con la Collegiata di San Niccolò e l’antichissima Porta dei Merli, il secondo per le sue origini antiche e per la bellezza dei suoi edifici tra i quali possiamo citare la Chiesa di San Mamiliano e il Palazzo Bourbon del Monte, ed infine Scansano,

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sicuramente rinomato per la produzione del Morellino, vino DOC di straordinaria qualità; questi paesi fanno parte della famosa Area del Tufo, località che custodisce paesi e borghi che si caratterizzano per le loro antiche origini e per la particolarità di custodire importanti resti della civiltà etrusca, in particolar modo necropoli di tombe scavate nel tufo. Spostandoci invece verso il mare avremo la possibilità di visitare cittadine e borghi che sorgono nella zona della Costa d’Argento, altra meta turistica di grande fascino ed interesse della Maremma toscana, qui sorgono infatti gli abitati di Albinia, la cui storia e costruzione è molto recente, Orbetello, con la sua incantevole laguna e la Cattedrale intitolata a Santa Maria Assunta, Ansedonia, località sul mare ed importante sede dei resti dell’antica città romana di Cosa, l’Argentario con i due deliziosi paesini di Porto Santo Stefano, celebre per il suo acquario mediterraneo e Porto Ercole, luogo della morte del celebre pittore Michelangelo Merisi da Caravaggio, ricordiamo infile l’abitato di Magliano in Toscana, con le sue imponenti mura difensive, Talamone con il suo meraviglioso porto e Capalbio, meta del turismo d’èlite e famoso paese della produzione del Capalio DOC. L’itinerario attraverso le terre di Maremma ci porta poi a visitare la cittadina di Castiglione della Pescaia, celebre località turistica sul mare molto frequentata, la città di Grosseto, capoluogo di provincia e capolavoro di architetture e monumenti, come ad esempio il Duomo di San Lorenzo, il Palazzo degli Aldobrandeschi, il Cassero del Sale e l’antico Convento delle Clarisse, continuando poi la nostra visita potremo osservare gli abitati che sorgono nel territorio delle colline metallifere, sicuramente meravigliosa è Massa Marittima, con il suo imponente Duomo intitolato a San Cerbone e la particolarità di essere divisa tra la città nuova e la cittò vecchia, ricordiamo poi Follonica, con la sua incantevole Chiesa di San Leopoldo, che tra le tante opere che custodisce presenta un frontone lavorato in ghisa, Gavorrano, sede del Parco Minerario Naturalistico e luogo della leggendaria morte descritta da Dante nella Divina Commedia della Pia dei Tolomei e Monterotondo Marittimo, paese di orgine medievale e custode della Chiesa di San Lorenzo. Sempre nel comprensorio delle Colline Metallifere sorgono infine gli abitati di Roccastrada, con il Museo della Vite e del Vino e il famoso Teatro dei Concordi, e il

paese di Scarlino, con la Rocca Aldobrandesca e la Chiesa di San Donato; tra le colline maremmane più interne troviamo invece l’incantevole cittadina di Campagnatico, con il suo caratteristico centro storico in stile medievale, tra le cui strette stradine si potranno osservare la Pieve di Santa Croce e la Rocca Aldobrandesca, ilpaesein oltre ogni anno accoglie il Palio dei Ciuchi, in onore della Natività di Maria, ricordiamo inoltre il borgo di Civitella Paganico, il cui territorio è stato sede in antichità degli insediamento dei popoli villanoviano ed etrusco, ed oggi ospita l’Abbazia di San Lorenzo al Lanzo e il Castello di Monte Antico. Continuando la nostra escursione attraverso i paesi della Maremma, una meta obbligatoria spetta sicuramente ai centri del comprensorio amiatino, si potranno quindi visitare Seggiano, borgo di origine medievale con le Chiesa del Corpus Domini, Semproniano, costruito intorno all’anno mille ed oggi custode della Chiesa di Santa Croce, del Palazzo del Vicario Mediceo e il Palazzo Civico, l’abitato di Arcidosso, con il Castello Aldobrandesco e le Chiese di San Leonardo e Sant’Andrea, Santa Fiora, caratteristica per la presenza della Peschiera, voluta in epoca antica dalla famiglia degli Aldobrandeschi, Castel del Piano, famoso per il Palio delle Contrade durante il quale si scontrano le contrade di Borgo, Monumento, Poggio e Storte, Castell’Azzara, il cui nom deriva dal gioco dei Dadi con i quali i fratelli Aldobrandeschi hanno deciso chi doveva essere il signore del territorio, Cinigiano, la cui costruizione avvenne nel XII secolo ed oggi custode della Chiesa di Santa Maria delle Nevi e della Torre dell’Orologio, per finire il nostro itinerario tra i borghi della Maremma potremo poi visitare il centro di Roccalbegna, caratteristico paesino che sorge nella valle del fiume Albegna ed è dominato da un imponente roccia. Oltre a queste meraviglie che vi abbiamo citato, la Maremma è una terra che si rende celebre anche per la sua orrima cucina, famosa e rinomata in tutto il mondo, i suoi piatti sono infatti quanto di più eccezionale una terra possa offrire, numerose sono infatti le pietanze a base di legnumi e verdure e gli ingredienti che vengono utilizzati sono sempre genuini e naturali, nella migliore tradizione contadina maremmana; sicuramente celebri sono i vini che vengono prodotti sul territorio, tra i quali possiamo citare il Sovana DOC, il Capalbio DOC, il Pitigliano DOC e il Morellino di Scansano DOC.

Castiglione della Pescaia

Monte Argentario

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Salone di Ginevra Nuova Lamborghini MurciĂŠlago LP670-4


Al salone di Ginevra farà il suo debutto la nuova Lamborghini Murciélago, denominata LP670-4. Diciamo subito che non si tratta di un modello inedito, ma della naturale evoluzione di quello attualmente in commercio (vedi LP 640), destinato quindi ad essere rimpiazzato. Tuttavia, secondo Motorauthority, il lavoro svolto dalle parti di Sant’Agata Bolognese è stato parecchio e soprattutto mirato a migliorare ulteriormente le qualità dinamiche e prestazionali della vettura. Seguendo la via inaugurata dalla Gallardo Superleggera, anche in questo caso c’è una diminuzione di peso di circa 100 kg rispetto alla LP640. Risultato ottenuto grazie all’uso esteso di componenti in lega leggera per la meccanica e di fibra di carbonio per gli interni. Eternamente si distingue per i nuovi cerchi in lega forgiati che lasciano trasparire i freni carbonceramici della Brembo, per lo spoiler in fibra di carbonio e per altre piccole differenze di dettaglio nella linea. Ben più numerose, invece, sono le novità nella meccanica, dove troviamo il classico motore V12 ma potenziato di 30 CV (adesso a quota 670). Un nuovo cambio in lega di magnesio ha preso il posto di quello in alluminio, permettendo cambi di marcia in soli 0,2 secondi. Confermata inoltre la trazione integrale permanente “viscous traction” con giunto viscoso centrale. Ricordiamo infine che la Lamborghini Murièlago, progettata da Luc Donckerwolke e in commercio dal 2002, concluderà il suo ciclo vitale nel 2011, quando verrà sostituita dalla Jota (nome ancora provvisorio).

Questa nuova versione della precedente Murciélago è stata presentata per la prima volta al Motor Show di Ginevra nel marzo del 2006: presenta una serie di modifiche a livello estetico e soprattutto per quanto riguarda il motore, che ha subito un aumento di potenza e cilindrata. Durante il Salone di Parigi è stata presentata la versione Versace, in un esemplare completamente bianco, con interni maggiormente rifiniti[1]. Nel 2006, a Los Angeles, la casa di Sant'Agata ha inoltre annunciato l'inizio produzione della versione roadster.


ENOGASTRONOMIA

di Gianmaria Bavestrello

"SCIAMADDE" E FARINATA: UNA STORIA GENOVESE Porto Vegio Baretti scancasciae faeti de ninte / in sce-e banchinn-e corme de ravatti, / barcasse inversae all'aïa nii de ratti, / a frasca appeiza fêua, scrïte stinte, / sotto a ûn ritraeto due piantinn-e finte, / ommi sûae che sbraggian comme matti, / camalli, carrettê, casciae, sordatti, / ûn can co-e zecche, due donne dipinte, / rasc-ciâ de bighi, voxi de caladda, / lenti vagoin spunciae, spûssa de moka, / coae de fainâ e de geae da " Sciammada ", /ombre de seia retaggiae in to fûmme / de 'na cicca bäta, o gïo dell'oca / de ûn figgiêu sporco tra mëzo a-o pattûmme. Angelo De Ferrari Porto Vecchio Baretti sconquassati fatti di niente / sulle banchine colme di rifiuti, / barcacce rovesciate all’aria nidi di topi,/ il ramo appeso fuori, scritte stinte, / sotto ad un ritratto due piantine finte, / uomini sudati / che gridano come pazzi, / camalli, carrettieri, cassai, soldati, / un cane con le zecche, donne dipinte, raschiare di bighi, voci di calata, / lenti vagoni spinti, puzza di morchia, / voglia di farinata e bietole della“Sciammadda”, / ombre della sera ritagliate nel fumo / di una cicca scambiata, il giro dell’oca di un ragazzo sporco in mezzo alle cose / inutili. Angelo De Ferrari ..:l'altraitalia -38-


Le Sciamadde sono botteghe, ma non come le altre. Sono il cuore e l’anima di una città, Genova e di una regione, la Liguria. Il nome significa ‘fiammata’, perché loro tratto caratteristico è il fuoco a legna dove si cucinano le farinate di ceci o le torte salate, leccornie ‘povere’ che per taluni aspetti rappresentano un’antica versione del fast food. Ora che stanno sparendo, ironia della sorte vuole che a dedicarvi particolare attenzione sia Slow Food, l’ associazione che tutela e promuove le antiche tradizioni culinarie della civiltà euro-mediterranea e non solo. Il fatto è curioso ma fino a un certo punto. Fin quando cioè non si prende coscienza del fatto che il vero cibo di strada, da consumare in quattro e quattr’otto, non è un’invenzione americana, ma un tratto che accomuna popoli e città del mediterraneo. Dove ci sono porti, commerci e scambi, là esiste una particolare declinazione dello ‘street food’, e là si può capire quanto le cucine etniche del mare nostrum siano più simili di quanto non si tenda a ipotizzare. Kebabberie e sciamadde, ad esempio. Un’idea di locale e di servizio che, al di là della diversità degli ingredienti, delle proposte e dei sapori, rivela abitudini comuni e rapporti profondi. Genova, che storicamente è il porto più importante d’Europa, non solo non fa eccezione, ma può annoverare diverse pietanze che hanno scandito la storia dei traffici tra gli uomini e le civiltà. Di essi la farinata è l’esempio più lampante e forse più gustoso. C’è chi dice visitare Genova senza assaggiare la farinata cotta in una sciamadda sia come visitare Roma senza andare in piazza San Pietro. Purtroppo, torniamo a ribadire, se ne

rinvengono ancora pochi esemplari, via via rarefatti da una legislazione che rende pressoché impossibile aprire nuovi forni a legna e da gusti che pian piano si modificano secondo dettami poco favorevoli alle tradizioni più antiche. In gioco non è solo la sopravvivenza dell’autentica farinata e delle sue varianti (celebre quella con i bianchetti, il novellamente del pesce azzurro), ma anche di specialità che, senza braci e con il solo "abbraccio" del calore immagazzinato e ceduto dalla volta e dal piano del forno, prendono vita, consistenza e colori irriproducibili attraverso altre tecniche di cottura. Tra queste, in tutte le sciamadde spiccano le torte salate, quelle sfoglie che al proprio interno nascondono "alchimie" culinarie e che si prestano ad essere la vetrina degli antichi forni, frontespizio dalle forti suggestioni sensoriali, vera sublimazione di prodotti di origine orticola magistralmente sottratti alla loro originaria "nudità". Asparagi, carciofi, carote, cipolle, bietole, farro e zucca danno il nome a queste preparazioni, ergendosi a protagoniste di una vera e propria architettonica del gusto, una costruzione ‘aperta’ e quindi pronta a recepire diverse suggestioni gastronomiche. Senza tralasciare i ripieni, quintessenze della tradizione alimentare ligure, sintesi unica di onesta "povertà" e ingegneria gastronomica a base di verdure di stagione, pane bagnato, ricotta e uova. Ma le sciamadde sanno essere anche di più, ad esempio oneste e accattivanti friggitorie (soprattutto di pesce fresco), ottime per tutte le tasche e per tutte le ore del giorno. Non vale forse la pena scrivere una legge per proteggerle?

Farinata - Ingredienti per 6 persone: 600 gr. di farina di ceci, olio d'oliva, sale, pepe. Stemperate la farina di ceci con 2 Lt. di acqua fredda. Mescolate bene, affinché non si formino grumi. Lasciate riposare per una notte, mescolando se possibile di tanto in tanto. Schiumate, regolate di sale e versate il composto in una teglia ampia, possibilmente di rame, precedentemente ricoperta di olio d'oliva. Fate sì che l'olio si distribuisca su tutta la superficie, e infornate a circa 240°. Controllate la cottura e, quando la farinata diventerà dorata, estraetela dal forno e tagliatela a pezzi irregolari. Quindi pepate secondo il vostro gusto e servite. ..:l'altraitalia -39-


PSICOLOGIA

di Silvana Lenzo

La rabbia: un'emozione negativa ? Il punto importante da comprendere a proposito della rabbia, e' che, nonostante venga spesso etichettata come emozione negativa, da evitare in noi come negli altri, di fatto diventa negativa, e soprattutto distruttiva, quando non viene riconosciuta e usata al momento in cui emerge, ma viene repressa con conseguenze dannose non solo per se stessi, ma anche per gli altri. Il problema è che fin dalla tenera età ci viene insegnato che è cattivo e sbagliato esprimere la collera; ancora oggi questa emozione viene considerata inopportuna, irragionevole, associata all’aggressività e al capriccio; La gente è spesso spaventata dalla propria rabbia: teme che la spinga a compiere qualche azione dannosa e, di

conseguenza, ci si rifiuta di prestare attenzione alla collera degli altri e si esita ad esprimere la propria. rabbia E’ importante quindi considerare che, se non ci siamo mai concessi di esprimere la rabbia, probabilmente ne abbiamo accumulata una montagna dentro di noi. Reprimendola, è più probabile che la rabbia esploda in momenti inopportuni e soprattutto verso persone e situazioni che hanno poco a che fare con la causa originale della rabbia che ci ribolle dentro, ed e' anche piu' probabile che ce la prendiamo con chi crediamo sia piu' debole di noi, non fosse altro che per avere un minimo di senso di potere. Un atteggiamento questo, tipico delle bestie, temere il piu' forte e sopraffare il piu' debole,

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quando invece, l’essere umano, a differenza degli animali, può dominare i suoi istinti. La rabbia repressa si ritorce contro noi stessi con attacchi depressivi e alimenta un sentimento di inferiorità; inoltre, quando la mente non riesce più a gestire i conflitti, il corpo ne soffre. Numerose affezioni psicosomatiche come mal di schiena, ulcere, psoriasi possono essere legate al soffocamento della collera. È fondamentale dunque, per la nostra salute psico-fisica, imparare ad esprimere la collera in maniera costruttiva ed appropriata. Senza rabbia si e' privi di protezione, senza rabbia siamo alla merce' delle reazioni altrui e non possiamo prevenire tali reazioni dal riaccadere, per noi e per gli altri. La rabbia usata costruttivamente aiuta a sviluppare fiducia in se stessi in quanto non e' necessario che monti fino ad esplodere per esprimerla. E’ importante riconoscerla al momento in cui emerge, per quello che e': un meccanismo di protezione che ci segnala che c'e' qualcosa che non va, una reazione di insoddisfazione intensa, suscitata generalmente da una frustrazione che ci riguarda e che giudichiamo inaccettabile; dunque la rabbia, comunque venga espressa, in modo esplosivo o in forma repressa, agisce come un segnale d’allarme. La nostra rabbia ci mette a conoscenza del fatto che ci fanno del male, che i nostri diritti vengono violati, che i nostri bisogni e i nostri desideri non sono soddisfatti. Imparare a manifestare la propria collera significa conoscere i propri reali bisogni e intrattenere relazioni più autentiche con le persone che ci circondano.

Insieme alla gioia e al dolore, la rabbia è una tra le emozioni più precoci. Essendo l'emozione la cui manifestazione viene maggiormente inibita dalla cultura e dalle società attuali, molto interessanti risultano gli studi evolutivi, in grado di analizzare le pure espressioni della rabbia, prima cioè che vengano apprese quelle regole che ne controllano l'esibizione. Inoltre, la rabbia fa parte della triade dell'ostilità insieme al disgusto e al disprezzo, e ne rappresenta il fulcro e l'emozione di base. Tali sentimenti si presentano spesso in combinazione e pur avendo origini, vissuti e conseguenze diverse risulta difficile identificare l'emozione che predomina sulle altre. Moltissimi risultano essere i termini linguistici che si riferiscono a questa reazione emotiva: collera, esasperazione, furore ed ira rappresentano lo stato emotivo intenso della rabbia; altri invece esprimono lo stesso sentimento ma di intensità minore, come: irritazione, fastidio, impazienza. PERAPPROFONDIRE: Daniel Chabot, Come coltivare reazioni emotive intelligenti, edizioni il punto d’incontro, 2003. D. GOLEMAN, Intelligenza Emotiva, Rizzoli editori, 1996.

ALCUNI CONSIGLI Riabilitare la rabbia non significa tuttavia lasciarsi andare a comportamenti irosi. Non c’è bisogno di urlare o di arrivare addirittura alle mani per esprimere la propria irritazione. L’arma migliore è la parola. E’ bene però utilizzarla consapevolmente per esprimere i veri motivi delle nostre insoddisfazioni. Dietro la collera si nasconde sempre una sofferenza. Adirarsi ad ogni costo e contro chiunque è un modo per sottrarre energia alla disperazione e non guardare in faccia il dolore. Perché il proprio malcontento sia preso seriamente in considerazione, è bene esprimerlo con la massima calma. PLACARE L’EMOZIONE PARLANDONE CON UN AMICO: Per rendere possibile un approccio disteso alla discussione con la persona che ci ha fatto arrabbiare, può essere utile scaricare preventivamente le proprie tensioni, telefonando ad esempio ad un amico per raccontargli l’accaduto. Questo serve a far passare il primo moto di collera, quello più aggressivo, senza contare che una terza persona potrebbe suggerirci un modo diverso di guardare le cose. CHIARIRSI LE IDEE: avere infatti un’idea precisa di cosa si sente dentro e di cosa ci si aspetta possa accadere dopo una discussione, ci aiuta a mettere a fuoco le cose da dire, gli argomenti da mettere in campo. E ci dà una mano a controllare le cose, in modo che l’emozione non prenda il sopravvento facendoci sfuggire il controllo della situazione. ESPRIMERE LE PROPRIE OPINIONI: è necessario farlo dopo aver placato le proprie emozioni. L’atteggiamento da adottare è di tipo assertivo, evitando dunque di scadere in eccessi di alcun tipo, quali le ingiurie e le accuse. Lo scopo è infatti quello di ristabilire un equilibrio e non di schiacciare l’interlocutore: lo psicoterapeuta americano Thomas Gordon ha elaborato il sistema dei cosiddetti “messaggi-io”, che si basa sul principio di parlare di sé in questo modo: definendo con precisione ciò che ci ha disturbato (quando tu…), raccontando le nostre emozioni (mi sento….), condividendo le nostre aspettative (perché io…), esprimendo i nostri bisogni attuali e le motivazioni (e io ti chiedo di.. in modo da..). Il beneficio di esprimere la collera va oltre il sollievo di togliersi un peso, significa ridefinire le relazioni con se stessi e con gli altri.

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BENESSERE & SALUTE

di Simona Guidicelli

Il ritorno alla natura Nei giardini si coltivano le magnifiche viole del pensiero, a fiori molto grandi e vistosi, con cinque petali di tinte assai variabili, ma comunque sempre con caratteristiche maculature o venature che risultano più o meno accentuate. Le varietà orticole sono derivate dalla specie selvatica, cioè dalla Viola tricolor var, arvensis, conosciuta anche come viola a tre colori, "pancé" selvatica o "suocera e nuora". È una pianticella gracile ma graziosa, anche perchè fiorisce in conitnuità dalla primavera all'autunno; i fiori sono molto più piccoli rispetto a quelli delle viole del pensiero coltivate e hanno tinte assai variabili, dal bianco al gialliccio, al violetto, al porporino, talvolta unicolori e

talvolta multicolori, cioè con petali di tinte contrastanti. Questa viola è assai frequente in zone di pianura, ad esempio nei campi di frumento, nonchè nei prati e nei pascoli delle localtà collinari, fino a 500-600 metri d'altitudine, ma sempre su terreni piuttosto fertili, sia ben soleggiati che ombrosi. È una pianta erbacea annuale a portamento prostrato-alta ascendente, assai gracile, ma ben ramificata e alta fino a 40 centrimentri. Le foglie sono cuoriformi o lanceolate, con evidenti stipole pennatofide nelle quali il segmento centrale è molto più sviluppato. La fioritura avviene da aprile a tutto settembre..

Viola tricolore Viola tricolor Le viole del pensiero non producono un grande apparato radicale, sono quindi adatte ad essere coltivate in piena terra o anche in vaso; si pongono a dimora a fine estate, per godere della lunga fioritura invernale, oppure a fine inverno, prima che comincino a fiorire le altre piccole piante annuali. Non temono il freddo, ma per poter produrre fiori a profusione è preferibile posizionarle in luogo soleggiato; viole poste a dimora in zone con scarsa insolazione portano spesso a cespugli rigogliosi di foglie, con sporadici fiori. Se l'apparato radicale non è troppo sviluppato non lo sono nemmeno i piccoli cespugli, quindi per ottenere un effetto più vistoso è bene collocare molte piantine di viole vicine, in modo che il vaso o l'aiola in cui vengono coltivate. Scegliamo un terreno ricco e fertile, molto ben drenato, e posizioniamo le viole a breve distanza tra loro, evitando di interrare eccessivamente il piede della pianta; in questo modo eviteremo che eventuali ristagni idrici favoriscano lo sviluppo di marciumi.Le viole non sono piante molto esigenti, sicuramente è consigliabile coltivarle ogni anno in un terreno fresco, se le si coltiva in vaso è bene cambiare il substrato contenuto nei vasi, in modo che ogni anno le piante abbiano il giusto quantitativo di sali minerali e le radici si possano sviluppare al meglio.

Un'antica leggenda delle nostre vali, narra che il nome "malastra" è stato dato a questo fiore, per significare la posizione privilegiata della matrigna e delle sue due figlie, rispetto alle due figliastre. Infatti, in basso, sul petalo maggiore, sostenuto da due sepali verdi, sta comodamente seduta la "malastra"; ai due lati, il petalo sorretto dal sepalo, rappresenta il sedile per le figlie; i due petali che si trovano in alto (nel solaio), rappresentano, invece, il sedile per le figliastre. A ricordare questa leggenda, nella Valle del Cervo si consuma con piacere una deliziosa minestra che viene preparata in questo modo: far bollire delle patate in poca acqua, nella quale si aggiunge una bella manciata di viole appena raccolte. Cotte le patate si schiacciano aggiungendo un pezzo con un po' di burro. Aggiungere nella pentola poca acqua e far cuocere il riso, insaporendolo con il sale. Versare del latte caldo sul riso, mescolando ed aggiungendo le patate schiacciate. Dopo 10 minuti di lenta cottura, la minestra è pronta. Cospargetela con qualche viola. Lasciatela intiepidire. Dopo pochi minuti si formerà sulla superficie della minestra un velo di panna invitante all'assaggio: veramente squisita!

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QUANDO SI RACCOGLIE Della viola del pensiero selvatica si raccolgono i singoli fiori o, più sovente, la pianta intera nel momento della fioritura, con l'avvertenza di scegliere unicamente le piante spontanee.

COME SI UTILIZZA Questa pianta ha proprietà depurative, diuretiche, diaforetiche, emollienti nonchè espettoranti. È utilizzata molto anche in cosmesi, aggiunta al latte, dal momento che rende morbida la pelle delle mani e del viso.

........ ........ Curiosità

La mitologia greca associa la Viola del pensiero alla bellissima ninfa Io, di cui si innamorò perdutamente Giove che, proprio per questo, fu trasformata per volere di Giunone in giovenca. Il significato comunemente attribuito alla Viola del pensiero è dunque quello di riflessività e ricordo.

Proprietà salutari La Viola del pensiero è tradizionalmente nota per le malattie della pelle. È diffuso anche l´uso come espettorante ed emolliente nelle affezioni catarrali delle vie respiratorie, ma la proprietà più importante dei fiori e delle foglie è quella depurativa specifica su taluni disturbi della pelle. Alcuni ricercatori ne hanno segnalato l´utilità in caso di acne, eczema e foruncolosi, nonché sulla crosta lattea dei bambini. Le migliori virtù della pianta si avrebbero con il contemporaneo trattamento interno ed esterno. Alla Viola vengono anche attribuite proprietà diuretiche, sudorifere e leggermente lassative. Nonostante esistano ad oggi pochissimi lavori farmacologici e clinici su questo rimedio, i risultati positivi ottenuti con l´uso di questa pianta confermano l´efficacia attribuita dalla letteratura della fitoterapia tradizionale. Rimane ancora parzialmente sconosciuto anche il profilo dei costituenti attivi e il meccanismo con cui agiscono.

I consigli dell'erborista Come si prepara per la conservazione I fiori si essicano all'aria rapidamente e si conservano in scatole di cartone. Per cicatrizzare le piaghe: far bollire per 3 minuti, in un litro di acqua calda, 30 gr. di fiori. Filtrare e lavare con cura le piaghe al mattino e alla sera.

Contro l'acne: versare un cucchiaio di fiori in una tazza da tè di acqua calda. Coprire e lasciare in infusione per 10 minuti. Filtrare e berne una tazza al mattino a gdigiuno e una alla sera prima di coricarsi. La cura va continuata per lungo tempo.

Contro il reumatismi: versare in un litro di acqua calda 3 cucchiai di fiori e far bollire un minuto. Filtrare e berne 3 tazze al giorno, con l'aggiunta di miele.

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Nella cura della psoriasi e dell'orticaria: versare in mezzo litro di acqua calda 3 cucchiai di fiori e coprire; filtrare dopo 20 minuti. Berne una tazza al mattino e una alla sera prima di ..:l'altraitalia -43-

Un tonico contro l'acne: far macerare in mezzo litro di acqua calda 50 gr. di fiori per 30 minuti. Filtrare, spremere bene con un telo e usare mattino e sera dopo la normale pulizia. È opportuno conservare nel frigorifero. Contro un'indigestione: versare un cucchiaio di fiori in una tazzina da caffè di acqua calda e coprire. Filtrare dopo 5 minuti e berne, ben caldo, 2, 3 tazzine al giorno.


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L'oroscopo del mese a cura di Simona Guidicelli

Ariete

Toro

Gemelli

Amore: con Venere nel vostro segno dovreste percepire la positività di tale aspetto nell'esprimere i vostri sentimenti. Così, dovreste ottenere degli incontri positivi sgombri da tensioni. Dal giorno 14 c'è anche un bel Mercurio costruttivo, che aiuta il dialogo e promette occasioni interessanti. Salute: Le Stelle suggeriscono di esagerare pure con le energie. Siete davvero pieni di forza e bellezza, da vendere Lanciatevi col paracadute!

Amore: i tanti pianeti in Acquario distolgono la vostra attenzione dal pensiero romantico. Vi esortano, quindi, ad avere maggiore occhio di riguardo nel rapporto amoroso. Cercate di non essere possessivi. Chi è ancora single può sempre attendersi un incontro speciale intorno al giorno 25. Salute: Giove e Marte ostili vi consigliano di prendervi maggiormente cura del vostro benessere. Riposate.

Amore: Giove e poi Marte, Nettuno e Venere portano a fare incontri speciali. Chi è single probabilmente li farà attraverso gli spostamenti. Ora è molto probabile che si verifichi anche una rottura liberatoria e senza grossi traumi. È un buon mese per definire qualcosa di importante. L'erotismo è sempre piacevole. Salute: la salute, va avanti benino. Giove vi mette ancora di buon umore. Fate ttenzione alla dieta.

Cancro

Leone

Vergine

Amore: l'atmosfera dovrebbe essere priva di slancio a livello emotivo. I rapporti di lunga data non riescono ancora a ritrovare l'intensità dei tempi passati. Quindi concentrate al massimo l'attenzione sul dialogo, che al momento sembra essere la vostra forza. Salute: si possono verificare un po' di situazioni che, come al solito, si somatizzeranno a livello del plesso solare. Siete tesi e nervosi.

Amore: Venere, Marte, Giove e Nettuno in opposizione non incrementano del tutto nuove possibilità di avere relazioni durature. Però adesso, per chi soffre ancora di solitudine, dovrebbe essere il momento giusto per provare ad allontanarla. Vi potreste ritrovare inguaiati in un flirt, di breve durata. Salute: gli aspetti planetari non vi consentono ancora di godere di una forma fisica e psichica invidiabile.

Amore: con Venere in Ariete i vostri interessi andranno più alla sfera dell'eros. In questo Febbraio, cioè, non sarete proprio dei Romeo che decantano il loro amore. Nuove passioni possono nascere ora per chi è in attesa. Salute: c'è un po' di stress in voi. Gli svaghi e gli hobbies possono risultare degli ottimi alleati per seguire un buon stile di vita e per recuperare il benessere psicofisico. La salute non è tormentata da grossi disturbi.

Bilancia

Scorpione

Sagittario

Amore: ci vuole maggiore comunicazione e calore, anche nei rapporti di lunga data, anche se in amore è bene alimentare sempre le emozioni. Potreste anche innamorarvi perdutamente in questo Febbraio. Salute: Mercurio, in aspetto ostile per la prima quindicina di Febbraio, può far aumentare la stanchezza e lo stress. Marte, però, vi viene in soccorso, per garantirvi energia per quasi tutto il mese.

Amore: Marte, dal giorno 4, Giove e Nettuno e poi Mercurio, dal giorno 14, tutti in Acquario, potrebbero farvi capire con forza che qualcosa non va. Così, potreste davvero scoraggiarvi e andare realmente in crisi, travolgendo in negativo il vostro partner, subissato da vostre ansie, forse infondate, e pretese spropositate. Salute: pare buona ma dovreste evitare sforzi eccessivi.

Amore: i pianeti, in transito positivo, permettono un dialogo armonico nel matrimonio e nelle nuove conoscenze. Chi vuole trovare un partner, che sia armonico alla sua natura, può essere ottimista. Salute: Giove, in ottimo aspetto con gli altri pianeti, sottolinea un vostro benessere fisico e psicologico. Siete in piena vitalità e avete un'energia invidiabile.

Capricorno

Acquario

Pesci

Amore: febbraio è un periodo un po' complicato per i sentimenti. Avrete voglia di fare di testa vostra e per chi è in coppia non è proprio il massimo. Ora non è il momento di prendere decisioni definitive, se qualcosa non va. I single potrebbero avere qualche piccola delusione di percorso. Salute: non ci sono grossi disturbi da segnalare, ma dovete stare sempre attenti a qualche disturbo intestinale o a livello del plesso solare.

Amore: ci sono straordinari incontri sentimentali per chi è single, e ottime relazioni per chi è già in coppia. Basta solo non diventare autoritari. Ci sono ben quattro pianeti nel vostro segno, tra cui Mercurio dal 14, che fanno esplodere il vostro cuore, col rischio di indirizzare la vostra attenzione su più fronti. Salute: la salute non presenta grosse complicanze. Ma ci sono troppe energie e potreste abusare del vostro fisico.

Amore: con un Marte alle vostre spalle e una Venere dinanzi a voi, potreste vivere situazioni intense, non tanto a livello romantico, quanto a livello emozionale e sensuale. Dunque, è sempre bene essere predisposti ad abbracciare le novità. Salute: non c’è niente da segnalare di così rilevante. Un buon motivo in più per prendervi un momento tutto per voi e dedicarvi allo sport della vostra vita.

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ASTROLOGIA

di Simona Guidicelli

Il segno del mese Pesci Il Sole transita nei Pesci approssimativamente dal 20 Febbraio al 19 Marzo. Giove e Nettuno sono i pianeti dominanti, l'elemento è l'acqua, la qualità è mutevole. Colore da portare: verde mare o tuchese. Pietra portafuna: L' Acquamarina Metallo: lo stagno. Giorno favorevole: il Giovedì. Il segno dei Pesci e' caratterizzato in maniera privilegiata dal fatto di chiudere il cerchio dello Zodiaco. Viene popolanamente considerato instabile e volubile; in realta', il suo compito e' quello di rimettere in discussione tutto quello che e' stato fatto prima di lui. Per far cio', spesso si isola in un proprio mondo, fatto di emotivita' e di sensazioni che appartengono solo a lui. Quando si affaccia sul mondo reale, lo fa con canoni che sono riservati al suo modo di essere. Ha un modo critico e artistico di porsi. E', dunque, un creativo. Inoltre, ha un'intuizione senza uguali, che fa pensare a lui come a una persona con un potenziale "sesto senso". Come tutte le persone particolarmente buone, il Pesci e' facilmente influenzabile dal prossimo, spesso negativamente. Non di rado, soffre perche' non viene compreso dall'ambiente circostante. Quando, pero', riesce a inserirsi in un contesto lavorativo o sociale che capisce il suo grandissimo potenziale di innovazione e di miglioramento, puo' essere apprezzato piu' di chiunque altro, e addirittura diventare un leader. Per quanto concerne il rapporto con la Salute, il segno dei Pesci e' legato sia al sistema immunitario che ai

piedi. Una persona dei Pesci potrebbe, di conseguenza, soffrire di malattie virali, che vanno subito diagnosticate e fermate prima che debilitino l'organismo. Inoltre, ha problemi agli arti inferiori: vesciche e unghie incarnite possono presentarsi, soprattutto nella stagione estiva. Da notare, poi, che la straordinaria sensibilita' del segno dei Pesci puo' causargli malanni di natura nervosa. Come immaginabile, per una persona che vive molto del suo tempo in un proprio mondo, il Pesci e' straordinariamente romantico, come nessun altro segno dello Zodiaco. Il problema e' capire quando il suo amore e' davvero rivolto a una persona e quando e' invece rivolto all'idealizzazione di tale persona. Il Pesci ripone una fiducia smisurata nella coppia e va, ovviamente, in crisi se qualcosa gli fa comprendere che la perfetta armonia fra due persone e' molto difficile da raggiungere. A volte, a causa di queste presunte delusioni, tende a tradire il partner. Il senso di colpa, pero', lo fa tornare indietro. Per evitare che un partner Pesci tradisca, bisogna mantenere la sua illusione che l'amore possa essere eterno, ideale e privo di mondane asperita'.

L'UOMO PESCI

LA DONNA PESCI

Niente è semplice con gli uomini nati sotto questo segno, infatti la loro natura doppia li rende sfuggenti e difficili.

Le donne Pesci incantano gli uomini e flirtano con loro, hanno spesso abiti sexy che sanno sfoggiare abilmente. Hanno un talento per intuire e soddisfare il proprio partner.

La donna ideale per l'uomo Pesci è fantasiosa, femminile e senza paura di prendere l'iniziativa al momento giusto: nel sesso dovrà infatti anche sapere condurre il gioco!

L'uomo ideale per la donna Pesci è un abile maestro del sesso, fantasioso e virile, capace di farle passare notti infuocate ed interminabili.

Come conquistarlo: Se volete impressionarlo vestitevi in modo molto femminile e sensuale. Per completare l'opera di seduzione, un filo di trucco.

Come conquistarla: intrigandola con dolcezza e fantasia, per poi mostrare tutta la propria virilità nel rapporto sessuale!

Partner ideale: Ariete

Partner ideale: Cancro

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