..:l'altraitalia visto da
visto da
TURISMO
Barcolana 2008 ENOGASTRONOMIA
..:l'altraitalia
numero 5
ottobre 08
Fr. 2.80 Euro 1.80
la voce e l'immagine degli italiani nel mondo
Mangiare da Papi
CINEMA
Scelto il film che rappresenterĂ l'Italia agli Oscar
POLITICA
Intervista all'onorevole Zacchera
www.laltraitalia.eu
SOMMARIO
l'altraitalia
EVENTI
BENESSERE & SALUTE
Genova: la seaty della nautica scalda i motori
26
Unitre Svizzera
34
XII Congresso dei lucani
35
Festival della canzone napoletana
36
40 Il castagno 42 Fitness: stato di forma fisica
TURISMO 18 Barcolana 2008
ENOGASTRONOMIA POLITICA Ridimensionare è d'obbligo
32 Mangiare da Papi 8
MUSICA Gianluca Grignani
CINEMA 6
14
MOTORI
FRECCIATINE La presa di coscienza
36
30 Alfa MiTo Beginn einer neuen Alfa Romeo Aera
SOCIETÀ Per quale persona
16
Racconto sul mobbing
24
PSICOLOGIA Ottimismo e pessimismo
15
CHIARAMENTE NO...
44
INFOMONDO
46
ASTROLOGIA
10 9
NARRATIVA A.A.A. Italiano all'estero cerca amore vero
Gomorra scelto per gli Oscar
43
AGENDA
..:l'altraitalia EDITORE l'altraitalia CH 8965 Berikon info@laltraitalia.eu www.laltraitalia.eu Direttore Responsabile Maria Bernasconi Co-Direttore Giuseppe Di Claudio Direttore di Redazione Rossana Paola Seghezzi Chörenmattweg 6 CH 8965 Berikon redazione@laltraitalia.eu Collaboratori Giovanni il Battista Gianmaria Bavestrello Carmine Gonnella Simona Guidicelli Silvana Lenzo Chiara Morassut Isabella Pileri Ilaria Ricco Armando Rotondi Michele Schiavone Foto rsp futura sagl Redazione grafica Sandro Fiorilli Webmaster Alfredo Panzera Pubblicità Rocco Di Seclì info@laltraitalia.eu
Il coraggio di cambiare Quante volte vi è capitato di dire: “basta, mollo tutto, cambio vita, lavoro, città. Domani prendo un biglietto di sola andata per…?”. Ci sono periodi in cui pensiamo che la nostra vita non corrisponda a quella che avremmo desiderato o sperato. Ci sono momenti in cui il comportamento altrui ci ferisce e ci rende infelici. Ed è proprio in quei momenti che la voglia di cambiare ci tenta moltissimo. Ma sappiamo tutti che lasciarsi alle spalle anni di vita non è facile o, addirittura, impossibile. Allora, direte voi, bisogna che gli altri cambino! Niente di più sbagliato: cercare di cambiare gli altri è inutile, sciocco ed è, certamente, impossibile. In effetti, la vera causa dei nostri problemi è l’idea che ci facciamo delle cose e delle persone. Con questo non voglio assolutamente dire che siamo noi il problema. Se una persona non sa cavarsela da sola non è colpa nostra. Se qualcuno ci maltratta non è colpa nostra. Se il mondo cade non è colpa nostra! Non è colpa nostra se chi amiamo è: egoista, insensibile, violento, un inetto e forse non neanche è colpa sua, bisognerebbe conoscere il suo passato. Tante volte queste persone sono così per come sono cresciuti. Questo non vuol dire né compatirli né giudicarli, ma solo comprendere che anche loro sono come noi: esseri umani. Dunque, solo noi siamo responsabili delle nostre scelte. Occorre quindi avere il coraggio di cambiare cominciando da noi stessi, da come ci poniamo dinnanzi alla vita, dai nostri comportamenti, dalle nostre difficoltà. Se ben ci pensiamo, sono tutte cose che noi vogliamo e che cerchiamo. Noi lo sappiamo che meritiamo d’essere felici, o almeno lo speriamo, ma non mettiamo in atto comportamenti ed azioni tali da ottenere la nostra felicità. Basta poco per cambiare direzione alla nostra vita. Abbiamo paura però, paura che cambiando possiamo distaccarci da chi ci ama o ancor peggio di fargli del male; oppure che ci possa travolgere il nulla. Ma perché non tentare questo grande passo? Tanto se siamo arrivati al punto di non sopportare più una situazione, il cambiamento porterà ad una svolta, che comunque ci farà riflettere su quello che veramente vogliamo. Cambiare vuol dire: cercare di fare le scelte migliori per noi, che diventano, poi, anche scelte positive per gli altri. Non occorre necessariamente stravolgere la nostra vita, cambiare città, o marito/moglie, o casa per dare una svolta positiva alla nostra vita, basta amarsi di più; ascoltare le nostre esigenze, sapere di meritare d'essere felici, e amare gli altri per quello che sono, non sentendosi in colpa delle loro scelte e dei loro comportamenti sbagliati. Parole...parole...parole...?!? Maria C. Bernasconi
Tipografia Die Druckerei ..:l'altraitalia -4 -
L’uomo più importante della mia vita è mio padre (ecco, sono caduta nello scontato direte!!). Ma non è così, lui è l’uomo più importante della mia vita perché dalla sua figura ho imparato grandi lezioni. Ora so che non tutti gli uomini sulla sessantina, con i capelli brizzolati, la barba ed il sorriso in volto che incrocio, sono onesti, leali, rispettosi come mio padre. Tra questi, ne ho conosciuti alcuni in ambiente lavorativo che, per ottenere i loro scopi, forti di un potere fittizio, arrivano a minacciare (senza risultato, per fortuna!) persone con la metà dei loro anni, uomini che non hanno un millesimo della professionalità e competenza del mio adorato “papi”, ma sono talmente pieni di se da ritenersi (e spacciarsi) buoni dirigenti. E poi, al bando il femminismo, ho incrociato sulla mia strada uomini forti, di quella forza che non è aggressività ma che deriva dalla serenità interiore, che ti sanno trasmettere calma, pazienza, rispetto. Uomini dentro, non solo fuori. Come mio padre. Uomini che sanno (miracolo!) parlare all’anima, magari un po’ goffi, un po’ impacciati, poco pratichi nelle tecniche del corteggiamento, ma che ti parlano con onestà e franchezza, anche a costo di rischiare di sembrare duri. Uomini che ci sono, non solo a parole e che se non possono esserci, ci provano comunque. Di un uomo così mi sono innamorata. E glielo voglio dire da qui, dalle pagine del giornale per cui scrivo, anche se può sembrare poco professionale. Un uomo solido, con dei principi, con le sue fragilità e con un finto cuore di pietra che serve a mascherare la profondità della sua persona. Un uomo di quelli rari da trovare. Un uomo come mio padre. Oddio! Che banale.. Rossana P. Seghezzi
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Care lettrici, cari lettori
Non tutti gli uomini che assomigliano a Babbo Natale sono Babbo Natale. “Loro”. Un altro pianeta. Non è molto semplice parlare dell’altro sesso: si rischia di incappare in luoghi comuni, nelle solite differenziazioni banali, ma ci provo, a voi giudicare se son caduta nello scontato. Ho sempre pensato che gli uomini fossero un passo indietro a noi, diciamocelo: non brillano per sensibilità o efficienza domestica e talvolta, anche professionalmente parlando, non hanno le nostre capacità e intuizioni, quel sesto senso tipicamente femminile che ci accompagna dalla nascita e che, non di rado, ci rende migliori di loro sul lavoro, pur occupando (spesso) posizioni inferiori. Prima di preparare questo pezzo ho chiesto a vari amici, sia uomini che donne, di darmi una mano, qualche suggerimento, un aiutino insomma per aprire la mia mente decisamente femminista sul mondo maschile. Le due risposte piu’ curiose sono state “noi maschietti siamo manna dal cielo, dovreste ringraziare ogni giorno per la nostra esistenza” e “gli uomini belli si accasano già in culla, quelli brutti ci provano con me”. Due opinioni diametralmente opposte direi. Personalmente, soprattutto nel corso di quest’anno lontano da casa, ho capito (credo) alcune cose sugli uomini che prima non sapevo, solo perché non mi ero mai soffermata a pensarci.
CINEMA
Silvio Orlando
La scelta è stata fatta all'unanimità dai membri dell'Anica. Gomorra di Matteo Garrone si prepara a rappresentare l'Italia nelle selezioni per l'Oscar per il miglior film straniero, sperando di entrare nella cinquina finale e vincere quel premio che è stato nostro per l'ultima volta dieci anni fa con La vita è bella di Roberto Benigni. E forse, come per la pellicola del comico toscano, oltre alla nomination per l'opera non in lingua inglese, potrebbe scapparci qualche altra possibilità nelle altre categorie. Certo, bisogna fare gli scongiuri perchè già altre volte, nella storia del più ambito premio cinematografico, i film più meritevoli, più belli e più artistici non solo non hanno vinto, ma non hanno ottenuto neanche la nomination con l'Academy of Motion Picture Arts and Sciences che ha preferito premiare lavori ben più modesti. Una cosa che speriamo non accada questa volta con l'Italia, perchè è da anni che il nostro Paese non si presenta alla partenza con un titolo così promettente, agguerrito e, almeno sulla carta, vincente. Certo ve ne erano altri meritevoli come Il Divo di Paolo Sorrentino (altro con Toni Servillo, che recita anche in Gomorra) o Giorni e Nuvole di Silvio Soldini. Un film come Il Divo è potentissimo, ma troppo italiano nella storia. Gomorra è la scelta più efficace perchè, pur raccontando di una vicenda che più italiana non si può, risulta appetibile anche sul piano internazionale. Si badi bene che appetibile non è sinonimo di comprensibile. Non è detto che i giurati stranieri capiscano appieno la realtà che si cela dietro gli scempi della “monnezza”, dietro le stragi di camorra, dietro la corruzione del Nord
e del Sud Italia, ma sicuramente possono essere in grado di apprezzare il lavoro di Garrone o come nuovo esempio di cinema realistico o almeno come una gigantesca storia di sangue da far rabbrividire lo Scarface di Brian De Palma con Al Pacino (esplicitamente citato nella pellicola). I membri della giuria a Cannes non hanno infatti compreso totalmente la realtà dietro la rappresentazione filmica, ma nonostante ciò gli hanno assegnato comunque il secondo premio della competizione. Un altro elemento a favore può essere anche l'eco internazionale che Napoli e tutta l'Italia hanno avuto, più nel male che nel bene, per lo scandalo rifiuti. Ovunque ne hanno sentito parlare, tutti i giornali e telegiornali hanno speso almeno due parole sull'argomento, quasi ad essere un battage pubblicitario per una distribuzione estera del film di Garrone. A ciò si aggiunga anche la recente traduzione del libro originale di Roberto Saviano in lingua inglese ed il fatto che giornali prestigiosi come il Time e The Economist lo abbiano inserito tra le opere letterarie più importanti del 2007. Le premesse ci sono tutte e la scelta di Garrone sembra essere la migliore. Non ci resta che attendere e vedere cosa succede, perchè nella competizione degli Oscar, come detto, non sempre i migliori vincono. di Armando Rotondi
Chiostro della Cattedrale, Lucca
Lucca ultimamente è stata location di un film importante di un regista prestigioso, al centro di forti polemiche: si tratta di Miracolo a Sant'Anna dell'americano Spike Lee. Si tratta di un film storico che parte dagli Stati Uniti, negli anni '80, con un impiegato di colore spara a bruciapelo a un italoamericano. L'uomo viene arrestato e nella sua abitazione viene trovata la testa di una statua che ornava un ponte di Firenze. Torniamo quindi in Toscana nel 1944 e il regista ci mostra la storia di quattro soldati di colore americani appartenenti ad un plotone composto prevalentemente da militari di colore che nel 1944 operò in Italia, sul fronte della Linea Gotica. Rimangono bloccati nella zona di Sant'Anna di Stazzema, vicino Lucca, circondata dalle forze tedesche. Il 12 agosto 1944 Si consuma qui un drammatico eccidio nel quale vengono uccisi dai soldati nazisti oltre cinquecento civili. Eccetto due settimane di riprese negli Stati Uniti, Lee ha passato le altre nove in Italia nelle zone dove avvenne il massacro, con una breve appendice di lavorazione negli studi di Cinecittà a Roma. E sempre a Lucca e nella sua provincia egli ha voluto cercare le trecentocinquanta comparse per la sua pellicola, una delle sue opere più ambiziose, sicuramente la più singolare della sua produzione. Un film che ha fatto storcere il naso, tuttavia, ad esponenti delle associazioni partigiane presenti sul territorio: una lettura, quella del regista afroamericano, che giudicano inesatta e con falsità storica, con i partigiani tra le cause del massacro, pur essendosi Lee valso della collaborazione degli storici dell'Università di Pisa in fase di sceneggiatura per adattare il romanzo di James McBride Miracle at St. Anna. ..:l'altraitalia -7 -
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AGENDA Festival della scienza - 23 ottobre – 4 novembre 2008 - Genova – Sedi varie. Un punto di riferimento per la divulgazione della scienza. Un’occasione di incontro per ricercatori, appassionati, scuole e famiglie. Uno dei più grandi eventi di diffusione della cultura scientifica a livello internazionale. Incontri, laboratori, spettacoli e conferenze per raccontare la scienza in modo innovativo e coinvolgente, con un approccio basato sull’interattività e la trasversalità degli eventi. Tredici giorni in cui l'interdisciplinarità abbraccia scienze matematiche, naturali e umane, all’insegna di una modalità didattica e divulgativa senza confini. L’edizione 2008 del Festival è interamente dedicata al tema chiave della Diversità, elemento essenziale della vita e della cultura. Per aiutare i visitatori ad orientarsi all’interno degli oltre 350 eventi presenti in programma, tutte le proposte sono state raggruppate in sei diverse aree tematiche che intendono rappresentare un virtuale percorso “narrativo” interdisciplinare rispetto ai differenti punti di vista da cui si intende analizzare il concetto di Diversità. www.festivalscienza.it Lucca Comics and Games - 30 ottobre – 2 novembre 2008 - Lucca - Centro storico della città. La proposta culturale operata da Lucca Comics, tra i principali eventi euroepei dedicati al fumetto, è ampia anche quest'anno ed è composta dalle otto mostre espositive presso il Palazzo Ducale di Lucca. Otto cammini attraverso mondi all'apparenza distanti tra di loro ma uniti dalla raffigurazione grafica e dalle "nuvole parlanti". Ecco quindi le quattro personali dedicate all'arte di Silvia Ziche, Andrea Bruno, Grzegorz Rosinski e Francois Boucq nonché una collettiva destinata ai nuovi paesi del fumetto. Quattro giorni di appuntamenti, eventi, happening, showcase e grandi nomi per questa Lucca Comics 2008. Dallo sbarco dei robottoni in piazza Anfiteatro, operato da Leo Ortolani, in onore del trentennale della prima apparizione in Italia, sugli schermi televisivi di Rai2 (allora era la "Seconda Rete"), del leggendario Goldrake, si dipana una scaletta di avvenimenti che copriranno ogni singola sfaccettatura del panorama fumettistico mondiale, a cominciare dalla lista degli ospiti che, giorno dopo giorno, si allarga. www.luccacomicsandgames.com
26° Torino Film Festival - 21-29 Novembre 2008 - Torino - Museo nazionale del Cinema e sedi varie Si rinnova l'appuntamento con uno dei principali festival cinematografici italiani, per il secondo anno consecutivo con la direzione affidata al regista e attore Nanni Moretti. Oltre alle sezioni competitive, tre imperdibili retrospettive: due dedicate ad autori che hanno fatto la storia del cinema, il premio Oscar Roman Polanski e Jean-Pierre Melville, “il più americano dei registi francesi”; la terza dedicata al movimento cinematografico inglese degli anni 80-90, che assume il nome di “British Renaissance”, periodo in cui esordiscono Neil Jordan, Peter Greenaway, Michael Radford, Richard Eyre, Terence Davies, Sally Potter, Marek Kaniewska e molti altri. www.torinofilmfest.org
Biennale Teatro - Laboratorio Internazionale di Teatro - 27 ottobre – 29 novembre 2008 - Venezia – Lido. Per la prima volta la Biennale Teatro, diretta da Maurizio Scaparro, progetta la propria attività nell’arco di due anni e attorno a un unico tema, il Mediterraneo. Due momenti diversi di attività che sono però strettamente correlati fra loro, secondo modalità nuove. Il Laboratorio Internazionale del Teatro, che si svolgerà a Venezia dal 27 ottobre al 29 novembre 2008, si sviluppa attorno all’idea di teatro come “cantiere d’arte”, in cui far germinare e sedimentare le opere di domani, offrendo allo stesso tempo ai giovani e futuri artisti la possibilità di una formazione, la trasmissione di un sapere e il confronto diretto nella ricerca. Molti dei laboratori in programma a novembre, poi, confluiranno nel quarantesimo Festival Internazionale del Teatro - che si svolgerà a ridosso del Carnevale, dal 20 febbraio all’8 marzo 2009 – questa volta in forma di spettacoli, dopo che se ne erano mostrate alcune fasi di elaborazione durante il Laboratorio Internazionale del Teatro. www.labiennale.org
MedFilm Festival 2008 - 6 – 16 novembre 2008 - Roma – Palazzo delle Esposizioni, Villa Medici, Teatro dei Dioscuri Per un luogo di mezzo dai confini fluidi com'è il Mediterraneo, MedFilm Festival ha costruito uno spazio magico, raccogliendo e documentando in 14 anni di storia il dialogo fitto e a più voci che si leva dalle sue rive. Nel 2008, Anno europeo del Dialogo Interculturale, il XIV MedFilm Festival propone un viaggio umano e culturale che dalle sponde del Mediterraneo esplora i confini di una nuova Europa, portando a Roma un ricco programma di lungometraggi, corti e documentari. www.medfilmfestival.org ..:l'altraitalia -9-
PSICOLOGIA
Ottimismo e pessimismo
Non tutte le persone guardano al futuro e alla vita nello stesso modo. Esistono ad esempio persone che tendono a guardare la vita con preoccupazione e ansia, focalizzando la loro attenzione più sulle difficoltà incontrate o da affrontare durante la giornata, piuttosto che sulle gioie da assaporare o sui
Ciascuna persona ha un proprio stile esplicativo, cioè una propria modalità di interpretare le cause degli eventi
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successi ottenuti; viceversa, ce ne sono altre che tendono a considerare la vita con serenità ed entusiasmo e sanno affrontare le difficoltà con spirito combattivo, come momenti di opportunità e crescita, più che come insidie e ostacoli insormontabili. Queste ultime, in particolare, sanno essere
costanti nel perseguire gli obiettivi, al di là degli ostacoli incontrati e degli errori commessi, e sono capaci di puntare più sulla speranza di successo che sulla paura del fallimento. In genere qualifichiamo le prime come persone pessimiste, le seconde come ottimiste. Nell'ambito della psicologia molte ricerche hanno cercato di capire se e come questi due diversi modi di guardare la vita possano avere delle ripercussioni sulla salute, il successo nell'ambito lavorativo, e nella vita in genere, e in definitiva il benessere psico-fisico delle persone. I risultati di queste indagini sono spesso sorprendenti. Svariati studi hanno messo in luce come i pessimisti si arrendano più facilmente di fronte alle difficoltà, abbiano meno successo nel lavoro, cadano più spesso in depressione e si ammalino più facilmente. Al contrario si è visto come persone ottimiste rendano meglio nello studio, nel lavoro e nello sport. Inoltre sembra che gli ottimisti siano più abili nei test attitudinali e tendano ad essere scelti più spesso dei pessimisti quando concorrono a cariche politiche o dirigenziali. Infine si è rilevato come le persone ottimiste godano di uno stato di salute eccezionalmente buono: infatti sembra che il loro sistema immunitario sia più efficiente per cui si ammalano di meno, invecchiano meglio, in quanto risentono meno dei consueti malanni fisici della mezza età, e quindi vivono più a lungo. Da quanto si è detto appaiono immediatamente evidenti i vantaggi dell'essere ottimisti. Tuttavia, a questo punto, è quasi d'obbligo porsi alcune domande: innanzitutto, perché alcune persone sono ottimiste e altre sono pessimiste? E ancora, nel momento in cui ci si dovesse scoprire pessimisti, dobbiamo ipotizzare di essere destinati a rimanerlo tutta la vita o possiamo sperare di poter diventare ottimisti? Queste domande sono molto complesse, tuttavia è possibile cercare di dar loro una risposta sulla base di quanto Martin Seligman, un autorevole studioso del settore, ha messo in luce nel corso dei suoi studi decennali. Innanzitutto, questo autore sostiene
che alla base di queste due modalità di guardare la vita ci siano due elementi: da un lato la sensazione di poter esercitare o meno un controllo sugli eventi, dall'altro il modo con cui ci spieghiamo ciò che ci accade. In questo senso, le persone che si vivono come impotenti, ossia le persone convinte che qualsiasi cosa possano fare non servirà per raggiungere quanto vogliono, saranno con maggiore probabilità più pessimiste delle persone che, al contrario, credono di poter modificare circostanze ed eventi così da raggiungere obiettivi e successi ipotizzati. Tuttavia la percezione di sentirsi impotenti o meno, capaci di controllare ciò che ci accade o meno, non origina dal nulla, ma si costruisce a seconda del modo in cui ciascuno si spiega gli eventi negativi o positivi con cui ha a che fare nella vita. Seligman, a questo proposito, ritiene che ciascuna persona abbia un proprio stile esplicativo, cioè una propria modalità di interpretare le cause degli eventi. Tale modalità, a suo avviso, origina dalla visione che ciascuno ha del proprio posto nel Non tutte le persone guardano al futuro e alla vita nello stesso modo mondo, dal percepirsi come persona degna di valore e meritevole oppure indegna e immeritevole. Nel primo caso avremo facilmente a che fare con una persona ottimista, nel secondo con una pessimista. Ottimisti o pessimisti non si nasce, ma lo si diventa. In effetti, secondo Seligman, l'ottimismo può essere appreso e quindi, con sollievo di tutti i pessimisti, anch'essi possono sperare di diventare un giorno ottimisti… a patto che imparino una serie di abilità. Come è possibile? Ci sono diverse strategie che possono essere utilizzate. Innanzitutto occorre riconoscere che, per spiegarsi un determinato evento negativo, si sta utilizzando uno stile esplicativo pessimista. Dopo aver raggiunto tale consapevolezza, è possibile adottare due strategie per trattare la credenza o spiegazione pessimista. ..:l'altraitalia -11-
* La prima è molto semplice: consiste nel distrarsi, nel focalizzare la propria attenzione su pensieri diversi da quelli legati alla propria credenza, cercando per quanto possibile di interrompere i pensieri negativi. In questo senso può essere utile, in presenza di pensieri pessimisti, visualizzare nella propria mente l'immagine di un grosso STOP rosso che contrasti i pensieri negativi. * La seconda strategia al contrario, sebbene sia un po' più difficile, è probabilmente più produttiva a lungo termine: consiste nel cercare di mettere in discussione le proprie credenze pessimiste. In questo caso la prima operazione da compiere è quella di prendere le distanze dalle credenze qualificandole appunto come credenze quindi come assunti che possono corrispondere o meno alla realtà. Per fare un esempio, solo perchè si ha paura di non essere adatti ad un determinato impiego, non è detto che sia effettivamente così. In questo senso è opportuno innanzitutto, prendere le distanze da questa credenza, sospendendo il giudizio; in secondo luogo è necessario mettere tale credenza in discussione, così da stabilire se essa sia vera o meno. Per fare ciò si possono seguire le quattro modalità indicate: 1. Raccogliere prove che dimostrino la fondatezza o meno della credenza; 2. Raccogliere spiegazioni alternative alla credenza. Ad esempio un insuccesso può essere spiegato in molti modi, non necessariamente con la credenza pessimista che abbiamo in mente; 3. Evitare di catastrofizzare. Anche se ci si dovesse accorgere che i fatti non sono sempre dalla nostra parte è importante, come si suol dire, non fare di tutta l'erba un fascio! e quindi circoscrivere l'insuccesso o la credenza ad un determinato ambito; 4. Imparare dagli errori. In questo senso è importante saper imparare dall'esperienza e quindi utilizzare gli errori commessi come suggerimenti che possano esserci d'aiuto a migliorare la prestazione in futuro. di Silvana Lenzo
POLITICA
In seguito all'audizione del sottosegretario di Stato per gli affari esteri, Alfredo Mantica, tenutasi a Roma il 25.9.08, richiesta dal Comitato permanente sugli italiani all'estero che lei presiede, vi è molta apprensione tra i connazionali. I tagli previsti in finanziaria 2009 sono pari a circa 50 milioni di Euro. Questa drastica riduzione permetterà ancora di mantenere i legami istituzionali con lo Stato centrale? Sono molto preoccupato per i tagli annunciati in "finanziaria" perchè alcune voci - come l'assistenza diretta ed indiretta - vengono ridotte in maniera molto, troppo pesante. Posso capire il momento di necessario contenimento delle spese, ma credo che sia comunque necessa-
rio un riequilibrio di alcune voci che non possono essere ridotte in maniera così drastica. È vero che la gran parte di queste spese toccano poco la realtà dell'emigrazione europea e di più quella sudamericana, ma è altrettanto vero che là c'è molto bisogno di un intervento del governo italiano, soprattutto sui settori più anziani delle nostre comunità. Stiamo cercando di ottenere garanzie dal Ministero per recuperare su alcuni capitoli di spesa e speriamo di riuscirci. Lei ha proposto alla Commissione Esteri della Camera il rinvio delle elezioni dei Comites e del C.G.I.E. Da più parti questa sua proposta viene vista come un atto poco rispettoso delprocesso democratico che na-
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sconde, verosimilmente, un altro disegno. Ci vuole aiutare a capire? C'è poco da capire e non c'è nulla di misterioso: i Comites scadranno nel marzo del 2009, vanno assolutamente rinovati ma è opportuna una revisione dei criteri per la loro elezione anche perchè sta cambiando la nostra rete consolare. Inoltre i componenti dei Comites eleggono il CGIE, un organismo che è stato pensato quando non esistevano i parlamentari eletti all'estero. Occorre tenerne conto e cambiare la legge adeguandola alla mutata realtà. Razionalmente una nuova legge non può essere votata entro due mesi e quindi è più logico iniziare subito a rivederla tutti insieme (credo che non vi siano
no anche la già sofferente rete consolare, gli enti gestori dei corsi di lingua italiana nel mondo, il contributo per l'assistenza diretta ai connazionali indigenti ed altro ancora. Bisogna credere a coloro che dicono che lo Stato italiano ci sta abbandonando?
differenze importanti tra il pensiero di maggioranza ed opposizione) e votare per i Comites subito dopo. Oltretutto si risparmieranno almeno 4 milioni di Euro, una somma tutta da girare - come è stata mia esplicita richiesta ed accettata dal Governo sui contributi 2009 alle nostre comunità all'estero, recuperando così una parte dei "tagli" in finanziaria. Mi sembra una cosa logica... Pongo poi una domanda un po' provocatoria: dopo gli ennesimi scandali sulla elezione dei parlamentari all'estero riproduciamo ancora la formula del voto per corrispondenza? Dunque lei ritiene vi sia una sovrapposizione di ruoli tra CGIE e parlamentari eletti allo estero e che occorre una riforma prima delle elezioni? Non ha senso votare e poi cambiare la legge! Un punto fondamentale è anche chiarire bene i compiti ed i limiti dei rapporti tra Comites e Consolati, al fine di evitare discussioni e polemiche, periodicamente all'ordine del giorno. Sostanzialmente la formula dei Comites però può anche andar bene e non servono grandi cambiamenti. La struttura del CGIE invece è radicalmente da modificare perchè dovrebbero essere i 18 eletti all'estero a rappresentare le nostre comunità, altrimenti cosa sono stati eletti a fare ? Manteniamo allora il
CGIE - che può avere comunque una sua utilità - ma riduciamone drasticamente i componenti (ad esempio eliminando tutti i membri di nomina partitica e governativa) ed inseriamoci invece i parlamentari eletti all'estero passando dai quasi 100 membri attuali a poco più della metà. Personalmente ridurrei anche il ruolo dei patronati, gli unici che tuttora hanno a disposizione somme ingenti e che non sempre ottimizzano queste disponibilità, vedi capitolo "corsi di formazione"... Nel mese di dicembre avrà luogo a Roma la Conferenza dei giovani italiani nel mondo. Non vi è un'incongruenza tra questa iniziativa e gli importanti tagli previsti che, presumibilmente, non permetteranno l'attuazione di eventuali iniziative originati in quella sede? La Conferenza è un evento da lungo atteso, che era stato promesso, che ha propri capitoli di bilancio e che andava e va realizzata. Credo che sarà utile se verranno inviati giovani veramente espressione delle diverse comunità e non amici e parenti di chi comanda nei Comites o nei Patronati. Stiamo studiando un programma serio e mi auguro che questo incontro serva a capire i desideri di questi "Italiani dell'estero" molto diversi dai loro nonni. I tagli in questione interesseran-
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La responsabilità è del governo Berlusconi o di chi ha creato il piu alto deficit di bilancio del mondo in rapporto agli abitanti? Bisogna tagliare gli sprechi ovunque ci siano e quindi anche nelle strutture all'estero cercando di spendere bene il poco che c'è. Avrei tante idee su come spendere meglio questi soldi...ecco: se almeno su questo i Comites potessero dire con serietà la loro opinione! Circa la rete consolare in parte è obbiettivamente superata nel senso che non serve più molto "l'ufficio anagrafe", soprattutto in Europa, mentre altri ne devono essere aperti nel mondo in una logica di promotion dell'Italia in molti paesi emergenti... Lo stato deve stare vicino agli italiani nel mondo ma è altrettanto vero che oggi gli italiani all'estero sono molto diversi da quelli di qualche decennio fa... Nell'ambito di queste misure di riduzione dei costi è forte il ricordo dei precisi impegni presi dal Governo rispetto ad una riduzione sostanziale dei parlamentari. Non vi sono però più state iniziative o progetti in questa direzione (e siamo stati piuttosto pignoli nella ricerca di notizie in questo senso). Vi saranno delle novità e quando? La riforma costituzionale è già ripartita nel suo iter in questa legislatura, conferma nel suo testo la forte riduzione del numero dei parlamentari. È un aspetto voluto da tutti, si farà. Faccio sommessamente notare che se la sinistra non avesse voluto a tutti i costi indire un referendum due anni fa solo per polemizzare con Berlusconi e contrastare la riforma che avevamo già votato in Parlamento in modo definitivo nella 14a legislatura la nuova Costituzione Italiana sarebbe oggi già operante e quindi questo capitolo sarebbe già applicato...
CHIARAMENTE...NO fa finta di non avere voglia di pensare. Noi così presi da tutto il resto, mentre “il tempo si consuma in meschine minuzie” … e scusate se leggo Dorian Grey. Infine non ci ho pensato veramente più, mi sono seduta sul divano e ho ritrovato l’orecchino. Così come si trovano sempre le cose perdute. Smettendo di cercare.
Chiara Morassut Ho perso un orecchino tempo fa. L’avevo raccolto per terra in un castello da queste parti. Ci eravamo piaciuti. L’ho usato qualche mese. L’ho perso una sera, durante un concerto leggermente movimentato. Siamo usciti e l’orecchino non c’era più. L’hai cercato, mi hanno chiesto. Un po’, ho risposto. Poco, credo che fosse il suo destino: tornare nel limbo degli oggetti perduti, farsi trovare da qualcun altro. Poco male. Ho ritrovato un orecchino. Pensavo di avere perso anche lui, cominciava a diventare un problema. Mi sono accorta della sua assenza a casa di un’amica, all’inizio di un sabato sera come un altro, concluso con il solito kebab alle sette di mattina. Ma a questo di orecchino ci tenevo e allora eccomi il giorno dopo, appena sveglia, vestita a caso e occhiali da sole per nascondere una me stessa stropicciata e senza trucco, fare la strada al contrario guardando per terra. Come se qualcuno avesse mai ritrovato veramente qualcosa facendo la strada al contrario guardando per terra. E infatti. Sono tornata a casa mestamente dicendomi che in realtà non mi piaceva poi tanto, senza riuscire a essere convincente neanche con me stessa. E ho provato a dimenticare, così come si cerca di dimenticare qualcosa di non più nostro a cui si
Dr. Oetker Un nuovo ricettario
A questo punto dovrebbe venire una morale, qualcosa sul lieto fine che a volte c’è anche per chi non ci crede, qualcosa sul fatto che nella vita, in fondo, è tutta una questione di aspettative e, in fondo, è proprio quando non ne hai più che ti fa maggiormente piacere vederle realizzate. Questo trafiletto però non sopporta le morali, e a dire il vero in questo momento si sente un po’ malinconico, perché anche qui è tempo di cose (quasi) perdute, o peggio (quasi) volontariamente lasciate, e ritrovarle non sarà così facile. Quindi questo trafiletto, ma solo per questa volta, si permette di cullarsi nella nostalgia preventiva per qualcosa di non ancora lasciato, ma in procinto di. Hai voglia poi a dire che i ricordi conservano solo il bello delle cose, che il tempo cancella i lati oscuri. Prima di andartene, stai più male di quando te ne sei andato. Inizi con largo anticipo a ripetere a tutti “Ma tanto non ci perderemo, vero?”, e sai che almeno nella metà dei casi vi perderete, invece, e anche presto, perché va sempre così. Di solito, speri in un ritorno, ma di solito, tempo due mesi, già non ci speri più. Potrebbe essere che prima o poi rifaccia la strada al contrario guardando per terra. E, in quel caso, vi farò sapere se ritrovo qualcosa. Per il momento si sente solo odore di pioggia. ..:l'altraitalia -15-
62 sfiziose ricette originali di ogni paese e di ogni regione
SOCIETÀ
In settembre si è tenuto a Lione per una settimana il seminario/convegno europeo dal titolo «Per quale persona? Nella diversità dei percorsi di condivisione e solidarietà», organizzato dalla fondazione Migrantes, dalle Acli- Fai e dall’Inas - Cisl. Tali enti hanno deciso di promuovere quest’iniziativa di confronto, per coinvolgere operatori pastorali e sociali e responsabili delle
associazioni per un momento formativo, potendo contare sui veri protagonisti dell’emigrazione italiana in Europa col desiderio di lavorare insieme al servizio della persona per il vero bene comune. Ci si è trovati per analizzare la società in cui viviamo e, partendo ciascuno dalla propria esperienza, si è posta l’attenzione sulle trasformazioni culturali, politiche, del lavoro,
Come recuperare la "cattolicità" allora? Si potrebbe partire per cerchi concentrici che si espandono progressivamente per valorizzare i doni che la Chiesa, presente in tutti i paesi del mondo, offre ritrovando per esempio il suo aspetto armonico, partendo dall’unità tra cattolici, ortodossi e protestanti, per collaborare sul tema dei poveri, della pace, dello sviluppo sostenibile. Un ulteriore apporto a questa causa potrebbe risiedere anche nella ricerca di una lingua comune per le celebrazioni eucaristiche all’estero, come il latino. Forse non sarebbe meglio l’inglese?
dell’appartenenza religiosa, del Welfare e dei nuovi processi di mobilità delle persone. Il compito dei relatori nel corso dei differenti interventi è stato quello d’indirizzare i membri dei vari gruppi di discussione a prendere in seria considerazione «quale persona» vogliamo mettere al centro delle nostre attenzioni. Sono state privilegiate tre piste di approfondimento: cittadinanza attiva, servizio alla persona, annuncio del vangelo nel territorio nel quale viviamo e operiamo quotidianamente. In quest’ultimo orientamento ci si è potuti avvalere dell’intervento di Monsignor Aldo Giordano, inviato speciale e osservatore permanente della Santa Sede al Consiglio d’Europa, che ha parlato del ruolo e delle posizioni della Santa Sede nei confronti del problema del Welfare Punto focale del suo intervento: recuperare la dimensione comunitaria della nostra religione cattolica, attraverso un’adeguata formazione e aggiornamento, riscoprendo l’importanza della domenica e del ruolo delle Missioni cattoliche all’estero, che devono restare punto di riferimento delle comunità italiane. Dopo questa riflessione l’occasione è stata propizia per porre qualche domanda a Mons. Giordano sul futuro del cristiano all’estero, prendendo spunto dalle sue indicazioni: Monsignor Giordano lei ha parlato di risolvere i dualismi tra chiesa universale e locale, parrocchia e missione, in che modo si possono mettere insieme queste ricchezze? Le prime responsabilità vanno ai vescovi e ai sacerdoti, che all’interno delle varie diocesi devono invitare alla riflessione su questo tema, insieme ai missionari e ai rappresentanti laici della comunità, cercando ciò che ci unisce e non ciò che ci divide
Ma no, parlo di una base comune, magari la lingua latina appunto, e il resto bilingue italiano- lingua del paese di residenza della missione; e bisognerebbe poi introdurre anche lo stesso repertorio di canti uguale in tutti i paesi stranieri, per animare le celebrazioni. E come conta la Chiesa di coinvolgere di nuovo i giovani che si allontanano sempre più dagli ambienti cattolici, specie all’estero? Non sono d’accordo sul fatto che i giovani d’oggi si stiano allontanando dalla Chiesa, semplicemente partecipano in maniera diversa, ad esempio con pellegrinaggi e visite ai santuari; quello che bisogna fare è piuttosto ritrovare “cammini stabili” di catechizzazione ed evangelizzazione a cui la gente possa regolarmente accedere. Qual’è il ruolo della donna oggi nella Chiesa Cattolica? Non bisogna dimenticare che la nostra Chiesa è strutturata secondo Ministeri ordinati (ad esclusivo accesso degli uomini), atti a garantire la continuità del Vangelo e la vicinanza della donna, in questo contesto, potrebbe “sbilanciare la struttura”. Questo non vuol dire che la donna non occupi comunque un ruolo di rilievo nella Chiesa, al contrario, da sempre ne rappresenta la sua essenza: la donna è vita, è generazione. Quindi è ancora prematuro prevedere ruoli di responsabilità per la donna nella Chiesa d’oggi? Direi di sì, ma forse non impossibile, anche se non bisogna dimenticare che in realtà nella storia della Chiesa figure di donne come Chiara Lubich e Madre Teresa di Calcutta, non hanno avuto bisogno di incarichi di “potere” per ricoprire ruoli eminenti e restare nel tempo esempi indelebili per il resto della comunità cristiana. Queste dunque le posizioni della Chiesa in merito a temi sempre attuali per i quali, forse, le riflessioni non saranno mai sufficienti. di Ilaria Ricco
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Quarant'anni e non li dimostra. Anzi, ogni anno che passa diventa più forte, più bella, più affascinante ed intrigante: la Barcolana, storica regata triestina che ha spento da poco le sue prime quaranta candeline. La Signora del golfo di Trieste nasce nel 1968, nella sede di un circolo velico di recente costituzione, da un’idea vincente di alcuni soci appassionati di mare e prende il nome da “Barcola” il sobborgo lungomare ove il circolo ha sede. Un’idea vincente, tanto semplice nella sua genialità da lasciare attoniti: fare una regata aperta a tutti e libera, al motto di “prendi la barca, issa le
vele e vai”. Per parteciparvi non occorreva necessariamente essere campioni, navigati lupi di mare o possedere grosse imbarcazioni: poche regole, l’amore per la vela, il rispetto per l’avversario e un pizzico di competizione, ecco gli ingredienti necessari per prendere parte alla regata. In quel lontano 1968 alla partenza si presentarono 51 concorrenti, già un successo. Venti di Bora e Libeccio si alternavano nello specchio d’acqua di fronte alla città per quella che sarebbe stata la prima delle tante Barcolane che ogni anno, puntuali la
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seconda domenica di ottobre, animano quell’angolo un po’ appartato della vecchia Europa. Alla quinta edizione i partecipanti erano già raddoppiati e con il passare del tempo questa festa del mare ha assunto dimensioni e caratteristiche internazionali, con equipaggi provenienti da tutto il mondo, divenendo così simbolo della città. La Barcolana è Trieste.
Ad oggi sono i numeri a suggellare il successo di questa manifestazione: quest’anno si sono iscritte più di 2000 imbarcazioni, suddivise per classi
d’appartenenza a seconda della lunghezza e visitatori e curiosi hanno affollato le rive e i moli della città per ammirare da vicino i gioielli della tecnologia che regatano nel Golfo, compresi scafi ed equipaggi di Coppa America. Intorno alla Barcolana sono nate nel corso degli anni manifestazioni ed eventi che, nella settimana prima della competizione anticipano l’emozione e contribuiscono a far salire l’attesa, come la Barcolina, regata dedicata ai più piccoli o i concerti serali in Piazza Unità
quest’anno dedicati particolarmente al pubblico dei giovani: protagonisti Elio e le Storie Tese e Fabri Fibra. La prima edizione della regata nel 1968, la più drammatica nel 2000, quando venti di Bora “scura” causarono una dozzina di disalberamenti, due barche rovesciate, vele strappate e uomini in mare. L’edizione del 2008 ha, al contrario, una grande assenza: quella del vento. Calma piatta e buchi d’aria hanno rallentato “la corsa” ma senza toglierle spetta-
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colo. Essere a bordo di un’imbarcazione che prende parte alla Barcolana significa vedere da vicino letteralmente migliaia di vele colorate spiegarsi al sole, i campioni internazionali mettere in atto tattiche e manovre per affrontare al meglio il campo di regata (un trapezio) e godersi una giornata di mare, sport ed osservare le meraviglie di Trieste, come il Faro della vittoria, la Lanterna, (il vecchio faro di Trieste) o il castello di Miramare da una posizione davvero privilegiata. Rossana Seghezzi
Nespresso, il pioniere nonché leader mondiale del caffè porzionato di altissima qualità, inaugura il 6 ottobre 2008 la sua nuova campagna, che vede il vincitore dell'Oscar George Clooney interpretare un eminente ruolo secondario. Sì, perché il protagonista della campagna non è il carismatico divo di Hollywood, e nemmeno le due altrettanto affascinanti attrici Katy Saunders e Jennifer Rose, bensì l'esperienza sublime del caffé Nespresso. Il finale umoristico dell'ultimo cortometraggio "The Capsule" è ancora aperto e a deciderlo non sarà solo il regista Guy Ritchie, ma gli stessi membri del Club Nespresso. Dal 6 ottobre 2008 essi hanno infatti la possibilità di scegliere tra due diversi epiloghi della storia, e quindi di concorrere a determinare la versione definitiva dello spot TV che dal 1 novembre
farà il suo ingresso sugli schermi televisivi di tutto il mondo. L'ultimo – e già il terzo - spot di Nespresso, anche questa volta prodotto dagli studi McCann Paris, si riallaccia ai temi dei due spot precedenti ed illustra in modo impressionante la relazione che nel corso degli anni passati si è instaurata tra George Clooney, il regista Guy Ritchie e Nespresso. Con ammiccante ironia, Ritchie antepone lo charme del caffè a quello del carismatico divo di Hollywood, che passa elegantemente in secondo piano. Questo leitmotiv ritorna anche nella terza campagna stampa, lanciata con successo all'inizio di settembre 2008 e realizzata anche questa volta dal noto fotografo Sam Jones.
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Gli oltre venti anni di successo che hanno segnato la storia di Nespresso si basano sulla trilogia composta dai migliori Grand Cru di caffè del mondo, macchine da caffè di alto design e facile utilizzo e un servizio clienti ineccepibile. A quest'ultimo contribuisce lo stretto rapporto con i membri del Club e il loro coinvolgimento nei più svariati ambiti dell'azienda. Per questo Nespresso ha avuto un'idea speciale per la sua terza campagna pubblicitaria con George Clooney: a maggio 2008 tutti i membri
del Club di Austria, Francia, Germania, Italia e Svizzera appassionati di cinema sono stati invitati a partecipare ad un casting per due ruoli secondari nel cortometraggio. A giugno, tra i 7'200 aspiranti, sono state scelte le due comparse, la zurighese Nicole Achermann e l'austriaco Martin Luschin. I due fortunati vincitori sono stati invitati da Nespresso a trascorrere un esclusivo soggiorno a Milano, dove hanno avuto la possibilità di guardare dietro le quinte di un set cinematografico e di stare davanti alla telecamera accanto a George Clooney. Le riprese, durate tre giorni, hanno avuto luogo a Milano, in zona Garibaldi, su uno speciale palcoscenico allestito per riprodurre una Boutique Nespresso. Solo la progettazione, il design e la realizzazione dell'arredamento della boutique hanno richiesto tre settimane di lavoro. Un team di circa 30 persone ha lavorato al suo allestimento, sistemando le oltre 20'000 capsule di Grand Cru utilizzate sul set.
FRECCIATINE
"Tutto deve cambiare affinchè tutto resti come prima"
Certo che non è facile mettere mano alle riforme, in tutti i sensi, che si declamano in campagna elettorale. Il Governo comunque dà segni di buona volontà e qualche progetto ed azione di riforma la mette in atto. Per quanto mi attiene, in base al favoloso contratto che mi lega con "visto da laltraitalia.eu" (roba da milioni di Euro...), mi sono soffermato su qualche indicazione avuta sul tema (vedi titolo) e mi sembra che, nel panorama politico generale, si riproponga un antico modo di operare: "tu sei al Governo e qualunque iniziativa tu faccia io, opposizione, te la boccio!" Veltroni ha tentato di fare qualcosa d'altro, di nuovo: "maggioranza, facciamo un patto di convivenza corretta ed
educata. Faremo l'opposizione costruttiva e motivata pensando che il Popolo, i nostri ed i vostri elettori, vogliano percorrere questa nuova strada. Una strada moderna e di buona volontà, per costruire insieme soprattutto sui grandi temi. Ci vogliamo provare!" Ma sta andando veramente cosi? - devo annotare cifre, bilanci e provvedimeti, senza molti commenti, in maniera asettica? - devo annotare cifre, bilanci e provvedimenti e poi interpretarli come un ...riformista? - devo annotare cifre, bilanci e provvedimenti e poi interpretarli come un ...liberale ? - commentare il tutto, quindi, sostenendo l’interpretazione di una delle ..:l'altraitalia -22 -
parti per compiacerla? - ma quale? In che modo? Per far capire e mettere in discussione o per nascondere, velare, trovare definizioni trasversali per non urtare la suscettibilità della parte che pensa di ritenersi lesa o abbandonata dai rappresentanti del buon Dio? Io sono di quelli che pensa che gli italiani, quelli all’estero in prima fila, visto che con il giornale ci indirizziamo soprattutto a loro, non debbano venire trattati, e non lo sono assolutamente, da balordi, a nessun livello. Non lo sono da sempre! Non lo sono stati quando dovevano lasciare il loro Paese per andare a sfamare la famiglia in Paesi lontani, non lo sono ora che devono affrontare tante situazioni difficili,
non lo saranno in futuro quando dovranno affrontare le sfide, nelle loro sfumature positive e/o negative della globalizzazione, quella vera, che sta arrivando, non quella solo accennata ed evidenziata da qualche macro-fenomeno in questi ultimi anni . Sono un grande Popolo di artisti, poeti, navigatori e, soprattutto, al di là della retorica, di lavoratori, di innamorati della famiglia, della loro Patria, del e con il loro grande orgoglio, della e con la loro fantasia, del e con il loro intelletto colmo di forza, di perseveranza, di grandi intelligenze, depositari di enorme cultura. Attenzione a definire gli italiani popolo ...bestia, attenzione a menarlo per il naso giorno per giorno, per anni e decenni con i soliti logori ritornelli ed intrallazzi che i politici pensano di dare in pasto, soprattutto, al popolino che non capisce, che sta supino, che non contesta. Attenzione perchè per anni il popolo ha vissuto ed è sopravvissuto, si è evoluto con i propri soli mezzi, con le sue sole risorse, informalmente ignorando di fatto il mondo politico e, in fondo, lo Stato (e da qui qualche anomalia nel modo di seguire, forzatamente, "percorsi puliti"). Attenzione politici: gli italiani stanno (guarda un po’), forse per la prima volta nella loro storia, pensando "collettivo", sempre più all'unisono. Attenzione politici, vi state scavando la vostra fossa: il giorno in cui il popolo si compatterà escludendovi di fatto e definitivamente, sarà per voi la fine! Una nota di colore (come sono serioso questa volta!?!) viene anche dalla preparazione "intellettuale" dei rappresentanti del Popolo italiano. Un servizio delle "iene", programma televisivo su Italia1, ha posto alcune domande, nemmeno troppo difficili, di nozionistica ai precitati. Disastro totale! Chi era Darwin: boh! ...o....quello della legge di gravità...chi è Bernanke:...l'avversario di Diabolik!....ecc. cc. Mandela: un politico brasiliano, Consob: boh!... Darfur..boh ! Bella roba! Sento già gli intellettuali e gli intrallazzatori di lungo corso commentare: "Giovanni Battista: stai dicendo ..."cavolate..."! Attenzione classe politica ed intel-
lettuali: state giocando con il fuoco. Convertitevi! Domani potrebbe essere già troppo tardi! Dopo questa dissertazione folle (debolezza senile data la mia anagrafe) e ritornando al tema da trattare, mi domando, per esemplificare: - era necessaria, per il PD, la coalizione con Di Pietro, che sembra ora fortunatamente interrotta? Non si era ancora insediato il nuovo Governo ed il nuovo Parlamento che Di Pietro già scatenava l'ira di Dio (il mio Capo!) più contro Veltroni stesso, meno contro il Governo! Possibile ? - Per la spazzatura a Napoli l'opposizione, pur giudicando positivamente l'iniziativa, ha avuto da ridire per l'uso di certe discariche più che di altre ed ha, comunque, criticato "l'esportazione" di parte della spazzatura, l'intervento dello esercito..... - Per Alitalia il PD con i sindacati, uno in particolare, ha combattuto con tutti i sistemi la soluzione governativa dimenticando che la trattativa originale con Air-france era andata a farsi friggere oggettivamente per colpa dei sindacati e non per colpa dell'allora opposizione, anche per diretta ammissione del grande capo della compagnia di bandiera francese. Quanto accaduto in quei giorni (prima della soluzione poi trovata) è stata una campagna semplicemente e, a prescindere, "contro".... - Per la scuola, inclusi i loro Istituti all'estero, se ne è fatto un tema vitale nel loro Paese; anche in questa occasione, comunque semplicemente "contro" a prescindere, sono stati portati in piazza centinaia di ragazzi e bambini a contestare le misure del Ministro Gelmini, travisando i contenuti scritti delle misure e quindi tentando di far credere al Popolo (nuovamente, con perseveranza), che la contestazione era giusta , portando commenti che non hanno senso, visto come i motivi addotti contestavano e contestano provvedimenti non contenuti nella precitate misure (per una volta mi sono fatto leggere da "voiggiù", parola per parola il testo dei ..:l'altraitalia -23 -
provvedimenti proposti dal Ministro). Più di un servizio televisivo ha dimostrato che, di fronte alla domanda del giornalista, l'intervistato non aveva le idee chiare sul come e cosa rispondere! - Qualcuno all'interno dell'opposizione (PD) tenta di correggere il tiro ora sbilenco di certe "campagne" e così, come precisato sopra, qualcuno ha suggerito a Veltroni di "tagliare" con Di Pietro, qualcun'altro, forse ancora più potente del primo, ha consigliato di "rimuovere" due poltrone "roventi", facendo... dimissionare Cofferati a Bologna per farlo stare a... casa ed Epifani... per farlo smettere di fare .. cavolate che come un boomerang si ritorcono contro lo stesso PD. Per il Popolo questo poteva rappresentare un segnale di cambiamento, di corretta partecipazione al gioco democratico ma, aihmè, pia è la speranza, considerando che per i due precitati è già pronta... una poltrona a Bruxelles. È dura ragazzi! Comunque, nuovamente attenzione politici e governatori: alle passate elezioni il Popolo ha già fatto sparire la sinistra! Molti di sinistra hanno votato Lega (di destra), alcuni volevano fare i furbi ( i... centristi...) per avere i numeri per mettere in difficoltà il Berlusca ed ora annaspano, non sanno più ne di carne ne di pesce ne di DC ne di Margherita, ne di Popolo delle Libertà...... Ritengo fondamentale prestare la massima attenzione a questi segnali, sia per la destra che per la sinistra! Non darei più tanto per scontato quanto declamava il Principe di Casa Salina, Don Fabrizio, nel famoso romanzo di Giuseppe Tommasi di Lampedusa, il Gattopardo: "tutto deve cambiare affinchè tutto resti come prima!" Meditiamo governatori e politici, meditiamo..... di Giovanni il Battista
SOCIETÀ
Racconto a puntate di Isabella Pileri consigliato anche intelligenti.
Capitolo 1
Il mobbizzato furbo ed il suo opposto: chi sono? Prima di entrare nel vivo della lettura, è utile capire quale è il tuo Karma nel mondo del mobbing, oppure a quale categoria appartiene il furbetto che ti rende la vita difficile. Questo ti serve anche per poter utilizzare al meglio i consigli del manuale. Puoi scegliere infatti il profilo che più ti corrisponde o che corrisponde a quello che volete diventare. Hai letto questo articolo in preda ad un raptus di attrazione fatale nei confronti dell’argomento, senza un motivo apparente, ma hai un unico neurone e ti funziona anche male? In questo caso allora vuol dire che non hai chiaro lo scopo che vuoi raggiungere.
a quelli che pensano di essere
Può capitare infatti di scoprire di aver sbagliato, ad una prima valutazione, la scelta del proprio profilo. Il test è anche indicato al capo ufficio che sospetti di essere vittima di uno pseudo-mobbizzato furbo, all’impiegato che non ha voglia di lavorare, a chi è troppo ambizioso per rimanere solo un semplice dipendente. Sotto la categoria che ti corrisponde, troverai indicato anche il profilo di chi “sta dall’altra parte della barricata”. Potrai leggere nel prossimo numero anche quel profilo per scoprire i punti deboli del tuo “nemico” e poter neutralizzare i suoi devastanti effetti. Ma rispondi alla domanda entro quattro secondi! Se non lo farai potrai correre due rischi:
Niente panico: ho pensato anche a te!
quello di ottenere un risultato poco sincero e…quello ritrovarti con la matita infilata nel naso.
Basta fare il semplice test che trovi qui accanto e che è
Buon lavoro!
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DOMANDA
SI
NO
a- Ti capita spesso di pensare come sarebbe bello il mondo senza lavoro b- Di notte ti capita di sognare i colleghi/il capoufficio che ti ridono in faccia c- Ogni volta che scrivi ad un dipendente, questo non ti risponde mai oppure ti manda decine di email di accuse d- Se il dipendente ti chiede un permesso, gli rispondi molto tempo dopo dalla data alla quale si riferiva il permesso e- Contesti ogni tipo di ordine del capo solo per rallentare il lavoro o non svolgerlo f- Il capo ti boccia qualsiasi lavoro svolto basandosi su delle quisquilie g- Il dipendente va in congedo per malattia appena inizia un periodo di superlavoro h- Minacci spesso il dipendente di dargli una sanzione, ma solo a parole e senza che ci siano testimoni nelle vicinanze
Ora che avete finito di fare il test, per ogni risposta affermativa attribuite uno dei punteggi indicati sotto:
Profilo n.0 = vittima di un vero mobbing Profilo n.1 = capo ufficio mobbizzato dal dipendente pseudo-mobbizzato Profilo n.2 = mobbizzatore furbo Profilo n.3 = pseudo-mobbizzato furbo
a. 3 b. 0 c. 1 d. 2 e. 3 f. 0 g. 1 h. 3
Non devi assolutamente dimenticare il punteggio che hai realizzato fino al prossimo numero o, per evitare il peggio, riponi la rivista in luogo sicuro. Nel prossimo numero potrai leggere, con dovizia di particolari, il tuo profilo. SarĂ interessante scoprire anche il profilo che appartiene al tuo nemico. ..:l'altraitalia -25 -
Genova, ore 9,00: la gigantesca macchina del salone Nautico Internazionale inizia a scaldare i motori il giorno 4 ottobre, con una quarantottesima edizione all’insegna della qualità e dell’innovazione. Sono oltre 1500 gli espositori presenti di cui il 37% provenienti da paesi esteri e si contano ben 600 novità in anteprima. Il Salone Nautico quest’anno ha ampliato la sua offerta ospitando anche espositori di accessori, componentistica, strumentazione elettronica e motori, strizzando un occhio al turismo, ai servizi, allo shopping ma anche al rispetto dell’ambiente, soprattutto nella costruzione delle infrastrutture utili
alla nautica, come i porticcioli turistici. Ma il Salone nautico non è solo commercio e turismo: nella sala del padiglione b della Fiera di Genova, opera del famoso architetto contemporaneo Jean Nouvel, è siglato, di fronte ad un imponente numero di giornalisti e di autorità, l’Accordo di Settore tra Ministero dello Sviluppo Economico e UCINA (Unione Nazionale Cantieri ed Industrie Nautiche ed Affini), rappresentati dal Ministro Scajola e dal Presidente di Ucina, Albertoni, accordo che vede anche come protagonista un’importante istituzione italiana, l’ICE (Istituto per il Commercio Estero) presieduta dall’ambasciatore Vattani. Alla
cerimonia
inaugurale
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sono
presenti anche altre autorità e vari personaggi politici italiani: Lombardi, presidente della Fiera di Genova S.p.A.; Urbani, amministratore delegato della Fiera di Genova, il Sottosegretario del Ministero alle Infrastrutture Castelli, e il Sottosegretario alla Difesa Crosetto, il senatore genovese Musso nonchè il Presidente della Provincia di Genova Repetto ed il Sindaco della città Vincenzi. “Visto da L’altraitalia” ha intervistato per voi lettori due personaggi chiave dell’importante giornata di inaugurazione del Salone Nautico Internazionale: l’onorevole Claudio Scajola, Ministro per lo Sviluppo Economico, e l’ambasciatore Umberto Vattani, Presidente dell’ICE.
Ministro, quale importanza riveste il settore della Nautica nel quadro generale dell’economia italiana?
prodotti esclusivi, meno sensibile, quindi, alle fluttuazioni economiche e presenta per le nostre imprese margini di ulteriore crescita.
Il settore della nautica da diporto è un “gioiello” della nostra Industria. Anche nel 2007 la performance del Settore è stata positiva, con una crescita del 11% nella produzione e un fatturato complessivo che sfiora i sei miliardi di euro. Il numero di occupati è pari complessivamente a 37 mila unità. Tuttavia, le prospettive mondiali presentano alcune incognite: le difficoltà finanziarie, la riduzione del credito, la debolezza del dollaro e la volatilità delle materia prime. Sono certo però che le aziende del Settore sapranno superare queste difficoltà, cogliendo le opportunità provenienti da mercati nuovi come la Russia e l’Asia e valorizzando le produzioni di eccellenza. Penso in particolare alla leadership raggiunta nel comparto dei superyacht, dove le imprese italiane rappresentano il 51% del mercato con un aumento degli ordinativi del 23% nel 2007. Questo segmento produttivo è rivolto ad una clientela ad altissimo reddito alla continua ricerca di
Ministro, il governo Berlusconi ha in progetto delle norme che possano ulteriormente favorire lo sviluppo del settore? Il Governo Berlusconi è a fianco delle aziende che operano nel Settore, come già dimostrato nel suo precedente mandato. Nei primi mesi di governo siamo già intervenuti in numerosi settori: abbiamo messo a disposizione delle imprese risorse ingenti per realizzare progetti innovativi in collaborazione con università, centri ed istituti di ricerca, grazie ad un programma di incentivi all’innovazione; abbiamo varato il regolamento di attuazione del Codice della Nautica da diporto, che era atteso da due anni e che semplifica e razionalizza le procedure burocratiche e interviene in modo significativo sulla sicurezza della navigazione. Abbiamo poi introdotto un’ ulteriore novità di assoluto rilievo, la
patente nautica per le persone disabili e nei prossimi mesi ci impegneremo per rivedere il Codice della Nautica, il regolamento sui superyacht e la normativa sulla locazione. Come si pone attualmente la costruzione di porticcioli turistici rispetto al settore nautico? Nei prossimi mesi definiremo un programma straordinario di interventi in favore della portualità turistica che sarà condiviso con le Regioni nel rispetto delle reciproche competenze e che si avvarrà anche del prezioso contributo di informazioni e dati contenuti nello studio-ricerca elaborato da Ucina. Le opposizioni alla costruzione dei porticcioli turistici derivano da un malinteso e superato significato del concetto di "ambiente": l’azione dell’uomo infatti non è contro l’ambiente ma è in grado invece di valorizzarlo come un vero e proprio patrimonio. Un ruolo fondamentale nella promozione dello sviluppo della nautica da diporto è poi svolto dall’ICE: l’Istituto per il
Commercio Estero che, oltre ad aver accresciuto le già prestigiose posizioni del settore mediante la promozione dell’immagine e dei prodotti Made in Italiy, specie in Europa e USA, ha anche articolato un intenso programma di attività che prevede ben trenta iniziative in oltre venti paesi, la realizzazione di partecipazioni a Saloni Internazionali del Settore, workshops, missioni di operatori e giornalisti esteri, newsletters, e campagne istituzionali di comunicazione sui principali mercati esteri di riferimento. Abbiamo intervistato sull’argomento l’ambasciatore Umberto Vattani, presidente dell’ICE. Presidente, che ruolo occupa la nautica nel quadro del commercio estero? Il Settore della nautica da diporto occupa un ruolo molto importante. L’Italia è uno dei paesi leader nel campo: basti pensare che, a livello mondiale, un ordinativo su due nei cantieri è italiano. A questo punto noi de “Visto da l’Altraitalia” abbiamo fatto al Presidente dell’ICE una domanda mirata sulla Svizzera: gli abbiamo chiesto, cosa rappresenti questo Paese per la nautica italiana, a suo
parere. Ecco la risposta: La Svizzera rappresenta un mercato di notevole rilievo per la nautica italiana. A cominciare proprio dalla grande storia che in campo nautico ha la Confe-derazione Elvetica: basti pensare all’importanza rivestita dal lago di Ginevra, e alla grande tradizione velica del paese. Non si deve poi dimenticare il rilievo della tradi-zione svizzera nella costruzione di barche e lo spirito sportivo che anima il popolo svizzero. Presidente, pensa che sia utile organizzare all’estero, anche nella Confederazione Elvetica, manifestazioni analoghe al Salone Nautico di Genova? Certo: infatti, nel 2009, l’ICE organizzerà l’iniziativa Sistema Italia alla Fiera di Mumbai, di Zagabria e parteciperà a importanti saloni internazionali: nelle città di Dubai, Shangai, Mosca, S. Paolo, che rappresentano nuovi mercati di notevole interesse per la promozione del Made in Italy. In relazione alla Svizzera, ritengo utile l’organizzazione di manifestazioni analoghe al Salone Nautico anche se di dimensioni più ridotte, il che non significa iniziativa di minore impor-
tanza. Penso in particolare a manifestazioni incentrate su modelli di imbarcazione a vela e su piccole imbarcazioni da diporto, specie a Ginevra e Losanna. Ma il Salone Nautico di Genova non è solo vetrina prestigiosa del prodotto italiano all’estero, esso strizza l’occhio anche al design e all’ambiente: si va dai motoscafi Rio, abitabili per crociere oltre i trenta nodi e rifiniti con materiali di pregio, alle imbarcazioni in vetroresina della Selva MarineEuropean Power, all’avanguardia nell’ utilizzo di motori rispettosi dell’ambiente. Fra gli espositori più rispettosi dell’ambiente è presente la Pontoonboats.it, azienda di successo nel settore di trasporto turistico passeggeri, che progetta imbarcazioni ecologiche che utilizzano pannelli fotovoltaici e strutture per il trasporto dei disabili con l’eliminazione delle cosiddette barriere architettoniche. Insomma, il Salone Nautico 2008 è un’occasione per vedere quanto di meglio offre il mercato. di Isabella Pileri
MOTORI
Für den progressiv-sportlichen Automobilhersteller aus Mailand beginnt eine neue Ära. Denn der MiTo hat das Potential, das weltweit wachsende Segment hochwertiger Lifestyle-Autos der Vier-Meter-Klasse zu erschliessen und somit nachhaltig einen Volumenzuwachs zu sichern. Fest steht: Der neue MiTo ist anders als das Gros der Kleinen, er ist knackiger, sportlicher und individueller. Als erstes neues Modell nach dem Alfa 8C Competizione übernimmt der Alfa MiTo verschiedene Merkmale von dieser Stil- und Technikikone der Marke. Dazu gehören die Form der rahmenlosen Seitenscheiben, der dreigeteilte Lufteinlass im vorderen Stossfänger und die charakteristische Form der Scheinwerfer. Raffinesse und italienischen Schick zeigt auch das hochwertige Interieur mit einem sehr individuell
gestalteten Instrumententräger konturierten Sitzen.
und
sportlich
Technische Ausstattung und sportliches Potenzial fügen sich nahtlos in dieses Bild ein. Als erster Vertreter seines Segments bietet der Alfa MiTo eine vernetzte Fahrdynamikregelung („Alfa Romeo DNA“) mit Zugriff auf Motor, Getriebe, Lenkung und Fahrwerk, die dem Fahrer zudem mit Dynamic, Normal und All Weather drei Fahrprogramme für jeweils optimale Fahreigenschaften offeriert. Dazu kommen serienmässige Sicherheitsmerkmale wie das elektronische Stabilitätsprogramm VDC und eine hoch effiziente Karosseriestruktur, die auf die Bestbewertung im bevorstehenden Euro NCAPRating ausgelegt ist.
ENOGASTRONOMIA
Una cena ispirata a un grande chef del passato, con l’obiettivo di sorprendere amici o colleghi e con il risultato di sorprendere anche sé stessi. Inseguire il piacere di un viaggio nel tempo tra le mura di casa, infatti, è tra quelle esperienze a prova di delusione. Il patto, direte, è quello di saper maneggiare bene i fornelli. Tranquillizzatevi, nel nostro passato è facile imbattersi in ricette di semplice realizzazione e non per questo meno affascinanti. Avete mai sognato, ad esempio, di mangiare come un Papa? Se la risposta è sì, il cuoco che fa per voi si chiama Bartolomeo Scappi, chef segreto (cioè personale) di Papa Pio V. Corre la seconda metà del XVI secolo, in Italia si sono ormai diffusi costumi rinascimentali e sta per sorgere il gusto barocco. Nel 1570 va alle stampe il trattato che ha reso celebre lo Scappi, la sua Opera , summa del sapere gastronomico del tempo. Un’epoca, quella del nostro, in cui la cucina era discrimine tra le classi, tra poveri e ricchi, tra nobili e popolani. Per scavare il fossato tra i due mondi, nulla si lasciava al caso. Un pranzo organizzato da Bartolomeo, infatti, poteva infatti prevedere “due servizi di credenza e quattro di cucina, il qual pranzo servirà ancora per cena, con otto servizi et antipasti e postpasti, servito a otto piatti, con otto scalchi et otto trincianti”. Tutto sommato, la soglia delle 100 pietanze viene tranquillamente superata. Nel caso di noi emuli moderni, più modestamente, si tratta di mettere insieme un antipasto, un primo, un secondo e un dolce. La scelta, come anticipato, è ricaduta su piatti di semplice realizzazione ma anche indicativi di come fossero strutturati i palati dell’epoca, non esattamente uguali ai nostri. Avete mai pensato, ad esempio, a unire in una torta salata gruviera e acciughe? Formaggio e pesce insieme, non un tabù alimentare ma certamente uno sposalizio che per molti non s’ha da fare. Invece: diliscate 8 acciughe, lavatele per bene e asciugatele. Disponete 200 grammi di farina a fontana, mettetevi al centro 150 grammi di burro ammorbidito tagliato a pezzettini, una presa di sale e un po' d'acqua tiepida. Impastate, fate una palla, avvolgetela in un tovagliolo e lasciatela riposare un paio d'ore. Grattugiate 150 grammi di gruviera e amalgamate ad
esso 2 uova, mezzo bicchiere di panna e una presa di pepe. Stendete una sfoglia di pasta, foderate con essa una tortiera, versatevi l'impasto e disponetevi sopra i filetti d'acciughe. Infornate la torta a calore medio per circa trenta minuti e servitela tiepida. Come primo valgano gli gnocchi di pane, piatto elementare ma decisamente aromatico, la cui base rappresenta un’ottima variante ormai inedita - rispetto a quelli ripieni di patate. Riunite in una terrina 350 grammi di pangrattato, 2 uova intere, 2 tuorli, 50 grammi di burro fuso, 3 cucchiai di parmigiano grattugiato e 2 di farina, un bicchiere di latte tiepido, una presa di sale, una di pepe e una di noce moscata grattugiata. Mescolate il composto, poi lasciatelo riposare per circa un'ora. Controllatene quindi la consistenza aggiungendo, a seconda dei casi, latte o farina. Formate degli gnocchi di media grandezza, infarinateli e lessateli in acqua bollente salata, ritirandoli man mano che vengono in superficie. Condite con 50 grammi di burro fuso e parmigiano, insaporendo la pietanza con alcune foglie di salvia. Quindi, spazio a sua maestà l’anatra, per la quale lo Scappi idea una salsa da servire a parte sebbene cotta nella stessa casseruola: 200 grammi di prosciutto tritato, 7,5 dl di vino rosso, aceto, 4 cipolle, zucchero, sale, pepe, noce moscata, chiodi di garofano, zenzero, salvia e uvetta. L’uso abbondante delle spezie conferma come proprio nei sapori esotici siano da rintracciarsi alcuni degli status symbol del tempo. Per concludere un dolce veneziano, le fritole Sciogliete 15 grammi di lievito di birra in 1 dl di latte intiepidito, aggiungete 20 grammi di burro, 1 uovo, zucchero, mezzo bicchierino di rhum e un pizzico di sale. Unite, poco alla volta, 300 grammi di farina, continuando a mescolare, e infine aggiungete la scorza grattugiata di mezzo limone. Continuate a rimestare fino a che non vedrete comparire grosse bolle. Lasciate allora riposare l'impasto per circa un'ora, durante la quale raddoppierà di volume. In una padella, scaldate abbondante strutto e, quando sarà bollente, gettatevi l'impasto a cucchiaiate. Fate dorare per bene, scolate, sgocciolate su carta assorbente e servite le fritole calde e ricoperte di zucchero a velo. di Gianmaria Bavestrello
Nelle vecchie cantine del centro storico, degustazioni di piatti tipici al tartufo (bruschette, gnocchetti, tagliatelle, vitello tartufato, ecc).La manifestazione, di rilievo nazionale, ha raggiunto una partecipazione media di oltre 30.000 visitatori. ..:l'altraitalia -32-
Il Pinot Bianco
Qualche giorno fa, ci è arrivato Passion, un Pinot Bianco 2006 della Cantina San Paolo dell'Alto Adige. Non sono amante del Pinot, ma questo in particolare mi aveva colpito per l'eleganza olfattiva. Il colore è un giallo paglierino scarico con note verdognole. Al naso subito forte il muschio, erba tagliata, ananas, mela Stark (fradefra aggiunge farinosa), note di bouquet di fiori bianchi, ma anche melone bianco, nespola, buccia di limone e una leggerissima nota di vaniglia. Il profumo non è intenso, ma ampio ed elegante. In bocca non delude, è fresco, ha una buona struttura e anche una buona lunghezza retrogustativa. Vi è una leggera sensazione frizzante, data sicuramente delle note minerali del vino, inoltre si percepisce una certa sapidità.
Un vino che si abbina bene al pesce. Noi lo abbiamo bevuto mangiando bigoli con crema senapata di panna e funghi champignon e devo dire che non stava affatto male. Solitamente il pinot bianco è un vino che non bevo quando vado in enoteca, ma ora penso che ne proverò altri per fare dei paragoni e magari per trovarne qualche altro con una sfera olfattiva altrettanto gradevole. Una piccola nota sul nome, Passion. La passione mi evoca delle sensazioni gustative ed olfattive più forti e non eleganti come invece lo sono quelle di questo vino. Va considerato però che siamo nel freddo Alto Adige, magari loro la vedono diversamente
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Da alcuni anni l’UNITRE o Università delle Tre Età si presenta come un’opportunità di apprendimento e di socialità per chiunque voglia raccogliere una sfida tra le più moderne, soprattutto quando ci si trova per un’infinità di ragioni in una condizione d’isolamento o di limitatezza di rapporti sociali. Questa sfida si chiama “comunicazione”. La nostra società è denominata “società dell’informazione” perchè siamo letteralmente bombardati da un’infinità d’informazioni. Basti pensare ai quotidiani gratuiti, alla radio e alla televisione e da qualche tempo alle più sofisticate tecnologie telematiche (soprattutto Internet) che facilitano la diffusione delle informazioni di ogni genere. Quanto più cresce l’informazione, tanto meno tempo riserviamo alla comunicazione interpersonale. Se l’espressione “società dell’informazione” compare circa mezzo milione di volte in Internet,
l’espressione “società della comunicazione” vi compare solo poche migliaia di volte e spesso come sinonimo della prima. La comunicazione è veramente in crisi. Sotto questo profilo, i corsi offerti dall’UNITRE rappresentano una sfida e un’opportunità perchè oltre che informazioni offrono occasioni intelligenti d’incontro e di comunicazione. Essi non servono esclusivamente o principalmente a elargire conoscenze, ma devono essere soprattutto occasioni di scambio e di dialogo interpersonale, interculturale e possibilmente intergenerazionale e persino interetnico. Impostati in questo modo, ponendo al centro l’interesse culturale e sociale dei partecipanti, dovrebbero essere un’opportunità da non perdere. Quando esattamente tre anni fa, l’8 ottobre 2005, venne inaugurata la prima sede dell’Università delle tre età a Lucerna, a giusta ragione gli inizianti affermarono che il centro d’interesse dell’UNITRE, dei suoi ..:l'altraitalia -34-
corsi e delle varie attività connesse dev’essere sempre l’uomo, nel suo bisogno naturale di conoscere, di situarsi nel mondo, di relazionarsi con altre persone di culture, lingue, religioni, età diverse. Non per nulla nel logo dell’UNITRE alla U stilizzata è affiancata in basso a destra la lettera E con soprastante la cifra romana III che stanno per: Universalità, Umanità, Umiltà e Unione delle Tre Età. Mentre in questo periodo stanno per concludersi le iscrizioni nelle varie sedi ormai numerose in Svizzera (consultare al riguardo il sito Internet: www.unitre.ch), c’è da augurarsi che i corsi vengano ben frequentati, anche se probabilmente, e come è giusto che sia, saranno più frequentati quelli che meglio rispondono alle problematiche maggior-mente sentite e che insieme all’arricchimento personale favoriscono anche la comunicazione e il dialogo. di Giovanni Longu
Al XII Congresso della Federazione lucana in Svizzera, che si è tenuto a Niederurnen nel canton Glarona, hanno partecipato delegate e delegati, rappresentanti della Regione Basilicata e numerosa è stata la presenza degli ospiti intervenuti nel corso della giornata. Hanno pure portato il loro contributo i parlamentari eletti all'estero, onorevoli Gianni Farina, Laura Garavini e Franco Narducci. A rappresentare il C.G.I.E erano presenti Dino Nardi e Michele Schiavone. Presente anche il presidente del Comites di Zurigo, Paola Da Costa. Le associazioni lucane in Svizzera sono 17, di cui 12 fanno parte della Federazione mentre le altre 5 intrattengono con la stessa un otti-
mo rapporto di collaborazione. Entrando nel vivo della sua relazione, il Presidente Giuseppe Ticchio, ha fatto appello alla legge regionale 16 maggio 2002 che disciplina gli interventi a favore dei lucani nel mondo definendola una buona legge ma non adeguatamente applicata. Ticchio, nel formulare i ringraziamenti al presidente della commissione dei lucani all'estero, Simonetti, non ha tralasciato di complimentarsi con lui per il lavoro fin qui svolto e per aver saputo cogliere i cambiamenti della rete associativa dando ampio spazio ai giovani. Il compito della Federazione, ha sottolineato Giusepppe Ticchio, è quello di vigilare affinchè vengano applicate norme e regolamenti.
"I lucani in Svizzera possono contribuire al futuro della regione, delle provincie e dei comuni" ha continuato il presidente "se l'interlocutore ci mette in condizione di non perderci nel labirinto della burocrazia". I rappresentanti della Regione hanno riconfermato la loro disponibilità ed il loro appoggio affinchè si possano trovare concrete soluzioni alle varie problematiche. Alla fine di una intensa giornata di lavori Giuseppe Ticchio è stato riconfermato presidente di Federazione. A lui vanno le nostre più sentite congratulazioni. La Redazione
EVENTI
Grande successo ha riscosso il Festival della canzone napoletana, organizzato dalla Federazione Associazione Campane in Svizzera, che si è tenuto a Zurigo nel grande salone del ristorante da Cono. Quindici i partecipanti che, con la loro esibizione, hanno saputo appassionare il folto pubblico presente in sala.
Raffaele Palmieri 1. classificato
Da sinistra: V. Fontana e G. Gautieri
Da sinistra: Enrico Tessitore e Alfonsina De Felice
Angelo Migliore
Francesca Marini
Ilaria Vitiello
Alfonsina De Felice Assessore Reg. Campania e il Console Generale Giovanni Maria Veltroni ..:l'altraitalia -36 -
V. Fontana e Cono
ANTICO PORTO CANALE Specialità della schietta Romagna
ANTICO PORTO CANALE vuole recuperare i sapori, gli odori e le tradizioni della cucina romagnola, proponendo una selezione di ottimi prodotti, 100% romagnoli, per riscoprire i gusti della Romagna, per ritrovare quella cordialità che nacque dall’accoglienza e dall’ospitalità dei nostri antenati e si è tramandata fino ad oggi.
Antico Porto Canale, c/o Opera s.r.l., Via F.lli Sintoni 25 C, I-27042 Cesenatico (FC) e-mail: info@anticoportocanale.it
NARRATIVA
Secondo episodio
Un atrio di un palazzo del centro di Milano, davanti a una cinquantina di persone, si materializzò una ragazza abbronzata, vestita da Tahitiana (la camicia floreale l'aiutò molto nell'immagine) gridando: "È un colloquio all'americana, non vi preoccupate" ... e sparì ... inghiottita da quelle cinquanta bocche affamate di sapere. Cosa facevo li? Un colloquio all'americana? Ma si può dare un prezzo alla libertà? E quanta gente cercava quello che volevo io? Ma eravamo tutti li spinti dalla stessa molla? Tutte queste domande risuonavano nella mia mente come campane in un giorno di festa ... ero stordito ma felice. Ero li, nella capitale della moda, ad aspettare il mio pass che mi permetteva di scoprire il mondo ... avevo 23 anni ... tutto mi andava stretto ... e non avevo una lira. L'unica soluzione era partire per lavoro ... magari in un villaggio turistico ... ma non con un tour operator qualunque, cercavo qualcuno di affidabile, qualcuno che avesse villaggi in tutto il mondo, qualcuno che potesse far lavorare un italiano accanto ad un australiano ... cercavo il Club Med ... ed ero nel loro atrio. Dopo un primo colloquio "all'americana", la nostra tahitiana ci annunciò l'inizio della seconda fase: il colloquio individuale in lingua francese. La mia fronte cominciò a coprirsi di piccole gocce di sudore, trovavo ingiusto tutto ciò, era come se si arrivasse alla stazione
dei treni e l'altoparlante annunciasse che da due minuti si è perso il treno di ritorno ... ero già li, non poteva essere una lingua, che fin dalle superiori ho studiato e odiato, a escludermi da questa mia possibilità di evasione. Mezz'ora di peripezie, come acrobata su di un filo cercavo nel mio vocabolario francese-milanese le parole giuste per ottenere quel posto ... il mio interlocutore era un ragazzo di origine toscana, anche lui abbronzato, molto simpatico che mi ha fatto sentire subito a mio agio, forse anche troppo. Lui era il mio Caronte ... che mi accompagnava con la sua barca verso la sponda della libertà, che traghettava le mie speranze verso la concretizzazione di ogni desiderio. Il primo quarto d'ora abbiamo discusso di quello che io mi aspettavo dal Club Med e cosa potessi offrirgli e mentre parlavo la mia testa faceva i bagagli per la partenza ... tutto scorreva liscio ... fino a quando un suono strano s'impossessò della sua bocca: "alors pourquoi as-tu choisi le Club Med?"... mi stava parlando in francese e normalmente avrei dovuto rispondergli in francese, ma la mia testa era vuota, non ricordavo nulla; allora con nonchalance gli dissi "come scusa?". Ed è in quel preciso instante, quando la mia bocca terminò questa frase, che cominciò la mia inesorabile discesa verso l'uscita ... parola dopo parola mi resi conto che in cinque anni non avevo mai studiato il francese (e non ero l'unico in quell'ufficio a rendersene conto). Ci alzammo, ci stringemmo la ..:l'altraitalia -38-
mano, un piccolo sorriso fece il suo ingresso sul volto del selezionatore ... era il piacere di avermi conosciuto o forse era l'inizio di una risata a crepapelle sulle mie spalle e sulle spalle del mio francese? Il 22 maggio il treno arrivò alla stazione di Otranto con mezz'ora di ritardo, il mio mondo, quello dove ero nato, cresciuto e rimasto incastrato fino a quel momento, era a 12 ore di treno da qui ... e questa sensazione era bellissima, adesso comiciava un periodo di viaggi, conoscenze, sentimenti che, alla sola idea, mi facevano sentire Figlio del Mondo. In quel deserto di quella stazione del sud, un ometto tutto rughe mi si avvicinò con un cartello con su scritto qualcosa ... non riuscivo a leggere niente talmente era scritto male; spazientito mi disse: "È lei il nuovo barista del Club Med? "Si" risposi. "Mi segua... al villaggio stanno tutti aspettando lei" Aspettavano tutti me, come quando andavi alle feste di compleanno e la festeggiata, non so se per eleganza o maleducazione, arrivava sempre più tardi degli invitati e tu l'aspettavi perchè senza di lei la festa non sarebbe esistita. "Davvero?" chiesi pomposamente. Si, stanotte c'è stato un forte vento e il bar si è riempito di sabbia e bisogna pulirlo. Mi guardò dallo specchietto retrovisore con un sorriso famelico e sintetizzò, in una sola frase, la mia vita nei prossimi cinque anni: "Perchè lei credeva di essere qui in vacanza? Si sbaglia ... lei è pagato per fare sentire gli altri in vacanza". di Manuel Figliolini
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BENESSERE & SALUTE
Il castagno è un albero di grande sviluppo che forma dei boschi spontanei abbastanza estesi in tutta l'Europa meridionale; inoltre viene anche coltivato come pianta fruttifera. In Italia i castagneti selvatici si estendono sulle Prealpi e sugli Appennini, unicamente su terreni profondi, freschi e acidi (infatti è una pianta tipicamente calcifuga), ad altitudini comprese tra i 300 e i 900 m, cioè in zone a clima temperato-freddo ma in posizioni ben
soleggiate e calde. Il castagno selvatico, nato da seme, forma dei boschi fitti, se lasciato crescere liberamente o se allevato per lo sfruttamento del legname; invece nei castagneti da frutto le piante vengono opportunamente diradate e allevate in forma arborea. Nei castagneti specializzati, sfruttati per la produzione dei frutti, si coltivano di preferenza i marroni, una varietà a frutti più grossi dolci e saporiti.
Le foglie di Castagno trovano indicazione sole o associate ad altre piante come l'Eucalipto, Timo, Drosera ecc. nel trattamento della pertosse o delle forme pertussoidi. Le gemme del castano agiscono sui vasi linfatici esplicando un'azione di drenaggio sulla circolazione linfatica delle gambe ove la stasi linfatica è responsabile dell'edema e del conseguente senso di pesantezza. Le foglie sono da sempre utilizzate, in virtù delle proprietà espettoranti, nelle affezioni delle vie respiratorie. Viene attribuita alla droga un'azione sedativa respiratoria e in particolare, del centro della tosse oltre ad un'azione batteriostatica mentre associato a Sorbus domestica gemme è rimedio dell'insufficienza venosa degli arti inferiori ed insieme ad Aesculus hippocastanum è efficace nel trattamento dell'eritema eczematoso periulceroso o meno sempre delle gambe. Abbinandolo invece alla Castanea vesca foglia agisce nei quadri di cellulite.
Castagnaccio Ingredienti per 6 persone 500 gr. di farina di castagne 100 gr. di uvetta sultanina olio di oliva semi di finoccio pinoli sale
È antichissimo questo famoso dolce di tradizione ligure, ormai apprezzato e gustato in tutto il nostro Paese. Si tratta di una torta semplice che, contrariamente a un tempo, oggi si può trovare in commercio, durante l'intera stagione autunnale, in molte panetterie. Fate ammorbidire l'uvetta in un po' di acqua tiepida e, nel frattempo, setacciate la farina e raccoglietela in una scodella, aggiungendo un pizzico di sale e lavorandola versando man mano dell'acqua tiepida. Dovete ottenere un impasto omogeneo e piuttosto fluido: versatelo in una tortiera unta d'olio, cospargete con un cucchiario di semi di finocchio e due pinoli, infine aggiungete l'uvetta ben strizzata. Irrorate con mezzo bicchiere d'olio e infornate a 190 gradi, lasciandolo per mezz'ora circa, fino a che la superficie sarà croccante.
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QUANDO SI RACCOGLIE Si raccolgono all'inizio dell'autunno. Si conservano in ambiente fresco e aerato, oppure si lasciano seccare al sole. Le foglie si staccano a primavera o estate e si seccano all'ombra.
COME SI UTILIZZA Le castagne, saporite e nutrienti, si consumano in vari modi e si utilizzano per preparare ottime marmellate, il famoso castagnaccio o altre confetture, oppure vengono candite. Le altre parti della pianta contengono tannino e hanno spiccate proprietĂ astringenti.
........ ........ Se volete preparare delle ghirlande come quelle che si vedono nelle feste popolari d'autunno, scegliete delle castagne sane e grosse e con un ago infilatele su un robusto cordoncino.
Castagne al Cointreau Ingredienti: 1 Kg. di castagne grosse, 250 gr. di zucchero, limone, 40 cl. di Cointreau Lessate le castagne con la buccia in abbondante acqua e, quando saranno cotte, privatele della scorza e della pellicina, facendo attenzione a non romperle; sistemate, quindi, quelle rimaste intere nei vasi puliti e asciutti. Per lo sciroppo ponete in una casseruola lo zucchero con 80 gr. d'acqua e lasciatelo sciogliere lentamente sul fuoco basso, mescolando con un cucchiaio di legno. Togliete dal fornello e unite il succo di mezzo limone e la parte gialla della scorza; quindi fate raffreddare, aggiungete il iquore e mescolate. Versate il liquido sulle castagne, chiudete ermeticamente e riponete in luogo fresco e buio.
Come si prepara per la conservazione Vengono essicate le foglie all'ombra e quindi conservate in sacchi di carta o di tela. Per scurire e rinforzare le ciglia: far bollire in un quarto di acqua calda due cucchiai di foglie di castagno per 10 minuti. Filtrare con un telino e spremere bene. Lasciare raffreddare il liquido ed aggiungere un cucchiaio di olio di ricino. Mescolare bene. Pettinare tutte le sere le ciglia con uno spazzolino imbevuto nel liquido, conservato in una bottiglia chiusa.
nel liquido.
Contro la pertosse: versare un cucchiaino di foglie in una tazzina da caffè di acqua calda. Coprire e filtrare dopo 10 miuti. Addolcire con miele e berne almeno 2, 3 tazze al giorno, lentamente e a piccoli sorsi.
Per mantenere il colore ai capelli: versare un cucchiaio di foglie in un quarto di acqua calda e bollire per 5 minuti. Filtrare. Aggiungere un bicchiere di aceto rosso ed usare quando ci si pettina bagnando ripetutamente il pettine
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Per eliminare il catarro bronchiale: in mezzo litro di acqua calda versare 2 cucchiai di foglie e far bollire per 3 minuti. Coprire e filtrare dopo 10 minuti. Aggiungere eventualmente del miele e bere a sorsi nel corso della giornata. Per ridonare ai capelli un colore scuro: far bollire per 10 minuti in due litri di acqua calda 100 gr. di foglie di castagno. Filtrare ed usare come ultimo risciacquo, dopo aver lavato i capelli. Ripetere questo trattamento per almeno due mesi.
In Italia, negli anni ’30 e ’40, l’attività fisica è appannaggio dei maschi; le donne sono escluse da questo tipo di attività per i forti influssi totalitari e militari. A partire dal secondo dopoguerra, allargando il periodo agli anni ’50 e ’60, le donne iniziano ad avvicinarsi all’allenamento ed alla cultura del fisico, grazie anche all’influsso della cultura americana. Negli Stati Uniti, nel frattempo, i club di singoli proprietari iniziano ad espandersi in vere e proprie catene di centri fitness, che iniziano a fornire servizi aggiuntivi come saune, piscine, saloni, pesi liberi oltre ad un’ampia varietà di attrezzature per il fitness.
Il termine è stato mutuato dal termine medico e, letteralmente, significa "stato di forma fisica", ed è la risultante dello stile di vita di una persona, quindi del suo impegno sportivo, della sua dieta, ma anche del suo stato psicologico.
Il fitness dunque, non è una disciplina sportiva, non è un gioco, ma è il fine che bisognerebbe preporsi di ottenere dalle nostre abitudini quotidiane, per vivere in una condizione di assoluto benessere ed armonia.
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Al giorno d’oggi il concetto di fitness viene utilizzato in modo spesso improprio per indicare la capacità di effettuare attività fisica, a volte esasperata, per ottenere un fisico muscoloso con percentuale di grasso minima e dalle proporzioni considerate perfette. Tutti gli sport tradizionali, nessuno escluso, si basano su innumerevoli ripetizioni di un gesto atletico. Queste, a lungo andare, provocano l’usura dei tessuti – articolazioni, tendini, ecc. - che è all’origine delle patologie che affliggono tutti coloro che praticano sport. Il fitness, al contrario, è nato da una nuova concezione di attività motoria, ossia benessere e prevenzione; ogni movimento è finalizzato alla salute ed al miglioramento dell’integrità psicofisica della persona. È un modo nuovo per praticare tutti gli sport in modo sicuro, salutare e non violento.
La popolarità sempre crescente del fitness, sia nel panorama americano che in Italia, così come in molti altri paesi del mondo, è da relazionarsi all’attenzione che i mezzi di comunicazione di massa riservano sempre di più alla salute e ai problemi ad essa connessi, non ultima l’obesità che negli Stati Uniti è da tempo avvertita come una malattia sociale. Con la diffusione della pratica del fitness, si sono sviluppate molte professionalità del settore, sostenute da preparazioni scrupolose e una tensione costante all’aggiornamento. Il personal training (l’allenamento personalizzato), impostato e seguito dal “personal trainer”, era considerato fino a qualche anno fa un lusso che si potevano permettere solo gli atleti professionisti o i frequentatori delle palestre più esclusive. Oggi il servizio dei personal trainer è offerto da quasi il 90% delle palestre, il loro costo è sensibilmente sceso e scende ulteriormente nella opzione di poter praticare il personal training insieme ad altri. Il Personal Training collettivo (da un minimo di tre ad un massimo di cinque utenti) è un fenomeno in crescita non soltanto per motivi economici ma anche perchè consente una maggiore interazione sociale tra i partecipanti con un conseguente impatto positivo anche sulla regolarità della frequenza. Venendo incontro alle specifiche esigenze del cliente, alla sua costituzione, alla sua forma fisica e alle sue potenzialità, il personal trainer è quindi sempre più richiesto anche dagli atleti, non solo professionisti, consentendo di impostare il lavoro in palestra in modo funzionale allo sport che viene praticato.
L’attività del personal trainer implica di lavorare fianco a fianco col cliente senza distrazioni, elaborando programmi di allenamento estremamente specifici e, pertanto, molto efficaci. Durante l’intera lezione, il persona trainer, seguirà in maniera vigile l’allenamento, suggerendo le migliori modalità per ottimizzare il lavoro e accelerare il raggiungimento degli obiettivi, si incaricherà di
correggere eventuali cattive esecuzioni, ma anche di controllare attentamente che il carico di allenamento, il numero delle serie e delle ripetizioni siano adeguate. L’attività del personal trainer inizia con una accurata valutazione antropometrica e funzionale del soggetto, con una anamnesi sullo stato di salute o cure farmacologiche in corso.
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INFOMONDO
Che considerazione ha questo governo degli italiani all’estero? Questa domanda potrebbe avere molteplici risposte, ma quella più veritiera è una sola: la si legge nelle deplorevoli risposte del sottosegretario con delega per gli italiani all’estero Alfredo Mantica, ripetute come un disco incantato e che si susseguono dall’inizio dell’estate: gli italiani all’estero, a suo parere, sarebbero una zavorra al piede del nostro governo, della quale bisogna liberarsi. Il suo punto di vista muove dalla convinzione che, siccome è cambiata un’epoca, anche la pratica dei quattro milioni di cittadini italiani residenti fuori dai confini nazionali, degli oltre sessantamilioni di origine e dei circa trecento milioni di italofoni, va consegnata agli archivi della storia. Sarebbe necessaria, a suo parere, una cesura profonda per chiudere questa pratica. Questa litania, "la secolare questione migratoria", se non la si risolve in modo drastico potrebbe avere delle ricadute e quindi riesplodere per diventare un problema affine a quello che provocano, oggi, i maledetti della terra, che cercano rifugio e lavoro nella nostra Penisola. Il nomadismo moderno dei ricercatori, dei professionisti, dei selvesmade men’s sarebbe, invece, tutt’altra cosa che quelle istantanee sbiadite dei magliari, dei vucumprà, dei gelatai e dei pizzaioli che hanno popolato le tante little Italy’s delle metropoli e che fino ad oggi continuano incessantemente a fare agio con i propri risparmi sulle briciole
destinate ai corsi di lingua e cultura italiana, all’assistenza degli indigenti e alle rappresentanze istituzionali dei Comites, del CGIE e dei diciotto parlamentari eletti all’estero. Le convinzioni del rappresentante del governo, tuttavia, ed è bene ripeterlo e farglielo capire, eludono i principi fondamentali costitutivi delle società moderne, cassano i diritti universali di cui sono portatori, nella loro interezza, tutti i cittadini italiani. I loro diritti trovano fondamento nei principi fondamentali e nei 139 articoli della costituzione repubblicana. Senza dilagare ci soffermiamo al solo riferimento legislativo italiano, perchè noi questo siamo: cittadini italiani che hanno scelto provvisoriamente di vivere altrove. Alle prime avvisaglie verbali del governo sono seguiti anche i provvedimenti legislativi che trovano forma esplicita nell’articolato della legge finanziaria del 2009 e nel documento di programmazione economica e finanziaria 2009-2011, che ha l’obiettivo di pareggiare i bilanci dello stato e mantenere i parametri di Mastricht. Ma con i tempi che corrono, con la recessione economica alle porte ed in mancanza di una proposta politica lungimirante, (diversa da quella amatoriale e barzellettiera a cui non vogliamo abituarci) dobbiamo chiederci se i contenuti della finanziaria sono adeguati a fronteggiare le incertezze economiche e ..:l'altraitalia -44-
finanziarie del nostre Paese, visto che la metistofelica ricetta del ministro del tesoro lascia aperti molti dubbi e irrisolti molti problemi. Di fronte alle drastiche scelte annunciate, come pensa il governo di tenere bassa la tensione delle nostre comunità all’estero ridotte al lastrico se saranno messi a regime i tagli, che rischiano di collassare tutto il sistema, che già aveva difficoltà a funzionare con un bilancio annuale di 82 milioni e che, dal prossimo anno dovrebbe assolvere i propri compiti con soli 32 milioni, quindi con cinquanta milioni di euro in meno ? Non ci risulta che quelle poche risorse siano state sperperate in investimenti diversi da quelli per i quali erano previste. Quei soldi sono stati utilizzati per pagare gli stipendi degli insegnanti, per assistere i nostri connazionali indigenti che diversamente erano destinati a seguire la strada dolente dei calvari prima di avere un ricovero in ospedale. Quei pochi soldi sono stati impiegati per pagare gli affitti delle sedi dei Comites, dove puntualmente vengono messe in evidenza le difficoltà che vivono le nostre comunità. Quei pochi e maledetti soldi sono stati spesi per promuovere e far conoscere la cultura italiana. Se su questi interventi si abbatterà la mannaia del governo, a lasciarci la testa potrà trovarsi anche qualche rappresentante della maggioranza di governo.
Sappiamo benissimo che la scelta politica di riduzione degli interventi a favore degli italiani all’estero non trova nessuna giustificazione nella crisi finanziaria manifestatasi, in modo dirompente in queste ultime settimane, e che rischia non solo di mettere in ginocchio i mercati mondiali ma, con effetto domino, anche la credibilità delle istituzioni, che hanno retto le sorti del mondo negli ultimi sessant’anni. Questo dovrebbe preoccupare il governo, che ha nelle mani l’asso degli italiani all’estero per alleviare e fronteggiare le attuali difficoltà commerciali, finanziarie e sociali. La perdita di credibilità di questo governo tra gli italiani all’estero potrebbe riflettersi come uno tsunami sulle nostre comunità, spingendole ad assumere anche comportamenti di ripulsione materiali. Perciò, in questo momento di difficoltà, è importante dare credito e
rafforzare le nostre rappresentanze democraticamente elette a livello locale (Comites), a livello paese (CGIE) e sostenere nella battaglia che stanno conducendo i parlamentari dell’opposizione eletti nella circoscrizione estero. Abbiamo capito il gioco messo in campo dal governo per liquidare questa pratica. Egli per raggiungere il proprio disegno, tende a creare tensione e astio tra gli eletti, cercando di screditarli nell’opinione pubblica e agire indisturbato con provvedimenti e metodi, che riportano alla mente le leggi fasciste del Ventennio. Lo scrivono e lo ripetono all’estero gli osservatori e gli opinionisti politici: l’Italia è prossima al ritorno del regime. Allora, chi come noi che ha a cuore le sorti del nostro Paese è chiamato a mantere alta la guardia, a difendere i diritti e la democrazia nel nostro Paese, a tutelare gli interessi delle nostre comunità all’estero. L’allarme lanciato in questi giorni dai parlamentari del Partito
democratico eletti nella circoscrizione estero, rispetto ai tagli dei capitoli di spesa ed al rischio di un arretramento della democrazia, dovrà essere sostenuto con iniziative e proposte politiche, per richiamare la maggioranza di governo al rispetto delle prerogative parlamentari e ad usare la ragione. In qualsiasi altro paese democratico, a fronte di questi comportamenti e dello scadimento della democrazia, il governo sarebbe stato costretto a portare in Tribunale i libri contabili e dichiarare fallimento. Fallimento di un progetto politico. In Italia, purtroppo, ciò non succede perchè la maggioranza è alle dipendenze di un padrone, dell’unto del Signore capace di risolvere da solo, ed a modo suo, qualsiasi problema. Stiamo assistendo impassibili ad un crack delle istituzioni ed il peggio deve ancora arrivare. di Michele Schiavone, Zurigo
Costituzionalità a parte, a me pare che la questione di base è: “l’italiano all’estero vuole realmente innovarsi e cambiare rotta o preferisce rimanere ghettizzato? Ho letto "Appunti di viaggio" dell’amico Massimo Seracini: "oggi, dopo questo intenso mese in Italia, purtroppo capisco e constato che la ricerca della sicurezza a tutti i costi e la mancanza di entusiasmo e di sacrificio di buttarsi nel mondo reale con le proprie capacità e intelligenza, che una volta erano il DNA dell’italianità, sono diventati reliquie da museo dell’emigrazione". Così finisce il suo racconto dopo averci dipinto un'Italia che molti di noi all’estero riconoscono in toto. Noi abbiamo la fortuna di avere a nostra disposizione la Rai satellitare ergo "conosciamo" la realtà italiana attuale, a differenza di chi risiede in Italia che ignora totalmete chi siamo. Ho voluto fare questa premessa per entrare nuovamente nel vivo delle discussioni a proposito del partito degli italiani all'estero. Le reazioni arrivate attraverso i commenti lasciano a desiderare pensando al futuro. Molti i favorevoli ma.... moltri altri contrari per motivi di costituzionalità... moltissimi invece i silenziosi per motivi di partito preso. Sembrerebbe che il Direttore di politicamentecorretto abbia scatenato "una guerra civile" (non è un termine che fa parte del mio dizionario, lo prendo
in prestito dal Ministro Maroni). Costituzionalità a parte, a me pare che la questione di base è: "l’italiano all’estero vuole realmente innovarsi e cambiare rotta o preferisce rimanere ghettizzato? "Non sono i Comites che andrebbero riformati ma più che altro sono gli stessi a autoriformarsi. Il fallimento dell’avventura dei nostri "18 paladini" al parlamento è dovuto sopratutto ad un mancato attivismo dei Comitati e del Cgie. Adesso l’ho detto e me ne assumo le dirette responsabilità, al massimo mi beccherò qualche critica in più. Come accadde alcune settimane fa per la questione dei mini-Tg rivolti ai Comites e trasmessi da Raitalia: sostenni che sarebbero dovuti essere trasmessi anche da Rai News 24 e non solo, per facilitare l'integrazione tra le due culture.. Apriti cielo scatenai l’ira funesta di Melo Cicala, coordinatore intercomites USA, giustificatissima per carità. Ma se si vuole realmente avece voce in capitolo bisogna impegnarsi ancor di più e fare arrivare le nostre voci ai residenti italiani. Lo facciano in primis gli eletti all’estero e poi gli enti istituzionali vigenti all’estero. Lo faccia la stampa italiana all’estero ma occorre che esca dal proprio ghetto partisan in cui si è racchiusa per decenni. di Carmine Gonnella, Londra
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a cura di Simona Guidicelli
Ariete
Toro
Gemelli
Dovrete stare ancora attenti con Mercurio e Sole contrari, che incidono molto sulla vostra insoddisfazione, portando litigi nelle coppie di sempre. Proverete il desiderio di evasione. Dunque, ora sarà bene essere meno impulsivi e evitare le troppe parole. Marte sensuale in Scorpione aiuta... Sono previsti miglioramenti dal giorno 18, con Venere in Sagittario, che portano nuovi interessanti incontri.
Nella prima quindicina di ottobre vi sarà ancora un momento negativo nei rapporti di lunga data. Dovrete lasciare andare il passato irrisolto e concentrarvi sul presente. Inoltre Marte si mette anch'esso in aspetto di opposizione, non facilitando il dialogo. Avrete dei veri e propri scatti di ira. Usate maggiore equilibrio e romanticismo nel vivere l'amore, dunque!
Fino al giorno 18 avrete ancora i pianeti a vostro favore. Poi Venere, in aspetto di opposizione, consiglia di non farvi coinvolgere dalle novità e dagli abbagli! Dunque i rapporti affettivi vanno a gonfie vele e sono esattamente compatibili con le vostre esigenze, ma solo nella prima parte del mese! Intorno al giorno 9 potete dichiararvi...
Cancro
Leone
Vergine
Gli aspetti astrali caratterizzano momenti assai difficili da gestire nel vostro settore dei sentimenti. Sono previsti conflitti per via dei numerosi pianeti nel segno della Bilancia. Comunque sia c'è una volontà davvero forte e passionale nei nuovi incontri grazie a Marte in Scorpione. Sono probabili i colpi di fulmine intorno al giorno 20.
Marte, contrastante dal giorno 5, vi incita ad essere più leggeri nei rapporti a due e soprattutto nei rapporti familiari. Inoltre, sarebbe bene, che con Venere in aspetto di quadratura fino al giorno 18, non eccedeste nelle reazioni. Siete nervosi e irritabili e probabilmente subite la gelosia del partner, vista l'insicurezza del momento. Storie parallele sono in evidenza..
Mercurio vi permette sempre una grande apertura, ossia di fare un incontro decisivo per la vostra vita sentimentale. E poi Marte vi rende sexy, aumentando il vostro pathos e la vostra dolcezza nei confronti del vostro partner, ma anche verso tutte le persone vicine a voi. Convivenza o matrimonio lampo sono possibili!
Bilancia
Scorpione
Sagittario
In questo mese è l'amore il vostro primo pensiero quotidiano. Questo è ciò che promette un Ottobre davvero venusiano come piace a voi. Per chi è solo vi sono flirt intensi a livello erotico, magari con persone che non avreste mai potuto prendere in considerazione. C’è un recupero positivo nelle coppie in piedi, che hanno trascorso un periodo di verifiche.
Venere, in Scorpione per quasi tutto il mese, apporta vivacità nei rapporti di sempre e nel relazionarvi con le persone a cui tenete. Avrete incontri che nascono nel settore lavorativo. Poi, novembre sarà ideale per chi ancora non ha trovato la persona da amare, oppure continuerà a vivere un rapporto probabilmente recuperato a Ottobre. Sarà una scelta giusta e duratura.
L'amore giunge o e già arrivato da Ottobre e voi dovrete fare una scelta importante, forse attorno al giorno 19. Sono del tutto probabili le convivenze e le gravidanze, quindi tutto ciò che determina una situazione costruttiva per il vostro futuro. Per chi è ancora single, è bene frequentare ambienti nuovi, tramite le amicizie. Lì troverete amore e gratificazioni personali.
Capricorno
Acquario
Pesci
Novembre apporta emozioni intense. Marte, in Scorpione, coinvolge come un amante appassionato l'eventuale rapporto di coppia in piedi, che sarà ancora emozionante. Per tutti gli altri Venere, in Sagittario, entusiasma, portando energia innovativa. Dunque, ci saranno nuovi amori importanti per chi è single! Le possibilità di matrimonio sono concrete.
I primi giorni di novembre rappresentano un momento ancora vitale per l'amore, perché, dopo, con Marte pungente in Scorpione, sarete impegnati col vostro campo pratico. A fine mese può esserci un incontro, che farà deconcentrare anche l'Acquario più impegnato e preso dai mille affari. "Evabbeh!"
Novembre si risveglia dal torpore e sveglia anche voi con quel Marte in Scorpione, congiunto a Venere, che stimola il consueto rapporto di coppia. Anche il passato si addolcisce e potrebbe ripresentarsi con il desiderio di non ripetere alcuni vecchi errori. Perchè non dargli un'altra possibilità?
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Il Sole transita nel segno approssimativamente dal 23 Ottobre al 22 Novembre. * Colore da portare: il viola che aiuta a riflettere. * Pietra Portafuna: l'agata. * Metallo: il ferro. * Fiore: l'orchidea. * Giorno Favorevole: il martedì, giorno di Marte. Nel segno dello Scorpione, vanno di pari passo l'aura di mistero e il fascino inarrestabile. Lo Scorpione rivela raramente cosa gli passa per la mente. Il suo carattere è difficile da interpretare e, come tutto quello che è sfuggente, crea intorno a sè uno charme irresistibile. Appartenendo all'elemento Acqua, lo Scorpione è tutto fuorchè superficiale. Pensa a lungo a tutto quello che gli viene detto. Sua peculiare caratteristica è che, se ritiene di aver subito un'offesa, reagisce con tutta la propria virulenza. Molte volte, la sua autodifesa è eccessiva e riesce a fare molto male anche a fronte di torti minimi. In questo, subisce l'influenza del suo pianeta dominante, il focoso Marte. È però da notare che le reazioni dello Scorpione non sono mai fini a se stesse. Riflettono solo l'alta consapevolezza che il soggetto ha di sè. Se c'è una cosa di cui lo Scorpione non fa mistero è l'incapacità di sopportare le persone che non ritiene intelligenti. Lo Scorpione viene considerato il segno più sensuale
dello zodiaco. Ha un savoir-faire innegabile. Riesce a mietere vittime anche senza adottare un corteggiamento laborioso. È dotato di un senso dell'umorismo molto sviluppato che si basa, il più delle volte, sulla dissacrazione dei luoghi comuni. Ama il rischio. È per questo motivo che gradisce sport basati sulla velocità, come automobilismo e motociclismo, o addirittura sport estremi. Per quanto concerne l'anatomia, il segno dello Scorpione corrisponde agli organi genitali, maschili e femminili che siano, e alla vescica. Conseguentemente, lo Scorpione va spesso incontro a problemi urinari o di carattere genitale. Non è escluso che possa avere problemi di tipo sessuale. In amore, lo Scorpione da emozioni fortissime. La passionalità e la gelosia di questo segno sono inscindibili. Chi decide di avere un partner Scorpione dovrà mettere in conto scenate di risentimento e gelosia fragorose, alle quali faranno però seguito rappacificazioni che daranno enorme soddisfazione! .
L'UOMO SCORPIONE
LA DONNA SCORPIONE
È un conquistatore nato, dà enorme importanza al sesso ma è capace di gesti eroici per la sua donna. Non tollera le donne superficiali e ama quelle ricche di sex-appeal che riescano a fargli provare sensazioni forti. Ha molto fascino e resta un uomo difficile da dimenticare. Può essere sadico, intrigante, misterioso e anche un po' ipocrita. È molto possessivo e geloso: la sua donna è proprietà privata; lui è invece infedele e tendente all'inganno. Nel mondo del lavoro aspira al successo, è combattivo, non ha pietà per nessuno se deve raggiungere lo scopo prefisso.
La donna nata sotto il segno dello Scorpione, come tutti i segni d'acqua, è dotata di un'acuta intuizione. È dotata di grande creatività, senso artistico, curiosità intellettuale. Si innamora difficilmente, ma quando è realmente innamorata, la sua passione è totale e durevole. È dotata di estrema sensibilità e generosità di cuore, non esita a donarsi completamente: quando ama è capace di ogni dedizione e sacrificio e riversa sull'essere amato delle ondate di tenerezze appassionate. La donna Scorpione possiede una formidabile capacità di adattamento e questo e permette di avere molti amici.
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