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17, Jake La Furia ed Emis Killa: ALBUM DELL’ANNO?
Il 18 settembre di quest’anno è uscito “17” , l’album di coppia realizzato da Emis Killa e Jake la furia, che vanta featuring di alto livello come: Lazza, presente in ben due tracce, Salmo, Fabri Fibra, Massimo Pericolo e Tedua. Si percepisce sin dal primo brano, ovvero “Broken Language” , che l’album rappresenta una forma di rap più vicino al vero hip-hop che ad una influenza prettamente trap, corrente che negli ultimi anni sta saturando le playlist del genere musicale in questione; la intro fa notare sin da subito che i due artisti parlano di strada, elemento fondamentale che percorre tutte le 17 tracce dell’album, e sin dalla prima strofa notiamo Jake La Furia che sottolinea esplicitamente la presenza del rap, quello più genuino possibile che fa da filo conduttore esattamente come la strada; andando però avanti nell’ascolto ci renderemo conto che è presente una lieve influenza trap data da artisti ambasciatori del genere che portano un alleggerimento e un cambio di stile in un album molto lungo per gli standard del mercato discografico attuale che necessita di alcune variazioni melodico-stilistiche fisiologiche.
“Malandrino” , singolo usato per il lancio del prodotto discografico, caratterizzato da un ritornello molto orecchiabile che riconduce allo stile dei Dogo, motivo per cui possiamo ipotizzare la scelta come sin-
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golo di lancio.
“No Insta” , ovvero il primo featuring di Lazza dove si può notare l’influenza trap/pop che però non si sovrappone al messaggio che i due titolari dell’album vogliono esplicare ma semplicemente lo accompagna attraverso sonorità più orecchiabili. Molto interessante il contenuto della strofa di Emis Killa, infatti il rapper lombardo attacca tutti coloro che si definiscono artisti, criticandoli per essere privi di contenuti e personalità, per essere tutti molto simili tra loro, ma soprattutto perché pensano esclusivamente a mettere in mostra i soldi attraverso capi di abbigliamento firmati, discorso quasi inflazionato al giorno d’oggi se si attacca il mondo trap-mainstream, ma Emis riesce ovviamente a dargli forma con parole che rimangono facilmente impresse per la loro brevità e precisione: “Questi rapper col marsupio a tracolla sembrano sbirri-
Va bene spenderne un po’ -Ma prima impara a investirli-Versace Balmain e Gucci ma ancora non sai vestirti” .
“Renè & Francis” , traccia dove si percepisce immediatamente la base ben strutturata e molto interessante composta dai 2nd roof. Il ritornello di Emis Killa sottolinea come in uno Stato come il nostro, nel mondo
del lavoro, non ci si focalizzi su un talento o su una predisposizione, ma esclusivamente sugli interessi della singola persona che ha potere decisionale, infatti sin dalla nascita ognuno è destinato a fare qualcosa che nella maggior parte dei casi non corrisponde al proprio volere: “C’è chi nasce medico e chi capo di Stato-Ma io fra sono nato per fare il ladro” . Ovviamente non mancano allusioni alla vita di strada e al fascino del crimine irresistibile per i ragazzi che crescono in situazioni di disagio: “Ma ho capito presto fra che l’onestà non paga-Fratelli flirtano col crimine per fare strada-Mentre gli altri bambini al parco scambiavano figurine-
Io mi facevo le ossa in un carcere minorile” .
“AmoreTossico” , pezzo che vede Jake solista, come si può dedurre dal nome racconta una storia d’amore nata sin dal primo momento in cui l’autore del brano nota la donna che gli suscita sentimenti molto forti, sentimenti che si trasformano gradualmente in tristezza vista la fine della serata passata insieme, tutto raccontato attraverso toni quasi poetici ovviamente caratterizzati da un velo di malinconia.
“666” lo si può definire un vero e proprio pezzo hiphop dove gli argomenti centrali del pezzo sono: lo stile di vita criminale, le donne, e la crescita dei due rapper per strada.
“Sparami”: vede il featuring di due massimi esponenti del rap italiano, cioè Fabri Fibra e Salmo; pezzo caratterizzato da un flow incalzante, non particolarmente ricco di contenuti, o per lo meno di nulla particolarmente degno di nota dal punto di vista di una analisi testuale, anche se molti non la pensano così. La nota artista MargheritaVicario, conosciuta al pubblico per pezzi come Mandela, Giubottino, Romeo (feat. Speranza), e Piña Colada (feat. Izi), ha voluto esternare le sue critiche contestando Emis Killa per la sua dialettica molto cruda e diretta che in alcuni versi va a colpire molto duramente la figura della donna, mancando di rispetto a questa figura sotto un punto di vista etico e morale attraverso espressioni che possono risultare sorprendentemente eclatanti ad un pubblico non troppo abituato ad un certo tipo di dialettica.
“Lontano da me”: i due artisti riferendosi ad un soggetto non direttamente esplicitato, ma verosimilmente una donna, sottolineano quanto la loro vita sia anticonformista e complessa per poi consigliare a questa donna di allontanarsi perché sia Emis sia Jake riconoscono di essere nocivi per le persone che gli stanno vicine troppo a lungo; ci sono due passaggi nella strofa di Emis KIlla su cui reputo ci si debba focalizzare: “Provo qualcosa, ma non lo dimostro-A parte quando si litiga e divento un mostro” , “So che sei fragile, ma tutto è instabile-Accettalo e non dire più una parola-Se vuoi salvare il salvabile puoi solo andartene ora-E salvarti da sola” , Per me daresti la vita-Anche adesso che è finita-Mi hai messo l’anima in mano-Io solo anelli alle dita” .
“Maleducato”: beat basato su una successione di bassi (808) veramente imponente, Emis Killa ironizza su quanto sia piccolo il suo paese prendendo l’agente di polizia come esempio: “Posso capirlo, il paese è piccolo-Sono dieci anni che vengo fermato dallo stesso sbirro-Vorrebbe chiudermi click clack-Buttare la chiave come a ponte Milvio” . Successivamente non mancano allusioni alla vita malavitosa.
“L’ ultima volta”: brano che vede come ospite Massimo Pericolo. La storia narrata ha come protagonista un uomo, non definito, ma comunque un carissimo amico che in una sera viene arrestato dalle forze dell’ordine; è destinato a finire in cella, e intanto tornano alla memoria ricordi della gioventù dove i ragazzi passavano le giornate insieme accompagnati dallo sfondo onnipresente che caratterizza sia l’album sia le vite degli artisti coinvolti nel pezzo, ovvero la strada. La strofa di Massimo Pericolo è più profonda e personale, infatti le parole usate sono: “In prigione per sempre nella mia pelle-Se c’è giustizia, perché non paga un altro?-Se c’è Dio, perché tua madre ha il cancro?Non basta l’amore a cambiare vita-Non curi un tumore con l’aspirina” . Il rapper di Gallarate, che ha passato due anni della sua vita tra arresti domiciliari e reclusione carceraria, inizialmente afferma di sentirsi imprigionato nel suo stesso corpo, per poi attaccare il concetto generale di giustizia, sottolineando implicitamente la giustizia terrena ed esplicitamente quella divina.
“La mia prigione”: pezzo di Emis Killa che in questo caso lo vede come solista. Nel pezzo viene evidenziato il disagio che l’autore prova quasi quotidianamente facendo anche riferimento a trascorsi che hanno portato alla rottura di alcuni legami. I passaggi più interessanti del testo sono: “La felicità quaggiù non fa mai sconti-Vorrei comprarne un po’ma non mi bastano mai i soldi” , “Non mi fido di nessuno ed è un problema mio-E ti ho già detto addio” , “La libertà è intraprendere una strada
E farla propria anche senza sapere a dove porta” , “Farsi in quattro per gli amici per poi essere tradito sul finale” , “Questa gente mi saluta, ma non sa chi sono-Conosce solo le mie azioni, non conosce l’ uomo-Sono uscito dalla melma con le mie ambizioni-Emiliano ed Emis Killa, onoro entrambi i nomi” . Saltano all’occhio i passaggi finali in cui notiamo la redenzione di Emis, accostati a parole di forte orgoglio contraddistinte da una positività vista raramente nella carriera del rapper.
“Toro Loco”: pezzo che presumibilmente serviva ad alleggerire la tracklist per evitare che diventasse pesante dal punto di vista contenutistico; possiamo dire che entrambi gli artisti esternano il loro amore verso la lussuria e il gentil sesso.
“Gli amici miei”: secondo featuring di Lazza. Con questa collaborazione si percepisce un’inflessione più vicina alla trap, l’argomento in questione è il classico concetto che potremmo sintetizzare con estrema semplicità, ma per farci capire meglio da qualcuno esterno al genere potremmo dire che i tre artisti sottolineano il vigore, la forza e la fratellanza del gruppo con cui girano in strada, in cui respirano un’aria di fratellanza a tutti gli effetti.
“Medaglia”: brano con un sound molto più leggero rispetto alle altre tracce dell’album, infatti è caratterizzato da un ritornello composto da Jake la Furia che entra in testa con estrema semplicità vista la sua orecchiabilità: “La faccia è l’ unica cosa di me che cambia-E questa strada ha il valore di una medaglia-Perché la mia benzina non saranno i soldi mai-Ho sogni così grandi che se dormi non li fai” . Per quanto riguarda la parte di Emis Killa reputo ci siano passaggi interessanti perché diffondono un senso di positività e fiducia in se stessi: “Se un sogno non ti spaventa non è grande abbastanza-Per questo pensavo in grande da quella stanza” , “Se è vero che anche l’erba calpestata diventa un sentiero-Io proseguo e non mi guardo indietro-Dicevano “sei pazzo” e forse un po’era vero-Grazie al cielo che ero pazzo e quindi ci credevo” .
“Il seme del male”: brano che come costante ha un linguaggio ed una struttura sintattica classica del genere rap/hip-hop, unito a svariati riferimenti alla vita di strada, tra cui l’ uso di stupefacenti e alcolici, non mancano perifrasi che nutrono l’ego dei due autori e nemmeno allusioni particolarmente esplicite all’atto sessuale.
“Cowboy ”: featuring di Tedua; all’ospite in questione, purtroppo, è stato assegnato esclusivamente il ritornello, anche se ovviamente orecchiabile e degno di nota. Analizzandolo testualmente infatti salta all’occhio quella che possiamo definire come una citazione al mondo prettamente trap, ovvero: “In zona 4 le sirene metterò le quattro frecce 4L” , quel “4L” è facilmente riconducibile a uno degli artisti più parlati di questo 2020, ovvero Sapobully, artista del collettivo FSK satellite, che ha coniato questa espressione. Emis Killa nella sua strofa ci permette di desumere la condizione in cui è cresciuto spiegando brevemente quanto lavorasse la madre per dargli un futuro: “Mia madre senza un futuro-Faceva due turni per darmene uno-Usciva di casa che era ancora buio-E tornava che il cielo era scuro da un po’” .
“Quello che non ho”: Emis Killa racconta della sua ambizione descrivendo i suoi pensieri sin da ragazzino, di quanto lui si sentisse determinato in certi momenti e completamente disorientato in altri, di quanto avesse l’affetto delle persone che gli stavano intorno quando però questo non era abbastanza per lui, siccome aveva bisogno dell’affetto dei suoi cari, che però come suo padre non aveva. Chiudono la strofa due versi che con parole semplicissime espongono un concetto di enorme spessore: “Pensavo tanto al mio futuro che ho perso il presente-Volevo essere onnipotente come un Dio-Per poi scoprire che anche Dio è niente-Di fronte a un non credente” .
A parer mio questo album è l’alchimia perfetta tra lo stile classico, un po’mainstream, ma caratterizzato da musicalità e struttura dei club dogo, di cui Jake è stato fondatore e altissimo esponente, e lo stile inconfondibile unito alle punch line strabilianti di Emis Killa che ha contribuito sotto un punto di vista melodico a dare un tocco leggermente più moderno, come tra l’altro volle fare con il suo album da solista “Terza Stagione” uscito nel 2016. L’album certamente è candidato al titolo di miglior album dell’anno, ovviamente premio non assegnato ufficialmente, ma verdetto che ogni ascoltatore abituale del genere aspetta quasi ansiosamente ogni anno. Sinceramente penso che Emis Killa sia stato più performante del compagno Jake. Su Emis, costantemente attaccato per svariate motivazioni, la maggior parte delle quali io stesso reputo valide, non posso però non essere obiettivo: mi ha colpito molto sia per il flow sia per le strofe a parer mio ricche di spessore, senza contare che è merito suo se Jake è tornato a rappare dopo un periodo di avvicinamento al mondo pop-reggaeton, come lo stesso Jake ha ammesso nell’intervista al noto portale Esse Magazine. Resta il fatto che entrambi gli autori di questo joint album abbiano fatto un eccellente lavoro. Spero che ci siano altri lavori di coppia che in futuro possano eguagliare se non superare questo imponente e straordinario progetto.
IGOR LISOGENO