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Le due facce del calcio

Il calcio è lo sport più seguito in Italia, e uno dei più seguiti al mondo; da questa popolarità è fiorito un mercato globale di miliardi di dollari, che comprende tutti i più svariati settori di questo sport, dal “calciomercato” , ossia gli scambi di giocatori, alla costruzione di strutture che possono accogliere fino a centomila tifosi. Lo spettacolo che questo sport ci regala, o forse ci regalava, sembra andare sfumando con la crescita del mercato che lo sostiene e che pare controllare ogni partita, cancellando quell’imprevedibilità che poteva mutare irrimediabilmente l’ umore dei tifosi da un momento all’altro per ore; ormai chi ha più soldi compra, vince e domina, e rimangono poche le partite in cui si gioca veramente un calcio degno di questo nome. Nonostante ciò, ancora oggi, questo sport offre emozioni di ogni tipo, ed è per alcuni una sorta di religione, di culto che unisce e divide familiari, amici e conoscenti. In certi casi possono nascere delle vere e proprie devozioni verso singoli giocatori che spesso si trasformano in icone sportive, di cui un esempio è lo storico capitano giallorosso Francesco Totti. Il calcio è spesso argomento di accesi dibattiti e discussioni, ma raramente si riesce a intrattenere un sano dialogo con un tifoso avversario senza sfociare in un inutile accanimento l’ uno contro l’altro, una conseguenza inevitabile dell’eccessiva aggressività caratteristica di questo sport. Infatti, spesso, i tifosi sembrano dare più importanza agli scontri, verbali e fisici, contro gli avversari che alle partite e ai risultati in sé, che vengono considerati solo dei mezzi per potersi accanire contro chiunque non condivida la loro “fede calcistica” . È assolutamente lecito, come lo è sempre stato, prendersi scherzosamente gioco di un tifoso avversario dopo la partita, fintanto che non si trasformi in una lotta e rimanga una semplice presa in giro: si dovrebbe sapere che si vince e si perde, e non sarà certamente un’innocua beffa a cambiare il risultato o l’ umore dei giocatori. Purtroppo, la cattiva abitudine di trascendere i limiti di decenza e calma, necessari per un tifoso come per un giocatore professionista, hanno raggiunto anche il campo: non sono rare le risse o gli scontri verbali tra giocatori, gli insulti agli arbitri, i gesti antisportivi e le umiliazioni nei confronti degli avversari. Lo spettacolo ha lasciato posto a una vera e propria guerra con schieramenti che combattono senza un’apparente ragione, se non per il gusto di farlo. Un esempio piuttosto eclatante della crescita di questo atteggiamento aggressivo e poco sportivo sono le simulazioni, che negli ultimi anni, e non solo, hanno raggiunto dei livelli imbarazzanti; anche giocatori di altissimo livello come Neymar Jr, attaccante brasiliano del PSG, si distinguono per le loro “abilità” nel fingere un infortunio o un contatto falloso con l’avversario, arrivando talvolta persino a rotolarsi per terra, gridando per poi rialzarsi un attimo dopo in perfetta forma fisica. Il problema più grande è che spesso gli autori di queste messe in scena vengono definiti “furbi” , mentre sfugge la sottile differenza tra furbizia e imbroglio: infatti non si tratta di guadagnare un fallo, ma di ingannare l’arbitro e tutti i tifosi, vincendo slealmente. Nonostante questo, il calcio è uno sport veramente unico ed è per questo che si deve preservare con cura nella sua integrità e non trasformarlo in uno strumento di dispute e discordie.

AITAMI IUT

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