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arte design ambiente 12 Aprile 2013 ANNO 3 n. 2

Una pagina è un’idea di Duccio Trassinelli e Demetria Verduci

SLOW MOVIE CONTEST Otto Filmmakers per raccontare il Chianti Carolina Mancini

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low Movie Contest è un nuovo concorso di cortometraggi pensato per il Chianti., che mira a far diventare l’arte un mezzo di promozione del territorio. Si rivolge ad 8 registi giovani, italiani e stranieri, che verranno invitati a trascorrere un soggiorno di una settimana nel Chianti, periodo in cui ognuno di loro realizzerà un cortometraggio , dal tema "Arti&Mestieri del Territorio". Seguirà, in autunno, l'anteprima dei corti al Cinema Odeon di Firenze,la proiezione nei comuni coinvolti, e la realizzazione di un dvd, che l'organizzazione si impegnerà a promuovere e distribuire a livello nazionale e internazionale, all'interno di festival e attraverso collaborazioni con associazioni culturali e cinema d’essai. SMC sarà una manifestazione biennale, che si propone di focalizzare l’attenzione sulle eccellenze presenti , e contribuire ad una maggiore diffusione di tali realtà, creando un database visuale. Nasce su iniziativa dell’Associazione culturale la Macina di San Cresci, che è organizzatore dell'evento, con il sostegno di Regione Toscana ( n e l l ' a m b i t o d i Toscanaincontemporanea), Ente Cassa di Risparmio di Firenze, e in collaborazione con Fondazione Sistema Toscana e il Coordinamento dei Comuni del Chianti.

Chi saranno gli 8 registi che arriveranno n e l C h i a n t i quest'estate? Il bando è ancora aperto (scade il 30 aprile) e li stiamo s e l e z i o n a n d o ; contemporaneamente stiamo anche scegliendo gli artigiani e le attività che saranno oggetto dei loro cortometraggi. Quest'ultimo compito è quello più difficile: ce ne sono tante che meriterebbero un film intero, e andare a riscoprirle è un po' come ridisegnare la mappa del territorio, oltre i confini tracciati dall’attività vinicolo-agricola che da sempre lo caratterizza. Slow Movie Contest nasce dalla volontà di fare di questi 8 comuni un grande bacino produttivo di cultura: gli 8 giovani registi che verranno non faranno semplicemente mostra delle proprie opere e del proprio talento (questa sarà solo la fase finale del progetto!) ma le

realizzeranno sul territorio e con il territorio. Raccontando le attività di questi luoghi, la loro capacità di crescere e reinventarsi, contribuiranno allo sviluppo del territorio stesso. E’ una sfida con cui la Macina Di San Cresci si misura già da tempo, ospitando una residenza per artisti, che vede avvicendarsi sul territorio pittori, scultori e scrittori di tutto il mondo. E allargando di poco lo sguardo ecco che troviamo un alto esempio di un territorio, San Gimignano, che ha vinto la scommessa di aprire una galleria d’arte di prestigio, la Galleria Continua, in un tessuto rurale, riuscendo a catalizzare l’attenzione internazionale. Vorremmo che i film che si gireranno qui somigliassero ai quei prodotti del territorio che saranno i loro protagonisti. Un film, un cortometraggio soprattutto, porta sempre in sé i tratti di un prodotto artigianale, anche quando (e questo è un altro dei nostri obiettivi) accede al circuito industriale. Per realizzarli i registi dovranno ‘sporcarsi le mani’, entrare in contatto con la terra, essere padroni di una tecnica che riesca a fondere l’estro con l’ingegno e a farsi arte. Proprio come fanno gli artigiani. Il cinema è l'arte dell’immagine in movimento: nell’immagine c’è la memoria, nel movimento il futuro. Ecco perché il cinema è il mezzo ideale per promuovere quelle attività antiche, che riescono a sopravvivere perché hanno trovato in sé e fuori di sé una possibilità di sviluppo, grazie alla capacità di innovare. In fondo tradizione vuole dire proprio questo: riuscire a trasmettere la propria identità ( r )innovandosi, senza tradirsi. I corti saranno poi riuniti in un unico documentario in 8 parti, che ci impegneremo a diffondere in festival nazionali e internazionali, nelle televisioni, su Internet. E' questa (assieme al sempre utile e appetitoso premio in denaro) la vera posta in palio per i nostri registi, e per il nostro territorio. Un primo obiettivo che disegna una strategia: 8 corti riuniti in un unico documentario che girano il mondo, come 8 comuni riuniti in un’unica regione che si fa importatrice ed esportatrice di cultura. Il nostro è un sogno, che si alimenta però di riscontri concreti, di cose che si muovono da quando ci siamo messi in moto. Ad esempio la richiesta che ci è arrivata dalla cittadina turca di Cavus, di selezionare 8 pittori e scultori, che in agosto saranno invitati

Progetto realizzato nell’ambito di TOSCANAINCONTEMPORANEA 2012

In Turchia, per una settimana di residenza artistica. Abbiamo pensato subito di cercare gli artisti negli 8 comuni di Slow Movie Contest. La delegazione sarà quindi tutta chiantigiana. L'8 ci 'insegue' e, a dire il vero, l'abbiamo un po' inseguito anche noi: la sua forma fa pensare al simbolo dell' infinito, ricorda l'andamento delle nostre colline, è un numero che quando lo scrivi non stacchi mai la penna. Un numero che unisce.

Cosa pensano di Slow Movie Contest i comuni che ne fanno p a r t e e c h e accoglieranno i registi?

del vostro territorio? 3)Se voi foste il regista: quali sono le realtà che scegliereste di filmare? C'è un mestiere che più di tutti vi rappresenta? (qui si possono descrivere una o più realtà artigianali e spiegare perché queste rappre-sentano al meglio il vostro paese) 4)L'importanza di filmare le tradizioni: un artigiano, un mestiere storico che adesso non c'è più e/o un giovane che ha preso in mano e che rinnova un antico mestiere. A pagina seguente trovate le loro riflessioni.

Il territorio del Chianti è costituito da un`ampia area collinare situata al centro della Toscana, tra Firenze e Siena , chiusa ad est dai monti del Chianti e ad ovest dalle valli dei fiumi Pesa ed Elsa . Ne fanno parte, per intero o parzialmente, i comuni di San Casciano Val di Pesa , Tavarnelle Val di Pesa , Barberino Val d`Elsa , Greve in Chianti ( in provincia di Firenze ) e Castellina in Chianti , Radda in Chianti , Gaiole in Chianti , Castelnuovo Berardenga (in provincia di Siena ). Rinomato in tutto il mondo per la produzione del suo ottimo vino, il territorio del Chianti è caratterizzato dal continuo alternarsi di vallate e dolci colline coperte di vigneti e olivi ma anche da poggi aspri e solitari ricoperti da querce, cipressi e pini. L`intera area è costellata di borghi d`origine antica, pievi e badie, castelli e rocche, casolari e ville-fattorie : un paesaggio architettonico iiiiii

Barberino Val d’Elsa

Castellina in Chianti

fatto con materiali semplici e caldi come l`alberese, la pietra serena, la terracotta e che si è adattato nel corso del tempo al paesaggio naturale con effetti di suggestiva armonia. Abitata fin dal tempo degli Etruschi , che per primi pare abbiano avviato la coltivazione della vite e di cui sono rimasti numerosi reperti archeologici, la zona subì anche una rilevante dominazione romana ; nel Medioevo fu a lungo teatro di violente contese tra le rivali Firenze e Siena che terminarono solo a metà del 1500 con la sconfitta definitiva della Repubblica Senese . Questa è ormai storia passata ma non è un caso che dopo secoli d`antagonismo e rivalità, otto comuni del Chianti abbiano simbolicamente sottoscritto un accordo - il "Patto di Pontignano" - nel quale sono state definite regole comuni per tutelare e valorizzare in modo unitario la propria identità. (Fonte: APT Firenze)

Castelnuovo Berardenga

Greve in Chianti

Sponsor

Gaiole in Chianti

Radda in Chianti

San Casciano Val di Pesa

Tavarnelle Val di Pesa

In collaborazione con: Abbiamo ‘dato la parola’ ai Sindaci e agli Assessori, rivolgendogli le seguenti domande, per capire l’importanza che per loro riveste questa manifestazione, alla luce delle peculiarità di Sponsor tecnico ciascun territorio. 1)Il vostro Comune sta per ospitare un giovane regista, come gli descrivereste il vostro paese e il vostro territorio? 2)Ci sono stati artisti che il vostro paese ha già ospitato nel passato più o meno recente? Qual è il contributo che hanno dato? Cos'hanno scelto di Media partner rappresentare e cosa li ha colpiti

Sponsor principale:

Organizzato da:

www.slowmoviecontest.org info@slowmoviecontest.org

La Macina di San Cresci Pieve di San Cresci 1 50022 Greve in Chianti (FI) Italy Tel. 055 8544793 www.chianticom.com Residenza perArtisti


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12 Aprile 2013

Barberino Val D’Elsa Nelle parole dell’Assessore alla Cultura, Patrizia Sollazzi

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l territorio di Barberino Val d’Elsa è già di per sé un’opera artistica: piccoli borghi arrampicati sulle colline, da dove si ammirano vigne e boschi; gioielli architettonici, come la Cupola di Semifonte, la Pieve romanica di Sant’Appiano, i castelli di Linari, Poppiano e Monsanto; il Teatro Margherita di Marcialla; la Cappella Brancadoro Majnoni - Guicciardini a Vico d’Elsa con gli splendidi affreschi di Giovanni da San Giovanni; case fortificate ed esempi di architettura rurale; piccoli cimiteri, chiesette e tabernacoli; piazzette interne che costituiscono dei palcoscenici naturali, come quelle di Tignano e Barberino capoluogo; ville e palazzi nobiliari… Non mancano le leggende e la storia: la fine di Semifonte distrutta dalla nemica Firenze nel 1202 e la nascita di Barberino Val d’Elsa; la decadenza di Linari, uno dei primi liberi Comuni del territorio; Monteloro ed il suo Santo; la leggenda della fonte del latte e le avventure del “Guerrin Meschino”… I colori ed i contorni del paesaggio sono unici, gli odori dei boschi e dei vini inconfondibili. E’ un territorio racchiuso da elementi naturali, formato da tanti piccoli centri e popolato di case vacanze ed agriturismi. Attorno fanno da cornice paesi come San Gimignano, Certaldo, Poggibonsi, Castellina in Chianti e Tavarnelle Val di Pesa. Un regista avrebbe solo l’incertezza nel decidere da dove iniziare a filmare…

Barberino Val d’Elsa ha dato i natali ai poeti Francesco ed Andrea da Barberino , a Papa Urbano VIII, ai pittori Raffaellino del Garbo ed Ugo Capocchini, al maestro Marco Borgianni, tutt’ora abitante a Vico d’Elsa. Molti artisti hanno lasciato opere nel territorio, quasi a voler testimoniare il loro passaggio: da Michelangelo Buonarroti, che fu ospite degli Agostiniani a Marcialla fra la fine del 1400 e l’inizio del 1500 e che qualcuno dice abbia “messo mano” all’affresco della chiesa di S.Maria raffigurante la Deposizione, (affermazione mai smentita e mai confermata con certezza);Bernardino Poccetti, che nel tardo 1500 dipinse una tavola nella cupola di San Michele Arcangelo a Petrognano e gli affreschi a "grottesche" delle volte del cortile interno del castello di Paneretta; Pietro Tacca, che realizzò il busto in bronzo dorato del Beato Davanzato per la chiesa di San Bartolomeo di Barberino Val d’Elsa… Se fossi il regista filmerei la manualità degli artigiani, che incarnano il senso artistico del territorio. Inizierei dalle botteghe di Paola e Danila a Barberino, che delicatamente dipingono, incollano e creano pezzi unici; proseguirei con i ceramisti Andrea e Catia, che modellano le terre;incontrerei Marco, pittore e scultore, che disegna e scolpisce donne materne e feconde; visiterei l’officina di Roberto e Giuseppe, che piegano e addomesticano il ferro; arriverei alla falegnameria di Paolo ed

Alessio, al laboratorio di Fabio. Mi fermerei soprattutto dal fabbro Roberto,che ha insegnato al figlio Giuseppe l’arte di piegare il ferro in forme e disegni: è stato un passaggio di esperienza, di insegnamenti, di competenze…ora lavorano fianco a fianco e, per quel che si dice, il figlio ha superato il padre. Anche Paolo ed Alessio lavorano gomito a gomito nello stesso laboratorio di falegnameria a Barberino capoluogo, sono padre e figlio, il padre ha dato in mano al figlio il suo mestiere, quello di falegname di antica tradizione artigiana.

Castelnuovo Berardenga Nelle parole dell’Assessore alla Cultura, Annalisa Giovani

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astelnuovo Berardenga è un Comune della Toscana che si trova a 10 chilometri da Siena e a circa 70 chilometri da Firenze, fra le Crete senesi e il Chianti. Fa parte della rete delle città slow, le città del "Buon vivere" e nel 2005 ha ricevuto la Bandiera arancione dal Touring Club Italiano. Luogo di stupendi parchi romantici e dimore residenziali di nobili e personalità di cultura senesi, da Ranuccio Bianchi Bandinelli al conte Chigi Saracini, Castelnuovo fa da sfondo a tanti centri d’interesse culturale, architettonico e monumentale: il Borgo di San Gusmè, Montegiachi, la Canonica a Cerreto, la Torre Civica dell’Orologio a Castelnuovo l’Oratorio di Sant’Ansano la IL TEMA Cappella di San Liberato a Curina. Nel territorio comunale si trova Montaperti, luogo della storica battaglia fra Firenze e Siena, narrata nella Divina Commedia. Da Slow Movie Contest ci aspettiamo di far conoscere un altro Chianti, quello presente prima dell'avvento della produzione intensiva di vino che ha trasformato il paesaggio e il lavoro, facendo diventare il Chianti un brand turistico ed enogastronomico fra i più conosciuti del mondo. Da diversi anni, tutta la comunità castelnovina è impegnata nella tutela del paesaggio nel recupero delle tradizioni locali. Fiore

all’occhiello del comune, è la documentazione dei Bruscelli, una forma di spettacolo teatrale popolare e povera, un tempo molto diffusa in Toscana. Castelnuovo Berardenga è uno dei pochi paesi toscani a far parte dell'associazione nazionale Paesi dipinti, attraverso il percorso di documentazione storica Muri dipinti, che ha dato vita e colore, nel corso degli anni, ad alcuni degli angoli più caratteristici della cittadina raffigurando con murales, i temi delle diverse edizioni del Bruscello. Muri dipinti è una iniziativa di tale bellezza soprattutto per il valore artistico dei murales che, legandosi all’importante tradizione del Bruscello, danno lustro alla cittadina e ai suoi cittadini. Castelnuovo da alcuni anni val bene una visita, anche soltanto per scoprire, passeggiando, questi angoli dipinti. Dalla tradizione proviene anche il mestiere del bullettaio, il fabbricatore di chiodi che ancora oggi ispira la lavorazione artistica del ferro nelle botteghe locali. Castelnuovo Berardenga fa parte dell’Ecomuseo del

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Stampa : Tipografia Grevigiana

Chianti, qui ha sede il Museo del Paesaggio, ed, è attivo un progetto denominato Archivio della memoria che raccoglie testimonianze fotografiche, audio e audiovisive degli abitanti di Castelnuovo e del Chianti. A Castelnuovo, inoltre, s i t r o v a l a s e d e dell’associazione nazionale “Città del Vino”, fondata nel 1987. A Pievasciata, frazione castelnovina, si trova il Parco sculture del Chianti, una mostra permanente di installazioni e sculture contemporanee integrate in un magico bosco di querce e lecci. Sempre nel parco è stato creato anche un anfiteatro-scultura che offre ai visitatori un denso programma di concerti ed eventi culturali e una galleria di sculture realizzata all’interno della vecchia fornace. Sempre la stessa frazione è stata protagonista, di recente, di un progetto di riqualificazione urbana, “Pievasciata Borgo d’arte contemporanea”, un piano di installazione di opere d’arte all’interno di un contesto paesaggistico che è già di per sé un’opera d’arte apprezzata e riconosciuta in tutto il mondo (realizzato con la partecipazione di aziende private, Comune di Castelnuovo, Provincia di Siena e Regione Toscana).

Castellina in Chianti Nelle parole del Sindaco, Marcello Bonechi

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l Comune di Castellina in Chianti può essere considerato un paradigma della realtà chiantigiana, per più di una ragione. Innanzitutto, per le caratteristiche del tessuto LA MATERIA fondato socio-economico, principalmente sull'attività agricola delle produzioni vitivinicola e olivicola e su quella turistico-ricettiva (il Comune conta circa 150 mila presenze annue). In secondo luogo, per la sua identità paesaggistica, caratterizzata da suggestivi squarci e ampie panoramiche sulle vallate circostanti e i territori limitrofi, resa ancor più affascinante dai caldi colori dei vigneti e delle olivete. Infine, dal punto di vista logistico e storico, in quanto territorio collocato a circa metà strada tra Firenze e Siena, due città d'arte che hanno avuto un ruolo fondamentale, a partire dall'epoca medioevale, nella storia locale. Non a caso, la leggenda del Gallo Nero trova la sua ambientazione proprio a Castellina, in località Crocefiorentina. Le attività tipiche del territorio sono quelle legate alla produzione delle eccellenze agroalimentari: vino e olio. Ma, mentre per il primo, il successo internazionale è noto e ben supportato dalle iniziative di

marketing e di comunicazione del Consorzio del Vino Chianti Classico, l'olio pare scontare una sorta di status di inferiorità rispetto al vino, nonostante le proprie qualità organolettiche. Per questo, è importante valorizzare e incentivare l'attività olivicola, sia per i risultati in termini commerciali, produttivi e, quindi, occupazionali, sia per la tenuta stessa dei nostri suoli e della nostra identità paesaggistica: cosa sarebbe il Chianti se le olivete fossero dismesse, perché non più remunerative? L'artista per antonomasia che ha deciso di insediarsi a Castellina, fino a diventarne un residente a tutti gli effetti insieme alla famiglia, è stato il cantautore francese Leo Ferré, considerato dalla critica il “De Andrè transalpino”. Famosa è la sua produzione di contenuti libertari e anarcoidi, sviluppati anche durante l'esperienza castellinese. Il miglior contributo che ha dato alla collettività è stato quello di essersi saputo inserire nel contesto agricolo e rurale castellinese degli anni '70 con grande tatto e sensibilità, senza alcun atteggiamento di presunta superiorità, come la sua condizione culturale di artista di élite poteva suggerire.

La famiglia è rimasta a Castellina anche dopo la sua morte, avvenuta agli inizi degli anni '90, e porta avanti, con importanti risultati qualitativi, un'azienda agricola principalmente dedita alla produzione vinicola. Degna di nota anche la canzone “Castellina paese del Chianti” che il Quartetto Cetra ha prodotto e pubblicato nel 1954, che trae spunto da una vicenda amorosa tra lo scrittore del testo (Tata Giacobetti) e una presunta ragazza castellinese, collocabile negli anni della Seconda Guerra mondiale. La canzone descrive con minuzia di particolari alcuni personaggi e le caratteristiche di Castellina dell'epoca.

Gaiole in Chianti Nelle parole dell’Assessore alla Cultura, Deborah Montagnani

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aiole si è sviluppata seguendo in lunghezza la valle del torrente Massellone, luogo ideale, fin dall'antichità, per incontri e mercati. Già prima del 1000, infatti, i colli che delimitano la valle erano popolati, e proprio i "popoli" di questi villaggi di "altura", scendendo verso la valle per incontrarsi e mercanteggiare, dettero vita al nucleo che divenne poi il centro principale dell'intera vallata. Documenti notarili del 1215 indicano la sua importanza, come piazza di mercato, e l'importanza crebbe ancora, nel 1300, con la costituzione della "Lega del Chianti", della quale Gaiole, divenne capoluogo di "terziere" insieme a Castellina e Radda. Per quattro secoli il territorio di Gaiole fu zona di confine fra Firenze e Siena e, di conseguenza, bersaglio di HANNO DETTO incursioni e saccheggi fino alla definitiva caduta di Siena nel 1555. Oggi il nostro comune è uno dei più estesi della provincia di Siena e per l’80% è superficie boschiva. Le colline e le strette convalli mostrano, più spiccatamente che altrove, i caratteri peculiari della terra chiantigiana, che si differenzia dalla collina senese e fiorentina: i colli sono più irti, il bosco di q u e r c i a c o p r e abbondantemente la sua superficie e si apre a larghe ed ariose isole di vigne e di oliveti;

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le valli sono corte ed anguste e non vi arriva l'alito della città ed il rumore del traffico. Il segno umano della casa, della pieve e del castello è meno intenso, eppure il senso di tranquillità che si percepisce non è un senso di solitudine. Tra i nostri visitatori ce ne sono molti che decidono di rimanere, abbiamo avuto numerosi artisti che in forma più o meno anonima hanno vissuto nei nostri poderi. Solitamente, chi decide di vivere qua lo fa per la bellezza ma anche per la tranquillità, e preferisce stare lontano dai “riflettori”. Un concittadino illustre è Mattew Spender, residente nei pressi di S.Sano dal 1968, che partecipa alla vita paesana suonando nella Banda della Società Filarmonica e che recentemente ha donato una sua scultura al Comune di Gaiole in Chianti. Putroppo i vecchi mestieri si stanno perdendo, come quello del ciabattino che realizzava scarpe meravigliose nella sua bottega in Piazza Ricasoli del capoluogo, una vera e propria istituzione, purtroppo scomparsa. C’è invece una signora tedesca che vive da anni a Gaiole e realizza tessuti a telaio, e un’impresa artigiana di ferro battuto che ancora oggi opera in modo tradizionale. Credo che non ci sia un mestiere che rappresenti la nostra terra più di altri: ogni lavoro manuale che richiede tenacia e ingegno

può essere il simbolo di questo territorio, in origine aspro e duro, e trasformato dalla mano dell’uomo in un paradiso di bellezza e tranquillità.


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12 Aprile 2013

Greve in Chianti Nelle parole del Sindaco, Alberto Bencistà

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' possibile descrivere il territorio del Comune di Greve in Chianti utilizzando due sole parole: armoniosamente austero. Questa è l'essenza, il fascino e la magia di questo angolo conosciuto ed amato in tutto il mondo che si ripete di borgo in borgo, di villa in castello ed in ogni colonica che ne punteggia la campagna. Tutto è misurato, sobrio fin quasi all'austerità. Ma di una sobrietà mai triste o penitenziale, che rappresenta piuttosto il riverbero dell'armonia dell'umanesimo toscano e fiorentino. Un paesaggio fisico ed antropico storicamente forgiato dall'uomo a misura d'uomo, della sua vita e del suo lavoro. Tutto ciò rende i nostri borghi e le campagne al contempo straordinariamente simili e straordinariamente diversi, e il visitatore che ne percorre i territori avverte potente la presenza di un genius loci che nel tempo ha forgiato un luogo dove l'occhio mai si annoia e mai si stanca. Questo fantastico luogo non l'abbiamo ricevuto – come si dice – in eredità dai nostri padri, ma in prestito dai nostri figli, ed è per questo che cerchiamo di conservarlo e tutelarlo attraverso la costituzione del primo biodistretto italiano, l'implementazione delle coltivazioni e produzioni biologiche - a partire dal nostro prodotto principe: il vino Chianti Classico d.o.c.g. - la salvaguardia dell'ambiente con un'attenzione particolare al tema dirimente della riduzione e riciclo dei rifiuti.

In questo contesto lo Slow Movie Contest può fornire alla nostra municipalità un'importante occasione per sottolineare due aspetti. Da un lato l'unicità di questo territorio, così amato a livello internazionale, tanto da farne luogo di elezione per cittadini di ogni parte del mondo e per tanti artisti che, a partire dagli anni '60, hanno scelto di vivere e di lavorare qui. Dall'altro mostrare come, oggi, si cerchi di preservare e salvaguardare l'ambiente e la qualità della vita di cittadini e turisti attraverso una politica particolarmente sensibile alle tematiche ambientali, a stili di vita slow (Greve in Chianti ha fondato nel 1999 l'associazione delle Città Slow), alla salvaguardia degli antichi mestieri e prodotti. E se le nostre macellerie – e i macellai in particolare – sono famosi in tutto il mondo, altrettanta attenzione meritano le pelletterie e i laboratori di restauro del legno che popolano le nostre zone artigianali. Faticosamente, solo grazie ai nostri anziani, sopravvivono piccole botteghe artigiane in cui si intrecciano ceste, si costruiscono botti, si lavora il ferro battuto e si intaglia l'olivo. Tornando alla campagna, oltre al vino e all'olio, si stanno recuperando coltivazioni antiche, legate ad un'antica economia di sussistenza, quali quelle del giaggiolo e dello zafferano. Sono invece ormai presenti quasi solo nei ricordi le antiche arti femminili del ricamo, del trapunto e del rivestimento dei fiaschi.

Radda in Chianti Nelle parole del Sindaco, Alessandro Aterini

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adda in Chianti è un piccolo comune immerso nel verde del Chianti Classico senese, con una superficie di oltre 80 Km quadrati ed una popolazione di 1.700 abitanti. Radda fu nel passato sede della Lega del Chianti, di cui divenne capoluogo nel 1415. Oggi è possibile visitare il Palazzo del Podestà, sede del comune, sulla cui facciata sono murati gli stemmi dei vari podestà e le carceri. Dopo l’esodo e l’abbandono avvenuti nel quindicennio 19521966, i colli di Radda e in genere del Chianti, sono tornati a sedurre uno stuolo di innamorati della natura, cittadini provenienti delle grandi aree metropolitane italiane e dai paesi stranieri ( Inghilterra, Germania, Svizzera ...). Si tratta di un mondo eterogeneo per provenienza sociale e territoriale, che però condivide l’appartenenza alla cultura contadina, e che ha riscoperto i valori della “ nostra” campagna,

Tavarnelle Val di Pesa Nelle parole dell’Assessore allo Sviluppo Economico, Lia Corsi

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San CascianoVal di Pesa Nelle parole dell’Assessore alla Cultura, Chiara Molducci

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an Casciano è come un grande mosaico in movimento, in cui ogni tassello si anima di vita concreta e si fa tableau vivant. Il territorio è esteso, eterogeneo, ciascuna località ha tradizioni e usanze proprie ma non può fare a meno dell’altra. Oltre al fascino delle colline e delle strade bianche, al pregio delle emergenze architettoniche e del patrimonio storico-artistico, San Casciano offre ampie opportunità sul piano educativo e culturale: il museo, che custodisce alcune delle più importanti opere dell’arte trequattocententesca, le attività del teatro Niccolini e della biblioteca, il belvedere della Torre del Chianti... Dalla sua riapertura, avvenuta oltre quindici anni fa, il Teatro Niccolini ha ospitato centinaia di artisti di spicco nel panorama italiano e straniero. Rappresentanti del teatro di tradizione e della drammaturgia contemporanea: questo il doppio filo della programmazione che il Comune ogni anno confeziona in collaborazione con Fondazione Toscana Spettacolo e il grande Ugo Chiti. L’amministrazione comunale ha deciso di omaggiare questi artisti (Paolo Poli, Gianrico Tedeschi, Massimo Ghini, Franca Valeri, Isa Danieli, Alessandro Benvenuti, Laura Curino, Ottavia Piccolo…) con il premio alla carriera Antonio Morrocchesi, una targa in argento e più recentemente un manufatto di alto pregio realizzato dai nostri maestri artigiani.Anche il museo

di San Casciano porta il segno di un profondo legame con l’arte. Da alcuni anni, grazie alla professionalità di Sandra Stanghellini e alla Fondazione Giuliano Ghelli, le sale che ospitano alcuni dei capolavori dell’arte toscana convivono con importanti opere d’arte contemporanea donate dagli autori che hanno esposto le loro creazioni a San Casciano. E anche camminando per le strade o passeggiando per i boschi ci si accorge di questa sensibilità del territorio ai grandi artisti dei nostri tempi, basti pensare al cervo di Mario Merz che troneggia sulle mura medievali o alla luna di Mauro Staccioli nella radura di Luciana. Altro palcoscenico artistico è quello di alcuni borghi, come Sant’Andrea in Percussina, dove Niccolò Machiavelli scrisse il “Principe” che quest’anno celebra il quinto centenario. Il borgo è stato più volte al centro di produzioni cinematografiche che hanno amplificato il nome e il prestigio del nostro paese in tutto il mondo. Se fossi un regista mi concentrerei sulle immagini di San Casciano che meglio

così ricca di beni culturali e ambientali che l’esodo sembrava aver mandato in totale rovina. E’ un paesaggio costellato di case coloniche modellate con una spontanea ma geniale architettura “fatta a mano” i cui esterni hanno il colore delle rocce e dei terreni circostanti perché costruite con le pietre raccolte sul posto; è un succedersi di più rade e splendide ville-fattorie circondate da giardini . Su tutto spicca la presenza di chiese e chiesette, alcune di grande interesse architettonico come quelle del Borgo di Volpaia, di Pian d’Albola, Badia a Montemuro, il Convento Santa Maria a Radda, la Pieve di Santa Maria Novella, San Fedele, Castelvecchi, Livernano... Le principali attività del territorio sono quelle legate alla produzione di olio e vino, da sempre ricchezza e orgoglio della nostra realtà; ancora oggi ci sono tradizioni che non si sono

perse come la lavorazione delle ceramiche, delle carni e dei muri “a secco” tipici di questa zona. Radda ha accresciuto il suo reddito negli ultimi venti anni grazie al turismo, con attività alberghiere e di agriturismo, sempre nel rispetto del territorio. Ci sembra che uno dei compiti in cui le Amministrazioni locali dovrebbero impegnarsi di più, sia quello di intensificare i processi di aggregazione utilizzando in particolare le manifestazioni culturali e ricreative. In questo è essenziale il contributo degli uomini di cultura, che non sono divisi da pregiudizi, quale che siano le loro idee e la loro formazione. Il lavoro di Slow Movie Contest pur ponendosi come primo obiettivo quello di realizzare un attento esame degli aspetti sociali ed economici che caratterizzano la vita del Chianti, porterà indirettamente anche un notevole contributo in direzione di una maggiore integrazione economica del territorio.

descrivono il duplice volto del nostro territorio: la bellezza e l’eleganza da un lato, la semplicità e la concretezza dall’altro. Non temerei il confronto tra gli interni di un’antica villa, e quelli della cucina del Parco del Poggione affollata da decine di volontari. Mi piacerebbe accostare le immagini di cittadini curiosi che riempiono la biblioteca durante le conversazioni filosofiche del mercoledì, a quelle dei bambini che imparano ad illustrare in inglese le opere d’arte del nostro museo, o a quelle dei fondi dove i contradaioli costruiscono i carri e confezionano costumi per il Carnevale medievale. Penso anche ai campi dei nostri agricoltori, alle mani di chi vi lavora, comprese quelle dei nostri concittadini nordafricani, e ai laboratori degli artigiani di San Casciano, che al culto del bello sanno affiancare capacità e d e s p e r i e n z a . D i ff i c i l e individuare un solo mestiere quale simbolo del saper fare sancascianese. Le botteghe di una volta e i loro ‘frutti’ più sorprendenti rivivono nella passione di intagliatori, argentieri, fabbri, ceramisti, pellettieri, ricamatrici. Una saggezza che ci auguriamo possa essere raccolta e portata avanti dai cittadini del futuro.

UNA PAGINA è pubblicato da La Macina di San Cresci

avarnelle e più in generale il Chianti emanano bellezza, armonia, capacità di emozionare, ma il vero punto di forza del territorio non risiede solo nell’incanto di uno scorcio paesaggistico, o nel pregio storico di una pieve. La profonda essenza del nostro Comune è la sua gente, la vitalità di chi vi risiede, il senso comune e diffuso di appartenenza ad un territorio dalla forte personalità, caratterizzato da storia e tradizioni secolari; è la voglia di spendersi a favore degli altri, il piacere di ritrovarsi, stare insieme e soprattutto fare e creare per passione e capacità. La gente che lavora, usa le mani per crescere, produrre, sentirsi utile, esprimere una qualità, è l’erede più rappresentativa di quell’enciclopedia del passato, così maestosa nel Chianti, che non ingombra, ma continua ad essere ri-letta con occhi lungimiranti e consapevoli di chi conosce il valore delle proprie radici e vuole guardare avanti. Nonostante le difficoltà e le battute di arresto dalle quali neanche ‘la bellezza’è immune. Ci sono artisti che rappresentano con successo e forza di verità il cuore e l’anima di Tavarnelle semplicemente perché ne fanno parte. Illustri esponenti del mondo cinematografico e teatrale come Ugo Chiti e la sua inseparabile compagnia Arca Azzurra, i cui componenti, in particolar modo Massimo Salvianti e Dimitri Frosali, vivono il territorio come una fonte inesauribile di temi e vicende da mettere in scena; uno specchio della realtà reinterpretata che la gente ama e apprezza perché vi si riconosce. Nei testi del grande drammaturgo Ugo Chiti arde da

sempre il fuoco del realismo; che trova ispirazione nell’osservazione acuta e geniale dei pregi e dei difetti della realtà tavarnellina, ricca di genuinità e contraddizioni che rendono così vivo e variegato il nostro tessuto sociale. Recentemente anche l’attrice e regista Barbara Enrichi ha girato e prodotto un documentario nel nostro territorio, nell’ambito di un progetto promosso dall’assessorato alle Pari opportunità dell’Unione comunale e del Coordinamento Donne Arci La Rampa Tavarnelle, che ha acceso i riflettori sulle testimonianze parallele e incrociate di quattordici donne di quattro diverse generazioni. In generale, il contributo degli artisti sta nella valorizzazione e la diffusione del concetto di memoria e di identità della nostra comunità che oggi ha un profilo così deciso anche grazie all’intreccio di questi due aspetti. Se fossi un regista filmerei le tante testimonianze artistiche e architettoniche di cui il nostro territorio è pieno, quali il borgo di San Donato in Poggio, Badia a Passignano, la Pieve di San Pietro in Bossolo e l’attiguo Museo di Arte Sacra, i crinali di Noce e Bonazza, alternati alla vitalità delle piazze, delle vie di Tavarnelle e dei suoi laboratori artigianali. Una visita al mercato settimanale di piazza Matteotti, un giorno trascorso tra le aziende vitivinicole, i capannoni degli imprenditori, gli atelier degli artigiani, i negozi del centro storico rendono chiara l’idea di cosa voglia dire per la comunità tavarnellina la cultura del fare. E tanti sono i mestieri che solcano questa tradizione tra storia e

contemporaneità. Vecchie e nuove generazioni di falegnami, intagliatori, restauratori, argentieri, ceramisti, fabbri legati da un comune denominatore: l’abilità manuale accostata alla creatività e al coraggio di interpretare le nuove tendenze con capacità di innovazione. Artigiani per scelta e passione, che in un mondo abituato a correre inventano e riscrivono la tradizione seguendo i ritmi naturali del ‘fatto a mano’.


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