Birba #10 (Ladinisches Idiom des Grödnertals)

Birba #10

l drap/l stof

la stoffa der Stoff the cloth

l fil il filo der Faden the thread

l’odla

l'ago die Nadel the needle

la crëida

il gesso die Kreide the chalk

l fier da paidelné

il ferro da stiro das Bügeleisen the iron

l menescel

il gomitolo

der/das Knäuel the ball

l dedel

il ditale der Fingerhut the thimble

l'odla de segurëza

la spilla da balia die Sicherheitsnadel

the safety pin

la forfesc

le forbici die Schere the scissors

la mascin da cujì

la macchina da cucire die Nähmaschine the sewing machine

l spuel dal fil

il rocchetto die Spule the spool

Nuviteies

LA MODA HARAJUKU

La moda Harajuku ie cunesciuda sun dut l mond. Tla capitela dl Iapan, Tokio, iel na pert dla zità che à inuem Jingumae. Iló iel nce la stazion dla ferata y l ridl ntëurvia à inuem Harajuku. Nia for ne ie chësc inuem da giaté sun la chertes de zità. Harajuku ie un di zëntri de moda plu cunesciui dl Iapan. Tlo iel truepa butëighes y boutique y n giata dantaldut da cumpré moda per i jëuni. Ma la moda Harajuku ie plucheauter cunesciuda, ajache la vën mustreda y purteda sun streda, alalergia. La ie na moda che va dal fin al stravagant. Danter la stazion y l parch Yoyogi se urta de dumënia domesdi truep jëuni cun guanc dassënn

particuleres y truepa jënt a fé fotografies. Tl parch daujin iel pona nce grupes de jëuni che fej mujiga, la majera pert mujiga rock. N stil che ti semea mpue al stil punk y che vën vendù truep a Harajuku vën tlamà Harajuku-Kei. La esprescion Haraiuku girls vën adurvà ti media per descrì i jëuni (dantaldut mutans) che se tira sëura guanc de stii desfrënc, ma che sauta tl uedl o à na cumbinazion particulera de culëures, p.ej. Lolita elegantes, Gothic-Fans cun pirsing y ciavëi lonc, tifosi de Decora-Kei cun paruches de uni culëur y Cosplayers trac sëura cun guanc sciche chëi da carnescià (tl Internet posses ti cialé coche chisc cëla ora).

NA PLANTA DE BAMBESC SUN LA LUNA

N sperova che la planta de bambesc che n ova sentà ora tl lander cinesc Chang'E-4 vivëssa y crescëssa, ma do trëi dis che n ova audì che la ova scumencià a mené, iela morta dlaceda via. Per sëuraviver te n scatula de mitel minoven che l bastësse avisé lessù l linëus dl surëdl, ma la temperatura ie arsida a -170°C. La scatula ne fova nia sciaudeda y coche cërc studiëusc ova bele udù danora, ie mortes duta la sumënzes che fova laite: chëles de bambesc, de patat y de Arabidopsis, na planta che fej na pitla flëura.

LA BIESCIA CUN 35 KG DE LANA

Chris ie l inuem de na biescia merino dl’Australia, che ie jita perduda. Do 5 ani l’ai inò giateda, do che l’ova vivù dassëula y che deguni l’ova tenduda. N escurscionist l’ova ududa dlongia Canberra y do n valgun dis iesi stai boni de pië la biescia. Bën 5 persones à tendù per 40 menuc la biescia, tulan demez n iede la pert dedoravia y pona chëla dlongia la pel. De ndut fovel aprësciapuech 35 kg de lana.

MATERIAI PER FÉ AUTI:

Ciuldì pa no i fé cun materiai ecologics o rezitlei?

La BMW à prejentà chëst ann a Minca sun la fiera di mesuns da furné l auto BMW i Vision Circular, che dëssa unì fat defin cun material rezitlà y cun materiai che crësc do.

Tla Florida iel unì fat n auto da 525 ciavei y ie fat defin de cianapia

Per lauré ora l dedit di auti possel unì adurvà d’uni sort de draps:

per la BMW i3 ai tëut eucaliptus (n lën) y kenaf, n material lesier che vën fat ora dla planta dla melva (n ciof);

per la Hyundai IONIQ 5 tulerai ECONYL, n fil fat ora de vedla rëies da pië pësc fates de nylon, sambën dant netedes;

per fé i sic dla Polestar 2 toli bozes de plastica rezitledes y per l rest dl dedit dl auto toli plastica resteda dala produzion de corch. I tepihs vën fac ora de vedla rëies da pië pësc fates de nylon;

i materiai per la Renault ZOE vën tëuc da cioi de segurëza rezitlei, resć de stof y bozes de plastica rezitledes;

per i sic dla Lancia Ypsilon toli plastica abineda adum tl’eghes dl mer Mediteran.

A chësc drap ti diji SEAQUAL® YARN;

per i Ford ai purvà a tò la stlofa sutila che ie ntëur l granel de café (che vën scenó smacheda) y a la mescedé adum cun plastica y autra sustanzes. Cun chësc mescedoz lesier uei fé pertes de auti.

Ora de chël à la firma Ford mo svilupà bioplastica fata cun la stlofa, i stintli y la sumënza de pomodori.

Monce i montli ai purvà a fé cun n material inovatif, l Taraxagum, n material fat cun la ravises de na sort de zicoria salvera.

MATERIA PRIMA

Per creare vestiti per bambini e adulti, si inizia dalle materie prime che possono derivare dal mondo animale, come la lana, dal mondo delle piante o vegetale, ad esempio il cotone o il lino. Le materie non naturali possono derivare dal petrolio o dalla cellulosa. Quest’ultima viene prodotta fra l’altro con i cascami (resti) del cotone come la viscosa, usata per la produzione di biancheria e camiceria. Ogni materia dev’essere lavorata per poter ottenere un filo continuo. Avviene poi la tessitura o l’intreccio di fili orizzontali e perpendicolari (verticali). La tessitura si fa sul telaio, strumento antichissimo e, si ottiene cosí la stoffa.

LINO E CANAPA

I tessuti canapa

Nelle nostre valli montuose un tempo si coltivava il lino e la canapa. Non si é mai coltivato il baco da seta Il lino cresce e puó diventare alto fino a 1,40m mentre la canapa puó raggiungere, nei posti piú soleggiati e protetti i 4m. I fiori del lino sono azzurri e il frutto è una capsula che contiene piccoli semi.

Dalla fibra del lino si ricava il tessuto, mentre da altre parti della pianta si fanno medicinali, carta, corde. La canapa è una delle piante addomesticate piú antiche che l’uomo conosce. Ha una fibra molto resistente, durevole e morbida. Questa pianta viene usata nell’industria tessile, ma anche come integratore alimentare. Dalla canapa si ricava olio e una fibra naturale. La canapa viene anche usata in medicina poiché contiene sostanze curative.

cotone lino

VELLUTO

Il velluto proviene originariamente della Persia e dell’Iraq. Tuttavia anche nelle nostre regioni alpine il velluto ha una lunga tradizione. Nei secoli passati nella nostra provincia e in quelle confinanti c’erano molti nobili che si distinguevano dal popolo anche attraverso il loro vestiti eleganti e preziosi.

telaio

Il velluto è un tessuto delicato, ricercato e di lavorazione piuttosto complicata. Il materiale di base può essere la seta, la lana o una fibra sintetica. Il velluto è sempre stato simbolo di ricchezza e di nobiltà. La città di Ala in Trentino ha una lunga tradizione nella produzione del velluto sin dal 1700. Oggi è ricordata come »Città di velluto« in un festival estivo.

tessuto

barchetta

tessitura

liccio pattern

pettine

FILATURA

Ancora fino a qualche generazione fa, la filatura delle fibre di canapa e di lino nelle nostre zone avveniva in casa. I contadini che coltivavano queste piante le lavoravano per ricavarne le stoffe. Il lavoro di filatura era compito soprattutto delle donne. Nelle lunghe sere invernali si mettevano al filatoio (roda da firé/ Spinnrad) a filare. Le fibre veniva fissata sul fuso che girava velocemente su se stesso. In questo modo il filo viene arrotolato e allungato per formare dei gomitoli. Questo metodo di lavorazione permette di ottenere un tessuto resistente.

TESSITURA

Per filato oppure filo si intende la trasformazione di fibre tessili attraverso una serie di operazioni. Le fibre si presentano in fiocco, la lana o il cotone o, a filamento continuo come la seta. Per trasformare una massa di fibre in un filo é necessaria prima la cardatura poi la torcitura. La cardatura districa le fibre mentre la torcitura torce il filo e lo rende piú resistente. Il processo di tessitura avviene sul telaio a mano o artigianale o meccanico ed é composto da più fasi che alla fine vengono controllate. Mani esperte sono attente alla lucentezza e alla robustezza del tessuto.

CONFEZIONE

I vestiti possono essere realizzati artigianalmente o industrialmente. Un sarto che confeziona ad esempio un abito da uomo, prende prima le misure del suo cliente. Crea poi un modello di carta. A volte, se è un vestito elegante, si va dalla modellista che consiglia e ritaglia il modello. Scelta la stoffa, si tagliata in base al modello. Le parti della stoffa tagliata vengono imbastite e poi cucite. Dopo le varie prove, se l’abito va bene, c’è la fase finale, aggiustare qualche cucitura, attaccare bottoni in maniera che il vestito stia »a pennello«.

Materiali interessanti

Pelle fatta con l‘ananas

La pelle dell’ananas viene fatta con le foglie della pianta, coltivata nelle Filippine. Per fare questa pelle non serve molta acqua e nemmeno sostanze chimiche che sono tossiche per gli animali. A Londra la pelle di ananas è stata usata per abbellire la prima suite vegana di un hotel.

La lana

La lana è un materiale che non fa passare l’umiditá, inoltre è abbastanza resistente al fuoco e a strappi e protegge bene dal freddo. È molto importante che venga lavorata in maniera ecologica. Ciò significa che pecore, cammelli, o altri animali da lana vivono in libertà nei pascoli, tosati nei giusti periodi dell’anno. Dopo la tosatura avviene il lavaggio della lana che, dovrebbe essere a risparmio d’acqua e senza sostanze come lo zolfo, scaricato poi nei fiumi o nel mare. Gli animali amano restare con i propri cuccioli e non ingabbiati in qualche allevamento intensivo.

Il cotone

Per coltivare il cotone ci vuole moltissima acqua e sostanze chimiche. Ci sono peró ditte che producono vestiti di cotone biologico. Queste magliette o altri vestiti di cotone hanno l’etichetta GOTS (global organic textile standard). Questo significa che sono senza sostanze tossiche, dannose per la natura per la salute dell’uomo.

Lyocell

La materia prima per produrre il lyocell è la cellulosa del legno. Le fibre sono biodegradabili, cioè si decompongono nella natura senza lasciare tracce dannose.

Canapa, sughero, bambú e alghe

sono materiali puliti, realizzati in maniera naturale. Vengono utilizzati da creatori di moda che hanno a cuore il nostro ambiente.

baco da seta

Ses’a da ulache vën nosc guant? Truep draps vën fac cun plantes o da tieres. Cunësces'a chësta fibres? Jan do al fil giates ora si pruvenienza.

I draps bambus angora lin bambesc lana pluma lanadealpacasëida lanadecamelcianapia mohair

I stilisc ´

Ogni stilista vorrebbe essere il primo sulla passerella durante la fashion week. Ma chi ce la farà? Partendo dagli stilisti, trova la via più veloce per la passerella che si trova in cima alla pagina, ma attenzione, i quadrati neri non possono essere attraversati. Per vedere chi arriva prima, conta il numero di quadrati bianchi attraversati. Lo stilista con il numero più basso vince.

Vivienne Westwood

Karl Lagerfeld

Giorgio Armani

Donatella Versace

Coco Chanel

Traditionelle Kleider

BAMILEKE ELEFANTENMASKE

In Kamerun können Krieger, die sich um den BamilekeKönig in besonderer Weise gekümmmert haben, Mitglied der Elefantenmaskengesellschaft werden. Sie tanzen bei der Beerdigung des Königs mit Hüten, die mit Perlen geschmückt sind.

SARI

HIGHLAND DRESS

Die Highland-Kleidung ist die traditionelle, regionale Kleidung der Highlands (Hochland von Schottland) und der schottischen Inseln. Zur Highland-Kleidung der Männer gehören in der Regel ein Kilt (gonela) oder trews (braia) im Schottenmuster des jeweiligen Clans oder der Familie. Dazu kommen ein Gürtel, Sporran genannt, Kniestrümpfe, Geldbeutel und ein SgianDubh, ein schottisches Messer.

GÁKTI

Die traditionelle samische Kleidung heißt Gákti. Die Samen lebten und leben in Nordskandinavien. Früher wurde diese Kleidung aus Rentierleder und Sehnen hergestellt, heute verwendet man eher Wolle, Baumwolle oder Seide. Es gibt verschiedene Gákti für Frauen und Männer; die Gáktis der Männer sind am Saum kürzer. Zum Gákti werden ein Gürtel, Schnürschuhe, ein Schal oder Lätzchen, Zierkragen und Hut getragen.

Der Sari ist ein Kleidungsstück, das in Indien, Sri Lanka, Pakistan, Bangladesch und Nepal getragen wird. Traditionell ist der Sari ein einziges, langes, nicht genähtes Stück Stoff. Obwohl er in der heutigen Mode meist von Frauen verwendet wird, ist der Sari ein Unisex-Kleidungsstück. Er kann ein Erbstück sein, das über Generationen weitergegeben wird, oder ein Kleidungsstück für den Alltag.

KIMONO

»Kimono« ist ein bodenlanges Gewand, das in Japan getragen wird. Der Kimono wird traditionell mit einer breiten Schärpe, Obi genannt, getragen und dazu gehören Zori-Sandalen und TabiSocken. Der Kimono wird zu wichtigen Festen und Anlässen verwendet.

SHÚKÀ

Shúkà ist das Maa-Wort für Tücher, die von den Massai im Süden Kenias und im Norden Tansanias traditionell um den Körper gewickelt getragen werden. Die Tücher sind in der Regel rot, manchmal gemischt mit anderen Farben und Mustern wie Karos oder Blumen.

GRÖDNER TRACHT

Die Grödner Tracht gehört wohl zu den schmuckvollsten und schönsten Trachten der gesamten Region. Die Besonderheit der Grödner Tracht besteht vor allem darin, dass jeder Gesellschaftsstand in früheren Zeiten durch die eigene Tracht unterschieden und gekennzeichnet wurde. Je nach Alter oder auch Familienstand wechselte das Kostüm: Die jungen Mädchen trugen die "gherlanda spiza" oder einen grünen Hut und die verheirateten Frauen trugen die "cazina", eine hohe schwarze Wollmütze. Die jungen Burschen hingegen trugen eine kurze Jacke und einen grünen Hut und die verheirateten Männer einen langen Mantel und einen Zylinder. Auch die Wirtsleute und das Hochzeitspaar hatten ihre eigene typische Tracht.

L fova n iede n pitl lëuf blanch che vivova sun Secëda. Uni di fajovel na pitla raida ntëur i lec curii de dlacia.

Per l uedl de na persona fova l lëuf nia da udëi. Si pulicia ova l medemo culëur sciche la nëif: la fova blancia y linëusa.

N di passan dlongia n lech via, l surëdl fova bele aut tl ciel, vëij l lëuf velch sota la dlacia ite.

L se fërma y ti va plu daujin. L resta cun la bocia davierta.

»Cie fova pa chësc?« se damandel. »Pudëssel pa vester stat n diamant?«

I nò vëijel lujer velch, chëst iede mo plu daujin, puech sota la dlacia.

Dala sperduda fejel n saut nzescul. »Cie o chi ies’a tu?« damandel pona sprigulà, mez ascundù do n mudl de nëif.

»Ie? Ie son n pësc« vën la resposta da sota la dlacia ora. »Y tu, chi ies’a tu?« damanda l pësc y ti cëla fit ti uedli al pitl tier ascundù do l mudl de nëif.

»Ie son n lëuf … Ciuldì lusc pa ti pëil tan dassënn?« uel savëi l lëuf.

»Pëil? Cie ie pa pëil?« damanda l pësc.

»Co, tu ne ses nia cie che ie pëil?! Pu ti guant« respuend l lëuf y mostra sun si vënter curì cun si pulicia blancia y lucënta, ma l lëuf ne fova danz nia tan lucënt coche l pësc.

»Ah nsci,« dij l pësc, »mi guant ie la scrofies. Les me juda a me muever plu debota tl’ega. Chësc ie l miëur guant che n possa avëi!«

»Chël ne dijëssi ie nia« ti dà de contra l lëuf, »nce sce ti scrofies lusc sciche diamanc stënti a crëier che les me sibe de utl a me sciaudé ite canche l ie frëit.

Mi pulicia me tën ciaut y me juda nce a me ascuender, canche tieres me chier per me maië. Mi pulicia ie l miëur guant!«

Na ciafita sapienta y da n bon cuer che dal’auta ova usservà la discuscion danter l lëuf y l pësc, jola ju dlongia i doi tieres y dij: »Uni tier à si guant coche l l adrova.

Nce l pësc y l lëuf ie a una cun chësc, ti cëla cun nuef nteres al guant dl auter y cunstatea che la desfrënzies danter i guanc ie chël che fej l mond da culëures, n post ulache uni tier à si guant aldò de si bujën.

Mi guant per ejëmpl ie fat de plumes che me juda a me lascé purté dal vënt. No la scrofies y no la pulicia pudëssa me ughé tl’aria.

Uniun à chël che l adrova deplù y nsci à nce uniun n auter guant. Ce bela, chësta varietà!«

A uniform is an item of clothing that indicates the belonging of the person wearing it to a certain group. You can for example recognise doctors or soldiers by their uniform. In many schools around the world, students wear a uniform so that they all look alike. Look closely at this square full of people in uniform going to work or school or just walking around. Can you find the twin to each of the people below? Be careful, they are twins and look exactly the same.

The uniform

The pattern

Even in ancient times, people liked to decorate their clothes, carpets, curtains, vases, tablecloths and even tiles. These patterns were designed so that they could be combined and

repeated over and over again. This type of design is called a pattern. The base is usually geometric (square, triangular, hexagonal, ...) and on this base there are often geometric, linear and simple shapes. There can be one or more bases, which are then put together like a puzzle. Patterns can be the spots on the cheetah, the dots on the shirts, the tiles in the bathroom, ...

Sapevi che ...?

Zip, la cerniera lampo

La zip che utilizziamo ogni giorno per chiudere borse, giubbotti e pantaloni sembrerebbe un oggetto molto semplice: in realtá è una cerniera, con la quale si chiudono pantaloni, gonne, giacche.

Solo nel 1917 venne prodotta la cernera come la conosciamo noi oggi. A metà degli anni ‘50 la zip venne ulteriormente perfezionata dall’esercito americano, che la utilizzò per sigillare le borse destinate a trasportare materiali sensibili all’umidità. E nel 1958 venne impiegata dalla Nasa per realizzare le prime tute per astronauti. Al giorno d’oggi ci sono anche quelle magnetiche e quelle nascoste all’interno dei vestiti.

Il computer lo controlli con i guanti:

I gadget hi-tech (guanti per fare videogiochi)

Per questa invenzione due scienziati del MIT (Massachusetts Institute of Technology)

hanno usato un paio di semplici guanti in lycra ricoperti da 20 macchie in 10 colori diversi. Una webcam ha registrato i movimenti delle mani e li ha mandati ad un programma software. Questo riesce a separare le mani dallo sfondo e ne costruisce le immagini tridimensionali: idea ottima per produrre videogiochi.

Smart clothes o vestiti intelligenti

Gli abiti intelligenti sono capi di abbigliamento con sistemi elettronici non visibili dall'esterno. Secondo molti produttori, lettori MP3, microcomputer portatili, telefoni cellulari integrati o l'aria condizionata sono e saranno integrati nell'abbigliamento.

Un esempio: Guanti che parlano?

Ricercatori di elettronica e bioingegneria dell’Università di Los Angeles hanno inserito in guanti speciali dei fili capaci di cogliere i movimenti delle dita. Questi movimenti nel linguaggio dei segni (per i sordi) vengono trasmessi ad una centralina nel guanto. I segnali vengono poi inviati via wireless ad uno smartphone che li trasforma in parole e ne mostrerà la traduzione.

Uomini con i tacchi

1.

Gli uomini hanno iniziato a indossare scarpe con i tacchi molto prima delle donne. Nel XV secolo Luigi XIV notò che il sovrano della Persia portava tali tacchi e decise di ordinarne anche lui. Tuttavia, per essere diverso dai comuni, ordinò di fare per sé le scarpe con la suola e il tallone rossi.

2.

A volte i ragazzi che sono molto bassi ricorrono ad una strategia molto semplice: portano scarpe piuttosto stabili con tacchi robusti. Indossare tali scarpe non è vergognoso.

3.

Nel cinema, nel teatro e sul palco, ci sono parecchi uomini con i tacchi. A volte gli attori devono trasformarsi in donne e sono costretti a imparare a camminare con i tacchi alti.

4.

Negli spettacoli di moda di Vivienne Westwood, spesso gli uomini camminano con i tacchi e questi sono sottili tacchi a spillo alti.

5.

Il famoso gruppo musicale KAZAKY è composto da quattro giovani ballerini ucraini. Gli uomini ballano con i tacchi alti e lo fanno in modo così magistrale che molte donne invidiano i loro movimenti.

6.

A sostegno delle donne, uomini degli Stati Uniti partecipano da tempo alla marcia annuale chiamata »A Mile in Her Shoes«. Diverse centinaia di uomini marciano per le strade con scarpe con i tacchi seguendo un obiettivo: protestare contro la violenza sessuale contro le donne.

Auf zum Skifahren!

Es entstehen die ersten Skioveralls aus widerstandsfähigen, wasserfesten Wollstoffen mit den ersten Reißverschlüssen am Hosenteil und für die Taschen.

Der erste Parka (Jacke) mit Daunenfedern kommt auf den Markt.

Die Skifahrer tragen Kniebundhosen, Pullover und Jacken. Die Frauen ziehen lange, unbequeme Röcke an.

Es kommen die ersten zugespitzten Hosen aus Stoff, dicke Pullover mit Norwegermuster (z. B. mit aufgestickten Schneeflocken) und weite Pelze zum Wärmen in Mode.

Skifahrer und Skifahrerinnen tragen Stretch- Rollkragenpullover und anliegende Hosen.

Es entsteht erstmals ein mikroporöses Material, das äußerst strapazierfähig und isolierend ist: das Goretex.

Es erscheinen die ersten Skihelme aus Leder und Skibrillen mit doppelter Verglasung, damit sie nicht anlaufen.

Skischuhe aus Plastik ersetzen jene aus Leder.

Man trägt Latzhosen, die bis zur Brust reichen, und Jacken, die mit wasserfesten Kunstfasertaschen versehen sind und den Wind nicht durchlassen.

Die Pisten füllen sich mit fluoreszierenden Farben. Overalls und Stirnbänder sind in.

Es wird atmungsaktive Skiunterwäsche entwickelt, damit der Skifahrer warm und trocken bleibt. Das Tragen von Skihelmen wird in vielen Ländern der Welt zur Pflicht.

Heute

Die Forschung macht große Fortschritte und die High-TechAusrüstung erstreckt sich vom Kopf bis zu den Füßen. Es gibt Stoffe mit Keramikfasern, die die Wärme einfangen und diese für lange Zeit langsam wieder abgeben. Oder man kann per Knopfdruck eine Mini-Batterie aktivieren, die die Silberfasern im Skianzug bis zu 11 Stunden wärmt.

On the film set

One thing that is never missing on a film set are the costumes. Costumes that take us to different eras, to the future, to the moon. In short, besides the set, we need them to reproduce an invented reality. Yesterday the director's assistant has lost an item, the eyeglasses.

Can you help him to find the 10 eyeglasses, he has lost?

Der Textilökologe

In den ladinischen Tälern wurden früher Flachs und Hanf angebaut. Wolle hatte man auch. Ladinien hat eine lange Tradition in der Weberei …

Auf den Bauernhöfen wurden damals hauptsächlich Flachs und Hanf angebaut. Wolle hatte man auch. Alle drei Rohstoffe wurden meist auf dem eigenen Hof produziert und dort versponnen und zu Tuch verarbeitet. Die Bauersfrau kannte das Spinnen und Weben, doch auch der gesamte Ablauf, von den Rohstoffen bis zu den fertigen Kleidern, gehörte zu ihrer Arbeit. Die so hergestellten Stoffe dienten einerseits als Abgabe für den Grundherrn (es waren noch keine freien Bauern), andererseits als Ware zum Verkauf auf dem Markt in der Stadt. Später entwickelte sich ein eigenes Handwerk. Die größten Schafherden gab es im Pustertal mit seinen Seitentälern, während die feinste Wolle aus dem Schnalstal und den ladinischen Tälern wie Abteital, Fassa und Buchenstein kam.

Die Handwerker, wie beispielsweise Weber, Schneider, Schuster gingen auf die Stör (sie gingen von Hof zu Hof und arbeiteten dort, bis die gesamte Arbeit getan war). Später ließen sich Weber nieder, arbeiteten an einem Ort und verkauften ihre Produkte. Wie entwickelte sich im Laufe der Zeit dieser Handel?

Die meisten Bauernhöfe hatten ihren eigenen Webstuhl, auf dem Woll- und Leinenstoffe hergestellt wurden. Zuerst webten die Frauen am Hof die Stoffe, im Laufe der Zeit entstand ein eigener Beruf: de des »Störwebers«. Es war kein selbständiger Handwerker, sondern ein Lohnarbeiter. Gegen Mitte des 19. Jahrhunderts entwickelte sich besonders im Gadertal die Tradition der Kunstweberei, die heute noch bekannt ist.

Es entstand die »kleine« Textilindustrie und Weber wurden außerhalb der Täler und der Region bekannt. Einer schaffte es, bei der Textilausstellung in Paris 1925 zu einem Preis zu kommen. Erzählen Sie uns kurz darüber?

Neben der Weberei, entstand auch das Handwerk des Färbers, Strickers, Stickers sowie das Klöppeln, vonseiten der Frauen (laur cun la mazëta).

Der Enneberger Weber Alois Gasser schaffte es, seine gewobenen Stoffe an der Exposition internationale des Arts décoratifs et industriels modernes 1925 in Paris auszustellen. Er wurde für seine besonders kunstvoll gearbeiteten Stoffe mit der Silbermedaille ausgezeichnet.

RICHARD VILL Designer –TextilökologeTextilexperte – Autor (BOZEN)

Die ersten Stofffärbereien entstanden bereits im 13. Jahrhundert. Wie kam es dazu und wo entstanden sie?

Neben dem Schnitt, der Verarbeitung und der Qualität des Stoffes, war auch die Farbe der Kleidung wichtig. Generell galt dabei: Je kräftiger und gleichmäßiger die Farbtöne, umso höher der Wohlstand der Person und, der Stoff umso kostbarer. Auch Bauern und Bäuerinnen hatten gerne farbige Kleidung. Färbepflanzen, die im eigenen Garten angebaut wurden und mit denen man Stoffe färbte, waren sehr beliebt. So entstand langsam der Beruf des Färbers.

Die Färber ließen sich in den größeren Ortschaften nahe an den Bächen und Flüssen nieder. Heute noch finden wir Häuser und Straßen, die an die große Zeit der Färber erinnern, wie z. B. die »ciasa dal Färber« in Longega/Zwischenwasser).

Vonseiten der »Textilökologie« wird darauf geachtet, dass bei der Herstellung von Stoffen, nicht gesundheits- und umweltschädigende Elemente verwendet werden, d.h. beispielsweise keine Pestizide oder Herbizide.

Jährlich werden etwa 900.000 Tonnen Textilien entsorgt. Ein großer Teil davon könnte wiederverwendet oder -gebraucht werden. Aber die Mode ändert sich schnell und die Modebekleidung hält nicht lange. So landen ganz viele Kleider auf den Mülldeponien und werden verbrannt.

Il brucalzino

1. Iniziate a riempire il vostro calzino. Potete usare dei fogli di giornale tagliati a striscioni e appallottolati. In alternativa va bene anche dell’ovatta o l’imbottitura di un vecchio cuscino.

Materiali:

Un calzino, meglio se lungo e colorato

Riempimento (imbottitura di un vecchio cuscino, ovatta o un vecchio giornale)

FiloBottoni

Pezzidistoffa Colla

2. Una volta riempito quasi fino all’orlo legatelo con un filo ben stretto per non fare uscire l’imbottitura.

3. Se ci sono dei buchi potete incollarci delle toppe di stoffa.

4. Legate il filo attorno al calzino ogni 5 cm circa, formando delle palline con l’imbottitura per dare forma al corpo del bruco.

6. Ecco pronto il vostro brucalzino! Un nuovo amico da abbracciare o da usare come paraspifferi.

5. Attaccate gli occhi, cucendoli con ago e filo o incollandoli con la colla. Per la bocca potete usare una striscia di stoffa.

Hausschuhe aus Karton

Du brauchst:

Bevor du beginnst, nimm ein Blatt Papier und zeichne darauf, wie deine Sandalen aussehen sollen. Wie würden sie dir gefallen? Sportlich oder elegant? Welche Farbe sollen sie haben?

Stell deinen Fuß auf den Karton und fahre dem Umriss des Fußes nach. Wiederhole dasselbe für den anderen Fuß. Das wird die Sohle deines Hausschuhs.

Schneide die beiden Formen aus.

Klebe nun die Enden der Streifen unter die Sohlen.

Gestalte Kartonstreifen mit den bunten Kartonresten, zeichne, bemale und schneide die Stücke so zurecht, dass sie deiner Vorstellung entsprechen.

Ich wünsche dir viel Spaß und gutes Gelingen!

Karton Schere, Klebstoff und Filzstifte Bunte Kartonreste

MINI INFO

Der Teufel trägt Prada

»Der Teufel trägt Prada« (2006) ie n film che conta de na jurnalista jëuna che, do avëi crì giut da lëur, giata da pudëi scrì per la zaita de moda Runway. La ne sà nia drë nëut tl mond dla moda, se furnësc nia aldò, ma per vester al'autëza de chësc lëur uelela fé dut: la muda furnimënt y frisur, fej dut chël che si sëurastanta ti cumanda de fé y ne à plu belau deguna dlaurela per si miëur cumpanies. Mé ngali se rëndela cont de dut y uel mudé dut…

Cruella (film dl 2021)

La jëuna Estella uel deventé cunesciuda tl ciamp dla moda. Ëila à n gran talënt per l design, ma la ie crudela de viers di autri. Nsci ti à dat si oma l sëurainuem Cruella bele da pitla. Cun dodesc ani restela zënza genitores y zënza scioldi. Si miëur cumpanies ie doi leresc y mé per cajo ruvela tl ambient di rics y cunesciui. Cruella cun si ciavëi mez blanc y mec fosc vën sëura chi che ova mazà si oma y uel vendëta…

Museum dl’ëila a Maran

L ie nteressant a udëi l museum dl’ëila a Maran? Iló iel mustrà su coche vivova l’ëiles zacan, si guanc y la cosses da uni di da ntlëuta a ncueicundì.

Egetmann

La defileda de Egetmann a Tramin ie na defileda de Carnescià che vën metuda a jì uni doi ani. Una na particularità de chësta defileda ie i gran »Schnappviecher« (Wudele), figures che ie suvënz plu che trëi metri granc y che à n cë che ti semea a n cocodril y na bocia che se lascia giaurì y stlù fajan na gran fuera. Truepiscima jënt va for a ti cialé a chësta defileda y nia duc ne ruva permez. I urganisadëures se à damandà che chësta defileda vënie tëuta su tl patrimone culturel nia materiel dla UNESCO.

Birba furba

1. Ma lo sapevate che ad ogni lavaggio di vestiti sintetici, minuscole particelle di plastica, le cosiddette microplastiche, si diffondono nell’acqua di scarico. Iniziano un viaggio lunghissimo. Né le lavatrici, né i depuratori riescono a filtrare o fermare queste piccolissime microplastiche.

3. Le minuscole microplastiche sono state trovate in numerevoli organismi viventi, tra cui anche nel plancton che è il cibo preferito di tanti pesci e animali marini.

4. I pesci e gli animali marini ingeriscono le microplastiche e così entrano nella catena alimentare. Le microplastiche sono dannose per l’ambiente e anche per la salute degli animali e delle persone.

5. Vi posso dare qualche consiglio? Innanzitutto evitare di comprare vestiti sintetici. Io indosso solo vestiti realizzati con fibra naturale come il cotone, la lana, la canapa o le alghe. Quando faccio andare la lavatrice è sempre piena e sto attenta ad usare dei detersivi che rispettano l’ambiente.

Birba

n cudejel per mutans y mutons che à ueia de scuvierjer l mond

L numer che vën unirà dedicà al tema: l culëur vërt

Respunsabl dla redazion

Maria Kostner

Tesć y cuntenuc

Intendënza y Cultura ladina

Ciamp pedagogich cun la culaburazion de Maddalena Aliprandi, Manuela Dasser, Alice Dellantonio, Erna Flöss, Veronica

Martini, Veronica Rungger, Petra Senoner y Ufize Cuestions linguistiches dla Provinzia Autonoma de Bulsan

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Dezember 2021