68 | 8a LETTERA AI GENITORI - CRESCERE, UN PASSO DOPO L'ALTRO
Deficit di attenzione e iperattività (ADHD): bambini irrequieti o moto benefico? La dose di movimento e attività fisica di cui hanno bisogno i bambini può variare anche notevolmente. Alcuni, in particolare i maschietti, sono molto attivi, pieni di energia, curiosità e voglia di fare, costantemente in movimento; concentrarsi risulta difficile per questi bambini, che sembrano sempre trovare qualcos'altro di più interessante da vedere o prendere in mano. Eppure il dimenarsi e sgambettare possono essere anche utili. Studi scientifici hanno dimostrato che alcuni bambini riescono a fissare contenuti e informazioni solo tenendo il corpo in movimento e attivando in questo modo determinate aree del cervello. Come aiutare i bambini a concentrarsi? ➔ L'attività fisica e lo sport contribuiscono a calmarli. ➔ Davanti allo schermo della televisione o del computer, questi bambini appaiono spesso tranquilli ma intimamente si producono spesso forti tensioni. Di qui il consiglio di limitare i tempi di utilizzo dei media. ➔ Un ritmo costante delle giornate e il ricorso a rituali quotidiani aiutano i bambini a sviluppare una struttura. Utile è, ad esempio, alzarsi, mangiare e iniziare a fare i compiti sempre alla stessa ora. ➔ Concentrarsi è spesso più facile in ambienti tranquilli e ben areati. Se avete l'impressione che vostra/o figlia/o abbia difficoltà di concentrazione, osservatela/o con più attenzione e controllate attentamente quando succede e quando no. Cercate di parlarne con gli insegnanti. Confrontando le diverse impressioni potreste trovare assieme il modo di dare un sostegno e un sollievo. In presenza di forti difficoltà di concentrazione negli ultimi anni viene frequentemente diagnosticato un cosiddetto ADHD, il Disturbo da deficit di attenzione/iperattività. I bambini colpiti da questa sindrome si lasciano facilmente distrarre e appaiono smemorati. Questi bambini tendono spesso a distrarsi facilmente, si muovono continuamente e hanno difficoltà a controllare le proprie reazioni. I genitori di questi bambini sono spesso costretti a richiamarli ripetutamente, perché non ascoltano oppure dimenticano
subito quanto è stato detto. Tutto quel che vedono, sentono e odorano ha su di loro un effetto molto forte. I bambini non riescono poi a cogliere le informazioni (che noi riteniamo) importanti e perdono la visione d'insieme delle cose. Le parole dell'insegnante, la sirena dell'ambulanza che passa davanti a scuola e il righello che cade da un banco arrivano tutti insieme al cervello, esponendolo, di fatto, a un bombardamento di stimoli esterni. I bambini finiscono con il non riuscire più a stare seduti in silenzio, si agitano, muovono tutto il corpo, perdono l'equilibrio e, spesso, finiscono per “esplodere”. Anche bambini apparentemente tranquilli e trasognati, spesso immersi nel loro mondo, possono avere grosse difficoltà a concentrarsi. Certe volte sembra che stiano ascoltando, ma le parole non arrivano a destinazione. Commettono molti errori e stanno seduti a lungo a svolgere un compito semplice. Questi bambini danno magari meno nell'occhio ma possono comunque soffrire di un disturbo da deficit di attenzione (ADD), senza iperattività. In presenza di forti difficoltà o gravi sofferenze è bene rivolgersi a specialisti per l'eventuale diagnosi di stati di ADHD o ADD. Gli accertamenti di questo genere sono fatti dai Servizi psicologici, talvolta in collaborazione con gli ambulatori specialistici per la salute psicosociale dell’età infantile ed evolutiva. In caso di diagnosi accertata di ADHD o ADD, il bambino ha diritto a interventi specifici a livello didattico e misure di sostegno dell'azienda sanitaria fornite da logopedisti, ergoterapisti, psicologi e psicoterapeuti. Per gli indirizzi si rimanda all’elenco indirizzi.
Mentre alcuni specialisti tendono a trattare l'ADHD a livello farmacologico, altri ritengono che si tratti di bambini con spirito di attività superiore alla media, bisognosi soprattutto di un ambiente che ne favorisca il movimento e l'attività fisica. Si ringraziano Hannelore Winkler con Maria Luise Reckla del Centro di consulenza pedagogica dell'Intendenza scolastica tedesca di Bolzano e Valentina Kieswetter, psicologa, per il contributo dato alla stesura dei testi di questo capitolo.