ICH UND DIE WELT | 9
“Femmine” e “maschi” Sparsi per l'aula, mucchi più o meno grandi di oggetti: uno è composto dalle cose tipicamente associate ai “maschi”, un altro raccoglie le cose delle “femmine” e un terzo, al centro, riunisce tutto ciò che potrebbe essere di entrambi. Oggi è una di quelle giornate “progetto” a scuola, con un appuntamento dedicato questa volta all'essere maschi e all'essere femmine. E per quanto all'inizio fosse sembrato facile, il compito risulta alla fine assai complesso: fra mille discussioni, quasi tutti gli oggetti finiscono poi nel mucchio centrale: scarpe da calcio, un pettine, una maglietta rosa. Manuel, quasi irritato, a un certo punto sbotta: “Possibile che non resti più niente ai maschi?” Di solito ci sembra facile poter distinguere una bambina da un bambino. Ma le caratteristiche sessuali esteriori non sono sempre così marcate da consentirci di riconoscere chiaramente bambine e bambini. La percezione che una bambina o un bambino hanno di sé è definita, oltre che dall'aspetto fisico, anche dalla cultura e dalla società in cui sono immersi e dal modo in cui gli adulti vicini si comportano. Tutti noi abbiamo immagini fissate nella testa, regole e tradizioni che dicono come sono e come devono essere le bambine e i bambini, che le prime giocano con le bambole, ad esempio, e i secondi giocano a calcio. I bambini memorizzano fin dalla nascita queste esperienze che vivono sopratutto in famiglia, poi nella cerchia di amici, e trovano sui libri e sui media. Tuttavia, nel ruolo di madri e di padri, anche noi possiamo fornire molte indicazioni equlibrate su questi aspetti, facilitando superamento degli stereotipi e le consuetudini del passato. Oggi è importante lavorare con i figli per far percepire loro la più ampia gamma di mondi lavorativi cui si può accedere senza distinguere tra bambine e bambini. È importante che il loro progetto di vita parta con una percezione positiva verso tutte le professioni e le opportunità di realizzazione delle proprie passioni. Trascorrere molto tempo assieme alla mamma e al papà, confrontarsi, giocare, condividere gli impegni quotidiani con persone di entrambi i sessi è molto importante. Negli asili nido, nelle scuole dell'infanzia e in quelle primarie, però, la realtà vede la prevalenza di personale femminile. Avere principalmente donne come persone
di riferimento limita le possibilità di confronto con gli uomini e l'instaurazione di rapporti con l'altro sesso Dovrebbero esserci molte più figure maschili a guidare i bambini, a sostenerli e a essere loro di esempio. Servirebbero dunque più insegnanti maschi in cui i bambini possano trovare sostegno o ispirazione. Fra i 7 e i 10 anni, i bambini provano spesso ad essere ciò che viene considerato tipico del proprio sesso, tendono a cercare il contatto con i bambini dello stesso sesso e, in questa fascia d'età, terminano qualche volta le amicizie con i rappresentanti dell'altro sesso. Si trovano davanti a una forte contraddizione: da un lato vogliono comportarsi come una femminuccia o un maschietto e, dall'altro, molti schemi sono in cambiamento. C'è qualcosa che resta al 100% femminile o al 100% maschile?
Sciocchezze da ragazze!