Tutto italiano, N28, settembre - ottobre 2018

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N. 28 / ANNO V / 2018

Settembre - Ottobre

• La nuova rotta dell'Italia sui migranti

• Percorsi lungo la via Appia, la strada regina

• Voci e parole dell'Accademia della Crusca

TUTTO ITALIANO From Italy for learners of Italian

COME UNA VOLTA

Nel cuore dell’Appennino rivive l’antica tradizione della transumanza

AUDIO RIVISTA



2 EDITORIALE

TUTTO ITALIANO

N.28, SETTEMBRE - OTTOBRE 2018

TUTTO ITALIANO L A SQUADR A

REDAZIONE Livia Borghese, Roberta Carlini coordinatrici Sabina Castelfranco Carlo Catalogna Imelda Hogan Alessandra Zuliani Luigi Cruciani Giuliana De Vivo Roberto Giovannini Nicola Tupputi Marita Bartolazzi CONSULENTE GRAMMATICALE Vanessa Polselli VOCI Livia Borghese Roberta Carlini Carlo Catalogna TECNICO DEL SUONO Mirko Bertini Exit Music Studios GRAFICA Gillian Marles Giacomo De Panfilis ILLUSTRAZIONI Daniela d’Amely PRODUZIONE ITALIANA A CURA DI Tea Time Film Srl Via di Pallacorda, 14 00186 Roma P.I. e Cod. Fisc.: 11338441006

ISSN 2054-5908 www.tuttoitaliano.it @tuttoaudiomag

Care lettrici e cari lettori, si può studiare una lingua diversa da quella del Paese in cui si è nati per vari motivi, ma è sempre segno di una grande curiosità e di rispetto per la cultura di un popolo, la sua storia, le sue tradizioni. Rispetto per una collettività e per le persone che la compongono. È come entrare in casa di altri chiedendo permesso, ma con la certezza di essere benvoluti. «Non ci si sente stranieri quando si legge», dice nelle pagine che seguono la scrittrice di origine tedesca Helena Janeczek, che ha vinto l’edizione di quest’anno dello Strega, il più noto premio della letteratura italiana contemporanea. In questo periodo in cui, spesso, abbiamo l’impressione che la scena politica e sociale sia dominata da chi urla di più, da chi in nome del populismo minaccia chiusure di porti e confini, dedicarsi allo studio di un’altra lingua, nel nostro caso dell’italiano, è ancora più importante per superare i confini. Noi della redazione desideriamo sempre più costruire con voi una “comunità di curiosi” e ci sentiamo ancora più motivati a offrirvi attraverso le pagine di Tutto temi che speriamo suscitino il vostro interesse e che vi permettano di entrare dalla porta principale della nostra amata Italia. Come sempre, buon ascolto e buona lettura! La redazione di Tutto italiano

Dear Readers, People study a language other than their own for different reasons, but one thing is true: the desire to do so is always a sign of real curiosity and respect for a nation’s culture, history and traditions, and respect for a community and for the people that are part of it. It’s like standing at the entrance of a neighbour’s house and asking permission to come in and then being assured of a warm welcome. As you’ll find out in the following pages, “You don’t feel a foreigner when you read”; so says the writer Helena Janeczek, who has just won the Premio Strega, Italy's biggest literary prize for contemporary literature in Italian. At the moment it seems that the political and social scene is often dominated by those who shout the most and loudest, and who in the name of populism are happy to contemplate the closure of ports and frontiers. Learning languages, in our case, Italian, is even more important in helping society to reach out beyond borders. We, the news team, want to support through the content in Tutto, ‘our community of curious people’. We hope in the pages of this issue the topics we have chosen will pique your interest and enable you to enter through the ‘front door’ of our beloved Italy. As usual, we wish you a good listening and reading! The Editorial Team of Tutto italiano 3


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SOMMARIO A1

Elementare

A2

Elementare superiore

21 L'INTERVISTA

EDITORIALE 2

L’avventura della transumanza

7 TENDENZE

B1

Intermedio

Italiani attraverso

B2

Intermedio superiore

8 LE BREVI

Avanzato

10 ATTUALITÀ

C1 C2

Avanzato superiore Tracce Audio CD

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IL DIALOGO

Dalle voci dei docenti

••

18 INNOVAZIONE Il riciclaggio buono

16

17-19

Il leggendario Tex, fuorilegge per amore della giustizia

9-10

Il fior fiore dell’italiano

••

29 IL FUMETTO

Cambio di rotta

A Mantova la pacifica invasione

47 L’ANGOLO DELLA GRAMMATICA

Vendesi uova fresche

4-8

••

12 LA LINGUA

••

44 EVENTI delle lettere

••

la letteratura

12-15

26 ITALIANO VISIVO In fattoria

15 11 LA PAROLA PIÙ BELLA

4

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INTRODUZIONE 1

34 PAESAGGI LETTERARI I luoghi di Calvino

38 ITINERARI

20-21

La strada della seduzione

••

41 SPORT Parate e scivoloni, il campione dai due volti

ASCOLTA, RIPETI, TR ASCRIVI 50 SOLUZIONI DEGLI ESERCIZI

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TUTTO ITALIANO

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TUTTO ITALIANO

IN QUESTO NUMERO VISITIAMO TRENTINO ALTO ADIGE VALLE D’AOSTA LOMBARDIA

VENETO

PIEMONTE 12

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You can read the articles in order or, alternatively, access them by level of difficulty, following the coloured icons at the top of the page. We suggest, though, to get the most from Tutto italiano, try listening first to the audio before plunging into the articles and grammar exercises. To help you do this, we’ve subdivided the audio of longer articles into more tracks that are marked in the margin of the transcript by purple magaphone icons.

FRIULI VENEZIA GIULIA

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EMILIA ROM AGNA

LIGURIA TOSC ANA

M ARCHE UMBRIA

ABRUZZO

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21 MOLISE

L A ZIO

PUGLIA

C A MPANIA

BASILIC ATA

C AL ABRIA

SARDEGNA

SICILIA

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Firenze

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TOSC ANA 21

Frosolone Sanremo LIGURIA

Roma L A ZIO

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MOLISE 34

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Torino PIEMONTE

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Mantova LOMBARDIA

Tutto italiano audio magazine is published by Language Passport, Spike Island, 133 Cumberland Road, Bristol BS1 6UX, United Kingdom +44 (0)117 927 2237 enquiries@language-passport.com ADVERTISING +44 (0)117 927 2236 - advertising@language-passport.com SUBSCRIPTIONS See page 2 for more details © 2018 Language Passport. All rights reserved. We cannot accept responsibility for any mistakes or misprints. Reproduction in part or whole is strictly prohibited without written permission from the publisher. Language Passport is a trading name of Languages Direct Ltd. Language Passport reserves rights of ownership. PHOTOCOPYING This publication is protected by copyright. All reproduction is prohibited except for teachers of Italian. Please call the publishers at the number above for reproduction rights. PRINTED BY Warners Front Cover Photo Romina Mastrangelo 5


LA POSTA DEI LETTORI Mandateci le vostre lettere in italiano o in inglese! E, se c’è spazio, pubblicheremo i vostri commenti e consigli, ma anche foto, esperienze di viaggio o dubbi grammaticali! POST FROM OUR READERS Send us your letters in Italian or English! And, if there is enough space, we’ll publish your comments and suggestions, as well as your photos, travel experiences and grammar doubts! POTETE MANDARE LE VOSTRE EMAIL A redazione@tuttoitaliano.it OPPURE SPEDIRE UNA LETTERA A UNO DEI NOSTRI INDIRIZZI Language Passport Spike Island, 133 Cumberland Road Bristol BS1 6UX UK Languages Direct 280 Madison Avenue #912 - 9th Floor New York NY 10016 USA Tutto italiano Tea Time Film Srl Via di Pallacorda, 14 00186 Roma Italia 6

VERY HAPPY WITH TUTTO I’ve been learning Italian for four years. Until I found Tutto I used to use another magazine but the trouble with it was that there were too many travel articles; it also came out monthly and ran to over 70 pages, so it was just not possible to get through all the content. For me, the simple fact that Tutto is published every two months is a great plus point. That, and the variety of fascinating and wide-ranging content. For instance, I went to visit Civita di Bagnoregio on the strength of the article on La nuova Atlantide in Issue 10. As well as articles on interesting places, I particularly enjoyed the historical piece on Aldo Moro and the Brigate Rosse in number 26 and the sports feature on Formula E racing in Rome in issue 24. As an intermediate learner I also appreciate the grammar section in the magazine. The explanation and exercises on the many uses of the particle, ‘ci’ in issue 23 was brilliant because theory and practice was all in one place on the page, unlike in textbooks on Italian grammar. Lastly, I’d like to mention the excellent article on Italian political parties in Tutto 26 which shone a bright light on a difficult and complex subject. As a magazine for learning Italian I think I’ve landed in the right place with Tutto and I’m very happy with it. A. Purcell, Somerset, UK Gentile signor Purcell, le siamo molto grati per la sua lusinghiera lettera. Il nostro Tutto non vuole essere invadente né pedante, ma un piacevole e utile strumento che accompagna un percorso di studi. Cerchiamo in ogni numero di costruire il “timone” come fosse un pranzo, con tante portate da gustare a seconda del momento e dell’interesse. E dunque: non facciamo mai mancare argomenti di attualità, proponiamo luoghi spesso sconosciuti, o comunque meno battuti dal turismo di massa, insieme a nuove tendenze culturali, musicali, di costume In particolare, ci fa piacere che abbia apprezzato i pezzi relativi alla storia recente dell’Italia, la cui conoscenza è essenziale anche per comprendere il presente. Inoltre, ci dobbiamo complimentare per il livello di conoscenza dell’italiano che ha raggiunto in soli quattro anni. Si evince dalle sue parole che dietro lo studio della lingua c’è una grande curiosità per l’Italia, che noi speriamo di continuare a saziare - insieme a quella di tutti i nostri lettori!


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TUTTO ITALIANO

3 TENDENZE

N.28, SETTEMBRE - OTTOBRE 2018

ITALIANI ATTRAVERSO LA LETTERATURA

Lo Strega a una scrittrice non madrelingua. È la prima volta

Foto: Musacchio, Ianniello & Pasqualini

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l premio Strega quest’anno ha fatto notizia per più di un motivo. Era da quindici anni che il più importante riconoscimento letterario d’Italia non andava a una donna — e del resto, nei suoi oltre settant’anni di vita sono state premiate, compresa l’ultima edizione, solo undici donne. Ed è la prima volta che il premio va a un’autrice di madrelingua non italiana: Helena Janeczek. È una scrittrice nata in Germania da una famiglia ebrea di origine polacca, arrivata in Italia nel 1983, e cittadina italiana solo dallo scorso anno. Ha scritto i suoi primi libri in tedesco e poi è passata all’italiano. Fa parte quindi di quella piccola cerchia di scrittori migranti. «Non è la sua lingua madre, ma è in italiano che Janeczek vuole comunicare prima di tutto con gli italiani che ha intorno e poi alla sua anima migrante che non solo si è spostata da un Paese all’altro, ma ha migrato anche da una lingua all’altra», ha scritto sulla rivista Internazionale Igiaba Scego, un’altra scrittrice di frontiera, afroitaliana, che scrive in lingua italiana. «Ed è questa migrazione linguistica che fa della sua vittoria allo Strega una vittoria storica non solo per lei, ma per il Paese», dice Scego, che aggiunge: «È la prima volta che la letteratura italiana è così dichiaratamente multiculturale. Lo è sempre stata, ma non si è mai raccontata in questo modo. Pensiamo solo al padre dell’italiano, Alessandro Manzoni. Anche lui in fondo ha scritto il suo capolavoro, I promessi sposi, in una lingua non sua». Manzoni infatti era lombardo, ma sentiva il bisogno di rendere più popolare e nazionale l’italiano scritto, edificato sul toscano colto e raffinato del Trecento.

Janeczek ha ringraziato il suo primo professore di italiano che le ha dato da leggere Salgari, Gadda e Meneghello: «Grazie a queste letture, a questi libri, sono diventata italiana, per l’amore che mi hanno trasmesso. Non ci si sente stranieri quando si legge». La ragazza con la Leica, il libro con il quale Helena Janeczek ha vinto il premio Strega, racconta la storia di Gerda Taro, fotografa e compagna di Robert Capa, morta sul fronte della guerra civile spagnola nel 1937. È la storia di una generazione cosmopolita e sognatrice e della sua tragica fine. Ma anche — per usare le parole dell’autrice — «il simbolo di una donna libera e indipendente, che ha creduto nelle sue convinzioni». E le convinzioni di Helena? Una su tutte: le cose andranno davvero meglio solo quando la vittoria di una donna allo Strega non farà più notizia. n

LA SCRITTRICE HELENA JANECZEK RICEVE IL PREMIO STREGA

madrelingua mothertongue ha fatto notizia was in the news del resto besides sono state premiate (they) have been awarded compresa including cerchia circle intorno around anima soul si è spostata she has moved aggiunge adds in fondo deep down capolavoro masterpiece edificato constructed colto sophisticated 7


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4-8 LE BREVI

UN’EMORRAGIA DI DOTTORI emorragia hemorrhage mancano (they) are in short supply chirurghi surgeons prevede forecast camici bianchi white shirts (lit.) / doctors sale operatorie operating theatres interventi operations carenza lack ambulatori clinics blocchi contrattuali contract freezes ce la fa make it case di riposo rest homes massacranti exhausting guardia medica on-call doctor service

Negli ospedali pubblici i medici non sono sufficienti. Mancano in particolare anestesisti, ginecologi, chirurghi, psichiatri. A lanciare l’allarme è la Federazione delle aziende sanitarie pubbliche, che prevede per i prossimi cinque anni una riduzione di circa 12mila camici bianchi negli organici degli ospedali, per effetto dei pensionamenti o dei passaggi al settore privato. Durante l’estate le cronache hanno registrato molti episodi di “malasanità”: sale operatorie bloccate, interventi rimandati a causa della carenza di personale, liste d’attesa che si allungano. Tra le cause di questa situazione, in primo luogo l’età media dei medici negli ospedali e ambulatori pubblici: oltre la metà ha più di 55 anni e chi supera i 65 va in pensione senza essere sostituito a causa dei blocchi contrattuali. Ma i problemi non mancano neanche sul fronte della

TARTUFO IN FIERA Il “gioiello della terra”, il tartufo bianco, sarà al centro delle otto settimane della tradizionale fiera di Alba, in Piemonte (in programma dal 6 ottobre al 25 novembre), giunta ormai alla 88esima edizione. Oltre al mercato del prezioso tubero, ogni fine settimana, la manifestazione prevede incontri

con la cucina d’autore e i cuochi stellati provenienti dalle Langhe, Roero e Monferrato, percorsi sensoriali e didattici per meglio apprezzare le eccellenze enogastronomiche della zona e varie feste folcloristiche. Tutti gli appuntamenti sono sul sito: www.fieradeltartufo.org

tartufo truffle | fiera fair | giunta arrived at | prevede plans | stellati starred (lit.) /award winning | provenienti coming from | percorsi trails 8

formazione, in particolare per quello che riguarda l’accesso alla specializzazione dei neolaureati in medicina. Per fare un esempio, nel 2016 su 12mila laureati in medicina erano disponibili 6.133 posti per la specializzazione, circa la metà. E chi non ce la fa, lavora nelle case di riposo o accetta turni massacranti di guardia medica, oppure va all’estero: i “medici in fuga” sono circa un migliaio ogni anno.

UOMINI ATTENTI AL CIBO Da padre a figlio? Non proprio, almeno non tra i fornelli. Gli uomini italiani del nuovo millennio hanno cambiato le loro abitudini casalinghe: fanno la spesa e passano ore alla ricerca di piatti sani e accostamenti innovativi. Secondo un’indagine DoxaUnaitalia condotta su un campione di uomini tra i 20 e i 54 anni, solo l’8 per cento dichiara di non cucinare mai. Il 90 per cento cucina spesso, e quando lo fa privilegia alimenti sani: per esempio, carni bianche (quelle del pollo e del tacchino, più leggere e digeribili), pesce e legumi. fornelli hob (lit.) / in the kitchen | accostamenti combinations | indagine survey | campione sample


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A IVREA L’UTOPIA È TUTELATA Nel 2018 l’Unesco ha inserito Ivrea tra i siti tutelati come patrimonio dell’umanità, come città industriale del XX secolo. A Ivrea fu fondata, all’inizio del secolo scorso, la fabbrica dell’Olivetti, dal capostipite Camillo; ma fu a partire dagli anni Trenta e soprattutto negli anni Sessanta, sotto la direzione di Adriano Olivetti, che la città industriale decollò e divenne un luogo di sperimentazione: una fabbrica che non perseguiva solo il profitto, ma il benessere sociale e culturale dei suoi dipendenti e di tutta la comunità. L’Olivetti produceva macchine da scrivere, calcolatrici meccaniche e computer. Adriano, morto all’età di 59 anni nel 1960, fece installare nell'azienda una grande biblioteca (oltre 150mila volumi), e volle che si tenessero mostre e concerti, che vi fossero asili, mense e ambulatori. Il complesso industriale e residenziale fu progettato da alcuni dei più

noti architetti italiani del Novecento, come Luigi Figini e Gino Pollini. Il neoministro dei Beni culturali Alberto Bonisoli ha dichiarato: «Un riconoscimento che va a una concezione umanistica del lavoro propria di Adriano Olivetti in cui il benessere economico, sociale e culturale dei collaboratori è considerato parte integrante del processo produttivo». «Ora tutto il mondo avrà occasione di conoscere i valori di Adriano Olivetti», ha detto Carlo Della Pepa, che di Ivrea è stato sindaco fino alle ultime elezioni amministrative di giugno. Secondo l'ambientalista Ermete Realacci, ad essere premiata è stata «un’idea di economia a misura d’uomo, un’idea che non è del passato, ma del futuro». Con la città piemontese il numero totale dei siti tutelati dall’Unesco nel Belpaese è salito a 54, un primato mondiale.

patrimonio dell’umanità world heritage capostipite progenitor decollò took off perseguiva pursue benessere well being si tenessero there should be held asili nurseries mense canteens ambulatori clinics sindaco mayor essere premiata being rewarded a misura d’uomo on a human scale

IL MUSEO DEL COLONELLO BERNACCA

Foto: MikeDotta / Shutterstock.com; Fiera del tartufo

Sorgerà a Fivizzano, in provincia di Massa Carrara, il museo dedicato a una delle figure più popolari della televisione, il colonnello dell’Aeronautica Edmondo

Bernacca, scomparso nel 1993. Con il suo tono pacato, gli occhi seri ma vivaci, ha raccontato per decenni il tempo bello e quello brutto, ha portato la scienza della meteorologia nelle case degli italiani con il programma Che tempo fa che, per il grande successo di pubblico negli anni Settanta, i dirigenti Rai spostarono subito prima dell’edizione serale del telegiornale. Il “colonnello”, come continuò a essere chiamato anche quando venne promosso generale, riuscì a rendere famigliari informazioni complesse sulla previsione del tempo, come si formano gli uragani o cosa sono gli alisei e, complice la sua bacchetta sulle zone di alta e bassa pressione, anche molte nozioni geografiche.

sorgerà it will be built pacato calm telegiornale TV news previsione forecasting uragani hurricanes alisei trade winds bacchetta baton

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C1

ATTUALITÀ

UN ANNUNCIO SCHERZOSO SUL PREMIER CONTE, SIMILE AGLI AVVISI CHE SI FANNO QUANDO UN CANE VIENE SMARRITO; A DESTRA: IL DRAMMATICO SALVATAGGIO DELLA OPEN ARMS NEL MEDITERRANEO E, A FIANCO, IL MINISTRO DELL'INTERNO MATTEO SALVINI

CAMBIO DI ROTTA

Matteo Salvini chiude i porti ai migranti e la sua popolarità cresce

presidente del Consiglio Prime Minister si è insediato took office prestato on loan comparsate appearances eseguire to perform copione script felpa hoodie spicci offhand in veste in garb (lit.) / as indossa he wears ha alzato il tiro he has raised his game grossa big (lit.) / fare la voce grossa to put your foot down salvati saved imbarcazioni boats operato work

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L

o chiamano “governo Salvini” anche se il presidente del Consiglio è Giuseppe Conte. Da quando il nuovo esecutivo si è insediato ai primi di giugno, frutto di un’alleanza tra il Movimento Cinque Stelle (che alle elezioni di marzo avevano ottenuto il 32 per cento) e la Lega (che aveva ottenuto il 17 per cento), la scena politica e mediatica è stata dominata da quest’ultima. O, meglio, dal suo “capitano”, come lo chiamano i suoi militanti: Matteo Salvini, 45 anni, ministro dell’Interno e vicepresidente del Consiglio. Il professor Conte, prestato alla politica dalle aule universitarie di Firenze, dove insegnava diritto civile, quasi non si sente; le sue comparsate sono solo nelle riunioni internazionali dove è chiamato a eseguire un copione scritto da Salvini e Di Maio (il leader dei Cinque Stelle, ministro del Lavoro e

anche lui vicepresidente del Consiglio), sentiti costantemente al telefono per sapere se sta dicendo la cosa giusta o come intervenire su singole questioni. Di Matteo Salvini vi avevamo già proposto un ritratto sulle pagine di Tutto (nel numero 8 del 2015) parlando di lui come del “politico con la felpa” per sottolineare i suoi modi spicci e informali. E anche adesso, che in veste istituzionale indossa giacca e cravatta, i suoi modi non sono cambiati. Anzi, ha alzato il tiro, confermandosi vero protagonista del “governo del cambiamento” — come il nuovo esecutivo si è auto-battezzato. In primo luogo facendo la voce grossa sull’accoglienza dei migranti in arrivo via mare, ai quali ha letteralmente chiuso i porti, a partire da quelli salvati dalle imbarcazioni delle Ong (organizzazioni non governative) il cui operato era già stato


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Foto: Twitter Pro Activa Open Arms

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regolato da un memorandum piuttosto stringente preparato dal precedente ministro dell’Interno Marco Minniti nell’estate 2017. Tre procure siciliane, Trapani, Catania e Palermo, avevano aperto delle inchieste su queste organizzazioni, i cui salvataggi si erano spinti quasi a ridosso delle coste libiche, sospettando collusioni tra le navi umanitarie di varie organizzazioni europee e i trafficanti di esseri umani in Africa. Due inchieste sono ancora in corso, mentre quella di Palermo è stata archiviata a metà giugno: il soccorso in mare non solo non è un reato, ma un obbligo, hanno ricordato i giudici del capoluogo siciliano. Malgrado ciò, Salvini ha continuato a mantenere il punto vietando alle imbarcazioni delle Ong cariche di migranti la possibilità di attracco. «I porti italiani li vedranno in cartolina», ha ripetuto più volte via Twitter e Facebook, piazze virtuali alle quali affida quotidianamente i suoi proclami, con un tono da eterna campagna elettorale; in questo modo ha costretto le navi delle Ong a navigare per giorni fino a raggiungere le coste spagnole. Anche ai mercantili ha poi reso il soccorso particolarmente difficile. Ricordiamo il caso del cargo Maersk, battente bandiera danese, che ha dovuto attendere cinque giorni in rada davanti a Pozzallo, prima che gli venisse data l’autorizzazione a far sbarcare gli oltre cento migranti che aveva salvato in un naufragio. «Continueremo a fare il soccorso in mare ogni volta che si presenti la necessità», ha dichiarato l’armatore della società di trasporto al termine della vicenda. Ma è chiaro l’effetto deterrente di rallentare il trasbordo dei naufraghi, che ha costi elevatissimi per imbarcazioni che contengono centinaia di container, con contratti che prevedono penali nel caso i tempi di consegna non vengano rispettati. Da ultimo, Salvini ha rallentato o impedito lo sbarco a migranti salvati da navi della Guardia costiera italiana e della Finanza o della Marina di altri Paesi europei presenti nel Mediterraneo nell’ambito dell’operazione “Sophia” di Frontex, l’agenzia Ue della Guardia di frontiera e costiera.

Tutto ciò ha creato non pochi contrasti con gli alleati pentastellati, in primo luogo con Danilo Toninelli che, come ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, sovrintende alla Guardia costiera e ai porti. Incurante delle critiche, Salvini giustifica la sua politica di chiusura con due motivazioni: la prima, che gli altri Paesi europei non hanno rispettato gli impegni presi sulle ricollocazioni di migranti che arrivano nella Penisola in virtù della posizione centrale che occupa nel Mediterraneo; la seconda, che i libici hanno ormai una loro Guardia costiera funzionante e che quindi tutta l’area SAR — "Search And Rescue" — che rientra nella responsabilità del Paese africano dovrebbe essere sotto l’esclusivo dominio di Tripoli. Inoltre Salvini afferma che quelli libici sono “porti sicuri” nei quali riportare i migranti. Ma tale affermazione è smentita da vari rapporti di organizzazioni internazionali, dall’Alto commissariato per i rifugiati delle Nazioni Unite all’Organizzazione internazionale dei migranti, oltre che da innumerevoli reportage giornalistici che hanno documentato violenze e torture che i migranti subiscono in Libia. Il 17 luglio scorso, la nave dell’unica Ong rimasta attiva nel Mediterraneo centrale, la spagnola Open Arms, ha denunciato che la Guardia costiera libica ha lasciato due donne e un bambino di pochi anni aggrappati ai resti di un gommone alla deriva in alto mare perché si rifiutavano di tornare nel Paese africano. Dei tre è sopravvissuta solo una donna. Salvini ha twittato: «Bugie e insulti di qualche Ong straniera confermano che siamo nel giusto: ridurre partenze e sbarchi significa ridurre i morti e ridurre il guadagno di chi specula sull’immigrazione clandestina. Io tengo duro». Un linguaggio crudo e diretto, che premia. Nei sondaggi la popolarità di Salvini è in continua crescita, quasi raddoppiata nei primi mesi di governo. n

procure public prosecutors / public attorneys inchieste investigations salvataggi rescue operations a ridosso just off trafficanti traffickers è stata archiviata was dismissed soccorso rescue reato crime capoluogo capital attracco docking battente flying rada at anchor sbarcare to disembark naufragio shipwreck armatore ship owner vicenda incident trasbordo transferal penali penalties ambito setting pentastellati five starred sovrintende oversees incurante unheeding impegni commitments funzionante operational è smentita is denied subiscono undergo aggrappati clinging gommone inflatable boat alla deriva adrift premia pays sondaggi polls raddoppiata doubled 11


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9-10 LA LINGUA

UNA CLASSE DI DOCENTI ALLE SETTIMANE ESTIVE DELLA CRUSCA; A DESTRA: LA BIBLIOTECA DELL'ACCADEMIA

IL FIOR FIORE DELL'ITALIANO

I nuovi vocaboli, i vecchi vizi, le sfide e i pericoli, secondo Claudio Marazzini, presidente dell’Accademia della Crusca

fior fiore flower of flowers (lit.) / elite vocaboli words vizi faults sfide challenges pericoli dangers gode benefits pendici slopes patrimonio dell’umanità world heritage sites si occupa concerns itself with cosicché therefore / this is why raffinatezza refinement conia (it doesn’t) coin alcunché anything alloggiano are located intraprese undertaken 12

S

iamo a Firenze, ma la folla dei turisti e i rumori della vita cittadina sono lontani. Anche l’aria è più fresca, e gode della leggera altitudine della collina e dei profumi degli ulivi che crescono sulle pendici di monte Morello. Avevano visto lungo, i membri della famiglia Medici, che nel Cinquecento scelsero questa zona per edificare la villa destinata alla residenza estiva. Oggi la villa di Castello, una delle quattordici ville medicee tutelate come patrimonio dell’umanità, con parco e giardino all’italiana, è sede dell’Accademia della Crusca, l’istituzione che dal 1583 si occupa della lingua italiana, che ha

redatto il primo vocabolario ed è la più antica delle accademie linguistiche europee. Cosicché “la Crusca”, in italiano, è diventata quasi sinonimo di correttezza e prestigio, solenne giudizio sul buon italiano, e anche un po’ di raffinatezza linguistica eccessiva, fino alla pedanteria. Ma ufficialmente non ha alcun potere, non conia nuove parole né può sanzionare alcunché; anzi, dall’inizio del Novecento non fa neanche più il vocabolario. Allora, cosa fa la Crusca? Siamo andati a vederlo, nelle stanze della villa di Castello, dove gli accademici della Crusca alloggiano dal 1973. L’occasione è una delle più recenti attività intraprese


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Foto:Accademia della Crusca e Marino Forlino

dall’istituzione, ossia la formazione, con scuole estive, dei docenti di lingua italiana all’estero: i professori che insegnano l’italiano come lingua straniera, attività particolarmente importante per i lettori e le lettrici di Tutto. La formazione, rivolta alla scuola italiana così come all’insegnamento dell’italiano nel mondo, è solo una delle funzioni che oggi svolgono gli accademici della Crusca e che si affianca alle altre: quella di ricerca e studio; quella editoriale, con la stampa di volumi e trattati per “addetti ai lavori”; quella culturale e divulgativa, con iniziative rivolte al largo pubblico; e quella di consulenza linguistica, che si svolge soprattutto attraverso il sito e la rubrica “la Crusca risponde”. Tutti strumenti per raggiungere un obiettivo unico, fissato nel primo articolo dello statuto dell’Accademia: “sostenere la lingua italiana nel suo valore storico di fondamento dell’identità nazionale”. E la lingua italiana ha bisogno di sostegno, dice il presidente dell’Accademia Claudio Marazzini che ha scritto un libro, intitolato L’italiano è meraviglioso, proprio per indicare “Come e perché dobbiamo salvare la nostra lingua” (v. box). Nelle stanze che furono destinate allo svago e al riposo estivo della famiglia dei Medici, gli accademici della Crusca devono “vegliare sul destino dell’italiano”. Proprio come fecero i loro più antichi predecessori, ritratti nelle pale appese alle pareti della grande stanza del piano terra. Tutta l’Accademia è pervasa da simboli che hanno a che fare con il grano, con la farina, con il pane. E pensare che iniziò tutto in forma quasi scherzosa, quando, alla fine del Cinquecento, cinque intellettuali e letterati appartenenti all’Accademia fiorentina, fondata da Cosimo de’ Medici per far riconquistare il primato sulle lettere a Firenze, insidiata da Venezia dove era stata nel frattempo creata la prima tipografia, se ne andarono da quella istituzione, perché la ritenevano troppo pedante e oppressiva:

si chiamarono “la brigata dei crusconi”. La crusca è il residuo della lavorazione del grano, la parte scartata da quella buona, che diventa farina. Dunque i cinque inizialmente si chiamarono “crusconi” per prendersi un po’ in giro, come per dire: “gente degna di crusca e non di farina”. Ma in poco tempo, soprattutto per impulso di Lionardo Salviati, l’intento diventò quello opposto: separare la crusca (lo scarto) dalla farina (la lingua buona), insomma discernere il buono e il cattivo, il puro e l’impuro. Ogni accademico aveva una sua pala — lo strumento che si adoperava per separare il fior di farina dalla crusca — sulla quale era inciso il suo ritratto, un motto e un nome scelto. Erano tutti metaforici, come l’Infarinato (lo stesso Salviati), il Candido (Leopoldo de’ Medici), il Sugellato (marchiato da un sigillo). Insomma, da iniziale gruppo di letterati buontemponi, quasi goliardico, la Crusca diventò in pochi mesi una cosa molto seria. E si prese subito una decisione importante: fare il primo vocabolario della lingua italiana. Il metodo lessicografico — come scrivere il vocabolario — venne inventato allora. La prima edizione vide la luce nel 1612, e da allora ne sono state fatte cinque: l’ultima è degli anni Venti del Novecento, e fu interrotta dal fascismo, che non aveva ►

formazione training rivolta aimed svolgono carry out affianca flanks addetti ai lavori connoisseurs divulgativa educational sostegno support destinate dedicated svago recreation vegliare watch over pale shovels appese hanging scherzosa playful letterati people of letters primato first place insidiata threatened frattempo meanwhile crusca bran scartata discarded prendersi... in giro make fun of themselves fior di farina fine flour era inciso was engraved infarinato floured sigillo seal buontemponi fun-lovers goliardico carefree

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LA VOCE DELLA CRUSCA Che pericoli corre l’italiano? Lo abbiamo chiesto al presidente dell’Accademia della Crusca Claudio Marazzini, che vede due elementi di fragilità. Il primo è legato al passato, alla natura stessa della lingua italiana che per molti secoli è stata una “lingua senza impero” e senza Stato: l’unificazione linguistica è arrivata molto prima di quella politica, ma è stata soprattutto letteraria, non nella lingua parlata. Il secondo elemento di fragilità è tutto moderno, ed è un eccesso dell’uso dell’inglese. Sentiamo perché, dalla voce di Marazzini. IL PASSATO Nel momento in cui l’italiano manteneva un legame stretto con la propria tradizione antica, trecentesca che poi si è affermata anche attraverso i grammatici del Cinquecento, nello stesso tempo non trovava la strada per raggiungere il popolo, perché è stata una lingua di letterati per molti secoli. E quando è diventata una lingua di popolo le difficoltà sono

cominciate immediatamente, perché c’era da vincere l’analfabetismo, l’arretratezza sociale di una parte degli italiani. Quindi una lingua molto colta a conflitto con grandi masse crea qualche problema.

stranieri, che non se lo sono mai sognato, ma da una parte della classe dirigente italiana, di emarginare la lingua nazionale in contesti culturali.

UN CONSIGLIO AI LETTORI DI TUTTO ITALIANO TROPPO INGLESE Molti studiano l’italiano veramente Nel mio ultimo libro, quello per il gusto e il piacere di farlo, sull’Italiano meraviglioso, io ho perché si interessano dell’arte, perché usato un po’ la mano pesante, si interessano della musica italiana, perché ho parlato di anglismi perché si interessano della cucina intelligenti, che sono quelli che si italiana… Sono in questo momento legano all’innovazione tecnologica, alcune delle carte forti dell’Italia, all’avanzamento della conoscenza, e quindi non hanno bisogno di consigli. di anglismi che ho chiamato addirittura Ecco, se dovessi dare un consiglio, li stupidi; e sono quelli di chi non riesce esorterei, se possibile, a aprire alcuni a dire se non step per dire che c’è un di quei libri della grande tradizione, progresso, oppure quello che va in per esempio è un peccato non Trip Advisor e scrive della location... leggere Machiavelli, facciamo un Il giudizio sull’anglismo stupido non esempio tra i tanti. Una lingua non è un giudizio scientifico, può essere facile tra l’altro. Però se uno si mette anche una reazione epidermica di a leggere anche la tradizione dei fronte a un obiettivo eccesso che c'è nostri grandi poemi cavallereschi, in alcuni parlanti italiani. Il problema per esempio Ariosto… Ariosto è vero effettivamente è un altro, cioè piacevolissimo da leggere. Quindi la manovra non messa in atto dagli ecco, esorterei a una lettura dei classici.

analfabetismo illiteracy | arretratezza lack of development | colta sophisticated | si legano are linked | avanzamento progress addirittura even | messa in atto implemented | classe dirigente leadership | carte forti strong cards (lit.) / points | peccato pity tra l’altro amongst other things | cavallereschi knightly

avvento advent precedenti earlier items consultazione consultation retrostante at the back frenare slow down passeggere passing

una grande simpatia, com’è noto, per le istituzioni indipendenti. Dopodiché la Crusca non ha mai ricominciato a fare dizionari, ma ha fatto una cosa molto importante, con l’avvento della rivoluzione informatica: ha digitalizzato tutti i precedenti, adesso a disposizione di tutti in rete e di facile consultazione. Chi voglia visitare oggi la villa dove ha sede l’Accademia della Crusca, ha libero accesso ai bellissimi giardini medicei, disegnati secondo lo schema classico, geometrico, del giardino all’italiana; al retrostante parco; alla biblioteca, che custodisce tutte

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le edizioni dei vocabolari; e, nelle giornate in cui ci sono eventi culturali pubblici, alle varie sale. C’è inoltre un portale, interamente dedicato alla lingua italiana in cui si risponde alle domande e alle richieste più varie, la gran parte delle quali si concentrano sui neologismi. Ma, contrariamente a quanto si pensa, l’Accademia non ha il potere di far entrare nuove parole nei dizionari ufficiali, o di cancellarne: può ricordare i criteri, registrare i cambiamenti dell’uso, frenare le mode passeggere non destinate a durare, e, soprattutto, continuare ad amare e far amare “l’italiano meraviglioso”. n


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LA PAROLA PIÙ BELLA…

… secondo cinque insegnanti di italiano all’estero

L’italiano è una lingua molto studiata in tutto il mondo, per passione e per lavoro. Così, i docenti di italiano come lingua straniera sono sparsi ovunque. Abbiamo chiesto a cinque di loro una piccola testimonianza per Tutto Italiano: la parola più bella, o la più difficile, secondo la loro esperienza in classe.

PENNA

IL PRESIDENTE DELL’ACCADEMIA DELLA CRUSCA CLAUDIO MARAZZINI CON UNA PALA DEDICATA, SCHERZOSAMENTE, ALLA PAROLA "PETALOSO", ANCORA INESISTENTE NEL VOCABOLARIO ITALIANO; NELLA PAGINA SEGUENTE, ALCUNE AUTENTICHE PALE DELL’ACCADEMIA DELLA CRUSCA

Marino Forlino Scripps College, California (USA) La parola più bella che mi piace insegnare in italiano è probabilmente la parola penna, che è una parola che ho sempre amato perché mi piace scrivere. Penna perché può essere leggera come una piuma, penna perché può ferire come una spada, penna perché talvolta viene associata alla pena, e quindi per esorcizzare una pena, una sofferenza, utilizziamo una penna e la stessa associazione viene mantenuta in varie lingue, come in inglese — pen e pain — ma anche in arabo.

FARFALLA E IMBRUNIRE

Cecilia Casini Università di San Paolo (Brasile) Le parole più belle, le due parole più belle indicate dai miei studenti, in italiano, sono state farfalla e imbrunire. Io usavo fare come ultima domanda dei compiti una domanda libera in cui chiedevo agli studenti di dirmi quale fosse la parola più bella in italiano che avessero trovato. E in genere la maggior parte degli studenti ha scelto la parola farfalla e un’altra parte ha scelto la parola imbrunire. Farfalla perché il suono gli sembrava particolarmente bello, e che riproducesse — come di fatto credo sia — l’idea del suono delle ali… insomma, del suono delle ali della farfalla, cioè un suono forse minimo però ecco questa leggerezza del suono legata al movimento, alla bellezza dell’animale

ovviamente; e poi forse anche perché in portoghese si dice in un modo molto diverso, borboleta, che pure è bello ma evidentemente li ha colpiti questa doppia effe, farfalla, e la doppia anche elle, che in Brasile si usa pochissimo, loro non la pronunciano, quindi gli dava un ulteriore elemento di leggerezza, legato al volo.

docenti teachers sono sparsi are spread piuma feather spada sword pena pain di fatto in fact ali wings legata linked ha colpiti struck

La scelta di imbrunire è una scelta un pochino diversa, sempre legata alla bellezza che era sembrata nel suono della parola, certamente, però fortemente legata anche alla poesia, quindi forse una scelta più legata alla cultura. Farfalla era... è stata più spontanea. ► 15


scuro dark bruno brown / dusky chiarore dull light visto che given that appunto indeed cadeva fell per lo più for the most part prima classe first class si presta lends itself arzigogolato contorted occorre you need altalena seesaw

Imbrunire, come me l’hanno giustificata la scelta di imbrunire… Perché gli è piaciuta questa idea, il suono certo, però del lento passaggio da un colore, che è quello del pieno giorno, al bruno, che poi è proprio quella la parola cioè non proprio allo scuro, al bruno, un chiarore che a poco a poco si trasforma in qualcosa di più scuro, però in modo, diciamo, non drastico.

RADICI

Serena Nacca Università di Innsbruck (Austria) Una parola difficile per i miei studenti è stata la parola radici, proprio perché, visto che l’accento non è mobile nella lingua tedesca, hanno avuto difficoltà nel pronunciare questa parola e durante una lezione l’hanno pronunciata sempre ràdici, mettendo l’accento all’inizio di parola. Dopo ulteriori ripetizioni, alla fine ho fatto notare che appunto l’accento cadeva sulla penultima sillaba, no? Radìci, anche perché le parole più frequenti in italiano hanno l’accento sulla penultima sillaba.

CECI

Daniela Bacchini Scuola elementare, Düsseldorf (Germania) La parola che quest’anno mi è piaciuto di più insegnare, perché mi ha divertito molto la reazione degli alunni, che non sono per lo più di madrelingua: in una prima classe ho introdotto la parola ceci, per spiegare appunto come in italiano “c + e” non fosse “ke”, come in tedesco, ma “ce” appunto, e poi (con) la parola ceci (ci) si presta perché è "ce" e "ci". E questa parola è rimasta impressa a moltissimi bambini, e soprattutto a quelli che appunto italiani non sono e l’hanno continuata a riproporre, e questo mi ha divertito moltissimo perché di fatto non è una parola di uso comune, però è stata veramente un’esperienza divertente. 16

ARZIGOGOLATO

Daniela D’Eugenio Vanderbilt University, Tennessee (USA) La parola italiana che mi piace insegnare ai miei studenti è arzigogolato, innanzitutto perché non ha una traduzione letterale in inglese, quindi occorre una perifrasi per capire il vero significato della parola, e anche perché i miei studenti apprezzano questa altalena fonetica, quindi la pronuncia della parola è interessante per loro. n


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ESERCIZI DI COMPRENSIONE IL FIOR FIORE DELL'ITALIANO

Attività 1. Scegli se l’affermazione è vera o falsa

VERO FALSO

1. Le ville medicee sono nel centro storico di Firenze, circondate dal verde

2. L’Accademia della Crusca ha potere effettivo e di controllo sulla lingua

3. La Crusca pubblica volumi rivolti a specialisti della lingua

4. L’Accademia è stata fondata da un gruppo di intellettuali ribelli per gioco

5. La Crusca ha pubblicato un dizionario aggiornato in forma digitale

6. Le sale della Villa sono visitabili solo in occasione di alcuni eventi

Attività 2. Associa il verbo (prima colonna) alla frase corretta (seconda colonna) 1. redigere

a. nuove parole

2. coniare

b. un dizionario

3. sostenere

c. la lingua italiana

4. riconquistare

d. un vocabolario

5. consultare

e. il primato

Attività 3. Inserisci le seguenti parole nelle frasi

alcun | alcunché | non | né | rivolta | si affianca | si occupa | svolte FRASI 3 - 5: avvento | letterati | prendersi in giro | scherzoso | passeggere | registrare | frenare FRASI 1 - 2:

1. L’Accademia della Crusca ___________________ della lingua italiana, ma ufficialmente non ha _____________ potere: _____ conia nuove parole _____ può sanzionare ___________________. 2. La formazione, ___________________ ai docenti di lingua italiana, è una delle funzioni ___________________ dagli accademici della Crusca e ___________________ ad altre iniziative. 3. L’avventura della Crusca nacque in modo quasi ___________________: cinque ___________________ si diedero il nome di Crusconi per ___________________. 4. Con l’___________________ della rivoluzione informatica, la Crusca ha digitalizzato i vocabolari editi. 5. La Crusca può ___________________ i cambiamenti dell’uso, ___________________ le mode ___________________. 17


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INNOVAZIONE

IL RICICLAGGIO BUONO

Stoffe dalle bucce d’arancia, funghi dai fondi di caffè. E altre idee per le nuove imprese dell’economia circolare

L’

Italia è un grande paese industriale, con migliaia di imprese grandi e piccole in grado di esportare con successo i loro prodotti in tutto il mondo. Un miracolo che sembra incomprensibile, se si pensa che mentre nazioni come il Regno Unito, la Germania o la Francia hanno lanciato il loro sviluppo industriale nel XIX secolo grazie alla grande disponibilità di materie prime come ferro e carbone, in Italia queste risorse erano quasi inesistenti. Per gli storici e gli economisti è possibile spiegare questo risultato sia con l’eccezionale spirito di innovazione degli imprenditori italiani, riguardo al processo e ai prodotti, sia con una grande capacità di ridurre al minimo i consumi di energia e di materie prime, recuperando risorse in modo intelligente. Ad esempio, già da un secolo l’industria tessile di Prato, in Toscana, prospera trasformando i vecchi abiti non più usati in nuovi tessuti e nuovi filati. Insomma, da sempre l’Italia eccelle nell’economia circolare, dove “circolare” richiama il cerchio: una linea tonda che si chiude, ma che – in questo caso – continuamente si rigenera, riciclando, recuperando e riducendo al minimo gli sprechi. E così facendo, trasforma un problema in risorsa. Una tradizione che negli ultimi anni si sta rinnovando e rafforzando, con nuove imprese spesso guidate da giovani.

ORANGE FIBER

Adriana Santanocito, disegnatrice di moda specializzata in materiali tessili e nuove tecnologie per la moda, ed Enrica Arena, laureata in Cooperazione internazionale per lo sviluppo ed esperta di comunicazione 18

e marketing, tutte e due di Catania, in Sicilia, sono le proprietarie e fondatrici di Orange Fiber, un’azienda che è riuscita a trasformare uno scarto industriale gettato normalmente in discarica, i residui di lavorazione dell’industria che produce


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succhi di frutta dalle arance, in tessuto ecosostenibile di alta qualità. Ogni anno in Italia l’industria dei succhi di arancia produce circa un milione di tonnellate di “pastazzo”, il residuo umido della produzione dei succhi, che veniva smaltito faticosamente e con alti costi. Santanocito nel 2012, in collaborazione con il laboratorio di Chimica dei materiali del Politecnico di Milano, riesce a mettere a punto un processo in grado di trasformare la cellulosa contenuta nel pastazzo in una fibra tessile simile alla seta. Deposita il brevetto e, nel 2014, nasce l’azienda Orange Fiber, che oggi realizza tessuti di alta qualità, come un raso e un popeline ottenuti tessendo l’esclusivo filato nato dalle arance con la seta e il cotone. Filati bellissimi, sostenibili, e ideali per un’industria come quella della moda, che è alla ricerca di sostenibilità e della riduzione del suo pesante impatto inquinante. In più, il filato di Orange Fiber non viene prodotto da cellulosa che nasce da coltivazioni agroindustriali, che usano pesticidi inquinanti, sfruttano terra che potrebbe essere coltivata, e consumano molta acqua. L’anno scorso è stata presentata la “Orange Fiber Capsule Collection” di Salvatore Ferragamo, la prima collezione di moda realizzata con tessuti ricavati dai sottoprodotti della lavorazione industriale delle arance siciliane.

CONFEZIONI PER I FUNGHI "ESPRESSO”; A SINISTRA, DALL’ALTO: ADRIANA SANTANOCITO ED ENRICA ARENA, FONDATRICI DI "ORANGE FIBER", E ALCUNI DEI LORO PRODOTTI

FUNGHI ESPRESSO

Funghi Espresso introduce elementi efficacissimi di economia circolare in cui non solo uno scarto come il prezioso fondo del caffè diventa materia prima per la produzione di funghi, ma diviene anche impresa e valore economico. Ogni anno in Italia 110mila bar producono 300mila tonnellate di fondi di caffè. Funghi Espresso ne ha selezionati alcuni, vicini alla propria sede, nei pressi di Lucca, in Toscana, per recuperare la materia prima. I fondi del caffè sono utilizzati come strato di coltivazione insieme al “seme” del fungo, imitando la natura, e il tutto viene coltivato in supporti sospesi, riducendo l’utilizzo del suolo e dello spazio di coltivazione. Ecologia ed economia si integrano perfettamente. Direttamente dal sito di Funghi Espresso è possibile acquistare dei pacchetti per coltivare comodamente da casa funghi belli ►

Foto: Danilo Parravano

IL RICICLAGGIO BUONO E QUELLO… CATTIVO Il riciclaggio del quale parliamo in

pubblica amministrazione o

nell’economia circolare può darci

quest’articolo è virtuoso, indica

di banche, con incarichi di

grandi vantaggi e agevolare

la trasformazione dei rifiuti in

responsabilità, che compiono

la transizione verso un modello

risorse cioè quel processo che,

azioni illegali, come, per

economico che ci aiuti a salvare

cambiando la destinazione

l’appunto, facilitare il riciclaggio

il pianeta.

d’uso degli elementi da scartare,

del denaro sporco, guadagnato

dona loro una seconda vita.

con azioni criminali, come

È in un certo senso una sorta

l’estorsione, la vendita di armi

di riabilitazione per una

e droga, la corruzione delle

parola che è invece legata

gare di appalto. Mentre in

alla criminalità organizzata e

questa accezione negativa

a quella dei “colletti bianchi”,

il riciclaggio è un reato e

ossia impiegati in uffici, della

danneggia la collettività,

stoffe fabric bucce peels fondi di caffè coffee grounds migliaia thousands imprese businesses in grado di able to disponibilità availability materie prime raw materials ferro iron inesistenti nonexistent imprenditori entrepreneurs tessuti textiles filati yarns cerchio circle tonda round sprechi waste così facendo (by) so doing azienda company scarto by-product discarica landfill residui leftovers tonnellate tonnes veniva smaltito was disposed of mettere a punto develop brevetto patent raso satin tessendo weaving inquinante pollutant sfruttano use ricavati made sede headquarters nei pressi near strato layer seme seed sospesi hanging suolo earth

dona gives impiegati employees incarichi roles per l’appunto relating to gare di appalto tenders reato crime agevolare facilitate 19


è decollata has taken off rifiuti garbage gestione handling polvere powder (lit.) / grounds impronta footprint fanghi mud(s) pietra stone poltiglia sludge calcestruzzo concrete isolante insulating edilizia building fiocchi flakes pareti walls impedire prevent muffe moulds

e freschi, pronti in una ventina di giorni, i “funghi fai da te”. L’idea è di Antonio Di Giovanni e Vincenzo Sangiovanni, rispettivamente 30 e 32 anni: l’azienda è decollata grazie anche all’investimento dell’imprenditore giapponese del settore moda Tomohiro Sato. A parte i vantaggi economici, si riducono i rifiuti e le emissioni legate alla loro gestione; poi, la polvere di caffè è ricca di sostanze nutritive particolarmente adatte per far crescere i funghi, che a loro volta sono un concentrato di proteine vegetali da preferire alla carne per la loro impronta ecologica molto più leggera.

STONE-BRICK

Si chiamano “fanghi di segagione”: sono gli scarti derivanti dall’estrazione e taglio della pietra. Anche se non se ne parla mai, solo in Europa se ne producono ben 350mila tonnellate l’anno, spendendo 30 milioni di euro per il trasporto (su gomma) e lo smaltimento in discarica di questa orribile e inquinante poltiglia. A questi fanghi Stone-Brick guarda come a una risorsa. Attraverso un processo brevettato

che avviene a bassa temperatura, consumando quindi poca energia, i fanghi vengono trasformati in un materiale poroso che può sostituire il calcestruzzo. Il materiale da costruzione ottenuto è sicuro e poco costoso. L’invenzione è stata realizzata da una startup di Torino, nata con l’aiuto di I3P, l’“incubatore” di idee del Politecnico della città piemontese.

ENERPAPER

La carta del giornale che avete in mano potrebbe diventare un giorno un nuovo materiale isolante per proteggere le vostre case dal freddo e dal rumore. Anche Enerpaper è una startup nata con il sostegno di I3P. L’azienda produce uno speciale materiale isolante per edilizia composto da cellulosa che nasce da carta riciclata. I fiocchi di cellulosa vengono poi inseriti in specifici spazi tra i muri per isolare le pareti, conservando calore ed eliminando il rumore esterno. La carta e poi la cellulosa vengono trattate con uno speciale procedimento, per impedire il sorgere di muffe, ridurre il rischio di fiamma ed evitare l’accumulo di polvere. n

IL MODELLO DI ECONOMIA CIRCOLARE ENERGIA

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Estrazione e importazione di risorse naturali

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12-15 L'INTERVISTA

TUTTO ITALIANO

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L’AVVENTURA DELLA TRANSUMANZA

Due volte l’anno greggi di pecore e mandrie di mucche si mettono in viaggio. I segreti di un vecchio rito dei pastori, che qualcuno ancora perpetua

S

ettembre andiamo, è tempo di migrare… Non c’è studente italiano che non conosca questo verso, l’incipit di una poesia di Gabriele D’Annunzio intitolata I pastori e dedicata alla transumanza: lo spostamento delle greggi e delle mandrie con il cambiare della stagione. Una consuetudine antica, adesso praticata da pochissimi. Tra questi, Carmelina Colantuono: un’allevatrice e imprenditrice, donna molto determinata e appassionata, che abbiamo intervistato alla vigilia della partenza della sua transumanza. La comitiva è numerosa: 300 mucche,

una cinquantina di persone e un bel po’ di cavalli. Con lei scopriamo i segreti, i sapori e l’avventura di un viaggio molto particolare tra le montagne dell’Appennino.

intervista di Roberta Carlini Carmelina Colantuono, che cos’è la transumanza? Allora, transumanza è una parola che viene dal latino, trans-humus, che significa andare al di là della terra consueta. Non è un pascolo vagante ma è spostarsi da un posto specifico dove si sta in estate a un altro ►

greggi flocks pecore sheep mandrie herds pastori shepherds allevatrice breeder comitiva group al di là beyond consueta usual pascolo foraging / pasturage vagante wandering

ALCUNI MOMENTI DELLA TRANSUMANZA SUI TRATTURI DEL MOLISE. QUI, I CAVALLI IN TESTA ALLA MANDRIA; NELLE PAGINE SEGUENTI: GLI ATTRAVERSAMENTI DI UN FIUME E DI UNA STRADA

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posto specifico dove si sta in inverno. Noi infatti ci spostiamo, quando arriva il grande freddo sulla nostra montagna di Frosolone, dove stiamo, a 1.300 metri-1.400 metri, ci spostiamo in Puglia, dove il clima è più mite, dove stiamo a un’altitudine di circa 200 metri sul livello del mare. Questo perché garantisce agli animali di poter vivere allo stato brado tutto l’anno tranquillamente, senza grossi problemi. La caratteristica è proprio quella di non avere stalle, quindi gli animali vivono tutto l’anno allo stato brado. Transumanza, ci diceva, viene dal latino ed è una pratica che i pastori conoscono in molti Paesi. Però è una pratica che si è persa negli ultimi tempi. Da quando si è smesso di fare la transumanza? Allora, la nostra è particolare proprio perché è una transumanza di tipo orizzontale: esiste un tipo che è verticale, quindi di tipo topografico. Quindi significa [che ndr] dalla valle si sale alla montagna, e questo avviene

nelle Alpi, mentre quella che facciamo noi è di tipo geografico, quindi noi ci spostiamo da una regione a un’altra, e quindi dalle montagne dell’Alto Molise al Gargano, quindi alla piana del Gargano. Noi facciamo la transumanza ormai da varie generazioni, comunque diciamo che ha avuto un arresto

I PASTORI DI D’ANNUNZIO Settembre, andiamo. È tempo di migrare. Ora in terra d’Abruzzi i miei pastori lascian gli stazzi e vanno verso il mare: scendono all’Adriatico selvaggio che verde è come i pascoli dei monti. [È settembre, andiamo. È arrivato il tempo di migrare. Ora i miei pastori in Abruzzo lasciano gli stazzi (recinti all’aperto del gregge) e vanno verso il mare: scendono verso il selvaggio Adriatico che è verde come i pascoli sui monti] Questa è la prima strofa della poesia I pastori, scritta da Gabriele D’Annunzio nel 1903. Il poeta – che all’epoca era uno dei più celebri e apprezzati – ricorda qui la sua terra (era di 22

Pescara, nella regione che allora si chiamava “Abruzzi” e poi è diventata “Abruzzo”), loda la natura e anche il passaggio della stagione, dall’estate all’autunno. Il verbo «migrare» – dalle migrazioni degli uccelli – si riferisce agli animali, ma diventa più in generale una metafora del passaggio delle stagioni dell’anno e della vita. È un testo che spesso nelle scuole si imparava a memoria, anche se D’Annunzio, detto “il Vate”*, non è il maggiore dei poeti nazionali; anzi, è stato molto ridimensionato, nel secondo Dopoguerra, per la sua identificazione con miti poco democratici (il super-uomo, l’aristocrazia, la legge del più forte) e un estetismo portato all’estremo (basta visitare la sua residenza sul

Lago di Garda, il Vittoriale, per rendersene conto). D’Annunzio resta comunque il più importante rappresentante del decadentismo italiano dell’inizio del secolo. La raccolta che contiene I pastori presenta però una fase più lirica, introspettiva e cupa in cui prevale il racconto impressionistico della natura, come nell’ultima strofa, che descrive le greggi («la greggia») che camminano lungo il mare, con il manto illuminato dal sole che si fa di un colore uguale a quello della spiaggia: Ora lungh’esso il litoral cammina la greggia. Senza mutamento è l’aria. Il sole imbionda sì la viva lana che quasi dalla sabbia non divaria. Isciacquío, calpestío, dolci romori.


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tipi, nuove razze di animali che non erano più adatti [adatte, ndr] a fare questi lunghi percorsi, ma erano grandi produttrici di latte e di carne. Mentre quella che abbiamo noi di razza, che abbiamo conservato, è una razza antichissima, la podolica, che ha duemila anni e praticamente è adatta a spostarsi, è adatta ad arrampicarsi, a camminare molto; produce poca carne e poco latte, ma di grandissima qualità. Sono delle mucche atletiche! Sì, molto atletiche, fanno veramente tantissimi chilometri durante la giornata e quindi per loro fare un percorso come quello che facciamo noi è semplice, anzi sarebbero capaci anche di farlo da sole, perché ormai conoscono benissimo il tragitto, quindi lo ricordano.

brado wild stalle cowsheds piana plane arresto interruption percorsi trails arrampicarsi climbing tragitto route accogliente welcoming tratti tracts risale dates back dilaniato torn to shreds attraversare to cross integri intact dopodiché after which

definitivo, la transumanza, intorno agli anni Sessanta. Dopo la Seconda guerra mondiale c’è stato [stata, ndr] comunque un’emigrazione dai nostri paesi, paesini di montagna, e questo purtroppo ha portato Ecco, il tragitto. Il tragitto della via la forza lavoro, e quindi la maggior parte transumanza si chiama tratturo, giusto? delle persone poi hanno inserito anche nuovi Ma voi questo tratturo lo trovate sempre pronto, ben accogliente, oppure le trasformazioni urbane hanno anche cancellato dei tratti di tratturo? [Il gregge cammina lungo il litorale. Il tratturo è antichissimo, diciamo che quello L’aria è immobile (senza cambiamento). moderno, che è arrivato fino a noi, comunque Il sole rende la lana (delle pecore) così risale agli Aragonesi, quindi al 1400, ed è una bionda strada grandissima perché se pensiamo che che quasi non si differenzia dalla sabbia. la sua larghezza è di 111 metri e 60, capiamo Sciacquio, calpestio, dolci suoni] insomma la grandezza di questo monumento che abbiamo. Certo negli anni è stato E chiude con l’invocazione finale: dilaniato, occupato, e quindi noi in alcune Ah perché non son io co’ miei pastori? parti purtroppo dobbiamo attraversare anche le strade, perché è stato interrotto *Vate: aggettivo attribuito a un poeta di da strade, da ferrovie… un po’ da vari lavori alta e visionaria ispirazione. In senso più pubblici; però siamo fortunati perché nel generale il “vate” indica chi nell’antichità nostro Molise si è conservato abbastanza e era capace di predire il futuro, un quindi abbiamo ancora dei tratti veramente indovino, un profeta. integri del tratturo. pascoli pastures | allora then /at that time è stato ridimensionato (he) was reduced basta it is enough | raccolta collection cupa dark | manto fleece | lana wool sciacquio lapping (of water) | calpestio tread | indovino soothsayer

Voi avete difficoltà a trovare i pastori, persone che lavorano, che facciano la transumanza? Allora, che facciano la transumanza… avevamo problemi fino a circa trent'anni fa, dopodiché adesso abbiamo problemi ► 23


nel contenere le persone che vogliono venire a fare la transumanza. In particolare abbiamo i giovani, che per loro lo vivono come un’avventura, come un viaggio avventuroso con il cavallo e quindi ci ritroviamo tutti gli anni che abbiamo tantissime persone che vogliono venire con noi a vivere questa avventura. E però poi devono lavorare anche per il resto dell’anno, o no? Sì poi dovrebbero lavorare, però [per ndr] fermarsi a lavorare è molto più difficile trovare gente, perché comunque è un lavoro… anche se c’è un ritorno all’agricoltura, all’allevamento negli ultimi anni, però ancora secondo me bisogna lavorarci per far tornare gente, i giovani. Quando vi spostate? Ci spostiamo due volte l’anno, in autunno e in tarda primavera, a maggio. Il viaggio è di circa 4-5 giorni, sono circa 180 chilometri ed è il percorso storico che facciamo tutte le volte. Il percorso praticamente include che attraversiamo e percorriamo alcuni tratturi, come L’Aquila-Foggia, il Castel di Sangro-Lucera e il Celano-Foggia e altri bracci e tratturelli, però dobbiamo 24

attraversare anche strade, perché in alcune parti purtroppo è stato interrotto. Camminate prevalentemente di giorno o di notte? A maggio si preferisce camminare nelle ore più fresche della giornata perché il giorno fa molto caldo, quindi in pratica si inizia molto presto la mattina dalle 4 e mezza già si parte, e si cammina fino alle dieci poi come comincia il grande caldo, insomma l’aria più afosa, si sosta e poi si riprende verso le 4 del pomeriggio quindi sempre con il fresco. E vi fermate a dormire, dove? Dormiamo sotto le stelle, in quelli che si chiamano riposi, sul tratturo, che sono queste grandi, ampie zone che sorgono proprio sul tratturo, dove sostavano gli animali. Abbiamo detto 300 mucche, ma quante persone e quanti cavalli? Le persone purtroppo dobbiamo contenerle, ma sono tantissime... le persone che vengono con noi, poi ci sta chi magari ci aspetta, fa una tappa con noi, chi ne fa un’altra, c’è gente che viene a piedi, gente che viene con il cavallo, gente che viene con la bici, insomma diciamo che ognuno viene con il mezzo che


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Foto: Nicola Lanese e Maurizio Cavaliere

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più gli è consono. Però effettivamente ci sono tantissime persone, diciamo che noi una cinquantina di persone lo siamo sempre, però poi quando arriviamo nei pressi dei paesi, perché attraversiamo anche paesi, là la gente diventa veramente tantissima.

purtroppo le dobbiamo tenere ben chiuse altrimenti da sole sarebbero capaci di partire, è incredibile, è un’emozione unica perché loro sentono che è il momento di andare e sono felicissime di partire. Quindi alzano una grande nuvola di polvere per la loro corsa.

C’è una festa quando arrivate? Sì, nei paesi quando arriviamo ci fanno sempre festa, la gente del posto con la quale poi ci vediamo una volta l’anno, effettivamente sono quelle amicizie che noi ci portiamo avanti ormai da generazioni, quindi magari i padri erano amici di mio nonno, di mio padre e noi ancora ci ritroviamo ogni anno all’appuntamento con la transumanza, ci offrono dei prodotti loro e noi gli offriamo il nostro formaggio, quindi stiamo insieme, passiamo un po’ di tempo insieme, ci raccontiamo delle storie.

E la cosa più difficile? La cosa più difficile sono tutte le autorizzazioni da chiedere, la messa su strada di una mandria, perché purtroppo non è più così facile come lo era una volta. Adesso bisogna chiedere le autorizzazioni a tutte… noi abbiamo due regioni, tre province, quattro Asl di riferimento, e poi tutti i Comuni che attraversiamo, e tutte le forze dell’ordine che troviamo lungo il percorso.

percorriamo travel along bracci branches afosa hot and humid si sosta you rest sorgono are set up tappa stage consono suitable sono legati are linked a striscioline in strips condita seasoned aglio garlic è capitata has happened intuiscono sense campanacci cow bells dirompente very loud vacche cows recinti enclosures ci facciamo forza we make strong a vicenda each other

Posso immaginare… l’ultima domanda, voglio sottolineare questa particolarità, che Carmelina Colantuono fa questo lavoro perché è di una famiglia di imprenditori e di allevatori, ma è anche una ragazza, una donna, e volevo chiedere se è frequente trovare donne in questo settore, e anche come è nata questa passione? Io sono nata in una famiglia di transumanti per cui è stato un percorso obbligato, questo, però è comunque una grande passione che ci portiamo nel nostro DNA. Rispettare quello che hanno fatto i nostri padri con grande fatica per noi è una missione, quindi cerchiamo di portarla avanti nel migliore dei modi.

Alla transumanza sono legati anche molti riti, molti piatti, molti modi di cucinare, anche cibi… Si, diciamo che quella più importante è la produzione della miscischia (anche detta muscisca o micischia, ndr), che era una carne secca che era facile da trasportare, facile da conservare, che si è sempre fatta durante la transumanza e ancora si continua a fare. Praticamente è carne secca, fatta a striscioline, condita con tutte le spezie, quindi peperoncino, origano, rosmarino, aglio e sale e seccata al sole oppure in forno, e quindi così uno se la portava dietro, in tasca e nel Cioè nessuno le ha mai detto: queste cose le momento in cui aveva fame poteva mangiarla. devono fare i tuoi fratelli, non le devi fare tu? Lo fanno anche loro, noi siamo una grande Deve essere buonissima… Volevo chiederle famiglia di tipo patriarcale, nel senso che anche qual è la cosa più bella che le è capitata viviamo tutti insieme e lavoriamo tutti in questi anni e qual è la cosa più difficile? insieme con i miei cugini, i miei fratelli, con i La cosa più bella sicuramente è la partenza, miei zii, quindi effettivamente ci facciamo perché quando partono gli animali… perché forza a vicenda ed ecco perché siamo loro intuiscono che è il momento di partire, riusciti a mantenere questa tradizione della nel momento in cui gli mettiamo i grandi transumanza, perché ci facciamo forza tutti campanacci che fanno un suono veramente quanti, perché effettivamente mettere su dirompente e che richiama tutte le giovani strada una mandria di 300 mucche che vacche che non conoscono il tratturo; quindi vivono allo stato brado è abbastanza rischioso quando le vedi uscire dai recinti, perché e quindi per noi non è una cosa facile. n 25


A1

A2

16 ITALIANO VISIVO

LA FATTORIA THE FARM

5

1

2

4 9 7

1

capra goat

recinto fence

vitello calf

3 cavallo horse

pascolo pasture

toro bull

asino ass

6 coniglio rabbit

2 pecora sheep

mulo mule

7 gallina hen

agnello lamb

4

gallo cock

montone ram

5 fienile barn

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mucca (vacca) cow

cane pastore sheep dog

pulcino chick


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IL DIALOGO

VENDESI UOVA FRESCHE Buon giorno! Ho visto fuori il cartello … vendete uova fresche, qui? Sì, mi dia un momento che finisco di mungere le mucche e arrivo! Bella questa fattoria, ci sono galline, agnelli, conigli… Capre, tacchini, oche, asini e anche un vecchio mulo Ne ha di lavoro a governarli tutti! Non finisco di dare il mangime ai polli che devo ricominciare col fieno ai cavalli. Eccomi arrivo…

3 8

6

Allora, vorrei sei uova fresche: sono di giornata? Sì, le ho prese proprio stamattina… Sicuro? Guardi che le devo dare ai bambini! Signora, gliele può far bere anche crude! Sono freschissime. E quando vuole, mi porti i bambini a vedere tutti gli animali!

oca goose

tacchino turkey

8 ape bee arnia hive apicultore beekeper 9 gatto cat

vendesi on sale | cartello sign | mungere to milk | mucche cows galline hens | agnelli lambs | conigli rabbits | capre goats tacchini turkeys | oche geese | asini donkeys | mangime feed fieno hay | cavalli horses | guardi che look it’s that | far bere give (them) to drink | crude raw 27


ESERCIZI DI COMPRENSIONE L'AVVENTURA DELLA TRANSUMANZA

Attività 1. Scegli se l’affermazione è vera o falsa

VERO FALSO

1. La transumanza indica uno specifico spostamento da un luogo a un altro

2. Gli animali della transumanza vivono tutto l’anno all’aperto

3. Tutte le mucche sono adatte alla transumanza

4. I tratturi sono stati integralmente distrutti e frammentati

5. La transumanza ha inizio a primavera e al principio dell’inverno

6. Il numero di persone che partecipa a questi spostamenti è aumentato

Attività 2. Cerca le parole legate al mondo dei pastori da associare alle definizioni 1. spazio protetto da un confine in muro, legno, piante: R_________________________________________________ 2. che vive all’aperto, liberamente: B_________________________________________________________________ 3. campo, spazio con erba dove gli animali possono mangiare (pasturare): P__________________________________ 4. attività per far crescere e sviluppare gli animali utili all’uomo: A__________________________________________ 5. gruppo di pecore o capre: G____________________________________________________________________ 6. gruppo di grandi animali della stessa specie (cavalli, bufali, buoi): M_______________________________________ Attività 3. Scegli per ogni espressione il significato corretto tra le due opzioni (a o b) 1. allevatrice a. persona che fa crescere e cura gli animali b. sostanza che rende meno forti, allevia la sofferenza o il dolore 2. percorrere a. muoversi velocemente, di corsa, in un luogo b. coprire una determinata distanza 3. grosso a. grande b. grasso 4. tappa a. oggetto che chiude un contenitore b. luogo designato, scelto per fermarsi 5. purtroppo a. per il troppo, per la grande quantità b. per sfortuna, disgraziatamente 28


B1

B2

17-19 IL FUMETTO

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IL LEGGENDARIO TEX, FUORILEGGE PER AMORE DELLA GIUSTIZIA Il più popolare e longevo eroe dei fumetti italiani compie 70 anni. E non li dimostra

L

LA COPERTINA DEL PRIMO ALBO DELLA SERIE TEX WILLER, 1948

e prime parole: «Per tutti i diavoli, che mi siano ancora alle costole?». Con questa battuta esordisce Tex, la più celebre e longeva serie a fumetti italiana. È il 1948 e in un’Italia da poco uscita dalla guerra il genio narrativo di Giovanni Luigi Bonelli incontra quello grafico di Galep (Aurelio Galleppini). Il frutto migliore di questa collaborazione sarà il ranger Tex Willer (in origine Killer, poi autocensurato poco prima della stampa del primo numero su consiglio della moglie di Bonelli), personaggio nato, con poche aspettative, in un momento di grande passione per il western, incapace però di trasformarsi in successo nel settore dei fumetti. Tex invece comincia a riscuotere un apprezzamento notevole e sempre crescente, arrivando negli anni a vendere anche 700mila copie in un mese (le tirature mensili nel 2010 sono comunque intorno alle 200mila copie: un’enormità, in tempi di crisi della carta stampata).

Nei paesi anglosassoni, tuttavia, il fumetto è praticamente sconosciuto: nel Regno Unito ha fatto una breve apparizione negli anni Settanta, negli Stati Uniti è pressoché inedito.

Nel 2018, precisamente il 30 settembre, Tex compie 70 anni: un’età che ne sottolinea la dimensione mitologica, confermata dal successo dell’eroe all’estero. Se in Francia le pubblicazioni si sono fermate nel 2008, in paesi come Spagna, Finlandia, Norvegia, Croazia, Grecia, Turchia e Brasile (dove è presente dagli anni Cinquanta e possiede un pubblico paragonabile a quello italiano) Tex ha incontrato i favori di milioni di appassionati.

Tex Willer è un ex fuorilegge (per spirito libertario) divenuto ranger e capo di tutte le tribù indiane dei Navajos, con il nome Aquila della Notte, dopo il matrimonio con la squaw Lilyth, che scompare prematuramente e rimane l’unica donna con cui Tex instaura una relazione affettiva. Rappresentato nel momento in cui è giunto intorno ai 40 anni con tratti somatici in cui Galep inserì un po’ di sé e un po’ di Gary ►

fuorilegge outlaw fumetti comic books per tutti i diavoli, che mi siano ancora alle costole? by all the devils, are they still at my ribs (lit.)? / on my tail? battuta line stampa printing riscuotere earn crescente increasing tirature circulation paragonabile a comparable to pressoché pretty well inedito unknown scompare dies instaura establishes è giunto (he) has reached tratti somatici features 29


nette clear-cut ferme resolute dedito dedicated abbigliamento clothing in veste as a frange fringe fascia band armi da fuoco firearms impareggiabile matchless giustiziere vigilante imprese adventures fidati trusted burbero grumpy fucile rifle

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Cooper, Tex è un personaggio pragmatico dalle caratteristiche nette, ferme, totalmente dedito alla giustizia, per il cui amore è disposto anche a violare la legge. Un’essenzialità rispecchiata dall’abbigliamento, uguale in tutta la saga: jeans, camicia gialla e cappello Stetson in veste “occidentale”, pantaloni a frange e fascia Wampum in testa nelle sue funzioni di capo Navajo. Come Topolino, Tex sa fare tutto. In ogni sua avventura, a difesa dei deboli e degli oppressi, è supportato da qualità supereroiche ma umane: una forza e

resistenza fisica imbattibili, una capacità nell’uso delle armi da fuoco impareggiabile, un codice morale indistruttibile, un’intelligenza strategica e analitica notevolissima. Non è però un giustiziere solitario. Nelle sue imprese infatti è quasi sempre accompagnato da almeno uno dei suoi tre fidati amici: il burbero amico Kit Carson, vecchio pessimista e donnaiolo ancora abilissimo con il fucile Winchester; il figlio Kit Willer, educato dal padre sia nell'abilità da pistolero che in quelle indiane e, contrariamente a lui, molto più immerso in questioni di cuore; il fratello di sangue


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FUMETTI, STRISCE, TAVOLE E VIGNETTE Il fumetto è un termine che indica tanto un’intera storia illustrata quanto la piccola nuvoletta — o una sbuffata di fumo — nella quale si trovano le battute che escono dalla bocca dei protagonisti, o i loro pensieri. La vignetta è una singola illustrazione, generalmente in un riquadro, ed è spesso satirica. L’origine della parola risale agli ornamenti tipografici che ricordano elementi della vigna: tralci e foglie di vite. Una sequenza di più vignette è una “striscia”, mentre una “tavola” è una pagina dell’albo a fumetti. tanto... quanto as much… as nuvoletta cloud sbuffata bubble riquadro frame risale dates back tralci shoots / tendrils vite vines albo comic book

A SINISTRA: TEX IN UN DISEGNO DI AURELIO GALLEPPINI, IN ARTE GALEP; NELLE FOTO, DALL'ALTO IN BASSO: GIANLUIGI BONELLI E AURELIO GALLEPPINI; A DESTRA: TEX DALLA MANO DI CLAUDIO VILLA, ATTUALE DISEGNATORE DELLE COPERTINE DI TEX

Foto: Sergio Bonelli Editore 2018

Navajo Tiger Jack, abile guerriero ed eccezionale scopritore di tracce da seguire. Negli anni si sono succeduti anche numerosissimi aiutanti e antagonisti. Tra questi ultimi, indimenticabili figure del male sono il diabolico Mefisto (illusionista e occultista con poteri paranormali e capace di tornare dopo la morte come spirito malvagio), suo figlio Yama (che dopo aver fallito come criminale ritorna a fare l’artista vagabondo) e svariati pistoleri o rancheri.

la storia nella seconda metà del XIX secolo e in uno spazio corrispondente al sud-ovest degli Stati Uniti, tra Arizona, Texas e New Mexico (anche se spesso le sceneggiature del fumetto si sono spinte in località ben più remote, quali il Canada, l’America del Sud e la Melanesia). I due non si sono risparmiati alcune deviazioni nel paranormale e nella fantascienza, con l’incursione di stregoni, zombi e alieni nel desertico mondo dei cowboy.

Da alcuni elementi è possibile affermare che Bonelli e Galep ambientarono

Protagonista di studi, tesi di laurea, saggi che ne contano i criminali ►

guerriero warrior si sono succeduti have followed each other malvagio evil ambientarono set sceneggiature scripts si sono spinte go as far non si sono risparmiati have not spared themselves stregoni witchdoctors tesi di laurea degree theses saggi essays

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ferite injuries riportate received terreno area indagine investigation fai-da-te do it yourself uomo medio average man nonché as well as sceneggiatori scriptwriters ultrarapida super fast della stoffa with the makings si tramandi is passed on disegnatori illustrators copertine covers presso at si scontra clashes with pallottola bullet gioco da tavolo board game retrobottega backroom appassisce fades 32

assassinati e le ferite riportate (come Non son degno di Tex di Claudio Paglieri, ripubblicato da Marsilio nel 2008 in edizione aggiornata), il grande successo di Tex in Italia (e non solo) è stato un dibattuto terreno di indagine in cui c’è pure chi ha affermato che l’amore per il giustiziere fai-da-te abbia radici nella volontà di rivolta dell’uomo medio contro le ingiustizie del potere. Più probabilmente il leggendario consenso del fumetto risiede nella notevole capacità artistica dei suoi inventori Bonelli senior e Galep, nonché in quella di chi poi lo ha portato avanti. Tra gli sceneggiatori, i nomi più importanti sono Bonelli junior, Mauro Boselli, Claudio Nizzi e più recentemente Tito Faraci e Roberto Recchioni. Boselli ha detto in un’intervista che «Tex non esita mai. Lui agisce. La riflessione in lui è ultrarapida, prerazionale; è un eroe della stoffa di quelli mitici. Io sono contro l’umanizzazione di Tex. Tex non è come noi. Ci affascina perché è qualcosa di più grande»; Mauro Recchioni sulla rivista Rolling Stone ha dichiarato di credere «che Tex sia come gli Ac/Dc [il

gruppo rock considerato immortale, ndr], e si tramandi di padre in figlio». Tra i disegnatori, invece, è impossibile non citare almeno Claudio Villa (anche storico autore delle copertine), Guglielmo Letteri, Giovanni Ticci e Fabio Civitelli. Quest’anno Tex compie 70 anni. La Sergio Bonelli Editore ha festeggiato l’anniversario con la pubblicazione di due volumi da collezione, presentati a maggio presso il Salone del Libro di Torino (El Carnicero, nome dell’antagonista contro cui l’eroe si scontra in questa saga, e Le copertine di Tex gigante), e Tex 3D, collezione di 50 statuette dipinte a mano di tutti i personaggi principali del fumetto. La Cranio Creations ha addirittura prodotto Fino all’ultima pallottola, un gioco da tavolo con Willer e gli altri protagonisti della serie. Ma oltre ogni iniziativa, stupisce l’estrema longevità di un successo tutto italiano, che da quel lontano 1948 non sembra invecchiato molto. Chissà se anche Tex Willer, come Dorian Gray, tiene nascosto in una tenda navajo o nel retrobottega di un saloon un ritratto che appassisce al suo posto. n


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ESERCIZI DI COMPRENSIONE IL LEGGENDARIO TEX, FUORILEGGE PER AMORE DELLA GIUSTIZIA

Attività 1. Scegli se l’affermazione è vera o falsa

VERO FALSO

1. La moglie di Bonelli suggerì il nome Willer

2. All’uscita di Tex, il genere western era molto popolare, ma senza successo nel fumetto

3. Tex ha avuto un grande successo negli Stati Uniti

4. Tex è un giudice che amministra la giustizia

5. Tex agisce sempre da solo

6. Le storie si svolgono negli Stati Uniti

Attività 2. Associa le parole della colonna A a quelle della colonna B per creare una espressione. Poi trova il significato nella colonna C A

B

C

1. C ARTA

a. d’indagine

I fisionomia, caratteristiche del viso

2. T ERRENO

b. somatici

II testo scritto presentato alla fine degli studi universitari

3. U OMO

c. stampata

III settore di ricerca

4. T RATTI

d. di laurea

IV persona ordinaria, comune

5. T ESI

e. medio

V tutte le pubblicazione su carta

Attività 3. Associa ogni parola al suo significato

battuta | tiratura | sceneggiatura | copertina | ambientare | succedersi | inedito | impareggiabile 1. collocare l’azione e la storia in uno specifico luogo e periodo storico:_____________________________________ 2. numero di copie stampate (in questo caso dell’albo):__________________________________________________ 3. cartone o carta stampata che avvolge il libro con le indicazioni generali:___________________________________ 4. unico, insostituibile, che non ha elementi di comparazione:_____________________________________________ 5. frase (spesso spiritosa, ironica, sarcastica):___________________________________________________________ 6. testo completo dei dialoghi di un film o di un programma tv:____________________________________________ 7. venire uno dopo l’altro:_________________________________________________________________________ 8. non ancora pubblicato, sconosciuto:_______________________________________________________________ 33


B2

PAESAGGI LETTERARI

I LUOGHI DI CALVINO

Dalle strade di Sanremo alle pinete della Maremma. Un percorso sulle orme del grande scrittore del Novecento

C

i sono luoghi d’Italia la cui bellezza è diventata letteratura perché si sono intrecciati con le vite di chi li ha narrati. Molti di quelli in cui ha messo piede Italo Calvino, tra i più raffinati e importanti scrittori del Novecento italiano, sono finiti — non di rado in forma trasfigurata, fantastica — in romanzi e racconti. Tra questi luoghi, Sanremo, la città ligure nella quale l’autore ha trascorso la sua infanzia. Italo ha appena due anni quando rientra, con i genitori Mario Calvino ed Eva Mameli, nella città di origine della famiglia paterna. Dell’Avana, dov’è nato mentre il padre, agronomo, dirigeva una stazione

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sperimentale di agricoltura, ricorderà poco. Si è sempre considerato un “ligure di Ponente”, dirà in più occasioni. Gli echi di Sanremo — specialmente se osservata in verticale, salendo verso le montagne e scendendo verso il mare — si ritrovano nel Visconte dimezzato (1952), già a partire dal nome del protagonista: Medardo di Terralba si chiama così in riferimento alla località Terralba, situata sulle alture della città, dove Giovan Bernardo, nonno di Italo, possedeva un terreno con orto, ulivi e viti. Qui Italo e il fratello Floriano, come si racconta nella Strada di San Giovanni (1963), si recheranno spesso. Possiamo muoverci sulle tracce di quell’itinerario partendo dal santuario


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Foto: baldovina / Shutterstock.com

Regina Elena, e poi giù verso il ginnasioliceo G.D. Cassini: siamo dentro la Pigna, il cuore brulicante del centro storico, dove il passato medievale si manifesta a ogni scorcio. Un mondo “di sotto” fatto di vicoletti ripidi e palazzi color giallo ocra, rosso pompeiano, rosa confetto. Grandi portoni dentro cui si aprono cortili con alberi da frutto, archi agli angoli delle strade a svelare piazzette segrete, con ragazzini che giocano a pallone, panettieri, botteghe di calzolai e vecchie trattorie. Qui si conserva l’anima popolare della città. In questo dedalo di viuzze Calvino farà muovere Pin, il bambino di dieci anni, vivace e disincantato protagonista del Sentiero dei nidi di ragno (1946), attraverso i cui occhi viene raccontata l’esperienza della Resistenza antifascista. Uscendo dalla Pigna e procedendo in direzione del mare si incrocia via della Madonna della Costa e poi Giacomo Matteotti, con il suo marciapiedi imboccando la mulattiera di San a scacchiera, le panchine con le fioriere Romolo, stradina stretta alle spalle di accanto. È la zona dello shopping, dove questa chiesa che sovrasta la città sorge anche il teatro Ariston, sul cui vecchia. Lungo il tragitto che sale palco ogni anno va in scena il Festival dolcemente su per la collina si può della canzone italiana. Questa lunga apprezzare la varietà del paesaggio strada dai palazzi signorili perfettamente della Riviera dei Fiori: l’azzurro del mare tinteggiati incrocia, più o meno a metà, in lontananza, il verde della collina corso Mombello. Qui un’insegna rossa macchiato dai colori sgargianti di gerani, annuncia il “Centrale”, cinema preferito garofani e buganvillee. Da qui possiamo di Calvino: una sala storica, costruita ridiscendere lungo via Dante Alighieri nel 1923 e aperta l’anno successivo, e la tortuosa via Borea, infilarci nella premiata poi all’Esposizione Universale caratteristica salita San Pietro — un’altra di Roma nel 1926. La facciata in stile déco stradina, a gradoni larghi e bassi — per fu progettata dall’ingegnere Pietro Agosti, ritrovarci, a metà collina, giusto alle la sala interna è affrescata nella cupola spalle di via Meridiana, dove al civico 82 dall’Allegoria di San Remo trionfante del sorgeva l’omonima villa dei Calvino: pittore Galileo Chini. In Autobiografia oggi, per via dei successivi interventi di uno spettatore, prefazione al volume edilizi, ne restano poche tracce. di Federico Fellini Quattro Film del 1974, Calvino ricorda: «La vista del cielo Tutte le mattine il giovane futuro introduceva in mezzo al film una pausa scrittore partiva da qui, camminava lungo di meditazione, col lento passare di una via Alessandro Volta, proseguendo nuvola che poteva pur giungere da altri per via Francia s’inoltrava nei giardini continenti, da altri secoli». ►

UN VICOLO DEL CENTRO STORICO DI SANREMO (LA PIGNA); A SINISTRA IL SANTUARIO DELLA MADONNA DELLA COSTA VISTO DAL MARE

pinete pine woods percorso path orme footprints si sono intrecciati they are interwoven di rado infrequently ha trascorso passed/ spent alture highground terreno plot of land orto vegetable garden viti vines si recheranno will go imboccando taking mulattiera mule track alle spalle di at the shoulders of / to the back of sovrasta dominates tragitto way sgargianti gaudy garofani carnations tortuosa winding infilarci slips into a gradoni with steps sorgeva rose omonima of the same name per via dei because of proseguendo continuing s’inoltrava he would venture brulicante teeming scorcio glimpse ripidi steep botteghe shops disincantato disenchanted nidi nests ragno spider a scacchiera in a checkerboard pattern tinteggiati painted insegna sign premiata rewarded pur even giungere arrive 35


DAL MAR LIGURE AL MAR TIRRENO, GLI ALTRI LUOGHI DI CALVINO: CASTIGLIONE, L’ISOLA D’ELBA, PUNTA ALA

Se invece proseguiamo dritto dopo l’incrocio, ci ritroviamo nella passeggiata dell’Imperatrice, come i sanremesi chiamano l’omonimo corso: si snoda lungo la spiaggia, fiancheggiato da alte palme. Da un lato i lidi, la sabbia e il mare, dall’altro la collina. È il punto della città dove si passano i giorni festivi o il tempo libero. Negli anni giovanili Italo passeggiava qui con Eugenio Scalfari, fondatore del quotidiano la Repubblica, suo compagno di classe al liceo Cassini e amico per una vita intera, alter ego nella formazione politica, etica e culturale dello scrittore.

macchia mediterranea si svolgono alcune delle avventure “filosofiche” del signor Palomar, protagonista dell’omonimo romanzo uscito nel 1983.

Calvino scopre Roccamare nel 1972, grazie all’amico scrittore e critico letterario Pietro Citati, con il quale sta progettando la nascita della rivista Alì Babà. Il progetto editoriale resterà incompiuto, ma intanto lo scrittore si innamora del borgo, come Citati — anche lui di origine ligure — aveva previsto: «Pensai che Roccamare, mio luogo di vacanza fin dagli anni Sessanta, avrebbe potuto essere un buen retiro per Calvino. Mi sembrava infatti che Se il mar Ligure ha accompagnato la Roccamare fosse in qualche modo simile fanciullezza dello scrittore, il Tirreno sarà proprio ai suoi luoghi giovanili liguri. presenza costante dell’ultima parte della C’erano evidenti richiami nella morfologia sua vita. Una lunghissima spiaggia di di questa costa toscana. A Italo piacevano i sabbia sottile, alle cui spalle si apre una luoghi chiusi in se stessi, circondati da una distesa ampia e fitta di pini marittimi, natura protettiva. A Roccamare, con il suo perfetti per riposare al fresco nelle ore promontorio e la sua pineta a fare quasi da della canicola: siamo a Roccamare, località muro di cinta al mare, trovò tutto questo, di Castiglione della Pescaia, provincia di e trovò anche quel richiamo alle origini Grosseto. In questo gioiello della Maremma che avevo sospettato» (la Repubblica, 15 toscana che profuma di salsedine e settembre 2010). 36


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Il promontorio è quello di Punta Ala, un lembo di terra dominato dall’alto dal Castello, detto anche Torre di Troia Nuova, fatto costruire nel Cinquecento da Cosimo I de’ Medici. Da qui il panorama si apre a perdita d’occhio sull’isolotto dello Sparviero, un grande scoglio al largo, e, più in là, sull’isola d’Elba, una delle più suggestive perle del litorale toscano. La bellezza di queste coste, assieme all’efficienza delle strutture balneari, ha fatto guadagnare la fama di “Svizzera della Maremma” alla zona che, oltre a regalare paesaggi mozzafiato, conserva tesori storici: qui sorgeva la città etrusca di Vetulonia, di cui resta un sito archeologico. È una delle necropoli più vaste conosciute, si estende tra uliveti e vegetazione a macchia. Meritano una visita in particolare la tomba del Belvedere, quella della Pietrera (seconda metà del VII secolo a.C.), tomba monumentale a tholos formata da due camere sovrapposte, e la coeva del Diavolino, di 80 metri di diametro. Nella sua casa vicino alla pineta Calvino trascorse sempre più tempo, fino a

stabilirvisi negli ultimi anni. Il suo amore per questa terra fu ricambiato. Allo scrittore, colpito da un ictus improvviso mentre passeggiava lungo la spiaggia, gli abitanti del borgo dedicarono un manifesto nel giorno del funerale: «La terra di Palomar, col suo mare, le sue spiagge, le sue onde, i suoi boschi, i suoi silenzi, così meravigliosamente cantati dal Maestro rende l’ultimo, sincero, affettuoso, sentito omaggio a Italo Calvino». Oggi una semplicissima lapide bianca, circondata solo da rosmarino e lavanda, avvisa della presenza delle sue spoglie nel cimitero di Castiglione della Pescaia. Sul pendio, nella brezza, più che un camposanto è un giardino-terrazza, colorato dai cespugli di rose lungo i vialetti e dal verde-azzurro del mare su cui si affaccia. Da quel 19 settembre 1985, giorno della morte di Calvino, ogni tanto qualche lettore appassionato viene in visita anche qui, in una sorta di pellegrinaggio laico, a rendere omaggio a uno dei maggiori intellettuali italiani del Novecento, i cui luoghi e i cui personaggi ci sembrano tanto familiari da immaginare di incontrarli, passeggiando sulle orme dello scrittore. n

si snoda it unwinds fiancheggiato flanked lidi lidos distesa stretch fitta dense canicola midday heat salsedine salt macchia scrub si svolgono they take place incompiuto incomplete richiami references (lit.) / similarities muro di cinta surrounding wall lembo strip a perdita d’occhio as far as the eye can see scoglio rock al largo offshore più in là further on suggestive evocative litorale coast assieme a along with balneari beach mozzafiato breathtaking sovrapposte one on top of the other coeva concurrent stabilirvisi he settled there ricambiato reciprocate manifesto poster sentito heartfelt lapide plaque spoglie remains camposanto graveyard cespugli bushes

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B2

20-21 ITINERARI

LA STRADA DELLA SEDUZIONE

Scatti dall’Ottocento a oggi esposti nel complesso restaurato di Santa Maria Nova, dedicati alla regina viarum, l’Appia

scatti shots a tratti at times incisori engravers vedutisti landscape artists tratto section pedonale pedestrian gioielli jewels casale country farmhouse tenute estates dimore residences raggiungibile accessible agro farmland si deve you must (give credit) a cielo aperto open air speculazioni edilizie property speculation salvaguardia protection tracciato road espropriò expropriated latifondisti landowners striscia strip si ricongiunge joins incaricato appointed basoli flagstones costeggiano flank sistemazione renovation muretti a secco dry stone walls cancelli gates guardiania guard houses fai da te do-it-yourself corteggio courting nonché as well as reso made Demanio state ownership Soprintendenza Roman Authority for Archaeological Goods avvenne took place sopraelevazione raising

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D

i una bellezza seducente, a tratti ferita e saccheggiata, l’Appia fu definita già nel I secolo d.C. dal poeta romano Stazio la regina viarum, la regina delle strade. Nel Rinascimento ha ispirato pittori, incisori e vedutisti. È stata immortalata da numerosi fotografi, fin dall’esordio di quest’arte, e molti registi l’hanno scelta come set naturale per indimenticabili pellicole. Stiamo naturalmente parlando dell’Appia Antica, un tratto di strada romana, oggi parco archeologico, in parte pedonale. La via Appia Nuova, costruita alla fine del Settecento, corre invece ad essa parallela.

Nell’estate di quest’anno è stato restaurato l’ultimo dei gioielli dell’antica via Appia, il casale di Santa Maria Nova, nelle cui sale è ospitata una mostra in cui l’Appia celebra se stessa, con il titolo “Appia — Self portrait”. Un’esposizione che, oltre a illustrare la storia del sito — una delle tenute più vaste della zona, situata al V miglio della via Appia Antica — vuole essere un omaggio alla regina viarum di Stazio. Il paesaggio che il poeta ammirava era caratterizzato da sontuose dimore dell’aristocrazia romana, come ad esempio la villa dei fratelli Quintili, condannati a morte dall’imperatore Commodo che confiscò i loro beni. Il casale di Santa Maria Nova è accessibile dall’Appia Antica; la villa dei Quintili, invece,


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Foto: Loomis Dean, The LIFE Picture Collection, Getty Images; Archivio Alinari, Firenze; Archivio Di Antonis, Roma

dall’Appia Nuova (è raggiungibile anche con un autobus della linea 118 dell’Atac che parte da piazza Venezia). Il carattere residenziale e agricolo delle ville di età imperiale di quella parte dell’agro romano rimase intatto anche quando la gestione di molte proprietà venne trasferita, tra il V e il VI secolo d.C., alla Chiesa. In pochi sanno che si deve proprio alla Chiesa se, ancora oggi, l’antica via Appia è rimasta per buoni tratti un museo a cielo aperto, con ampie zone sottratte alle speculazioni edilizie. Nel 1850 l’allora Stato Pontificio adottò una politica di salvaguardia del tracciato romano decidendo di renderlo nuovamente pubblico e per questo espropriò ai latifondisti, all’epoca proprietari, la striscia di terreno su cui correva l’antica via, larga mediamente 23 metri, dal chilometro 4 al chilometro 15,400, in località Frattocchie, dove oggi il vecchio tracciato si ricongiunge alla via Appia Nuova. E fu l’architetto piemontese Luigi Canina, incaricato dallo Stato Pontificio, a riportare alla luce i tratti dell’antica pavimentazione in basoli, oltre a un’interminabile serie di sepolcri e vari altri monumenti che costeggiano la strada. I lavori di sistemazione durarono due anni e inclusero la costruzione di muretti a secco a delimitare la proprietà ecclesiale. Nel 1852, vennero posti, all’inizio e alla fine del tratto, cancelli e guardiania. Già all’epoca bisognava contenere e controllare gli intraprendenti “archeologi fai da te”, che scavavano e rivendevano antichità, oppure i tanti alla ricerca di materiali edili da riutilizzare. Nella tenuta di Santa Maria Nova venne alla luce un mosaico con il corteggio marino delle nozze di Nettuno e Anfitrite, nonché, nel 1866, il mosaico di uno scheletro disteso con il motto di Socrate “conosci te stesso”, oggi conservato presso le Terme di Diocleziano. I restauri del casale recentemente completati hanno permesso lo studio delle varie

TUTTE LE STRADE PORTANO A ROMA Solo in Italia i romani costruirono più di 800mila chilometri di strade. Da qui il detto, tradotto in varie lingue e che, metaforicamente, indica che qualunque mezzo si utilizzi per risolvere un problema il risultato sarà lo stesso. Ma tra tutte le strade romane, l’Appia fu considerata ben presto modello insuperato, definita già dagli autori latini come insignis (insigne), nobilis (nobile), celeberrima (famosa). La costruzione della via inizia nel 312 a.C. a opera del censore Appio Claudio Cieco che ne tracciò 132 miglia, da Roma a Capua, allora la più importante città campana. Per ridurre al minimo il tempo necessario a percorrerla e arrivare dritti alla meta, la strada doveva essere quanto più rettilinea possibile. Per questo furono bonificati tratti di paludi, costruiti ponti,

terrazzamenti, viadotti e gallerie. A Montano e a Terracina gli ingegneri romani arrivarono a tagliare le montagne. In seguito la strada fu prolungata fino a Benevento, poi a Venosa e, infine, nel 191 a.C., a Brindisi. Il primo tratto suburbano, già a partire dal 296 a.C., fu lastricato, provvisto di marciapiedi per i molti pedoni e furono eretti ai due lati importanti monumenti. Ogni miglio della via (corrispondente a 1.478 metri) era marcato con un cippo, detto appunto miliare. Ammirando l’arte muraria dell’Appia all’altezza della tomba di Cecilia Metella, nel 1786 Johan Wolfgang Goethe scrisse dei romani: «Quegli uomini lavoravano per l’eternità e avevano calcolato tutto, tranne la ferocia devastatrice di coloro che sono venuti dopo e davanti ai quali nulla poteva resistere».

detto saying | insuperato unequalled | insigne celebrated | a opera del at the hands of / by the | percorrerla travel along it | meta destination | furono bonificati were reclaimed | paludi marshland | terrazzamenti terracing | in seguito later | fu lastricato was paved | marciapiedi pavements | pedoni pedestrians | cippo milestone strutture architettoniche che lo compongono e del loro uso nel corso dei secoli. Un complesso lavoro di squadra, tra archeologi, ingegneri e anche esperti botanici, reso possibile dopo che l’intero complesso, fino al 1873 appartenuto ai monaci olivetani e poi a privati, è stato acquistato dallo Stato nel 2006 e due anni dopo consegnato dal Demanio alla Soprintendenza (per i beni archeologici, ndr). Il nucleo originario del casale è una grande cisterna romana della prima metà del II secolo d.C. In età tardoromana avvenne la sopraelevazione della torre con funzione ► 39


TOMBE E TUMULI DEI TRE CURIAZI (FRATELLI ALINARI, 1920-30); UNA MODELLA INDOSSA UN ABITO DELLE SORELLE FONTANA (1949); NELLA PAGINA PRECEDENTE: SOPHIA LOREN SULL'APPIA ANTICA DURANTE UNA PAUSA DELLE RIPRESE DEL FILM TIMBUCTÙ (1957)

avvistamento sighting sfruttamento use pastorizio pastoral nei suoi pressi round about stoccaggio storage orti vegetable gardens fruibile available contadina peasant montaggio collection girate shot curatrice curator cineasti cinematographers ambientazione setting sotterfugi subterfuge dissacranti desecrating 40

difensiva e di avvistamento, realizzata probabilmente nel corso delle guerre grecogotiche (VI secolo d.C.). Nei secoli a seguire la struttura romana fu riadattata e utilizzata per le esigenze connesse allo sfruttamento agricolo e pastorizio del territorio e, nei suoi pressi, vennero progressivamente costruiti ambienti per uso abitativo e per lo stoccaggio, oltre a una serie di corti riservate agli orti e al bestiame. La cinta muraria e la seconda torre sono invece medioevali. La mostra “Appia — Self portrait” è il primo evento ospitato nel casale tornato fruibile dal pubblico. Alterna scatti provenienti da vari archivi storici che immortalano scene di vita contadina e i monumenti della regina viarum tra la fine dell’Ottocento e i primi del Novecento, con opere di fotografi contemporanei il cui sguardo si è posato sull’Appia spesso con un approccio autobiografico ed emozionale. Tra i fotografi del Novecento in mostra ci sono Elliott Erwitt, Milton Gendel, Pasquale De Antonis, Federico Patellani, mentre tra i contemporanei ricordiamo Ferdinando

Scianna ed Elina Brotherus. Per l’occasione è stato prodotto anche un montaggio di scene cinematografiche girate sull’Appia, che mostrano bene la complessa identità di un «luogo dell’antico e del moderno, periferia ai margini della città, campagna che si fa paesaggio urbano», come scrive Rita Paris, curatrice della mostra oltre che direttrice del Parco archeologico dell’Appia Antica. I primi cineasti usavano l’Appia come ambientazione di opere di tipo storico (come Quo vadis? di Enrico Guazzoni che è del 1913); il neorealismo del Dopoguerra l’ha mostrata come luogo di quotidianità delle persone umili o emarginate; la commedia all’italiana ha privilegiato il carattere periferico della via, luogo ideale per sotterfugi, confidenze e ambizioni; i registi contemporanei, fra tutti Paolo Sorrentino, con letture a volte dissacranti continuano a subire il fascino di una magnificenza perduta. “Appia — Self-portrait” è aperta fino al 30 settembre, e sul nuovo sito del Parco si possono trovare tutte le informazioni sulle attività in programmazione. n


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SPORT

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PARATE E SCIVOLONI, IL CAMPIONE DAI DUE VOLTI Gianluigi Buffon, ex portiere della Juventus e della Nazionale, a 40 anni abbandona l’Italia, ma non il calcio. Trionfi e rimpianti, belle imprese e brutte figure

BUFFON MENTRE SALUTA I SUOI TIFOSI NELL'ULTIMA PARTITA CON LA JUVENTUS ALL'ALLIANZ STADIUM (TORINO, 18 MAGGIO 2018) E, A SINISTRA: IN AZIONE ALLO STADIO DI SAN SIRO (MILANO, 2013)

P

er ventitré anni e in più di mille gare, chi segue il calcio si è appassionato a speciali partite nelle partite: quelle di Gianluigi — “Gigi” — Buffon. Occhi color ghiaccio ora sbarrati e concentrati, ora sorridenti e rilassati, ora semichiusi fino a trasformarsi in un occhiolino. Le mani pronte per una parata, chiuse in due pugni in segno di vittoria con le braccia al cielo o con i pollici alzati dopo aver evitato una rete. E ancora i capelli: prima corti e “alla spina” (secondo la moda degli anni Novanta), poi lunghi (secondo lo stile dei primi anni Duemila), dopo ancora sistemati in improbabili forcine e, a 40 anni, finalmente dal taglio regolare. Gigi Buffon, l’unico portiere della Nazionale italiana ammirato dalla generazione dei giovanissimi, tra i pali ha portato la creatività, il carisma e il linguaggio del corpo tipici dei fantasisti, degli attaccanti… insomma di coloro che conquistano i tifosi con colpi da fuoriclasse e vezzi da divi. Buffon lascia la serie A da numero 1, subito dopo aver vinto con la Juventus il nono scudetto in carriera (un primato

nazionale assoluto). Tra i suoi trofei anche un campionato di serie B conquistato quando, campione del mondo, ha seguito la “Vecchia Signora” (la Juventus) nella serie cadetta dopo gli scandali di Calciopoli (che avevano determinato la retrocessione dei bianconeri dalla massima divisione). Considerato tra i più bravi portieri di tutti i tempi, è stato spesso definito il migliore nella storia del calcio. Sicuramente il più forte del XXI secolo secondo l’Iffhs, International Federation of Football History and Statistics. Con la Nazionale ha vinto un Mondiale (nel 2006, quando per un soffio non ha conquistato anche il Pallone d’Oro) ed è arrivato in finale agli Europei del 2012. È il calciatore ad aver vestito più volte la maglia azzurra, 176, e in 80 occasioni ha indossato la fascia da capitano. Dei suoi tanti primati individuali e di squadra, quello più significativo lo ha ottenuto con la Juventus alla veneranda età di 38 anni: record di imbattibilità in serie A dopo non aver subìto gol per dieci partite e aver mantenuto la porta inviolata per 974 minuti. Un’eternità. ►

parate saves scivoloni blunders dai due volti with two faces portiere goalkeeper rimpianti regrets gare competitions partite matches sbarrati wide open occhiolino blink pugni fists pollici thumbs rete net / goal sistemati set forcine hair clips fantasisti playmakers attaccanti strikers insomma in short fuoriclasse star players vezzi whims divi divas scudetto championship primato record cadetta second division bianconeri black and whites divisione division per un soffio by a puff (lit.) / by the skin of his teeth maglia azzurra azure jersey (colore della nazionale italiana) fascia armband aver subìto having experienced 41


acquistò bought cifra sum era terminato was over voltare pagina to move on puntare to focus incastro combination schietto blunt metterci la faccia putting his face (lit.) / standing up for something rilasciata given boia executioner molla gives in casacca jersey ripiegò fell back galera jail diploma di maturità school diploma patteggiò negotiated pena penalty slealtà disloyalty nei confronti degli towards fu inghiottito was swallowed magari maybe ti accorgi you realise riesci (you) manage vieni sommerso are overcome attimo moment guai troubles fu coinvolto (he) was involved scommesse bets ancora una volta once again striscione banner fieri proud 42

In carriera ha vestito soltanto due maglie: quella del Parma, dove ha esordito in serie A, e quella della Juventus, che nel 2001 lo acquistò per 105 miliardi di vecchie lire (oltre 54 milioni di euro). Una cifra folle per quei tempi ma quasi ridicola nel calcio di oggi, dove il valore di un calciatore può superare i 200 milioni di euro (vedi Neymar). Lo scorso luglio, quando il contratto con la società torinese era ormai terminato, ha deciso di accettare la proposta di Nasser Ghanim Al-Khelaïfi, presidente qatariota del Paris Saint-Germain, e di trasferirsi in Francia. Ha firmato un contratto annuale con opzione per il secondo: «Sono qui per portare la mia esperienza, — ha spiegato — lascio per la prima volta il mio Paese per un progetto ambizioso». La Juventus voleva voltare pagina e puntare su un portiere più giovane, la società parigina aveva bisogno di esperienza tra i pali. L’incastro ha accontentato tutti.

di tremila euro). Anni dopo, Buffon definì quella disavventura come «un gesto di slealtà nei confronti degli altri mentre io di solito sono molto leale. Anche nei confronti dei miei genitori, che sono pure professori: il figlio che compra il diploma non è proprio il top».

Con il tempo Buffon ha imparato ad analizzare con lucidità anche il periodo più difficile della propria vita. Quando, a 25 anni, Già quando giocava in Emilia-Romagna per sei mesi fu inghiottito da un «buco Buffon si impose come un personaggio nero dell’anima», una depressione curata schietto, risoluto, coraggioso nel attraverso un percorso psicoterapeutico. metterci la faccia oltre alle mani. A causa di «Non ero soddisfatto della mia vita e del episodi che con il calcio hanno poco a che fare, calcio, cioè del mio lavoro. Mi tremavano però, il suo è anche un profilo controverso. le gambe all’improvviso», ha ammesso in una recente intervista. «Magari perché A 21 anni, in un’intervista rilasciata ti accorgi che non riesci a trovare la donna immediatamente dopo una partita, si giusta, o non riesci a vincere la Coppa dei presentò davanti alle telecamere con il Campioni», ha spiegato. «Oppure non riesci motto fascista “Boia chi molla” scritto con ad apprezzare quello che hai. Allora ti fermi e il pennarello sulla maglia. Un anno dopo vieni sommerso da dubbi e da pensieri: ed scelse l’88 come numero sulla casacca, e fu è un attimo cadere nella depressione. È stato subito ricordato dalle comunità ebraiche che davvero un periodo brutto». quel numero è usato in ambienti neonazisti come acronimo di Heil Hitler (l’ottava lettera E poi ci sono i guai del maggio 2006, quando dell’alfabeto è la H). Dopo le proteste, il fu coinvolto in un giro di scommesse portiere ripiegò sul 77. clandestine che mise a rischio la sua partecipazione ai Mondiali in Germania. In quegli anni turbolenti “super Gigi”, come L’Italia vinse la manifestazione e il trionfo lo chiamano affettuosamente i suoi tifosi, fu festeggiato al Circo Massimo di Roma. In rischiò anche di finire in galera per aver quell’occasione, ancora una volta, Buffon falsificato il diploma di maturità ed non riuscì a evitare un’altra “figuraccia” essersi iscritto irregolarmente alla facoltà quando esibì uno striscione lanciatogli dalla di Giurisprudenza dell’università di Parma. folla su cui era scritto “Fieri di essere italiani”, Patteggiò la pena a sei milioni di lire (più con annessa una croce celtica.


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IL PORTIERE PROTESTA DURANTE LA PARTITA REAL MADRID - JUVENTUS (APRILE 2018) E IN BASSO SALUTA I TIFOSI ALL'ALLIANZ STADIUM; A SINISTRA IL DISAPPUNTO AL TERMINE DELLA PARTITA IN CUI L'ITALIA NON È RIUSCITA A QUALIFICARSI PER I MONDIALI DI RUSSIA, NOVEMBRE 2017

LA PARATA La parata in senso sportivo (come nella scherma e nel pugilato) è il movimento compiuto per difendersi dal colpo dell’avversario. Nel gergo calcistico indica il respingimento o il blocco della palla con le mani o con il corpo compiuti dal portiere per impedire a questa di entrare in porta (cioè di fare goal). Il termine parata può significare anche una rassegna o una sfilata solenne in occasione di qualche celebrazione laica o religiosa. scherma fencing pugilato boxing compiuto carried out colpo strike respingimento pushing away rassegna review sfilata parade

Foto: Fabio Diena; Cristiano Barni; Marco Iacobucci EPP / Shutterstock.com

Fuori dal campo di gioco Buffon è anche un imprenditore. Tra il 2010 e il 2011 è diventato azionista di maggioranza di Zucchi (un’azienda tessile italiana) e della squadra di calcio della Carrarese (Buffon è nato a Carrara, città famosa per i marmi). Entrambe le esperienze si sono concluse negativamente nel 2016 con il passaggio di Zucchi in mano francese e il fallimento della società sportiva. Buffon ha saputo superare scandali e gossip, legati alla fine del matrimonio con la showgirl Alena Seredova e all’unione con la giornalista sportiva Ilaria D’Amico, fino a diventare l’uomo immagine di numerose aziende che lo hanno scelto come testimonial. Poker online, patatine fritte, shampoo, materassi e una compagnia assicuratrice, per citare le più importanti. La scorsa estate Gigi non ha appeso gli scarpini al chiodo per concedersi l’ultima occasione di vincere la Champions League dopo aver giocato, e perso, tre finali. Un trofeo che è diventato un’ossessione, fino

a trasformarsi in una dannazione. Che il Paris Saint-Germain sia la squadra giusta per rompere la maledizione? Lo scopriremo a maggio. Lo scorso aprile, nella gara di ritorno dei quarti di finale di Real Madrid-Juventus, un rigore concesso agli spagnoli dall’arbitro inglese Michael Oliver a 30 secondi dal fischio finale ha infranto definitivamente il suo sogno. Buffon, espulso per proteste, subito dopo la partita ha rilasciato dichiarazioni durissime nelle quali ha criticato il fischietto di «insensibilità» e di «avere un bidone dell’immondizia al posto del cuore». In seguito a quell’episodio è stato punito con tre giornate dall’Uefa (l’organo di governo del calcio in Europa) da scontare nell’edizione 2018/2019 della Champions League.

imprenditore businessman azionista di maggioranza majority shareholder fallimento bankruptcy compagnia assicuratrice insurance company scarpini football boots chiodo nail che that sia might be gara di ritorno return match rigore penalty fischio whistle bidone dell’immondizia rubbish bin scontare to serve hanno assunto they took on ennesimo umpteenth

Mentre lanciava quelle accuse, gli occhi di Buffon hanno assunto una forma mai vista negli anni passati sui rettangoli verdi di tutto il mondo. Erano gli occhi di chi, a 40 anni, perdeva l’ennesimo treno. Ma non ancora l’ultimo. n 43


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EVENTI

A MANTOVA LA PACIFICA INVASIONE DELLE LETTERE

Al Festivaletteratura gli appassionati di libri incontrano gli autori. E tutta la città fa festa

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nche quest’anno scrittori e lettori scendono per strada. Succede a Mantova, dove dal 1997 si tiene un festival della letteratura che trasforma le strade della città in un grande palcoscenico di cultura. Mantova è la città dove è nato il poeta Publio Virgilio Marone, autore dell’Eneide e fra i più celebri autori latini; e il successo più che ventennale del festival fa onore all’illustre concittadino. Per cinque giorni, ogni anno, ai primi di settembre i lettori incontrano gli scrittori

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e partecipano a centinaia di iniziative. È stato un comitato di otto cittadini a creare questo appuntamento che, dal suo inizio, non ha mai smesso di crescere e ha dato l’esempio a molti altri festival dedicati alla cultura, sia umanistica che scientifica, in tutto il Paese. Mantova è una città di appena 50mila abitanti, ma concentra in sé una grande storia. Ci si può perdere per le incantevoli strade delimitate da palazzi di mattoni rossi, si può andare al teatro Bibiena dove si esibì Mozart quindicenne, si possono osservare le distese di fiori di loto fra cui


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Foto: Festivalletteratura

volano aironi, folaghe e una moltitudine di diverse creature alate, si possono ammirare gli affreschi di palazzo Te e di palazzo Ducale, si può andare in bicicletta attorno alle mura. La città si trova nel nord d’Italia, in Lombardia, ed è placidamente adagiata fra tre laghi costruiti a scopo difensivo: furono creati allargando il fiume Mincio e nel tempo hanno formato un importante ecosistema acquatico. Mantova è una città piena di grazia perché i signori che l’hanno governata hanno voluto per loro stessi palazzi belli e pieni di gioia di vivere. Il centro del governo era palazzo Ducale: la reggia di un piccolo Stato, il ducato di Mantova appunto, che ha toccato il suo apice fra il Quattrocento e il Seicento; e in quel palazzo, nella camera degli sposi, c’è forse uno degli affreschi più conosciuti al mondo: un tondo di cielo dove si affacciano putti e animali, dame e servitori. È chiamato oculum come il grande foro del Pantheon di Roma, una parola latina che richiama il suo essere occhio, aperto sulla volta celeste. È opera di Andrea Mantegna, come tutti gli affreschi della stanza che il pittore ha realizzato tra il 1465 e il 1474 per esaltare le glorie della famiglia Gonzaga. Per lunghi secoli, nel periodo in cui l’Italia era divisa in tanti Stati, i signori

di Mantova sono riusciti a mantenere il difficile equilibrio con i loro potenti vicini — Milano, Ferrara, Venezia, e lo Stato Pontificio — grazie a matrimoni strategici con le principali case regnanti d’Europa, alla partecipazione alle crociate, e al denaro. Fu proprio con una scaltra elargizione, ad esempio, che Federico II Gonzaga ottenne nel 1530 il titolo di duca dall’imperatore Carlo V. La fine di questo periodo di gloria è legata alla calata dei lanzichenecchi, i famosi — e famigerati — soldati mercenari che nel 1630 saccheggiarono Mantova. La dominazione austriaca, iniziata nel 1708 e durata più di un secolo, contribuì alla rinascita della città, allo stesso tempo fece di Mantova uno dei bastioni del cosiddetto quadrilatero difensivo: quattro città che presidiavano il territorio e costituivano una grande zona fortificata. La città entrò a far parte del Regno d’Italia attraverso un complesso processo politico e militare e il suo sviluppo — industriale, agricolo e culturale — è andato di pari passo con quello della regione Lombardia: uno dei distretti più produttivi d’Italia. Il Festivaletteratura di Mantova ha assunto via via sempre maggior importanza nel panorama culturale ►

ALL'APERTO, NEI TEATRI, NEI PALAZZI STORICI E NELLE CHIESE: ALCUNI MOMENTI DEL FESTIVALETTERATURA DI MANTOVA

si tiene is held palcoscenico stage ventennale twenty years concittadino compatriot primi beginning mattoni brick si esibì performed distese expanses folaghe coots alate winged si trova is situated adagiata placed scopo reason(s) signori lords reggia palace appunto in fact apice peak tondo circle foro hole celeste celestial sono riusciti managed case regnanti ruling families crociate crusades denaro money elargizione donation calata descent famigerati notorius presidiavano protected di pari passo at the same pace via via bit by bit 45


si è decuplicato has increased tenfold sin (sino) since si è fatto in modo che it has been ensured that fiera fair banchi stalls a pagamento paid for affluenza attendance scommessa gamble

contemporaneo, andando ad aggiungersi alle già numerose attrattive della città. Il modello da cui nasce è quello del festival letterario di Hay-on-Wye, in Galles, creato con lo scopo di favorire il contatto fra autori e lettori. E si può dire che sia riuscito nel suo intento: in vent’anni il pubblico, dagli iniziali 15mila partecipanti, si è decuplicato. Sin dall’inizio, si è fatto in modo che il festival non si confondesse con una fiera del libro: sono del tutto assenti i banchi degli editori mentre si punta a valorizzare il rapporto tra autore e lettori coinvolgendo anche biblioteche e gruppi di lettura. Molti degli incontri sono a pagamento e questa è stata una novità nel panorama culturale italiano. E l’affluenza testimonia che quella che appariva all’inizio come una difficile scommessa è stata ampiamente vinta. n

IL FESTIVAL 2018 DA VICINO Quest’anno Festivaletteratura si tiene dal 5 al 9 settembre e, come sempre occupa con i libri e la cultura ogni luogo della città: biblioteche, caffè, librerie, i palazzi più belli e celebri, le piazze, musei come quello dedicato al pilota automobilistico Tazio Nuvolari, le case (quella del Mantegna e quella di Rigoletto, il protagonista dell’omonima opera verdiana, tanto per citarne due), gli oratori delle chiese, i parchi, gli istituti geriatrici, le scuole; anche i dintorni della città ospiteranno incontri e manifestazioni. Tutti i più grandi scrittori, prima o poi, passano da qui. Quest’anno è la volta di Elif Batuman con il suo romanzo L’idiota (titolo originale The Idiot) in uscita con Einaudi alla fine di agosto; di Chris Offutt, autore del romanzo Nelle terre di nessuno (titolo originale Kentucky Straight); di Nicole Krauss, Yan Lianke, Simon Winchester, Jöel 46

Dicker. E tantissimi altri. Qualche nome fra gli italiani: il regista Dario Argento, Stefano Massini che viaggia con grande successo fra teatro e narrazione, Michela Murgia, Gianrico Carofiglio. Attraverso i libri si riflette anche su importanti questioni storiche e sociali: il ’68 con le sue conquiste e i suoi fallimenti, le frontiere e le migrazioni, l’ambiente. Alcuni autori offrono un interessante spunto di riflessione sulla lingua della scrittura: la poetessa Agi Mishol che ha lasciato il nativo ungherese per l’israeliano, e gli scrittori Jhumpa Lahiri e Elvis Malaj che hanno adottato l’italiano. Una sezione del festival è dedicata alle “Città in libri”: Praga, quest’anno. Ispirati agli insegnamenti del celebre slavista e traduttore Angelo Maria Ripellino, sono previsti diversi

incontri sulla letteratura ceca e una selezione di volumi su Praga è messa a disposizione in una tendabiblioteca. Cuore di questa sezione è il percorso notturno sulla letteratura gotica praghese nel Cimitero monumentale di Mantova. La casa del Mantegna è invece il centro delle attività dedicate a bambini e ragazzi. Il programma, in continuo aggiornamento, è sul sito www.festivaletteratura.it dove è disponibile anche in versione inglese. omonima its namesake | dintorni surroundings | in uscita coming out | spunto ideas | sono previsti are planned | ceca Czech | percorso trail | aggiornamento updating | disponibile available


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L’ANGOLO DELLA GRAMMATICA

ESPRESSIONI PER INDICARE IL TEMPO DI UN’AZIONE In Tutto italiano n. 13 si sono trattati i tre avverbi di tempo ALLORA, ANCORA, ORMAI. Torniamo in questo numero a soffermarci su alcune delle numerose parole o espressioni (avverbi e locuzioni avverbiali) che indicano quando un’azione si svolge. Ecco qui di seguito alcune di queste espressioni: ORA, ADESSO

Indicano che l’azione si svolge nel momento PRESENTE o in un passato molto prossimo 1. O RA/ADESSO NON POSSO RISPONDERE ALLA MAIL, LO FARÒ PIÙ TARDI 2. H O FINITO ORA/ADESSO

ATTUALMENTE, DI QUESTI TEMPI, IN QUESTO PERIODO

Indicano che l’azione si svolge un periodo che include il PRESENTE 1. ATTUALMENTE NON POSSO FARE NIENTE PER AIUTARTI 2. D I QUESTI TEMPI È FACILE VIAGGIARE DA UNA PARTE ALL’ALTRA DEL MONDO 3. I N QUESTO PERIODO MI SENTO PIENO DI ENERGIA.

PRIMA (IN PRECEDENZA, PRECEDENTEMENTE)

Indicano un fatto PASSATO rispetto a un altro fatto che può essere – NOTA BENE – al presente, passato, futuro 1. P RIMA NON CAPIVA L’ITALIANO, ORA LO PARLA BENE 2. I L MESE PROSSIMO ANDRÀ A LONDRA, MA PRIMA PASSERÀ QUALCHE GIORNO IN SPAGNA 3. O RA SONO A CASA, PRIMA ERO A SCUOLA

DA POCO, ULTIMAMENTE, RECENTEMENTE

Indicano un’azione PASSATA, ma vicina al momento presente 1. U LTIMAMENTE HO COMINCIATO AD ANDARE A CORRERE AL PARCO 2. D A POCO SEGUO UN CORSO DI ITALIANO 3. H O VISTO I MIEI NIPOTI RECENTEMENTE

DOPO, POI

Indicano un’azione FUTURA rispetto a un fatto – NOTA BENE – passato, presente, futuro 1. F INISCO DI SCRIVERE QUESTA MAIL, DOPO ANDRÒ A FARE DUE PASSI 47


2. A BBIAMO VISITATO IL FORO ROMANO E POI SIAMO ANDATI A MANGIARE 3. A NDRÒ DA GIOVANNI E DOPO PASSERÒ DA TE

FRA POCO

Indica un’azione FUTURA, ma molto prossima a un’azione presente (NOTA BENE: non si può usare con il passato) 1. V ERREMO A CASA FRA POCO 2. I BIGLIETTI SARANNO DISPONIBILI PROSSIMAMENTE

SUCCESSIVAMENTE, IN SEGUITO

Indicano un’azione FUTURA rispetto a un fatto – NOTA BENE – passato, presente, futuro 1. H O ASCOLTATO IL SUO PUNTO DI VISTA E HO ESPOSTO LE MIE IDEE SOLO IN SEGUITO 2. V ISITEREMO IL FORO ROMANO E SUCCESSIVAMENTE ANDREMO A MANGIARE

INTANTO, NEL FRATTEMPO

Indicano un’azione CONTEMPORANEA a un fatto – NOTA BENE – passato, presente, futuro 1. I O DEVO FINIRE DI SCRIVERE QUESTA MAIL, NEL FRATTEMPO PUOI PRENOTARE IL RISTORANTE 2. I O PREPARAVO LA CENA, INTANTO I BAMBINI APPARECCHIAVANO LA TAVOLA 3. I MIEI STUDENTI DOMANI AVRANNO UN ESAME DALLE 9:00 ALLE 11:00, NEL FRATTEMPO IO PREPARERÒ IL CALENDARIO DELLE LEZIONI DELLA PROSSIMA SETTIMANA

CONTEMPORANEAMENTE, NELLO STESSO TEMPO

Indicano un’azione CONTEMPORANEA rispetto a un fatto – NOTA BENE – passato, presente, futuro 1. C UCINAVA E NELLO STESSO TEMPO ASCOLTAVA UN’OPERA 2. I DUE ATLETI SONO ARRIVATI AL TRAGUARDO CONTEMPORANEAMENTE

PRESTO

Indica che un’azione PASSATA o FUTURA si è svolta o si svolgerà prima del tempo stabilito 1. H O FINITO DI LAVORARE PRESTO 2. DOMANI DOVREMO ALZARCI PRESTO

TARDI

Indica che un’azione PASSATA o FUTURA si è svolta o si svolgerà dopo il tempo stabilito 1. H O FINITO DI LAVORARE TARDI 2. DOMANI POTREMO ALZARCI TARDI

Attività 1. Inserisci le seguenti espressioni di tempo: ultimamente | tardi | in questo periodo | ora | tardi | fra poco | presto attualmente | contemporaneamente | in precedenza | da poco 1. Mi dispiace, ma ____________________ per visitare la zona archeologica è necessario prenotare. 2. Che cosa fa Giovanni? – ____________________ lavora in una scuola come professore di ginnastica, ____________________ lavorava in una società sportiva come allenatore. 3. È già arrivato Mario? – Sì, ma ____________________, non vede l’ora di vederti. 4. Luigi ____________________ si comporta in modo strano: forse gli è successo qualcosa. 5. Usciremo ____________________: 48


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siete pronti? 6. Cerchiamo di non fare ____________________ questa sera, domani dobbiamo alzarci ____________________. 7. Sono certa che ascoltava la tua storia e ____________________ pensava a una soluzione. 8. Scusami, ____________________ non posso parlare, ti richiamerò più ____________________. Attività 2. Le espressioni di tempo (in grassetto) sono nelle frasi sbagliate: riordinale 1. Prima non posso dirti nulla, ma recentemente ti farò sapere tutti i dettagli. 2. Nel frattempo ci saranno le vacanze. 3. Ho visto molti film interessanti in seguito. 4. Poi è molto bello vivere in città: c’è poca gente e tutto è più calmo. 5. Ho presentato la domanda per una borsa di studio e aspetto la risposta: fra poco continuo a lavorare sul progetto di ricerca. 6. Ora non ha detto niente e in questo periodo all’improvviso ha cominciato a lamentarsi con tutti e di tutto.

ASCOLTA - RIPETI - TRASCRIVI

Ascolta le parole dalla traccia audio 22. Trascrivile e poi completa le frasi

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6. ........................................................

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10. .....................................................

1. Pensi che riusciremo ad arrivare _______________ per l’inizio del film se usciamo adesso? 2. Non vado spesso in piscina, solo _______________ perché mi piace nuotare, ma in effetti preferisco il mare. 3. Correva e _______________ pensava ai fatti del giorno prima: non riusciva a trovare una spiegazione. 4. Che cosa significa _______________ ? – Significa “in un momento, all’improvviso”: il cielo era sereno, ma _______________ ha cominciato a piovere. 5. Non ti preoccupare, finiremo di montare le scene _______________ , per domani mattina _______________ il palcoscenico sarà pronto. 6. Sai se è successo qualcosa a Giovanni? _______________ mi sembra distratto e preoccupato – Non lo so, ma lo vedrò fra poco perché abbiamo una riunione. 7. Va bene, aspettami lì, arriveremo _______________ . 49


SOLUZIONI DEGLI ESERCIZI DI GRAMMATICA E COMPRENSIONE IL FIOR FIORE DELL'ITALIANO

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Attività 1 1. F; 2. F; 3. V; 4. V; 5. F; 6. V Attività 2 1 / b, d; 2 / a; 3 / c; 4 / e; 5 / b, d Attività 3 1. si occupa, alcun, non, né, alcunché; 2. rivolta, svolte, si affianca; 3. scherzoso,

letterati, prendersi in giro; 4. avvento; 5. registrare, frenare, passeggere

L'AVVENTURA DELLA TRANSUMANZA

Attività 1 1. V; 2. V; 3. F; 4. F; 5. F; 6. V Attività 2 1. recinto; 2. brado; 3. pascolo; 4. allevamento; 5. gregge; 6. mandria Attività 3 1 /a; 2 / b; 3 / a; 4 / b; 5 / b

IL LEGGENDARIO TEX, FUORILEGGE...

Attività 1 1. V; 2. V; 3. F; 4. F; 5. F; 6. V Attività 2 1 / c / V; 2 / a / III; 3 / e / IV; 4 / b / I; 5 / d / II Attività 3 1. ambientare; 2. tiratura; 3. copertina; 4. impareggiabile;

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5. battuta; 6. sceneggiatura; 7. succedersi; 8. inedito

L'ANGOLO DELLA GRAMMATICA

Attività 1 1. in questo periodo (attualmente); 2. attualmente (ora), in precedenza;

ASCOLTA, RIPETI, TRASCRIVI

Le 10 parole in sequenza: al massimo; contemporaneamente; ultimamente; tutto a un tratto (tutt’a un tratto); di quando in quando; fra poco; in tempo; di buon’ora; in men che non si dica; il più presto possibile 1. in tempo; 2. di quando in quando; 3. contemporaneamente; 4. tutto a un tratto (tutt’a un tratto), tutto a un tratto; 5. in men che non si dica, al massimo; 6. ultimamente, fra poco; 7. il prima possibile

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3. da poco; 4. ultimamente (in questo periodo); 5. fra poco; 6. tardi, presto; 7. contemporaneamente; 8. ora, tardi Attività 2 1. ora, in seguito; 2. fra poco; 3. recentemente; 4. in questo periodo; 5. nel frattempo; 6. prima, poi




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