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DA FARE

Droga e prevenzione: facciamo abbastanza? Scuola: si ricomincia, tra novità e ricordi Sport: Giovani campionesse crescono In regalo i poster di ACOS e Trevigliese Settembre 2017 t tribuna magazine t 1

ph Appiani

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2 t tribuna magazine t Settembre 2017


opera di Antonio Massari - ph Appiani

Editoriale

S

ettembre, si riparte. E a volte non si tratta di ricominciare la normale routine quotidiana dopo la pausa estiva, ma di un vero e proprio reset di tutto quello che, nel bene e nel male, faceva parte della nostra vita sociale, lavorativa e personale. Per una straordinaria coincidenza di eventi (o forse no) mi sono ritrovata a vivere in pieno questa situazione, sia personalmente che di riflesso, per vicende inaspettate accadute a persone a me vicine. Se ci sia un disegno in tutto questo, io non lo so. So solo che il cambiamento, specie se improvviso, crea scompiglio, destabilizza, cancella tutte le certezze. Ma a volte è salutare. Aiuta a prendere consapevolezza di ciò che per noi è importante davvero, di ciò per cui vale la pena lottare e di quello che invece conviene lasciare andare, perché ci intossica, ci logora e alla lunga ci distrugge. Ci sono cose che non sono nelle nostre corde, non negative o positive di per sé, ma deleterie per quello che siamo noi. E perciò è meglio perderle. Senza rimpianti e senza recriminare. Semplicemente perché è giusto per noi. In questo numero trovate storie di donne, uomini e giovani che si sono trovati davanti a un bivio e hanno dovuto scegliere se vivere o morire, se riappropriarsi della propria vita o lasciarsi andare alle proprie debolezze, o alle prepotenze degli altri. Sono le donne che hanno combattuto contro i loro aguzzini, e alcune di loro sono andate ad allungare l’elenco dei femminicidi; altre partecipano a iniziative come quella di Ghisalba per mantenere alta l’attenzione su un fenomeno purtroppo sempre attuale. O sono i giovani

della comunità antidroga di Pontirolo che combattono contro sé stessi, per riappropriarsi della loro vita dopo che la dipendenza gliel’ha quasi portata via. Trovate la storia di un artista come Massari e della sua determinazione ad andare avanti in piena libertà, senza condizionamenti, in piena coerenza con sé stesso. Trovate anche le belle storie di giovani promesse dello sport, esempio della nostra gioventù migliore. Non mi dilungherò oltre su quello che potrete leggere in questo numero: un numero importante, quello di settembre. Questo ancora di più, almeno per la sottoscritta. La lunga premessa era infatti per salutarvi come direttore di Tribuna Magazine. È stata un’esperienza interessante e formativa, ma come tutti sanno, niente è per sempre. Soprattutto i direttori delle riviste. Vi lascio con una capace collega alla quale consegno una rivista più matura e sicuramente più bella rispetto agli inizi, augurandole di fare ancora meglio. Ringrazio i collaboratori, interni ed esterni, che hanno fatto di questa rivista qualcosa di bello e interessante da sfogliare e da leggere. Il mio augurio è che, in un mondo sempre più veloce e dominato dalla Rete (e va benissimo, perché bisogna saper vivere il proprio tempo, ma è un tempo nel quale spesso la superficialità vince sulla riflessione), possa trovare posto ancora la cara vecchia rivista di carta, l’appuntamento mensile con la calma, il relax, la voglia di sfogliare, leggere, approfondire, farsi venire, qualche volta, il Dubbio: di aver scelto bene, di aver fatto la cosa giusta. Una qualità che molti ormai non hanno più. Daniela Invernizzi

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DA FARE

Vi aspettiamo con la Super

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Sommario 8 ATTUALITÀ

Droga: la pandemia che nessuno vuol vedere Le testimonianze

23 IL RACCONTO

La pelle del lupo

i giovani: il ruolo delle Forze dell’Ordine

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Il sindaco della “Buona politica”

50 Anni di piccole e grandi rivoluzioni Sonzogni Camme: l’evoluzione del prodotto

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Antonio Massari straniero sulla terra Diploma Accademico Honoris Causa

Vecchie e nuove scuole, la campanella suona per tutti EJ $SJTUJOB 4JHOPSFMMJ

14 COSTUME

Pronta la nuova sede della Polizia Locale

Osserviamo il cielo con il Centro Meteo Treviglio

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L’industria serica Ausano Lazzaroni

Al riparo di fossi e mura

A scuola di teatro

Il record delle scarpette rosse per dire no ai femminicidi

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ABIO cerca aiuto

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52 SPORT

Giovani ciclisti

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54 Oltre gli ostacoli con

Valeria Paccagnella

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58 LE RICETTE

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60 LE APP DEL MESE

Fabulous-Motivate Me!

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La grafica a portata di app 62 MATITALIBERA

Settembre, si gioca! EJ %BOJFMB *OWFSOJ[[J

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51 VOLONTARIATO

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39 EVENTI

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50 COM’ERA – COM’È

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38 TEATRO

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48 STORIA

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Gli allievi di Picart in mostra

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46 AMARCORD

36 ARTE

20 SOCIETÀ

Violenza sulle donne: un caso di buona giustizia

Manzella Quartet: il riciclo fa musica

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Habitat

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44 MUSICA

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La Dea della giovinezza

Thor, l’occhio della sicurezza

Fare pace con la Natura

34 LIBRI

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19 INFRASTRUTTURE

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42 BENESSERE

33 AMBIENTE

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Countdown per il nuovo quartiere dell’ex Linificio

La solidarietà pedala grazie ai ragazzi dell’oratorio

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16 URBANISTICA

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30 GIOVANI

Primo giorno di scuola

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28 PERSONAGGI

12 SCUOLA

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26 AZIENDE

Una piaga, eppure… Gli studenti di Treviglio educano i loro pari

a Spirano Tanta musica, divertimento e animazione racchiuse in una roulotte

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24 POLITICA

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10 Rendere consapevoli

40 Il tartufo mette radici

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Testatina-occhiello

DA FARE 6 t tribuna magazine t Settembre 2017


Anno 2 - n. 8 – Settembre 2017

Mensile di approfondimento di Treviglio e Gera d’Adda

ph Appiani

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Droga e prevenzione: facciamo abbastanza? Scuola: si ricomincia, tra novità e ricordi Sport: Giovani campionesse crescono In regalo i poster di ACOS e Trevigliese

magazine Autorizzazione Tribunale di Bergamo n. 6/16 del 19/04/2016 Anno 2° N. 8 - Settembre 2017 Editore Tribuna srl Viale del Partigiano, 14 - Treviglio (BG) www.tribuna.srl - info@tribuna.srl Contatti di redazione tel. 0363.1971553 redazione@tribuna.srl Amministratore Unico Marco Daniele Ferri

REDAZIONE Direttore Responsabile Daniela Invernizzi Coordinamento Daniela Regonesi Redazione Daria Locatelli, Daniela Regonesi, Ivan Scelsa, Cristina Signorelli Fotografie e contributi Enrico Appiani, Stefano Cacciatore, Luca Cesni, Archivio Ronchi Hanno collaborato a questo numero Ingrid Alloni, Pinuccia D’Agostino, Stefano Dati, Marco Falchetti, Gabriele Ghilardi, Bruno Manenti, Silvia Martelli, Elio Massimino, Sara Nisoli, Marino Polgati, Alessandra Portesani, Erika Resmini, Sofia Rondoni, Valentina Simone, Alfredo Venturini Impaginazione e Grafica Pubblicitaria Antonio Solivari

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www.tribunatv.tv - facebook: Tribunatv

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Testatina-occhiello Attualità

Droga: la pandemia che nessuno vuol vedere I dati dell’Istituto Mario Negri sui consumi di droga nella Bassa bergamasca ci restituiscono un quadro allarmante di Daniela Invernizzi

D

presidente dell’AGA – ma non in queste proporzioni». Rispetto all’ultimo monitoraggio, effettuato nel 2014, l’assunzione di THC (cannabis) è cresciuta del 47,4% , addirittura +91,96 % quella di eroina e +111,4% quella di cocaina; e sebbene questi dati oggettivi, che si basano esclusivamente sull’analisi delle acque fognarie (e dunque dei residui chimici delle urine) non possono dirci chi siano i nuovi consumatori, basta incrociare questi dati con quelli, basati su interviste, relativi al consumo di droghe nella popolazione lombarda (15-64 anni) effettuati dal SIAPAD, Sistema Integrato Analisi e Previsione Abuso e Dipendenze, che fa parte dell’Osservatorio Dipendenze ATS (Report del giugno 2016). Secondo questo rapporto, il 7% dei tredicenni, e il 26% dei quindicenni ha dichiarato di aver fatto uso di cannabis. Il 13% dei lombardi ha ammesso di aver fatto uso di droga negli ultimi dodici mesi, il 36% fra la popolazione con età compresa fra i 15 e i 24 anni. Un 8% dei quindicenni ha fatto uso di cannabis per oltre un mese.

ph Cesni

ue cose emergono dalla campagna di monitoraggio promossa dall’AGA (Associazione Genitori Antidroga, con sede a Pontirolo) in relazione al consumo di droghe nella Bassa bergamasca: il trend è paurosamente in crescita, specie fra i giovanissimi; qualcosa non funziona – o non è sufficiente – nell’attività di prevenzione. Questo, in estrema sintesi, il risultato degli interventi al convegno, svoltosi alla fine di giugno, durante il quale sono stati presentati i dati emersi dall’analisi delle acque fognarie dei 16 comuni collegati al depuratore Cogeide di Mozzanica (bassa bergamasca + Cassano), ad opera dei ricercatori dell’istituto farmacologico Mario Negri di Milano. Sono 4.788 le dosi di cannabis consumate quotidianamente nella Bassa, 1.067,4 quelle di cocaina, 193,5 quelle di eroina, su una popolazione di circa 90.000 abitanti. Un dato più elevato di quello di Milano, città con un numero di abitanti ben maggiore. «Avevamo la percezione che il trend fosse in aumento – ha commentato Enrico Coppola,

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Le testimonianze CHE L’USO DI ALCUNE DROGHE TJB WJTUP TQFTTP DPNF VO iOPO QSPCMFNBw DF MP DPOGFSNB BODIF MB UFTUJNPOJBO[B EJ 4BMWBUPSF OPNF GJUUJ[JP JNQSFOEJUPSF GJOJUP JO DPNVOJUĂ‹ QFS MB EJQFOEFO[B EB DPDBJOB ÂŤHo iniziato a trent’anni perchĂŠ sono entrato in un certo mondo‌ banchieri, politici, avvocati. In certi ambienti l’uso della cocaina non è considerato una cosa sbagliata, anzi. Ti conferisce uno “statusâ€?, vuole dire che sei arrivato, che hai raggiunto certi livelli. Cominci perchĂŠ altrimenti ti senti emarginato, proprio come succede ai ragazzini. Poi ti accorgi che ti aiuta a sopperire a certe tue mancanze, timidezza, difficoltĂ a gestire certe situazioni, e che ti consente di sopportare carichi di lavoro importanti, di lavorare anche 20 ore al giorno. FinchĂŠ arriva al giorno che ci sei dentro in pienoÂť.

-B UFTUJNPOJBO[B EJ BMUSJ EVF HJPWBOJTTJNJ PTQJUJ DJ DPOGFSNB JOWFDF MB GBDJMJUĂ‹ BM HJPSOP E PHHJ EJ QSPDVSBSTJ HMJ TUVQFGBDFOUJ jLa trovi dappertutto, a Bergamo ti fermano per strada. Ma non solo lĂŹ. Non c’è bisogno di conoscere nessuno, basta andare in qualche strada secondaria, fai i lampeggianti e aspetti. Dopo un po’ saltano fuorix SBDDPOUB VOP EFJ EVF 2VFMMJ DIF iTBMUBOP GVPSJw TPOP QFS MP QJĂĄ JNNJHSBUJ DIF BTTJDVSBOP JO PHOJ DJUUĂ‹ F QBFTF VOP TQBDDJP DBQJMMBSF jI pesci piĂš grossi però sono italiani – QSFDJTBOP – quelli che muovono tutto il girox 4QJB[[BOUF MB SJWFMB[JPOF TV DPNF BCCJBOP DPNJODJBUP jAll’oratorio, portata dai ragazzi piĂš grandi. Poi a scuola ho cominciato con la cocaina. Oggi quasi tutti i giovani fanno uso di droghe. E bevono. Tanto. Anche le ragazzex

6O BQQFMMP BJ WPTUSJ DPFUBOFJ MĂ‹ GVPSJ jNon provate mai. Non cominciate mai. Io, se tornassi indietro, cambierei solo una cosa nella mia vita: quel giornox D.I.

Questi dati, sommati all’esperienza degli operatori del to è che andrebbero garantiti a tutti – continua Coppola – settore, fanno dire che, con molta probabilitĂ , l’aumento è invece alcune scuole non li attuano perchĂŠ non interessate dovuto a nuovi, giovanissimi assuntori: ÂŤPer la mia espe- o non in grado di sostenerli. Sono programmi che devono rienza posso dire che non ci possono essere grandi numeri essere portati avanti nel tempo, a piĂš riprese, partendo dalle nell’aumento di consumatori over 40Âť dice Enrico Coppola scuole medie fino alle superiori, e devono essere preparati che, nel presentare i dati dell’Istituto Negri, non ha esitato adeguatamente i docenti ma anche i genitori, poichĂŠ studi a definire i risultati della ricerca “la pandemia che nessuno europei ci dimostrano che i programmi di maggior succesvuole vedereâ€?. Che non si faccia abbastanza sul fronte del- so sono quelli che vedono il coinvolgimento della famigliaÂť la prevenzione è evidenziato dai dati che abbiamo testĂŠ riportato, anche se Coppola ci tiene a non fare polemiche: ÂŤInutile, se non controproducente, %B HJPWFEĂ– BQSJMF B HJPWFEĂ– BQSJMF DPNQSFTP parlare di colpe o mancanze. Meglio .FEJB F EFWJB[JPOJ TUBOEBSE EFHMJ WBMPSJ HJPSOBMJFSJ FTQSFTTJ JO EPTJ TUBOEBSE rimboccarsi le maniche e non perdere HJPSOP BCJUBOUJ altro tempoÂť. $POGSPOUP DPO J EBUJ PUUFOVUJ OFHMJ BOOJ QSFDFEFOUJ

Secondo Coppola, che da anni gestisce una comunitĂ di recupero tossiMEDIE Novembre Maggio Maggio Aprile codipendenti a Pontirolo, se i numeri Dosi standard / giorno / 1000 abitanti 2009 2011 2014 2017 sono cresciuti in questo modo cosĂŹ THC 25,30 26,10 36,08 53,20 eclatante è perchĂŠ qualcosa non sta Cocaina 5,61 5,29 5,61 11,86 funzionando: ÂŤI programmi di prevenEroina 1,10 1,44 1,12 2,15 zione ci sono e danno risultati, ma sono Metamfetamina 2,88 0,06 0,23 0,15 troppo poco applicati – dice Coppola – MDMA (Ectasy) 0,00 0,00 0,01 0,04 la popolazione è molto ampia, non è Amfetamina 0,00 0,00 0,00 0,00 semplice arrivare dappertutto, nei luoghi frequentati dai piĂš giovani, in priDOSI CONSUMATE in media ogni Novembre Maggio Maggio Aprile mis le scuole. Non è colpa di nessuno, giorno nella Bassa Bergamasca 2009 2011 2014 2017 è il sistema che non è strutturato abbaTHC 2277 2349 3247,02 4788 stanza sulla prevenzione; bisogna riveCocaina 505 476,1 505 1067,4 dere le leggi, la 309/90 è superata, serve Eroina 99 129,6 100,8 193,5 qualcosa di piĂš adeguato ai tempiÂť. Metamfetamina 259,2 5,4 20,7 13,5 I programmi di prevenzione dunque MDMA (Ectasy) 0 0 0,9 3,6 esistono, ma manca la volontĂ e/o la Amfetamina 0 0 0 0 possibilitĂ di applicarli, insieme a una TREND DI CRESCITA Nov. 09 Mag. 11 - Mag. 14 Nov. 09 scarsa percezione della gravitĂ del pro% Mag. 11 Mag. 14 Apr. 17 Apr. 17 blema. Life Skills, Peer education, per THC +3,1% +38,2% +47,4% +110,2% citarne un paio, ma anche programmi Cocaina +111,4% +111,4% europei come Springboard e Edu.care, Eroina +91,96% +95,4% sono progetti pensati per i giovani, per le loro famiglie e per la scuola: ÂŤIl fat-

Campionamento 2017

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(vedi “Guide to implementing family skills training programmes for drug abuse preventionâ€?, United Nations Office on Drugs and Crime 2009 http:// www.unodc.org/unodc/index.html). OLTRE ALLE EVIDENTI CONSEGUENZE DI CARATTERE SANITARIO Purtroppo in Italia esistono i centri FDPOPNJDP F TPDJBMF JM GFOPNFOP UPTTJDPEJQFOEFO[B SJFOUSB OFMMB TGFSB EFMM JMMFHBMJUĂ‹ di recupero per i tossicodipendenti, PWF QFSUBOUP BHJTDPOP MF 'PS[F EFMM PSEJOF JM MPSP BQQSPDDJP UVUUBWJB OPO Ă’ ma poco o nulla sul fronte prevenzioFTDMVTJWBNFOUF SFQSFTTJWP jla scuola è la fucina della formazione non soltanto sotto ne. Non c’è ancora la piena coscienza il profilo disciplinare o BGGFSNB Davide Onofrio Papasodaro DPNBOEBOUF EFMMB di un problema gravissimo sul quale $PNQBHOJB $BSBCJOJFSJ EJ 5SFWJHMJP o ma anche di quella che sarĂ la crescita e la maturitĂ occorre intervenire prima, come si fa dei giovani, futura classe dirigente del Paese; Ă’ giusto che questa sensibilitĂ , in termini di con certe malattie e i relativi vaccini. educazione civica, possa passare anche attraverso interventi ispettivi, che non vogliono Secondo Coppola, è assurdo che ci sia avere un sapore repressivo ma soltanto di controllo e di collaborazione, anche con gli ancora questa sorta di oblĂŹo istituzioIstituti scolasticix "HMJ JOUFSWFOUJ EFHMJ VPNJOJ JO EJWJTB DPBEJVWBUJ EBMMF VOJUĂ‹ DJOPGJMF TJ nale, quando i numeri sono sotto gli BCCJOBOP JOGBUUJ HMJ JODPOUSJ DPO HMJ TUVEFOUJ TVM UFNB EFMM FEVDB[JPOF BM SJTQFUUP EFMMB occhi di tutti: ÂŤProbabilmente è anche MFHHF BOBMPHBNFOUF F TJOFSHJDBNFOUF B RVBOUP GB BODIF MB 1PMJ[JB EJ 4UBUP jAndiamo una questione culturale. Non è raro nelle scuole o JMMVTUSB JM 7JDFRVFTUPSF BHHJVOUP Angelo Lino Murtas o facciamo delle sentir dire: “se la sono cercataâ€?. Ma lezioni sulla legalitĂ , che riguarda diversi aspetti: l abuso di alcoolici, la sicurezza stradale, questa condanna morale non ha senbullismo e cyberbullismo, l uso di stupefacenti; in particolare, con riferimento a questi so, stiamo parlando di giovanissimi, è ultimi, spieghiamo che creano danni alla salute, possono causare incidenti e finanziano nostro dovere fare qualcosaÂť. Resta il la criminalitĂ organizzata: i ragazzi restano molto colpiti da quest ultimo aspetto, perchĂŠ dato eclatante del consumo maggiopensano che il farsi una canna o una pista di coca, prima di andare allo stadio o alla partita, re rispetto a Milano, per il quale non sia una cosa solo tra venditore e acquirente, ma in realtĂ stanno finanziando dei criminali. esiste una spiegazione certa. Forse è Non comprare stupefacenti significa anche non finanziare la criminalitĂ organizzata. proprio il risultato di una mancata E si può vivere felici senza alcun additivoÂť. prevenzione efficace: ÂŤDifficile dirlo Daniela Regonesi – conclude Coppola – sicuramente la Bassa è stata un po’ trascurata. Quello che ora bisogna fare è non perdere altro tempo. Mi piacerebbe studiare, con tutti i soggetti interessati, zioni sportive) coinvolgendo il maggior numero di educatori e un progetto di prevenzione importante, che riguardi tutti i 16 figure professionali in grado di agire efficacemente sul fronte comuni coinvolti dallo studio dell’istituto Negri, in modo da della prevenzione. Inutile fare polemiche o rimpallarsi colpe valutarne i risultati fra tre anni. Voglio organizzare un coordi- vere o presunte: è ora di darsi da fare e anche la politica deve namento fra istituzioni (ATS, Comuni, scuole, oratori, associa- farlo, non solo in campagna elettoraleÂť.

Rendere consapevoli i giovani: il ruolo delle Forze dell’Ordine

Una piaga, eppure‌ EPPURE SONO IN TANTI B EJSF DIF M VTP iNJTVSBUPw EJ BMDVOF ESPHIF OPO DPTUJUVJTDF VO QSPCMFNB TPDJBMF *M DPOTVNP EJ DBOOBCJT F DPDBJOB WJFOF QFSDFQJUP EB NPMUJ DPNF VO iOPO QSPCMFNBw OPO TPMP EB DIJ OF GB VTP DIF OPO TJ TFOUF iVO ESPHBUPw NB BODIF EBHMJ iBMUSJw TQFDJF TF MB QFSTPOB JO RVFTUJPOF Ă’ JOTFSJUB TPDJBMNFOUF TUVEJB MBWPSB P BEEJSJUUVSB TWPMHF VOB QSPGFTTJPOF EJ VO DFSUP MJWFMMP 5PSOJBNP B QBSMBSOF DPO Enrico Coppola DIF WBOUB BOOJ EJ FTQFSJFO[B EJ MBWPSP DPO J HJPWBOJ PTQJUJ EFMMB DPNVOJUĂ‹ EJ SFDVQFSP PerchĂŠ il consumo di alcune droghe, come la cannabis e la cocaina, viene percepito da molti come un “non problemaâ€?? 1FSDIĂ? OPO Ă’ FSPJOB OPO Ă’ CVDP *M ESPHBUP DPO J CVDIJ TVMMF CSBDDJB FNBSHJOBUP QFS TUSBEB Ă’ VO JNNBHJOF EFHMJ BOOJ QBTTBUJ BODIF TF TUB QFSJDPMPTBNFOUF SJUPSOBOEP 0HHJ QFSĂ› DJ TPOP NPMUJ ESPHBUJ QFSGFUUBNFOUF JOUFHSBUJ OFMMB TPDJFUĂ‹ 0HHJ D Ă’ MB DPDBJOB B CVPO QSF[[P

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.B MB DPDB TPUUP DFSUJ BTQFUUJ Ă’ QJĂĄ TVCEPMB EFMM FSPJOB QPJDIĂ? DSFB TDPNQFOTJ QTJDIJDJ JNQPSUBOUJ *OGBUUJ J DPDBJOPNBOJ WFOHPOP QFSMPQJĂĄ SJDPWFSBUJ JO QTJDIJBUSJB -B DPDBJOB UJ MBTDJB QFS BMDVOJ BOOJ MB TFOTB[JPOF EJ QPUFSMB DPOUSPMMBSF F JO VO DFSUP TFOTP Ă’ DPTĂ– NB BSSJWB VO NPNFOUP JO DVJ JNQSPWWJTBNFOUF OPO MP Ă’ QJĂĄ F MB EJQFOEFO[B EJWFOUB UPUBMF $ Ă’ QPJ JM QSPCMFNB EFM QPMJDPOTVNP PWWFSP QBTTBSF EB VOB ESPHB BMM BMUSB PQQVSF EBMMB ESPHB BMM BMDPPM DIF EĂ‹ MB TFOTB[JPOF EJ OPO FTTFSF EJQFOEFOUF EB OJFOUF 4QFDJF GSB J HJPWBOJTTJNJ TJ TUB EJGGPOEFOEP RVFTUB QFSJDPMPTB UFOEFO[B Eppure sono in tanti a dire: che vuoi che sia, una canna ogni tanto. Âľ VO NJUP TBSĂ‹ WFSP QFS VOB QJDDPMJTTJNB QFSDFOUVBMF EJ QFSTPOF 4QFDJF QFS J QJĂĄ HJPWBOJ VOB DBOOB PHOJ UBOUP TVDDFEF TPMP BMM JOJ[JP 1PJ Ă’ VOB UVUUF MF TFSF QPJ EJWFOUB JM UVP VOJDP QFOTJFSP *M QSPCMFNB Ă’ EBUP BODIF EBMMB NBHHJPS DPODFOUSB[JPOF EJ 5)$ SJTQFUUP BM QBTTBUP

-F DBOOF EFHMJ BOOJ 4FTTBOUB TPOP PSNBJ VO SJDPSEP TPTUJUVJUF EB TQJOFMMJ NPMUP QJĂĄ QPUFOUJ QFSDIĂ? EFSJWBUJ EB DPMUJWB[JPOJ DBTBMJOHIF HSB[JF BM DPNNFSDJP SFMBUJWBNFOUF TFNQMJDF EFJ TFNJ P QFSDIĂ? iUBHMJBUJw o QFS DIJ MJ DPNQSB JO TUSBEB o DPO BMUSF TPTUBO[F USB DVJ MB DPDBJOB JO HSBEP EJ DSFBSF QJĂĄ WFMPDFNFOUF EJQFOEFO[B D.I.


Attualità

Gli studenti di Treviglio educano i loro pari Partirà a settembre, in alcuni istituti superiori di Treviglio, un nuovo progetto di “Peer Education” finalizzato alla prevenzione e al contrasto dell’abuso di alcol di Silvia Martelli

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lcuni dati allarmanti pubblicati dall’ISTAT al termine del 2016 riportano che, in Italia, 778 mila teenager (un ragazzo ogni 5 e una ragazza ogni 6) sono a rischio di abuso di alcol. Inoltre, il 17% di tutte le intossicazioni alcoliche registrate negli ospedali italiani sono attribuite a minori di 14 anni. Una vera piaga sociale a cui bisogna dedicare spazio ed attenzione per ridurre i danni. Treviglio ha deciso di attivarsi per contenere quanto più possibile l’abuso di alcol da parte dei minori: a settembre, con la riapertura delle scuole, avrà avvio il progetto “Peer Education Alcohol Project”, finalizzato a prevenire e contrastare il fenomeno di diffusione eccessiva dell’alcol tra i giovani. Quest’anno verrà introdotto nel liceo delle Scienze Umane dell’Istituto Oberdan, nel liceo Artistico dell’Istituto Weil e presso le sezioni dell’indirizzo Grafica e Comunicazione dell’Istituto Zenale e Butinone di Treviglio. L’organizzazione del progetto, che è stato inizialmente pensato dall’Amministrazione Comunale di Treviglio, è curata da Pre.Gio (servizio dell’Assessorato ai Servizi Sociali) in collaborazione con ATS-Area Prevenzione e Dipendenze, e si concluderà nel mese di dicembre. “Peer Education Alcohol Project” prevede l’inserimento di un gruppo di sei/otto ragazzi, frequentanti uno dei tre istituti superiori coinvolti, in un percorso di alternanza Scuola-Lavoro articolato in due fasi – di ricerca e di comunicazione – di venti ore ciascuna. Durante la fase di ricerca, il compito degli studenti consisterà nel raccogliere le informazioni inerenti al fenomeno del consumo e abuso di alcol. In quella di comunicazione, i ragazzi realizzeranno un prodotto grafico/multimediale sfruttando il materiale precedentemente raccolto e opportunamente rielaborato. Infine, il risultato del lavoro dei giovani verrà divulgato presso i loro coetanei per condividere le informazioni

raccolte e l’esperienza maturata durante la ricerca sull’argomento. In tal modo si darà spazio al protagonismo, all’autonomia e al coinvolgimento dei ragazzi nel progetto. Loredana Pisciotta, operatrice del servizio Pre.gio e referente per l’organizzazione del progetto, spiega che: «L’idea nasce dalla voglia e dalla necessità di sensibilizzare i ragazzi e le famiglie sul tema dell’abuso di alcol e promuovere stili di vita sani attraverso il rafforzamento di competenze trasversali (life skills), lo sviluppo di fattori protettivi e la riduzione dei fattori di rischio». I fondatori del progetto mirano dunque a formare un gruppo di giovani che lavori sul tema dell’abuso di alcol, per poi sensibilizzare sull’argomento i loro amici e compagni di scuola attraverso la Peer Education (Educazione tra pari) per prevenire i comportamenti a rischio e promuovere gli atteggiamenti responsabili. La scelta di tale metodologia di intervento (Peer Education) non è casuale: oggi è tra quelle più diffuse e affermate a livello internazionale nel campo della prevenzione, perché è provato che è particolarmente efficace nel permettere ai membri di una comunità di condividere determinate informazioni con i propri pari e, in seguito, avviare quest’ultimi ad un processo di sensibilizzazione ed educazione. «Si tratta di un’idea che va un po’ al contrario – spiega Massimo Rotini di Pre.Gio – va al contrario perché di fatto non saremo noi gli educatori, operatori sociali esperti, ad andare a insegnare ai ragazzi tutta una serie di nozioni rispetto a un fenomeno così preoccupante e complesso come l’abuso di alcol. L’idea invece è quella di lavorare con i ragazzi considerandoli come se fossero degli esperti sui temi su cui andremo a lavorare». Il progetto è dunque un modo nuovo e coinvolgente per affrontare e, si spera risolvere, un grave problema sociale.

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Scuola

Vecchie e nuove scuole, la campanella suona per tutti L’apertura del nuovo anno scolastico coincide con l’inaugurazione di nuovi edifici scolastici. Una panoramica della situazione generale di Cristina Signorelli

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ettembre: cieli tersi, rientri un po’ malinconici dalle vacanze, aria di fine estate ma soprattutto la riapertura della scuola, che quasi sempre riserva qualche incognita. Molti i problemi che si ripresentano di anno in anno, molte anche le novità che seppur positive spesso creano ulteriori ritardi o complicazioni. Un quadro normativo che negli ultimi decenni ha stravolto più volte assetti e ordinamenti scolastici che, talvolta, ancora non erano neanche giunti a regime. Una vita non facile per i docenti, i dirigenti scolastici e non ultimi per gli studenti e le loro famiglie. Eppure ogni anno le scuole riaprono i cancelli accogliendo il vociare dei ragazzini che di giorno in giorno gli insegnanti formeranno, non solo con l’acquisizione di conoscenza, ma anche attraverso il convivere civile e rispettoso degli altri. Insomma una responsabilità enorme: educare e preparare le donne e gli uomini del futuro.

La manutenzione La cronica mancanza di fondi è uno dei problemi che, generalmente, assilla la scuola dell’obbligo pubblica. Scuole dell’infanzia, primaria e secondaria di primo grado sono infatti gestite dai comuni che, tra tagli ai budget di spesa e vincoli di bilancio, spesso non sono in grado di intervenire tempestivamente. Ecco allora che i genitori, ed a volte anche i nonni, si mettono a disposizione per effettuare quelle piccole manutenzioni necessarie a migliorare gli ambienti scolastici, dimostrando di avere un gran senso civico, come sottolinea Donatella Finardi, dirigente scolastico dell’Istituto Comprensivo De Amicis: «Apprezziamo molto che i genitori si sentano coinvolti nella gestione e cura delle scuole. Come cittadini dimostrano un vero interesse e rispetto per L’Istituto Comprensivo De Amicis

L’Istituto Comprensivo Mastri Caravaggini

il bene pubblico e danno un ottimo esempio alle giovani generazioni». Non sono poche le scuole che, anche quest’anno, vedono i genitori protagonisti. Infatti dopo aver richiesto ed ottenuto le necessarie autorizzazioni comunali, sono state tinteggiate – la manutenzione che più facilmente viene eseguita, poiché non comporta alcun rischio sicurezza – diverse aule alla scuola primaria Mozzi e alla Geromina a Treviglio. Anche a Caravaggio i genitori sono attivi nella cura degli edifici scolastici come dice Giuseppe Di Sipio, dirigente scolastico dell’IC Mastri Caravaggini: «Nel nostro Istituto abbiamo cercato di coinvolgere attivamente i genitori, nel rispetto dei ruoli (cui teniamo molto), per la realizzazione di tanti progetti; abbiamo così costruito, nel corso del tempo, rapporti di fiducia con i vari Comitati dei genitori che, su nostro stimolo, si sono creati. Grazie a loro è successo e succede che intervengano anche per lavori di piccola manutenzione: tinteggiatura di aule, cura del verde, ecc.». Non mancano altri esempi virtuosi nella Bassa Bergamasca come l’associazione Genitori pro scuola di Romano di Lombardia, che oltre ad essere impegnata nel progetto “Rinnova La scuola” finalizzato a interventi di manutenzione degli edifici scolastici, opera anche molto attivamente con iniziative varie a supporto e integrazione ai servizi scolastici.

Le inaugurazioni L’inizio del prossimo anno scolastico vedrà finalmente l’apertura della nuova scuola primaria di Masano. Encomiabile esempio della collaborazione tra pubblico e privato, il vecchio edificio che ospitava le elementari è stato

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Le strutture scolastiche Uno dei problemi che più frequentemente si presenta al suono della prima campanella è legato alla gestione degli spazi – il Simone Weil a Treviglio ne fornisce una brutta testimonianza – e, seppur i nuovi edifici rispondono ad alcune pressanti esigenze, non tutti i comprensori scolastici sono adeguatamente dotati come sottolinea Di Sipio: «A Caravaggio abbiamo forti criticità sulle strutture, in particolare per gli edifici della scuola secondaria di I grado L’Istituto Comprensivo Grossi

ph Appiani

ristrutturato con importanti lavori durati oltre due anni, durante i quali erano stati allestite aule sostitutive nell’oratorio del paese. «Dobbiamo ringraziare il parroco, Don Antonio, che ha ospitato alunni e insegnanti – dice Di Sipio – permettendo di svolgere per questo lungo periodo, le regolari lezioni. Finalmente a settembre si inaugura il nuovo edificio che è all’avanguardia per progettazione, pensata intorno ai bambini, e applicazione dei nuovi criteri costruttivi». La Saint-Gobain, importante gruppo francese, leader tecnologico nel settore delle costruzioni – di cui fa parte la Isover di Vidalengo (vedi Tribuna Magazine n.5/2017, ndr) – ha realizzato a Masano il prototipo della scuola “Multicomfort Saint-Gobain”, progetto che prevede l’applicazione del nuovo sistema messo a punto dalla società francese per costruire edifici che garantiscano comfort, sostenibilità ambientale ed efficienza energetica. Anche a Brignano il nuovo anno scolastico si apre con un’inaugurazione: la nuova scuola dell’infanzia. Si tratta di un progetto fortemente voluto dall’amministrazione del sindaco Beatrice Bolandrini, nel quale sono stati investiti 1,5 milioni del surplus di bilancio. È stata realizzata una struttura su di un unico piano, che può ospitare oltre 100 bambini suddivisi in quattro classi. Le linee moderne, i colori vivaci, gli spazi ariosi e pieni di luce ne fanno un ambiente in cui i piccoli ospiti potranno divertirsi e crescere insieme. Della realizzazione della nuova scuola si avvantaggerà anche la scuola elementare alla quale verranno restituite due aule, consentendo di trasferire la mensa al primo piano. Tra le nuove iniziative è da segnalare anche il cantiere da poco aperto a Castel Cerreto, dove negli spazi adiacenti l’attuale asilo verrà costruito un nuovo edificio che ospiterà la scuola materna. Il progetto della Fondazione Istituti Educativi di Bergamo, in collaborazione con il Comune di Treviglio, prevede una struttura di due piani, che ospiterà anche degli spazi polivalenti, costruita prevalentemente in legno per rispettare appieno i nuovi criteri di ecosostenibilità ed efficienza energetica.

La scuola primaria Mozzi

e del plesso Merisi, criticità che si trascinano ormai, non da anni, ma da decenni e che richiedono interventi strutturali molto impegnativi ed onerosi dal punto di vista finanziario, ma la cui risoluzione non potrà essere rinviata ancora per molto». Anche a Treviglio la scuola dell’obbligo presenta oggi carenze di spazio che potranno anche peggiorare con gli anni come spiega Nicoletta Sudati, dirigente dell’IC T. Grossi: «La Mozzi ospita da molti anni 3 classi della scuola per l’infanzia Rodari, con inevitabili disagi organizzativi e sottraendo gli ambienti scolastici a usi funzionali alla scuola elementare. Fino ad oggi, siamo riusciti a gestire la situazione, pur non ottimale, ma il problema si presenterà nell’anno scolastico 2018/19, quando visto il trend di crescita dei nuovi accessi alle elementari, conseguente al continuo sviluppo della zona Nord, sarà necessario predisporre una nuova classe aumentando il numero delle sezioni della Mozzi. Recentemente abbiamo organizzato un incontro con il Comune al quale abbiamo sottoposto la richiesta di ampliare la Rodari ricevendo una risposta positiva e esplicite rassicurazioni in merito». Non vi sono importanti criticità per quanto concerne gli spazi nell’altro grande comprensorio scolastico, IC De Amicis – dal quale dipendono anche le scuole di Casirate, Arzago e Calvenzano – come afferma la dirigente Finardi: «Sia presso la scuola elementare De Amicis che la Bicetti abbiamo fatto solo piccoli aggiustamenti per ottimizzare l’uso degli spazi. In particolare abbiamo recuperato l’aula di informatica predisponendo un laboratorio mobile, che consiste in un carrello attrezzato con 10/12 computer che viene portato direttamente nella classe dove i bambini fanno regolarmente lezione. Ciò che realmente ci manca è un’area verde per la scuola secondaria Cameroni e la primaria De Amicis che si affacciano sullo stesso cortile. Carenza ancora più evidente dopo che, recentemente, sono stati abbattuti molti degli alberi presenti. Purtroppo erano piante gravemente ammalate che il Comune, attento alla sicurezza nelle scuole, ha deciso di eliminare».

Il corpo docente Anche la nomina degli insegnanti ha per anni costituito un’incertezza con la quale presidi prima, dirigenti scolastici poi, hanno sempre dovuto fare i conti, a volte anche ben oltre l’inizio dell’anno scolastico. Oggi non pare invece un tema di attualità, poiché a seguito delle ammissioni eseguite per tempo dal Ministero dell’Istruzione e Ricerca gli organici sono quasi tutti completi e pronti ad accogliere gli studenti per accompagnarli nel faticoso, ma incredibilmente appagante, percorso della conoscenza.

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Costume

Primo giorno di scuola di Daniela Regonesi

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ettembre: i più fortunati indugiano ancora godendo gli ultimi scampoli di vacanze, i più tornano – col capo chino ma più o meno dorato dal sole – al loro posto di lavoro, e gli studenti… Beh, loro avranno già dato il via al “triste” conto alla rovescia: le campanelle che negli ultimi mesi hanno riposato e risparmiato i loro squilli stanno per suonare nuovamente. Tutti abbiamo avuto uno e tanti primi giorni di scuola, perciò abbiamo pensato di chiedere ad alcuni nomi più o meno noti di raccontarci un loro ricordo significativo, non necessariamente del primissimo esordio scolastico, e di riflettere sugli altri momenti, nella loro vita, che si possono considerare al pari di un primo giorno di scuola. Ne è scaturita una piccola carrellata di ricordi positivi, dalla quale sono emersi preziosi consigli per chi si trova di fronte all’inizio di un cammino scolastico, ma anche lavorativo, personale, umano.

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mente.

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Urbanistica

Pronta la nuova sede della Polizia Locale di Ivan Scelsa

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opo aver ospitato negli ultimi due secoli una caserma austriaca, la sede dei Carabinieri, una scuola tecnica e la Pretura (poi divenuta succursale della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Bergamo), lo stabile di piazzale Insurrezione – che nel suo ultimo utilizzo temporale è stato adibito a sezione distaccata del Tribunale di Bergamo – riacquista oggi quella funzione pulsante dell’amministrazione cittadina: i lavori per la ristrutturazione sono infatti terminati. Dalla pubblicazione del bando di gara (luglio 2015) all’affidamento del contratto avvenuto il successivo novembre si è giunti – a seguito di adeguamento del progetto definitivo ad integrazione richieste da A.C. e Soprintendenza di aprile 2016 – alla sottoscrizione dell’accordo nel successivo mese di maggio ed il conseguente inizio lavori dopo circa un mese, proprio in concomitanza con l’inizio del periodo estivo. E così, dopo un anno, lo stato dei lavori volge alla conclusione con un costo complessivo pari a circa 1.700.000 euro (anziché 1.312.960 di euro preventivati) finanziati con un’operazione di leasing in costruendo.

Nei suoi 110 Nei suoi 1100 metri cubi trovano spazio anche un bar gelateria e, al posto della vecchia aula per le udienze, un centro estetico. Al primo ed al secondo piano, invece, la nuova sede del Comando di Polizia Locale. A tal proposito, Antonio Nocera, Comandante della Polizia Locale di Treviglio sottolinea come verranno utilizzati i 260 metri quadri a disposizione: «Nella nuova sede avremo a disposizione una camera di sicurezza per i fermati, una stanza per la custodia delle armi, una sala riunioni ed una Centrale Operativa con schermi attivi per la videosorveglianza. Sicuramente un’ubicazione migliore rispetto a quella finora occupata in via Cesare Battisti che credo lasceremo definitivamente entro il mese di settembre». «Una stanza verrà dedicata alla Smart City – sottolinea Basilio Mangano, Assessore ai Lavori Pubblici del Comune di Treviglio – sarà la sala di controllo della digitalizzazione dei parcheggi e della viabilità, compito quest’ultimo che abbiamo affidato alla società Treviglio Futura, e prenderà il via al termine del cantiere di piazza Setti». Un’idea di città intelligente, con strategie di pianificazione urbanistica per ottimizzare e innovare i servizi al servizio dei cittadini e delle imprese.

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Countdown per il nuovo quartiere dell’ex Linificio

Progetto approvato: da un ammasso di capannoni fatiscenti sorgeranno nuove abitazioni immerse nel verde di Stefano Dati

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opo circa 40 anni dalla chiusura della vecchia fabbrica del Linificio Canapificio Nazionale, considerato nel passato fra i più grandi d’Europa e fiore all’occhiello dell’imprenditoria lombarda, la riqualificazione di quell’area, ridotta un ammasso fatiscente di vecchi capannoni, rimane ancora nei disegni dei progetti da realizzare. Dopo tanti dibattiti per capire come e cosa fare per riqualificare la zona del ex Linificio, nella primavera del 2016 sembrava si fosse arrivati ad una svolta decisiva con l’adozione urgente di un progetto a pochi giorni dalle elezioni amministrative avvenute nel mese di giugno dello scorso anno, un’azione che non ha, poi, fatto seguire con la stessa celerità l’avvio dei lavori. “Quel progetto è stato presentato con grande enfasi prima dello scadere del mandato della precedente Amministrazione, ora ci chiediamo che fine abbiano fatto. Ad oggi ancora il nulla, i cassanesi possono solo soffermarsi ad ammirare un’ulteriore testimonianza di totale abbandono di un’area che è stata la storia della nostra città”: è quanto hanno sostenuto dall’opposizione politica gli esponenti di Forza Italia ad un anno dall’approvazione del progetto di riqualificazione dell’ex area Linificio. Per il sindaco e la proprietà dell’area, invece, il percorso della pianificazione non è affatto arenato: “Dopo l’adozione del progetto è stata firmata anche la convenzione con la proprietà, ora tutto è nelle loro mani”. Questa la posizione del primo cittadino che trova conferma nelle dichiarazioni dell’Amministratore Delegato dell’Alauda, la proprietà, Fausto Crippa: “Non si è fermato nulla, a seguito dell’approvazione è stata firmata la convenzione nello scorso mese di giugno ed è stato presentato anche un progetto per la prima fase al Parco Adda Nord, quindi tutto procede con il rispetto dei tempi tecnici”. Superano la decina i progetti presentati dopo la chiusura del Linificio, avvenuta alla fine degli anni ’70, gli ultimi dei quali hanno superato il periodo buio di “cassanopoli”

che aveva provocato rallentamenti nei dibattiti e nelle approvazioni della pianificazione legata alla riqualificazioni di quell’area. Nel marzo 2016 si è infine giunti all’adozione del progetto finale presentato dalla società Alauda. Il progetto metterà mano ad una vasta area in riva al fiume Adda, dove saranno adottate soluzioni innovative per ripopolare quella zona, considerando le notevoli difficoltà dovute al dislivello dell’area su cui intervenire: 174.000 mc a disposizione, di cui 55% interesseranno la costruzione di abitazioni residenziali e il rimanente 45% sarà destinato ad attività commerciali e produttive; non mancheranno gli spazi per la cittadinanza con parchi immersi nel verde della natura e zone museali dove verrà illustrata la storia di quel luogo. Le previsioni sulla popolazione per quella nuova zona abitativa raccontano di circa 600 nuovi residenti, oltre al richiamo dei fruitori commerciali. Una delle problematiche da risolvere è quella legata alla viabilità stradale e pedonale, cioè come approdare in sicurezza in una zona che non permette nuove carreggiate stradali per l’entrata e l’uscita da quell’area. Secondo gli addetti ai lavori le soluzioni non mancano, suggestive quanto difficili da realizzare, dalla proposta della strada ferrata a quella dell’utilizzo del vicino canale Muzza. Una prima idea proponeva, in modo provocatorio secondo molti, la realizzazione dei binari per l’utilizzo di un trenino (vedi foto) per l’ingresso ed uscita dall’area lungo l’unica strada presente, via Linificio. Dai binari all’acqua: l’ultima proposta invece per l’uso di un mezzo pubblico è stata quella di un traghetto (come da immagine) che, attraverso il canale Muzza, colleghi la zona ex Linificio partendo dal vicino parco naturale dell’Isola Borromeo per attraccare alla stazione ferroviaria. A parte le soluzioni innovative all’interno del progetto e quelle suggestive per il trasporto pubblico, dopo anni di ipotesi mai concretizzate sono in molti a chiedere azioni concrete e definitive per la riqualificazione dell’area ex Linificio, anche se, va detto, non tutti in città ne hanno applaudito l’approvazione.

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Infrastrutture

Thor, l’occhio della sicurezza Un nuovo sistema di videosorveglianza aiuterà le Forze dell’ordine nel controllo del territorio

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l positivo riscontro del progetto attuato in Val Seriana approda anche Treviglio – secondo Comune in provincia di Bergamo – pronto a rivoluzionare tecnologicamente la sicurezza del territorio con l’introduzione di un nuovo impianto di videosorveglianza. Dopo aver indetto un bando “al ribasso” con base da 70mila euro (coperto per 50mila euro da specifici fondi regionali) ed assegnato – con l’apertura delle buste – alla ditta FGS Impianti di Azzano San Paolo che si è aggiudicata l’opera per un importo di 35mila euro + IVA, il Comune pone le basi per l’effettiva vigilanza di tutti gli accessi alla città. Il meccanismo, apparentemente complesso ed articolato, consentirà non solo di ottimizzare gli sforzi degli operatori delle Forze dell’Ordine, ma trasmetterà anche un chiaro e sicuro messaggio deterrente. A parlarcene, analizzando ed anticipando l’entrata in funzione del sistema THOR, è il Comandante della Polizia Locale Antonio Nocera. Quale è l’utilità del nuovo sistema di videosorveglianza? Il meccanismo è semplice: un impianto di videosorveglianza con rilevatore di targhe collocato ad ogni arteria di accesso di Treviglio in grado di individuare in tempo reale non solo il transito di vetture rubate, ma anche di targhe segnalate alla banca dati delle Forze di Polizia, come veicoli in uso a persone dedite al compimento di reati contro il patrimonio. E ancora: rilevamento di veicoli privi di copertura assicurativa o di revisione periodica che verranno prontamente segnalati, facendo sì che le pattuglie di Carabinieri, Polizia di Stato e Polizia Locale possano intercettarle. Questo, ovviamente, rappresenterà anche un valido supporto info-investigativo per monitorare gli spostamenti

ph Appiani

di Ivan Scelsa

di gruppi di persone dedite al compimento di reati predatori, il cui verificarsi rappresenta una tipologia di eventi la cui prevenzione è notoriamente difficoltosa. E, più nello specifico, il suo funzionamento? Il segnale trasmesso dal passaggio di una di queste vetture verrà inviato direttamente alla Sala Operativa della Questura di Bergamo che, quasi in tempo reale, lo rigirerà alle locali centrali operative dei Comandi di Polizia collegati nel nostro comune. Il tutto tramite la centrale gestionale del sistema di lettura targhe che ha sede a Napoli: un sistema articolato e complesso che, già sperimentato in Val Seriana, offre ampia garanzia di funzionalità e qualità di immagine. Quanti sono gli accessi alla città che verranno sorvegliati? I varchi individuati sono dieci. È stata inviata comunicazione a Prefetto e Questore di Bergamo che dovrebbero rilasciare il benestare in tempi brevi. Riteniamo pertanto sia possibile installare l’impianto già nei prossimi giorni. Un sistema destinato ad allargarsi anche ad altri Comuni, proprio grazie agli specifici bandi regionali che, come per la Val Seriana e Treviglio, consentiranno di dotarsi di questo sistema di videosorveglianza, il cui obiettivo preposto è principalmente quello di fornire un nuovo strumento per lotta alla criminalità, consentendo da un lato di poter fornire informazioni utili in tempo reale per le attività di indagine, dall’altro di esercitare un ruolo di particolare rilevanza nella prevenzione e dissuasione nei confronti dei soggetti intenzionati a commettere attivi vandalici, furti e rapine.

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Società

Violenza sulle donne: un caso di buona giustizia Ottenuta una condanna del violento aggressore in tempi brevi di Stefano Dati

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on è raro imbattersi nella desolazione delle donne vittime di aggressioni in cui spesso le si mette nella condizione di sentirsi colpite due volte: dopo essere stata preda della furia animale di un uomo e, in seguito, quando non trova le giuste risposte nelle aule giudiziarie alle richieste di condanna dell’aguzzino. Grazie al notevole impegno di associazioni e professioniste del foro arrivano buone notizie dalle aule giudiziarie. Qualcosa si muove nel dare risposte alle sofferenze delle vittime di violenza. La condanna ottenuta, infatti, dall’avvocato Concetta Sannino per un caso di aggressione sulle donne avvenuto a Cassano d’Adda, pena di 2 anni e 4 mesi, aggiudicata in soli nove mesi di dibattimento, é da considerarsi un esempio di buona giustizia, secondo la Sannino. I fatti del caso giudiziario che ha portato alla condanna in un tempo giudiziario considerato “veloce” riguarda una coppia con figli residente sul territorio cassanese; negli ultimi anni in quella famiglia ha regnato il terrore, secondo i racconti dei testimoni, dovuto alle continue aggressioni nei confronti della donna, madre dei figli del violento. La vicenda ci riporta alla primavera del 2016, quando, dopo l’ennesimo sopruso, la vittima aveva deciso di scappare da casa con l’aiuto del figlio maggiorenne. Nell’immediato l’intento è stato quello di denunciare l’aguzzino, ma la paura è sempre la maggior componente da superare per chi subisce aggressioni e violenze; quindi, prima di rivolgersi ai carabinieri, la donna si era confidata con alcune amiche e, grazie al loro sostegno, aveva trovato la forza di presentarsi in caserma per mettere a verbale quanto accaduto fra le mura domestiche alla presenza dei figli, alcuni dei quali minorenni. Un terrore, in quella famiglia, che ha origini lontane. Sempre secondo le testimonianze, gli atteggiamenti violenti contro la donna, purtroppo, sono cominciati prima ancora della primave-

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ra dello scorso anno: in una di quelle circostanze era caduta in coma per circa 5 ore. Una volta ripreso conoscenza, ha cercato di cancellare tutto dentro di sé, troppa la paura ed il terrore di possibili ripercussioni nel caso di denuncia in Procura. I segni rimasti sul corpo della donna e le conseguenze nei suoi comportamenti lasciavano chiaramente pensare all’aggressione subita e sulla cartella clinica era stata data indicazione di segnalazione del caso all’Autorità Giudiziaria; quella documentazione, però, finì in mano al marito aggressore che la fece sparire. Successivamente recuperata, divenne parte essenziale per la condanna emessa nei confronti dell’uomo. Un problema, quello della violenza sulle donne, che troppo spesso occupa tristemente le prime pagine dei giornali. Nell’assoluto anonimato le vittime possono oggi contare sul supporto di volontari che le assistono: «È un fatto soprattutto culturale – ha spiegato l’avvocato Concetto Sannino, che da anni si occupa del problema fornendo assistenza legale alla Casa delle donne di Treviglio – il percorso di sensibilizzazione su questo problema deve cominciare dalle nuove generazioni. Un problema che purtroppo è sempre più attuale anche sul nostro territorio. Con gli operatori dell’Associazione Casa delle donne di Treviglio, organizziamo spesso incontri, anche nelle scuole, con la presenza di donne che testimoniano la violenza subita. Una violenza che il più delle volte non riguarda solo i maltrattamenti fisici ma anche quella psicologica; aspetto quest’ultimo che, se sottovalutato, spesso può portare anche a gesti estremi. In questi casi per agire in modo concreto ed ottenere risultati consistenti ed immediati occorre competenza sia delle Forze dell’Ordine che dei Servizi Sociali nel riconoscere un tale stato di malessere, prendendo le opportune precauzioni e soluzioni, soprattutto considerato che la violenza psicologica trova difficile riscontro sul piano probatorio».


ph Cesni

Il record delle scarpette rosse per dire no ai femminicidi

Il primato deve essere ancora ratificato da Londra. Nel frattempo a Ghisalba già si esulta per il successo dell’iniziativa anche se resta l’amarezza per la “poca affluenza di persone rispetto all’importante tema della manifestazione” di Alessandra Portesani

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ost people tying their shoes”: in attesa del verdetto finale dal “Guinness World Records” di Londra a Ghisalba si parla già di record a livello planetario. Il maxi evento per gridare al mondo “no al femminicidio e sì al rispetto per le donne” è stato realizzato durante la notte bianca di fine luglio e organizzato dall’Amministrazione comunale sotto l’esperta guida della coordinatrice dell’iniziativa, Michela Vezzoli, in collaborazione con l’associazione trevigliese Casa delle donne. Il primato, che consisteva nel raggruppare il più alto numero di persone che si allacciava le scarpe con particolari rossi, era stato realizzato nel 2014 in America. «Il record, attualmente detenuto da una cittadina statunitense, è di 252 persone – spiega la Vezzoli – noi siamo riusciti a convalidare 308 partecipanti. Tra i partecipanti al record del mondo la donna più anziana aveva 92 anni, mentre la più giovane aveva compiuto da poco i sei mesi di vita. Chiaramente tutto questo è stato documentato e inviato a Londra. Speriamo di ricevere una risposta in merito entro Natale, sarebbe un bel regalo da mettere sotto l’albero». Un record del mondo certamente, ma prima ancora una campagna sociale contro la violenza sulle donne. L’obiettivo infatti, che non rientrava nel primato, era quello di portare a Ghisalba 1740 persone in memoria delle donne

che in Italia, dal 2007 al 2016, hanno perso la vita uccise dai propri mariti o compagni. «A questo appello purtroppo – sottolinea con un po’ di delusione l’organizzatrice – la bergamasca non ha risposto come ci si sarebbe aspettato, dimostrando indifferenza. Sono intervenuti all’evento solo 520 persone. Oggettivamente il numero di persone è molto elevato, ma per un evento simile sono poche. Sebbene la maggior parte delle associazioni di volontari di Ghisalba si siano fatte avanti e abbiano contribuito con i propri volontari nella parte operativa, certamente resta dell’amarezza per i numeri inerenti la partecipazione, soprattutto quelli riguardanti il territorio ospitante. Nonostante questo però siamo soddisfatti perché durante la campagna di promozione dell’evento abbiamo ricevuto alcune richieste di aiuto da parte di donne della bassa bergamasca maltrattate dai propri mariti. Questo per noi è il più grande dei successi, ancora più del record del mondo: il nostro fine infatti era quello di sensibilizzare l’opinione pubblica sul tema della violenza psicologica e fisica di cui il mondo femminile è vittima e far capire alle donne in difficoltà di non essere da sole». Tra gli obiettivi della maxi manifestazione c’era anche quello di raccogliere fondi e, infatti, una parte del ricavato è stato destinato all’associazione di Treviglio Casa delle donne che si occupa proprio dei progetti sociali a sfondo rosa.

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Testatina-occhiello

DA FARE 22 t tribuna magazine t Settembre 2017


Il racconto

La pelle del lupo di Marino Polgati

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ccadrà, sono certo che accadrà. Troppe volte sogni e premonizioni lo hanno suggerito. Verrà quel giorno che, stando al limitare del bosco, dietro a caprioli in corsa, vedremo spuntare lei, la bambina. Tutti la chiameranno, ovviamente, cappuccetto rosso; troppo facile, ma corretto. Difatti avrà una piccola mantella impermeabile rossa con un grosso e largo cappuccio. Spunterà dagli ultimi alberi e camminerà stanca verso il prato in discesa. Allora, e solo allora, vedremo che dietro sé avrà qualcosa che trascinerà appoggiandola sulle piccole spalle. Qualcosa di grande che toccherà terra dietro di lei sfregando sull’erba. La pelle del lupo. Cappuccetto rosso porterà sulle sue spalle, trascinandola, la pelle di un grosso, enorme lupo. Ecco perché i caprio-

li fuggiranno. Forte sarà difatti l’odore selvatico dell’animale scuoiato e del sangue e dei brandelli di carne ancora attaccati alla pelle. Cappuccetto rosso avrà ucciso il suo lupo, lo avrà annientato, fatto a pezzi. Solo una pelle e un odore da vomito a ricordo, quasi a celebrazione, della propria capacità di vittoria sul male, sul dolore, sulla cattiveria primitiva, violenta e oscena. Un trofeo che abbandonerà al sole e alla luce, fuori dalla sua casa e dal suo nuovo mondo. Esterno a tutto ciò che la riguarderà e vivrà da lì in poi. Crescerà consapevole di avere sconfitto il lupo, è bastata la volontà di reagire per sconfiggerlo, scuoiarlo e farlo a pezzi. E questo le servirà per essere serena e per poter affrontare l’arrivo del prossimo lupo. E del prossimo ancora. Finché nessun lupo verrà più da lei. Di una cosa Cappuccetto rosso sarà sicura: non vorrà e non sarà mai essa stessa un lupo.

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Politica

divulgazione della nostra storia. Il castello è aperto la prima e la terza domenica del mese e in contemporanea anche il museo archeologico. Oggi siamo concentrati sulla creazione dei laboratori, con l’intento di coinvolgere i ragazzi delle scuole.

Il sindaco della “Buona politica” di Daniela Invernizzi

U

n piccolo paese, Pagazzano, gestito in maniera oculata, un castello imponente, il Visconteo, sempre più valorizzato e un buon amministratore, Raffaele Moriggi, quasi refrattario ad attribuirsi il merito: sono questi gli ingredienti che hanno portato il piccolo comune bergamasco ad ottenere il riconoscimento “Buona politica” che la Regione ha assegnato a quattro comuni lombardi. Incontriamo il sindaco in un caldo pomeriggio negli ampi spazi della casa comunale. Sindaco, a cosa attribuisce questo importante riconoscimento?

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ph Appiani

Intervista con il sindaco di Pagazzano, Raffaele Moriggi

Soprattutto alla valorizzazione del Castello e di conseguenza di tutto il territorio, cominciata con l’inaugurazione del MAGO, il Museo Archeologico delle Grandi Opere, il suo ampliamento e l’attivazione di una serie di iniziative volte a farlo conoscere. Uno dei punti forti è sicuramente quello delle aperture dei Castelli di tutto il territorio che hanno portato nuovi visitatori a Pagazzano; anche l’apertura del MAGO è stata una scommessa e qualcuno a suo tempo ci ha pure riso sopra, ma oggi i fatti ci danno ragione; è un quid in più che ci permette di fare un passo ulteriore nella conoscenza e

Acquisito nel 2000, il Castello Visconteo è oggi interamente di proprietà comunale. I lavori di restauro continuano da allora, la gestione è impegnativa, ma il gettito che le visite regalano all’amministrazione comunale è considerevole: nel bilancio dello scorso anno si è certificata un’entrata di 55.000 euro, non poco per un piccolo paese come Pagazzano. Un vanto dunque per l’amministrazione Moriggi, che ne aveva fatto un punto saliente del proprio programma elettorale. Ma non solo. Moriggi porta a casa anche la ristrutturazione della scuola dell’infanzia, grazie a un contributo europeo che ha permesso, su un progetto del valore di 800.000 euro, di ricevere un finanziamento di 400.000. C’è qualcosa che era nel suo programma elettorale e che ancora non è riuscito a fare? La sistemazione del centro storico, un obiettivo del nostro programma elettorale che per il momento è in attesa di poter essere realizzato, causa mancanza di fondi. La piazza vicino al castello è stata sistemata grazie a un contributo regionale di 200.000 euro. L’obiettivo sarebbe sistemare tutto il centro storico con la stessa pavimentazione. Negli ultimi tempi l’amministrazione Moriggi ha avuto qualche dissidio con il comune di Brignano per quella che è stata chiamata dai media “la guerra del latte”. Brignano ha infatti dato il proprio benestare alla costruzione di una maxistalla da parte dell’azienda casearia Arrigoni: un progetto che non piace a Pagazzano, poiché le stalle verrebbero posizionate troppo vicine al centro abitato, in violazione dello statuto di igiene comunale. Ci sono novità sul fronte “guerra del latte”? Premesso che non c’è nessuna guerra del latte con Brignano, vorrei spiegare le nostre ragioni: fino a dieci anni fa avevamo le stalle in paese, siamo riusciti a farle trasferire (il pro-


ph Appiani

prietario ne ha prese altre in affitto al confine con Antegnate e Fontanella); ritrovarci ora con il medesimo problema quando pensavamo ormai di averlo risolto non è piacevole. Parliamo di stalle che possono ospitare dalle 800 alle 1.200 vacche, quindi un numero davvero importante. Il comune di Pagazzano è venuto a conoscenza della costruzione delle stalle solo ad accordi ormai presi. Brignano dice di aver fatto tutti i passaggi regolari per arrivare a concedere l’autorizzazione e io non ho motivo di dubitarne. Credo però che se la cosa fosse stata condivisa fin dall’inizio, forse non saremmo in questa situazione oggi. Al momento non so dire cosa faremo. L’unica cosa certa ora è che il costruttore ha in mano il permesso per realizzare la maxistalla. Quindi non potete opporvi? Noi abbiamo nel nostro regolamento d’igiene un passaggio che dice che le stalle devono essere costruite a 1.400 metri dal centro abitato; il comune di Brignano ha un altro tipo di distanza, più breve, ma tutti e due i regolamenti prevedono che ci sia rispetto delle norme previste dai comuni vicini… per cui stiamo discutendo su questo con il comune di Brignano. Lei ha aderito al comitato per il Sì al referendum sull’autonomia della regione Lombardia, previsto per il 22 ottobre prossimo. Quali le sue motivazioni? Credo che riuscire a “fermare” un poco di denaro e possibilità finanziarie prima che prendano la via di Roma potrebbe portare un vantaggio a tutti; anche egoisticamente, se vogliamo. Solo con l’IMU, se potesse rimanere interamente a Pagazzano, potremmo fare a meno dei trasferimenti statali. Quindi sarebbe certamente una perdita per lo Stato da un lato, ma anche un risparmio dall’altro. E sulla situazione migranti? In questo momento abbiamo 4 migranti sul nostro territorio, alloggiati presso la cooperativa BeraKah e sfido qualsiasi cittadino di Pagazzano a poter obiettare in tal senso, perché non hanno mai dato nessun tipo di problema. In questo periodo i quattro stanno collaborando all’animazione al centro ricreativo estivo dell’oratorio: un tentativo di integrazione, quindi, che sta andando bene. Sono uno di quei sin-

daci non vicini al governo su questo tema, ma d’altra parte credo davvero che senza una reale collaborazione fra noi sindaci, senza una effettiva condi-

visione del problema, non andiamo da nessuna parte. Ogni volta che arriva un barcone il dieci per cento giunge in Lombardia e, di quelli, un ulteriore dieci per cento arriva in provincia di Bergamo. Ormai la capienza è al limite, perciò l’accoglienza diffusa è l’unica, anche se parziale, soluzione. Altrimenti ci ritroviamo con comuni di duemila abitanti che ospitano sessanta migranti e altri molto più grandi che ne hanno dieci. Io ho fatto una apertura alla possibilità di accoglierne anche altri, nell’ottica però di un progetto di accoglienza diffusa. Avete problemi di sicurezza a Pagazzano? No, ma purtroppo abbiamo problemi di spaccio di droga. Ci sono alcuni extracomunitari che la smerciano in alcune zone del paese. Questo è un problema che stiamo cercando di risolvere in collaborazione con le forze dell’ordine. Cosa le chiedono i cittadini? Lavoro, lavoro, lavoro…

2017-09 bozza 3

T I N T E G G I AT U R A E V E R N I C I AT U R A INTERNI ED ESTERNI di Lazzarini Luigi & C. s.a.s. Via Milano 69/D 24047 TREVIGLIO (BG) Tel. e fax 0363 419406 Cell. 335 6259152 e mail: 2llazzarinisas@libero.it

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Aziende

50 anni di piccole e grandi rivoluzioni Intervista a Manuel Guerrero, Amministratore Delegato di Sonzogni Camme, che racconta i tanti successi di un’azienda sempre pronta ad affrontare nuove sfide di Cristina Signorelli

I

n oltre cinquant’anni di storia la Sonzogni Camme è cresciuta mantenendo fede allo spirito dei suoi fondatori, i fratelli Giancarlo e Bruno: innovare ed innovarsi (vedi box). Così dalla prima geniale intuizione dei fratelli Sonzogni, rivoluzionare la produzione di un componente per l’industria tessile, il cilindro guida-filo, fino alla realizzazione delle macchine automatiche, in azienda si è sempre guardato al futuro come ad un’opportunità di sviluppo delle nuove tecnologie. Dal 2012 l’azienda, ancora oggi di proprietà della famiglia, è guidata dall’Amministratore Delegato, Manuel Guerrero, manager con consolidata esperienza, che dedica grande attenzione all’innovazione tecnologica per adeguare la realtà aziendale alle sfide del mercato globale. Dott. Guerrero, il successo ottenuto ha dato ragione all’intuito dei fratelli Sonzogni, che hanno saputo avviare una piccola rivoluzione applicando nuove procedure alla produzione di un componente. Quale pensa sia oggi il punto di forza della vostra azienda? Oggi come ieri, ci distingue la capacità di progettare, pensare un ogget-

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to e le sue funzioni, anche in modo nuovo ed inatteso. Per questo direi che il nostro ufficio tecnico è quello che ci garantisce un vero valore aggiunto. È perfettamente adeguato a rispondere alle esigenze dei clienti, sia che si presentino a noi con una idea appena abbozzata che con un progetto più strutturato. I nostri progettisti interpretano le richieste ed arrivano a soluzioni che migliorano il prodotto e la produzione, spesso con aumenti qualitativi davvero importanti. Non dimentichiamo inoltre che dietro un gruppo affiatato e preparato di tecnici esiste un’officina in grado di tradurre nella realtà quanto progettato. A proposito di piccole e grandi rivoluzioni, oggi l’industria nel suo complesso è protagonista di un cambio epocale, definito Industria 4.0, che tradotto in modo un po’ semplicistico consiste nella digitalizzazione della fabbrica. Cosa ne pensa? Personalmente mi sono trovato ad essere, a mia insaputa, all’avanguardia dell’Industria 4.0. Infatti da oltre una decina d’anni mi occupo di informatizzare l’intero sistema di produzione, applicando i sistemi informativi alle macchine per farle comunicare tra di loro e con le persone che, ai vari livelli, operano e controllano le fasi di


lavorazione. Ho partecipato al gruppo di lavoro di Confindustria Bergamo che ha definito gli standard qualitativi di Industria 4.0 insieme all’Istituto Fraunhofer di Stoccarda, dove ho poNATA A TREVIGLIO NEL 1964 tuto prendere visione delle più recenti QFS PQFSB EFMM JOHFHOP EFJ GSBUFMMJ implementazioni, ottenute attraverso Giancarlo F Bruno MB Sonzogni l’uso di smartphone, smartwatch, ecc. Camme IB JOJ[JBUP MB TVB BUUJWJUË Nella pratica che progressi avete SJWPMV[JPOBOEP JM USBEJ[JPOBMF fatto in Sonzogni Camme verso InduDJDMP QSPEVUUJWP EFJ DJMJOESJ HVJEB stria 4.0? GJMP *OGBUUJ EBOEP TFHVJUP B VOB In produzione abbiamo digitalizzato CSJMMBOUF JOUVJ[JPOF JODPNJODJBSPOP il posto di lavoro con tablet, sul quaB QSPEVSSF RVFTUP DPNQPOFOUF le gli operatori segnalano, tramite la TDBOBMBUP EFMM JOEVTUSJB UFTTJMF lettura di un codice a barre, gli avanBMMB UPSOJUVSB F OPO QJá DPO MB zamenti della produzione. Un sistema GSFTBUVSB DIF FSB TUBUB JNQJFHBUB GJOP BE BMMPSB * WBOUBHHJ DPNQFUJUJWJ EJ RVFTUB evoluto di questo tipo garantisce veloJOOPWB[JPOF GVSPOP EB TVCJUP FWJEFOUJ F EFUFSNJOBSPOP MB SBQJEB DSFTDJUB EFMM B[JFOEB cità di informazione, minore possibiDIF EB QSPEVUUPSF DPOUP UFS[J EJ UBMF DJMJOESJ JOJ[JÛ B DSFBSF F DPNNFSDJBMJ[[BSF BODIF MF lità di errore, livello di comunicazione NBDDIJOF QFS MB MPSP MBWPSB[JPOF in tempo reale tra i reparti aziendali, /FHMJ BOOJ TFUUBOUB BWWFOOF JM USBTGFSJNFOUP B 'BSB (FSB E "EEB OFMMB BUUVBMF TFEF RVBOEP capacità di ottima pianificazione e JO B[JFOEB DJ TJ EFEJDÛ BMMP TWJMVQQP EFMMB QSJNB NBDDIJOB QFS MB QSPEV[JPOF EJ DBNNF naturalmente una risposta pronta ed HMPCPJEBMJ DPHMJFOEP DPO UFNQJTNP MB DSFTDFOUF EPNBOEB EFM NFSDBUP EJ TJTUFNJ EFTUJOBUJ efficiente al cliente. Lavoriamo con il TPQSBUUVUUP BM̓TFUUPSF EFMMF NBDDIJOF BVUPNBUJDIF /FM MB QSPEV[JPOF EFJ SPUPCMPDL gestionale Sap Business One, la soluNFDDBOJTNJ DPNQMFTTJ DIF JNQJFHBOP BM MPSP JOUFSOP VO TJTUFNB B DBNNB HMPCPJEBMF zione integrata per le piccole medie EJWFOOF MB QSJODJQBMF BUUJWJUË EFMM B[JFOEB -B HSBOEF WFSTBUJMJUË EFM EJWJTPSF B TUB[JPOJ aziende di Sap, azienda leader nel setSPUPCMPDL BCCJOBUB BMMB WBSJFUË EFJ TJTUFNJ B DBNNB QFSNJTF QPJ BMM B[JFOEB EJ SFBMJ[[BSF tore che ci ha riconosciuto, tempo fa, TJTUFNJ NFDDBOJDJ BODIF DPNQMFTTJ JO HSBEP EJ TPEEJTGBSF MF QJá TWBSJBUF SJDIJFTUF EFM essere la migliore fabbrica nell’impleDMJFOUF "MM JOJ[JP EFHMJ BOOJ EVFNJMB TJ Ã’ JODPNJODJBUP B QSPHFUUBSF NBDDIJOF BVUPNBUJDIF mentazione del sistema di gestione. TGSVUUBOEP BQQJFOP MB HSBOEF WBSJFUË EJ EJTQPTJUJWJ QSPEPUUJ DIF QBSUFOEP EB VO VOJDP Un premio importante che indica DPNBOEP HFOFSBOP NPWJNFOUJ QFSGFUUBNFOUF TJODSPOJ[[BUJ F DPTUJUVJTDPOP JM DVPSF una buona risposta anche da parte BQQVOUP EFMMF NBDDIJOF BVUPNBUJDIF dei vostri addetti. %B BMMPSB TPOP USBTDPSTJ PMUSF BOOJ F Sonzogni Camme QSPEVDFOEP EBMMB TFNQMJDF Sì, siamo molto soddisfatti di come i DBNNB BMMB NBDDIJOB QJá DPNQMFTTB IB DPOUJOVBUP B DSFTDFSF HJVOHFOEP PHHJ BE nostri dipendenti abbiano applicato da BWFSF RVBTJ EJQFOEFOUJ F DJSDB NJMJPOJ EJ GBUUVSBUP subito le nuove innovazioni. Reperire C.S. forza-lavoro altamente qualificata non è affatto semplice, soprattutto da impiegare nell’ufficio tecnico. Anche per questo motivo tendiamo a limitare al massimo il turnover, Per quel che riguarda invece la produzione troviamo percosì da garantire che la formazione e l’esperienza acquisita sonale altamente qualificato presso le scuole tecniche di dai lavoratori si traduca in un vantaggio di lungo periodo. Treviglio, con le quali ci manteniamo costantemente colPossiamo affermare che il basso turnover è motivato an- legati. Durante l’anno accogliamo volentieri studenti per che dalle tutele integrative che garantite alla vostra forza- stage in azienda. Noi abbiamo l’opportunità di verificare lavoro? capacità e interesse dei ragazzi e per loro è una utile paleIn Sonzogni Camme, fin dal 1964, c’è sempre stata una stra prima dell’ingresso al mondo del lavoro. grande attenzione alle persone che lavorano in azienda. Si è iniziato offrendo piccoli vantaggi fino a riconoscere Le imprese italiane, perlopiù a carattere familiare di tutele ben oltre i dettati di legge sulla conservazione del piccole-medie dimensioni, subiscono di norma gravi conposto di lavoro, piuttosto che il part-time concesso a tut- traccolpi nel passaggio generazionale. Una struttura fortete le dipendenti che lo richiedono, la creazione di posti mente verticistica – il fondatore che tutto vede e decide in job-sharing, le convenzioni sanitarie, le trasferte pagate – si rivela una grave debolezza quando la seconda geneal cento percento e molte altre facilitazioni che formano razione si avvicenda alla guida dell’azienda. In Sonzogni oggi un vero e proprio sistema di welfare, che quest’anno ci Camme i figli dei fondatori hanno avuto la lungimiranza ha fruttato il premio nazionale PMI Welfare Index. Un im- di avviare una riorganizzazione aziendale che fosse adeportante riconoscimento che vogliamo condividere con i guata a sostenere l’importante sviluppo, sia quantitativo nostri dipendenti, erogando un voucher come premio stra- che qualitativo, dell’impresa. L’ingresso di manager esterordinario oltre a quello previsto dal contratto nazionale. ni, un organigramma ben strutturato che evidenzia comOggi il lavoro per i giovani costituisce una vera incogni- petenze e responsabilità nelle diverse funzioni aziendali, ta. Come integrate le nuove leve in azienda e quali proble- una leadership capace di motivare i dipendenti e renderli mi riscontrate nella formazione dei neo-diplomati? protagonisti dei miglioramenti aziendali, costituiscono, Come dicevo è più difficile reperire personale da inserire insieme alla capacità di sviluppare il prodotto e le nuove nell’ufficio tecnico, dove preferibilmente cerchiamo per- tecnologie, un importante punto di partenza per affrontare sone che abbiano già acquisito una esperienza lavorativa. e vincere le sfide del futuro.

Sonzogni Camme: l’evoluzione del prodotto

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Personaggi

“C Antonio Massari straniero sulla terra di Daniela Regonesi

ph Cacciatore

Incontriamo l’artista salentino, già docente a Treviglio

onosco albero per albero, stagione per stagione, la campagna che va da Milano a Bergamo e da Bergamo alle Valli e dei treni, tranne l’orario, so tutto”, così scriveva nel 1980 Antonio Massari, artista salentino nato a Lecce nel 1932. Sono gli anni ‘70 quando comincia a lavorare a Verdello, come applicato di segreteria, diventando poi un indimenticabile insegnante alla scuola media Tommaso Grossi di Treviglio. Da qualche anno è tornato nella sua Puglia, che recentemente gli ha tributato il diploma accademico honoris causa (vedi box), ma certi legami – di storia, affetto e amicizia – superano le barriere dello spazio e del tempo. «Treviglio è la mia seconda patria», non esita a confermare quando lo raggiungo telefonicamente: all’apparenza è un po’ stanco, come lui stesso mi conferma, ma la voce non maschera né trattiene la gentilezza, la passione e la determinazione che l’hanno sempre accompagnato. Mi spiega che l’onorificenza ricevuta da parte dell’Accademia delle Belle Arti di Lecce è «del tutto inaspettata», e che non è pentito della scelta di ritornare a casa: «Quello che dovevo fare a Milano l’avevo fatto tutto: mostre a Tokyo, negli Stati Uniti, negli Emirati Arabi Uniti, in Russia, in Israele, America Latina, Cina, in Europa, in tutta Italia. Ho esposto in tutto il mondo. Non mi sono recato personalmente in quei Paesi perché ho paura dell’aereo, e quindi ho mandato sempre e solo i quadri. E così sono ritornato a Lecce. Non penso di fare altre mostre. Faccio ancora qualche ritratto a matita». L’attività espositiva di Massari è stata negli anni davvero notevole, e anche Treviglio gli ha reso omaggio con un’ampia antologica nel 1996, e a seguire nel 2005, presso il Centro Civico, e con una monografica nel 2013 presso Spazio19.

“IL MECCANICO DELLE ACQUE”, questa la definizione data ad Antonio Massari negli anni ’70 dal critico d’arte francese Pierre Restany, un omaggio all’appassionato e minuzioso lavoro di ricerca che l’artista ha sviluppato in trentacinque anni. Una vasca da bagno colma d’acqua, gocce di inchiostro di china sapientemente dosati e il giusto miscuglio tra rigore delle leggi fisiche e stupore e meraviglia fanciulleschi (fonte d’ispirazione il ricordo affascinante dell’iridescenza della benzina sulle pozzanghere). La prima carta assorbente è bergamasca, nata nel 1963 a Clusone, e ad essa hanno fatto seguito numerose e disparate sperimentazioni, con l’utilizzo di materiali diversi – come le sfere di polistirolo espanso delle “Carte elettriche”, gli schermi di carta velina dei “Frattili o Carte di Mozart” o quelli di spago o nastro delle “Carte di Turandot”, gli schermi di borotalco delle “Pulsar” o i “Capelli di Milvia”, con veri capelli – finché Massari non ha ritenuto di aver percorso ogni strada possibile e di aver concluso la sua ricerca. Sperimentazione che, purtroppo, non è stata compresa appieno: «La risposta del prossimo all’invenzione delle carte assorbenti – spiega l’artista – non è stata adeguata ad una invenzione. È stata trattata come normale amministrazione, invece le carte assorbenti sono state un’invenzione, una pittura di invenzione». D.R.

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“IN CONSIDERAZIONE DEL GRANDISSIMO CONTRIBUTO portato alla valorizzazione della cultura, della ricerca e della sperimentazione nel settore delle Arti Visive, nella sua unicitĂ e nelle sue complesse e varie articolazioniw M Accademia di Belle Arti di Lecce IB DPOGFSJUP JM NBHHJP TDPSTP JM %JQMPNB "DDBEFNJDP )POPSJT $BVTB BE Antonio Massari /FMM PDDBTJPOF PMUSF BM GBNPTP HSVQQP NVTJDBMF Negramaro MB CFOFNFSFO[B o iJO BSUJ WJTJWF F EJTDJQMJOF EFMMP TQFUUBDPMPw o Ă’ TUBUB SJDPOPTDJVUB BODIF BJ QJUUPSJ Tonino Caputo FE Ercole Pignatelli OFMM PUUJDB EJ VO iomaggio alla complessa e costante attivitĂ dei tre artisti, nati tutti negli anni Trenta, protagonisti della pittura della seconda metĂ del XX secolo ma che non hanno mai interrotto i rapporti con la loro cittĂ natale dove, in questo ultimo periodo, hanno accentuato la loro presenza in un viaggio a ritroso nella storia personale e collettivaw *M MFHBNF EJ BGGFUUP DIF BDDPNQBHOB .BTTBSJ EPQP JM USBTGFSJNFOUP EFGJOJUJWP B -FDDF Ă’ TUBUP UFTUJNPOJBUP EBMMB QSFTFO[B BMMB DFSJNPOJB EJ BMDVOJ BNJDJ EJ MVOHB EBUB EVF CSJHOBOFTJ QFS MF RVBMJ M BSUJTUB OFHMJ BOOJ Ă’ EJWFOUBUP iQBSUF EFMMB GBNJHMJBw FE VOB DPQQJB EJ NFEJDJ NJMBOFTJ DPOPTDJVUJ EVSBOUF J USBHJUUJ EB QFOEPMBSJ DIF DPOEVDFWBOP B 5SFWJHMJP M VOP BE JOTFHOBSF F HMJ BMUSJ BM MBWPSP QSFTTP M PTQFEBMF D.R.

ph Appiani

Degli anni da pendolare tra Milano – dove si era trasferito nel 1970 – e Treviglio ricorda ÂŤil corniciaio Frecchiami che è stato mio alunno, un caro collega e la Galleria Ferrari. E poi gli alunni. Gli alunni tutti tutti. Un po’ di nostalgia c’è, ammette. Si definisce un insegnante ÂŤpermissivo, che lasciava grande libertĂ , perchĂŠ la libertà è la prima virtĂš dell’artistaÂť e lui stesso mi conferma di aver sempre liquidato tutti gli attacchi alla sua. Del resto non gli sarebbe stato possibile praticare la sperimentazione tecnica e visiva delle carte assorbenti (vedi box), lungo quella strada che lui stesso ha definito “durissima, ma illuminata di tanto in tanto da un momento felice: un sorso d’aria, prima di andare piĂš in lĂ â€?. Un talento anche nella scrittura, quello di Massari, che infatti ci tiene a ricordare: ÂŤHo scritto un libro, su un amico pittore, Edoardo (De Candia, ndr), una monografia sulla mia vita, che comprende tutti i lavori, comprese le carte assorbenti, e un altro libro di scritti “Io sono straniero sulla terraâ€?Âť. E quando gli chiedo se si senta ancora straniero sulla Terra mi risponde sorridente: ÂŤSempre, perchĂŠ non prendo in considerazione lo sport, soprattutto il calcio, e la modaÂť. Del resto il maestro si è definito “un pittore figurativo in un secolo astrattoâ€?, “la persona sbagliata al posto sbagliatoâ€?, “uno che non milita sotto bandiera alcuna e non si considera nemmeno l’artefice dei suoi lavoriâ€?, “partito come pittore maestro e arrivato come alunnoâ€?. Alunno innanzitutto del padre Michele – pittore figurativo che, rifiutatosi di prendere la tessera del partito fascista, si vedrĂ revocato l’incarico di insegnante presso l’Istituto d’Arte – che non esita definire ÂŤirraggiungibile. Io ho fatto molto, però tutto quello che ha fatto mio padre io non avrei potuto farlo. Studiava anche il moto perpetuo, che non ha portato a termine per interruzione della vitaÂť. Un padre perso presto, a dieci anni, cosĂŹ come era accaduto a Saint-ExupĂŠry, autore del “libro del cuoreâ€? di Massari: Antonio e Antoine, pittore e scrittore con la paura del volo il primo, aviatore e autore del capolavoro “il Piccolo Principeâ€? e delle relative iconiche illustrazioni il secondo. Sono tanti i punti di convergenza tra uno dei romanzi di formazione per eccellenza e la produzione dell’artista salentino, che ne ha sempre proposto la lettura ai suoi studenti; ad esempio gli faccio notare che lo studio, lo sviluppo e l’applicazione della meccanica dei fluidi all’arte ha richiesto molta pazienza, quella stessa pazienza che la Volpe spiegava al Piccolo Principe essere necessaria per diventare amici, addomesticarsi, volendo bene alle cose e alle persone, prendendosene cura sapendo comunque che si potrĂ soffrire, cosĂŹ come è una sofferenza il fatto che il mondo non abbia “capitoâ€? le carte assorbenti. Massari chiosa: ÂŤPrima o poi mi saranno riconosciute come un’invenzioneÂť. Nemmeno la sua seconda patria ÂŤha fatto abbastanzaÂť, mentre riconosce che ÂŤTreviglio, per la cultura in generale, è piuttosto disposta beneÂť; cosĂŹ come lo sono i giovani, nei quali non manca l’amore per l’arte e le cose belle: ÂŤsono disposti e disponibili. C’è speranzaÂť. E mentre mi spiega che il rosa e l’azzurro sono i suoi colori, pur non sapendone il perchĂŠ – ÂŤSono fatti indiscutibiliÂť – mi chiedo come siano state guardate le sue opere, perchĂŠ, come la Volpe ha insegnato al bambino dai capelli d’oro, “non si vede bene che col cuore. L’essenziale è invisibile agli occhiâ€?.

Diploma Accademico Honoris Causa

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Giovani

La solidarietà pedala grazie ai ragazzi dell’oratorio Le biciclette sono state restaurate durante il Grest e messe all’asta. I fondi raccolti serviranno ad aiutare un paese terremotato nelle Marche di Alessandra Portesani

“C

inquecento e uno, cinquecento e due, cinquecento e tre. Aggiudicato!”. I fondi raccolti con la particolare asta di beneficenza, ideata e organizzata dall’Oratorio San Luigi Gonzaga di Caravaggio, sono arrivati nelle Marche, a Camerino, una delle zone più colpite dal sisma che ha messo in ginocchio buona parte del Centro Italia. Ad essere battute all’asta sono state le biciclette restaurate dai ragazzi del Grest. La gara di solidarietà vera e propria, legata al centro estivo, si è svolta a metà luglio nel centro giovanile del paese, ma la preparazione degli oggetti venduti è iniziata parecchio tempo prima. «L’attività che ha coinvolto i ragazzi delle scuole medie e i loro animatori – racconta il curato dell’oratorio, don Matteo – è stata pensata per aiutare i nostri fratelli terremotati. Per arrivare preparati all’asta di luglio siamo partiti ancora a giugno. Abbiamo iniziato il nostro progetto benefico raccogliendo biciclette usate e che nessuno voleva più: abbiamo svuotato le cantine o preso le due ruote destinate alla discarica». Ferri vecchi insomma che gli adolescenti, con l’aiuto di un esperto, hanno raccolto e sistemato durante il Grest.

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E, solamente una volta restaurate alla perfezione, queste due ruote sono state battute all’asta. «I ragazzi – continua don Matteo – si sono adoperati per ripararle grazie ovviamente al preziosissimo e gratuito aiuto dell’ex ciclista Pino Cozzi. Lui ci ha dato una mano notevole perché ci voleva l’attenzione e la professionalità di un esperto per rimettere a nuovo, e anche in sicurezza, le due ruote che siamo riusciti a recuperare. Una volta sistemate le abbiamo battute all’asta ed è stato un vero e proprio successo. Da questo evento, molto sentito e partecipato, abbiamo ricavato oltre cinquecento euro». Fondi che hanno viaggiato per 546 chilometri e sono stati consegnati poco tempo fa: la destinazione era una delle Parrocchie che ha risentito pesantemente del sisma, quella di Camerino San Severino. Una sorpresa gradita per l’intera comunità marchigiana che ha ringraziato per il pensiero e l’impegno tutti quelli che hanno contribuito. Ma la lodevole iniziativa di carità su due ruote non è stata l’unico evento benefico progettato dai ragazzi dell’oratorio e dal loro curato: tra le proposte realizzate non è mancata anche la vendita delle magliette disegnate dai giovani.


DAGLI ADOLESCENTI DELL’ORATORIO DI CARAVAGGIO BE BUMFUJ F QPMJUJDJ EJ GBNB JOUFSOB[JPOBMF BODIF USB J WJQ JOGBUUJ TPOP JNQB[[BUF MF BTUF EJ TPMJEBSJFUË -F HBSF BWWJBUF BODIF BUUSBWFSTP MB QJBUUBGPSNB iCharityStarsw EB QFSTPOBHHJ GBNPTJ TPOP TUBUF QFOTBUF DPO MP TDPQP EJ SBDDPHMJFSF GPOEJ QFS MB $SPDF 3PTTB *UBMJBOB JNQFHOBUB OFMM FNFSHFO[B UFSSFNPUP 5SB MF QJá QBSUJDPMBSJ F DPTUPTF OPO QPTTJBNP OPO DJUBSF MB DFOB DPO M FY QSFNJFS 4JMWJP #FSMVTDPOJ OFMMB TVB SFTJEFO[B BE "SDPSF - BTUB DIF SJDFWFUUF CFO PGGFSUF TF MB BHHJVEJDÛ QFS NJMB FVSP VOB EPOOB MB RVBMF EJTTF EJ BWFS QBSUFDJQBUP QFS GBSF VO SFHBMP BMMB OPOOB EB TFNQSF FTUJNBUSJDF EFMM FY QSFNJFS 6O JEFB TJNJMF B RVFMMB EFM MFBEFS EJ 'PS[B *UBMJB DPO M BHHJVOUB EJ EVF QPTUJ OFM TVP TLZCPY GV RVFMMB EJ .BTTJNJMJBOP "MMFHSJ - BTUB TJ DIJVTF B QPDP QJá EJ NJMB FVSP QPDP NFOP EFMM BQFSJUJWP DPTUBUP B VO UJGPTP EFMM FY OFSB[[VSSP 4UFWBO +PWFUJD %VF HSBOEJ DBNQJPOJ EFM DBMDJP JUBMJBOP̓TJ FSBOP JOWFDF iTGJEBUJw B TVPO EJ EJWJTF (JBOMVJHJ #VGGPO̓IB JOWJBUP MB TVB NBHMJB OVNFSP VOP EFMMB +VWFOUVT PSJHJOBMF F BVUPHSBGBUB B TGJEBSMP B DPMQJ EJ TPMJEBSJFUË QSJNB EJ BGGSPOUBSMP JO DBNQP Ã’ TUBUP BODIF JM OBQPMFUBOP̓-PSFO[P *OTJHOF̓DIF IB SFHBMBUP MB NJUJDB EFM /BQPMJ %BM SFUUBOHPMP WFSEF BMMB QJTDJOB OPO EB NFOP MB QMVSJ NFEBHMJBUB 'FEFSJDB 1FMMFHSJOJ MB RVBMF NJTF JO QBMJP MB QSPQSJB DVGGJB 3FTUBOEP JO BDRVB OPO QPUFWBOP MF NBHMJF BVUPHSBGBUF EB 7BMFOUJOP (BMMP F EB UVUUF MF B[[VSSF EFM OVPUP TJODSPOJ[[BUP EVF QSF[JPTJ DJNFMJ BSSJWBUJ EJSFUUBNFOUF EBMMF 0MJNQJBEJ EJ 3JP

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A.S.D. ACOS

Testatina-occhiello

DA FARE

10/09/17 1ª GIORNATA 14/01/18 17/09/17 2ª GIORNATA 21/01/18 24/09/17 3ª GIORNATA 28/01/18 1/10/17 4ª GIORNATA ACOS – R.C. CODOGNO

ATLETICO S. GIULIANO – RIVOLTANA BASIANO MASATE – TRITIUM CASALMAIOCCO – U. BASSO PAVESE CASTELLEONE – REAL MELEGNANO ROMANENGO – TRIBIANO SANT’ANGELO – SORESINESE SETTALESE – PAULLESE

PAULLESE – TRIBIANO R.C. CODOGNO – BASIANO MASATE REAL MELEGNANO – CASALMAIOCCO RIVOLTANA – CASTELLEONE

ROMANENGO – ACOS

SORESINESE – SETTALESE TRITIUM – ATLETICO S. GIULIANO U. BASSO PAVESE – SANT’ANGELO

ACOS – PAULLESE

ATLETICO S. GIULIANO – R.C. CODOGNO BASIANO MASATE – ROMANENGO CASALMAIOCCO – RIVOLTANA CASTELLEONE – TRITIUM REAL MELEGNANO – U. BASSO PAVESE SETTALESE – SANT’ANGELO TRIBIANO – SORESINESE

4/02/18

PAULLESE – BASIANO MASATE R.C. CODOGNO – CASTELLEONE RIVOLTANA – REAL MELEGNANO ROMANENGO – ATLETICO S. GIULIANO SANT’ANGELO – TRIBIANO

SORESINESE – ACOS

TRITIUM – CASALMAIOCCO U. BASSO PAVESE – SETTALESE

PROMOZIONE

5/11/17 9ª GIORNATA 11/03/18 12/11/17 10ª GIORNATA 18/03/18 19/11/17 11ª GIORNATA 25/03/18 26/11/17 12ª GIO ATLETICO S. GIULIANO – TRIBIANO

ACOS – ATLETICO S. GIULIANO

BASIANO MASATE – ACOS

PAULLESE – TRITIUM ROMANENGO – R.C. CODOGNO SANT’ANGELO – REAL MELEGNANO SETTALESE – CASALMAIOCCO SORESINESE – RIVOLTANA TRIBIANO – CASTELLEONE U. BASSO PAVESE – BASIANO MASATE

CASALMAIOCCO – SANT’ANGELO CASTELLEONE – SETTALESE R.C. CODOGNO – U. BASSO PAVESE REAL MELEGNANO – SORESINESE RIVOLTANA – PAULLESE TRITIUM – ROMANENGO

ATLETICO S. GIULIANO – BASIANO MASATE CASALMAIOCCO – TRIBIANO

CASTELLEONE – ACOS R.C. CODOGNO – PAULLESE REAL MELEGNANO – SETTALESE RIVOLTANA – SANT’ANGELO ROMANENGO – U. BASSO PAVESE TRITIUM – SORESINESE

ACOS – CASA

BASIANO MASATE PAULLESE – R SANT’ANGEL SETTALESE – SORESINESE – TRIBIANO – REA U. BASSO PAVESE – A

Segui il campionato dell’ACOS su ZONA MISTA: tutti i lun IV t tribuna magazine t Settembre 2017


S 2017-2018

Testatina-occhiello

DA FARE

8/10/17 5ª GIORNATA 11/02/18 15/10/17 6ª GIORNATA 18/02/18 22/10/17 7ª GIORNATA 25/02/18 29/10/17 8ª GIORNATA 4/03/18 ACOS – SANT’ANGELO

ATLETICO S. GIULIANO – PAULLESE BASIANO MASATE – SORESINESE CASALMAIOCCO – R.C. CODOGNO CASTELLEONE – ROMANENGO REAL MELEGNANO – TRITIUM RIVOLTANA – U. BASSO PAVESE TRIBIANO – SETTALESE

PAULLESE – CASTELLEONE R.C. CODOGNO – REAL MELEGNANO ROMANENGO – CASALMAIOCCO SANT’ANGELO – BASIANO MASATE

SETTALESE – ACOS

SORESINESE – ATLETICO S. GIULIANO TRITIUM – RIVOLTANA U. BASSO PAVESE – TRIBIANO

E – GIRONE E

ACOS – TRIBIANO

ATLETICO S. GIULIANO – SANT’ANGELO BASIANO MASATE – SETTALESE CASALMAIOCCO – PAULLESE CASTELLEONE – SORESINESE REAL MELEGNANO – ROMANENGO RIVOLTANA – R.C. CODOGNO TRITIUM – U. BASSO PAVESE

PAULLESE – REAL MELEGNANO R.C. CODOGNO – TRITIUM ROMANENGO – RIVOLTANA SANT’ANGELO – CASTELLEONE SETTALESE – ATLETICO S. GIULIANO SORESINESE – CASALMAIOCCO TRIBIANO – BASIANO MASATE

U. BASSO PAVESE – ACOS

ORNATA 8/04/18 3/12/17 13ª GIORNATA 15/04/18 10/12/17 14ª GIORNATA 22/04/18 17/12/17 15ª GIORNATA 29/04/18

ALMAIOCCO

E – CASTELLEONE ROMANENGO LO – TRITIUM – RIVOLTANA R.C. CODOGNO AL MELEGNANO ATLETICO S. GIULIANO

CASALMAIOCCO – BASIANO MASATE CASTELLEONE – ATLETICO S. GIULIANO PAULLESE – U. BASSO PAVESE R.C. CODOGNO – SANT’ANGELO

REAL MELEGNANO – ACOS RIVOLTANA – TRIBIANO ROMANENGO – SORESINESE TRITIUM – SETTALESE

ACOS – RIVOLTANA ATLETICO S. GIULIANO – CASALMAIOCCO BASIANO MASATE – REAL MELEGNANO CASTELLEONE – U. BASSO PAVESE SANT’ANGELO – ROMANENGO SETTALESE – R.C. CODOGNO SORESINESE – PAULLESE TRIBIANO – TRITIUM

CASALMAIOCCO – CASTELLEONE PAULLESE – SANT’ANGELO R.C. CODOGNO – TRIBIANO REAL MELEGNANO – ATLETICO S. GIULIANO RIVOLTANA – BASIANO MASATE ROMANENGO – SETTALESE

TRITIUM – ACOS U. BASSO PAVESE – SORESINESE

nedì sera su www.tribunatv.tv e facebook.com/tribunatv1 Settembre 2017 t tribuna magazine t I


C.S. TREVIGLI Testatina-occhiello

DA FARE

10/09/17 1ª GIORNATA 14/01/18 17/09/17 2ª GIORNATA 21/01/18 24/09/17 3ª GIORNATA 28/01/18 1/10/17 4ª GIORNATA ALBINOGANDINO – VIMERCATESE O. ARCELLASCO ERBA – LUCIANO MANARA BRUGHERIO – NIBIONNOGGIONO

CAPRINO – TREVIGLIESE

CISANESE – MARIANO SONDRIO – B. C. MERATE VERDELLO – CASATESEROGOREDO VILLA D’ALMÈ – MAPELLO

CASATESEROGOREDO – B. C. MERATE LUCIANO MANARA – CISANESE MAPELLO – ARCELLASCO ERBA MARIANO – ALBINOGANDINO NIBIONNOGGIONO – VERDELLO SONDRIO – CAPRINO

TREVIGLIESE – VILLA D’ALMÈ VIMERCATESE O. – BRUGHERIO

ALBINOGANDINO – LUCIANO MANARA

ARCELLASCO ERBA – TREVIGLIESE B. C. MERATE – NIBIONNOGGIONO CAPRINO – CASATESEROGOREDO CISANESE – MAPELLO MARIANO – VIMERCATESE O. VERDELLO – BRUGHERIO VILLA D’ALMÈ – SONDRIO

4/02/18

BRUGHERIO – B. C. MERATE CASATESEROGOREDO – VILLA D’ALMÈ LUCIANO MANARA – MARIANO MAPELLO – ALBINOGANDINO NIBIONNOGGIONO – CAPRINO SONDRIO – ARCELLASCO ERBA

TREVIGLIESE – CISANESE

VIMERCATESE O. – VERDELLO

ECCELLENZ A

5/11/17 9ª GIORNATA 11/03/18 12/11/17 10ª GIORNATA 18/03/18 19/11/17 11ª GIORNATA 25/03/18 26/11/17 12ª GIO ALBINOGANDINO – BRUGHERIO ARCELLASCO ERBA – B. C. MERATE CISANESE – VERDELLO LUCIANO MANARA – CASATESEROGOREDO MAPELLO – SONDRIO MARIANO – NIBIONNOGGIONO

TREVIGLIESE – VIMERCATESE O. VILLA D’ALMÈ – CAPRINO

B. C. MERATE – CISANESE BRUGHERIO – MARIANO CAPRINO – ARCELLASCO ERBA CASATESEROGOREDO – MAPELLO NIBIONNOGGIONO – LUCIANO MANARA

SONDRIO – TREVIGLIESE VERDELLO – ALBINOGANDINO VIMERCATESE O. – VILLA D’ALMÈ

ALBINOGANDINO – B. C. MERATE ARCELLASCO ERBA – VILLA D’ALMÈ CISANESE – CAPRINO LUCIANO MANARA – BRUGHERIO MAPELLO – NIBIONNOGGIONO MARIANO – VERDELLO SONDRIO – VIMERCATESE O.

TREVIGLIESE – CASATESEROGOREDO

B. C. MERATE BRUGHERIO CAPRINO – ALB CASATESEROGOR

NIBIONNOGGIONO

VERDELLO – LUC VILLA D’ALMÈ VIMERCATESE O. – A

Segui il campionato della Trevigliese su ZONA MISTA: tutti i II t tribuna magazine t Settembre 2017


IESE 2017-2018 Testatina-occhiello

DA FARE

8/10/17 5ª GIORNATA 11/02/18 15/10/17 6ª GIORNATA 18/02/18 22/10/17 7ª GIORNATA 25/02/18 29/10/17 8ª GIORNATA 4/03/18 ALBINOGANDINO – TREVIGLIESE

ARCELLASCO ERBA – CASATESEROGOREDO B. C. MERATE – VERDELLO CAPRINO – BRUGHERIO CISANESE – SONDRIO LUCIANO MANARA – VIMERCATESE O. MARIANO – MAPELLO VILLA D’ALMÈ – NIBIONNOGGIONO

BRUGHERIO – VILLA D’ALMÈ CASATESEROGOREDO – CISANESE MAPELLO – LUCIANO MANARA NIBIONNOGGIONO – ARCELLASCO ERBA SONDRIO – ALBINOGANDINO

ALBINOGANDINO – CASATESEROGOREDO ARCELLASCO ERBA – BRUGHERIO CAPRINO – B. C. MERATE CISANESE – NIBIONNOGGIONO

LUCIANO MANARA – TREVIGLIESE

B. C. MERATE – VILLA D’ALMÈ BRUGHERIO – CISANESE CASATESEROGOREDO – MARIANO NIBIONNOGGIONO – ALBINOGANDINO SONDRIO – LUCIANO MANARA

TREVIGLIESE – MARIANO

MAPELLO – VIMERCATESE O. MARIANO – SONDRIO VILLA D’ALMÈ – VERDELLO

VERDELLO – ARCELLASCO ERBA VIMERCATESE O. – CAPRINO

VERDELLO – CAPRINO VIMERCATESE O. – B. C. MERATE

TREVIGLIESE – MAPELLO

A – GIRONE B

ORNATA 8/04/18 3/12/17 13ª GIORNATA 15/04/18 10/12/17 14ª GIORNATA 22/04/18 17/12/17 15ª GIORNATA 29/04/18

E – MARIANO – MAPELLO BINOGANDINO REDO – SONDRIO

O – TREVIGLIESE

CIANO MANARA È – CISANESE ARCELLASCO ERBA

ALBINOGANDINO – VILLA D’ALMÈ CASATESEROGOREDO – VIMERCATESE O. CISANESE – ARCELLASCO ERBA LUCIANO MANARA – B. C. MERATE MAPELLO – VERDELLO MARIANO – CAPRINO SONDRIO – NIBIONNOGGIONO

ARCELLASCO ERBA – ALBINOGANDINO B. C. MERATE – MAPELLO BRUGHERIO – SONDRIO CAPRINO – LUCIANO MANARA CISANESE – VIMERCATESE O. NIBIONNOGGIONO – CASATESEROGOREDO

ALBINOGANDINO – CISANESE CASATESEROGOREDO – BRUGHERIO LUCIANO MANARA – VILLA D’ALMÈ MAPELLO – CAPRINO MARIANO – ARCELLASCO ERBA SONDRIO – VERDELLO

VERDELLO – TREVIGLIESE

TREVIGLIESE – B. C. MERATE

TREVIGLIESE – BRUGHERIO

VILLA D’ALMÈ – MARIANO

VIMERCATESE O. – NIBIONNOGGIONO

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Testatina-occhiello

DA FARE

PRIMA

DOPO

VAPORIZZAZIONE POLTRONE Pulizia e lavaggio

Igienizza e toglie qualsiasi

Vivere e lavorare in un ambiente

pulito e sano! Treviglio - Tel 0363 562013 @la_trevidue

32 t tribuna magazine t Settembre 2017


Ambiente

Osserviamo il cielo con il Centro Meteo Treviglio Paolo Lauritano ci illustra le attività della stazione meteo che dal 2009 guarda con occhio attento sopra e intorno a noi di Daria Locatelli

O

ggi ci sarà il sole o la pioggia? Scenderà la nebbia? Il tempo sarà clemente nel weekend? Sono le domande che ciascuno di noi spesso si rivolge nella quotidianità e che, per dare loro risposta, si affida ai bollettini meteo che, oggigiorno, spopolano in televisione, sul web e nelle applicazioni per cellulari. Si richiede la massima precisione, il miglior dettaglio sull’orario in cui i fenomeni occorreranno, lasciandosi scappare qualche improperio in caso la realtà non corrisponda a quanto annunciato. Guardare il cielo e osservarne con minuziosità il comportamento per taluni non sono soltanto delle pratiche legate alla pianificazione delle proprie attività, ma assumono anche una cornice di passione che rende loro stesse le protagoniste di ogni giorno. È questo il caso del trevigliese Paolo Lauritano, il quale ha dato forma e sostanza a questo suo innato interesse con il Centro Meteo Treviglio. A settembre 2009, infatti, Paolo ha installato, osservando le regole mondiali WMO, una stazione meteo in una zona industriale della città, struttura certificata dal Centro Meteo Lombardo (CML). Tutti i dati rilevati quotidianamente in tempo reale, come temperatura, pressione, vento, precipitazioni, vengono raccolti ed inviati al CML, per poi essere pubblicati sul sito www.meteotreviglio.com, oltre che essere registrati sul server ogni 5 minuti, con un’archiviazione giornaliera, mensile ed annuale. La stazione, dotata di due webcam rivolte a nord e a sud di Treviglio, è autoalimentata da un sistema green, lavorando con l’ausilio di pannelli solari nelle ore diurne e grazie a delle batterie tampone di notte. Lo sviluppo del sito e dei software ha richiesto due anni di lavoro che Lauritano, autodidatta, motiva così: «Fin da bambino avevo la passione per il cielo. Ricordo che

da piccolo lasciavo fuori dei piatti di carta con dell’acqua per vedere se ghiacciava o dei termometri per misurare caldo e freddo. Crescendo, poi, ho sempre avuto un grande amore per la neve e ho investito tutte le mie energie per rendere sistematico il richiamo personale verso i fenomeni meteorologici e per studiare con maggiore professionalità i microclimi diversi in cui viviamo». Il Centro Meteo Treviglio è diventato un punto di riferimento per i cittadini che, soprattutto a mezzo social (www.facebook.com/MeteoTreviglio), si scambiano e richiedono informazioni, avvisi, fotografie, testimonianze degli accadimenti del cielo, dimostrando – come Paolo conferma – quanto questo argomento sia parte integrante di ogni nostro giorno. Lauritano è dal 2012 al lavoro su un ulteriore sviluppo in tale ambito, il cosiddetto WRF Model (Weather Research and Forecasting): «Il WRF è un modello di previsione meteorologica a scala ridotta LAM (Limited Area Model) che si presta a simulare le dinamiche atmosferiche nel breve periodo, solitamente non più di 24/48 ore. Lo scopo del modello è quello di simulare, attraverso dei parametri configurati in precedenza, l’evoluzione dell’atmosfera nei 2 giorni successivi in modo da elaborare mappe meteorologiche che mostrino i possibili sviluppi del tempo. Il risultato finale di questo lavoro sono delle mappe a colori che indicano temperature, venti, pressione, precipitazioni e molti altri parametri che i previsori possono utilizzare per un’ipotesi per i giorni successivi». Incuriosita, chiedo a Paolo quale sia per lui il fenomeno atmosferico più affascinante e risponde: «oltre alla neve, sicuramente il tornado. Ogni stagione, però, ha la sua magia, che stia in un fulmine, nella nebbia, o nel sole più caldo». Lasciamo, allora, che il cielo ci stupisca, in tutte le sue forme e colori.

Settembre 2017 t tribuna magazine t 33


Libri

La Dea della giovinezza di Stefano Dati

D

opo lo straordinario campionato di calcio, da poco lasciato alle spalle, con la conquista del quarto posto in classifica, l’Atalanta Bergamasca Calcio ritorna nel calcio europeo dopo 26 anni, un’impresa sportiva che Stefano Scarpellini e Stefano Corsi hanno voluto sottolineare con la pubblicazione di un libro scritto a quattro mani dal titolo La Dea della giovinezza (Bolis Edizioni). Il volume racconta in 150 pagine aneddoti, ritratti e storie inedite di quel settore giovanile bergamasco dove i giovani erano seguiti passo dopo passo all’interno di quella che molti hanno definito “la fabbrica dei campioni di Zingonia”, da dove sono emersi molti campioni che hanno contribuito alle vittorie di tante società di calcio italiane blasonate, che per anni sono state considerate le numero uno in Europa e nel mondo. Il libro, con le prefazioni del giornalista e scrittore di Luigi Garlando, è stato presentato nel mese di giugno, messe da parte le emozioni vissute per il successo ottenuto dalla squadra bergamasca in campionato. Gli autori hanno messo in evidenza l’eccellenza del vivaio nerazzurro non solo raccontando di quei giovani diventati in seguito campioni ed entrati a far parte della storia del calcio italiano, ma dan-

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do anche spazio a quelle figure del backstage impegnate in ruoli meno nominati dalla stampa, tuttavia non per questo importanti in minore misura. Nella pubblicazione si trovano quindi anche i racconti inediti del “Mucci”, all’anagrafe Franco Montani, storico magazziniere con Franca Marchini. Il libro riporta anche le esperienze dei Percassi, protagonisti prima da giocatori ed in seguito proprietari della società di calcio bergamasca di cui Luca Percassi, figlio di Antonio, è amministratore delegato: “Quando si parla dei giovani dell’Atalanta, si parla di bravi giocatori e di bravi ragazzi”, si legge in un suo commento. L’opera letteraria ha preso il via nell’immaginario degli autori a partire dall’incontro di calcio Atalanta-Napoli, quando è cominciata la rivoluzione giovanile nerazzurra, per concludersi successivamente con Atalanta-Milan, dal 2 ottobre dello scorso anno al 13 maggio 2017. In quei sette mesi il progetto letterario prendeva forma seguendo il notevole impegno sul terreno di gioco dei ragazzi di Gian Piero Gasperini, che ha portato alla partecipazione dell’Europa League. Presentiamo gli autori: Stefano Corsi è nato a Bergamo nel 1964 e vi ha abitato fino a cinque anni, prima di trasferirsi a Lodi, città in cui oggi vive e insegna materie letterarie in un liceo scientifico. Per Bolis Edizioni ha pubblicato nel 2016 “Una piccola patria”. Ha all’attivo altre pubblicazioni di letteratura sportiva: “Mentre intanto l’Atalanta” (2007), “Per brevità chiamato Ibra. Il campione senza maglia” (2009), “L’Atalanta nei giorni” (2010), “Il campionato del professor Caudano” (2011), “Il blu e il nero” (2014). Ha tenuto sulle pagine de L’Eco di Bergamo due rubriche calcistico-letterarie: “Le partite della vita” e “Rime in fuorigioco”. Stefano Scarpellini, 1965, giornalista e inviato de L’Eco di Bergamo, si occupa di cronaca giudiziaria, cronaca nera e di calcio, dell’Atalanta in particolare. Ha iniziato nel 1989 a Bergamo-Oggi, per poi passare a La Voce di Bergamo e quindi a Il giornale di Bergamo. È stato collaboratore de La Repubblica, La Stampa, La Notte, L’Indipendente, Tele Unica Lombardia. Ha realizzato i testi per “Gente come noi” e “Voci, storie, immagini di un’identità”, documentario del regista Salvatore Nocita. Dal mese di giugno, dunque, i tifosi dell’Atalanta possono trovare nelle edicole e librerie “La Dea della giovinezza”, un libro che non può e non deve mancare per chi ama conoscere la storia della propria squadra del cuore, per la quale si soffre e nello stesso tempo si gioisce ad ogni pallone che entra nella rete della porta avversaria. Un volume caratterizzato da quegli aneddoti che legano orgoglio e forte temperamento dei protagonisti del gioco del calcio plasmati nella “fabbrica dei campioni di Zingonia”.


I.P.

Treviglio libri, quinta edizione di Pinuccia D’Agostino

T

orna il prossimo 9 e 10 settembre il weekend dedicato alla lettura, “Treviglio libri”, la maratona trevigliese dell’editoria indipendente che Zephyro Edizioni organizza ormai da cinque anni con il patrocinio della Provincia di Bergamo e del Comune di Treviglio. Gli amministratori della città ben sostengono questa iniziativa, ritenendola “un contributo per l’accrescimento culturale del nostro territorio”, come ha avuto modo di affermare l’Assessore Pinuccia Prandina che, con l’Assessore ed ex Sindaco Giuseppe Pezzoni e il Sindaco Imeri, parteciperà sicuramente al taglio del nastro inaugurale, sabato 9 settembre alle ore 17. Dalle 10 della mattina di sabato fino alle 20 di domenica 10 settembre, sotto i portici di via Matteotti, saranno presenti circa venti espositori, piccole case editrici provenienti da tutta Italia che illustreranno i loro libri e le ultime edizioni. Notevole anche la partecipazione degli autori che animeranno la manifestazione con le loro fatiche editoriali e conversando con il pubblico; dalle ore 15 di sabato fino alla chiusura della manifestazione sarà un alternarsi di generi letterari e di autori: si andrà dalla fantascienza con il primo libro, “Molecole” di Armando Baron, alla letteratura per ragazzi che è, come negli scorsi anni, una protagonista della fiera. L’evento ragazzi è previsto per sabato alle 16 con la presentazione di “Oltre le nuvole”, edizioni Il Ciliegio. Importante il contributo dato alla mostra dalla letteratu-

VI

LIB

Comitato organizzatore

TRE

LIO

RI

G

ra gialla con i libri nati dal Premio “Giallo indipendente” che saranno presentati alle ore 19 da Walter Manzoni per la WLM editrice, e con “Delitto in sacrestia per il commissario Martini” di Enrica Recalcati per Libere edizioni. E, infine, la storia di costume attraverso la musica, con un libro di Nicola Gervasini ancora per la WLM edizioni, un saggio che attraversa tutti i generi e gli aspetti anni ’80, la musica di plastica, le attrici maggiorate nei film erotici, gli splatter, gli arraffoni della politica, il terremoto di Mani Pulite e la crisi economica insediatasi negli anni ’90. Se ne potrà parlare alle ore 15 di domenica con l’editore e con l’autore. L’appuntamento che Zephyro ci regala ogni anno a settembre e che ha ormai una notevole rilevanza negli ambienti dell’editoria, è anche un’occasione per comunicare e discutere; non a caso gli amministratori di Treviglio e del circondario hanno scelto questa occasione per presentare sabato alle 17.20 con un dibattito sul tema “La violenza di genere e gli strumenti di contrasto”, la rete interistituzionale di Treviglio e Romano, recentemente riconosciuta da Regione Lombardia, con la partecipazione di tutte le associazioni che operano per la tutela e i diritti delle donne. Interverranno al dibattito, che sarà coordinato dalla scrittrice Claudia Reghenzi, l’Avvocato Cecilia Gipponi e il Vicesindaco di Treviglio e Assessore ai Servizi Sociali, Pinuccia Prandina.

Sabato 9/09 ore 10,00 - 20,30 Domenica 10/09 ore 10,00 - 20,00

A.CAR Edizioni | Arpeggio Libero Editrice | Babalibri Bargiglio il Gallo col Sopracciglio | Blonk | Campi di Carta | Cartacanta Editore | Città del Sole Edizioni Edizioni Paginauno | Il Ciliegio Edizioni | Kimerik | Koinè Lubrina Bramani Editore | La Pulce Curiosa | Liberedizioni | Meravigli Edizioni | Proloco Treviglio | Prospero Editore Sagoma Editore | Silele Edizioni/Eman Libri

Info: +39 0363 1901071 info@zephyroeventi.it | www.zephyroeventi.it trevigliolibri

WLM Edizioni | Zephyro Edizioni Installazione a cura della Scuola ABF Tecnico del Legno Classe 4° Falegnami

Con il patrocinio

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Arte

Habitat Una mostra di arte contemporanea a stretto contatto con il paesaggio naturale di Valentina Simone

H

abitat_Scenari Possibili è una “rassegna di arte pubblica nel territorio dell’Adda e della Martesana”, promosso da Residenza Artistica Ilinxarium e giunta oramai alla sua terza edizione. Come spiega Nicolas Ceruti, direttore artistico della rassegna e dell’ente organizzatore, tra gli obiettivi principali c’è la volontà di consolidare una rete territoriale di promozione dell’arte contemporanea che si ponga in relazione con l’ambiente e con la realtà sociale, influenzandola positivamente, spronandola a riflessioni profonde, ma allo stesso tempo avvicinandola alle metodologie e ai linguaggi delle contemporanee forme artistiche. L’impegno di Habitat è dunque quello di far vivere luoghi naturali ben noti ai cittadini, abitandoli con installazioni ed opere le quali si pongono in un dialogo diretto con l’ambiente fluviale circostante, portando inevitabilmente a considerazioni in merito alla “antropizzazione degli spazi” e sulla “naturalità” di tale processo, in quanto l’uomo stesso è parte della natura. Tra i comuni partecipanti vi è anche Fara Gera d’Adda dove il 24 giugno è stata inaugurata, lungo le rive dell’Adda nei pressi della passerella, l’opera di Federico Tosi, giovane artista milanese formatosi presso l’Accademia di Belle Arti di Brera, specializzandosi in scultura. Il progetto di Tosi per Habitat nasce da una doppia meditazione: il rapporto tra l’uomo e il suo passato, con un’attenzione particolare al momento in cui ci si è slegati dalle regole dell’ecosistema dentro il quale siamo collocati e le diverse tipologie di fruizione dell’antico, in particolare facendo riferimento ad una concezione malinconica delle rovine, figlia di una lettura romantica della storia. Quello che Federico Tosi vuole mostrare è il lato più oscuro della potenza colonizzatrice dell’uomo, glori-

36 t tribuna magazine t Settembre 2017

ficando contemporaneamente il ricordo di un pianeta che, nell’ottica dell’artista, è destinato a scomparire a breve. L’opera, realizzata in calcestruzzo a presa rapida, è un tronco di albero secolare mozzato, che proprio per la sua contrapposizione con il fiorente e quasi boscoso paesaggio circostante, sottolinea l’assenza della pianta riuscendo ancor meglio a parlare del danno ambientale del quale vuole farsi portavoce. La “missione” dell’artista, secondo Tosi, è proprio quella di portare gli spettatori a ragionamenti inerenti al rapporto tra umanità ed ambiente e di conseguenza la sua arte deve essere figurativa, in quanto maggiormente comunicativa e di più facile ricezione per le persone, le quali possono leggerne ed interpretarne il messaggio. La concezione dell’artista secondo Federico Tosi prevede inoltre un’idea assolutamente “umana” dello stesso, per nulla mitizzata ma che si sporca direttamente le mani nella realizzazione finale del proprio progetto. Questa visione si ripercuote anche su come, sempre secondo l’artista, la sua opera debba essere fruita: essa, oltre a sviluppare negli osservatori un pensiero sociale e ambientale, li invita a viverla direttamente usandola come seduta, come luogo per pic-nic o come base per i giochi dei bambini: è bastato fare una passeggiata lungo l’Adda in una delle calde domeniche estive per poter riscontrare come il tronco in cemento sia vissuto con naturalezza dagli avventori della zona. Impossibile è, inoltre, rovinarla o arrecarle danni, poiché qualsiasi intervento umano come graffiti, scritte e disegni diverrebbe immediatamente parte integrante della scultura, che dunque è destinata a modificarsi nel corso degli anni, mutando gradualmente il proprio aspetto, così come avviene per gli elementi naturali con l’intervento dell’uomo.


Gli allievi di Picart in mostra

U

na collettiva per valorizzare i lavori degli allievi è la novità messa in campo da Anna Caruso, responsabile dei corsi di disegno e pittura che si svolgono annualmente presso lo studio d’arte Picart. Trentacinque i lavori che potremo ammirare; alcuni appartengono a bambini fra i sei e i dodici anni, altri sono le fatiche di adolescenti e adulti. Tutti diversi fra loro, sia per tematiche che per tecniche e materiali utilizzati, questi dipinti vogliono esprimere semplicemente lo stile personale di ognuno. È la prima volta che i corsisti di Picart espongono i loro lavori; il tutto nasce non solo dalla voglia di mettersi in gioco, ma anche di condividere questa passione con il territorio, grazie anche all’interessamento dell’associazione culturale Malala e dei Commercianti Trevigliesi. Così, in un’unica giornata che sarà

quella del 30 settembre, sarà possibile ammirare queste opere in un contesto raccolto e suggestivo quali le due corti adiacenti allo studio, veri e propri gioiellini del centro storico trevigliese. Dalle 11 del mattino fino a sera, Anna Caruso e i suoi allievi saranno a disposizione per parlare delle loro opere e del lavoro intrapreso per realizzarle. Anna Caruso, laureata all’Accademia delle Belle Arti, è l’insegnante unica di questa variegata classe di neo-pittori: «Non tutti in realtà hanno velleità artistiche – ci spiega – c’è chi lo fa semplicemente per cimentarsi in qualcosa di diverso. Ma abbiamo anche allievi che vogliono tentare l’esame per l’ammissione in Accademia, oppure chi vuole intraprendere la carriera di tatuatore». I corsi di Picart riprendono ogni anno ad ottobre. D.I.

Settembre 2017 t tribuna magazine t 37


Testatina-occhiello Teatro

A scuola di teatro La scuola d’arte teatrale di Treviglio sarà presente anche a “TING” con l’esibizione di arti circensi di Sara Nisoli

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orse non tutti sanno che a Treviglio esiste una scuola d’arte teatrale, in cui sia adulti che ragazzi possono mettersi in gioco per imparare a recitare e parlare davanti ad un pubblico. La scuola propone infatti diversi corsi divisi per fasce d’età: il corso per i ragazzi delle scuole medie, dagli 11 ai 15 anni, per gli adolescenti fino ai 18 ed infine quello per gli adulti, che è diviso in tre livelli – base, intermedio, e avanzato. Ne abbiamo parlato con Max Vitali, direttore e insegnante della Scuola. Da quanto tempo siete in attività? Sul territorio di Treviglio faccio questo lavoro come professionista da 10 anni, ma la scuola esiste solo da un anno, è un progetto ancora nuovo. In questo momento la scuola si trova in piazza Garibaldi presso la Pulce Curiosa, sopra il Teatro Nuovo, ma presto vorremmo trovare una nuova sede, magari creando una zona di co-working con altre associazioni di tipo artistico, come la scuola di danza e yoga. È una proposta non solo per la città di Treviglio, ma anche per tutto il territorio. Da cosa è data la differenza tra i vari corsi? La proposta è divisa per fasce d’età. Per i ragazzi e gli adolescenti proponiamo un corso permanente e il livello è determinato dal gruppo. Per gli adulti, invece, l’iscrizione parte dal primo anno e si sale di grado l’anno successivo. In questo caso la divisione non è creata tanto per la difficoltà del corso, ma per l’esperienza dei partecipanti stessi. Nel primo anno si affrontano argomenti che nel secondo verranno approfonditi, oppure affiancati a nuovi argomenti, che però hanno bisogno di una base ben consolidata. Chi frequenta attualmente i corsi della scuola? Si tratta di un gruppo molto vario, formato da persone che hanno la voglia di mettersi in gioco e sperimentare, oppure che vogliono incontrare altre persone e scoprire qualcosa di sé. I ragazzi spesso sono curiosi di imparare come comportarsi su un palcoscenico, al centro dell’attenzione del pubblico. Molte persone vengono perché sono timide e vogliono sbloccarsi, c’è chi viene per essere più sicuro nella comunicazione con il pubblico e i clienti. Abbiamo anche alcuni adolescenti molto bravi che vogliono provare a fare il provino in accademia a Milano nei prossimi anni

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e intraprendere questo lavoro. Attualmente sui cinque corsi attivi siamo intorno a una sessantina di iscritti. Per l’anno prossimo vorremmo incrementare i corsi e abbiamo in programma l’aggiunta di una scuola di circo. Vogliamo ingrandire la scuola che, in un solo anno, ha già ricevuto una buona visibilità e dei riconoscimenti, come il primo premio al concorso nazionale del festival FEST di Ferrara con gli adolescenti, che hanno messo in scena l’Orlando Furioso, visto che era il 500° anniversario della sua pubblicazione. Che tipo di teatro proponete? Il corso è pensato per dare un’idea generale di tutte le discipline del teatro. Non abbiamo una tecnica specifica, ma ci occupiamo di un lavoro espressivo sia fisico, per liberare l’espressività dei partecipanti attraverso il corpo, sia attraverso la voce e le emozioni. Soprattutto sul primo anno si cerca di dare una panoramica sulle tecniche che un attore usa in teatro, mentre durante gli altri anni ci si avvicina all’esperienza sul palcoscenico e ai testi teatrali o drammaturgici, per abituare gradualmente i partecipanti all’idea di recitare di fronte al pubblico, che tende a mettere ansia. Avete in programma altri spettacoli? Sì, quest’anno è stato molto produttivo. Con gli adolescenti avremo due date del “Furioso Orlando” al Filodrammatici il 1° Ottobre e poi a Viterbo. Il secondo anno di corso adulti porterà il suo spettacolo “Processo sotto l’ombra di un asino” in una rassegna teatrale in Val Seriana, a Casnigo. Con il primo anno adulti, invece, abbiamo preso spunto dall’attualità trevigliese, riallacciandoci alla vicenda Piazza Setti e ai signori che vanno a vedere il cantiere tramite una finestrella. Siamo partiti da un testo divertente di uno scrittore bolognese che io ho riadattato. Se ci sarà l’occasione, vorremmo riproporre lo spettacolo per l’inaugurazione della Piazza. Cosa porterete a Treviglio in Gioco? Saremo in piazza con una pista da circo con tutti gli attrezzi. Divideremo la giornata in laboratori, divisi per fasce d’età e per tipologia di lavoro, come l’equilibrio o la giocoleria. Abbiamo intenzione di mostrare ciò che sarà aggiunto alla scuola con il corso di circo: le discipline dell’equilibrismo, la giocoleria, le discipline aeree, e i clown.


Eventi

Settembre, si gioca! di Daniela Invernizzi

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orna per il terzo anno consecutivo “TinG” ovvero “Treviglio in Gioco”, la manifestazione che per un weekend accoglierà nelle vie del centro storico di Treviglio gli appassionati dei giochi da tavolo, di ruolo, wargame e giocattoli. Sabato 2 e domenica 3 settembre l’associazione TinG Lab, che organizza l’evento, consentirà a tutti gli appassionati un vero e proprio tuffo nelle attività ludiche più disparate, con un occhio al collezionismo e ai giocattoli vintage, e con un’attenzione particolare al gioco che non isola ma, al contrario, porta a socializzare. Saranno ben 80 i tavoli da gioco, distribuiti fra piazza Garibaldi, Piazza Manara e il Chiostro della biblioteca, ai quali gli appassionati potranno alternarsi per cimentarsi, gratuitamente, nei giochi preferiti o scoprirne di nuovi. I tavoli sono gestiti da quarantacinque partecipanti fra espositori, commercianti, agenzie educative e associazioni ludiche. Novità di quest’anno, la collaborazione con l’associazione milanese Legends Lounge che gestirà alcuni spazi, mentre un ciclo di cinque conferenze regalerà

una stretta correlazione con la Storia, da quella del gioco tavolo fino a quella del Miracolo a Treviglio o di San Martino, per imparare giocando. Dieci invece i tavoli presso i quali sarà possibile scambiare e acquistare giochi usati. La manifestazione sarà arricchita dalle esposizioni di undici artisti racchiuse nella mostra “Emozioni in Miniatura trasposizione dal 2d al 3d”. Non mancherà la mostra dei soldatini Atlantic, con il raduno nazionale dei collezionisti, mentre tornano, per la seconda volta, i collezionisti di Playmobil. Imperdibile anche la battaglia dei cuscini, prevista per il 2 settembre in piazzetta Santagiuliana. La manifestazione è resa possibile grazie alla passione di Antonio Ciocca, coordinatore della stessa e presidente dell’associazione TinG Lab, che fin dalla prima edizione del 2015 ha creduto nella bontà di questa iniziativa, capace di creare in tutta la città un clima di divertimento e gioco, mettendo in relazione le persone, unendo e non dividendo, come purtroppo accade con i giochi elettronici di ultima generazione.

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Eventi

Il tartufo mette radici a Spirano Il 17 settembre l’ottava sagra dedicata al fungo amato dai buongustai, ovvero come il recupero di un vecchio fontanile è diventato il volano del turismo gastronomico di Alfredo Venturini

S

emplice con l’uovo crudo o affettato sottilissimo sul risotto o meglio ancora sulla polenta piuttosto che sulla carne alla brace o sui formaggi. Il tartufo è il re della tavola per tutti i veri buongustai e al solo pensiero le loro papille gustative vibrano e il ricordo del suo profumo li inebria. Un re che da qualche anno ha messo radici nella Bassa bergamasca a Spirano. Il paese sabato 17 settembre celebrerĂ l’ottava sagra dedicata al tartufo nero bergamasco con piatti di degustazione, un piccolo mercato con prodotti tipici, la presenza qualificante dell’associazione tartufai bergamaschi e tanti momenti ludici per una giornata all’insegna del gusto e del divertimento. A organizzare l’evento nel parco di San Rocco gli alpini e il Comune per un evento unico in pianura che ha reso speciale Spirano. Un evento che è l’esempio di una riuscita promozione del territorio. PerchĂŠ se il tartufo ha letteralmente messo radici a Spirano, lo si deve all’azzeccata intuizione dell’amministrazione comunale e dell’Associazione tartufai bergamaschi. “Il comune – racconta il sindaco Giovanni Malanchini – aveva il problema di un vecchio fontanile nella zona delle MontagnĂŠte in via monsignor Vismara, un’area potenzialmente di valore ambientale che per la trascuratezza era diventata invece fonte di degrado per l’abbandono di rifiuti.

Volevamo riqualificarlo per permettere a tutti di fruirneâ€?. In quel momento, era il 2012, la strada del comune si incrocia con quella di alcuni tartufai che lanciano la proposta all’amministrazione di trasformare quei 10mila metri quadrati di verde in una coltivazione di tartufi. “In provincia di Bergamo – chiarisce Pino Ciocchetti, presidente dell’Associazione tartufai bergamaschi – ci sono 5 varietĂ di tartufo nero. Non crescono solo in colline e nelle valli ma anche in pianura. C’erano giĂ diversi tentativi di tartufaie private, alcune però non hanno mai dato frutto, perchĂŠ non era stata valutata adeguatamente la qualitĂ del terreno e la “seminaâ€? delle piante. A Spirano abbiamo proposto un esperimentoâ€?. Un input che l’amministrazione Malanchini ha colto al volo mettendo a punto un progetto su cui ha cercato poi finanziamenti. Il costo dell’intervento viene quantificato in 79mila euro ma da Fondo per lo sviluppo rurale della Regione Lombardia arrivano 60mila euro a fondo perduto. La tartufaia può quindi nascere: via le erbacce e vengono messi a dimora 120 alberi tra carpini, noccioli e farnie, tutti dopo che le radici sono state adeguatamente micorizzate, ovvero vi sono state inserite spore e parti di tartufo. Il pro-

Tanta musica, divertimento e animazione racchiusi in una roulotte Ăˆ LO STUDIO MOBILE DI T-RADIO MB OVPWB SBEJP CFSHBNBTDB DPO JM DVPSF B 5SFWJHMJP EFM HSVQQP 5SJCVOB DIF BOJNFSĂ‹ MB TBHSB EFM UBSUVGP 'VPSJ Ă’ VOB SPVMPUUF WJOUBHF NB BMM JOUFSOP Ă’ VO NPEFSOP TUVEJP EJ USBTNJTTJPOF DPO UVUUP M PDDPSSFOUF QFS USBTNFUUFSF CVPOB NVTJDB EBSF WPDF BJ QSPUBHPOJTUJ EFMMB TBHSB F DPJOWPMHFSF DIJVORVF WPSSĂ‹ USBTDPSSFSF MB HJPSOBUB BMMB TBHSB * EFFKBZ EJ 5 3BEJP TJ BMUFSOFSBOOP BJ QJBUUJ F BJ NJDSPGPOJ USB NVTJDB JUBMJBOB SFWJWBM F EJTDP NVTJD E BOOBUB "MMB 4BHSB QFSĂ› OPO DJ TBSĂ‹ TPMP 5 3BEJP NB BODIF 5SJCVOB 5W MB XFC UW EJ 5SFWJHMJP DIF GJMNFSĂ‹ J NPNFOUJ QJĂĄ JNQPSUBOUJ F EBSĂ‹ WPDF BM QVCCMJDP DPO J TVPJ TFSWJ[J 5BOUB NVTJDB EJWFSUJNFOUP F BOJNB[JPOF SBDDIJVTF JO VO VOB SPVMPUUF A.V.

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abbiamo trovato i primi tartufi, tre funghi piccoli di un centimetro e mezzo di diametro. Ăˆ un buon segnale. Il giorno della sagra del 17 settembre nella tartufaia ci sarĂ una gara per scoprire il cane da ricerca piĂš bravo. Nasconderemo noi dei tartufi avvolti nel panno. Però non è detto che con tutti quei nasi all’opera non saltino fuori degli altri funghi autoctoniâ€?. La sagra è la ciliegina sulla torta del progetto, che dopo aver recuperato l’area verde e aver avviato una struttura che potenzialmente può dare reddito, è riuscita anche a farne il volano per la promozione turistica di Spirano. Nel giorno della manifestazione ormai sono migliaia le persone che si recano in paese attirate dai piatti a base di tartufo. “La sagra – precisa Malanchini – di fatto è un unicum non solo in pianura, ma in tutta la Bergamasca e cresce di anno in annoâ€?.

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Benessere

Fare pace con la Natura Alla scoperta della creatrice di Drum Power, ovvero la passione per il ritmo della Natura

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avere a che fare con il tamburo, di suonarlo e guidare gli altri, mi creava una forte resistenza. Mentre ne parlavo con la mia insegnante di danzaterapia, che aveva una tammorra appesa alla parete della cucina, lei ha insistito perché la suonassi. È stata un’esperienza completamente inaspettata e da lì ho cominciato a studiare seriamente il mio primo “tamburo”. Ho trovato in Internet il sito del fondatore del Drum Circle, Arthur Hull, e ho scoperto che organizzava una formazione alle Hawaii! Sono andata e ho vissuto un’esperienza unica, suonando insieme a sconosciuti, in riva al mare di fianco alle tartarughe per dieci ore al giorno. Che sensazione provi da conduttrice? Per me è stato un grandissimo allenamento alla leadership: avere attorno trecento persone che ti osservano e si aspettano da te qualcosa di particolare può creare un forte stress, oppure può diventare, come lo è per me, una danza. A chi hai rivolto questa esperienza in questi anni? Ho lavorato per sette anni nel mondo della disabilità. Con l’assessorato ai Servizi Sociali del comune di Bergamo abbiamo creato un progetto completamente originale. Con un gruppo di dodici persone, disabili e non, abbiamo iniziato il progetto “La voce dei tamburi”, al quale oggi collaborano oltre quaranta persone. Mi occupo anche di formazione aziendale. Alle aziende propongo questa stessa attività, declinata in forma di team building. Serve a creare team work e spirito di gruppo. Ora ho spostato l’attenzione su progetti che riguardano maggiormente la connessione con la natura. Con il progetto “Intelligenza Primitiva” nel 2014 nasce anche un’idea di progetto chiamato “Nature Connection”. ph Pontoriero

D

iana Tedoldi è formatrice e consulente negli ambiti aziendali delle risorse umane. Ma la sua specialità sono il Drum Circle, la danzaterapia e molte altre attività affascinanti, una delle quali chiamata Intelligenza Primitiva. L’abbiamo incontrata per scoprire di che si tratta. Diana, cos’ è Drum Circle e come ti è venuta questa passione? L’idea consiste nello stare in cerchio con altre persone, battere il tempo in modo semplice, almeno inizialmente, e su questo ritmo ogni persona lavora sulla propria espressività. Per me la parola guida è ascolto. L’idea è che le persone si coordinino ascoltandosi. Da qui nasce il mio progetto Drum power: da una predilezione che ho per i tamburi sin da quando ho finito il liceo. Dopo essermi iscritta alla Paolo Grassi di Milano e alla facoltà di filosofia, ho incontrato Maia Cornacchia, diventata poi la mia mentore. Lei mi ha insegnato una pratica completamente basata sull’ascolto e la percezione. Durante un’esperienza proposta da Maia, accompagnata dal suono del tamburo ho rivissuto molto intensamente, chiudendo gli occhi e facendomi guidare, alcuni momenti dei viaggi fatti con i miei genitori quando ero piccola. Era molto reale! Ho capito allora che volevo fosse quello il mio lavoro, e cioè un lavoro che permettesse a me e agli altri di crescere insieme. Da lì ho cominciato a studiare, approfondendo la psicologia trans personale, attraverso il pensiero di Ken Wilber. Negli anni successivi ho studiato l’evoluzione dell’utilizzo del tamburo. Ho pubblicato il libro nel 2006, ma mi sono resa conto che l’idea di

ph Cicero

di Ingrid Alloni


Cosa ti dà la natura? Serenità, soprattutto quando mi immergo totalmente e mi lascio andare. Mi aiuta ad ascoltarmi, centrami, entrare in contatto con me stessa. Noti che ci sono differenze tra uno stato iniziale e uno dopo il Drum Circle sull’ascolto? Sicuramente! Si crea ascolto nel cerchio perché se non si ascolta nasce soltanto rumore. È possibile connettersi agli altri perché a livello neurologico si verificano delle connessioni. Suonare insieme crea un linguaggio unico. Una persona che si rivolge a te per fare un’esperienza di Intelligenza Primitiva cosa fa? Come la aiuti a riconnettersi con la natura? Attraverso due strade. Una è un corso di connessione con gli alberi. Ricerche scientifiche dimostrano l’esistenza di una correlazione tra il sistema nervoso umano e quello delle piante. La seconda parte è pratica ed è una specie di lavoro di mindfullness. Non consiste nell’abbracciare gli alberi, ma nell’entrare nel respiro degli alberi, ossia rallentare, entrare nella lentezza della natura. Oggi le neuroscienze dimostrano che quanto più è ricca la nostra esperienza sensoriale, tanto più è ricco il nostro scambio e le interconnessioni nel cervello. Ricerche scientifiche dimostrano che quanto più si è esposti all’ambiente naturale tanto più i paramentre legati a benessere fisico e mentale migliorano. Il mio secondo progetto è questo. Sono da poco diventata Nature Coach e vorrei che questo fosse il mio lavoro da anziana, non mi vedrei a quell’età battere i tamburi! (ride). Questo percorso permette alle persone di riformulare il proprio modo di percepirsi nel mondo, come qualcosa di interdipendente in una rete infinita. E cosa è il pensiero interdipendente se non un pensiero ecologico? La natura dà sempre le risposte di cui si ha bisogno. Che messaggio vuoi lasciare con il tuo lavoro? Non siamo più capaci di fermarci, ma le pratiche che si stanno sviluppando maggiormente dimostrano il bisogno di natura e lentezza che hanno oggi le persone. Lo slogan di Drum Power è appunto “From community to cosmunity”. Se noi facciamo quello che la natura attua da quattro miliardi di anni ci garantiamo la sopravvivenza nel rispetto dell’ambiente circostante.

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Musica

Manzella Quartet: il riciclo fa musica Alla scoperta della band che suona con strumenti “riciclati” di Daniela Invernizzi

P

ossiamo definirli una “eco-band”, in realtà c’è molto di più da dire su questa formazione che suona con strumenti sui generis, nati dal riciclo di scarti industriali o perché utensili creati per altre funzioni. Sono i Manzella Quartet, formazione instabile (perché il loro numero è variabile), che nel 2007 vede la luce nello studio di grafica e web di Alessandro Castelli, imprenditore a Fornovo e suonatore di tegliarra, ovvero un mix fra una teglia da forno e una chitarra. Come Alessandro, anche tutti gli altri componenti della band sono professionisti e imprenditori in diversi settori, che hanno però la musica nel sangue e la voglia non solo di esibirsi, ma anche di lanciare un messaggio su tematiche sociali e ambientali, sempre in forma leggera e divertente. Il nome Manzella è nato guardandosi intorno, nelle campagne che circondano Fornovo e Caravaggio: «Ci sono tanti allevamenti – scherza Alessandro – e il nome suonava bene». Anche gli strumenti, nonostante siano poco ortodossi, suonano bene, grazie all’affiatamento che i componenti della band sono riusciti a creare fra di loro. C’è la tegliarra, il bidonbasso, lo washboard (che poi è l’asse per lavare i panni), l’innaffiatofono e tantissimi altri, sempre nuovi e diversi. Perché i Manzella Quartet non si limitano ad esibirsi a feste e convention, ma vengono invitati dalle aziende e dalle scuole per vere e proprie sessioni di dimostrazione e re-

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alizzazione di strumenti “riciclati” (per contattarli, www. manzellaquartet.it presenti anche su Facebook). «Lavoriamo con le scuole e gli oratori, con giornate durante le quali presentiamo gli strumenti ai ragazzi, per arrivare a sviluppare un discorso sul talento: ovvero, tutti noi abbiamo dei talenti, dobbiamo solo trovarli – racconta Alessandro – Il nostro, spieghiamo, è la capacità di dare nuova vita a oggetti nati per qualcos’altro, unendo in questo modo l’arte del riciclo con la creatività, che si realizza non solo nella costruzione di nuovi strumenti, ma anche nella capacità di fare musica e comporre canzoni. Anche le aziende ci coinvolgono in laboratori durante i quali si lavora in team, mettendo a confronto persone che devono essere stimolate a operare in gruppo. Per esempio con la General Electrics è stata svolta un’attività di questo tipo: abbiamo messo insieme un gruppo di dirigenti internazionali e li abbiamo fatti lavorare sull’inno aziendale, obbligandoli a collaborare per comporre le frasi necessarie a creare la canzone». Togliendo queste persone dal contesto lavorativo abituale e costringendole a stare insieme per un’identica finalità, esse si mettono più facilmente in discussione, superando eventuali tensioni fra di loro e recuperando rapporti deteriorati. Se all’azienda interessa, il gruppo capitanato da Castelli rilascia un report per le Risorse Umane, che scoprono così nuove potenzialità mai considerate.


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RENDE LA TUA VITA CONFORTEVOLE ED EFFICIENTE «A volte invece l’azienda ci chiama per semplici eventi festosi, oppure per un’attività di vero e proprio riciclo dei materiali di scarto, facendo lavorare i dipendenti sulla creazione del loro strumento. Un modo per riutilizzare in modo creativo gli scarti di produzione aziendale. Da questa riflessione nasce il “live” su misura per le aziende. Stiamo lavorando molto bene con Confindustria e le aziende legate ad essa, con Ikea, Sanpellegrino, Lagostina, sempre utilizzando i loro materiali per creare strumenti». La band non svolge comunque solo un ruolo di questo tipo, ma è capace di far divertire chi la ascolta anche nelle piazze delle città, attraverso pezzi originali che spaziano dagli argomenti più seri, come il brano sul disastro di Fukushima, ad altri meno impegnativi ma mai banali (celebre il loro pezzo sul “panino assassino” degli autogrill). Il tutto senza prendersi troppo sul serio, ma con leggerezza e voglia di fare musica. Un gruppo di tal genere non è unico in Italia, tuttavia sono molto poche le formazioni di questo tipo (forse una decina) perciò i Manzella Quartet sono molto richiesti in tutta Italia, specie in Veneto e Trentino, regioni molto sensibili alle tematiche ambientali, ma anche al Sud. Per quanto riguarda la Bergamasca, il prossimo 16 settembre si esibiranno alla Sagra di Seriate e il 24 settembre alla festa di via Borgo Palazzo a Bergamo, nel tardo pomeriggio, presso la postazione di Confartigianato. Invece nella “Bassa”, dove sono nati e hanno quasi tutti le loro attività, paradossalmente sono poco conosciuti. «In effetti, adesso che mi ci fa pensare – ammette Alessandro – non ci siamo mai esibiti a Treviglio». Ancora un “nemo propheta in patria”…

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Amarcord

L’industria serica Ausano Lazzaroni di Marco Falchetti

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hi di noi non ha avuto una nonna, una bisnonna, una parente che non ha lavorato in filanda, alzi la mano. Già

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dal 1400, in Lombardia la filatura della seta era molto diffusa, tanto che il Duca Gian Galeazzo Sforza per favorire la produzione di questo tessuto,

impose a tutti i proprietari terrieri la piantumazione di un certo numero di gelsi, pianta da cui come è noto si nutrono i bachi da seta. Quattro secoli dopo tra la seconda metà dell’800 e la prima del ‘900, l’industria serica fu per molto tempo la più importante di tutta la Lombardia. Nel 1856 la produzione locale di seta era di circa 1.300 tonnellate all’anno e veniva esportata in tutta Europa; in circa 3.000 aziende lavoravano poco meno di 80.000 addetti, quasi tutti di sesso femminile. Gran parte di queste filande erano attive a tempo pieno solo per circa 60 giorni l’anno. Della seta grezza prodotta circa un settimo veniva esportata allo stato greggio, mentre il resto subiva almeno una lavorazione prima di essere messa in commercio. Dopo la filatura la seta doveva essere sottoposta a torcitura nei filatoi. Seguiva quindi la fabbricazione dei tessuti.


ph Archivio Ronchi

In questo contesto storico, Treviglio e il suo circondario non hanno fatto eccezione, tanto è vero che l’azienda più grande della città, che dava lavoro a circa 800 persone, fu per molti anni proprio un’industria serica: la Ausano Lazzaroni & C. che tra fine Ottocento e i primi due decenni del secolo successivo ha fatto da traino con il suo indotto a tutta l’economia trevigliese. Il complesso industriale, proprio di fronte alla “Rampàda di Asegn”, era di proporzioni mastodontiche e occupava una vasta area tra viale Cesare Battisti, Via Abate Crippa e Via Fabio Filzi, dove ora sorgono un centro commerciale e direzionale, un parcheggio pubblico e una zona residenziale. Il periodo più importante della sua vita economica inizia dal 1846, anno della sua fondazione, fino al 1929 quando subentrò la ditta De Francisci. Infatti, la produzione di bozzoli in Italia cominciò a declinare nel periodo tra le due guerre mondiali fino a scomparire dopo l’ultima, a causa dell’avvento delle fibre sintetiche e del cambiamento dell’organizzazione agricola. Nella Ausano Lazzaroni lavoravano circa 200 operai alle “bacinelle per doppi”, 250 alla filatura e torcitura, 100 alla confezione della seta da cucire e 250 alla “innaspatura”, reparto dove il filo di seta veniva avvolto sull’aspo per fare le matasse. Durante la Mostra del Commercio Trevigliese del 1902, dove vennero presentate le numerose aziende industriali, commerciali e artigiane della città, la Ausano Lazzaroni fu l’opificio di spicco, elogiato dai numerosissimi visitatori arrivati da tutta Italia. L’industria ebbe molti riconoscimenti nell’ambito delle fiere commerciali ai tempi molto diffuse: Torino 1884

e 1898, Londra 1888, San Francisco 1895, Parigi 1900, solo per fare qualche esempio. Quando la crisi dell’industria serica non risparmiò l’azienda, nel vasto complesso industriale si insediarono in seguito altre imprese. La più importante fu la MTE, Manifattura Tessile Erba, che nel dopoguerra dava lavoro a circa 600 addetti; la ditta continuò nel ramo tessile con la bella intuizione di offrire prodotti del settore a 360 gradi, dalla materia prima alle confezioni,

tramite la collegata Ariste. La crisi del 1967 fece sì che gli eredi Erba, per dare continuità e lavoro ai dipendenti, costituissero una nuova società per azioni – una sorta di joint-venture, come si direbbe adesso – con la francese Mercier, denominata ER-ME STAMPA, da ER (Erba) e ME (Mercier), una tintoria di tessuti con circa 100 dipendenti che restò in attività per circa vent’anni. L’opificio fu abbattuto tra il 1990 e il 1991 per dare spazio alle attuali costruzioni.

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Storia

Al riparo di fossi e mura Le Mura venete di Bergamo e Treviglio, ovvero l’illusione di fermare il nemico. E di arrestare il proprio declino di Elio Massimino

L’

oracolo, come sempre, aveva dato un responso si- glio e la Gera d’Adda. La Serenissima puntava ad espanderbillino: “proteggetevi dietro mura di legno”. Era si verso ovest per compensare il ridimensionamento come Temistocle, comandante della Lega panellenica, potenza marittima, subìto ad opera dei Turchi (Bisanzio che nel 480 a.C. si era rivolto alla Pizia per chie- era caduta nel 1453), ma questa sua politica ovviamente aldere lumi sulla strategia con cui affrontare lo sterminato larmò un po’ tutte le potenze continentali ed ecco nel 1508 esercito persiano che stava invadendo la Grecia. L’opinione un’alleanza (lega di Cambrai) tra l’imperatore Massimiliacomune era di rinchiudersi dentro le mura di Atene, ma il no, il re di Francia Luigi XII, il re di Spagna Ferdinando e condottiero greco comprese il significato di quelle parole: il papa Giulio II. Tutti contro Venezia. Lo scontro decisivo le mura di legno erano le navi, i greci avrebbero dovuto at- avvenne l’anno dopo nella vicina Agnadello e rappresentaccare i nemici per mare e così fecero, sbaragliando i per- tò un’irreparabile sconfitta per i veneti, i quali però mesi siani a Salamina. Questo episodio glorioso non bastò a ri- prima avevano impartito una dura punizione a Treviglio. voluzionare la consuetudine in campo militare (ma anche I Francesi presentatisi in forze davanti alla città avevano nella vita, in generale) di rinchiudersi dentro una qualche ottenuto facilmente la resa dell’esigua guarnigione veneta forma di mura di fronte ad un pericolo, reale o presunto. e la consegna della Città. Nella loro “Storia di Treviglio” il I Veneti infatti pensarono sùbito di erigere delle nuove Perego e il Santagiuliana danno credito al tradimento dei mura intorno a Treviglio quando riuscirono con la pace di Ri- Trevigliesi che avrebbero aperto una porta ai francesi. Covoltella (1448) a strapparla ai Visconti, munque siano andate le cose, i veneti giudicando insufficiente il preesistente Mappa Treviglio Catasto Teresiano 1721/23 poco dopo tornarono in forze, concenterrapieno che con un triplice fossato trando le loro artiglierie “nella zona circondava la città. È un peccato che inprospiciente la via del Bosco, contro il vece non abbiano costruito un bel palaztratto di mura fra Porta Torre e Porta zo del podestà con tanto di leone di San Filagno. Il bombardamento cominciò Marco che oggi potremmo ammirare. all’alba del giorno otto, con tale fragoInfatti solo un anno dopo l’ultimazione re che gli abitanti dei paesi vicini fugdelle nuove mura (1452) Treviglio sarebgivano atterriti e continuò ininterrotto be stata occupata da Francesco Sforza, fino al pomeriggio inoltrato quando nuovo Signore di Milano, tornando così una torre rovinò aprendo una breccia nell’alveo della Signoria Ambrosiana. nelle mura”. Seguì il saccheggio in cui Le mura venete di Treviglio con“nulla fu risparmiato dalle soldatefermarono la loro inadeguatezza più sche scatenate: nè le cose nè le persone, tardi quando la città si trovò coinvolta poiché molti furono uccisi e molte le negli scontri per spartirsi l’Italia tra donne prese con la violenza” (op. cit.). le superpotenze dell’epoca, Francia, Alla fine la città venne pure incendiaSpagna e Impero. Dovendo sintetizzata. I due autori trevigliesi non riportare, già nel 1499 Venezia, alleata della no però le fonti del tradimento e noi Francia, rioccupò facilmente Trevinon abbiamo trovato riscontri, forse si

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ph Appiani

Sopra, veduta di Città Alta e delle mura venete A destra, Montalto (1612-1690) “I Consoli davanti al generale Lautrec, Santuario di Treviglio

tratta solo di una tradizione. Dunque non sappiamo se davvero i veneti abbiano voluto punire i trevigliesi per aver tradito o, più probabilmente, perché non si erano mai sentiti amati in una città che propendeva per Milano. Certo è che i saccheggi a quei tempi erano frequenti anche perché servivano a ripagare le soldataglie che altrimenti era difficile tenere nei ranghi. Il generale Lautrec e il Miracol sono posteriori a questi fatti di circa tredici anni. Stavolta l’aggressore è un generale francese ma, come sappiamo, c’è un lieto fine e non per merito delle mura. I Trevigliesi infatti non provarono nemmeno ad utilizzarle per difendersi e si prostrarono subito di fronte al generale francese offrendogli le chiavi della città. Le mura venete di Bergamo sono state ultimate nel 1593 e quindi sono più “moderne” di 140 anni. Il comandante della piazza Alvise Grimani, così le descrisse: “La città è

tutta serrata (…) e la fortezza col circuito di tre miglia è bellissima”. Rappresentavano il meglio dell’ingegneria militare dell’epoca mentre quelle di Treviglio (demolite nel 1800) erano nate già superate a causa dei progressi delle artiglierie, infatti avevano ancora una struttura medievale, con una cinta muraria nemmeno troppo spessa, intervallata da porte e torri, circondata da un fosso con acqua. Queste invece presentano possenti bastioni sporgenti, che si alternano con mura arretrate, in modo che le artiglierie potessero praticare tiri incrociati. Ma per fortuna dalla pianura, come una sorta di Fortezza Bastiani, le mura bergamasche per duecento anni non videro mai spuntare i Tartari, e alla fine solo i francesi di Napoleone (1797), lasciati entrare senza sparare un colpo di cannone. Le mura infatti non difesero la città perché prima ancora non avevano scongiurato il declino della Serenissima che per cause esterne (i turchi, la scoperta dell’America, ecc.), ma anche per scarsa lungimiranza, si era rinchiusa in sé stessa. Anzi di questa chiusura a nostro parere si possono considerare un simbolo. In epoca moderna, quando in Europa abbiamo abbattuto le “mura” i risultati sono stati sempre grandiosi, si pensi al miracolo economico italiano negli anni cinquanta dopo la cancellazione delle dogane e l’adesione all’Europa. Ma di fronte alla paura dello “straniero”, sia esso un migrante o un concorrente in economia, la tentazione di erigerne di nuove è sempre viva e infatti ultimamente abbiamo avuto la Brexit, con cui un’altra Signora dei mari si è rinchiusa nelle sue “mura”. L’oracolo oggi forse suggerirebbe di costruire ponti.

A sinistra, Gianluca e Carlo Molinari, “I Francesi avanzano su Treviglio”, affresco Santuario Treviglio (particolare)

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Archivio Ronchi

Com’era - Com’è

Lo sapevate che lo stabile di Viale del Partigiano a Treviglio, nei primi anni del secolo scorso, ospitava la “Premiata Fabbrica Piani Automatici dei F.lli Pozzi”? Potete ammirarla nella cartolina d’e poca, dove fa bella mostra con la roggia Murena, ai tempi ancora in superficie.

a cura di Marco Falchetti

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Volontariato

ABIO cerca aiuto di Daniela Regonesi

H

ai tra i 18 e i 69 anni, ami i bambini, hai dimestichezza con loro e ti piacerebbe regalare sorrisi e momenti di spensieratezza a quanti vivono l’esperienza del ricovero in ospedale? Sei il candidato ideale per intraprendere il cammino di formazione per diventare volontario ABIO Treviglio. L’Associazione per il Bambino In Ospedale ha infatti necessità di ampliare il servizio di volontariato presso la pediatria dell’ospedale di Treviglio, soprattutto per i turni dal venerdì al lunedì, mattina e pomeriggio. Fondata nell’ottobre del 2000 per promuovere il benessere del bambino in ospedale, al fine di renderne meno traumatico il ricovero, attraverso l’accoglienza, l’ascolto e il gioco cerca di rendere l’ospedale un luogo dove “curare” possa diventare “prendersi cura” dei ragazzi da 0 a 18 anni. I volontari ABIO si offrono come presenza positiva e sorridente all’interno del contesto ospedaliero, consapevoli di svolgere un ruolo delicato per il quale occorre essere predisposti a mettersi in gioco e a lavorare in gruppo, nonché sapere di non essere volontari del tempo libero: il proprio impegno, unito a quello degli altri, rappresenta un vero e proprio valore sociale. Ad ognuno di loro sono richiesti: la partecipazione obbligatoria al corso di formazione; un turno settimanale in reparto (minimo 4 ore), con regolarità almeno per un anno; la costante presenza agli incontri di gruppo e di aggiornamento. La formazione è articolata in una fase teorica, che prevede cinque incontri, e in un tirocinio pratico della durata di circa 6 mesi (60 ore) nel quale si inizia ad entrare in reparto e a svolgere le mansioni sotto la guida e la supervisione di un tutor. L’iscrizione è gratuita e non vincolante per la successiva partecipazione al corso: per maggiori informazioni è possibile rivolgersi a Laura Celsi, Responsabile della Formazione di ABIO Treviglio (formazione.abiotreviglio@ gmail.com www.abiotreviglio.org).

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Giovani ciclisti Educare con lo sport sin da bambini: le attività della U.s.c. Caravaggio e le vittorie di Martina De Vecchi di Ivan Scelsa

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come le Scuole di MTB, i Centri Pista ed i Centri Giovanili di Avviamento al Ciclismo, di ottenere punti di riferimento sul territorio per le famiglie e per i giovani che intendono avvicinarsi al mondo delle due ruote. A metà degli anni Settanta (nel 1975 per la precisione) – ben prima dell’avvio di questo importante progetto, quindi – a Caravaggio nasceva una Società la cui prima affiliazione alla Federazione arrivava già l’anno seguente. In alcune stagioni sportive la U.s.c. Caravaggio arrivò a tesserare sino a cento atleti, festeggiando nel 2016 il suo 40° anno di attività con l’iscrizione gratuita per tutti i bambini tra i 5 ed i 12 anni. Il Presidente, Maria Teresa Rossini, sottolinea proprio questi aspetti: «Il nostro obiettivo è quello di insegnare a questi ragazzi il valore di uno sport tra i più sacrificanti; lo facciamo col sorriso, per creare un bel gruppo unito, anche perché di tempo per diventare famosi ne avranno. Cerchiamo sempre di rispettare a pieno tutte le norme attuative che ci impone la Federazione, insegnando ai ragazzi il valore dello sport e dell’amicizia». Come si prepara l’attività stagionale dei bambini? Abbiamo avuto 22 ragazzi in prova, di cui 11 hanno gareggiato per tutta la stagione. Il settore giovanile non è agonistico, ma vengono fatte ph Appiani

A

ndare in bicicletta è uno dei primi “giochi” che ogni bambino impara. Questo però, pur rappresentando una tappa importante per lo sviluppo psicomotorio del bambino, non è ciclismo. Il ciclismo è una disciplina nella quale la preparazione atletica è un requisito fondamentale e prevede il sapiente dosaggio di “quantità e qualità”: un mix che sta alla bravura dell’allenatore di saper dosare. Allenare un bambino, infatti, è profondamente diverso dal farlo con un adulto. Sono davvero molti i bambini che scelgono il ciclismo come sport principale: una decisione molto spesso derivante dalla passione dei genitori (quasi sempre i padri) per questa disciplina. È indispensabile suscitare in loro divertimento-agonismo attraverso la capacità degli educatori e la consapevolezza che di sport si tratta, non di competizione. Un veicolo per la socializzazione, dunque, con la necessità di affidarsi a personale competente. Da alcuni anni la strategia dello sviluppo del ciclismo giovanile fa parte di uno specifico progetto avviato dalla Federazione Ciclistica Italiana. Con il progetto Scuole di Ciclismo, infatti, la Federazione ha cercato di dare la possibilità alle numerose strutture già presenti sul territorio,

ph Appiani

Sport


gare su strada e Primi Sprint al Velodromo di Dalmine. Di fatto la stagione ciclistica inizia a novembre con una preparazione invernale in palestra ed in piscina, poi a marzo si sale in bici e ad aprile iniziano le gare, fino a settembre. La preparazione è affidata al caravaggino Mauro Radaelli, un nome che nell’ambiente non ha bisogno di presentazioni, essendo stato ciclista professionista dal 1994 al 2003. E i risultati? Tutti gli atleti si impegnano al massimo per questo sport pieno di sacrifici: alcuni si sono ben classificati in gara. Faccio l’esempio di Martina De Vecchi, giunta al 5° posto del Campionato Provinciale lo scorso 14 luglio a Villongo. Martina è una ragazza che non teme i suoi coetanei maschi e infatti, quest’anno, non ha saltato un podio, arrivando sempre tra i primi cinque assoluti (classifica con i maschi) e sempre 1° di categoria femminile. Il risultato più importante l’ha ottenuto al Campionato Regionale dello scorso 25 luglio a Rodengo Saiano, con il 1° posto. Ma non è l’unica, non sfigurano neanche Marissa Ceruti, giunta al 12° posto ai Campionati Regionali, Luca Fusar Imperatore, al 5° posto del Campionato Provinciale di Villongo e già convocato dalla Federazione di Bergamo. Qual è il sostentamento della U.s.c. Caravaggio? Questo è un tasto dolente: la Società è priva di partita Iva, abbiamo pochi sponsor che ci pagano il vestiario e si spera, in un futuro, di trovare un appassionato che ci aiuti economicamente. I progetti per il 2018? Con gli altri membri del Direttivo – il Vice Presidente Fabrizio Premoli, Giuseppe Giovannetti, Castoldi Andrea, Emma Bonati, Luigi Milanesi, Fabio Battaini e Luca Radaelli – abbiamo programmato il ritiro della squadra sull’Appenino tosco-emiliano durante le vacanze di Pasqua e, a seguire, una gara su strada a Caravaggio ed i Primi Sprint a Brignano Gera d’Adda, in cui saranno impegnati tutti i nostri atleti: Brandon Ceruti, Nicolas Bondì, Rayenne El Ouafi, Marissa Ceruti, Luca Fusar Imperatore, Francesco Cremonesi, Cristian La Leggia, Mattia Manca, Leonardo Finardi, Devis Ronchi, Vincenzo Bondì e, ovviamente, Martina De Vecchi.

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Sport

Oltre gli ostacoli con Valeria Paccagnella La giovane atleta trevigliese ha conquistato oro e argento con la maglia della nazionale e battuto il record italiano dei 300 ostacoli Allieve

I

l mese di giugno completamente tinto d’azzurro per Valeria Paccagnella, atleta trevigliese, classe 2000, che ha conquistato in pochi giorni due medaglie nazionali che hanno impreziosito la sua già ricca collezione di successi. Forgiata dall’Atletica Estrada (www.atleticaestrada.it), sotto la guida di Paolo Brambilla, la giovane sportiva, vincitrice da cadetta nel 2014 e 2015 di due competizioni nazionali nei 300 ostacoli, si è aggiudicata il titolo italiano dei 400 nella categorie Allieve, un oro cui è seguito dopo pochi giorni l’argento della “Coppa Jean Humbert”. Sulla pista francese di Nancy, con la canotta azzurra, Valeria ha disputato la gara dei 300 al tempo di 42”21, con una velocità tale da sbaragliare il precedente record italiano di Elisa Rondoni, datato 1995. «Il 2017 equivale all’anno del riscatto – afferma l’atleta – che arriva dopo una stagione non positiva e che aveva portato sia me che il mio allenatore a non essere sicuri di partecipare a queste competizioni. Devo ringraziare pro-

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ph Appiani

di Daria Locatelli

prio Paolo per avermi supportata da sempre, non solo a livello sportivo, ma innanzitutto morale. Il suo “brava” al termine della gara per me è valso tantissimo». Un’attività sportiva che, oltre ad essere una passione innata, si traduce in un impegno di serrati allenamenti che, a partire dalla terza elementare, vedono occupata la trevigliese 3 o 4 volte la settimana, prima nelle fila dell’Estrada e, ora che non è più cadetta, in quelle della Bracco (www.braccoatletica.it). Atletica, quindi, descrivibile solo in termini di sudore, costanza, determinazione? No, e sono le parole di Valeria, unite al suo sorriso, a completarne il quadro: «è una parte della mia vita di cui non posso più fare a meno. Questa disciplina è una grande passione che richiede, sì, tanti sacrifici, ma regala anche delle enormi soddisfazioni. Il bello è poi anche condividere gioie e fatiche insieme a tanti altri ragazzi: ognuno di noi ha i propri momenti negativi, ma ci sosteniamo a vicenda, ci divertiamo e affrontiamo il percorso come gruppo. L’amicizia è un valore che vivo non solo con i miei compagni di squadra, ma anche al di fuori, come è recentemente accaduto in Francia con i giovani che ho conosciuto in occasione della gara». Il paniere delle conquiste della trevigliese è già molto ricco e trova posto nella sua camera: «appendo tutte le medaglie nella mia stanza e quando le guardo sorrido. Vincere è un’emozione indescrivibile, è il frutto di tanto lavoro e del fatto che sicuramente ci sono molte cadute, ma ci si rialza sempre». Uno sport che ha anche un risvolto educativo, soprattutto per chi inizia a praticarlo fin dalla tenera età, così come conferma Valeria: «praticare una disciplina da quando si è bambini regala tanto nella vita. Il fatto di dover seguire in modo costante un fitto programma di allenamenti sviluppa il senso dell’organizzazione, la gestione del tempo tra scuola e sport, il tutto accompagnato da quella determinazione


“Sicuramente ci sono molte cadute, ma ci si rialza sempre”

che entra a far parte del tuo modo di essere e con cui si guarda a ciascun obiettivo che ti poni». Una pista a ostacoli, quella di cui parla l’atleta, che forse va ben oltre quella sportiva, riguarda quella della quotidianità nelle forme più diverse, ma che ha in comune con quella agonistica gli ingredienti che danno la spinta a correre e saltare, che l’atletica ha ben insegnato a Valeria: grinta, costanza, impegno, sacrificio, condivisione. Il sorriso che non la abbandona mai mentre parliamo di questa sua parte di vita è la risposta a quella che sarebbe stata l’ultima domanda e che non le pongo: “non hai mai provato invidia per il tempo libero dei tuoi coetanei?”.

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I.P.

Scuola Fluxia: dove si ballano le emozioni

A

Mozzanica, da quasi dieci anni, c’è un luogo in cui è protagonista la passione per la danza: Fluxia a.s.d. La scuola, situata sulla S.S. Padana Superiore 11, da sempre offre corsi con sei insegnanti qualificati in svariate discipline: Danza Classica, ModernContemporaneo, Hip-Hop, Breakdance, Danza del Ventre, Pilates e Zumba. Con oltre novanta iscritti, dai 4 ai 75 anni d’età, il centro, accreditato I.D.A. (International Dance Association) e affiliato all’A.S.I. (Ente di promozione sportivo riconosciuto dal Coni e dal Ministero), garantisce elevata professionalità nella danza e nel fitness. «La scuola – introduce la Presidente Caterina Gerosa – è stata fondata con l’obiettivo di insegnare un’arte a tutto tondo. La danza, infatti, coinvolge tanto la sfera emotiva, quanto quella sportiva e corporea. La mission che ci accompagna fin dall’inizio e che continueremo a perseguire è quella di riuscire dare a tutti la possibilità di esprimere se stessi e le proprie sensazioni, senza il peso di voler primeggiare sugli altri. Quando una persona balla assume anche una

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componente di recitazione, oltre che di divertimento: è questo che da sempre noi insegnanti ci impegniamo a far emergere». Una formazione ricca di competenze e titoli conquistati, quella di Caterina: qualificazione 1° posto in ginnastica artistica-corpo libero e trampolino; attestato Intermediate Level - Advanced Level I.S.T.D. (Imperial Society of Teachers of Dancing); Diploma F.I.F. Istruttore di Aerobica; Master F.I.F. in Pilates Props; conseguimento della corda cura in Capoeira e Acrobatica; esperienze all’estero con stage a Barcellona, a New York presso le scuole “Alvin Ailey”, “Martha Graham”, “Steps on Broadway” e a Boston al “Jeannette Neill Dance Studio”. Una lunga carriera, che Gerosa, insegnante di Danza Modern-Jazz, Contemporaneo, Fitness e Pilates, nel 2008 ha deciso di mettere a disposizione dei suoi allievi, grazie a corsi sempre nuovi, frutto della sperimentazione e dell’incontro con stili e arti differenti, come il bungee-dance e le discipline aeree (tessuti, cerchio, ecc.) introdotte anche nella danza, Piloxing e Pilates Props.

Teatro Soresina - Spettacolo “Elementis” del 18 Giugno 2017 L’interno della scuola Danza Moderna, allieve corso modern. interm/adulti rappresentano l’aria con l’utilizzo dei tessuti aerei


Quando domando a Caterina cosa significhi per lei la danza, con gli occhi sorridenti, risponde: «Per me significa tutto. Prima che diventasse la mia professione, era innanzitutto uno sfogo nella quotidianità. Il tempo in cui balli è un momento in cui entri a far parte di un mondo a sé stante, una dimensione in cui sprigionare le emozioni che ti pervadono in quell’istante: nella danza puoi esprimere rabbia, gioia, tristezza, a seconda dello stato d’animo in cui ti trovi. Il fatto che ne abbia una professione, poi, per me equivale ad un sogno che si è avverato». Lo scorso 18 giugno, presso il Teatro Sociale di Soresina, gli allievi della scuola hanno presentato i quattro elementi (fuoco, terra, acqua e aria) nello spettacolo “Elementis”, interpretando sul palcoscenico quello che è lo spirito della scuola, ovvero far danzare la passione per il ballo: «Per noi – conclude Caterina – è stata un’esperienza travolgente. Gli eventi cui partecipiamo sono sempre occasioni preziose in cui riuscire a far esprimere il potenziale di ciascun allievo, perché per Fluxia l’apporto di tutti coloro che danzano insieme a noi è importante, piccolo o grande che sia». Dal 18 al 23 Settembre, durante gli Open Days, sarà possibile conoscere più da vicino il mondo della scuola di Mozzanica (www.fluxia.it), scoprendo le svariate discipline e gli eventi che accompagneranno la squadra capitanata da Caterina Gerosa verso il compimento, a ritmo di danza, del decimo anniversario di attività. Daria Locatelli

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Le ricette di Erika Resmini

Biscotti integrali all’avena Ingredienti: t HS GBSJOB t HS GJPDDIJ E BWFOB t HS GBSJOB JOUFHSBMF t HS [VDDIFSP t CVTUJOB EJ MJFWJUP t VPWP t NM MBUUF EJ NBOEPSMB

Conserve di fine estate Ingredienti: t 1FQFSPOJ WFSEJ GSJHHJUFMMJ t 'PSNBHHJP RVBSUJSPMP * In questo caso le dosi sono a vostro piacimento, in base alla quantità di vasetti che volete preparare.

Fusilli integrali con salsiccia bianca e porcini Ingredienti: t HS EJ GVTJMMJ JOUFHSBMJ t QPSDJOJ EJ NFEJB HSBOEF[[B t TBMTJDDJB EJ UBDDIJOP t TQJDDIJP EJ BHMJP t DVDDIJBJ EJ QBTTBUB EJ QPNPEPSP

Gazpacho di verdure piccante Ingredienti: t QFQFSPOF HJBMMP t QFQFSPOF SPTTP t DJQPMMB SPTTB t QFQFSPODJOJ t QPNPEPSJ EB TBMTB t 0MJP F TBMF RVBOUP CBTUB

58 t tribuna magazine t Settembre 2017


Prodotti disponibili presso CFL

U

nire in una ciotola le farine, il lievito e lo zucchero. Aggiungere il latte di mandorla, l’uovo e mescolare il tutto. Una volta reso morbido il composto, formare delle palline sulla placca del forno. Far cuocere i biscotti per 20 minuti a 170 gradi. Ottimi per la colazione, inzuppati in una tazza di latte.

P

ulire i peperoni dai semi per toglierne il gusto amaro, tagliare a dadini il formaggio e unire il tutto in una capiente ciotola sommersa di aceto di vino bianco. Dividere il tutto in vari vasetti di vetro (senza il bisogno di farli bollire, in quanto l’aceto mantiene la conservazione) e tenere in frigo.

P

ortare ad ebollizione dell’acqua salata, nel frattempo pulire i porcini e sminuzzare la salsiccia. Adagiare in un tegame con uno spicchio d’aglio e far rosolare con mezzo bicchiere di vino bianco. Buttare la pasta, unire al soffritto la salsa di pomodoro e salare. Scolare la pasta, mantecare con il sugo ed impiattare, spolverando con del prezzemolo fresco. Ecco a voi un piatto quasi unico dal sapore settembrino.

T

agliare grossolanamente le verdure, unire nel mixer con un filo d’olio e del sale, fino ad ottenere una crema morbida. Per chi ama il piccante ed il fresco sapore delle verdure, ecco pronta una salsa fresca per accompagnare un aperitivo, oppure una buona carne.

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La rubrica della salute orale

Le App del mese

I.P.

Laser per curare Fabulousle gengive. Motivate Me! Bello ma... funziona? di Sofia Rondoni

D

P

oche settimane fa i ricercatori della University of Nebraska hanno annunciato di aver realizzato il laser più potente al mondo, in grado di generare una luminosità mai prodotta sulla terra, pari a un miliardo di volte quella del sole. In generale il laser è un dispositivo in grado di emettere un fascio di luce coerente, monocromatica e tendenzialmente concentrata in un raggio rettilineo, in altre parole un raggio di luce molto concentrato che corrisponde all’emissione di una grande quantità di energia. I laser trovano molte applicazioni nelle attività umane, meccanica di precisione, grafica, ricerca scientifica, solo per citarne alcune e, senza andare troppo lontano, anche i nostri lettori di dvd contengono un laser che permette la “lettura” del disco, esattamente come la puntina del giradischi sui vecchi 33 giri. In medicina la tecnologia laser è utilizzata da tempo: in oculistica per esempio è ormai di routine correggere i difetti della vista attraverso la chirurgia laser, mentre in dermatologia si utilizzano i laser per diversi trattamenti della cute. Anche l’odontoiatria è un campo di applicazione del laser: possono sostituire il bisturi in alcuni interventi, in altri casi rimuovono efficacemente le lesioni dalla mucosa della bocca, ne esistono addirittura per rimuovere le carie, ma hanno scarsa applicazione e di fatto non vengono utilizzati. Chi è attento alle “novità” in campo dentistico avrà sicuramente sentito parlare del laser per curare le gengive, un metodo in teoria indolore e poco invasivo. Ma funziona?

Azzola

studio d e n t i s t i c o

60 t tribuna magazine t Settembre 2017

In un articolo pubblicato recentemente dall’Ansa, la Società italiana di parodontologia e implantologia (Sidp) raccomanda cautela alla popolazione nell’affidarsi all’uso del laser per curare la malattia parodontale. Claudio Gatti, presidente Sidp, ha dichiarato: “L’utilizzo del laser come unica terapia comporta risultati che solo in alcuni lavori sarebbero simili alla terapia classica, ma con lo svantaggio di essere molto più costosa. Tutti gli studi fino a oggi pubblicati concordano sul fatto che i benefici ottenuti non sono mai superiori alle procedure convenzionali e che il laser non determina nessun vantaggio aggiuntivo se usato in combinazione con la terapia convenzionale”. La Sidp evidenzia che anche i più recenti studi pubblicati non aggiungono niente a quanto già noto nella letteratura scientifica e che i risultati riportati a supporto dell’efficacia del laser sono in realtà assolutamente sovrapponibili a quelli che si possono ottenere con la terapia convenzionale classica. Di più: non sarebbero in grado di dimostrare un beneficio aggiuntivo del laser nemmeno in associazione alla terapia convenzionale, tantomeno a lungo termine. Francesco Azzola

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urante il periodo lavorativo e scolastico, con l’accumularsi d’impegni, di riunioni e di verifiche, spesso è difficile per donne, uomini e ragazzi ritagliarsi un po’ di tempo e dedicarsi alla cura del proprio corpo. Ma ecco che entra in campo Fabulous-Motivate Me. Si tratta di un’applicazione che, secondo le necessità e gli obiettivi di ciascuno, è in grado di organizzare un programma di fitness e di dieta basandosi sulla propria routine. L’applicazione comprende una sezione dedicata al workout fisico che permetterà di allenare e mantenere tonici i muscoli e, novità, una sezione di meditazione con esercizi di respirazione e di

La grafica a portata di app di Gabriele Ghilardi

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l mondo della grafica è molto complesso, e spesso quando si apre un’impresa o un’attività sul web, la prima cosa a cui si pensa è come fare colpo su un eventuale cliente con un logo o un banner pubblicitario accattivante.


I.P.

La rubrica del fisco

Credito d’imposta per ricerca e sviluppo 2017-2020 mindfulness: una sorta di meditazione di “consapevolezza” (mindfulness appunto) di pratica buddhista. L’allenamento prevede anche il power nap, altrimenti chiamato riposino, della durata di quindici minuti circa, che sarà poi seguito da un breve momento di stretching. L’applicazione è funzionale perché ciascun allenamento sarà supervisionato da un direttore tecnico vocale che, oltre ad indicare i vari passaggi, fornirà dei consigli personalizzati. L’applicazione è facile da utilizzare, comprende un allenamento alla portata di tutti e, soprattutto, è gratuita!

La maggior parte delle volte però, ci si deve rivolgere a veri e propri professionisti, dato che la realizzazione di questi prodotti grafici richiede l’uso di programmi costosi e difficili da utilizzare. Per rendere tutto più semplice e divertente, nel 2012 è nato Canva, un vero e proprio social network dove professionisti e aspiranti grafici si incontrano per mostrare e scambiare le proprie creazioni grazie ad un’interfaccia simile a molti social che vanno di moda oggigiorno. L’applicazione, per smartphone e tablet Android ed Apple, offre moltissimi font, simboli e forme, per creare grafiche professionali con pochissimi clic. Ad esempio c’è la possibilità di realizzare grafiche per le copertine dei libri, post di Facebook, lettere, titoli di blog, passando poi a indirizzi più professionali per la compilazione di curriculum vitae, buoni regalo, inserzioni pubblicitarie, loghi e biglietti da visita, per arrivare alle ultime avanguardie come le copertine per le storie di Wattpad, il sito nel quale si possono scrivere storie e racconti. Canva permette di costruire elaborati professionali standosene comodamente a casa propria, con la possibilità, inoltre, di creare un team e un vero e proprio marchio.

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arissimi lettori, ecco un argomento sicuramente interessante per una pluralità di soggetti che ogni anno investono denaro in ricerca e sviluppo aziendale. Non bastano queste poche righe per sviluppare un campo ampio e variegato, ma voglio solo incuriosire e cercare di dare quelle basilari informazioni per avere un credito d’imposta puro, compensabile e senza l’utilizzo del visto di conformità. Dal 1 gennaio 2017 il credito d’imposta per le attività di ricerca e sviluppo è così riassunto: spetta a tutte le imprese, comprese quelle residenti in altri stati dell’Unione Europea, che svolgono attività di ricerca e sviluppo, a prescindere dalla forma giuridica, dal regime contabile adottato, dal settore economico di appartenenza; il Credito è pari alla misura del 50% delle spese sostenute per ricerca e sviluppo in eccedenza rispetto alla media dei medesimi investimenti realizzati nei tre periodi d’imposta precedenti, fino al 2020. Approfondiamo le attività e le spese che sono ammissibili e rientrano nel campo della “ricerca e sviluppo”. I lavori: lavori sperimentali o teorici svolti aventi quale finalità l’acquisizione di nuove conoscenze sui fondamenti di fenomeni o fatti osservabili, senza che siano previste applicazioni o utilizzazioni pratiche dirette; ricerca pianificata o indagini critiche miranti ad acquisire nuove conoscenze, da utilizzare per mettere a punto nuovi prodotti, processi di servizi o permettere un miglioramento dei prodotti, processi o servizi esistenti, ad eccezione dei prototipi derivanti dai settori scientifici, tecnologici e commerciali; acquisizione, combinazione, strutturazione e utilizzo delle conoscenze e capacità esistenti di natura scientifica, tecnologica e commerciale allo scopo di produrre piani, progetti o disegni per prodotti, processi o nuovi servizi, modificati o migliorati e di nuovi prodotti, processi e servizi, si può trattare anche di ela-

borazione di progetti, disegni, piani ed altra documentazione a patto che non siano destinati a fini commerciali; produzione e collaudo di prodotti, processi e servizi, a condizione che non siano impiegati o trasformati in vista di applicazioni industriali o per finalità commerciali. Le spese ammissibili: tutto il personale impiegato nelle attività di ricerca e sviluppo e non solo le qualifiche più elevate; quote di ammortamento delle spese di acquisizione o utilizzazione di strumenti ed attrezzature di laboratorio; spese relative a contratti di ricerca stipulati con università, enti di ricerca e organismi equiparati e con altre imprese, comprese le startup innovative; tutte le spese per competenze tecniche relative a un’invenzione industriale o biotecnologica a una topografia di prodotto a semiconduttori o a una nuova varietà vegetale, anche acquisite da fonti esterne. Il credito d’imposta realizzato non concorre alla formazione del reddito, né di Irap, va dichiarato ed è compensabile immediatamente tramite F24. L’Agenzia delle Entrate può disporre controlli totali e parziali di tale credito, basandosi sulla documentazione presentata e sulla revisione legale del professionista abilitato a certificare tale credito. Giovanni Ferrari Tributarista

Settembre 2017 t tribuna magazine t 61


MatitaLibera di Bruno Manenti

62 t tribuna magazine t Settembre 2017


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