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Ephemeris discipulorum licei gymnasiique M.Foscarini
GENNAIO 2013 - Numero 7 - Anno 26
Sommario
“È meglio la peggiore delle democrazie della migliore di tutte le dittature.” Sandro Pertini
LIBERI TUTTI! Sono stata costretta a scrivere questo testo in 210 parole per –dicono- motivi di spazio. Sono stata obbligata a parlare di libertà perché Zoe ha democraticamente imposto questo tema. Infine mi è stato ordinato di usare questo titolo che vorrebbe essere serio –poverino- ma a me fa pensare solo a “mea libera tutti”. È chiaro che io non sono libera. Non sono libera di andare in bagno a ricreazione perché c’è sempre coda. Ma dico, dovete andare in bagno tutti proprio quando ci devo andare io?! Non sono libera di svegliarmi 10 minuti dopo e prendere il bus delle 7.21 perché quello invece di passare ai 21 passa ai 33 e io arrivo tardi. Non sono libera di sedermi nei mezzi pubblici neanche nei posti non riservati perché anche se è tutto vuoto la vecchietta di turno vorrà stare proprio dove sono io. Non sono libera di fare un pisolino pomeridiano perché sicuramente quando sto per addormentarmi squilla il telefono (e avranno sbagliato numero). Infine non sono libera neanche di bere un caffè lungo con “due di zucchero” alle macchinette perché: a) la macchinetta mi fa un espresso normale b)non c’è zucchero c)non c’è il bicchiere d)-cosa che mi fa adirare moltissimo- non c’è il cucchiaino. Ma vi pare possibile?
di Benedetta Favaro
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Lanx / gennaio 2013
IL LANX È DISPONIBILE ANCHE ONLINE SU ISSUU.COM ALLA VOCE lanxfoscarini
3 Editoriale: Libertà scolastica
di Giovanni Tonolo 4 Cultura: Libertà di stampa
di Francesca Ballin 5 Rubrica: Cinema
di Zoe Innocenti 6 Rubrica: Wonderland 3
di Silvia Fregonese Liberi proverbi classici
di Sophie Mourguet e Francesca Santangelo
7 Fumetti: I primi cinquant’anni di Diabolik
di Magda Berto
10 Giochi: Cruciverba
di Lisa La Marra
11 Oroscopo 8 Film: Un’arancia fin troppo meccanica
di Andrea Tortato 9 Curiosità: Libertà finestre rotte e cartacce
Liberiamo dei turisti che... di Benedetta Favaro
di Max Ebbasta Posta 12 Ipse Dixit
di Ulisse (Nessuno)
Lanx
Direttori:
Maddalena Casanova Zoe Innocenti
Redazione:
Magda Berto (4AO) Francesca Ballin (2DE) Beatrice Campisi (3AE) Silvia Fregonese (3AE) Lisa La Marra (3AE) Susanna Farella (5CO) Benedetta Favaro (IIB) Marco Vianelli (IIIA) Gioia Stefinlongo (IIIB) Criniti Giacomo (IIIC) Andrea Tortato (IIIC) Lucia Buricelli (IIID)
Disegni:
Alizée Rekettyei (3 CE) Samuele Lotter (IIB) Furio Visintin (Veterano)
Impaginazione:
Maddalena Casanova (IIID) Giacomo Zamprogno (IIB)
Responsabili di produzione:
Giacomo Zamprogno (IIB) Alvise Dolcetta (IIB)
Per info e suggerimenti rivolgersi a
Maddalena Casanova e Zoe Innocenti (IIID); Silvia Fregonese e Lisa La Marra (3 AE)
Oppure potete contattarci all’indirizzo e-mail
foscarini.lanx@gmail.com
Hanno collaborato in questo numero Giovanni Tonolo Sophie Mourguet Francesca Santangelo Max Ebbasta
Disegno di copertina: Riccardo Bianco
EDITORIALE Libertà scolastica
“La vita della comunità scolastica si basa sulla libertà di espressione, di pensiero, di coscienza e di religione, sul rispetto reciproco di tutte le persone che la compongono, quale che sia la loro età e condizione, nel ripudio di ogni barriera ideologica, sociale e culturale” recita lo Statuto delle studentesse e degli studenti della scuola secondaria. La scuola dev’essere dunque un’istituzione che superi ogni muro sociale, ogni differenza, e assicuri invece l’uguaglianza tra i propri componenti e quindi la libertà (le indimenticabili liberté egalité fraternité della Rivoluzione francese). La scuola dev’essere un luogo d’incontro in cui confluiscono opinioni e culture diverse, tutte uguali di pari dignità tra loro, nessuna inferiore all’altra; nessuna dev’essere zittita, anche se fosse l’idea di uno studente solo. Anche la tentata occupazione del mese scorso, non costretta da una minoranza ma decisa da una maggioranza, è stata sicuramente influenzata dalle
mobilitazioni analoghe di altre scuole, ma poi si è evoluta in modo completamente diverso, e, se al posto degli studenti del Foscarini ci fossero stati quelli di un’altra scuola, si sarebbe risolta in altro modo ancora. Perciò a noi rappresentanti piacerebbe che in questo 2013 le assemblee diventassero un luogo di partecipazione attiva alla vita scolastica e di confronto con tutte le vostre idee, che fortunatamente sono diverse l’una dall’altra. È chiaro che si viene sempre e di continuo influenzati, nel bene e nel male, ma nessuno potrà mai ritenersi tanto presuntuoso da decidere il modo migliore di vivere ed esprimersi per gli altri. La libertà è una delle più grandi aspirazioni degli uomini e si è veramente felici solo quando si è veramente liberi. Ed è un 2013 veramente felice che auguro a voi studentesse e studenti del Foscarini!
di Giovanni Tonolo
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Cultura
Libertà di stampa “Nella dottrina dello Stato costituzionale, liberale e democratico, la libertà di stampa rappresenta una delle manifestazioni fondamentali della libertà individuale. Essa, oltre a consentire la libera espressione del pensiero e quindi il dibattito pubblico su qualsiasi argomento, permette anche ai cittadini di 'controllare' l'operato del potere. Nella Costituzione italiana è garantita dall'art. 21, 1° comma” Nella nostra realtà quotidiana le informazioni viaggiano in tempo reale, non più soltanto attraverso i giornali ma anche, e soprattutto, via web, creando una mole infinita di notizie e di stimoli che ci pressano continuamente. Il tradizionale quotidiano è spesso dimenticato, etichettato come obsoleto, lasciato dentro al ricordo di un nonno che lo legge di domenica. Eppure noi giovani e studenti dovremmo essere i primi a riconoscere il ruolo fondamentale che la stampa ha avuto nell’emancipazione della nostra società, nell’affermazione di quei diritti per cui ancora lottiamo. La libertà di stampa ha sancito effettivamente la libertà di dare voce alle idee, alle opinioni dei precursori del pensiero moderno, dei fondatori delle nostre società, che, prodigandosi per la messa in atto dei diritti- che fin dall’età illuminista sono stati dichiarati propri di ogni essere umano- ci hanno lasciato una lezione: quella che il silenzio è il peggior nemico che ci possa essere avverso, e che non ci si deve arrendere mai, perché la battaglia contro chi cerca ancora di incatenare i pensieri. La combattiamo anche noi, tutti i giorni. La combattiamo a partire dalle cose più semplici, anche dalla scelta di investire il nostro tempo per informarci, per nutrire la nostra mente
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di nuove chiavi di lettura della realtà che, se non la si sa interpretare, rischia di diventare un’insidia. Anche la nostra Costituzione tutela il diritto ad una informazione senza vincoli, un’informazione libera e che dovrebbe, al giorno d’oggi sempre di più, essere accessibile a tutti. Eppure consultando la classifica della libertà di stampa di Reporter Senza Frontiere, che prende in analisi l’anno appena concluso, scopriamo di essere alla 61° posizione per libertà dell’informazione. Possiamo meravigliarcene? Forse dovremmo ripensare alla proposta di una “legge bavaglio” che lo scorso 26 novembre è stata respinta dal Senato, forse dovremmo ripensare alla disinformazione che ci colpisce quotidianamente riguardo a faccende di cui siamo interessati, prima di strabuzzare gli occhi e di domandarci come sia possibile che nel nostro paese, dopo anni di lotte per la libertà, nel senso più ampio che il termine possa indicare, la stampa non sia poi davvero così priva di vincoli. Forse dovremmo impegnarci noi in prima persona per costruire la società nella quale vogliamo vivere.
di Francesca Ballin I NOSTRI ERRORI nello scorso numero: 1) Nella rubrica ZoeAZonzo invece dei tre film annunciati c’era la recensione di uno solo 2) Ci scusiamo con Giacomo Criniti per non averlo inserito tra i membri della redazione 3) Ci scusiamo per non aver inserito nei ringraziamenti relativi all’autogestione Camilla Pavan e Matilde Bianchini, il cui impegno non poteva assolutamente passare inosservato!
ZoeAZonzo nel Cinema
Rubrica
TITOLO ORIGINALE: The Lady REGIA: Luc Besson GENERE: Drammatico, biografico ATTORI: Michelle Yeoh, David Thewlis DISTRIBUZIONE: Good Films ANNO DI PRODUZIONE: 2011 Birmania, luglio 1947. Un giardino e un lago; un padre e la sua bambina. Inizia così il film di Luc Besson: The lady – L’amore per la libertà. Il padre è Aung San, politico birmano, esponente della fazione nazionalista del Partito Comunista della Birmania, che lottò per l’indipendenza del suo paese dal dominio britannico e fu assassinato dal rivale U Saw il 19 luglio 1947. La bambina è sua figlia, Aung San Suu Kyi, futuro premio Nobel per la pace nel 1991 "per la sua lotta non violenta per la democrazia e i diritti umani". Il film è incentrato sulla figura di Aung San Suu Kyi nel periodo della sua vita che parte dal 1988, quando, tornata in Birmania da Oxford per accudire la madre malata, inizia il suo percorso per portare la democrazia nel suo paese fondando la Lega Nazionale per la Democrazia. Immediatamente si nota la scelta del regista di portare in rilievo i rapporti familiari di questa straordinaria donna e di come essi l’abbiano aiutata a sopportare anni e anni di arresti domiciliari (durati a intermittenza fino al 13 novembre 2010) imposti dal governo birmano. Figure fondamentali infatti sono i figli Alexander e Kim e soprattutto il marito Michael Aris (studioso inglese di cultura tibetana, sposato nel1972), che l’ha sempre sostenuta nonostante i continui ostacoli. Dalla pellicola emerge soprattutto la grande umanità e l’invincibile forza di volontà di questa donna, che pur di non abbandonare il suo scopo, ha rinunciato a tornare in Inghilterra per assistere il marito in fin di vita a causa del cancro. I coniugi Aris hanno dedicato completamente le loro vite al raggiungimento della democrazia in Birmania, e se Aung San Suu Kyi fosse partita, non l’avrebbero fatta più rientrare nel suo paese e tutti quegli anni di lotta sarebbero stati vani. Può sembrare una scelta egoistica, ma in realtà Suu – come la chiamava affettuosamente il marito – ha compiuto un gesto coraggiosissimo e ammirevole, rinunciando agli affetti della sua famiglia con immenso dolore, pur di continuare a difendere il suo popolo. Luc Besson riesce perfettamente a rendere l’atmosfera e l’ambiente di questa storia incredibile e commovente, facendoci conoscere un personaggio di tale portata non solo per ciò che ha fatto, ma soprattutto per ciò che è. E ottiene tale risultato anche grazie all’impeccabile interpretazione dell’attrice cinese-malese Michelle Yeoh e dell’attore inglese David Thewlis (Vi ricordate il professor Lupin di Harry Potter? Proprio lui!).
di Zoe Innocenti
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Rubrica
Wonderland 3
Le feste sono finite e ora le nostre notti sono meno tranquille, piene di stressanti sogni, se non incubi, sulle verifiche che ci aspettano il giorno dopo o sugli improbabili, o probabili, brutti voti che prenderemo. Per non parlare delle notti passate sopra i libri, soprattutto con gli scrutini che si avvicinano. Così, per ridare alla notte la stima che si merita, andremo a scoprire alcuni degli spettacoli di acqua e luce che danno il loro meglio proprio grazie all'oscurità da essa offerta. - Karaweik, un palazzo situato nel lago Kandawgyi, in Myanmar. Sembra galleggiare nell'acqua, ma in verità ha una base di cemento sommersa ed è una replica della nave che usava la famiglia reale burmese. La prua ha la forma di un uccello mitologico ed è rivestita d'oro, come d'altronde gran parte della costruzione. Il palazzo sopra la "nave" ha due piani, ma sembra più alto per via del tetto in "stile pagoda". Già di giorno questo palazzo è spettacolare, ma di notte diventa veramente un posto da sogno, quasi irrealistico nel suo splendore di luce dorata, che si riflette come un sole nell'acqua. - Noctiluca scintillans, un microorganismo marino che produce un chiarore bluastro quando si avvicina alla riva o quando viene urtato. Questa bioluminescenza genera un vero e proprio paesaggio onirico: immaginate di passeggiare lungo la costa in una notte senza luna, mentre dal mare accanto si sprigiona una delicata luce blu che vi indica la strada. Ancora meglio, pensate di immergervi in quest'acqua luminescente e di riemergere poi scintillanti di blu. Altro che sogno! - Toro Nagashi, ovvero la cerimonia delle lanterne. Si festeggia alla fine dell'Obon, la festa buddhista per la commemorazione dei defunti, e consiste nel porre in un corso d'acqua, fiume, lago o mare che sia, delle lanterne luminose, a volte con scritti sopra dei desideri. Questa tradizione si è diffusa insieme al buddismo, quindi in Oriente e pure in Occidente. Molto simile al Loi Krathong, il festival delle luci thailandese, questa occasione offre uno spettacolo straordinario. Migliaia di lanterne, di tutte le forme e colori, che fluttuano a pelo d'acqua, come graziose boe luminose che rendono suggestiva la notte e la rischiarano di luce calda. - Porto Marghera by night, ovvero lo spettacolo che anche un porto industriale può offrire quando si affaccia sull'acqua. Potete inveire contro Porto Marghera quanto volete, ma non potete negare che, al sopraggiungere del tramonto e poi della notte, esso non abbia un certo fascino. Nel buio, di ogni ciminiera rimane solo la magia di una fiamma che sventola nella notte o di una luce brillante che si riflette nell'acqua. Il complesso di industrie sembra una città incantata, fiorita di luci, che si rispecchia nella laguna scura e la anima. Per una volta fermatevi all'apparenza e soprattutto pensate positivo!
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di Silvia Fregonese
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LIBERI PROVERBI CLASSICI -A schiavo donato non si guarda in bocca. -Tanto va Cicerone alla politica che ci lascia le zampine. -Cerbero che abbaia non morde. -Chi va con Catilina impara a congiurare. -Annibale comandante pericolo costante. -Giovane Pelope fa buon brodo -Non dire Gracco se non l’hai nel sacco. -Giunone cornuta sempre piaciuta. -Il Vello è d’oro. -Meglio un giorno da Achille che cento da Paride. -Quando Agamennone non c’è Cliternestra balla. -Tra moglie e marito non mettere Edipo. -Penelope che disfa è già a metà dell’opera. -L’ostracizzato paga e i cocci sono suoi. -Penati e buoi dei paesi tuoi -Ratto che fai Sabine che trovi. -Il cratere del vicino è sempre più pieno. -Al caval di Troia non si guarda in pancia.
di Sophie Mourguet e Francesca Santangelo
Fumetti
Diabolik: I suoi primi cinquant’anni Sono passati ben 50 anni da quando, nel 1962, le sorelle Angela e Luciana Giussani inventarono Diabolik (conosciuto anche come Re del Terrore), il ladro italiano noto in tutto il mondo. Perché nacque Diabolik? All’inizio Angela Giussani pensò ad un libro tascabile da poter tranquillamente leggere in treno o in autobus e facendo delle ricerche scoprì che nel mercato erano molto in voga i romanzi gialli. Così lei e la sorella inventarono il famoso ladro Diabolik. Diabolik è un uomo sui 35 anni, dai capelli neri e dagli occhi grigi , con un fisico ben modellato . È abile e veloce, esperto nelle arti marziali e ha una vasta conoscenza nel campo geografico e scientifico. Le armi che usa più spesso sono i pugnali ma inventa anche vari macchinari elettronici del quale si serve per rubare. È residente a Clerville, città della Francia, ma ha vari rifugi sparsi in vari punti del globo e li usa quando deve fare colpi in giro per il mondo. Diabolik riesce quasi sempre a ingannare la polizia grazie a delle maschere ideate da lui: queste infatti sono fatte di resina modellabile che solidificando diventa sottile e trasparente come la pelle umana, replicandone perfettamente l'elasticità. Questo materiale, insieme alla straordinaria abilità di Diabolik nel modellarlo, gli permette di riprodurre alla perfezione i lineamenti di un volto umano. Con questo espediente diventa un gioco da ragazzi eludere la sorveglianza per poi rubare il loro bottino inosservato. L’origine chimica con la quale è fatta la resina è sconosciuta a tutti tranne per il Re del Terrore. Le sorelle Giussani pensarono che a Diabolik servisse una compagna degna di lui e nel terzo libro fecero apparire l’affascinante Eva Kant, una donna dai capelli biondi e dai vivaci occhi verdi smeraldo. I due si innamorano a prima vista e già alla fine del terzo libro scappano insieme. All’inizio Eva Kant non ha un ruolo tanto importante nel fumetto poiché Diabolik non la ritiene degna di poter lavorare assieme a lui, ma una volta che il loro rapporto comincia a rafforzarsi , il Re del Terrore permette alla donna di accompagnarlo nelle sue imprese. Ma dove c’è un ladro c’è anche un ispettore di polizia, e le sorelle Giussani hanno inventato l’ispettore Ginko, eterno rivale di Diabolik. Ginko è un uomo simile d’aspetto a Diabolik, e come lui è molto intelligente, poiché riesce sempre a capire come Diabolik sia riuscito a fare il colpo, ma non è svelto, infatti passa all’azione sempre troppo tardi. Il più delle volte Ginko riesce a catturare il Re del Terrore, condannandolo alla ghigliottina, ma il ladro riesce sempre a fuggire, spesso aiutato dalla compagna. Nonostante molti insuccessi, l’ispettore è sicuro che un giorno riuscirà a catturare l’avversario e da anni aspetta il momento propizio Eva Kant e Diabolik, nonostante non si definiscano ladri gentiluomini, il più delle volte cercano di non uccidere le persone , magari narcotizzando le loro vittime con qualcuna delle diavolerie inventate da Diabolik. Una particolarità fondamentale di Diabolik è che non uccide i bambini. Anzi , in alcune storie il Re del Terrore ed Eva aiutano vari bambini , molti dei quali orfani . Alcuni fan di Diabolik aspettano da tanto tempo il momento in cui Diabolik avrà un figlio, ma le voci sono state messe a tacere poiché Eva Kant e il Re del Terrore non possono aver figli perché con la vita che conducono sarebbe un’assurdità . Ma i fan non si sono arresi e aspettano ancora .Diabolik ebbe un grandioso successo e ben presto fu conosciuto in tutto il mondo. Si fecero anche numerose parodie sul ladro ed Eva Kant è apparsa in numerose pubblicità e nell’ ambiente della moda femminile, ma soprattutto come moderno modello di femminilità. Le sorelle Giussani sono morte entrambe negli anni’90, ma i loro collaboratori proseguono la serie di Diabolik per tenere acceso il loro ricordo .
di Magda Berto Lanx / gennaio 2013
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Film
UN’ARANCIA … FIN TROPPO MECCANICA ‘‘Quello che cercavo di esprimere è che è meglio essere malvagi per propria scelta che essere buoni grazie a un lavaggio scientifico del cervello.’’ Anthony Burgess Chi dopo aver visto ‘‘Arancia meccanica’’ la prima volta non ha provato un senso di agitazione, di angoscia, di disgusto dovuto alla violenza e alla brutalità dei drughi capeggiati da Alex? Eppure, alla fine del film i nostri fastidi spariscono improvvisamente e piuttosto proviamo pietà per la fine che fa il drugo per eccellenza, condannato inevitabilmente ad essere la persona che non aveva scelto di essere, una pedina mossa da un sistema molto più grande di lui. Certo, sarebbe una vergogna non da poco dire che il suo comportamento prima della ‘‘cura Ludovico’’ fosse moralmente ‘‘giusto’’. Tuttavia voglio rigirarvi la domanda: ‘‘chi non ha mai provato una sorta di ammirazione per la figura eroica di Alex?’’. Forse perché anche noi, nel nostro individualismo, ci paragoniamo inconsciamente a lui, o almeno vorremmo essere come lui: un campione di personalità ed autostima. Ciononostante, nella sua vita da ‘‘cattivo’’ egli ha sentito il bisogno di circondarsi di un gruppo di individui che lo accompagnassero e lo legittimassero nelle sue scelte, pur rimanendone il leader indiscusso. Nessun individuo da solo, infatti, è forte come quando si trova in un gruppo nel quale è inevitabilmente ben accetto. E questo è anche l’errore compiuto da Alex, che come sappiamo verrà tradito dai suoi stessi compagni i quali, accecati dall’invidia, si vendicheranno di lui pure da ‘‘guarito’’. Così la beffa è doppia: egli ha perso la funzione che aveva prima ed è anzi entrato a far parte di un meccanismo molto più grande, la società. Ciò che Burgess, lo scrittore del romanzo, e Kubrick vogliono evidenziare è proprio questo: nessuno si azzarderebbe mai a criticare il fatto che Alex sia stato punito per i suoi crimini che potevano mettere a repentaglio la pacifica convivenza degli altri uomini, ma il metodo impostogli dai dottori a cui viene affidato è in qualche modo una barbarie ben più grave, una ‘‘costrizione’’ e non una ‘‘rieducazione’’. ‘‘Arancia meccanica’’ è pertanto un elogio alla libertà, o meglio al libero arbitrio, ovvero alla nostra facoltà di scegliere tra bene e male. Insomma ‘‘la nostra libertà finisce dove comincia quella degli altri’’, ma esiste una libertà molto più rilevante ed essenziale che ci deriva in quanto esseri umani e che né una persona potente né lo Stato può permettersi di toglierci: la nostra coscienza.
di Andrea Tortato
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Curiosità
Libertà finestre rotte e cartacce Io, ma forse anche voi, penso di essere libera nelle scelte che faccio ogni giorno, dal gusto del gelato alla risposta giusta nel compito a crocette. Le mie scelte, però, non sono cosi libere come sembrano. Al di là della complicata e spinosa questione libero arbitrio/destino, una teoria ha fatto vacillare la mia convinzione di non essere condizionata. È chiaro a tutti, anche se magari non lo ammettiamo, che molte volte si viene influenzati dalle mode o dalle idee di qualcun altro, ma la “teoria delle finestre rotte” e il suo corollario, la “teoria del potere del contesto” mettono in luce il fatto che a determinare le nostre decisioni è anche altro. Una strada dove c’è una casa con una finestra rotta -questa è la teoria- facilmente sarà oggetto di altri atti vandalici. Molto banalmente i nostri comportamenti sono soggetti all’ambiente che ci circonda per cui-cerco di spiegare io- ci capita più facilmente di buttare una carta di caramella per terra in una zona degradata di una città piuttosto che nel quartiere residenziale, pulito e tranquillo. Questa ipotesi è opera dei criminologi J.Q.Wilson e G.Kelling ed è stata pubblicata nel 1982 sul “Monthly Review”. I due studiosi si basavano su un esperimento svolto da P. Zimbardo (Università di Stanford), ma un altro, sempre legato a questa idea di potere del contesto, è stato eseguito da K.Keizer e dai suoi colleghi dell’Università di Groningen nel 2008. Con la convinzione che i nostri comportamenti siano in funzione dell’ambiente non si intende dire che in una città linda e curata la criminalità non esista (un ladro incallito ruberebbe anche nella casetta di Biancaneve), ma che il degrado porta ad altro degrado e che le persone tendono a cambiare per uniformarsi. Cosi queste considerazioni ci invitano a partire dalle piccole cose per risolvere i grandi problemi. Sembra una cosa assurda e inverosimile eppure quando è stata messa in pratica ha sortito l’effetto desiderato Cosi se da una finestra rotta nascono atti di vandalismo e a volte piccoli crimini, dando il buon esempio (anche se è più difficile) si ottengono alcuni miglioramenti. Nel pratico, se invece che per terra in chiostro, la nostra carta delle patatine finisce nel cestino, aiutiamo a creare un ambiente in cui gli altri siano meno propensi a lasciare sul tavolo da ping pong il resto della loro merenda e, in più, evitiamo che i nostri rappresentanti riempiano la scuola di cartelli contro la sporcizia. Che ne dite, ci proviamo?
LIBERIAMOCI DEI TURISTI CHE... -Pensano che Venezia non sia in laguna ma in mare aperto. -Chiamano “navi” qualsiasi imbarcazione, dal battello alle gondole alle chiatte della spazzatura. -A Piazzale Roma chiedono “scusi, per il centro..?” e si risentono quando gli dici che non vuol dire molto, è quasi tutto centro. -Sono terrorizzati dal rumore del motore del vaporetto. -Ad ogni barca che si avvicina urlano “Abbordaggiooooo! Arrivano i piratiii!” -Mettono i piedi in canale per rinfrescarsi, salvo poi ritrovarsi con gli arti inferiori corrosi. -Danno da mangiare ai colombi che puntualmente poi adagiano le loro feci sulla spalla (meglio se coperta da piumino costoso) di un homo sapiens veneziano. -Credono di poter arrivare dai Santi Apostoli all’arsenale in meno di 20 minuti, a piedi, senza sapere la strada (e magari con una bella valigiona). -Prima di arrivare a Venezia credono che non ci siano le strade e che la gente, per non bagnarsi, cammini sui trampoli (giuro, una mia amica ne era seriamente convinta).
di Benedetta Favaro Lanx / gennaio 2013
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Giochi
Cruciverba
Verticali 1. confina con la Liberia 2. lo sono yahoo! e google 3. è comodo trovarla pronta 4. la Billie di All Of Me 5. la città di una famosa Dinamo del calcio 6. si usa nella preparazione di certi dolci 7. l'arte di trascinare popoli con false promesse 10. il gruppo dei fratelli Gallagher 13. il re degli elfi sposo di Titania
Orizzontali 8. il nome della Allende 9. la sposa di Ade 11. il nome della moglie di Fantozzi 12. fascine di grano 14. si studia per superarlo
DAL 30 GENNAIO APRIRÀ LA NUOVA AREA STUDENTI DEL LICEO! Completamente rinnovata, con voci su iniziative, eventi all’interno della scuola, saldo del fondo cassa studentesco, attività sportive, gallery, solidarietà E TANTO ALTRO...
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Lanx / gennaio 2013
Oroscopo Ariete
Bilancia Niente è meglio di essere innamorate ed essere ricambiate. Guardare Maria De Filippi alla TV è meglio di niente.
Toro
Giovedì alle 17:45:22 state attenti ai vasi di ciclamini che cadono dal balcone sopra la vostra testa.
Gemelli
Come aspirazioni per l’anno nuovo tanto per essere “originali “ compratevi una reflex o diventate dj Scorpione
Sagittario Fra poco sarà tempo di galani, portateli al vostro Max in terza D e dio vi proteggerà.
Andate alla ricerca di Quaqueto, il papero dolce che vive in un folto canneto Capricorno
Cancro
Createvi un rifugio segreto per i momenti di panico: sfondate il muro della vostra camera a testate e mettete all’interno un materasso Eminflex
Non vi auguro un buon anno, spero moriate tutti. Acquario
Leone A carnevale vestiamoci tutti da unicorni per creare un arcobaleno
Vergine
Nei momenti di sconforto troverete sostegnonella filosofia. Filosofia = quella cosa che si fa con la testa. Testa = quella cosa che vi esce dalla maglietta.
Felicità, è tenersi per mano andare lontano, è mangiarsi un gattino con un panino. Pesci
Pandoro a capodanno, pandoro tutto l’anno. Grasso è bello.
Quale miglior luogo della pescheria per voi ? State li, in acqua, aspettando che qualcuno vi compri, vi mangi e poi ... vada al bagno
di Max Ebbasta
Posta! Caro ex-alunno, tra le tante cose da non mandare giù a questo mondo, hai fatto una scelta mediocre. I dati, i pensieri e le iniziative, per la cui scomparsa non ti sai dare pace, sono stati sacrificati più che per necessità che per intento: il gruppo Facebook del Foscarini infatti non poteva, con così tanti membri, cambiare nome, oltre alla presenza di altri problemi di amministrazione. I pensieri, ahimè, sono quelli che in questo atto necessario, sono stati i più colpiti. Le iniziative più importanti sono state realizzate, o sono in procinto di esserlo. Per i dati, quelli seri, ci sono luoghi più appropriati di un gruppo Facebook. Ecco perchè, dopo averli aggiornati, li abbiamo inseriti in un'apposita voce dell'Area studenti della scuola . Stessa cosa abbiamo fatto per le numerose foto che erano state inserite nel corso dei due anni nel gruppo, ben coscienti dell'errore che avremmo compiuto eliminandole. Un alunno
SCRIVETE NUMEROSI A foscarini.lanx@gmail.com Lanx / gennaio 2013
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Ipse dixit
MEZZAROBA: Non ho neanche gli occhi per piangere.
e non qui con voi!
SALVAGNO: Fermate il mondo, voglio scendere!
SALVAGNO: Sapete che le donne in gravidanza hanno le voglie? Ecco, io volevo una pistola.
GHERARDI: (Camminando per strada) Vi guardate in giro e dite: “Ma guarda che bella mano, che bel braccio, che bella rotula.” Mettete tutto insieme e viene fuori Frankenstein.
FORT: Perchè ragazzi, il principio non è un baccalà. Il baccalà sta là e il principio principia!
GOTTARDI: (A Fulvio) Come sei preso? Sembri un bosniaco in fuga! Mancano solo le ciabatte da doccia del tutto a €1.
PALOSCHI: Stai zitto Giuseppe! Altrimenti ti rimetto nel presepe!
SALVAGNO: Come fate a copiare le versioni da qua? Il tablet non prende.
SALVAGNO: Pensate cosa ne hanno fatto dei testi greci...ci hanno avvolto le mummie. Voi penserete: perchè non gli hanno dato fuoco per scaldarsi?
MEZZAROBA: Da ragazzo sono stato violentato dai Promessi sposi. MEZZAROBA: Da cosa deriva cognoscendo? GIUDITTA: Cognosco, cognoscis, cognovi... Tutta la classe suggerendo: cognitum! GIUDITTA: Emm...cognitum! MEZZAROBA: Beh se non altro l’udito ce l’hai buono, hai superato la prova audiovisiva...che già non è poco! DAL BO: Ma cosa devo fare per risolvere questa equazione? Un balletto cileno? MEZZAROBA: Allora, chi è capricorno? MARINA: Ma come prof, si interessa di queste cose? MEZZAROBA: No, è solo un metodo per socializzare! MEZZAROBA: Adesso sposto l’albero di Natale! CLASSE: Prof non lo faccia! Sennò come il suo collega fa cadere le palle! MEZZAROBA: Lasciamo perdere queste metafore poco edificanti!
MEZZAROBA: Ragazzi questo è un percorso di purgazione, ma non organizzato da Alpitour! ALUNNA: Prof per favore potrebbe ripetere quello che ha detto nella scorsa lezione? MEZZAROBA: Ma vergogna! Abbi un po’ di pudore nelle domande, almeno a livello di pareo, non di perizoma o mutanda! MEZZAROBA: Nel Medioevo le donne erano considerate molto belle se avevano la pelle chiara, gli occhi azzurri e i capelli biondi. Insomma io sarei stato un fallimento, come donna! MEZZAROBA: Perchè voi che avete fatto Virgilio... ALUNNO: Ehm, no prof! MEZZAROBA: Datemi un'ascia che mi suicido direttamente! SALVAGNO: Guardate che il Satyricon è un libro sconcio, non regalatelo a qualche suora per Natale! MEZZAROBA: La prossima volta vi porterò i libri di cui vi ho parlato, ve li farò vedere, guardare, annusare, toccare se avete le mani pulite.
Nos diximus
DAL BO: Ai miei tempi non c’era il test per entrare a medicina. Ah, se avessi scelto medicina adesso sarei su uno Yatch
ANDREOLO: Mancano Onesto e Canciani. Cosa sono, fuggiti insieme? ALVISE: E tornano in tre!
SABBADIN: State zitti! Guardate che oggi sono cattiva! ALUNNO: Prof ma noi siamo molto più cattivi di lei!
ELENA: Vuole lasciare questo messaggio ai postumi. ANDREOLO: Perchè il sign. Lotter esiste? ONESTO: Per sbaglio! ANDREOLO: Devo farvi una domanda che potrebbe sembrare sconveniente: sapete come si fanno i figli? Silenzio generale... MARINA: Col cavolo!
GOTTARDI: Federica, cos’è il Kaiser? FEDERICA: È l’imperatore. GOTTARDI: E come si chiamava? FEDERICA: ...Imperatore! ALVISE: Non rigiriamo il dito nella piada!
di Ulisse (Nussuno)