Anno VIII Numero 100 Ottobre 2011
MENSILE A SFONDO SOCIALE DI PUBBLICA UTILITĂ€ a: Campalto - Favaro Veneto - Tessera - Dese
distribuzione gratuita presso gli esercizi commerciali
ASSOCIAZIONI
CENTRO POLIFUNZIONALE PASCOLI LAVORI : A QUANDO LA FINE? Lo scorso mese avevamo scritto, compiaciuti, che il Comune di Venezia aveva iniziato alcuni lavori di ristrutturazione e migliorìe presso il centro Pascoli: in effetti questi sono iniziati a luglio e sono proseguiti per un po’ di giorni, giusto il tempo di sventrare i bagni al piano terra ed un muro per il cavedio dell’ascensore, di lasciare polvere e sporco nei corridoi, di rendere inutilizzabile la sala a piano terra dove dovrebbero iniziare a giorni i corsi di musica, di rendere inaccessibili altri spazi del centro, di lasciare un grosso punto interrogativo sulla possibilità di accendere il riscaldamento fino a quando i lavori non saranno finiti! Già, appunto, non si riesce a sapere quando riprenderanno e perciò ad ipotizzare quando finiranno. Nel frattempo alla Pascoli è continuata per tutta l’estate l’attività del centro Internet, altre sono riprese a settembre a ritmo ridotto, altre ancora potrebbero saltare oppure iniziare in ritardo: tutta la passione e l’entusiasmo di Associazioni ed operatori vanificati e frustrati da una programmazione dei lavori inesistente, da promesse fasulle, da scaricabarili in serie! Per chiudere, una chicca inoffensiva ma curiosa: dalla foto si può constatare la condizione attuale (23 settembre) dei bagni dove tutto è stato demolito per essere rinnovato; il water che si vede sulla sinistra non verrà smantellato perché, pare, nel contratto d’appalto non è stata prevista la sua sostituzione. Avremo, chissà quando, bagni nuovi di zecca ed un water degli anni ’30. Tanto per non scordarci dei tempi passati e dei suoi preziosi, nostalgici water ingialliti! Giuliano Brandoli
CORSO DI INTRODUZIONE ALLA FOTOGRAFIA DIGITALE Inizierà lunedì 10 ottobre alle 20.15 presso il Centro Polifunzionale Pascoli in via Orlanda a Campalto la sesta edizione del corso “Introduzione alla fotografia digitale”. Il corso avrà la durata di 7 lezioni e si svolgerà al lunedì sera . Il corso è rivolto a tutti coloro che desiderano acquisire ed approfondire i primi fondamentali concetti riguardanti la fotografia in generale ed il sistema digitale. Il progetto didattico persegue i due seguenti obiettivi: affrontare i principi teorici fondamentali della tecnica fotografica e le problematiche più comuni in fase di scatto e di postproduzione anche mediante l’analisi critica di opere dei partecipanti. Introdurre i fondamenti di analisi dell’immagine (lettura di un’immagine, composizione, equilibrio ecc.) e la tematica dell’Arte fotografica. Il corso, inoltre, si propone di sollecitare nei partecipanti non solo il desiderio di realizzare foto tecnicamente corrette, ma anche il ricercare le migliori possibilità comunicative. Per informazioni ed iscrizioni: mail info@territorieparadossi.it oppure contattare Giuliano al numero 3388222799
CENTRO INTERNET 3P@ CAMPALTO Ricordiamo che prosegue l’attività del centro internet P3@ di Campalto gestito dall’associazione Blog Territori e Paradossi in collaborazione con la Municipalità di Favaro; è possibile accedervi gratuitamente previa iscrizione da perfezionare presso il Centro Polifunzionale Pascoli in via Orlanda. Sono disponibili per gli utenti 9 postazioni dalle quali navigare in internet o utilizzare programmi di video scrittura o altro. Di seguito gli orari di apertura durante i quali la presenza di un tutor può essere d’aiuto a chi si avvicina per le prime volte al mondo digitale. Apertura: martedì 9.00-11.00, mercoledì 9.00-11-00, giovedì 18.00-21.00, sabato 9.00-12.00
COLLETTIVA DI FOTOGRaFIA “CHI SIAMO?” Da sabato 8 ottobre a mercoledì 19 ottobre, presso gli spazi espositivi del municipio di Favaro Veneto (Ve), sarà esposta la mostra fotografica collettiva “Chi siamo?”. La mostra è organizzata dell’associazione Blog Territori e Paradossi ed ospita le opere di 24 artisti. L’evento, che gode del patrocinio del Comune di venezia, è stato inserito tra le manifestazioni culturali dell’ottobre mestrino Inaugurazione sabato 8 ottobre, ore 18.00. Orari di apertura: domenica 9/10 ore 10.00-12.00 dal lunedì al venerdì ore 10.00-12.00 martedì 11/10 - martedì 18/10 - giovedì 13/10 ore 17.00-19.0
2
LA PAGINA DI CAMPALTO
GREEN PAGE
SALVIAMO I FOSSI (E LE RANE, I PIPISTRELLI E,...) a cura di Daniele Conte
“Mi da giovane saltavo i fossi par longo!” Esclamazione conosciuta e pronunciata spesso dai più avanti con gli anni. Io, giovane d’oggi, posso ancora capire di cosa si parla, se esco fuori città e prendo la via verso i campi. Potranno forse in futuro i miei figli, sapere che cosa è un fosso? Forse sto esagerando, ma non vorrei venissero messi nelle liste rosse come “insieme di specie” a rischio di estinzione. I cari vecchi fossi infatti, sono (o meglio...erano) un attivo brulicare di insetti, rettili, anfibi, intorno a loro ci passano e bevono volpi e ricci, sopra a loro volano uccelli e spesso si posano, come le sempre più note bianche garzette. Dentro, se l’acqua è pulita, vi può ancora nuotare qualche irriducibile pesce. Sul pelo dell’acqua scivolano i Gerridi (o insetti pattinatori) e lo sfiorano le libellule. In questi ultimi anni, scompaiono a vista d’occhio. Dovrebbe essere una rete, in cui sono tutti collegati e l’acqua (quando c’è), passa da uno all’altro, rimpinguando le mancanze, alleggerendo i carichi, equilibrando quella assorbita o ceduta dalla terra e dai campi. Una rete che perde pezzi, o che scompaiono sotto terra. A partire dalla conosciuta via Orlanda sottratta di uno dopo l’altro, anche via Passo aveva i fossi ai lati, ve la immaginate? Un tempo era pieno, un fosso continuo. Di acqua sotto i ponti (e dentro i fossi) ne è passata, ma la scomparsa ai nostri occhi continua (penso a via Madricardo,...). Mi ha piacevolmente sorpreso che ogni tanto si tenta di ricrearli. Ma quanti anni dovranno passare per ricostruire l’equilibrio di un ecosistema, ovvero la vita insieme di fattori abiotici (suolo, acqua, aria) e biotici (piante, animali,...) dopo aver in pochi attimi distrutto tutto? Non basta saper scavare per creare un fosso. Come non basta aprire il quaderno per completare i compiti o fare la spesa mettendo i prodotti nel carrello. Queste condotte,
più o meno larghe e profonde, più o meno umide o secche, sono dei veri mondi, parte di ambienti umidi della terraferma indispensabili per il territorio. Se proprio di tutti i possibili insetti o rettili non ce ne frega niente, o ci fanno pure un po’ schifo, forse ai più disinteressati alla vita naturale dovrebbe comunque stuzzicare il fatto che i fossi sono utili quando la propria macchina e il garage di casa vanno sotto acqua. Sempre più frequenti infatti sono gli allagamenti sul nostro Veneto che, di per sé, è in gran parte a rischio idraulico. Fatto conosciuto, da tenere in considerazione, ma più spesso snobbato quando si tratta di costruire per interesse o in fretta. Sta a noi difenderli capendone l’importanza e prendendocene cura. Anche solo fermandosi un attimo a osservare ciò che accade in quel pezzo di terra e di acqua, che cambia con il passare delle stagioni, con i fiori in primavera ed estate, con gli sguazzi e i voli attorno. E se mi venite a dire che fanno zanzare... beh! A volte sì a volte no. Un fosso che si rispetti, con pesci, rospi, rane e pipistrelli in zona, saprà difendervi anche da quelle. Una rete da rispettare.
LA PAGINA DI CAMPALTO
3
L’ERBA DI CASA NOSTRA
STIAMO SEGANDO IL RAMO SUL QUALE SIAMO SEDUTI? (seconda parte) In questo n. 100 continuiamo la pubblicazione di alcuni passi del dossier su Venezia approntato dall’associazione “Italia Nostra”. Questo mese daremo visibilità alle contestazioni sui progetti che riguardano da vicino anche il nostro territorio: TAV, sub lagunare, quadrante di Tessera, e non solo. Quella confezionata da Italia Nostra è una relazione articolata e ci riesce difficile proporla “a puntate”: per chi desiderasse prendere visione della versione integrale indichiamo il sito dove poterla reperire: http://www.italianostra-venezia.org . Parlando con un amico al quale manifestavo la mia preoccupazione per talune scelte, o non scelte, fatte per Venezia ed il suo territorio dalle amministrazioni che si sono succedute, mi ha risposto che oltre a protestare sarebbe opportuno anche fare delle contro proposte. E’ vero, sarebbe opportuna una dialettica più spinta, un esame più approfondito dei progetti e, soprattutto, la totale disponibilità di ciascun amministratore a tutelare gli interessi generali della collettività e del territorio; interessi che non sempre coincidono con quelli di imprenditori ed industriali, e nemmeno con interessi “sovraordinati” a livello nazionale. Penso che la maggior qualità di un politico sia di saper progettare, delineare e proporre un futuro migliore del presente, e che il “valore” del politico possa essere appurato pienamente, purtroppo, dopo che se ne sarà andato. Oggi, con diverse motivazioni, possono avere tutti ragione: amministratori, scienziati, ambientalisti, opinionisti, nostalgici, imprenditori, e “semplici” cittadini. Si vedrà in futuro se Venezia ed i veneziani vivranno meglio o peggio!
morfologico originario della Laguna sarà irrimediabilmente perduto. Il polo logistico accelererebbe in modo irreparabile l’erosione e il degrado morfologico dell’intero bacino sud: per collegare la nuova piattaforma per container al porto sarebbe necessario escavare nuovi profondi canali artificiali. La realizzazione della zona logistica non è sostenibile nemmeno da un punto di vista economico: in un’area di circa 120 chilometri esistono già altri tre interporti - Padova, Rovigo e Verona -, sottoutilizzati e finanziati con fondi pubblici, che infatti si sono opposti con fermezza all’interporto di Giare - Dogaletto (5 volte più grande di quello padovano). Inoltre, altri porti più adatti sono già in competizione con Venezia per il traffico di container (Trieste e Monfalcone) e hanno già ottenuto accordi con finanziatori (in particolare con Unicredit). L’intera operazione è progettata da privati fra i quali alcuni proprietari delle aree agricole e costerebbe la cifra esorbitante di 2 miliardi di euro. Nelle intenzioni dell’Autorità portuale dovrebbe trasformare il porto di Venezia in uno dei più importanti del pianeta, intercettando il traffico di Suez tra l’Oriente e l’Europa e aumentando la propria capacità da 300mila a 3 milioni di container per anno. Ciò richiederà l’utilizzo
Giuliano Brandoli
Ecco i nuovi progetti che le amministrazioni e i privati vogliono fare nella laguna di Venezia. (Italia Nostra – Venezia) Sarà uno dei più grandi porti off-shore del pianeta per il traffico merci. In laguna, di fronte a Venezia. A Giare-Dogaletto (presso Mira), di fronte a Venezia, è in progetto un nuovo polo logistico intermodale per il traffico di container, in una zona agricola di 4,6 ettari, sito di interesse comunitario (SIC) sottoposto a vincoli paesaggistici dell’ex legge 1497 e tutelato da leggi regionali (PALAV). L’area si affaccia su luoghi lagunari rimasti fino a oggi quasi integri, ma che con questo progetto sparirebbero. Qui sopravvivono ancora delle barene ma recenti studi, fra cui quelli del professor Luigi D’Alpaos (docente di Idrodinamica all’Università di Padova) hanno messo in luce che la superficie occupata dalle barene, nel Seicento stimabile in circa 255 km2, si è ridotta nel 1970 a soli a 64 km2; se non si interverrà, a metà secolo XXI il tessuto
4
LA PAGINA DI CAMPALTO
L’ ERBA DI CASA NOSTRA di quasi tutta l’area ex industriale di Marghera, riducendo gran parte del margine lagunare a luogo di parcheggio e movimentazione di container.
salvaguardia di Venezia un progetto per la realizzazione, in Laguna, a fianco dell’esistente isola delle Trezze, di una nuova isola artificiale, di circa 55 ettari, elevata fino a 4,5 metri sopra il livello dell’acqua, costituita da fanghi inquinati. Per legge è vietato l’imbonimento di aree all’interno della La laguna devastata! Realizzazione della TAV e Laguna, ma, come si è ormai abituati a Venezia, si è riusciti della Metropolitana Sublagunare a superare i vincoli previsti dalla legge istituendo un com(Italia Nostra – Venezia) missario all’escavo dei fanghi. L’isola delle Tresse (isola artiTAV e metropolitana sublagunare: due opere distruttive ficiale, costruita negli anni ’90 sempre in spregio alla legge) dal punto di vista ambientale e sociale. L’alta velocità (TAV, verrà raddoppiata e innalzata divenendo un immenso terper soli passeggeri, le merci verranno dirottate altrove) rapieno. Il resto dei fanghi verrà portato in un’area limitroper arrivare all’aeroporto dovrà scendere in galleria per fa alla zona di Giare-Dogaletto, lungo il Naviglio Brenta, nel 9 chilometri, tagliando tutte le falde acquifere in pressione cosiddetto Vallone Moranzani. In esso il Commissario per lo scavo dei canali portuali (paradossalmente responsabile che permettono ai terreni di Venezia di non sprofondare (ricordiamo quan- anche del settore ambiente della Regione Veneto e presito già accaduto negli anni ’50-’70: l’emungimento di acque dente della Commissione di Salvaguardia), in accordo con sotterranee per scopi industriali ha fatto perdere a Venezia Regione, Provincia e Comune, ha previsto la realizzazione quasi 10 preziosissimi cm di quota). L’unica fermata previ- di una gigantesca discarica ove stoccare 4 milioni e 800mila sta, non a Venezia né a Mestre, bensì a Tessera, penalizzerà metri cubi. L’enorme discarica, in procinto di essere reagravemente l’accesso ferroviario alle due città. La metro- lizzata, verrà poi ricoperta e trasformata in ‘parco lineare’. politana subacquea, che dovrebbe collegare l’aeroporto di L’operazione, spacciata come riqualificazione ambientale Tessera con le Fondamente Nuove di Venezia, e, successi- in realtà è decisa per risparmiare la spesa di riporto dei vamente, con l’Arsenale e il Lido, Chioggia e Jesolo, porterà fanghi in una discarica specializzata, come obbligherebbero ogni 8-10 minuti migliaia di turisti giornalieri in una parte leggi europee e nazionali -, trasformerà anche visivamente di Venezia collegata col resto della città da calli larghe al più l’ambiente: nel paesaggio dolcemente piatto della Laguna 2 metri e servirà solo l’8% del traffico pendolare (25.000 e della gronda lagunare spunteranno colline- ziggurat (di persone al giorno). Non potrà dunque ripagare i costi di re- rifiuti tossici) alte 14 metri. alizzazione coinvolgendo così nel passivo anche il Comune che, con una sua Società partecipata, è tra i promotori. Per realizzarla si dovranno scavare due enormi tubi sotto il fondo lagunare, manomettendo il caranto, strato di argilla fossilizzata che regge il fondo lagunare e le isole abitate. Le fermate d’uscita dei passeggeri e di sicurezza in mezzo alla Laguna dovranno essere molto elevate sul livello dell’acqua per garantire sicurezza dalle maree, evidentemente a scapito della compatibilità ambientale. Con questa scelta trasportistica viene pure sacrificata la riorganizzazione della mobilità cittadina, che deve essere differenziata dai flussi turistici. Per i pendolari: SFRM, metropolitana di superficie - che colleghi Provincia e Regione con frequenza di metrò, a Mestre e a Venezia - e linee lagunari circolari esterne, rapide ed efficienti; per i turisti: mezzi acquei appropriati, meno veloci, che colleghino le testate di terraferma di Fusina e Tessera con luoghi decentrati della città, per non affollare e saturare il centro marciano e Rialto.
Una discarica illegale in piena laguna! Piena di rifiuti tossici. Il “commissario” straordinario per lo smaltimento dei fanghi di escavo dai canali del porto (e dai canali portuali lagunari) ha presentato alla speciale Commissione per la
LA PAGINA DI CAMPALTO
5
L’ERBA DI CASA NOSTRA
LA NOSTRA ChIESA DI SAN MARTINO SON PASSATI 500 ANNI MA E’ ANCORA LI! C’è un tesoro a Campalto, è lì da secoli ma spesso è considerata solo una succursale della nostra chiesa principale di San Benedetto, un luogo in cui recarsi il giorno della festa, l’11 di novembre, e qualche volta pronto ad accogliere qualche matrimonio. Eppure è l’edificio più antico del paese, quello che racconta la nostra storia. Ricordiamoci inoltre che per moltissimo tempo il titolo della Chiesa di San Martino in Strata costituì un appellativo alternativo a quello di Campalto che si affermò definitivamente solo nel secolo scorso: questo a dimostrare nuovamente, se mai ce ne fosse bisogno, la centralità di questo edificio per la nostra città. Eppure quest’anno, 11 di novembre, festeggeremo di 500 anni della Chiesa di San Martino. Dobbiamo quindi risalire indietro nel tempo, al lontano 1511, quando la costruzione del primo edificio, voluta nel 1503 da Pietro Morosini. Egli era il proprietario dei terreni dove sorgeva una precedente costruzione sempre dedicata a San Martino di Tours, patrono dei militi e dei viandanti. Infatti una chiesa precedente, situata in mezzo a un bosco nel territorio che lambiva la via romana Emilia e che costeggiava la gronda lagunare, è segnalata anche nei secoli precedenti. Fin dai primordi della sua storia abbiamo notizie relative alla devozione per San Martino alla quale, nel corso del tempo, di aggiunse quella per la Madonna del Rosario e per Sant’Antonio. La pieve di San Martino esisteva già nel ‘300 poiché da alcuni documenti sappiamo che durante la guerra di Chioggia (1387-81) la chiesa subì
ingenti danni. Come dicevamo Lorenzo Morosini ottenne all’inizio del ‘500 il permesso, dalla diocesi di Treviso, dalla quale dipendeva il territorio di Campalto, il permesso di costruire una nuova chiesa che, terminata nel 1511, fu consacrata nel 1536 dal vescovo di Caorle. La nuova chiesa fu a un’unica navata orientata verso ovest. Al suo interno la chiesa ospita numerosi elementi di particolare pregio come il palco che ospitava l'organo sopra la porta d'ingresso e lo stemma patrizio della famiglia Morosini posizionato sulla volta sovrastante la balaustra che introduce all'altare maggiore. Sull'altare maggiore invece è issata la pala di San Martino del pittore Emilio Paggiaro, opera firmata e datata 1894, raffigurante l'episodio chiave della simbologia del santo di Tours. Il particolare valore di quest'opera è dato dal modo in cui questa vicenda è stata rappresentata dell'artista: il gesto del taglio del mantello è infatti pienamente immerso in una cornice realistica e quotidiana, sullo sfondo di un cielo livido e di pochi alberi e arbusti spogli che ben potrebbero rappresentare il paesaggio dell'area della gronda lagunare in cui la pieve di San Martino in Strata si trovava. In quest’anno in cui festeggiamo i 500 anni della nostra chiesa, sarebbe interessante dedicare una riflessione su che cosa la dedicazione di questa chiesa dice al nostro paese, come festeggiare questo Santo cambi la nostra modalità di rapportarci con gli altri, in una apertura verso l’altro che in un qualche modo ci interroga.
ATTIVITA’ FITNESS 2011 2012 - CORSI COLLETTIVI GINNASTICA E DANZA MATTINA, POMERIGGIO,SERA
ATTIVITA’ PER ADULTI
ATTIVITA’ PER GIOVANI
PILATES – AEROBICA - STEP
DANCE BABY da 4 Anni
TONIFICAZIONE-TANGO ARGENTINO
DANZA CLASSICA da 6 Anni HIP HOP Bambine/i da 7 Anni
Attività fisica per la TERZA ETA’ agevolazioni per iscritti entro il 20 Settembre
MODERN JAZZ da 7 Anni CANTO
PALESTRA: CENTRO CIVICO 22 - VILLAGGIO LAGUNA CAMPALTO APERTA : da LUNEDI a GIOVEDI ORE 16,00 –19,00
INFO:
6
3472435009 - 041903110 adriana www.folksportingschool.it
LA PAGINA DI CAMPALTO
L’ERBA DI CASA NOSTRA
Programma di concerti dei festeggiamenti per i 500° anni della chiesa di San Martino in strata Quest’anno non si è dato nessun “tema” alla festa di San Martino, ma si è voluto festeggiare un anniversario, i 500 anni della nostra chiesa (una delle più vecchie della terra ferma ). Per ricordare questa data sono stati anticipati i consueti festeggiamenti già dal 8 ottobre organizzando quattro concerti che si terranno nella nostra piccola chiesa di San Martino lì dove la nostra comunità è nata. Quattro serate di buona musica e canto fatta da giovani. Insomma un “autunno musicale Campaltino”, al quale auguriamo d’avere un seguito nei prossimi anni.
…ci fu un luogo chiamato San Martino in strata… 1511 - 2011 Sabato 8/10 ore 20:30 Concerto strumentale di giovani musicisti veneziani. Sabato 22/10 ore 20:30 Concerto di chitarre classiche degli allievi del conservatorio del maestro Baratella. Sabato 5/11 ore 20:30 Concerto corale LE INSOLITE NOTE gruppo vocale femminile presentano LA VOCE DELLA MUSICA. Sabato 12 /11 ore 20:30 Concerto dell’ensemble di clarini JO CLARINO. Giovani musicisti che hanno frequentato e frequentano i corsi a indirizzo musicale della scuola media di Venezia e proseguono gli studi presso i conservatori del triveneto. Domenica 13/11 ore 18.00 A chiusura dei festeggiamenti nella chiesa di San Benedetto si terrà il consueto concerto della corale AMICI IN CORO che quest’anno ospiterà il coro TRE PINI di Padova diretto dal maestro Gianni Malatesta. Famoso in tutta Italia e oltre confini, fondato nel 1958, con oltre 1500 concerti fatti e varie tournées in tutto il mondo, con la loro bravura renderanno memorabile questa ricorrenza.
EX TEMPORE DI FOTOGRAFIA Anche quest’anno, in occasione della festa di S.Martino in strata, l’associazione Blog Territori e Paradossi organizza il concorso “ex tempore” di fotografia : tutti possono parteciparvi, grandi e piccoli, presentando fino a 3 foto scattate durante lo svolgimento della festa stessa che si terrà domenica 13 novembre prossimo. Le immagini dovranno ispirarsi ad uno o più significati, momenti, suggestioni della giornata di S.Martino. Gli autori dovranno presentare le foto scattate presso il gazebo di Blog Territori e Paradossi, oppure portare la propria macchina digitale presso lo stesso gazebo: gli scatti prescelti verranno scaricati, stampati ed esposti; a fine giornata la giurìa sceglierà le immagini migliori per ogni categoria (spirito della festa, foto più spiritosa, ritratto ambientato, categoria under 18 ed under 14) che verranno premiate; tutte le foto partecipanti saranno pubblicate nel sito dell’Associazione. Siete tutti invitati a partecipare!
LA PAGINA DI CAMPALTO
7
NUMERO 100!
“La pagina di Campalto” Abbiamo stampato il n. 100! Ce ne siamo accorti quasi per caso, quando stava per succedere, e ci siamo detti: beh, presentiamoci un po’ più da vicino, facciamo sentire la passione che ci spinge ad occuparcene, l’orgoglio nel percepire il gradimento dei lettori. Perché è proprio questo gradimento che ci regala il desiderio di pensare e di scrivere. Ecco chi siamo: Francesca Delle Vedove, Elena Brugnerotto, Chiara Foffano, Daniele Conte, Carlo Albertini ed il sottoscritto Giuliano Brandoli compongono la redazione. In particolare, Carlo si occupa dell’impaginazione e della grafica, Francesca, Elena, Chiara e Daniele scovano gli argomenti e compongono “i pezzi”, Giuliano coordina la “la costruzione” del mensile. Tutto questo tutti i mesi! Ringraziamo alcuni collaboratori “esterni” che hanno offerto varie volte la loro preziosa collaborazione: il dott. Francesco Blascovich, la dottoressa Manuela Florian ed Annalisa Potz; e ringraziamo tutti gli amici che ci forniscono notizie e suggerimenti. Un ringraziamento anche all’AUSER, in particolare alle signore che “confezionano” il giornalino ed al mitico Lugato che ci scandisce i tempi per la pubblicazione; agli inserzionisti che ci aiutano a tenerlo in vita; alla Provincia di Venezia per il prezioso contributo. Ed infine un caloroso grazie a tutti voi, lettori della “Pagina”! Quando mi è stato chiesto di scrivere del mio territorio ho subito pensato: che bello scrivere, ma... Campalto non la conosco! Che vergogna non conoscere la propria città! La Pagina mi ha insegnato a guardare, ad osservare il nostro Ambiente, non solo naturale, ma sociale e politico. Mi ha insegnato ad ascoltare e ad ammirare le bellezze che abbiamo sotto gli occhi ogni giorno, comprese le persone. Collaborare ad un progetto, anche piccolo, che sia per gli altri, non ha prezzo. La Pagina, nel suo umile fine, è questo: essere di e per tutti. Chiara Foffano Scrivere su La Pagina di Campalto penso sia un modo per prendersi cura del proprio territorio, a più livelli, dalla specifica zona dove abitiamo fino a temi più generali, che possano destare l'interesse di qualche lettore o lettrice curioso/a. E' un'occasione per fare informazione, per esprimere o raccogliere idee, dove tv o giornali non arrivano, restando a diretto contatto con i lettori. Mi piace farlo cercando di pormi in ascolto dei bisogni e dei problemi, di osservare, di ragionarci con pensiero critico, oppure offrendo qualche notizia “giardinicola” che si adatti al mese di pubblicazione. Sembra facile, ma anche se a prodotto finito non si vedono, dietro ci stanno lavoro ed organizzazione che richiedono tempo e un pizzico di passione: per l'ambiente in cui viviamo, per la propria città, per i concittadini; ma anche, alla base di tutto, c'è l'accettare di mettersi in gioco, con carta bianca e penna in mano. Un Grazie a tutte le persone che collaborano e che ci leggono. Daniele Conte Il gruppo funziona e si diverte, l’impegno c’è e può migliorare: che il risultato lo giudichino i lettori! Ancora cento di questi numeri! Francesca Delle Vedove C'è chi la pagina di Campalto la conosce e la segue, li incontri per strada, dici il tuo nome e subito:"ah scrivi per il giornalino di Campalto!" ...come fanno a saperlo? Ogni volta mi stupisco di quanto sia letto ed apprezzato. É per questo che continueremo a scrivere con entusiamo, per tutti quelli che hanno voglia di leggerci. Elena Brugnerotto Il pensare e lo scrivere aiutano capire ed a capirsi; lo scrivere anche per gli altri sprona ad avvicinarsi emotivamente ai problemi ed alle passioni di chi ci legge. Lo faccio, lo facciamo, con questo spirito! Giuliano Brandoli Credo che questa piccola pubblicazione mensile sia uno strumento molto importante per favorire lo scambio di idee e per aiutare la popolazione di Campalto a maturare maggiore consapevolezza e un crescente interesse nei confronti del nostro territorio, così unico e prezioso. Il mio augurio è quello di poter vedere una crescita costante di contenuti e contributi! La passione a noi della redazione certamente non manca! Carlo Albertini
8
LA PAGINA DI CAMPALTO
NUMERO 100!
“Il giornale è un ottimo mezzo per stimolare il senso civico”
intervista ad Alice Patelli, fondatrice de “La Pagina di Campalto” a cura di Francesca Delle Vedove Quasi dieci anni fa nasceva il primo numero della Pagina di Campalto, un notiziario fortemente voluto dall’associazione “Campalto Viva” e che ha trovato piena collaborazione nel circolo Auser - Il Gabbiano per la stampa e la diffusione. Alice, il progetto di un giornale di paese nasce da te… Io, allora presidente di “Campalto Viva”, insieme agli amici Vanin e Finotello, abbiamo ragionato sull’opportunità di creare un notiziario che parlasse di Campalto, della sua storia, di ciò che è stato e che contenesse anche gli eventi e le feste che interessavano il territorio. Perciò ci siamo buttati! Abbiamo formato una piccola redazione, ognuno di noi scriveva qualche notizia e l’Auser si occupava di stamparne le copie; nei primi numeri abbiamo raccontato la storia del paese e le sue personalità storiche grazie al materiale raccolto negli anni da “Terra Antica”. Via via che i numeri uscivano, cominciarono ad arrivarci poesie e racconti dai cittadini, suggerimenti per le rubriche e nuove collaborazioni.
Cosa rappresenta la Pagina di Campalto? E’ un ottimo mezzo per stimolare il senso civico dei cittadini, se non vogliamo essere una strada ma un paese, tocca a noi! Ricordo alcune edizioni del giornale molto dure con i nostri amministratori perché si segnalava la noncuranza verso questo territorio, la mancanza di illuminazione e di spazi verdi, la sporcizia per terra, i ritardi per i lavori di arredo urbano lungo via Orlanda. Noi facevamo articoli in proposito per suscitare risposte e sollecitare chi ci abita e ci lavora, ricordare di stare attenti al proprio territorio e non solo al “proprio orticello”: solo così Campalto può diventare una comunità e non un incrocio di strade. Quali suggerimenti per rendere migliore il giornale? Avere uno sguardo sempre attento al paese, non stancarsi mai di scrivere e segnalare le cose che non vanno, raccontare la realtà che viviamo. L’importante è farlo con un pizzico d’ironia ed a volte, con una sana presa in giro verso chi ci amministra!
LA PAGINA DI CAMPALTO
9
NUMERO 100! Per il numero 100 de La Pagina di Campalto, quale miglior voce se non quella del lettore? Siamo felici di riportare alcune preziose opinioni: “Mensile a sfondo sociale di pubblica utilità”: questa scritta sotto il titolo de La pagina di Campalto penso rispetti in pieno il compito che si è data la redazione. Evidente è stato il cambiamento delle linee editoriali nel corso degli anni, frutto del lavoro di persone diverse ed anche di esigenze diverse. Questo cammino ha portato all’edizione attuale ricca, a mio avviso, di attenzione non solo al territorio ma ad esperienze di vita significative che ci circondano. Fa riscoprire ai campaltini il proprio paese, che a volte sembra non abbia niente ed invece offre iniziative per tutti; è uno strumento che informa sulle varie realtà che esistono nei nostri quartieri; dedica alla cultura uno spazio importante con segnalazioni di libri, film, mostre e molto altro. Per questo mi piace essere, come negozio, uno dei vari luoghi di distribuzione di questo giornale gratuito che ha come punto di forza l’essere gestito in maggior parte da giovani (continuate così!). Un consiglio più che alla redazione lo darei ai cittadini di Campalto: continuate a leggerlo con interesse, informatevi su ciò che il nostro paese offre e “produce” per la comunità, ponendo fiducia su di esso, come questi giovani ci insegnano, perché conoscendo le nostre risorse potremmo farlo crescere assieme. Laura Vanin Anche se non ho letto tutti e 100 i numeri usciti, senza dubbio, “La Pagina” è maturata insieme ai suoi operatori. I lettori lo hanno percepito in maniera positiva: quando prendono in mano il “piccolo” giornale, sono sicuri di trovare al suo interno, qualcosa di utile perché soddisfa, senza pretese, le piccole aspettative e curiosità con rubriche varie e interessanti, ma soprattutto riesce a parlare alle persone. Questo è quello che conta. Il futuro lo vedo pieno di articoli di tipo culturale, in generale, e con molta comunicazione con chi legge. Francesco Blascovich
MARATONELLA DI CAMPALTO Si è svolta domenica 2 ottobre la seconda edizione della Maratonella di Campalto: oltre 600 atleti regolarmente iscritti che hanno preso il via alle 9.15, e molti altri si sono aggiunti lungo il percorso. SALVATORE BETTIOL,Testimonial di questa seconda edizione, si aggiudica il Trofeo Marco Cavaldoro, istituito in ricordo dell’amico Vigile del Fuoco e Volontario che ha perso la vita in un incidente in moto lo scorso anno, tagliando per primo il traguardo volante posizionato al 20° chilometro sulla sommità del Ponte Europa che conduce al Parco di San Giuliano. ULISSE DAMO e SILVIA SERAFINI si aggiudicano la seconda edizione della Maratonella con il tempo rispettivamente di 1.58 e 2.09. Nella mini Maratonella di 15 km si sono affermati ROBERTO BONDI’ e ROMINA FIORINI. Molte le autorità presenti: Renato Chisso Assessore Regionale, Raffaele Speranzon, Assessore allo Sport Provincia diVenezia, Saverio CentenaroVicePresidente Consiglio Comunale, Ezio Ordigoni Presidente della Municipalità di Favaro Veneto, Renzo De Antonia Presidente del Coni Venezia, Luigi Gavioli Presidente CSI Venezia, Gianni Caprioglio, Presidente dell’Istituzione Boschi e parchi di Mestre, Gabriele Scaramazza e Renato Boraso Consiglieri Comunali, Guido Rossato del Consorzio Acque Risorgive, Alfredo Favaretto della Soc.300Campi, Paolo Piazzalonga Presidente del Circolo Dipendenti di Venezia, Pierpaolo Minelli, Presidente Arco Acuto, oltre ai rappresentanti degli sponsor della manifestazione.
La PAGINA di CAMPALTO n° 100 : Complimenti a tutta la redazione per il traguardo raggiunto! Un gruppo di giovani ben coordinati da Giuliano che hanno saputo dare un taglio giornalistico più moderno e vario a” La Pagina di CAMPALTO” una lettura scorrevole, pungente, riflessiva, simpatica e mai banale . …Largo ai giovani. BRAVI ragazzi! Roberto Foffano
10
LA PAGINA DI CAMPALTO
RECENSIONI
Gli enti locali e il volontariato I tagli inferti ai trasferimenti statali ai Comuni, la progressiva riduzione dei Fondi sociali, le nuove misure restrittive introdotte nel pubblico impiego, il dimagrimento degli organici pubblici imposto dal Patto di Stabilità, stanno provocando conseguenze devastanti nel sistema dei Servizi Sociali del nostro Paese. Un momento difficilissimo per il nostro Welfare. Per il 2011 si va verso un impoverimento dei servizi pubblici dei Comuni o l’innalzamento delle tariffe dei servizi. Con i comuni che puntano sempre di più sull’affidamento all'esterno dei servizi socio assistenziali, soprattutto alle associazioni, allo scopo di abbassare i costi con il ricorso al volontariato. Il 48,5% della spesa comunale per i servizi sociali, nei comuni con più di 50.000 abitanti, è impiegata dai Comuni per affidare all’esterno, imprese sociali ed associazioni, la gestione di interventi e servizi sociali. Quali servizi? Strutture residenziali e ricoveri per anziani, assistenza, servizi per l’infanzia e gli asili nido. Tagli, esternalizzazioni, riduzioni, snellimenti, ridimensionamenti sono parole che si rincorrono sempre di più ed a farne le spese sono i terminali di questa filiera: i cittadini che possono contare sempre meno su una efficace rete di servizi socio-assistenziali pubblici e locali. Fa da sfondo a questa situazione, uno scenario inquietante. I Fondi nazionali per gli interventi sociali compreso il Fondo per le Politiche Sociali – Fnpshanno perduto circa il 63% dei 1.472 milioni stanziati nel 2010. La manovra della scorsa estate ha tagliato risorse agli Enti Locali per 14,8 miliardi di euro per gli anni 2011 e 2012 ed una nuova scure si abbatterà nuovamente. Gli affidamenti diretti (senza gara d’appalto) sono circa il 78,5% delle procedure di gara istituite dai comuni con più di 50.000 abitanti, di queste 78,5% una considerevole parte (72,7%) sono rivolte alle Associazioni di volontariato per la gestione di servizi sociali cosiddetti integrativi. Negli ultimi mesi è cresciuto in modo considerevole il ricorso alle organizzazioni di volontariato da
parte delle amministrazioni pubbliche locali. Ciò probabilmente allo scopo di contenere la spesa sociale a fronte della progressiva riduzione delle risorse pubbliche, tenuto conto che le associazioni si avvalgono di norma di prestazioni volontarie e gratuite dei propri soci; mentre, come è noto, le cooperative sociali e le imprese profit utilizzano manodopera retribuita. L’affidamento “diretto” viene scelto soprattutto al Sud e nelle Isole (con percentuali che superano il 30%) meno nelle aree del Nord-ovest (18%). Si stima che, su un totale di 93 euro pro capite impegnati nel 2009 dai Comuni capoluogo di provincia e con più di 50mila abitanti per l’acquisto di prestazioni sociali, circa il 25% delle risorse vengano impiegate attraverso affidamenti diretti a cooperative sociali e ad associazioni, in assenza di gare ad evidenza pubblica e di selezioni o procedure negoziate (con la conseguente mancata applicazione dei principi di concorrenza ed equità introdotti dalla riforma dell’assistenza - legge 328/2000). Sulla base dell’analisi dei bandi, dei capitolati di appalto e di ulteriori dati rilevati presso i Comuni, la gestione della spesa sociale comunale affidata all’esterno risulta principalmente a favore delle cooperative sociali, soprattutto nel Nord-Ovest (79%). Le Associazioni di Volontariato risultano affidatarie dei servizi sociali principalmente al Sud (28%) e nelle Isole (26%). Le cooperative sociali gestiscono in particolare servizi di assistenza domiciliare agli anziani, interventi assistenziali di base (gestione di centri con ospiti residenziali), e servizi all’infanzia, specie quelli a carattere educativo e ricreativo. Alle Associazioni di volontariato i Comuni affidano in particolare la gestione di servizi cosiddetti innovativi e integrativi, di supporto agli interventi “complessi”: Laboratori di animazione sociale; Interventi di sollievo e supporto psicologico; Trasporti sociali; Accompagnamento; Servizi agli immigrati. La durata media dei contratti si aggira attorno ai 2-3 anni, la brevità temporale degli incarichi costituisce elemento di
LA PAGINA DI CAMPALTO
forte incertezza nelle prestazioni di efficienza e di efficacia della spesa sociale. Inoltre, circa il 15% delle gare sono state indette sulla base del criterio di aggiudicazione al prezzo più basso determinato mediante massimo ribasso sull'elenco delle offerte. Questa formula è volta a premiare esclusivamente i ribassi proposti dalle imprese sociali rispetto alla base d’asta o prezzo base progettato dal Comune, ignorando, in definitiva, le componenti tecniche e qualitative delle offerte. Tale prassi è adottata ancora dai Comuni nonostante che la legge 328/2000 e le norme regionali di settore sollecitino, ormai da anni, le amministrazioni pubbliche ad abbandonarla. La legge di riforma dell’assistenza (328/2000) risulta largamente inapplicata, la co-progettazione e le capacità progettuali del Terzo Settore continuano ad essere mortificate. I rapporti tra enti territoriali ed imprese sociali spesso si limitano all’affidamento della gestione dei servizi sociali in assenza di procedure codificate che promuovano la partecipazione di tali strutture alla fase di programmazione territoriale. Insomma tutti questi dati confermano che al centro delle relazioni tra enti locali e Terzo settore c’è un enorme paradosso. A fronte del rilevante apporto che Associazioni e Imprese sociali forniscono alla gestione dei servizi sociali, le amministrazioni pubbliche locali sono ancora inadempienti nella creazione di regole davvero efficienti e trasparenti, per consentire al Terzo settore di erogare servizi di qualità alla cittadinanza, e di giocare un ruolo importante nella programmazione sociale e in termini di sussidiarietà orizzontale. I dati sopracitati sono stati discussi dal Quarto Rapporto Nazionale di Auser sulla relazione fra Enti Locali e terzo settore. Loris De Rossi
11
LA PAGINA DELLA PROVINCIA
La Provincia riapre le porte dell'oasi Lycaena, alle cave di Salzano Visite possibili alla prima e alla terza domenica di ottobre 29-09-2011 - Una bella notizia per gli appassionati della natura e del verde. Riprendono infatti le visite alle cave di Salzano, conosciute anche con il nome di Oasi Lycaena, dal nome della particolare farfalla che qui vive e si riproduce. La prima e la terza domenica di ottobre, la Provincia di Venezia, apre le porte di questo splendido luogo, che permetterà ai cittadini di osservare i diversi ambienti presenti, la fauna e la flora. Le visite saranno aperte a tutti la prima e la terza domenica del mese, da aprile a ottobre, mentre i gruppi e le associazioni possono prenotare presso l’associazione TerraViva che risponde ai numeri 327.8239902-340.0048545. L’assessore provinciale ai parchi e boschi Giuseppe Canali ha sottolineato: “C'è ancora molto lavoro da fare per migliorare l'ecosistema e rendere ancora più fruibile l'Oasi ai cittadini. Stiamo lavorando con tutti i soggetti coinvolti. Un ringraziamento va in particolare all'associazione TerraViva che presta la sua collaborazione con le visite guidate”. E ha concluso: “I cittadini attraverso la visita a questa oasi potranno non solo scoprire un importante polmone verde nel territorio del Miranese, ma anche apprezzare gli sforzi compiuti in sinergia dai diversi enti quali la Provincia ed il Consorzio di Bonifica Acque Risorgive che in questa cave effettua la fitodepurazione delle acque del fiume Marzenego”.
La Provincia di Venezia promuove lo Slow Tourism per un territorio sostenibile Partenza dal museo archeologico di Altino, quindi il passaggio dalla terra all’acqua e precisamente dalla darsena di Portegrandi dove il barcone ha fatto rotta verso le isole di Mazzorbo (visita alla tenuta di Venissa), Burano e Torcello. E’ iniziato ieri il primo degli otto appuntamenti organizzati dalla Provincia di Venezia relativa al progetto europeo per la promozione del turismo lento “Slow Tourism”, che coinvolge 30 partner dei Paesi Italia e Slovenia con l’obiettivo di valorizzare e promuovere gli itinerari turistici dell’area italo-slovena coinvolgendo i territori caratterizzati da peculiarità naturalistico-ambientali di pregio
12
e dall’elemento acqua. Al “Laguna Sunset Tour”, ha partecipato l’assessore provinciale al turismo Giorgia Andreuzza, che da due anni sta lavorando per promuovere questo nuovo tipo di turismo. Presenti all’appuntamento anche amministratori pubblici, giornalisti e operatori turistici. L’assessore Andreuzza: “La partenza del territorio altinate ha un suo significato, perché è proprio dalle emigrazioni dei popoli altinati che poi è nata Venezia. Nel nostro territorio ci sono prodotti ormai maturi da offrire al turista, come le spiagge e la stessa città di Venezia, che hanno grandi potenzialità e che si possono proporre anche durante la bassa stagione. Si può infatti rivolgere l’attenzione ad un target di turisti che non guarda alla stagione in corso, tra l’altro oggi
LA PAGINA DI CAMPALTO
ci sono temperature gradevoli, per cui i turisti possono diventare gli escursionisti del territorio. Laguna Sunset Tour non ha l’obiettivo di garantire un quadro completo di quanto offre la Laguna Nord, ma vuole essere un invito a promuovere una nuova filosofia della fruizione del territorio, vale a dire “gustarlo” lentamente, inserendosi in un progetto europeo finalizzato a migliorare l’accessibilità e l’utilizzo delle risorse turistiche legate all’acqua in base al principio dello “slow”. E ‘inoltre importante sottolineare che il progetto intende promuovere i prodotti tipici del territorio, integrare e mettere in rete le risorse ambientali e rurali. Questo modo innovativo di proporre l’offerta turistica, rappresenta un’alternativa al mordi e fuggi”.
L’ERBA DI CASA NOSTRA
IL FAMOSO PONTE BAILEY...
Dopo quasi mezzo secolo di attività, finalmente nel 2000 il famoso “tiro a volo” di Campalto ha chiuso i battenti lasciando, tuttavia, una pesante eredita. Migliaia di piombini e resti di piattelli di ceramica e metalli pesanti si sono depositati per anni sulla gronda lagunare formando un considerevole strato estremamente dannoso per il delicato equilibrio della barena. Me li ricordo i “nonni” armati di fucile che sparavano al tiro a piattello. Io e i miei amici ci arrivavamo in bicicletta e andavamo alla ricerca di qualche piattello intatto da portare a casa come trofeo. Lo sport in sé non mi ha mai affascinata, ma ho sempre pensato che dev'essere stato suggestivo avere come panorama la laguna di Venezia, lo sfondo della città eterna. Incantevole davvero. Peccato che nessuno abbia pensato alle conseguenze. Ora, dopo cinque anni di costose bonifiche per quegli 8 ettari di terreno contaminato, finalmente anche questa zona è stata riconsegnata alla cittadinanza che si dimostra sempre più sensibile alle ricchezze ambientali della nostra città. Il sopracitato ponte, che collega il Passo, in prossimità della zona bonificata e via Cristiano Scantamburlo, è stato costruito dall'impresa indicata per il risanamento dell'area dal Consorzio Dese Sile per rendere più agevole il trasporto del materiale e, a lavori terminati, sembrava destinato allo smantellamento. Da quel momento si è aperto il
a cura di Elena Brugnerotto
dibattito tra la fazione del “si teniamolo” e del “no buttiamolo”. I primi vedono l'opportunità di dare sfogo naturale al percorso pedonale e ciclabile che dal Parco di San Giuliano arriva fino al Passo Campalto per poi interrompersi bruscamente. Oltre al fatto di dare un'alternativa alla roulette russa del povero ciclista che percorre via Orlanda per raggiungere Tessera senza pista ciclabile, senza illuminazione e con il perenne dubbio: “arrivo o non arrivo a Tessera...”. Gli “amici della bicicletta” che da anni chiedono una pista ciclabile lungo via Orlanda non hanno dubbi, il ponte deve restare. Si realizzerebbe così il grande sogno di creare un percorso ciclabile lungo la gronda lagunare per dare finalmente una destinazione d'uso adeguata a quell'argine che sembra fatto apposta per essere percorso in bicicletta per poter godere del panorama della laguna e del profilo di Venezia. Anche Alessandro Baglioni, delegato alla mobilità e alle politiche ambientali e di sostenibilità in Consiglio di Municipalità di Favaro, è dello stesso parere: “al momento conviene tenerlo, forse non è bellissimo, ma nel caso venisse smantellato non sappiamo quanti anni passeranno prima di avere i fondi per costruirne uno nuovo...” Di tutt'altra opinione l'Associazione della “Salsola” che vede nel ponte un elemento poco consono all'arredo della tanto sospirata oasi della laguna, sostenendo infatti che sia più consono
LA PAGINA DI CAMPALTO
un ponte con tutti i crismi e non un ammasso di ferro. Fatto sta che è il ponte è ancora chiuso e il suo destino sembra ancora incerto... Per ovviare ad ogni dubbio ho voluto andare più a fondo e ho scoperto che, anche se il cantiere della bonifica del tiro al piattello non è ancora concluso (come invece è stato annunciato dai giornali lo scorso giugno), l'Immobiliare Veneziana (IVE) già promotrice della realizzazione del Bosco di Campalto, ha messo in moto il processo che porterà alla continuazione dell'ippovia. Comune, Municipalità, Magistato alle acque, Consorzio Dese Sile e Veritas, coaudiuvate dall'IVE stanno lavorando per mettere un altro tassello a questo puzzle ciclabile urbano che pian piano sta collegando Mestre con la sua periferia nord. Il gentile Avvocato Farinea dell'IVE, che parla con piacere ed orgoglio di questo progetto, sostiene che il lavoro di adeguamento per la realizzazione della pista ciclabile non è poi così ingente e già a primavera potremmo godere della bellezza di un nuovo tratto di laguna. In questo periodo di tagli, ristrettezze economiche e incertezze, forse vale la pena accontentarsi di quello che si ha e valorizzarlo. Per fortuna per il Ponte Bailey è salvo e il buon senso sembra aver avuto la meglio.
13
L’ERBA DI CASA NOSTRA BELLEZZA di Giuliano Amato Presidente del Comitato dei Garanti per le celebrazioni del 150° anniversario dell'Unità d'Italia "Secondo quattro quinti del mondo è la caratteristica principale del nostro Paese, ciò per cui lo amano, per cui vengono a vederlo. La mia parola per l'Italia è: bellezza. Esistono pochi paesi che possiedono bellezze naturali così numerose, così vicine l'una all'altra come quelle italiane. Ed esistono pochi paesi i cui abitanti, forse influenzati da questa ricchezza della natura, sanno produrre bellezza come gli italiani. La sanno produrre i nostri artisti che vengono osannati in tutto il mondo; i disegnatori dei nostri vestiti; i nostri artigiani; chi realizza i nostri prodotti industriali: il made in Italy è caratterizzato da una qualità particolare, che è la bellezza e che ci attraversa in modi diversi, ma sempre italiani, dalle Alpi alla Sicilia. Quando vengono a trovarmi amici americani dico sempre: attento, quando vai da una città all'altra non appisolarti in viaggio come fai nel tuo paese. In Italia se ti addormenti perdi una quantità di cose bellissime: parti dalla costa, attraversi colline meravigliose di uno splendido verde, con cipressi e filari di alberi, ti ritrovi in montagna e poi vedi il mare dall'altra parte e poi vedi montagne più alte e poi i laghi... Molti secoli fa, dal Nord Europa venivano a vedere la luce in Italia: c'erano pittori che per dipingere la nostra luce venivano per qualche mese, per qualche anno, e che qualche volta non sono più andati via. Una cosa dovremmo saper fare noi italiani: esserne consapevoli e saperla custodire per il nostro futuro, questa bellezza. C'è chi ha scritto che gli italiani sono alla ricerca di un destino comune. Ma in realtà lo hanno già: hanno la fortuna di vivere in questo piccolo pezzo di mondo che da tutto il mondo si viene ad ammirare. Poichè ne hanno la capacità, hanno la missione, e la responsabilità, di conservare e di moltiplicare nelle tante cose che fanno, questa bellezza."
Il nostro amico e lettore Lucio Palamidese ci ha inviato questa riflessione (di qualche decennio fa…). Grazie Lucio! "Ogni tempo ha il suo fascismo: se ne notano i segni premonitori dovunque la concentrazione di potere nega al cittadino la possibilità e la capacità di esprimere ed attuare la sua volontà. A questo si arriva in molti modi, non necessariamente col timore dell'intimidazione poliziesca, ma anche negando o distorcendo l'informazione, inquinando la giustizia, paralizzando la scuola, diffondendo in molti modi sottili la nostalgia per un mondo in cui regnava sovrano l'ordine, ed in cui la sicurezza dei pochi privilegiati riposava sul lavoro forzato e sul silenzio forzato dei molti." (Primo Levi)
14
Quando si cantava E perché allora che eravamo poveri si cantava a sera e anche all’alba il panettiere cantava per le vie deserte. Cantavano tra i filari nei gloriosi giorni di vendemmia: e la gioia si spandeva a onde,giù sulla pianura…. Ora siamo ricchi e muti. Ognuno è chiuso nel suo appartamento, non esiste più il “paese “. Estranei i familiari: città senza amicizie, dove nessuno si conosce. E se conosci,spesso più cresce la ragione di essere diffidente. Padre Davide Maria Turoldo
IL SENSO DEL MISTERO (segnalato dall’amica Antonella Iurilli Duhamel) "L’esperienza più bella e profonda che un uomo possa avere è il senso del mistero: è il principio sottostante alla religiosità così come a tutti i tentativi seri nell’arte e nella scienza. Chi non ha mai avuto questa esperienza mi sembra che sia, se non morto, allora almeno cieco. È sentire che dietro qualsiasi cosa che può essere sperimentata c’è qualcosa che la nostra mente non può cogliere del tutto e la cui bellezza e sublimità ci raggiunge solo indirettamente, come un debole riflesso.Questa è la religiosità, in questo senso sono religioso. A me basta la meraviglia di questi segreti e tentare umilmente di cogliere con la mia mente una semplice immagine della sublime struttura di tutto ciò che è lì presente." Albert Einstein
LA PAGINA DI CAMPALTO
RECENSIONI
VI SEGNALIAMO... A cura di Francesca Delle Vedove Film dalla Mostra del Cinema di Venezia: “Cose dell’altro mondo” E’ un sorriso amaro quello che ci strappa il film italiano fuori concorso alla Mostra del Cinema che racconta del nostro (forse) Nordest e dei suoi nuovi cittadini, ovvero gli immigrati. Che succederebbe se una bella mattina sparissero dal ricco Veneto, tutti insieme, i cittadini non italiani? Colf e badanti, infermieri, operai, spazzini, cuochi, prostitute…portati via dal vento dopo una tempesta. La straordinaria interpretazione di Diego Abatantuono, insieme a Valerio Mastrandrea e Valentina Lodovini, ce lo spiega: in tanti gioirebbero alla notizia liberatoria, compreso lui, imprenditore di successo e conduttore di una trasmissione televisiva che inneggia “mandemoi tuti a cas col camel!”, salvo poi accorgersi che la realtà veneta è tutt’uno con gli immigrati, compresa la produttività della sua azienda. Il film percorre in modo brillante gli stati d’animo dei piccoli centri urbani, degli avventori dei bar che tra un bianco ed uno spritz, sputano sentenze razziali. Alla fine ci si chiede: ma i veneti sono tutti così? Certo che no – e di questo la Lega ne è convinta tanto da farne un’interrogazione parlamentare per bloccare l’uscita del film! – ma l’aria che
si respira nelle nostre città e campagne va in quella direzione, le minoranze per fortuna resistono ed alzano la voce.
Un libro: Wangari Maathai - La religione della terra "L'esperienza e l'osservazione mi hanno fatto capire che la distruzione del pianeta si estende anche all'umanità: se viviamo in un ambiente ferito, anche noi subiamo ferite fisiche, psicologiche e spirituali. Degradare l'ambiente significa degradare noi stessi e tutto il genere umano. Ma è vero anche il contrario: aiutando la Terra a guarire, aiutiamo anche noi stessi. Possiamo amare noi stessi, amando la Terra; essere grati per ciò che siamo, proprio come siamo grati per la generosità della Terra; migliorare noi stessi proprio come ci sforziamo di migliorare la Terra; rendere un servizio a noi stessi, proprio come facciamo volontariato per la Terra." Parole di Wangari Maathai, nata nel 1940 in Kenya, è stata la prima donna centroafricana a laurearsi (in biologia) e a ricevere un premio Nobel per la Pace nel 2004, per "il suo contributo alle cause dello sviluppo sostenibile, della democrazia e della pace". Fondatrice del Green Belt Movement (letteralmente "Movimento per una cintura verde", ovvero di piante) ha intrapreso una campagna di sensibilizzazione ambientale e dato il via a un programma di educazione e riscatto sociale per le donne che poi in concreto ha visto piantare più di 45 milioni di alberi in Kenya e ha contagiato i Paesi vicini e tutta la Comunità Internazionale. Ci ha lasciati lo scorso settembre. "Oltre a un cambiamento di consapevolezza, c'è bisogno di un cambiamento di 'prospettiva'. Dobbiamo riflettere più attentamente sulle nostre responsabilità nei confronti del Pianeta e del prossimo e compiere dei progressi reali al fine di curare tutte le ferite, abbracciando la Creazione in tutta la sua diversità, bellezza e meraviglia." "Sono le piccole cose che fanno la differenza. La mia piccola cosa è piantare alberi"
LA PAGINA DI CAMPALTO
15
LA PAGINA DI CAMPALTO: SIAMO ON LINE! Da gennaio 2011 “La pagina di Campalto” è consultabile anche in Internet all‘indirizzo http://issuu.com/lapaginadicampalto Questo è il link: ; iscrivendosi al sito è possibile rilasciare commenti e domande, segnalare iniziative, suggerire approfondimenti. A tutti buona lettura e buona navigazione!Potete inviare domande e commenti anche a questo indirizzo e-mail: lapaginadicampalto@gmail.com.
Circolo Ricreativo Culturale
AUSER “IL GABBIANO” I NOSTRI SERVIZI Consulenza legale gratuita per i soci AUSER: si riceve su appuntamento il SABATO dalle 10.00 alle 12.30 ed il LUNEDI’ dalle 16.00 alle 18.30 “Ausilio” spese a domicilio: con il servizio Sociale della Municipalità e la COOP Adriatica il ns. Circolo ha aderito al servizio al progetto “Ausilio” per la consegna gratuita della spesa a domicilio alle persone anziane, non autosufficienti, portatori di Handicap o con problemi motori temporanei che non possono recarsi personalmente presso i negozi.
I NOSTRI CORSI Corso di musica: sono aperte le iscrizioni per il corso di musica dedicato a bambini ed adulti. Con i nostri soci musicisti sarà possibile imparare a suonare la chitarra in maniera semplice. Ed inoltre… Scuola di Canto Corsi di informatica per i “meno giovani” Compilazione gratuita mod.730 (previo appuntamento) Per informazioni ed appuntamenti telefonare al numero 041.903525 dal lunedì al giovedì dalle 10.00 alle 12.30; il venerdì dalle 16.00 alle 18.00
A cura del Circolo Ricreativo Culturale AUSER “Il Gabbiano” ONLUS (auser.ilgabbiano@alice.it) - Editore: Circolo Auser “Il Gabbiano” - Direttore responsabile: Giorgio Marcoleoni. - Redazione a cura di: BLOG -Territori e Paradossi Associazione Culturale. - Redattori: Giuliano Brandoli, Daniele Conte, Chiara Foffano, Elena Brugnerotto, Francesca Delle Vedove, Carlo Albertini - Redazione: Piazzale Zendrini 22 Campalto (VE) Tel/fax : 041.903525 - E-mail: lapaginadicampalto@gmail.com Stampato in proprio n° 2000 copie - Registrazione presso il Tribunale di Venezia n° 1461 del 24 settembre 2003