N. 108 GIUGNO 2012

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GIUGNO 2012 Anno VIII No 108

MENSILE A SFONDO SOCIALE DI PUBBLICA UTILITÀ

La rinascita dell’Osellino

guardiamo oltre a cura di Daniele Conte

Venerdì 18 maggio sera, nella gremita aula magna della scuola Gramsci di Campalto, più di 150 persone si son ritrovate per l'assemblea dei soci dell'associazione La Salsola e, tra i tanti, molti giunti per ascoltare l'esposizione sul nuovo progetto di “rinascita dell'Osellino”, come titolava l'articolo in prima pagina del numero dello scorso mese del nostro giornalino. Per chi se lo fosse perso, riprendiamo le caratteristiche del progetto, come con chiarezza e disponibilità le ha illustrate il Direttore del Consorzio di Bonifica Acque Risorgive, l'ing. Carlo Bendoricchio, che ringraziamo.

In questo numero:

LA RINASCITA DELL’ OSELLINO: GUARDIAMO OLTRE_BY PASS DI CAMPALTO: DAI cITTADINI PROPOSTE COSTRUTTIVE, PAROLA DI ORSONI_CIAO CAMPALTO! _COMPIE UN ANNO IL CENTRO P3@ A CAMPALTO_provinciA: UN LEGALE ESPERTO A SERVIZIO DELLE DONNE_ALLA SCOPERTA DELLA NOSTRA LAGUNA: IL LAZZARETTO NUOVO_CENTRO POLIFUNZIONALE PASCOLI PER I CITTADINI_APERTO il BOSCO di CARPENEDO_MENU’ DI ZANZARE: L’OSPITE E’ IL PIPISTRELLO_Beppe Grillo e l’antipolitica_RILASSIAMOCI!


L’ ERBA DI CASA NOSTRA IL CANALE

L’Osellino, che parte da Mestre centro, presenta due tratti: il primo fino al manufatto alle Rotte, le chiuse sopra cui si passa con la ciclopedonale, vicino al canile di San Giuliano e il secondo tratto che da lì giunge passando parallelo alla barena fino alla foce di Punta Tessera. Il bacino coinvolto è molto ampio: gli abitati di Mestre e Favaro, le idrovore di San Giuliano e Campalto, il depuratore di Campalto. Le foci sono 2: una alle Rotte, quella storica a Tessera. La prima è controllata da un sistema di chiuse ed è nata per esser in prevalenza chiusa: il mancato funzionamento (rotture? Vandalismi?) e la conseguente apertura costante ha fatto sì che il flusso dell’acqua proveniente da Mestre sfocia in prevalenza da lì. La poca forza dell’acqua che invece prosegue per Campalto non riesce a portar via i sedimenti che quindi con il tempo si sono accumulati.

PROBLEMI e OBIETTIVI

L’obiettivo principale è mettere in sicurezza idraulica il territorio. Nel complesso è necessario il rifacimento degli argini che in più punti presentano crolli: questo indebolimento è rischioso in caso di future alluvioni che nelle ipotesi peggiori, con la rottura degli argini, potrebbero allagare il piano di campagna. E’ necessario il disinquinamento della laguna e delle acque che vi arrivano. E’ necessaria la bonifica dei 27.000 m3 di fanghi contaminati da rifiuti pericolosi attualmente presenti lungo il corso del canale. A questi motivi sono strettamente legati i fondi disponibili per questo progetto di riqualificazione dell’Osellino, che ammontano a circa 28 milioni di euro. Se non si raggiungessero

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tali obiettivi, i fondi non sarebbero disponibili. Altri buoni motivi per sistemare il “nostro fiume” sono il fatto di renderlo più vivibile e fruibile: si potrà percorrerlo per la sua lunghezza a piedi o in bici, completando le piste ciclabili, connettendo le aree da San Giuliano a Tessera; in più, saranno ordinati e razionalizzati i posti barca: ne sono previsti 320 nel tratto di Mestre fino a via Orlanda, 470 da lì alla foce di Tessera. Inoltre, ad oggi, nel secondo tratto a causa dell’interramento, il movimento dell’acqua è dato solo dalle maree e la navigabilità è ad esse legate: con la bassa marea spesso non si passa.

LE POSSIBILI SOLUZIONI

Il progetto prevede il riscavo del canale e la sistemazione degli argini, con scarpate verticali per l’ormeggio delle barche, sponde naturali per l’accrescimento della flora fluviale. I fanghi e tutto il materiale contaminato passerà per una sede di bonifica che verrà localizzata vicino alle Rotte: stoccato, analizzato, bonificato e poi riposizionato. Vicino al ponte che va al Quartiere Pertini verrà creato un allargamento con approdo e scivolo per imbarcazioni e una golena per le piante fitodepuratrici. Queste infatti, tra cui la comune cannuccia di palude (Phragmites australis) saranno le protagoniste della depurazione dell’acqua dall’inquinante azoto. Sulle radici di queste piante acquatiche vivono colonie di batteri che usano l’ossigeno O legato all’azoto NO2 e NO3 e liberano azoto gassoso N che, non più pericoloso, fuoriesce in atmosfera. Il disinquinamento della laguna dipende infatti da quanto azoto nitrico vi giunge anche tramite gli immissari. Intervenire sulle

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acque che sversano in laguna è quindi fondamentale. Perché questo processo naturale funzioni, l’acqua deve stazionare più tempo a contatto con le piante fitodepuratrici: il motivo per cui saranno realizzati dei manufatti di chiusura alle due foci. Nel canale quindi ci sarà più acqua, vi stazionerà di più e uscirà quindi più pulita. I manufatti consisteranno in paratoie a ventola e saranno chiusi per la maggior parte dell’anno. A Tessera le barche con fondo piatto potranno usufruire di uno o due scivoli a rulli e di un argano per portare la barca da una parte all’altra e, in fase di analisi c’è anche la possibilità di creare una conca di navigazione (che comunque funziona con tempi di riempimento e svuotamento lunghi). E’ la chiusura delle foci la scelta critica che ha sollevato numerose proteste: il fatto di bloccare il fiume non trova l’accordo dei numerosi natanti che giustamente lo usano come via di comunicazione. Ma, se facciamo il paragone con la situazione attuale e quella futura in caso di non sistemazione del canale, possiamo capire perché il progetto concretizza una scelta responsabile e necessaria. Dal punto di vista della navigabilità, ad oggi il tratto campaltino non è usufruibile dalle barche se la marea è bassa e in futuro, senza riscavo, sarebbe sempre peggio. Il progetto permetterà, all’interno del canale, la navigabilità sempre. In sintesi: funzionamento del manufatto di Tessera: previsto uno scivolo dotato di argano meccanico a doppia azione; libero passaggio delle imbarcazioni nei fine settimana della bella stagione. Funzionamento del manufatto alle Rotte: chiusura con marea crescente per evitare il cuneo salino proveniente dall’acqua salmastra


L’ ERBA DI CASA NOSTRA della laguna (che non permetterebbe i risultati ottenibili dalla fitodepurazione); apertura con marea in diminuzione (per la riduzione dei livelli idrometrici nel tratto terminale e lo scarico delle portate attraverso un percorso più breve); apertura in condizioni di piena. La faccenda è un tema caldo, ognuno ha le sue buone ragioni, ma a nulla serve chiudersi nelle proprie convinzioni. Importante è aprirsi al confronto, per mettere in gioco capacità e disponibilità nella ricerca di un migliore equilibrio tra le parti. Da un lato i positivi benefici di carattere ambientale e sociale, nella riqualificazione del territorio, dall’altro il concreto bisogno di mantenerne la navigabilità, perché i fiumi rimangano una valida via d’acqua di trasporto e comunicazione, di collegamento tra terraferma e laguna. Alcuni disagi ci saranno, questo è certo. E alcuni obblighi e numeri da rispettare anche. Facciamo un passo avanti verso questo bene comune. E guardiamo oltre, all’interesse di tutti, dei giovani e dei piccoli che vivranno questo territorio fatto di terra e acqua, case e barche, canneti e isole, lepri e aironi. Quello che vogliamo è che l’Osellino torni ad essere il nostro fiume: un ambiente più sicuro, più sano, più bello, da vivere bene.

BY PASS DI CAMPALTO: DAI CITTADINI PROPOSTE COSTRUTTIVE, PAROLA DI ORSONI di Francesca Delle Vedove Continua la lotta contro la realizzazione del By Pass di Campalto, da parte del comitato cittadino contrario alla nuova strada e delle associazioni culturali ed economiche del territorio. Tant’è che a distanza di pochi giorni, hanno incontrato prima alcuni esponenti politici che da anni seguono il progetto del By Pass campaltino e poi anche il sindaco in persona. La domanda posta è sempre la medesima: “A chi e a cosa servirà la nuova strada che taglierà via Gobbi per sbucare sulla Triestina?” Il comitato infatti, insieme a Campalto Viva e all’associazione La Salsola, è contrario alla realizzazione di una super strada che, nell’ultimo progetto del 2007 doveva essere urbana e dunque consentire gli accessi lungo il tragitto, ma che invece pare sempre più una statale voluta e finanziata da Anas che poco o per nulla gioverà al paese di Campalto. “Qualcuno s’è chiesto se questa strada servirà ai cittadini di Campalto o se sarà un peggioramento, non solo ambientale ma anche rispetto alla viabilità di Campalto?” è questo che hanno detto al coordinatore provinciale del Partito Democratico, Michele Mognato, già assessore all’urbanistica del Comune, e a Claudio Borghello, referente PD in Comune, invitati al centro polifunzionale Pascoli. La posizione del comitato è chiara: la strada così com’è non la vogliono perché è un progetto vecchio ed inutile, che non tiene conto di com’è cambiato il volume del traffico con l’apertura del Passante di Mestre ed in più non si inserisce nel Piano Integrato di Campalto, di cui da anni si discute per migliorare il paese. Da parte loro, i due esponenti del Partito Democratico, hanno risposto che di fronte ad un progetto voluto dalla Regione con Anas e già cominciato, poco si può ottenere; in più la motivazione che oggi il traffico su via Orlanda è diminuito e che pertanto il By Pass poco serve, sarà valida anche per il futuro? Chi lo può affermare prendendosi l’onere di bloccare una tal opera? Il PD no di certo, secondo Mognato e Borghello. Sullo stesso avviso anche il sindaco Orsoni, che all’incontro con il comitato insieme agli assessori Bergamo e Miceli, ha preso l’impegno di portare ad Anas le osservazioni poste dai cittadini e di “trattare” perché si realizzi – che non si faccia infatti, è un’utopia – una strada urbana, utilizzabile anche dai cittadini e non una super strada statale. E’ proprio il caso di dire, chi vivrà vedrà.

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L’ ERBA DI CASA NOSTRA CIAO CAMPALTO!

di Chiara Foffano

Il momento più bello di un viaggio è quello dei saluti. In partenza sono carichi di aspettative, di speranza e relax. Si muovono come il petto mentre respira forte dopo una corsa. Sono di fretta. In arrivo invece, sono morbidi e accoglienti. Anche se la lontananza è stata breve, sono saluti affettuosi e promettono racconti e parole, per tutto il tempo che si desidera aspettare. I saluti non sono solo tra persone, tra famiglie, in aeroporto o in stazione. Sono anche per la propria città e per la propria casa. Sono in macchina, quando all'ultimo svincolo si inserisce la freccia, come fosse uno sberleffo! Ciao Campalto, sono tornata! In ritardo, ma finalmente a casa. Scoprirti assonnata al tramonto di primavera, mi commuove. Piena di

quei pallini bianchi come il cotone, mi ricordi la neve, ma sei tiepida come uno sbuffo di vapore. Inizi a colorarti, di verde, di giallo e del rosso dei papaveri. Inizi ad animarti, quando passo vicino all'asilo, i bambini ti chiamano e si nascondo nei loro giochi all'aperto. Ti voglio salutare questa sera e raccontarti la mia giornata. Sono stata a Milano per lavoro e ti ho pensata tanto. In una grande città ci si sente tutto o niente. Non c'è spazio per il dubbio e la via di mezzo. Ci sono progetti di ogni tipo, li respiri ovunque. Passeggi tra distrazioni di ogni tipo, tra le opportunità, gli studi ed i fallimenti. Trovi ristoranti per tutti i gusti, altrettante promesse e prezzi da pagare. Quando sono salita in treno e ho lasciato l'impetuosa

stazione centrale, ero felice di tornare da te, a Campalto. Dove sono cresciuta dicendo di non trovarci nulla, ma sono cresciuta comunque. E adesso ho tutto, che non ti vorrei lasciare mai. Dove ho trovato una comunità, non solo di amici e di insegnanti. Dove ho la mia famiglia e ancora qualche campo di grano. Dove c'è un tabacchino che ha anche la profumeria, dove c'è la pulitura al secco, la coop, il panificio e un dentista. Dove ci si può incontrare, prendere un gelato e passeggiare la sera, senza essere in mezzo allo smog sfacciato di una metropoli. Dove la bici si usa, e non si appende al chiodo. Dove il tempo lo trovi, per stare un po' insieme. Sono felice di essere tornata a Casa.

COMPIE UN ANNO IL CENTRO P3@ A CAMPALTO Il 18 giugno compie 1 anno il Centro Internet P3@ di Campalto: a nome dell’Associazione Blog Territori e Paradossi desidero ringraziare tutti coloro che con il loro impegno, prezioso e disinteressato, hanno permesso che questa struttura potesse crescere e consolidarsi come un punto di riferimento per l’alfabetizzazione informatica nel nostro Paese e come servizio alla cittadinanza. Un grandissimo grazie a Chiara Foffano, Gianfranco Albertini, Giovanni Bettio, Luciana Roccasalva, Luciano Delle Vedove, Carlo Albertini, Elena Brugnerotto, Marzio Sartorel, Alessandro Scarpa, Annamaria Salso, Annamaria Colaizzi, Federico Pietrobon, Franco Pelizzaro che con la loro disponibilità hanno permesso la gestione del Centro. Un ringraziamento anche a Lorella Maguolo, referente per il centro P3@ nella Municipalità di Favaro, per la continua, solerte ed efficace attenzione alla nostra attività. Giuliano Brandoli

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PAGINA DELLA PROVINCIA

OGNI 15 GIORNI IN PROVINCIA UN LEGALE ESPERTO A SERVIZIO DELLE DONNE In collaborazione con l’Ordine degli Avvocati di Venezia la Provincia ha siglato un protocollo che offre il patrocinio gratuito a difesa delle vittime di ogni forma di violenza, fisica e psicologica. Ogni giovedì, a cadenza di 15 giorni, un pool di legali appositamente formati è a disposizione, in forma gratuita, per i casi di violenza alle donne e per violazioni di altri diritti della donna e contro i minori. Sulla violenza contro le donne si è espressa la Presidente Francesca Zaccariotto: «Invito tutte le donne a chiedere aiuto, ad uscire dallo stato di soggezione e paura che spesso le spinge a non denunciare i fatti, o anche a far passare come incidenti domestici, quelle che invece sono autentiche violenze fisiche e psicologiche. Mi rivolgo a tutte le donne, indistintamente rispetto alla loro provenienza geografica o sociale, invitandole a denunciare questi reati, di qualsiasi entità essi siano. Esiste dal 2009 anche una legge ad hoc sullo stalking (la legge n. 38 del 2009) che può essere riconosciuta come un primo passo per prevenire violenze più gravi». «Sono 137 le donne uccise in Italia nel 2011, già 55 nel 2012, e ben 39 le vittime donne nel Veneto negli ultimi tre anni, mentre quasi una al giorno si reca ai pronto soccorso nella nostra provincia per una violenza subita. Grazie ai centri

antiviolenza finalmente si diffonde sempre di più il termine “femminicidio” e dai dati della Polizia di Stato emerge che nel 2010, 2 mila 300 donne hanno subito lesioni personali, 7 mila hanno subito percosse e 3 mila 500 violenze personali. La Provincia sta anche lavorando nelle scuole con un progetto denominato “Lo psicologo a scuola” che indirizza, dentro le aule scolastiche, le ragazze e i ragazzi verso comportamenti corretti di coppia. Perché è partendo dalla base, appunto dalle scuole e dai giovani, che può essere promossa la cultura del rispetto e dell’amore per l’altro. Insieme al cambiamento culturale, assolutamente fondamentale, va potenziata la sinergia fra pubblica amministrazione, forze dell’ordine, e associazioni di volontariato nel coordinare campagne di comunicazione (pur con risorse sempre più risicate) per dare un fermo segnale di condanna.

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ALLA SCOPERTA DELLA NOSTRA LAGUNA:

IL LAZZARETTO NUOVO

di Elena Brugnerotto

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Dopo aver seguito un corso di approfondimento sulla Laguna di Venezia organizzato dall’Assessorato all’Ambiente del Comune in cui ci hanno spiegato le origini, la trasformazione e in cui hanno ipotizzato il futuro (non roseo) del nostro territorio lagunare, mi sono appassionata e ho voluto passare dalla teoria alla pratica. Prima con una gita lenta in bragozzo in Laguna Nord e poi con una serie di visite guidate, ho scoperto isole mai sentite prima che tolgono il fiato per la storia, la natura e le bellezze architettoniche che possiedono. Dobbiamo imparare a conoscere e apprezzare ciò che circonda o non potremo mai essere consapevoli di ciò che stiamo per perdere per sempre. La Laguna è un ecosistema delicato, minacciato dal turismo irrispettoso, dallo spopolamento delle isole, da una politica che fa ancora troppo poco per salvaguardarla. Su questo numero della Pagina di Campalto vi porto alla scoperta del Lazzaretto Nuovo, un’isola bellissima che ha avuto una grandissima importanza nella storia della Repubblica Veneziana. Posta all’ingresso della laguna, a circa 3 chilometri a nord est di Venezia, di fronte al litorale di S. Erasmo, l’Isola fin dall’antichità ha avuto probabilmente una funzione strategica a controllo delle vie acque verso l’entroterra. Reperti archeologici testimoniano la presenza umana già dall’età del bronzo, mentre il primo documento scritto risale al 1015: un atto notarile dove l’isola è chiamata Vigna Murada. Nel Medioevo fu proprietà dei monaci di San Giorgio Maggiore che edificarono una chiesa intitolata a S.Bartolomeo. Nel 1498 su decreto del Senato della Serenissima vi fu istituito un Lazzaretto con compiti di prevenzione dei contagi. L’isola divenne quindi luogo di quarantena per le navi che arrivano dai vari porti del Mediterraneo sospette di essere portatrici del morbo. Il progressivo abbandono dell’uso sanitario dell’isola a partire dal 1700 rese possibile la sua occupazione e utilizzo per scopi militari da parte dell’esercito napoleonico e austriaco entrando a far parte del sistema difensivo lagunare. In uso all’esercito italiano fino al 1975 e quindi dismessa e riconquistata dalla vegetazione, l’isola ha conosciuto una decisa azione di recupero grazie ad una serie di restauri effettuati dalla Soprintendenza per i Beni Ambientali e Architettonici e dal Magistrato alle Acque. Oltre per la sua ricchezza storica e architettonica, il Lazzaretto Nuovo offre sentieri naturalistici in cui sono presenti allori, frassini, biancospino, pruni selvatici, cannuccia palustre oltre che gelsi secolari e alberi da frutto rinselvatichiti. Tra l’avifauna si contano gabbiani, garzette, aironi cinerini, cormorani, martin pescatore, falchi di palude e rapaci notturni. Da molti anni è in concessione all’associazione EKOS CLUB che garantisce custodia e gestione delle attività di recupero e ne preservano i suoi tesori naturali e storici che intrecciandosi e valorizzandosi l’un l’altro rendono la visita dell’Isola un’occasione per godere dell’atmosfera più autentica della Serenissima.

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L’erba di casa nostra

CENTRO POLIFUNZIONALE PASCOLI

AL SERVIZIO DEL CITTADINO

di Giuliano Brandoli Sta per concludersi l’anno scolastico 2011-2012 ed assieme alla signora Caterina Albano, referente per il Centro Polifunzionale Pascoli di Campalto, abbiamo stilato un bilancio delle attività svoltesi in questi ultimi 12 mesi. Con il passare degli anni alla Pascoli sono nate e si sono consolidate varie tipologìe di attività ed il Centro è diventato un punto di riferimento per la cultura del paese. Nell’estate 2011 vi sono stati avviati da Comune i lavori di adeguamento per l’eliminazione delle barriere architettoniche al fine di facilitare l’accesso e la fruizione dei servizi anche ai portatori di handicap; lavori che per misteriosi motivi si sono protratti ben oltre i termini previsti (mentre scriviamo non sono ancora dl tutto completati) e che hanno pesantemente condizionato lo svolgimento di alcune attività (non hanno potuto svolgersi i corsi di decoupage organizzati da un gruppo spontaneo di donne e ragazze coordinate da Marina Longo (volontaria) in uno spirito di forte coesione sociale, non è stato possibile allestire mostre di pittura e fotografia, si sono fermati i tradizionali appuntamenti sui viaggi nel mondo promossi da Campalto Viva). Ma sono proseguite, e si sono consolidate, altre attività “storiche”: prima tra tutte lo studio assistito per alunni delle elementari e delle medie; attività svolta gratuitamente da volontari in accordo con la Municipalità di Favaro e con la dirigenza dell’Istituto Comprensivo Gramsci. Quest’anno vi hanno preso parte 18 alunni che sono

stati seguiti da 3 volontari per 20 ore settimanali di lezione (da settembre a maggio). Altra attività, voluta ed iniziata da Caterina Albano, è la gestione della biblioteca: ricca di 5500 volumi in quest’ultimo anno ha visto 670 prestiti di libri ad adulti e vi sono state circa 300 consultazioni da parte dei ragazzi. Inoltre l’iniziativa “un libro al mese”, anch’essa penalizzata dai lavori eterni, quest’anno ha proposto 2 libri che sono stati presentati e commentati ad un interessato pubblico, circa 30 persone, che puntualmente riempie la sala. Altra attività seguita alla Pascoli riguarda le gite in pullman, organizzate secondo un filone culturale (itinerario verdiano, palladiano, riscoperta di borghi medioevali, città d’arte); quest’anno ne sono state organizzate 3 (a Vicenza, Cremona, Piacenza e Pavia) a cui hanno partecipato mediamente 50 persone. L’associazione Amici in Coro ha proseguito i suoi corsi di musica (pianoforte e chitarra) ai quali hanno partecipato 24 allievi giovani e meno giovani (non dimenticate il saggio che si terrà il 4 Giugno all’auditorium di Favaro), e Campalto Viva ha riproposto i corsi di inglese frequentati da 14 allievi. A giugno 2011 è stato aperto dal Comune di Venezia (con la preziosa e puntuale collaborazione della Municipalità di Favaro) il nuovo Centro Internet P3@ Campalto, gestito dall’associazione Blog Territori e Paradossi; 10 postazioni con PC collegati in rete alle quali è

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possibile accedere in modo gratuito e dove è garantito l’aiuto di un “tutor” a chi si avvicina per le prime volte all’uso di un computer. Il centro è rimasto aperto per 600 ore, vi sono state 760 presenze per un totale di 1200 ore di collegamento in internet. Un’iniziativa importante che mira soprattutto all’alfabetizzazione informatica di chi non ha avuto la possibilità, fino ad oggi, di imparare ad usare il PC. Questa iniziativa è integrata da corsi, a vari livelli, per l’uso del personal computer: in quest’ultimo anno ne sono stai organizzati 7 per un totale di 59 presenze. Queste stesse strutture sono state anche utilizzate dall’Università della terza età per i propri corsi di informatica frequentati da 20 iscritti. Ed ancora, promosse da Blog Territori e Paradossi, si sono tenute la sesta e settima edizione dell’apprezzato corso “Introduzione alla fotografia digitale” dedicato agli appassionati di fotografia che desiderano ampliare le proprie conoscenze in questo campo (21 partecipanti in maggioranza donne). Attività vive, intense, promosse da appassionati, seguite in modo partecipativo ed apprezzate da chi vi si è avvicinato. Attività alle quali , però, non sempre si avverte la vicinanza di chi potrebbe sostenerle e promuoverle. Ma questo è un altro discorso che, per altro, non intacca la consapevolezza della preziosa utilità sociale di quanto il centro Pascoli ha prodotto e sta producendo.

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greenpage APERTO il BOSCO di CARPENEDO tutte le Domeniche fino al 1° luglio. Tra le tante aree a bosco che costituiscono il Bosco di Mestre ce n'è una più particolare delle altre, più vecchia, naturale e delicata: il Bosco di Carpenedo. L'area è protetta dalle direttive europee Habitat e Uccelli. In considerazione della fragilità ed importanza del sito, finora il Bosco di Carpenedo veniva aperto solo per visite guidate su prenotazione. Però, da qualche anno, e anche questa primavera, si può approfittare per conoscerlo: porte aperte con ingresso libero dalle 10.00 alle 18.00 tutte le domeniche fino al 1° luglio. Saranno presenti Selina, Giorgia, Daniele, Silvia e altri giovani de La Salsola che avranno cura di guidare i visitatori alla scoperta del patrimonio naturalistico, che unisce prati, aree umide, zone arbustive e boschive, tra cui il vecchio boschetto Storico di Carpenedo, che faceva parte del parco della villa Matter. Ci sono le libellule e le rane, le farfalle sui fiori, il gambero rosso (purtroppo), il picchio verde e la lepre e se siete fortunati pure gli scoiattoli. Il bosco – che non è il forte di Carpenedo! ma è vicino – si può raggiungere: dal Bosco Ottolenghi/Favaro (via forte Cosenz - via Ca' Solaro - via Favorita - via Vallon - via del Boschetto) passando vicino al forte di Carpenedo. Da Carpenedo centro da via Vallon - sottopasso - a sinistra per via del Boschetto. Oppure da Carpenedo via Trezzo e poi via del Tinto. In auto anche da via Martiri della Libertà prendendo alla grande rotonda via del Tinto o più avanti via Berna. Essendo un'area protetta necessita di attenzioni particolari: per regolamento non è possibile l'accesso in bici (si possono lasciare vicino all'ingresso) e agli animali domestici, anche se a guinzaglio.

GRANDE OPPORTUNITA': dall'IDEA alla REALTà Nello scorso numero avevamo parlato della Vallenari bis e in particolare della possibilità illustrataci da Fabrizio Zabeo dell'Associazione Allagati sui benefici effetti che avrebbe avuto il riscavo di un vecchio fosso ormai scomparso, per un migliore deflusso delle acque meteoriche, abbassando quindi il rischio crescente degli allagamenti nel nostro territorio cittadino. “Ha vinto il lavoro di squadra!”: così esultiamo in tanti per questo fosso che fungerà nei momenti di bisogno, da by-pass tra la Fossa Pagana e il nuovo fossato lungo la Vallenari bis. “E' proprio una cosa così importante? Si parla solo di un fosso...!” potrete pensare in tanti. La risposta è Sì, è importante nella sua semplicità, nel fatto che porsi delle responsabilità come cittadini e abitanti, affrontando i problemi della collettività e cercando di risolverli, spendendosi per qualcosa che non è mai banale ma utile, è essenziale perchè una Città cresca interessandosi di se stessa. Innanzi tutto questa semplice opera permette una maggiore sicurezza attenuando i rischi idraulici su Campalto e Favaro e in secondo luogo è stato un ottimo lavoro risultato di una sinergia tra cittadini, Comune, Consorzio, Veritas che ha visto tessere una maglia mancante della rete: rete di fossi e canali, rete di relazioni e collaborazioni. Continuate, continuiamo così! Daniele Conte

Nello scorso numero la foto del Martin Pescatore alle Oasi Cave di Gaggio era di Matteo Cargasacchi.

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MENU’ DI ZANZARE: L’OSPITE è IL PIPISTRELLO!

a cura di Daniele Conte

Pipistrelli è il nome comune per identificare i Chirotteri (dal greco keir, mano e pteron, ala) cioè gli unici mammiferi al mondo in grado di volare. Delle tante specie di Chirotteri alcuni mangiano frutta disperdendo i semi, altri nettare contribuendo all’impollinazione (come nel banano), altri si cibano di insetti molti dei quali dannosi all’agricoltura come le cavallette, altri ancora delle fastidiose zanzare. Sono efficienti e innocui alleati dell'uomo, ma l’inquinamento e l’urbanizzazione delle campagne mettono in seria difficoltà questa specie protetta. Sono tutti difesi da leggi italiane ed europee (esse vietano di disturbarli, ucciderli e rovinare i loro rifugi). Di aspetto somigliano a piccoli roditori, ma hanno l'importante capacità di volare che ha permesso loro di utilizzare risorse alimentari irraggiungibili e scarsamente sfruttate da altri animali radicati al suolo. L’ala deriva dalla trasformazione dell’arto anteriore e in particolare della mano, le cui dita ad eccezione del pollice si presentano estremamente allungate. Essendo attivi al buio hanno sviluppato l’udito più della vista. Emettono suoni udibili all’orecchio umano e ultrasuoni che non percepiamo (come delfini e balene).Hanno infatti un sofisticato sistema “radar” che permette loro di volare nella più completa oscurità e di catturare le prede di cui si nutrono. La loro posizione di riposo caratteristica è di stare appesi a “testa in giù” su qualsiasi superficie rugosa, anche a molti

metri di altezza, per proteggersi dai pericoli. Superano la stagione sfavorevole entrando in letargo, utilizzando le riserve di grasso accumulate negli altri periodi mangiando insetti. Passano il letargo in piccoli rifugi riparati già esistenti, come cavità sotterranee, cavità negli alberi o edifici (spesso abbandonati). In primavera poi si spostano in nuove zone dove si stabiliscono e vicino a cui cacciano. In estate partoriscono i piccoli e li allattano, l'autunno invece è la stagione dei corteggiamenti e dell'accoppiamento.

Come possiamo aiutarli? Non utilizzare pesticidi (uccidono anche gli insetti utili, mentre quelli dannosi diventano più resistenti). non disturbare quando trovi un pipistrello che sta recuperando le forze per essere attivo di notte installare una bat-box li aiutia a trovare un rifugio. Ripulirla è facile, il poco guano sul fondo è inodore e secco, facilmente rimovibile; non rovinare vecchi alberi, edifici e grotte sono la loro casa naturale conserva rifugi adatti a loro e se devi restaurarli rivolgiti a personale qualificato per un consiglio collabora con i ricercatori al loro studio, solo conoscendoli meglio possiamo proteggerli in modo più efficace... sia noi sia l’ambiente in cui viviamo ne

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trarranno dei vantaggi! se un pipistrello entra in casa sarà probabilmente un giovane ai primi voli e sarà più spaventato di voi, aprite la finestra, spegnete la luce. Quando si sarà tranquillizzato saprà trovare l’uscita da solo.

E lo sai che… non attaccano l’uomo e non si attaccano ai capelli sono animali selvatici e si sanno difendere se disturbati, quindi non vanno toccati a mani nude l’apertura alare delle specie più comuni, negli ambienti urbanizzati varia da 20 a 23 cm e il loro corpo da 5 a 7 cm Il loro peso in media è di 15 grammi possono mangiare da 500 a 1000 insetti a notte e, per le specie più piccole, la cui dieta è a base di zanzare, da 1000 a 2000 zanzare ogni notte! Per approfondire: www.infozanzare.info Segnala eventuali presenze di colonie o singoli individui alla mail pipistrelli@cooperativabiosphaera.it Se ne trovi uno, privo di vita telefona a: ufficio Tutela degli Animali - Comune di Venezia - numero 041 2747924. Scrivi subito la data e il luogo del ritrovamento, sarà molto utile al personale tecnico che sta effettuando gli studi di questi esemplari. (Liberamente tratto da “Il pipistrello: amico dell'uomo, nemico delle zanzare” a cura di Assessorato Ambiente Comune di Venezia e Cooperativa biosphaera.)

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RIFLESSIONI

Beppe grillo e l'anti politica:

se invece la vera politica fosse questa? Parliamone di Gianfranco Albertini

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Il movimento Cinque Stelle, nella recente tornata elettorale, ha riscosso un innegabile successo e, dagli ultimi sondaggi, sembra che il suo consenso cresca in misura esponenziale. Questo fenomeno è stato subito etichettato da quelli che si ritengono i partiti veri come “voto di protesta”. La nostra storia recente è ricca di questi esempi: l'estremismo di destra o di sinistra prima, Radicali e Verdi poi, hanno solcato come meteore il cielo del consenso elettorale, raggiungendo risultati rilevanti per poi disgregarsi e quasi scomparire. Il fenomeno più recente è stato quello della Lega: nato come movimento popolare per raccogliere spesso condivisibili rivendicazioni dei “popoli del Nord”, una volta entrato nel governo centrale è stato fagocitato dalle ambizioni di potere dimenticando la sua vocazione iniziale e gli ultimi dati elettorali parlano chiaro. Che succederà ora al movimento dei “Grillini”? Sarà una nuova meteora o il suo consenso continuerà a crescere? È difficile fare previsioni, ma possiamo porci alcune domande. Dove vanno cercate le basi del suo successo? Sparare alzo zero con buone motivazioni sulla classe politica non è certo un'impresa difficile né tanto meno lo è arringare le folle con insulti e provocazioni: questo lo sanno fare tutti. In ugual maniera sono note le difficoltà economiche, la precarietà del posto di lavoro, il peso delle imposte e in generale il drammatico peggioramento della qualità della vita. La proteste, benché legittime, restano sterili se non accompagnate da valide proposte concretamente realizzabili. Lo scollamento tra i cittadini e la classe politica attuale, oltre a premiare Grillo, si è manifestato nell'astensionismo che ha portato al voto in media poco più della metà degli elettori. Lasciato ormai lontano il tempo delle ideologie, i partiti, dimenticato il compito di raccogliere le esigenze reali della popolazione e fare da tramite nell’azione di governo attraverso i passaggi parlamentari, si sono trasformati in strutture autoreferenziali, che gestiscono la cosa pubblica come “cosa propria”, incidendo profondamente sulle risorse economiche del paese, proteggendo in maniera spesso incomprensibile per la gente comune privilegi e interessi di parte, favorendo sperperi e facilitando la corruzione. È necessario che al centro dell’azione politica torni a essere la persona e le sue legittime aspettative di veder migliorata la qualità della vita ribaltando l’attuale situazione che la vede invece strumento per la conquista del potere. Si sta aprendo un nuovo fronte dialettico e non è quindi difficile comprendere il successo di chi chiede più sostanza, più sobrietà, più trasparenza, più attenzione per la quotidianità, più equità. I rappresentanti del Movimento Cinque Stelle entrati a vario titolo in molte amministrazioni comunali, soprattutto del nord Italia, verranno ora messi alla prova di fronte ai reali problemi come la carenza di risorse o il patto di stabilità; vedremo come sapranno reagire alle pressioni dei centri di potere economico o alla spartizione delle cariche che sembra una malattia endemica del nostro sistema. Il tempo a disposizione è poco e i cittadini attendono con ansia segnali di concreto rinnovamento.

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LA COLLETTA Il conducente di un autobus rimase coinvolto in un enorme ingorgo nel traffico, nella zona centrale di Roma.Non c'era alcun modo di avanzare. Un uomo che camminava per la strada tra i veicoli fermi si avvicinò al finestrino dell'autobus. Il conducente dell'autobus abbassò il finestrino e chiese: "Ma cosa succede?" "Alcuni terroristi sono entrati al Parlamento ed hanno sequestrato tutti i Parlamentari. Se non raggiungeranno la cifra di 10 milioni di euro, li cospargeranno di benzina e poi appiccheranno il fuoco. Così stiamo facendo una colletta tra i guidatori delle auto ferme" Il conducente dell'autobus portando le mano alla tasca chiese: " E quanto stanno dando gli altri?" Al che l'uomo a piedi rispose: " Bè..alcuni mezzo litro, altri un litro..."

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