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DICEMBRE 2013 Anno IX N° 124
MENSILE A SFONDO SOCIALE DI PUBBLICA UTILITÀ
a tutti i lettori auguriamo buon Natale e un felice 20 14
In questo numero:
i diritti del fanciullo_ aspettando natale_progetto comenius: la musica è il cuore battente della cultura europea_gruppo giovani: ultima azione_il maniaco immaginario_ speranza_i vocal skyline per camparte_prove di un mondo nuovo_la truffa è dietro l’angolo, di casa.
L’ ERBA DI CASA NOSTRA
i DIRITTI DEL FANCIULLO un viale al VILLAGGIO LAGUNA Classe quinta scuola primaria “Don Milani” I. C. “A. Gramsci” - Campalto
l Villaggio laguna è un quartiere pedonale a Campalto sulla gronda lagunare. E’ racchiuso tra due strade: via Sabbadino e via del Cortivo che sono i nomi di due illustri cartografi. All' interno del quartiere c’è una serie di vialetti con la funzione di unire le varie costruzioni. Confluiscono tutti al centro dove si trovano: bar, farmacia, supermercato, i giochi per bambini, scuola e chiesa tutti i luoghi della vita sociale della gente del quartiere.Il più grande di questi è nominato: viale dei "Diritti dei Fanciulli". Dovevamo saperne di più e quindi abbiamo intervistato Don Lidio, il nostro sacerdote, ideatore del progetto. L’idea è nata nel 2008, da un gruppo di giovani che frequentavano la chiesa ed è stato realizzato da Fabrizio Vettorello. E’ composto di sette ovali dorati ( policarbonato), sostenuti da paletti di metallo. Il principale, al centro, è leggermente più grande ed ha inciso il titolo:” Viale dei Diritti del Fanciullo, dalla Dichiarazione dei Diritti del fanciullo promulgata dall’ONU il,20 Novembre 195°. Iniziativa dei gruppi della Parrocchia dell’Annunziata. Col patrocinio del Comune di Venezia e della Municipalità di Favaro.” “ LA STELE” è stata inaugurata il 20 novembre 2008 alla presenza dell’allora Patriarca di Venezia cardinale Scola e del Presidente della Municipalità, con don Lidio e tutti i giovani in festa. In classe con Don Lidio abbiamo discusso molto di Diritti dei fanciulli: che cosa sono? chi ce li ha e chi no? casa bisogna fare per mantenerli? Sono sempre garantiti? A noi sembra molto facile rispettarli, ma è così dappertutto? E non si
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deve guardare solo nei paesi molto lontani, ma anche qui, vicino a casa nostra. Negli altri ovali sono incisi i sei diritti più importanti. Diritto all' educazione: ogni fanciullo ha diritto di esprimere il suo pensiero e di essere ascoltato; ha libertà di culture e di religioni . Gli stati devono favorire l' insegnamento scolastico, gratuito e obbligatorio ; incoraggiano la conoscenza e il rispetto dei diritti umani , anche attraverso la divulgazione di libri adatti ; proteggono i fanciulli da informazioni, spettacoli e materiali nocivi per la loro maturazione umana e spirituale. Favoriscono attività artistiche e ricreative e un adeguato tempo e per il gioco e per il riposo. Diritto all' uguaglianza: gli stati devono preparare i bambini allo spirito di comprensione e di pace al valore dell' uguaglianza fra tutte le persone e dell' amicizia fra i popoli. Educando il fanciullo al rispetto dei suoi genitori, alla comprensione al rispetto del valori culturali del suo popolo ,e di quelli degli altri popoli. Diritto della salute: gli stati riconoscimenti ai minori il diritto di godere del miglior stato di salute possibile, e di beneficiare di servizi medici, di assistenza sanitaria e di riabilitazione. Si impegnano a garantire alimenti sani acqua potabile; lottano contro chi inquina l' ambiente naturale; vigilano sull' igiene e sulla prevenzione degli incidenti. Gli altri sono: Diritto alla Famiglia, Diritto alla Vita e Diritto alla Protezione. Sono tutti ben visibili e si possono facilmente leggere, anche perché nell’ultima uscita li abbiamo lavati e lucidati e come dicono i maestri “bisogna avere rispetto delle cose pubbliche”.
LA PAGINA DI CAMPALTO
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Aspettando Natale … un grande albero in piazza. Di Martina Pellizzer
Natale. Ogni anno arriva velocemente e i vari negozi si decorano per l’occasione.. Questo dicembre anche Campalto con le sue strade e i suoi negozi si preparano a festeggiarlo, emozionando grandi e piccoli. Era da diversi anni che il nostro paese non si decorava per l’occasione, poche luci e soltanto alcuni, tristi, Babbo Natale che scendevano dai terrazzi. Un grande albero, alto più di quattro metri, sarà
decorato con luci e palline e posizionato davanti la fontana vicino la Chiesa di San Benedetto mentre fiocchi rossi decoreranno le via di Campalto, da via Gobbi a via Passo e lungo via Orlanda. Un’iniziativa organizzata dall’Associazione di Campalto che il 14 Dicembre festeggia il Natale in piazza: un mercatino di commercianti e artigiani locali saranno presente dal mattino e l’aroma della cioccolata calda, del vin brulè e l’odore dei biscotti accompagnerà i visitatori. Un’occasione per acquistare alcuni pensierini natalizi mentre si aspetta Babbo Natale. Nel pomeriggio infatti Santa Claus raccoglierà le letterine dei bambini mentre i suoi amici folletti distribuiranno caramelle e dolcetti. Non bisogna dimenticare la natività luminosa che da qualche anno è diventata il simbolo del Natale campaltino e che si sposterà vicino il centro polifunzionale Pascoli accompagnata dalla pecorelle decorate dai bambini durante la festa di San Martino. Questa nuova festa, vuole coinvolgere nuovamente commercianti e cittadini di Campalto e spera di ricevere una risposta positiva dal pubblico essendo al suo primo anno.
PROGETTO COMENIUS 23-25 ottobre 2013
“la musica è il cuore battente della Cultura europea” Classe 3C IC Gramsci - Campalto Anche quest’anno i nostri professori ci hanno coinvolto in una interessante attività didattica chiamata “Comenius”. Il progetto, conosciuto in tutta Europa, nasce per promuovere lo sviluppo della conoscenza del valore delle diversità culturali e linguistiche. Il Comenius ha l’obbiettivo preciso di aiutare i giovani ad acquisire le competenze linguistiche per raggiungere una più ampia conoscenza delle lingue straniere. In questo percorso formativo, attraverso alcuni incontri con i docenti dei paesi
membri (Turchia, Irlanda Del Nord, Islanda, Polonia, Germania e Repubblica Ceca), sono state presentate alcune usanze, costumi e tradizioni. Il tema dominante del progetto Comenius è la musica, il cui titolo è: “ Music is beating hard of culture ”. Per quanto riguarda l’indirizzo musicale, i ragazzi che prendono parte all’orchestra hanno eseguito gli inni di tutti i paesi, uniti in un’unica esecuzione; la Samba di Campalto, che unisce Sambe famose nell’America Meridionale e Ghost Buster,
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la colonna sonora del film. Queste composizioni hanno entusiasmato e divertito il pubblico, che era composto dai vari docenti dei sette paesi in visita qui a Campalto. La cosa che ha affascinato i ragazzi è stata quella di partecipare in primo luogo all’iniziativa, infatti hanno esposto in lingua inglese le caratteristiche e le origini della nostra scuola, cercando di valorizzare tutta la tradizione scolastica, sperando che anche i più piccoli possano in futuro vivere un’ esperienza simile.
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GRUPPO GIOVANI: ULTIMA AZIONE Di Daniele Conte
Il Gruppo Giovani di Campalto, nato all’indomani della tragica scomparsa di Giulia Abbadir nel maggio 2007, si era occupato di movimentare l’opinione pubblica e politica per cercare risposte e soluzioni ai problemi che facevano di Campalto un paese caratterizzato da tristi vicende legate a via Orlanda. Alcuni giovani si erano lanciati nello scuotimento del paese, partecipando ad assemblee, organizzando proteste pacifiche e significative, in prima linea nelle biciclettate fino a San Giuliano, nelle fiaccolate che illuminavano tenuamente le vie, nel corteo delle 106 croci bianche, portate
in processione fino al piazzale della chiesa nuova dove simbolicamente era stato piantato un albero di ulivo in un angolo di piazza, oggi ancora lì, vivo. Volantini e lumini, volti e idee erano giunte dalle prime pagine dei giornali locali ai tg nazionali. Non ho più visto T.I.R. incolonnati in via Orlanda fermi al semaforo, come invece accadeva ogni tardo pomeriggio fino a quell’ennesimo incidente. Quanti di noi in questi mesi sono passati lungo la ciclabile tra il Passo e il parco di San Giuliano? Forse il risultato più grande, ottenuto grazie al costante impegno di chi ci credeva, giovani, adulti e buona politica insieme. Dopo alcuni anni il Gruppo si è sciolto, ma nella cassa che raccoglieva i fondi, utilizzati per le varie spese, erano rimasti ancora 220 euro. A settembre 2013 è stato deciso di devolverli a due realtà del nostro territorio che operano nel sociale, l'Agape di Villaggio Laguna e la San Vincenzo, per aiutare chi più è in difficoltà ed ha bisogno. Siamo certi che saranno ben spesi, in tempi in cui anche il più piccolo contribuito può essere utile a migliorare la vita di qualcuno. Un ringraziamento a tutti coloro che in quegli anni ci hanno sostenuto, è stata un’avventura che ha fatto crescere noi e il nostro paese.
Grazie ragazzi! Di Gianfranco Albertini
è difficile dimenticare quella sera di maggio del 2007 e i giorni che ne seguirono. Il drammatico incidente aveva risvegliato la popolazione di Campalto da quello stato di tormpore misto a una sensazione di “tanto non ci si può fare niente” che troppo spesso aleggia sulle nostre teste. Assieme ai giovani e a tante altre persone volonterose ho percorso un cammino fatto di proteste, di incontri con le istituzioni, di articoli sulla stampa che hanno alla fine ottenuto risultati importanti. Ciò a dimostrazione che quando le ragioni sono valide e i metodi sono basati sul confronto e non solo sullo scontro, sulla proposta piuttosto che sulla protesta, troppo spesso sterile e arrogante, i cittadini vengono ascoltati. Oggi, dopo diversi anni, i ragazzi del “Gruppo Giovani di Campalto” sono diventati persone adulte: lavoratori, studenti universitari o, come Jessica, felicemente mamma. Individualmente so per certo che non hanno perso la voglia di impegnarsi nel sociale e son convinto che al minimo segnale di disagio sarebbero pronti a ripartire nuovamente, striscioni alla mano, a piedi o in bici, per rivendicare il diritto comune alla qualità della vita. Grazie ragazzi, avete tracciato un cammino e Campalto vi deve molto, e questo ultimo gesto di generosità farà sentire ancora più viva la vostra presenza.
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UNIVERSITÀ DEL TEMPO LIBERO – Città di Mestre Per informazioni: tel 041-984529 o 347 3936732 e-mail: utlmestre@libero.it - www.utlmestre.it Gli incontri del ciclo sulla multiculturalità dal titolo “Venezia tra antiche e nuove accoglienze” dei mesi di novembre e dicembre si svolgono con i temi e nei giorni sotto indicati presso il Centro culturale Candiani, ore 16.00. Ingresso libero. L’ultimo incontro è previsto per mercoledì 18 dicembre sul tema: • Europei d'Oriente. Il "caso" della cultura russa: tradizioni, rappresentazione del mondo, problematiche, Emilia Magnanini Continua nella sede del Centro civico Manin (Via Rio Cimetto 32, laterale di via Miranese) l’avvincente corso di lezioni dal titolo “Esiste la vita nell’universo?” che ha luogo tutti i venerdì alle ore 16.00 con ingresso libero.
Circolo Ricreativo Culturale
AUSER “IL GABBIANO” I NOSTRI SERVIZI
Consulenza legale gratuita per i soci AUSER: si riceve su appuntamento: SABATO dalle 10.00 alle 12.30 LUNEDì dalle 16.00 alle 18.30 “Ausilio” spese a domicilio: con il servizio Sociale della Municipalità e la COOP Adriatica il ns. Circolo ha aderito al servizio al progetto “Ausilio” per la consegna gratuita della spesa a domicilio alle persone anziane, non autosufficienti, portatori di Handicap o con problemi motori temporanei che non possono recarsi personalmente presso i negozi. I NOSTRI CORSI Corso di musica sono aperte le iscrizioni per il corso di musica dedicato a bambini ed adulti. Con i nostri soci musicisti sarà possibile imparare a suonare la chitarra in maniera semplice. Ed inoltre… Scuola di Canto Corsi di informatica per i “meno giovani” Compilazione gratuita mod.730 (previo appuntamento) Per informazioni ed appuntamenti telefonare al numero 041.903525 dal lunedì al giovedì dalle 10.00 alle 12.30; il venerdì dalle 16.00 alle 18.00
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IL MANIACO IMMAGINARIO Di Giuliano Brandoli
Una domenica mattina di novembre, approfittando della bella giornata, me ne sono andato a fare una passeggiata tra via Bagaron e il villaggio Laguna. Come al solito ho approfittato di questi “due passi” per scattare alcune foto con lo smartphone; foto che poi di tanto in tanto, se mi piacciono, inserisco nel sito Facebook “La Pagina di Campalto”. Sono immagini di angoli del nostro paese, spesso apprezzate dai visitatori della nostra pagina; immagini in cui, magari, i lettori riconoscono il proprio palazzone o scoprono un’inquadratura inconsueta. Bighellonavo dentro al Villaggio Laguna, immerso nella ricerca di queste inquadrature, quando mi si avvicina deciso un giovane signore che avevo visto uscire da un portone di un vicino palazzone e che mi chiede: “Cosa sta facendo?”. Rispondo “Sto passeggiando, perché me lo chiede?” “Ma lei sta anche facendo fotografie; cosa fotografa, dove abita?” “Beh, fotografo scorci del paese, ma a lei cosa interessa? Non posso fare fotografie? Chi è lei?” “Chi sono io non ha importanza, abito vicino; qui intorno ci possono essere anche bambini, o persone che non desiderano essere fotografate”. “Abito anch’io in paese; come dicevo faccio fotografie panoramiche alcune delle quali sono utilizzate per la pubblicazione nel giornalino La Pagina di Campalto, oppure inserite nella nostra pagina Facebook…” Noto che il modo autoritario di porre le domande, da parte del giovane signore, potrebbe ricondurre a persona che è abituata a fare interrogatori di questo tipo, magari a qualche balordo
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fermato per strada. E noto anche che ad una cinquantina di metri sta seguendo la scena una giovane signora con un cagnolino; signora che poco prima avevo incrociato e che, dopo avermi squadrato malamente, si era recata al portone dal quale è uscito il giovane signore. Insiste “Ne ha fatte tante di fotografie?” L’istinto è quello di rispondergli in modo maleducato; forse è mosso da propositi per lui giustificati, anche se l’approccio nei confronti di un cittadino che passeggia con in mano non una pistola, ma uno smartphone, è sbagliato! Molto sbagliato ed arrogante! E credo anche illegale. Rispondo “Una ventina circa, se vuole gliele faccio vedere”. Mi fa “Se ha la coscienza pulita me le mostri! Qual è il suo nome?” Non ho voglia di litigare, troppa fatica! E poi la situazione è assurda. “Ecco, queste sono le foto. Il mio nome è Giuliano Brandoli. E lei come si chiama?”. “Chi sono io non ha importanza, sono uno che abita quì vicino” e se ne va verso la signora con il cagnolino. I miei dubbi, le mie domande, il mio sconcerto credo siano gli stessi di chi legge. E spero, senza cattiveria, che anche il giovane signore legga queste righe e che rifletta sul suo poco signorile modo di fare!
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RIFLESSIONI
speranza Di Chiara Foffano
E’ da un po’ ormai che penso alla Speranza come ad un qualcuno, come fosse una persona della mia stessa via, un vicino di casa. Il motivo per cui la penso spesso è perché è sulla bocca di tutti, sempre molto “chiacchierata”, come fosse il gossip del momento (se momento si vuol chiamare…). E poi perché siamo nel mese di Natale, e di speranza ne è zeppa l’aria. Non lo avete notato? Sì, è sempre meglio di un’offesa, ma mi dà da pensare. La inseriamo in tutti i discorsi, come gli arabi con inshallah, la usiamo quasi come un arrivederci. Tutti la bramano, ma sembra non esserci per nessuno. Mi ritrovo in standby a guardare nella mia testa il film della società che siamo, come siamo diventati tutti, specchio di una classe politica appesa al buon proposito e alla mala fede. E’ cambiato molto, oppure è semplicemente cambiato il mio punto di vista, fatto sta che vedo cambiare i rapporti tra le persone, i diritti di una comunità, il rispetto per il proprio prossimo (vicino intendo) in base ad un proprio tornaconto. Certo non è giusto generalizzare, ma se apro il giornale o navigo in rete (o mi guardo una volta in più le spalle), le notizie che si leggono non sono certo quelle di gratuità, condivisione e del tanto predicato “voemose tutti ben”. Nemmeno a Natale, che come ci “insegna” la pubblicità, si è tutti più buoni. Tra le righe leggo piuttosto, che i diritti non sono più quelli dell’istruzione, della famiglia, del lavoro. Sono quelli che se posso calpestarti per vivere meglio, lo faccio senza troppi scrupoli. Sono quelli della prostituzione minorile per la bella macchina
o quelli della bustarella per aggirare il problema, nascondere la difficoltà, insabbiare la prova che condanna. E dalla piramide a scendere. Come faccio poi io a non arrabbiarmi per la più piccola ingiustizia? Dallo stop non rispettato, alle Filippine cancellate dalla carta geografica. Così ci viene detto che la speranza è di uscire dalla crisi entro il prossimo anno. La speranza è quella di far fronte all’emergenza immigrazione senza escludere nessuno. La speranza è quella di ricostruire L’Aquila, di trovare l’assassino di Chiara Poggi e di salvare Silvio dalla galera, come se l’Italia senza di lui potesse cadere ancora più in basso. Così ti ritrovi a chiacchierare tra amiche e vieni a sapere che la speranza è di riuscire a pagare ancora l’affitto per i prossimi mesi, visti i recenti tagli aziendali. Così tra nonni ci si trova al parco con i nipotini e si spera – sottovoce – di non dover far fronte al mutuo del figlio, che è rimasto senza lavoro, perché la pensione non basterebbe. Così, ad una rimpatriata della squadra di calcetto, i giovani padri parlano fieri dei propri figli e di quanta speranza riservino per il loro futuro, perché ne abbiano – almeno – uno. Al babbo quest’anno non chiedo la speranza, ce n’è decisamente troppa. Chiederei piuttosto la sincerità, la serietà (perché ci si stanca anche di ridere a volte), la consapevolezza che possiamo essere tutti di più, sebbene nel nostro piccolo. E non perché ce lo dice Mr Paluani, ma perché ne abbiamo – piuttosto – bisogno.
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VI SEGNALIAMO
I VOCAL SKYLINE PER CAMPARTE Di Romena Brugnerotto
Domenica 1 dicembre a Campalto: Chiesa di San Benedetto strapiena (grazie Don Massimo per la disponibilità; tanti campaltini, e non, in trepitante attesa di ascoltare il coro gospel dei Vocal Skyline. In effetti non ci sono tante occasioni per sentire il gospel a Campalto e quindi in molti sono accorsi. I ragazzi del coro sono tutti giovanissimi, ma molto molto bravi. Guidati dalla bacchetta di Marco Toso Borella, dai musicisti e dalla voce narrante di Cristina Pustetto, il coro ha stupito e intrattenuto tutti i presenti per più di un’ora e mezza. In tanti hanno battuto le mani e cantato con loro. Interessantissima la proposta musicale, con brani che hanno spaziato dal repertorio gospel più tradizionale e natalizio fino alle melodie contemporanee dei Coldplay. E poi via, verso il piccolo rinfresco organizzato in collaborazione con il Panificio Volpe Giovanni che ci supporta sempre generosamente nelle nostre iniziative. Crediamo molto in questo sogno di portare un po’ di arte a Campalto, per far capire che ai cittadini che le occasioni di uno “svago impegnato” ci possono essere non solo e
Mestre e Venezia ma anche in “periferia”. CampArte è un progetto dell’Associazione Blog Territori e Paradossi la quale si impegna nella parte creativa e finanziaria, grazie anche al prezioso contributo della Municipalità di Favaro Veneto. Per andare avanti però, CampArte, ha bisogno del tuo contributo. Nei nostri eventi sarà sempre presente una cassettina con il cartello “Finanzia CampArte responsabilmente”: questo slogan significa che se hai apprezzato lo spettacolo, il concerto e le altre iniziative che ti sono state proposte, puoi lasciare qualcosa (i famosi € 2,00 vanno benissimo) per la realizzazione della prossima iniziativa. In questo modo contribuirai a questo progetto. Ci lamentiamo sempre che si va nei centri commerciali di domenica, che andare al cinema costa troppo per una famiglia: quello che vogliamo fare è appunto fornire delle valide alternative al solito giro al centro commerciale o alla solita serata davanti alla TV. Noi ci crediamo, crediamo che si possa fare qualcosa di bello e di interessante a Campalto: e tu, ci credi con noi?
Hai seguito i primi eventi di CampArte? Hai suggerimenti o consigli da inviarci? Hai qualche critica da fare? Ti piacerebbe proporre qualche iniziativa da inserire nel programma? Ci trovi su
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a “Camparte festival” o nel sito di Territori e Paradossi
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Prove di un mondo nuovo: 72h con le maniche in su Di Martina Pellizzer
All’inizio dello scorso novembre ho partecipato ad un interessantissimo progetto della Caritas di Mestre che si chiama Prove di un mondo nuovo: 72h con le maniche in su e ho pensato di raccontare questa esperienza. Per settantadue ore più di trecento ragazzi hanno deciso di dedicare il loro tempo all’esperienza del volontariato, gratuitamente e senza chiedere nulla in cambio: il 31 ottobre il progetto ha preso il via da Piazza Ferretto dove i ragazzi si sono dati appuntamento. L’incertezza, la curiosità e il mistero hanno reso il momento elettrizzante: la destinazione dei vari gruppi di lavoro era sconosciuta ai partecipanti che dopo aver ricevuto la notizia e si sono distribuiti nelle varie strutture ospitanti. Case di riposo, centri di accoglienza per minori e stranieri, parchi e i centri Caritas del territorio sono state alcuni dei soggetti ospitanti. La mia esperienza si è svolta presso la casa di riposo Santa Maria del Rosario a Carpenedo. Assieme ad altre sei ragazze della scuola superiore, ricordo che la maggioranza di ragazzi che aderiscono al progetto è minorenne,
abbiamo svolto la nostra attività affiancando le educatrici della struttura.Al mattino abbiamo accompagnato gli ospiti alla messa in onore dei Santi e dei Morti e poi abbiamo fatto loro compagnia mentre pranzavano. I pomeriggio sono trascorsi tra corsi di cucina, partite a tombola, laboratori di pittura e giochi a squadre. Tre giorni molto intensi che ci hanno fatto conoscere una realtà molto diversa da quella che pensavamo. Nel nostro immaginario la struttura era simile a quella della televisione o dei film, con gli ospiti autonomi e indipendenti pronti a raccontare le loro storie e a giocare a carte. Abbiamo conosciuto una realtà sicuramente diversa. Ci siamo stupite dei numerosi problemi che queste persone riscontrano nella quotidianità e di come il senso di abbandono e perdita compaia nei loro occhi in ogni momento della giornata e di come li renda chiusi e poco comunicativi. Dalla signora Bruna che è stata infermiera per anni al signor Beniamino che ci augurava gioia e felicità, al signor Luciano che si sentiva
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in un cimitero essendo uno dei pochi ospiti indipendenti. Una realtà che in soli tre giorni ci ha fatto cambiare il nostro modo di vedere queste strutture e i loro operatori, che fanno un lavoro molto intenso e duro e che a volte è davvero pesante. Alla fine delle 72h abbiamo condiviso alcune frasi con gli altri ragazzi dei vari progetti creando un cartellone e abbiamo deciso di citare la signora Angelina che aspetta ogni giorno i volontari che le hanno ridato la gioia di vivere- 72h con le maniche in su è stata un’esperienza davvero intensa che vale la pensa di far conoscere e che spero possa coinvolgere sempre più giovani nella prossima edizioni. Un plauso va rivolto a Caritas che la organizza ma anche alle mostre strutture che ospitano i ragazzi e, non posso dimenticare, questi ragazzini che decidono di abbandonare le spoglie dell’adolescente medio interessato solo a cellulari, amici e televisione per dedicarsi a una nuova esperienza che li ha sicuramente arricchiti come ha fatto con me.
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parliamone...
LA TRUFFA È DIETRO L'ANGOLO, DI CASA. Di Elena Brugnerotto
Pensiamo sempre di essere immuni da ogni disgrazia, truffa, imprevisto o imbroglio, così quando certe disavventure capitano a noi ci troviamo un po’ impreparati. Vi voglio raccontare la vicenda tragicomica che ha come protagonista il mio amministratore di condominio affinché possiate ricavarne qualche buona lezione di vita. Vivo in un appartamento nella Verde Gronda Gioiosa da quasi quattro anni e fin da subito l’istinto mi ha detto di non fidarmi di lui. Il Sig. Rossi (nome di fantasia) rispecchia perfettamente l’identikit dell’amministratore volpone (volpone è un eufemismo per non diventare scurrili): mezza età, aspetto rassicurante, fare apparentemente disponibile e atteggiamento remissivo. Il primo episodio di inefficienza è stato piccolo, insignificante. Ad un anno dal trasferimento avevamo ancora il nome attaccato sul campanello con lo scotch. Gli è stato chiesto duemila volte di cambiare la targhetta. Lui ogni volta rispondeva: “oggi lo faccio sistemare”. Sono passati tre anni e l’adesivo è ancora lì aggrappato con l’ultimo residuo di colla. Le riunioni di condominio erano una farsa, più ci si accaniva contro di lui per farsi mostrare documenti (che diceva di avere “da qualche parte”), di esibire raccomandate (che diceva di aver mandato e che nessuno aveva mai ricevuto) più diventava silenzioso. A difenderlo c’erano le signore che negli ultimi 10 anni si sono fidate di lui. “Poverino” dicevano, “saprà lui” commentavano e lui viveva di queste indulgenze. Ad inizio 2012 ci arriva una sua lettera in cui ci comunica che dobbiamo fare dei lavori urgenti all’autoclave. Ok, ci siamo detti, effettivamente sono lavori che dovevano essere fatti. Peccato che la lettera l’abbiamo trovata in cassettina della posta sabato e i lavori cominciassero lunedì. Nei metodi e nella sostanza il tutto ci sembrava un po’ sospetto: il preventivo dei lavori (uno solo ovviamente) riportava la data di un anno prima (ma non erano urgenti??). Sono seguite telefonate, mail, lettere e sms. Ad insulti e minacce lui ci rassicurava con i suoi: “domani vi chiamo” e poi non chiamava, “ domani vi mando” e poi non arrivava mai niente. Combattere contro i mulini a vento credo dia più gratificazioni. Parlare al muro più soddisfazioni. Il castello di sabbia asciutta che teneva faticosamente in piedi da anni è crollato sotto il sole di un pomeriggio d’estate. La ditta che aveva fatto i lavori dell’autoclave ci comunica di avanzare soldi. Una doccia fredda. Indaghiamo e scopriamo che mancavano dei pagamenti all’Enel e questo
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spiegava perché ogni tanto ci staccavano la luce delle scale apparentemente senza motivo. La ditta degli ascensori non veniva pagata dal 1999, ma neppure la loro amministrazione sapeva perché. Da li alcuni si sono disperati, alcuni indignati e alcuni agito. È stato irreperibile per 20 giorni e la fantasia ci ha fatto fare le ipotesi più disparate, su tutte una era quella più gettonata: è scappato con i soldi. Sicuro. Ad inizio agosto, con fuori uno scenografico temporale estivo la resa dei conti. Gli chiediamo spiegazioni, di vedere i conti, di dirci la verità. Alcuni lo accusano di essersi giocato i soldi al casinò, lui sostiene di averli utilizzati per coprire le mancanze dell’ater, che da anni non paga. “Si, ma ha mai chiesto i soldi all’ater?”. Risponde di sì. “Ma ha mandato raccomandate? Dove sono?”. Silenzio... Seduta stante chiamiamo un altro amministratore e facciamo il passaggio di incarico. In lui riponiamo la speranza di venire a capo di questa vicenda. Per 10 anni il Sig. Rossi ha amministrato i soldi di decine di famiglie raggirando con frasi e modi rassicuranti persone ignare della sua incompetenza. Alla fine toccherà a noi pagare per rimettere a posto i conti, dicono sia praticamente impossibile ottenere dei soldi da lui visto che la sua casa ha già 5 ipoteche. La lezione che ho imparato io è che gli incompetenti e i furbetti la scampano sempre. ogni riferimento a persone o a fatti realmente accaduti è da considerarsi puramente casuale
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RILASSIAMOCI!
L’ANGOLO DELLE CAZZATE Lo sapevate che se lasciate Windows aperto per molto tempo rischiate una brutta polmonite? Lo sapevate che se la prima volta non vi riesce, il paracadutismo non fa per voi? Lo sapevate che per i mangiafuoco sono normali i bruciori di stomaco? Lo saepavte che acnhe scmabinado le letetre di una palora si caipsce coumnuqe? Lo sapevate che i pompieri vedono sfuocato? Lo sapevate che una persona su tre è sottosviluppata mentalmente? Pensate a vostri due amici: se loro sono normali, il sottosviluppato siete voi. Ontonogenesi: termine di origine veneta e indicante lo studio della nascita e dello sviluppo di individui depravati o semplicemente molto sporchi.
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A cura del Circolo Ricreativo Culturale AUSER “Il Gabbiano” ONLUS (auser.ilgabbiano@alice.it) Editore: Circolo Auser “Il Gabbiano” - Direttore responsabile: Giorgio Marcoleoni. Redazione a cura di: BLOG - Territori e Paradossi Associazione Culturale. Redattori: Giuliano Brandoli, Daniele Conte, Chiara Foffano, Elena Brugnerotto, Francesca Delle Vedove, Carlo Albertini, Romena Brugnerotto, Martina, Zorzi, Martina Pellizzer, Francesca Rismondo, Gianfranco Albertini Redazione: Piazzale Zendrini 22 Campalto (VE) Tel/fax : 041.903525 - E-mail: lapaginadicampalto@gmail.com Stampato in proprio n° 2000 copie - Registrazione presso il Tribunale di Venezia n° 1461 del 24 settembre 2003 “La pagina di Campalto” è consultabile anche in Internet all’indirizzo http://issuu.com/lapaginadicampalto è possibile rilasciare commenti e domande, segnalare iniziative, suggerire approfondimenti a questo indirizzo e-mail: lapaginadicampalto@gmail.com oppure visitando la nostra pagina facebook.