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http://issuu.com/lapaginadicampalto lapaginadicampalto@gmail.com FEBBRAIO 2014 Anno X N° 126
MENSILE A SFONDO SOCIALE DI PUBBLICA UTILITÀ
IL FUTURO DI TESSERA IN POCHE PAROLE: SECONDA PISTA SI’, STADIO NO, QUADRANTE NI. Torna sotto i riflettori il Quadrante di Tessera con i soliti problemi annessi e connessi. 21.01.2014 Certo, a volte, noi cittadini facciamo tutto facile mentre gli equilibri politici ed economici sono un po’ più complessi: un insieme di dichiarazioni e silenzi, di attacchi diretti e giri di parole. Sulla questione dello sviluppo
In questo numero:
il futuro di tesera in poche parole: aeroporto, stadio, quadrante_vivere alternativamente_tempo di carnevale_che zuppa!_ cuocere il pane in casa_il panettone di san biagio_il bucintoro torna a navigare_il gioco del bridge a mestre_rilassiamoci.
La pagina di campalto dell’Aeroporto e di Tessera City sembra proprio lo facciano apposta ad ingarbugliare le cose, complicarle, mescolare le carte per confonderci finché ci stufiamo di seguirli e ce la fanno sotto il naso... Con il Quadrante di Tessera, però, la posta in gioco è troppo alta. Non possiamo distrarci e lasciarci imbrogliare perché si parla dello sviluppo del nostro territorio. Non possiamo chiudere gli occhi su questo interminabile (e noiosissimo) walzer che da anni vede in pista il Sindaco Giorgio Orsoni e Enrico Marchi, Presidente di Save, società che ha in gestione l’aeroporto Marco Polo di Tessera. Così, vi informo che il 2014 si apre con l’ennesima scaramuccia tra i due. Controversia che però rimette in discussione tutto: Marchi dichiara di ritirarsi dal “progetto quadrante”, lancia pesanti accuse al Sindaco e va avanti con il piano della seconda pista, e l’Avvocato Orsoni...non vuole fare polemica. Poche prudenti dichiarazioni per il Sindaco che non vuole mettere altra carne al fuoco. Forse è stato preso in contropiede, magari sta ancora elaborando una strategia, probabilmente non vuole esporsi al momento... Tutte ipotesi, ma intanto un soggetto privato sta decidendo il nostro futuro. Di conseguenza: la realizzazione della seconda pista è certa. Che sia costruita in zone a rischio idrogeologico, sopra la barena, sopra le case oppure a ridosso dell’area archeologica di Altino, l’aeroporto avrà la sua nuova distesa di cemento. I tifosi del Venezia 2
continueranno ad andare allo Stadio di Sant’Elena e sul Quadrante bisognerà di nuovo mettere le mani... Adesso la patata bollente torna nelle mani del Sindaco. Intanto restiamo con il fiato sospeso, come quando guardiamo un film e nel momento clou ci mandano la pubblicità. Elena Brugnerotto RIASSUNTO DELLE PRECEDENTI...
PUNTATE
Nel 2008 Comune di Venezia e Save si accordano per uno scambio di terreni, intesa decisamente a favore del Comune ma compensata con una maggiore capacità edificatoria per Save che avrebbe potuto realizzare la nuova sede del Casinò e lo stadio per il Comune e una serie di edifici - «ma non centri commerciali» - funzionali allo scalo. Le infrastrutture sono state pensate nel rispetto delle regole del Quadrante di Tessera (inserito nel PAT – Piano di Assetto Territoriale) e molta importanza è stata data alle “cinture verdi”, zone boschive fortemente volute da Comune per la protezione dell'abitato. Per quanto riguarda la nota “seconda pista”, non risulta essere prevista dal PAT ma appare però inserita nel piano di sviluppo di Save.
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centro internet p3@ Presso il centro polifunzionale Pascoli continuano le attività del centro internet. L’accesso, libero e gratuito, è aperto a tutti i residenti nel comune di Venezia. Orari: martedì e giovedì ore 17.30 - 19.30 mercoledì e venerdì ore 9.00 - 12.00
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VIVERE ALTERNATIVAMENTE di Francesca Rismondo
“Se consideriamo la nostra esistenza e i nostri sforzi, rileviamo subito che tutte le nostre azioni e i nostri desideri sono legati all’esistenza degli altri uomini e che, per la nostra stessa natura, siamo simili agli animali che vivono in comunità” (A. Einstein, Come io vedo il mondo). Non è un uomo qualunque ad esprimere tale pensiero, e trovo che questo sia ormai condiviso da più persone; alcuni gruppi hanno addirittura messo in pratica tale insegnamento in stili di vita, come gli ecovillaggi e cohousing. Queste sono delle comunità basate esplicitamente sulla sostenibilità ambientale, e seguono alcuni principi base fondati sul rispetto per l’ambiente e la natura, 4
sul vivere insieme condividendo idee e spazi e che puntano all’autosufficienza alimentare. In Italia sono presenti già molti esempi di tale pratica (uno vicino a Preganziol), e se ne stanno sviluppando altri anche vicino al nostro territorio, come a Villorba, in provincia di Treviso, in cui è in costruzione un progetto di cohousing chiamato “Ecoquartiere Quattro passi” (per chi fosse interessato, una casa è ancora disponibile!). Tutti gli ecovillaggi hanno in comune la voglia di vivere più a contatto con la natura e nel rispetto di essa, pertanto è previsto l’uso di fonti di energia rinnovabile, come il fotovoltaico; è effettuata l’agricoltura biologica o la permacultura; molti spazi sono comuni e vengono condivisi
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La pagina di campalto da tutti e anche con la cittadinanza. La necessità comune che spinge le persone a formare questo tipo di comunità è probabilmente la ricerca di vivere in maniera diversa, con obiettivi e ideali condivisi. Ovviamente non è un percorso facile e vi sono implicazioni da non sottovalutare. Un’interessante punto di vista alternativo è stato descritto dai bambini cresciuti in tali comunità, ormai diventati adulti e intervistati da Terra nuova (gennaio 2014: “La parola ai figli dell’ecovillaggio”, www.aamterranuova.it). Tuttavia, in un periodo in cui si acuiscono le differenze tra ricchi e poveri e in cui emerge l’individualità e l’egoismo, alcune persone inventano nuovi modi di “remare contro” e di trovare soluzioni alternative per costruire e provare a migliorare il mondo in cui viviamo, rispettandolo.
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Tempo di carnevale di Fabrizio Trevisan
Pochi giorni ci separano dalle festività natalizie, vissute tra presepi e alberi di Natale, tra momenti di riflessione e momenti di festa. Il falò dell’Epifania ha da poco smesso di bruciare ed ecco, già è il momento di immergerci in una nuova atmosfera, surreale e grottesca, quella del Carnevale. In questo tempo che ci separa dalla Quaresima obbligatorio è divertirsi e, perché no, fuggire dalla quotidianità magari anche solo con un travestimento. Inutile ricordare quanto Venezia e la sua provincia da sempre siano in testa a livello nazionale per qualità e numerosità degli appuntamenti e delle occasioni di svago. D’altronde la tradizione della Serenissima è ancora ben radicata nel nostro territorio.. e allora che festa sia! 6
Nelle innumerevoli iniziative che ci sono in questo periodo vorrei ricordare la festa che si tiene tutti gli anni (da più di venti) in patronato a Campalto organizzata dal Gruppo del Venerdì insieme agli altri gruppi parrocchiali. Quest’anno l’appuntamento è per Sabato 1 Marzo ore 15.00. Certo, noi tutti ricordiamo i fasti del Carnevale Campaltino “de na volta”.. momenti bellissimi per il nostro paese ma, come si dice, altri tempi ..e altre disponibilità. Nel nostro piccolo cerchiamo di regalare a bambini e adulti momenti di spensieratezza e leggerezza, quanto mai rari e preziosi in quest’epoca.. e allora via con coriandoli e stelle filanti, con giochi e mascherine, con burle ed allegria!
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La pagina di campalto I momenti clou della nostra festa sono da sempre le commedie che mettiamo in scena con gli attori “in erba” e con i più attempati teatranti del Gruppo del Venerdì. Noi pensiamo che il teatro, sia pur fatto da dilettanti allo sbaraglio nel piccolo contesto parrocchiale sia una scuola di vita ed un arricchimento per chi lo fa e anche per chi lo vede. Per i più piccoli che si cimentano (ma direi per tutti) lavorare in gruppo, seguire un copione, vincere l’emozione di calcare il palcoscenico, misurare tempi e parole non è ne facile ne scontato, ma è
senz’altro divertentissimo ed appagante.. e che dire poi della magica sensazione di essere, anche solo per pochi minuti, un’altra persona, vivere un’altra vita? Provare per credere! Venite a trovarci e a provarci voi ed i vostri bambini.. divertimento assicurato. Mi permetto di chiudere con un saluto a Franca, nostra storica regista, che da due mesi ci ha lasciato. Grazie per tutto quello che ci hai insegnato in questi preziosi anni, dentro e fuori la scena.. d’altronde, chi fa teatro lo sa ..tra dentro e fuori la differenza non esiste!
# che zuppa! Maggioritario o proporzionale? Preferenze o liste bloccate? Premio di maggioranza al 37 %, anzi al 38; e se facessimo al 37,5, come una semplice alterazione che basta un’Aspirina per mandarla via? Basta, non ne posso più! Ciò che interessa a me comune cittadino è quello che fanno gli eletti quando entrano a Montecitorio. Ma nell’aula si sta creando un clima da Far West e si vuol far passare il più becero squadrismo, che si sperava fosse solo un ricordo del passato relegato in qualche film neorealista, come un inno alla democrazia. Secondo gli ultimi dati dell’Unione Europea la corruzione dilagante sottrae svariati miliardi; i capitali esportati illegalmente (quindi non investiti) sono pressoché incalcolabili e il la metà della ricchezza privata è in mano a un 10% della popolazione. E come se ciò non bastasse, gli ultimi eventi meteo hanno messo in luce tutte le fragilità del nostro territorio. Così, mentre il paese crolla, affoga sott’acqua o sotto la neve, si farnetica su “colpi di stato” e “impeachment”, si parla di fusioni e scissioni come nei laboratori del CERN, si continua cioè a giocare con le nostre sorti. Concludo con una domanda, magari un po’ retorica: guardando le recenti “esibizioni di democrazia” dei Cinquestelle in parlamento che idea si saranno fatti i vertici svedesi di Electrolux sulla nostra affidabilità politica nelle trattative per la vertenza che ruota intorno ai quattro stabilimenti italiani nei quali decine di migliaia di lavoratori rischiano il posto di lavoro? Gianfranco Albertini
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Cuocere il pane in casa di Giuliano Brandoli A fine primavera, nel2010, mi presi il bacillo della pasta madre : per chi non la conosce si tratta di un lievito naturale che serve, appunto, a far lievitare gli impasti di farina per farne pane e dolci. Mi ero già cimentato nel fare il pane in casa: prima con “la macchinetta” del pane, che fa tutto lei! Butti dentro acqua, farina, sale, lievito di birra, premi il pulsante e lei in tre ore ti sforna la pagnotta calda e pronta da mangiare. E’ sicura, fa il suo dovere, il pane è ben cotto; ma la pezzatura è sempre la solita, un pane a cassetta di forma anonima (anche se ora ci sono macchinette che riescono a fare anche altri formati). Allora ho iniziato ad impastare da me gli ingredienti ed a cucinare in forno preparando grosse pagnotte, panini piccoli, oppure azzardando, senza grandi soddisfazioni, formati più professionali. Ma leggendo in giro, soprattutto in internet, trovavo affascinate l’uso della pasta madre al posto del lievito di birra, un ritorno al modo antico di panificare. Ed in quel fine primavera del 2010 iniziai a coltivare il mio lievito naturale iniziando ad impastare acqua e farina, aspettando la sua maturazione, seguendola continuamente per capire quando fosse diventata matura e forte per potere, finalmente, cuocere il mio primo panino! Tutto questo sotto gli sguardi compassionevoli di Laura, preoccupata 8
forse per l’attenzione che dedicavo a quell’impasto nemmeno tanto bello da vedere. Dopo circa un mese decisi che il mio lievito era pronto e cacciai in forno la mia prima pagnotta. Nell’emozione dimenticai il sale, ma ne mangiai un pezzo comunque ed il giorno dopo riprovai con tutti gli ingredienti (sempre sotto sguardi compassionevoli!). Dovete sapere che la pasta madre è un lievito vivo: cioè lo devi curare, alimentare, non devi dimenticartelo! Altrimenti inacidisce diventa inutilizzabile e da buttare; insomma muore! E’ da quella fine primavera del 2010 che nel mio frigorifero c’è un posto per il suo contenitore; e quel posto c’è anche nei frigoriferi di dove vado in vacanza. Almeno una volta alla settimana, perché non muoia, bisogna “rinfrescarla” togliendone una parte e sostituendola con acqua e farina fresche. Pertanto devo portarmela anche in montagna e, dato che c’è, anche lì mi faccio il pane! Il “farsi” il pane, comunque, crea dipendenza: diventa una sana passione come possono esserlo l’andare per rifugi, o in bicicletta, od a pescare. E’ un piacere inebriarsi nel profumo del pane che sta cuocendo, la vista della sua lievitazione; ed è poi un piacere la ricerca delle farine migliori, l’affinare la propria sensibilità sul come trattare l’impasto e la lievitazione valutando la temperatura, la qualità della farina, l’acqua che si usa; e le sperimentazioni sulla formatura della pagnotta o sulla miscela di farine o sugli ingredienti aggiuntivi… A Campalto siamo ora cinque persone in stretto contatto con questa passione:
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La pagina di campalto la pasta madre è stata replicata e distribuita, abbiamo anche improvvisato un gruppo d’acquisto per comperare online un’ottima farina macinata a pietra, di tanto in tanto ci scambiamo consigli. E non ci passa per la testa di rinunciare a questa coinvolgente, divertente, utile e salutare dipendenza! (Per chi vuole saperne di più c’è questo gruppo face book : La Pasta Madre)
CORSO DI PITTURA A CAMPALTO
L’associazione AUSER “Il Gabbiano” organizza per il mese di marzo il CORSO DI PITTURA ARTISTICA DI PRIMO LIVELLO dedicato a chi ama la pittura e desidera apprenderne i fondamenti. Il corso si terrà presso la sede dell’associazione in piazzale Zendrini a Campalto. Il corso si articolerà in 10/12 lezioni settimanali della durata di un’ora e mezzo, con inizio alle ore 10.00 del sabato mattina (salvo diverso accordo con i partecipanti). Per informazioni: tel. 041-903525 Programma Del Corso • •
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Impostazione Di Un Dipinto Tematiche Pittoriche (Cosa Si Intende Per Arte Pittorica) La Prospettiva Geometrica e Cromatica Colore Materia Teoria Del Colore Tecniche Pittoriche Ed Espressioni Pittoriche Supporti Per Dipingere - Il Fondo Di Un Dipinto Materiali,Strumenti E Loro Opportunita’ D’uso Le Velature
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Laboratorio: Dipingere Insieme
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A fine corso è prevista una uscita durante la quale i partecipanti dipingeranno EX TEMPORE una loro opera; tutte le opere saranno poi esposte in una mostra collettiva che verrà allestita presso lo spazio espositivo del Centro Polifunzionale Pascoli di Campalto.
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Il Panettone di san Biagio di Gianfranco Albertini San Biagio, la cui ricorrenza cade il 3 febbraio, venerato nella tradizione cattolica e ortodossa, visse a cavallo tra il III e IV secolo nell’odierna Armenia e morì martire nel 316 a seguito delle persecuzioni di Licinio, avversario dell’imperatore Costantino. Ben poco si conosce della sua vita ma numerosi sono i miracoli a lui attribuiti. Il più noto è certamente quello di aver salvato dall’asfissia un giovane cui si era conficcata una spina di pesce in gola facendogli inghiottire un pezzo di pane benedetto. A questo punto, giustamente, mi chiederete: e il Panettone, cosa c’entra? Nella città di Milano, dove il culto di san Biagio è molto vivo, è tradizione mangiare insieme in famiglia ciò che è rimasto del “Panettone” panettone raffermo natalizio, appositamente conservato, come gesto propiziatorio contro i mali della gola e raffreddori, secondo il detto “San Bias el benediss la gola e el nas”. In questo giorno i negozianti per smaltire l’invenduto vendono a poco prezzo i cosiddetti panettoni di san Biagio, gli ultimi rimasti dal periodo festivo. Viste le mie origini “meneghine”, amo il Panettone, soprattutto quello tradizionale, basso con uvette e canditi. Fino a un paio di anni fa lo si poteva acquistare a basso prezzo dopo le feste e, secondo me, lontano dai bagordi quando si era quasi obbligati a consumarlo a fine pasto a pancia ormai piena, era il momento 10
migliore per gustare la sua fragranza data dalla lunga lievitazione e dalla qualità dei suoi ingredienti. Già, fino a un paio di anni fa in quanto oggi, appena trascorso il giorno di Natale, Panettoni e Pandori spariscono dai negozi. Ho provato a informarmi su questo fenomeno, ma le risposte sono state vaghe: hanno accennato alla diminuita produzione dovuta alla crisi (sempre lei…), all’esaurimento delle scorte, ma sembrerebbe in realtà che le ditte produttrici ritirino l’invenduto per evitare le svendite sottocosto. Qualche decennio addietro una nota canzoncina diceva “dove andranno a finire i palloncini…”; parafrasandola potremmo chiederci “dove andranno a finire i Panettoni” perché nessuno crede al fatto che tutto il prodotto sia venduto prima di Natale. Mi auguro soltanto che venga distribuito gratuitamente alle mense dei poveri e non eliminato nelle discariche assieme alle tonnellate di altro cibo che ogni giorno viene buttato nella spazzatura. Rispetto le logiche aziendali, ma lo spreco va condannato, sempre e ovunque. In conclusione mi auguro che san Biagio protegga la mia gola e il mio naso anche senza il Panettone di Natale.
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Il Bucintoro torna a navigare di Martina Zorzi
Il Bucintoro era la galea di stato dei dogi di Venezia, sulla quale ogni anno nel giorno dell’Ascensione si imbarcavano per celebrare il rito veneziano dello sposalizio con il mare. Nel 1798 i francesi lo distrussero come atto di scherno per l’abolita Repubblica, quando la Serenissima venne consegnata all’Austria. Ora questo pezzo di storia sta per essere ricostruito: sono in arrivo dalla Francia 600 tronchi, grazie all’opera di sensibilizzazione del regista francese Patrick Brunie e dal produttore cinematografico Alain Depardieu. A questo prezioso contributo si aggiunge il finanziamento dato da Alberto Peruzzo, capo della Proinvest Holding che ha deciso di contribuire a questo progetto perché appassionato di mare e di Venezia, e perché crede che la città
dovrebbe ritornare a essere il simbolo del mare. Paternò, membro della fondazione Bucintoro del terzo millennio, prevede di finire la costruzione in quattro anni, con l’aiuto dei migliori artigiani. Riscontri positivi arrivano anche dall’Unesco, in quanto il progetto si colloca perfettamente all’interno del programma di salvaguardia del patrimonio immateriale che racchiude artigianato e mestieri. Sotto la Tesa delle Galeazze, la sede dell’Arsenale in cui verrà costruito il Bucintoro, è tutto pronto. Qui si trova già il cuore della nave, assemblato dai Fratelli De Poli nel cantiere navale di Pellestrina sotto la guida del progettista Giovanni Scarpa Dini. La notizia di questo rinnovato interesse per il Bucintoro da un segnale positivo: il Bucintoro rappresenta il simbolo della grandezza della Serenissima e
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La pagina di campalto rimetterlo in piedi significa dare rilievo alla tradizione storica veneziana. In una città come Venezia, in cui arte e storia si intrecciano in modo unico, la nave potrà portare un ulteriore arricchimento culturale, oltre che costituire un elemento di fascino per i turisti e cittadini. La strada è ancora lunga, mancano ancora dei fondi necessari al conseguimento del progetto. Alcuni si chiederanno se questa ricostruzione sia una priorità per Venezia, se sia un opera ben accolta dai più o solo da una minoranza di cittadini. In ogni caso, ci darà la possibilità di ammirare un pezzo della storia della nostra città. E voi cosa ne pensate? Mandate una mail alla nostra redazione o scriveteci su Facebook!
GEOMETRIE ILLUMINATE Esposizioni di luce di Renato Conte Terminati i lavori di adeguamento del primo piano del Centro Pascoli di Campalto, tutto è pronto per ospitare gli artisti Campaltini, e non, che vorranno esporre le loro creazioni in questo rinnovato spazio al servizio della cultura e della collettività. Abbiamo scelto di inaugurare il calendario delle mostre di quest'anno organizzate da CampArte con le opere di Renato Conte, artista campaltino che da più di 15 anni da' vita ad incredibili creazioni. Renato ci mostrerà l'incredibile potenziale 12
della luce utilizzando materiali semplici come legno e stoffe, ma soprattutto attraverso led, fibre ottiche, vetro ed altri inaspettati conduttori. Le sue opere sono “pitture” luminose in grado di riprodurre innumerevoli forme geometriche o morfologie naturali, paesaggi o astratte figure umane. Visitando la mostra in un ambiente totalmente buio, agli occhi dello spettatore ogni composizione assumerà una configurazione diversa: la voluta ambiguità dei soggetti rappresentati e la scelta di non attribuire titoli lascia al visitatore la possibilità di lavorare di fantasia per scoprire cosa si cela dietro quelle suggestioni di bagliori e colori. Per far comprendere meglio l'arte della luce di Renato Conte abbiamo pensato di organizzare due visite guidate: domenica 16 febbraio alle ore 11.00 e sabato 22 febbraio alle 18.00. Non vi anticipiamo nient'altro! Dovete per forza venire a vedere con i vostri occhi! INFORMAZIONI UTILI: Periodo mostra: sab 15/02/2014 – giov 27/02/2014 Centro Polifunzionale G.Pascoli Inaugurazione: sabato 15 febbraio h. 17.00 Sab dalle 16.00 alle 20.00 Dom dalle 10.00 alle 12.00 e dalle 16.00 alle 19.00 Feriali dalle 16.00 alle 19.00
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La pagina di campalto La mostra è organizzata da Blog Territori e Paradossi nell'ambito del progetto CampArte. Il progetto CampArte, nasce con l'intento di proporre occasioni artistiche e culturali durante tutto l'anno nel territorio della Municipalità di Favaro, vuole essere propulsore di iniziative e di manifestazioni legate all'arte in tutte le sue declinazioni e alla cultura nel senso più ampio del termine. Il legame con il territorio è forte e l'iniziativa ha, tra i suoi obiettivi, quello di creare un dialogo tra la manifestazione e sua localizzazione affinché si valorizzino reciprocamente.
UNIVERSITÀ DEL TEMPO LIBERO – Città di Mestre Accanto alla normale programmazione che prevede riflessioni sull’attualità rivisitata attraverso la Costituzione, l’inizio di un ciclo sull’arte pittorica senese e fiorentina, la presentazione di Stendhal e del suo Il Rosso e il Nero, una passeggiata fotografica sul Canal Grande e i suoi palazzi e molto altro, altri eventi arricchiscono l’attività di questo mese: Ultimi due incontri del ciclo Venezia tra antiche e nuove accoglienze realizzato in collaborazione con il Centro culturale Candiani ore 16.00: • •
Mercoledì 5 febbraio: India, tra passato e presente, Giorgia Pollastri Mercoledì 19 febbraio: Venezia, città di transito o di approdo? Il caso afghano, Francesca Grisot
Per informazioni: tel 041-984529 o 347 3936732
e-mail: utlmestre@libero.it
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IL GIOCO DEL BRIDGE A MESTRE di Luigi Da Col
Il gioco del bridge è uno dei giochi più diffusi al mondo e conta oltre 1.500.000 di agonisti e decine di milioni di appassionati. Ciò è dovuto principalmente al fatto che può essere praticato da chiunque, a qualunque età e in qualsiasi luogo. Il bridge non è solo un gioco di carte, è molto di più, è una palestra per mantenere giovane la mente il più a lungo possibile ed offre una grande opportunità di socializzazione. La passione per il gioco accomuna persone di ogni ceto ed età che si incontrano per passare insieme ore spensierate, ma nello stesso tempo tese al raggiungimento del miglior risultato. Il gioco del bridge è riconosciuto dal CONI quale sport a tutti gli effetti e fa parte delle discipline sportive olimpiche. Gli Italiani in questa disciplina sono sempre stati ai vertici delle classifiche e la Nazionale Italiana nel 2013 ha vinto i Campionati del Mondo che si sono svolti a Bali in Indonesia. Il Circolo Bridge Mestre si trova nel centro della città in Via Spalti 32/E di fronte alla trattoria “da Mariano” e 14
conta più di 100 iscritti. Vanto del Circolo è l’avere tra i propri Soci il campione seniores Dario Tramonto. Per divertirsi non è comunque necessario essere dei campioni in quanto ognuno riesce comunque a trovare soddisfazione. Il Circolo è aperto tutti i giorni, anche la domenica, e ogni pomeriggio viene organizzato un torneo. Per chi vuole avvicinarsi a questo gioco, il Circolo organizza anche quest’anno un Corso di Bridge per principianti, in 12 lezioni che sarà tenuto dal maestro Giampaolo Centioli già campione italiano. Il corso si terrà il giovedì, dalle 20.30 alle 22.30 e inizierà il 20 febbraio 2014. Per informazioni: 041-5351740 dalle 15 alle 19.00 339-5992233 o 339-8162173. Circolo Bridge Mestre, via Spalti 32/E bridgemestre@laboursclub.191.it www.bridgemestre.jimdo.com
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A cura del Circolo Ricreativo Culturale AUSER “Il Gabbiano” ONLUS (auser.ilgabbiano@alice.it) Editore: Circolo Auser “Il Gabbiano” - Direttore responsabile: Giorgio Marcoleoni. Redazione a cura di: BLOG - Territori e Paradossi Associazione Culturale. Redattori: Giuliano Brandoli, Daniele Conte, Chiara Foffano, Elena Brugnerotto, Francesca Delle Vedove, Carlo Albertini, Romena Brugnerotto, Martina Zorzi, Martina Pellizzer, Francesca Rismondo, Gianfranco Albertini. Indirizzo: Piazzale Zendrini 22 Campalto (VE) Tel/fax : 041.903525 - E-mail: lapaginadicampalto@gmail.com Stampato in proprio n° 2000 copie - Registrazione presso il Tribunale di Venezia n° 1461 del 24 settembre 2003 “La pagina di Campalto” è consultabile anche in Internet all’indirizzo http://issuu.com/lapaginadicampalto è possibile rilasciare commenti e domande, segnalare iniziative, suggerire approfondimenti a questo indirizzo e-mail: lapaginadicampalto@gmail.com oppure visitando la nostra pagina facebook.