LA PAGINA DI CAMPALTO

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distribuzione gratuita presso gli esercizi commerciali a: Campalto - Favaro Veneto - Tessera - Dese

http://issuu.com/lapaginadicampalto lapaginadicampalto@gmail.com OTTOBRe 2014 Anno X N° 133

MENSILE A SFONDO SOCIALE DI PUBBLICA UTILITÀ

Ciclabilità cittadina: bilancio deludente In un incontro organizzato da FIAB Mestre - Amici della Bicicletta nell’autunno del 2010 i neo nominati assessori alla mobilità, Bergamo, e ai lavori pubblici, Maggioni, illustravano il piano di interventi che la nuova giunta avrebbe portato avanti per il completamento del Biciplan in particolare e sulla ciclabilità cittadina in generale. A tale scopo, nel quinquennio sarebbero stati investiti non meno di quindici milioni. Oggi, dopo che gli

In questo numero:

ciclabilità cittadina: bilancio deludente_72h con le maniche in su_un viaggio... all’altezza_giovani all’estero_un altro artigiano chiude_san martino in strata_ sport e attività motoria per tutti_su terra e su acqua: campalto sta_camparte torna a novembre _rilassiamoci


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eventi dello scorso giugno hanno spazzato via sindaco e giunta e prima delle prossime elezioni è giunto il momento per fare un bilancio di ciò che è stato fatto nel nostro territorio. Sulla base delle esigenze portate avanti dai cittadini, i Presidenti di Municipalità avevano presentato un piano di interventi prioritari che tenesse in considerazione soprattutto la sicurezza dei collegamenti. A Favaro si chiedeva il completamento della pista ciclabile di via Triestina i cui lavori erano stati parzialmente avviati, l’attuazione del progetto in compartecipazione tra Regione, Provincia e Comune lungo via Altinia fino a Dese e il prolungamento della Ciclovia delle Barene tra Passo Campalto e Forte Bazzera. In oltre quattro anni di attività della deposta amministrazione comunale, nonostante i pressanti interventi del pres. Ordigoni e le pressioni portate avanti da 2

associazioni e singoli cittadini, spesso sfociate in manifestazioni molto partecipate, non è stato aperto un solo cantiere. Recentissima poi è la notizia che il commissario Zappalorto, per far quadrare il bilancio comunale consuntivo, ha tagliato parte dei fondi destinati a interventi sulla ciclabilità. Come sempre più spesso accade, per sanare buchi di decine di milioni (ex. Casinò di Venezia o indebitamento con titoli capestro) si taglia sui servizi alla cittadinanza, totalmente incolpevole di questi disavanzi. Vista poi la fase di stallo politico che ci troviamo ad affrontare con la scomparsa delle Provincie tradizionali, il progetto di città metropolitana e la doppia tornata elettorale della primavera prossima, non è difficile prevedere che i tempi per la realizzazione di interventi concreti saranno assai lunghi. Gianfranco Albertini

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72h con le maniche in su... siete pronti a mettervi in gioco? di Martina Pellizzer

Giunge ormai alle quarta edizione il progetto organizzato dal collettivo Prove di un mondo nuovo – 72 h con le maniche in su. Di cosa si tratta? Di un progetto di volontariato, già realizzato nelle città di Trento e Bolzano, rivolto ai giovani, ai quali viene data la possibilità di mettersi in gioco: “Vogliamo coinvolgere i giovani in realtà nuove, in esperienze fuori dal comune, per un’opportunità che altrimenti non avrebbero la possibilità di vivere.” si legge sul loro sito www. provediunmondonuovo.it/72hcon-le-maniche-in-su/ Un'esperienza che prevede una partecipazione totale, 72 ore non stop, dedicate a svolgere un progetto a carattere sociale o ecologico con dei risvolti concreti per la comunità nel territorio provinciale.

Gli ambiti in cui si può venire coinvolti sono svariati, dal servizio nelle mense per i poveri, a quello nelle case di riposo o case famiglia, dal verde pubblico all'accoglienza degli immigrati. Possono partecipare i ragazzi dai 16 ai 30 anni, da soli o in gruppo basta specificarlo nell'iscrizione, il cui modulo si trova al seguente link: www.provediunmondonuovo.it/72h-con-le-maniche-in-su/ iscrizioni/ Un'esperienza che vede la partecipazione principalmente dei ragazzi, soprattutto delle scuole superiori del territorio e che negli anni ha visto aderire più di 500 giovani. Il ritrovo è il 30 ottobre alle 17:00 in Piazza Ferreto a Mestre e solo in qual momento si verrà a conoscenza del progetto che si andrà a svolgere. Un'esperienza davvero unica, che arricchisce e che permette di conoscere realtà locali diverse. Se siete interessati potete trovare maggiori informazioni: www.provediunmondonuovo. it/72h-con-le-maniche-in-su/ info@provediunmondonuovo.it facebook:72hconlemanicheinsu/ timeline

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Un viaggio.... all'altezza di Francesca Rismondo

Quest'anno, per le mie vacanze, avevo bisogno di un luogo che mi permettesse di meditare. Dopo aver terminato una serie di percorsi (scolastici, lavorativi, personali), la necessità di staccare e allontanarsi dal mondo “conosciuto” e dalla materialità del presente si faceva sempre più forte. Spinta dalla lettura dei libri di Tiziano Terzani, che scelse come luogo meditativo per eccellenza una casupola sulle vette Himalayane, ho deciso la meta: l'India. Ne parlo con Elena e dopo cinque minuti vuole venire anche lei. Troviamo un gruppo che organizza un tour in Kashmir e Ladakh, proprio nei luoghi che ci interessano, e prenotiamo. Conto alla rovescia, ed è ora di partire. Tanti i preparativi, i consigli, le raccomandazioni; tutti che ci dicono che siamo matte ad andare in posti così pericolosi, chissà cosa vi faranno e via discorrendo. L'arrivo 4

a Dehli è stato abbastanza traumatico: i bagagli non sono arrivati perché erano rimasti a Istambul. Già questo ci lascia abbastanza contrariati. La città è un marasma di traffico, persone per strada, baraccopoli, fango, disordine, umidità e calura. Partiamo per il Kashmir contenti di abbandonare il caos. E man mano che ci avviciniamo ai monti, l'ascesa ci porta in posti incredibili: pensavo di vedere le montagne con la neve, e invece le montagne sono brulle, sabbiose, friabili. Chissà perché la catena dell'Himalaya la immaginavo una cosa granitica, solida e nevosa. Il paesaggio cambia passando dal Kashmir al Ladakh, e cambiano anche le persone. In Kashmir tutti stile “indiano”: carnagione scura, occhi profondi e neri. In Ladakh e sulle montagne stile “tibetano”: carnagione più chiara, occhi a mandorla. Conosciamo bellissime persone, ospitali, gentili, semplici. Sono curiosi, ti vengono a chiedere fotografie con la loro famiglia, ti presentano tutti i loro cari e ti offrono qualsiasi cosa possano offrire. Il tempo sembra dilatarsi, sembra essere in viaggio da mesi e invece sono passati solo pochi giorni. Due settimane volano, ma è come se questi posti fossero diventati familiari, vicini, amici. Luoghi in cui star bene in pace con se stessi. O almeno per me è stato così.

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GIOVANI ALL’ESTERO TRA CURIOSITÀ E OPPORTUNITÀ: FRANCESCA CI RACCONTA LA SUA ESPERIENZA di Martina Zorzi

25 anni, laureata, ha passato un periodo all’estero per lavoro e a breve partirà nuovamente. Cominciamo dall’inizio… Cosa ti ha spinto a cercare lavoro all’estero? La mia scelta è stata dettata da un misto di curiosità e obbligo: mi ero laureata in lingue ma, a parte qualche breve vacanza, non avevo mai vissuto a lungo in un paese straniero. Da un lato quindi sentivo la curiosità e il desiderio di visitare i paesi di cui avevo studiato lingua e cultura, dall’altro mi rendevo conto che un’esperienza era necessaria per mettere in pratica quello che finora era esistito solo nei libri e nella mia testa. Avevo bisogno di confrontarmi con una realtà diversa dalla mia, di mettermi alla prova e capire cosa sapevo fare concretamente. Volevo imparare e conoscere: per questo ho deciso di fare uno stage e ho scelto come paese la Francia. Che differenze hai trovato a livello di ambiente di lavoro e opportunità rispetto a qui? L’azienda in cui lavoravo era abbastanza piccola (una trentina di dipendenti in tutto) e si occupava di vendite online. I dipendenti erano tutti più o meno giovani quindi l’ambiente di lavoro era piuttosto informale. Il mio ufficio, in particolare,

era internazionale: eravamo quasi una decina, provenienti da vari paesi. Questo mi ha dato la possibilità di parlare varie lingue e conoscere realtà diverse dalla mia. La città in cui mi trovavo, Annecy, era piuttosto piccola ed elitaria dal punto di vista lavorativo. Data la vicinanza con la Svizzera, la grande maggioranza dei francesi lavoravano al di là del confine. In ogni caso, anche nell’azienda dove lavoravo la crisi si era fatta sentire e nei mesi precedenti alcuni dipendenti erano stati licenziati. Un destino non troppo diverso da quello di molte aziende italiane negli ultimi anni. Essendo in stage non avevo uno stipendio vero e proprio, ma fortunatamente la legge francese stabilisce un contributo mensile minimo da parte delle aziende, cosa che non sempre si può dire di aziende italiane o di altri paesi. Non è raro che gli stagisti non vengano affatto pagati, senza inoltre garanzie di una futura assunzione. Cosa ti mancava del tuo paese e cosa ti piaceva del vivere all’estero? Le stesse cose erano motivo di nostalgia ed entusiasmo: mi mancavano la mia famiglia e le abitudini di sempre, ma ero contenta di poter avere la mia indipendenza quotidiana e di gestire i miei spazi liberamente. Mi mancavano gli amici,

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ma ero felicissima di poter conoscere persone nuove e interessanti, di condividere con loro dei bei momenti. All’inizio non è stato facile, troppe novità e cambiamenti tutti assieme, ma dopo il primo mese già sentivo di appartenere a quel posto, di sapermi muovere tranquillamente e di essere a mio agio. La tua preparazione universitaria/ personale è stata sufficiente? Nel complesso sì, visto che principalmente si trattava di traduzione, proprio il mio indirizzo di studi universitari. Ho imparato inoltre a svolgere altre mansioni e a utilizzare programmi che non conoscevo. Era la prima volta che lavoravo in un ufficio quindi ho potuto anche vivere una realtà diversa da quella accademica: rapporti tra colleghi, fuori e dentro l’ufficio, modo di relazionarsi con i capi, rapporti con i clienti etc. Tutto si è rivelato utile e ha sicuramente contribuito ad aumentare la mia esperienza professionale e personale. I pregiudizi che hai dovuto sfatare? In quanto italiana, all’estero venivo considerata ottima cuoca (Mangiate sempre pizza e pasta vero? Tu saprai come si cucina questo, insomma sei italiana!) e ultracattolica (Ma usate i preservativi in Italia? È legale?), profilo che nella realtà mi si addice ben poco. Se c’è una cosa che ho imparato è quanto sia importante conoscere una persona e la sua storia, ognuna è particolare e diversa. Il paese di origine ti influenza certo, 6

ma non è l’unico metro di giudizio da utilizzare! Dove ti vedi nel tuo futuro? Al momento sto per partire per un’altra avventura lavorativa in Francia che durerà qualche mese: altre novità, una nuova sfida. Preferisco vedere un futuro a breve termine, come i contratti che ho firmato finora. Penso che vivere all’estero potrebbe essere un’opzione a me congeniale, vista la passione e la conoscenza per le lingue. Allo stesso tempo, non escludo di vivere in Italia se dovessi trovare un impiego. Anche l’idea di viaggiare per lavoro mi attira. In breve, preferisco privilegiare la tipologia di lavoro al luogo: vorrei provare ad ottenere un lavoro che mi piace, la posizione geografica è secondaria. Punterei comunque all’Europa, per non allontanarmi troppo dall’Italia. In bocca al lupo a Francesca e a chi come lei sta per iniziare una nuova avventura!

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mestre: Un altro artigiano chiude di Gianfranco Albertini

A Mestre, in viale Garibaldi all'altezza dell'incrocio con via Fradeletto, c'è un negozio di quadri e cornici. Passando davanti alla vetrina, osservando ciò che è esposto (e soprattutto come) si capisce che la persona che vi lavora è un vero appassionato della sua arte. Se poi entri noti subito l'ordine e la pulizia che regna nella piccola bottega. Ma anche questa, tra pochi mesi, chiuderà i battenti. Il titolare, giunto alla pensione, si è trovato costretto a cessare l'attività. Quando, a fine inverno scorso mi comunicava la notizia, mi diceva con rammarico che nei tanti anni nessun giovane si era proposto per imparare il mestiere ed eventualmente rilevare la bottega. Così un altro artigiano chiude e con lui, nella nostra città che si sta immiserendo ogni giorno di più, se ne vanno tante abilità come quella del doratore o del restauratore di oggetti d'arte. Quando passavo da lui, magari per incorniciare una stampa o risistemare una vecchia cornice, non mancava l'opportunità di scambiare qualche opinione sull'arte o sui segreti del restauro come patine, colle o laccature. Ho imparato molte cose che ho potuto applicare nel piccolo “fai da te” che più o meno ognuno di noi pratica. Una cosa analoga era avvenuta nella nostra Campalto

quando Angelo, lo storico barbiere di via Gobbi, aveva chiuso: nessuno si era fatto avanti per rilevare l'attività. A questo punto non posso fare a meno di un paio di considerazioni: è proprio così disdicevole per un giovane nostrano intraprendere una carriera da artigiano? Forse il fatto di non poter apprendere il mestiere stando davanti alla consolle o frequentando i social e doversi invece imbrattare le mani è diventato un ostacolo insuperabile. Nell'ultimo mezzo secolo la scuola, soprattutto quella primaria e media, hanno via via abbandonato la manualità rendendo la formazione dei nostri ragazzi sempre più astratta e teorica. Quando, fino ai primi anni '60 del secolo scorso c'era l'Avviamento Professionale, tanti adolescenti, oltre a ricevere una cultura di base essenziale, passavano ore a consumare ferro per diventare poi bravi operai o, per chi proseguiva gli studi, tecnici specializzati. Lo stesso accadeva nelle scuole professionali per l'artigianato da dove uscivano ebanisti, elettricisti o sarti. Oggi di tutto questo non rimane quasi più nulla: assieme alle persone scompare quel bagaglio di conoscenze e saper fare che ben difficilmente sarà possibile ricostruire. Soprattutto smanettando su uno smartphone...

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San Martino in Strata festa dell’incontro e della condivisione

Siamo alla 14° edizione, tante quanti gli anni dell’Associazione Campalto Viva. Il tema di quest’anno è “San Martino incontra CampaltoMare”, non una riedizione della molto apprezzata manifestazione, ma un ricordo di ciò che è stato per la cultura di Campalto con la sua collocazione a bordo Laguna. La festa si sviluppa su un programma consolidato nella struttura e sempre diverso nei contenuti. Le MOSTRE, nell’incontro con CampaltoMare, documenteranno la specifica realtà campaltina: un mondo certo non facile tra vita contadina 8

e vita lagunare. Collocate nei locali del Centro Polifunzionale Pascoli, le mostre presenteranno testimonianze documentali, oggetti ed attrezzi della vita contadina e della laguna. L’aspetto specifico della laguna sarà focalizzato nella mostra documentale “La Barena di Campalto” dell’Associazione La Salsola. Gli INCONTRI sui temi riguardanti le criticità e le opportunità del territorio, del fronte acqueo e della laguna, una lettura propositiva e scevra da posizioni precostituite. La festa sarà introdotta da un concerto che si terrà nella chiesa di San Martino in Strata, e sarà chiusa dal concerto finale nella chiesa di San Benedetto. I mercatini incominceranno Sabato 8 Novembre con“FAXEMO SAN MARTIN” che si ripete per il 9° anno. Il mercatino della massaria sarà collocato sul Piazzale San Benedetto e nell’area del Centro Polifunzionale G. Pascoli: è un modo per ricordare il cambio di casa/campagna dei contadini verso la nuova destinazione con le loro povere cose. Quest’anno saranno presenti banchi di antiquariato e modernariato e … oggetti nautici usati. E continueranno domenica 9 Novembre con la MOSTRA-MERCATO: si potrà passeggiare tra i numerosi espositori artigiani con le opere del proprio ingegno, gli operatori commerciali

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e quelli enogastronomici, le associazioni culturali con esposizione di documentazioni e attrezzi frutto del loro lavoro di ricerca. Quest’anno ci saranno anche espositori con oggetti nautici usati e oggettistica di antiquariato/modernariato nello spirito di CampaltoMare. I visitatori durante il loro passeggiare potranno godere di una ANIMAZIONE che vedrà artisti di strada muoversi tra i banchi per il divertimento dei grandi e dei piccoli, complessi musicali in diversi punti della manifestazione e itineranti all’interno della stessa. E i piccoli potranno entrare in contatto con gli animali della Fattoria Didattica, avere il battesimo della sella sui pony, coccolare o farsi coccolare e giocare con gli animali della tradizione contadina e apprezzare le performance del migliore amico dell’uomo di una scuola cinofila. Inoltre si potranno portare i propri amici a 4 zampe al punto veterinario per ricevere i consigli da un esperto del settore. Vi aspettiamo!

buoni da spendere nei negozi di Campalto. L'estrazione sarà il 9 novembre 2014 alle 18.30, nel piazzale San Benedetto. Ma quest'anno i biglietti acquistati hanno un valore in più, infatti accumulandone 10 si potrà usufruire di uno sconto del 10% per una spesa in uno dei 23 negozi di Campalto che aderiscono all'iniziativa (l'elenco è nella locandina qui accanto, che verrà esposta nei negozi stessi, o consultabile sulla pagina del sito www.campaltoviva. it, dedicata alla lotteria). L'iniziativa sarà valida dall'emissione dei biglietti fino al 30 novembre 2014. Occhio quindi: anche se non hai vinto, i biglietti acquistati restano buoni per risparmiare sui tuoi acquisti!!! Intanto buona fortuna a tutti! Municipalità di Favaro Veneto ––– Assessorato alle Attività Culturali

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Quest'anno la lotteria tradizionalmente legata alla festa di San Martino in Strata, porta con sé delle belle novità. Innanzitutto nel numero dei premi, che saranno più di quaranta. Come primo premio non può mancare l'ambita Crociera MSC di 8 giorni per 2 persone e a seguire il tablet Asus da 10 pollici; poi belli e utili oggetti che saranno visibili nei negozi che li offrono e tantissimi

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DIGITAL TRAINING: il futuro a portata di mano

Webfit, azienda leader nel fitness in Italia presenta il DIGITAL TRAINING, un prodotto assolutamente nuovo che rivoluzionerà il modo di fare fitness e di accedere ai corsi collettivi da parte degli utenti. Nelle palestre tradizionali l’istruttore offre

2-3 ore al giorno di lezioni dal pilates, all’aerobica allo yoga. Il grosso limite di queste attività risiede nella ridotta offerta oraria. Il reparto ricerca e sviluppo di Webfit, in collaborazione con i migliori istruttori italiani di varie discipline (pilates, spinning, aerobica, yoga ecc…), ha creato un prodotto che non pone limiti alla frequenza con 30 ore al giorno no stop di corsi 7 giorni su 7 senza prenotazione in tre sale dotate delle migliori tecnologie.

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TANTO SPORT A CAMPALTO: AMPIA L’OFFERTA DEI CORSI PER ADULTI E BAMBINI di Francesca Delle Vedove

Di Campalto si può dire di tutto, ma di certo non che manchi lo sport! Sono così tante le associazioni sportive più le palestre private che, davvero, l’offerta di corsi per mantenersi in forma, per gli adulti, e di propedeutica allo sport per i più piccoli, copre quasi tutte le discipline e le esigenze personali. Quest’anno, da ottobre, arriva in centro a Campalto anche lo yoga, la disciplina 10

orientale che coniuga esercizi fisici e spirituali per il benessere generale, e che proprio per la dolcezza dei movimenti è adatto a tutti, giovani e meno giovani, uomini, donne e pure ai bambini. Lo propone la storica associazione sportiva Q10 che così amplia la sua offerta: non più solo ginnastica e motoria per bambini (c/o la palestra della scuola “Gramsci” in via Passo, corsi già partiti),

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tonificazione ed aerobica per adulti al mattino e alla sera (c/o la palestra in via Tiburtina, accanto al campo sportivo), ma anche yoga con lezione di prova gratuita a partire dal primo martedì di ottobre alle 10.30 sempre nella palestra del campo sportivo.Sempre per chi ha la passione delle discipline orientali, sono ripartiti a settembre anche i corsi di Wushu e di Taijiquan, che previene l’invecchiamento ed è forse l’arte

marziale più famosa perché legata all’immagine di “vecchietti” cinesi a fare esercizi di prima mattina nei parchi. I corsi sono tenuti dall’istruttore Alessandro Mattiello, in via Tiburtina, nelle giornate di martedì e venerdì dalle ore 16.30 per i bambini, suddivisi in base alle età; alle ore 19.00 Taijiquan per adulti; alle ore 20.00 Wushu per adulti. Venite a provare!

Per informazioni: recarsi direttamente nella palestra di via Tiburtina, dove troverete appeso anche la bacheca con gli orari ed i vari corsi; per l’attività motoria dei bambini, invece, nella palestra della scuola Gramsci.

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Su terra e su acqua: Campalto sta. Un paese che cresce, un’isola che cambia. di Daniele Conte

isolAttiva – Campalto in acqua Questo è il nome di un progetto. Nuovo, diverso, che ancora non si conosce. Ma andiamo con ordine. Campalto è un paese ma anche il nome di un’isola che sta tra la barena e Venezia. “L’isola dee scoasse”: molti la conoscono così. Non c’era nulla lì, secoli fa, non c’erano velme o barena, solo acqua. Fu realizzata intorno al 1797, come batteria militare, per difendere Venezia dalle truppe austriache. Come i forti che costituiscono il campo trincerato, così anche una linea di isole militari di difesa. Negli anni successivi l’assetto dell’isola fu modificato varie volte e vide pure degli abitanti: Rosa e Gilda Simionato, abitanti dal 1930 al 1936. Amadeo, Sandra, Norma Padoan vissuti dal 1946 al 1954. L’orto, il pozzo, gli alberi da frutta, la capretta: era un piccolo paradiso come altre isole lagunari, mondi di campagna sull’acqua. Dopo la seconda guerra ecco che prese il nome che viene ricordato ancora oggi, poiché fu utilizzata come discarica a cielo aperto, in mezzo alla laguna, di rifiuti solidi urbani. Butta e butta, si allargò sempre di più e si ingigantì, fino a cinque volte la dimensione originaria. Negli anni ’90 il Magistrato alle Acque di Venezia fece dei lavori per contenere finalmente 12

questa spazzatura: si fecero dei bordi in pietra d’Istria e si rimodellò la superficie, coprendo tutto con uno strato di terra argilloso. Tonalità del marrone, non c’era altro. Pian piano ecco il verde! Trecce di gramigna presto la percorsero, Robinie ed altre piante veloci regalarono ombra. Iniziarono a spuntare fiori, sbocciare rose. Pic-nic, grigliate, feste, spettacoli, esperimenti e campeggio, dà rifugio a chi si trova con la pioggia all’improvviso mentre è in uscita, permette di fare una sosta a chi voga: un luogo che pieno di vita, grazie all’impegno volontario di tante associazioni e persone di qui e da tutta Europa. Sono sull’argine dell’Osellino e guardo Venezia: eccola lì, l’isola verde con tanti alberi, che è, per ora, un’isola pubblica, e così deve rimanere, senza che diventi sede di una villa privata o di uso esclusivo. Il primo passo è quello di darsi da fare nel concreto: tagliare l’erba, togliere la plastica portata dall’acqua e i televisori portati dagli incivili. Poi si va avanti, pensando a qualcosa insieme. Non si tratta di un qualcosa di già pronto, ma di un “progetto partecipato”. “Community planning” chiamano in America e Inghilterra questo metodo: una pianificazione che

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viene dalla comunità. Gruppi, associazioni e cittadini che conoscono ed apprezzano l'isola di Campalto, uniti per discutere, confrontarsi e costruire un progetto collettivo, forte delle diverse conoscenze ed attento alle necessità di tutti.Il fine è fare chiarezza sull'uso di questo spazio paesaggisticamente e geograficamente privilegiato

con soluzioni progettuali condivisibili, realizzabili e sostenibili. Siamo in un momento storico in cui c’è bisogno che noi cittadini ci prendiamo più cura degli spazi della nostra città: partecipiamo e confrontiamoci per cercare qualcosa di fattibile, sostenibile, utile e bello. Non sono spazi di nessuno, ma di tutti.

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CampArte torna a Novembre con una serata dedicata alla poesia. Dopo la piacevole esperienza dell’anno scorso, nella quale abbiamo ospitato la poetessa Beatrice Niccolai, quest’anno abbiamo voluto dare nuovamente spazio all’arte della parola. Questa volta ascolteremo i versi dei poeti locali, magari improvvisati nell’esperienza ma non meno intensi nei contenuti. Spesso si ritiene la poesia un’arte sottovalutata, poco apprezzata o mal compresa. Noi crediamo invece che raccontare la vita attraverso rime, assonanze e metafore sia un modo per spiegare il mondo e dare vita ai propri sentimenti. Abbiamo rispolverato fogli ingialliti trovati in qualche soffitta, ricevuto contributi elettronici via email, ringraziato gli artisti più propositivi, pregato alcuni timidi di partecipare e alla fine abbiamo raccolto un colorato ventaglio di emozioni da condividere. Per maggiori informazioni consultate la pagina Facebook di Camparte o il sito di Blog Territori e Paradossi.

San Martino

G. Carducci

La nebbia agli irti colli Piovigginando sale, E sotto il maestrale urla e biancheggia il mare;

Gira sù ceppi accesi Lo spiedo scoppiettando: Sta il cacciator fischiando Su l'uscio a rimirar

Ma per le vie del borgo Dal ribollir dè tini Va l'aspro odor de i vini L'anime a rallegrar.

Tra le rossastre nubi Stormi d'uccelli neri, Com'esuli pensieri, Nel vespero migrar.

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rilassiamoci...

Ah no! Se lei non c’entra con la rapina da dieci milioni non la difendo.

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A cura del Circolo Ricreativo Culturale AUSER “Il Gabbiano” ONLUS (auser.ilgabbiano@alice.it) Editore: Circolo Auser “Il Gabbiano” - Direttore responsabile: Giorgio Marcoleoni. Redazione a cura di: BLOG - Territori e Paradossi Associazione Culturale. Redattori: Giuliano Brandoli, Daniele Conte, Chiara Foffano, Elena Brugnerotto, Francesca Delle Vedove, Carlo Albertini, Romena Brugnerotto, Martina Zorzi, Martina Pellizzer, Francesca Rismondo, Gianfranco Albertini. Indirizzo: Piazzale Zendrini 22 Campalto (VE) Tel/fax : 041.903525 - E-mail: lapaginadicampalto@gmail.com Stampato in proprio n° 2000 copie - Registrazione presso il Tribunale di Venezia n° 1461 del 24 settembre 2003 “La pagina di Campalto” è consultabile anche in Internet all’indirizzo http://issuu.com/lapaginadicampalto è possibile rilasciare commenti e domande, segnalare iniziative, suggerire approfondimenti a questo indirizzo e-mail: lapaginadicampalto@gmail.com oppure visitando la nostra pagina facebook.


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