134 novembre stampa

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distribuzione gratuita presso gli esercizi commerciali a: Campalto - Favaro Veneto - Tessera - Dese

http://issuu.com/lapaginadicampalto lapaginadicampalto@gmail.com novembre 2014 Anno X N° 134

MENSILE A SFONDO SOCIALE DI PUBBLICA UTILITÀ

CAMPALTO/SI CAMPALTO/NO Da questo numero della “PAGINA DI CAMPALTO” nasce una nuova rubrica aperta anche, e soprattutto, ai contributi dei nostri lettori: abbiamo pensato di segnalare in questa rubrica quello che piace e quello che non piace del nostro territorio. Dallo scorcio che toglie il fiato per la bellezza, all'angolo che toglie il fiato per l'incuria.; dalle cose fatte bene e che funzionano, a quelle fatte male, mai fatte o mai completate.

In questo numero:

campalto/si-Campalto/no_ mamma non voglio la porsche_pagare di meno o pagare di più: dipende da noi_un nuovo stadio?_correte: arriva panda bike_torna camparte_addio centro commerciale_università del tempo libero_piazza ferreto: immagini di ordinario degrado_rilassiamoci


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I lettori ci potranno inviare segnalazioni, commenti ed immagini relative a situazioni ed avvenimenti, positivi o negativi, che hanno potuto accertare. L’aspettativa, debole in questo periodo di vacche magrissime, è che i Campalto/SI inducano in tutti noi un briciolo di speranza e di orgoglio; e che i Campalto/NO possano essere di stimolo alla risoluzione del problema. Siamo anche consapevoli che la differenza tra il

SI e il NO spesso non dipende dalla mancanza di risorse finanziarie, ma da da educazione/SI educazione/NO, senso civico/SI senso civico/NO, attenzione al cittadino/SI attenzionealcittadino/NO. Potete inviare i vostri SI/NO al seguente indirizzo mail: lapaginadicampalto@gmail.com (commenti concisi per favore!). Forza, aspettiamo i vostri contributi! Giuliano Brandoli

Campalto/SI centro polifunzionale Pascoli: luogo di aggregazione e promozione socio - culturale

Campalto/NO immagine di ordinaria maleducazione: il cassonetto è vuoto e le “scoasse” per terra.

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MAMMA, NON VOGLIO LA PORSCHE I genitori vorrebbero il meglio per noi, ma quel “meglio” è lo stesso che vogliamo noi? di Elena Brugnerotto

Capita (spesso e in particolare a noi quasi trentenni in crisi economica e psicologica) di trovarsi a tavola con i propri genitori a discutere sul nostro futuro. Se all’alba dei 30 anni non sei un manager affermato, il ragionamento inizia da una considerazione abbastanza semplicistica sul valore che certi genitori danno allo studio: “visto, ti ga studia tanto par cossa?”, e continua con una analisi altrettanto superficiale sul lavoro del quale ti lamenti: “no ti xe contento del lavoro? Prega el Dio che ti ghe ne ga uno”. Ecco, con queste supponenti premesse, mi trovo a ribattere su opinioni che sanno di vecchio, di passato, che non sono più compatibili con la realtà che stiamo vivendo. Certo, i genitori dicono così perché vorrebbero il meglio per noi, ma siamo proprio sicuri che quello che desiderano loro sia lo stesso che vogliamo noi? Sinceramente il dubbio mi viene. Quando mia mamma nell’ennesimo pranzo con dessert di scambio di idee (preferivo di gran lunga una silenziosa torta di mele) mi dice: “che futuro vi aspetta a voi? (riferito

a tutta la mia sgangherata generazione) non dico che dovevate avere una villa e la Porsche, ma neanche così presi male”. Ecco, questa frase è la chiave di tutto: segna il confine tra quello che desideravano i baby boomers e noi. Posso capire che, per chi ha vissuto i postumi della guerra, la fame e le privazioni, una bella casa e una macchina da ostentare frutto di una vita di sacrifici sia motivo di soddisfazioni, ma per noi è diverso. Non la voglio la Porsche che beve litri di benzina (che costa cara) e che non saprei mai dove parcheggiare in centro. Vorrei una macchina grande quanto basta ma che soprattutto non inquini. Non la voglio la villa perché non saprei come riempirla, pulirla, mantenerla. Vorrei una casetta con un piccolo giardino, un orticello, comoda ai mezzi, accogliente e magari anche ecocompatibile. Non lo voglio un lavoro che mi fa guadagnare tanti soldi ma che non mi permette di vivere la mia vita. Si compra la felicità di una serata tra amici? il piacere di qualche ora di relax in divano? la gioia di vedere i propri figli crescere? Quindi mamma una volta per tutte, nero su bianco, mettitela via e stai scialla.

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PAGARE DI MENO O PAGARE DI PIU’: DIPENDE DA NOI di Daniele Conte

A metà ottobre, nella cassetta della posta, ho trovato una lettera della Veritas con scritto, in grande, “Contiene importanti informazioni sulla raccolta differenziata”. Subito mi sono venute in mente le montagne di rifiuti che certa gente abbandona in giro: sulle vie verso i campi, sugli argini lungo la barena, o sulle isole minori della laguna, come è stato anche denunciato da un servizio televisivo di “Striscia la Notizia” andato in onda il 15 ottobre e titolato “Spazzatura in laguna”. Riguardava la caduta di rifiuti pericolosi come batterie, colle e vernici direttamente in acqua a Sacca San 4

Mattia, vicino Murano. Apro la busta e leggo che, nell’ultimo anno, stiamo migliorando. Nella Municipalità di Favaro la raccolta differenziata è al 65%, incentivata dall’uso delle calotte installate sui cassonetti. Un grande risultato per tutto il comune che ha portato a un importante effetto per l’ambiente e la salute: la chiusura dell’inceneritore di Fusina dove venivano bruciati rifiuti solidi urbani, dalla scorsa primavera. Ma quali sono i costi variabili che grazie a noi cittadini, alle piccole attenzioni di ogni giorno, possiamo ancora ridurre di molto? Com’è che la bolletta può crescere,

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ma anche diminuire? È da ricordare che i costi variabili a carico di tutti i cittadini dipendono da: -- la manutenzione dei cassonetti (quelli con calotta si rovinano a causa di vandalismi e forzature); -- le discariche abusive e l’abbandono di rifiuti che devono essere recuperati (oltre il danno ambientale per le sostanze inquinanti che si disperdono): nel 2013 la collettività ha speso oltre un milione e mezzo di euro per recuperare rifiuti abbandonati nel territorio comunale di Venezia; -- la qualità della raccolta differenziata: peggio viene fatta (materiali nel posto sbagliato o sporchi) e più cresce la tassa sui rifiuti. Cos’è che più sbagliamo? Gli scontrini e la carta oleata o sporca (cartoni per la pizza!) vanno nel rifiuto secco (indifferenziato).Il Tetra Pak va nella campana della carta e cartone: per questa, non usate sacchetti di plastica! Piatti e bicchieri di plastica vanno nella plastica! (senza residui di cibo). Le posate invece sono differenti, quindi nel secco. Altri bicchieri, terracotta e ceramica vanno nel rifiuto secco. Grandi quantità di questi, oltre che bombolette spray, barattoli di vernici e pitture e tutti gli ingombranti (frigoriferi, lavatrici, materassi, lamiere,…) devono essere portati all’Ecocentro in

via Porto di Cavergnago, oppure c’è a disposizione un ritiro a domicilio scrivendo a voluminosi.terraferma@ gruppoveritas.it o telefonando al 800.811333 (da fisso), 199.401030 (da cellulare) dal lunedì al venerdì dalle 8.30 alle 12.30. Sul sito www.gruppoveritas.it > how to recycle si possono trovare le istruzioni tradotte in 16 lingue e su dove lo butto si può scoprire come eliminare correttamente ogni tipo di rifiuto, anche il più insolito.

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Un nuovo stadio? Di Gianfranco Albertini

Da anni si parla di realizzare un nuovo stadio per il calcio in terraferma in sostituzione del glorioso ma obsoleto Sant'Elena. Non seguo particolarmente il calcio in generale né tanto meno quello veneziano ma, da comune cittadino, mi permetto alcune considerazioni. Uno stadio da 20/30.000 posti (il minimo per poter ospitare le partite di serie superiore) occupa uno spazio di circa 2 ettari al quale va aggiunto quello per i parcheggi, le varie aree di rispetto e di accesso: un totale non distante dai 5/6 ettari. Per intenderci un quadrato di circa 250 metri di lato da rivestire di asfalto e cemento con un impatto visivo considerevole. Il luogo indicato dovrebbe trovarsi nella nostra Municipalità nei dintorni di Dese. E qua le perplessità si fanno crescenti. L'area a nordest della città, quella che per intenderci va dall'aeroporto verso Marcon e Quarto d'Altino, è l'unica 6

rimasta con una importante configurazione agricola che costituisce, unita ai boschi di Favaro, un polmone verde di non poca rilevanza. Su di essa poi gravita l'area archeologica di Altino, la più importante del nord Italia, che deve in larga parte essere ancora portata alla luce e studiata. La zona è poi scarsamente servita da mezzi pubblici e totalmente inesistente è il collegamento via acqua con Venezia. A questo punto è lecito chiedersi per quale motivo si tende a colare cemento su aree libere o occupate da attività economiche a basso impatto mentre l'area di Porto Marghera, che necessita di essere bonificata e rivitalizzata, non viene presa in considerazione se non raramente. Ammettendo che questo stadio venga realizzato, a chi e a cosa servirà? Chi si sobbarcherà i costi della sua gestione? Considerato che tra partite di calcio e possibili altri eventi venga impiegato una trentina di giorni l'anno, è sufficiente per giustificare una spesa dell'ordine di svariate decine di milioni? In una città come Mestre dove esistono poche piscine e con vasche di dimensioni ridotte, dove le palestre scolastiche sono in larga parte fatiscenti e inadeguate, dove l'offerta di spazi pubblici è carente (ad esempio nella nostra municipalità non esiste una sala in grado di ospitare 2/300 persone nella quale allestire spettacoli o eventi culturali) uno stadio da calcio costituisce una reale priorità?

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Correte, arriva Panda-bike!

di Francesca Rismondo

In India ho scoperto molte cose sconosciute, anche vicine a casa. Per esempio ho saputo che a Padova sono in commercio delle biciclette elettriche con trasportino per bimbi, animali da compagnia o merce varia. Fatalità apprendo che proprio un compagno di viaggio si occupa del commercio, distribuzione e promozione di questi bellissimi veicoli, così gli chiedo qualche informazione in più.Queste bici sono registrate con il marchio Panda-bike (la società si chiama Kungfu s.r.l.s., fantastica associazione di nomi!) e sono supercicli a pedalata assistita agili, maneggevoli e funzionali che si possono personalizzare anche in base alle esigenze. Ci sono vari modelli e colori: il modello a due ruote è quello più richiesto, perché più maneggevole, può trasportare due bambini. Il modello a tre ruote, più grande, permette il trasporto di quattro bimbi massimo. Un mezzo di trasporto sicuro sia per bambini che per animali, grazie alle cinture di sicurezza, con cui i bambini si possono divertire interagendo tra loro e con l'ambiente che li circonda senza rischiare nel caos stradale quotidiano. Sono dei mezzi talmente versatili che possono essere utilizzati anche per il trasporto di attrezzi da lavoro, per la consegna

di lettere, documenti, pacchi, spesa o merce varia, ed hanno l'indiscusso vantaggio di poter accedere alle zone a traffico limitato e di essere ecologici. Il modello a due ruote ha vinto anche il premio “Innovation Award” alla manifestazione Expobici 2014 per la categoria urbana. Non si può più dire di non potersi spostare perché c'è bisogno di una macchina per trasportare più cose, persone, animali. Le soluzioni più ecologiche e salutari ci sono, basta volerle usare. Ulteriori informazioni su queste bici, si possono trovare sul sito: www. panda-bike.com

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CampArte torna sabato 15 novembre alle ore 20.15 presso l'Aula Magna dell'IC Gramsci con una serata dedicata alla poesie scritte dai nostri vicini di casa, compaesani, amici o parenti che hanno voluto condividere le loro emozioni e riflessioni. Il titolo dell'evento è stato scelto navigando in internet; tra le onde

del web ci hanno colpito le parole de “Le poesie nascono al sole”, una composizione nella quale l’autore Mario Dimeglio cerca di spiegare il senso di questa passione per i versi allineati. Abbiamo pensato che fosse l'immagine più adeguata per presentare l'intento della nostra serata... D'altronde, dove altro potrebbero nascere se non al sole quei versi che hanno origine nel cuore e si spargono nell'aria organizzati in rime e assonanze? Nell'immaginario collettivo i poeti sono tristi, infelici e malinconici, ma vi dimostreremo che non è così! Sono persone che sanno raccontare il buio e la luce del nostro quotidiano e dare voce a sentimenti non sempre facili da esprimere. I poeti più coraggiosi leggeranno le loro poesie mentre ad interpretare le opere dei più timidi o di chi non è più tra noi ci penserà la lettrice Francesca Tommasi. Non mancherà la musica, grazie agli intermezzi di chitarra e voce curati da Chiara Foffano e Michael Fiorin. Lasciate a casa lo smartphone e portate solo orecchie e cuore. Vi aspettiamo!

La serata è organizzata da Blog Territori e Paradossi nell'ambito del progetto CampArte che nasce con l'intento di proporre occasioni artistiche e culturali durante tutto l'anno nel territorio della Municipalità di Favaro e vuole essere propulsore di iniziative e di manifestazioni legate all'arte in tutte le sue declinazioni e alla cultura nel senso più ampio del termine. Il legame con il territorio è forte e l'iniziativa ha, tra i suoi obiettivi, quello di creare un dialogo tra la manifestazione e sua localizzazione affinché si valorizzino reciprocamente.

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LE POESIE NASCONO AL SOLE e le poesie nascono al sole.. appena piove...si bagnano e vanno via.. le poesie nascono al sole... come le ombre...non fanno rumore... e poi ci sono i sogni...che sono in fondo bisogni.. ma quanto ti tornerò in mente.... nascerà sul tuo cammino un arcobaleno che con i suoi colori...nasce al sole... come le ombre...nascono..lontane dai rumori.. e questi sogni..che non si avverano mai.. in fondo solo ..profondi bisogni... ma questi rumori..gli ultimi prima che la notte cominci ad urlare.. quando tutte le abat-jour...si spengono per non vedere... disegna un arcobaleno....come tutte le belle cose .nasce al sole i dolori..sono giorni di pioggia.. che sono tanti...e che sono troppi.. come i ricordi..che ti schiacciano il presente come nasce un sorriso.in mezzo ad un fiume di inutili parole come sperare di morire....per un disilluso sognatore... ma le poesie nascono al sole.. come le pareti umide..di case abbandonate... svuotate dal tempo...che niente fa più rimanere solo le voci..di qualcuno..che non si arrendono a volare.. ecco quei ricordi..che non si arrendono al dolore... come l'arcobaleno...non si arrende al temporale.. come lo sta a guardare..dopo esce fuori. nel suo più bello splendore..per stupire gli occhi..degli spettatori solo in quell'attimo...perchè domani sarà tutto uguale.. se non è per il cielo..domani sarà tutto uguale.. (Mario Dimeglio - 2012)

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Addio centro commerciale di Maria Grazia Zanella

L'inserto del Corriere della sera di sabato 13 settembre proponeva un articolo, corredato da alcune foto, che ha sollevato la mia attenzione dato che l'argomento, soprattutto nelle nostre zone, è molto attuale: la sorte dei mega centri commerciali. Riportava ciò che, sempre con maggior frequenza, sta accadendo negli USA su tutto il territorio nazionale: grandi centri commerciali, alcuni anche di recente costruzione, chiusi e abbandonati all'incuria e ai traffici illegali. Sembra di ripercorrere la stessa sorte che da noi hanno fatto i tanti capannoni industriali che, come scheletri invasi da erbacce, popolano in abbondanza le nostre 10

periferie. Causa di ciò, oltre alla crisi economica che ha considerevolmente ridotto il potere di spesa delle classi meno agiate, sembra essere il diffondersi del commercio online e la crescita esponenziale dei rapporti interpersonali stabiliti sui social piuttosto che di persona, smantellando di fatto la funzione aggregativa che in molti casi i centri commerciali avevano assunto. Non sono un assiduo frequentatore di questi luoghi ma, mettendovi piede mi sono chiesto: una piccola città come Mestre ha tre grandi aree adibite, zona Auchan, Valecenter e Marghera con Nave de vero e altri che ospitano gli stessi negozi che

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vendono le stesse cose (per lo più vestiti di scarsa qualità), non siamo già sovradimensionati? Creati con l’illusione di offrire nuovi posti di lavoro, in realtà alimentano un nuopvo èprecariato, soprattutto tra i giovani. Dato che ciò che accade negli USA, pochi anni dopo si ripropone in Europa e nel nostro paese, non sarebbe male iniziare qualche riflessione in merito. Trovo preoccupante immaginare, da qui a pochi anni, immense strutture costate milioni di euro lasciate morire, in preda ai vandalismi, teatri di probabile

illegalità, praticamente impossibili da smantellare visti gli altissimi costi di smaltimento. È l'immagine di una società che misura la propria capacità imprenditoriale nei metri cubi di cementificazioni. Gli antichi ci hanno lasciato meravigliosi monumenti e opere d'arte, cosa lasceremo a chi verrà dopo di noi? Ormai si contano a migliaia gli esercizi commerciali chiusi nei centri città: le saracinesche abbassate e i cartelli con “vendesi/affittasi” stanno decorando un sempre crescente numero di vetrine vuote.

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Paesaggio. Arte, Cultura, Territorio, 10 incontri settimanali, il giovedì, dal 6 novembre al 29 gennaio, ore 16.00, presso il Candiani. -- Echi di Grande Guerra, 10 incontri settimanali, tutti i venerdì alle ore 16.00, da ottobre a dicembre, presso il Centro civico Manin. Gli incontri sono aperti alla cittadinanza. Per informazioni, via Poerio 19, tel. 041 – 984529, dalle 9.30 alle 11.30 www.utlmestre.it e-mail: utlmestre@libero.it

UNIVERSITÀ DEL TEMPO LIBERO - Città di Mestre - ha inaugurato il proprio anno accademico il giorno 7 ottobre, all’Auditorium della Provincia, affollato di soci e simpatizzanti convenuti per conoscere la programmazione della attività previste per il 2014-15 e godere di uno spettacolo musicale. Accanto alle 14 ore di lezione settimanali aperte a tutti i soci, senza bisogno di iscrizione, nelle due sedi dell’Istituto Berna di via Bissuola e del Centro civico Manin di via Rio Cimetto sulla miranese, l’UTL propone quest’anno due importanti cicli tematici: 12

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Hai seguito i primi eventi di CampArte? Hai suggerimenti o consigli da inviarci? Hai qualche critica da fare? Vuoi proporre qualche iniziativa da inserire nel programma? Ci trovi su a “Camparte festival� o nel sito di Blog Territori e Paradossi www.territorieparadossi.it

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piazza ferretto: immagini di ordinario degrado Di Gianfranco Albertini

Frequento poco il centro di Mestre. Recentemente, in un assolato pomeriggio ottobrino, ho attraversato piazza Ferretto, il “salotto buono” cittadino. A parte le biciclette che, incuranti del divieto, sfrecciavano indisturbate, mi ha colpito lo stato di degrado che ho documentate nelle foto. Deiezioni di colombi ovunque e immondizie sparse qua e là alle quali si aggiungono accattoni stravaccati 14

ignobilmente, questuanti qualche spicciolo. Capisco la miseria, ma ben altra cosa sono la dignità umana e, soprattutto, i raket che si arricchiscono sfruttando la povera gente. Ogni giorno che passa si rileva il crescente stato di abbandono e di scadimento della qualità della vita. Si coglie una sensazione di inedia, indotta probabilmente dal quadro socio economico complessivo, accresciuta dalla LA PAGINA DI CAMPALTO

mancanza di una guida politica della città. Se gli eventi di giugno legati al Mose e ai fatti di corruzione accertati hanno scoperchiato una pentola che stava per esplodere, gli stessi hanno privato Venezia del governo cittadino. Sarà complicato arrivare alle elezioni di primavera, tenendo soprattutto conto del quadro politico locale, faragginoso e a corto di progettualità.


rilassiamoci...

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A cura del Circolo Ricreativo Culturale AUSER “Il Gabbiano” ONLUS (auser.ilgabbiano@alice.it) Editore: Circolo Auser “Il Gabbiano” - Direttore responsabile: Giorgio Marcoleoni. Redazione a cura di: BLOG - Territori e Paradossi Associazione Culturale. Redattori: Giuliano Brandoli, Daniele Conte, Chiara Foffano, Elena Brugnerotto, Francesca Delle Vedove, Carlo Albertini, Romena Brugnerotto, Martina Zorzi, Martina Pellizzer, Francesca Rismondo, Gianfranco Albertini. Indirizzo: Piazzale Zendrini 22 Campalto (VE) Tel/fax : 041.903525 - E-mail: lapaginadicampalto@gmail.com Stampato in proprio n° 2000 copie - Registrazione presso il Tribunale di Venezia n° 1461 del 24 settembre 2003 “La pagina di Campalto” è consultabile anche in Internet all’indirizzo http://issuu.com/lapaginadicampalto è possibile rilasciare commenti e domande, segnalare iniziative, suggerire approfondimenti a questo indirizzo e-mail: lapaginadicampalto@gmail.com oppure visitando la nostra pagina facebook.


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