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http://issuu.com/lapaginadicampalto lapaginadicampalto@gmail.com gennaio 2015 Anno XI N° 136
MENSILE A SFONDO SOCIALE DI PUBBLICA UTILITÀ
“not in my name” non nel mio nome
In questo numero:
Mercoledì 7 gennaio, a Parigi, 12 persone sono state uccise nella redazione del periodico satirico “Charlie Hebdo” da due individui mascherati che, inneggiando al nome di Allah, scaricavano sui presenti raffiche di fucile mitragliatore. Un dramma conclusosi due giorni dopo e che ha lasciato sul terreno una ventina di morti. Come redazione della pagina di Campalto ci sentiamo in dovere di esprimere la nostra solidarietà nei
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confronti di chi ha perso la vita e condannare qualsiasi forma di violenza. Il settimanale parigino è noto per le sue satire, spesso pesanti, nei confronti della religione e per le sue vignette che possono essere considerate blasfeme e trasgressive, ma ciò non giustifica il fatto che si debba affrontare il problema a fucilate coinvolgendo persone inermi. La Francia, come del resto gran parte dei paesi di cultura occidentale, ha fatto della libertà d'opinione una sua bandiera e un caposaldo della vita democratica. Una citazione di Voltaire, il noto pensatore illuminista vissuto nel XVIII secolo, dice: “Non condivido le tue idee, ma sono pronto a dare la mia vita perché tu possa continuare a esprimerle”. Questo concetto, che trova le sue radici profonde nella filosofia greca, porrebbe le basi per una visione della politica basata sul confronto di idee e sulla soluzione pacifica delle controversie. L'uomo purtroppo dimostra di preferire la manifestazione del potere attraverso la violenza e il sopruso e la storia è ricca di esempi. Spesso nel nome di Dio, qualunque sia il suo nome, si è sguainata la spada: lo stesso Maometto, per riunire le tribù arabe sotto un'unica bandiera e una sola fede, la sua, si era messo a capo di un esercito. A partire dal XII secolo le Crociate, tre secoli più tardi le guerre di religione tra cattolici e protestanti o lo sterminio delle popolazioni native d'America, sono solo un piccolo esempio 2
di come la religione sia stata usata come paravento per raggiungere altri fini ben meno nobili. Lo stesso Nazismo, mentre deportava milioni di persone nei campi di sterminio, inneggiava “Gott mit uns”, Dio con noi, l'antico motto dei cavalieri teutonici. Si sperava che il XXI secolo potesse portare nel mondo quella pace tanto agognata e un benessere diffuso, ma ogni giorno viviamo un'escalation di violenza e morte che investe soprattutto il medio oriente e l'Africa, guarda caso le aree più ricche di petrolio e altre risorse strategiche, ma che comincia a estendere le sue propaggini verso paesi che ritenevamo immuni. Il testo che segue ci invita a riflettere su questo fenomeno e chiedersi come testimoniare, anche nel nostro quotidiano, il nostro desiderio di libertà, uguaglianza e democrazia. La redazione
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Non in mio nome di Igiaba Scego in “Internazionale” del 7 gennaio 2015
Oggi mi hanno dichiarato guerra. Decimando militarmente la redazione del giornale satirico Charlie Hebdo mi hanno dichiarato guerra. Hanno usato il nome di dio e del profeta per giustificare l’ingiustificabile. Da afroeuropea e da musulmana io non ci sto. “Not in my name”, dice un famoso slogan, e oggi questo slogan lo sento mio come non mai. Sono stufa di essere associata a gente che uccide, massacra, stupra, decapita e piscia sui valori democratici in cui credo e lo fa per di più usando il nome della mia religione. Basta! Non dobbiamo più permettere (lo dico a me stessa, ai musulmani e a tutti) che usino il nome dell’islam per i loro loschi e schifosi traffici. Vorrei che ogni imam in ogni moschea d’Europa lo dicesse forte e chiaro. Sono stufa di veder così sporcato il nome di una religione. Non è giusto. Come non è giusto veder vilipesi quei
valori di convivenza e pace su cui è fondata l’Unione europea di cui sono cittadina. Sono stufa di chi non rispetta il diritto di ridere del prossimo. Stufa di vedere ogni giorno, da Parigi a Peshawar, scorrere sangue innocente. E ho già il voltastomaco per i vari xenofobi che aspettano al varco. So già che ci sarà qualcuno che userà questo attentato contro migranti e figli di migranti per qualche voto in più. C’è sempre qualche avvoltoio che si bea delle tragedie. È così a ogni attentato. A ogni disgrazia cresce il mio senso di ansia e di frustrazione. A ogni attentato vorrei urlare e far capire alla gente che l’islam non è roba di quei tizi con le barbe lunghe e con quei vestiti ridicoli. L’islam non è roba loro, l’islam è nostro, di noi che crediamo nella pace. Quelli sono solo caricature, vorrei dire. Si vestono così apposta per farvi paura. È tutto un piano, svegliamoci. Per questo dico che mi hanno dichiarato guerra. Anzi, ci hanno dichiarato guerra. Questo attentato non è solo un attacco alla libertà di espressione, ma è un attacco ai valori democratici che ci tengono insieme. L’Europa è formata da cittadini ebrei, cristiani, musulmani, buddisti, atei e così via. Siamo in tanti e conviviamo. Certo il continente zoppica, la crisi è dura, ma siamo insieme ed è questo che conta. I killer professionisti e ben addestrati che hanno colpito Charlie Hebdo vogliono il caos. Vogliono un’Europa piena di paura, dove
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il cittadino sia nemico del suo prossimo. E in questo vanno a braccetto con l’estrema destra xenofoba. Tra nazisti si capiscono. Di fatto vogliono isolare i musulmani dal resto degli europei. Vogliono vederci soli e vulnerabili. Vogliono distruggere la convivenza che stiamo faticosamente costruendo insieme. Trovo bellissimo che alla moschea di Roma alla fine del Ramadan, per l’Eid, ci siano a festeggiare con noi tanti cristiani ed ebrei. Ed è bello per me augurare agli amici cristiani buon Natale e agli amici ebrei happy Hanukkah. È bello farsi due risate con gli amici atei e ridere di tutto. Si può ridere di tutto, si deve. Ecco perché questo attentato di oggi è così pauroso. Fa male sapere che degli esseri umani siano stati uccisi da una mano vigliacca perché volevano solo far ridere, ma fa male anche capire il disegno che c’è dietro, ovvero una volontà di distruzione totale. Una distruzione che sapeva chi e cosa colpire. Niente è stato casuale. Sono stati spesi molti soldi da chi ha organizzato il massacro. Sono stati scelti uomini addestrati. È stato scelto un target, la redazione di un giornale satirico, che era sì un target simbolico, ma anche facile da attaccare. Tutto è stato studiato nei minimi dettagli. D’altronde una dichiarazione di guerra lo è sempre. Chi ha compiuto questo attentato sa cosa produrrà. Sa il delirio che si sta preparando. Allora se siamo in guerra si deve cominciare a pensare come 4
combatterla. In questi anni la teoria della guerra preventiva, dell’odio preventivo, delle disastrose campagne di Iraq e Afghanistan hanno creato solo più fondamentalismo. Forse se si vuole vincere questa guerra contro il terrorismo l’Europa si dovrà affidare a quello che ha di più forte, ovvero i suoi valori. Chi ha ucciso sa che si scatenerà l’odio. Ora dovremmo non cascare in questa trappola. Ribadire quello che siamo: democratici. Ha ragione la scrittrice Helena Janeczek quando dice che liberté, égalité, fraternité è ancora il motto migliore per vincere la battaglia. E i musulmani europei ribadendo il “Not in my name” potranno essere l’asso nella manica della partita. L’Europa potrà fermare la barbarie solo se i suoi cittadini saranno uniti in quest’ora difficile.
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Saldi: consigli per l'uso di Francesca Rismondo
Quest'anno i saldi li ho vissuti da protagonista: quelli estivi li ho passati lavorando all'interno di un centro commerciale e per quelli invernali si prospetta la stessa storia. Perciò, da intenditrice dell'argomento, volevo dare qualche consiglio a chi cerca, come tutti, l'occasione. Partiamo intanto col definire una data: inizieranno, in Veneto, il 3 gennaio. La prima cosa da sapere è che a volte, in alcuni negozi, possono partire anche qualche giorno prima. La cosa però è a discrezione del negozio, e non del personale: per cui non andate a chiedere ad una povera commessa che il 2 ritorna a lavorare rintronata dall'inizio dell'anno (per fortuna ancora di festa): “ma non è che può farmi lo sconto lo stesso???”. A loro magari piacerebbe, ma non decidono proprio auronomamente. Seconda cosa importante è questa: gli articoli che vedete il 2 in giro non spariscono il 3 quando partono i saldi: il consiglio è di andare qualche giorno prima, farsi un'idea di cosa si vorrà acquistare, provarlo se necessario e ritornare a colpo sicuro all'inizio così che non si giri a vuoto, intasandosi in mezzo al caos. Inoltre, nel primo giorno di saldi i centri commerciali ormai hanno la bellissima abitudine di tenere aperto fino a mezzanotte: non catapultatevi quindi nelle ore clou della
giornata, e piuttosto cercate di andare la mattina presto, o sul tardi. Le cose che dovrete comprare di sicuro non scapperanno tutte, e se c'è meno ressa avrete anche modo di provare qualcosa senza dover star due ore in coda al camerino (cosa che non è necessaria se seguite il consiglio n.2 di andare qualche giorno prima a provare!). Consiglio n. 4: gli sconti aumentano, come avrete notato, con il passare dei giorni di saldi. Per cui, se non avete un reale bisogno di fare acquisti specifici e fondamentali, aspetterei. Dopo una settimana già vedrete tutto con altri occhi, e potrete “gustarvi” il giro con tranquillità, senza nessuno che vi importuni o le commesse che con due occhi pesti e le occhiaie vi mangino con lo sguardo. D'altronde, se avete aspettato i saldi per fare gli acquisti, qualche giorno o due in più non cambiano l'esistenza.
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CAMPALTO SI CAMPALTO NO di Giuliano Brandoli
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La mattina del'Epifania, spinto dalla bella giornata e dal fatto che era giĂ da qualche mese che non ci andavo, ho fatto una passeggiata da Passo Campalto lungo la barena. E' un luogo che amo, un ambiente unico con una vista mozzafiato: fotograferei tutto, dallo skyline di Venezia all'orizzonte, ai fiori ed alle foglie accartocciate per freddo dell'inverno, ai ghebi inargentati che riflettono il sole controluce. E' un luogo, questo, che mi appare sempre nuovo anche se l'ho visto centinaia di volte; come succede quando rileggi versi di una poesia che ti emozionano, o riascolti una musica piena di ricordi. E' un luogo unico, splendido e trascurato; come a volte capita a capolavori abbandonati in una polverosa cantina e che il proprietario ignora di possedere; sopra di essi si accumulano polvere, cianfrusaglie, oblio, ignoranza. E passeggiando rivedo immondizie vecchie e nuove, rive e vegetazione abbandonate, vandalismi (barra abbattuta vicino all'ex tiro al piattello), trascuratezza. Nel 2006 avevo fotografato il cartello, che raffigura la flora della barena e che si trova vicino alla zona del tiro al piattello, sventrato da fucilate (chissĂ di chi) che vi avevano provocato 4 buchi; l'ho fotografato nuovamente la mattina dell'Epifania ed i buchi sono diventati 13! A proposito di oblio e di ignoranza! LA PAGINA DI CAMPALTO
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Un baco tutto nostrano Di Gianfranco Albertini
Il Corriere della sera riportava, alcuni giorni prima di Natale, la notizia di portalettere scoperti dalle telecamere di sorveglianza mentre distruggevano la corrispondenza da recapitare. La notizia, benché deplorevole, non mi stupisce più di tanto. In un paese dove quasi quotidianamente politici di rango, pubblici amministratori o faccendieri con pochi scrupoli vengono beccati con le dita nel vasetto della Nutella cosa ci si può aspettare? Nei tempi si è sviluppata infatti l’idea che, chi si occupa della cosa pubblica, è autorizzato a fare i propri comodi cercando di trarre dalla sua posizione il massimo dei benefici. Invece il concetto di pubblico, cioè di tutti, avrebbe dovuto prevedere precisamente il contrario. Forse potrò passare per idealista, ma per me il pubblico dipendente, dall’usciere, al bidello, al senatore, dovrebbe rappresentare il massimo dell’efficienza e, senza scomodare la filosofia con concetti imbarazzanti come morale o etica, dovrebbe avere semplicemente rispetto per i cittadini che, attraverso le loro tasse, gli pagano lo stipendio. Così, ora che si sta cercando di rimodulare il mondo del lavoro ingessato su vecchi standard non più al corrente con i tempi, l’impiego negli enti pubblici rimane un’isola felice che gode di indubbie garanzie; una volta che sei entrato nel sistema, a
seguito di un concorso o grazie alla “giusta conoscenza”, spesso senza meriti né adeguate competenze, sei a posto per tutta la vita, consapevole che nessuno ti potrà allontanare. Proprio questo fatto, che contrasta con quanto accade nel settore privato dove puoi trovarti dall’oggi all’indomani a dover fare conto solo sugli ammortizzatori sociali, dovrebbe spingere chi opera nel pubblico impiego a dare prova di efficienza, correttezza e competenza. A quando questo cambiamento?
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Campalto: dal saluto del Presidente della Municipalità, alcuni temi di interesse di Romena Brugnerotto
Con l’ultimo numero di “Qui Favaro”, è arrivato anche il saluto del presidente della municipalità, Ezio Ordigoni. Nel saluto il presidente elenca alcuni dei temi di interesse della nostra municipalità e quindi anche della nostra Campalto. Intanto una buona notizia: la pista ciclabile, che collegherà Punta Passo al bosco di Campalto è stata inserita nel bilancio 2014. La gara si sta attivando e si spera di partite con i lavori già prima delle prossime elezioni amministrative. Stanno inoltre partendo il lavori per il famoso by pass Campalto. Benché osteggiato da molti, che lo ritengono non più necessario, questo progetto vedrà la luce. Vedremo, a cose realizzate, se l’opera sarà veramente utile e renderà meno pericolose le nostre strade. Altri temi affrontati dal presidente sono più generali e riguardano la sicurezza, le prospettive occupazionali e il nuovo sviluppo dell’aeroporto che dovrà avvenire, ci auguriamo, senza che a rimetterci sia la salute o la tranquillità dei cittadini. Per quanto riguarda il trasporto pubblico siamo curiosi di conoscere che cosa succederà in ottica di ottimizzazione dei trasporti dovuti all’introduzione del tram fino a Venezia. Per ora sembra scongiurata 8
l’idea dello stop della linea 9 in piazza Barche per lo scambio con il tram verso la stazione. Questa scelta infatti penalizzerebbe non poco chi si deve recare in stazione per studio o per lavoro, allungando notevolmente i tempi di percorrenza su questa tratta che già soffrono del fatto di avere una linea 9 sempre in ritardo verso Mestre. Ancora aperto, ma senza soluzioni in vista, il tema della piscina di Favaro il cui stato di precarietà e la mancanza di un parcheggio adeguato non consentono una ristrutturazione. Il Comune non ha le risorse per poter finanziare una nuova costruzione e quindi l’unica soluzione sembra essere quella dell’intervento di un privato individuando una possibile diversa collocazione nei pressi del nuovo distretto. Se negli ultimi tempi sono nate nuove interessanti realtà per praticare lo sport anche a Campalto, è sicuramente vero che della piscina molti sentono la mancanza e il fatto di doversi spostare anche di molto per poterne raggiungerne una, non giova alla riduzione del traffico e comporta un impegno economico maggiore in termini di benzina da utilizzare. Quali altri temi sono ancora aperti? Che cosa renderebbe migliore la vita nel nostro quartiere?
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FOTO DI CARNEVALE A VENEZIA 2015 CONCORSO FOTOGRAFICO SU FACEBOOK
Il Carnevale più famoso e più bello al mondo è iniziato da qualche giorno; chissà quanti miliardi di pixel verranno “consumati” per immortalare le maschere, le scenografie, gli spettacoli, gli appuntamenti di questa festa antichissima! Ebbene, in internet nasce un innovativo concorso di fotografia aperto a tutti: il gruppo Facebook FOTO DI CARNEVALE A VENEZIA in collaborazione con l'associazione culturale di Campalto BLOG TERRITORI E PARADOSSI organizza una iniziativa aperta a tutti coloro che che si dedicheranno ad immortalare momenti del carnevale. Tra tutte le fotografie pervenute (che dovranno essere inviate al gruppo Facebook organizzatore) ne saranno scelte 100, e queste costituiranno le immagini di un book che ricorderà il
Carnevale di quest'anno. Le fotografie dovranno caratterizzarsi per la loro peculiare e riconoscibile ambientazione veneziana e dovranno riferirsi al Carnevale 2015. Potranno descrivere manifestazioni, luoghi, persone, maschere, attività preparatorie del periodo carnevalesco e pre-carnevalesco, e potranno documentare momenti ed aspetti relativi sia ad iniziative pubbliche sia ad iniziative private. Il book sarà edito in formato digitale e reperibile nel web; inoltre le foto prescelte saranno raccolte in un album accessibile dal gruppo Facebook. Per chi fosse interessato, in Facebook (gruppo FOTO DI CARNEVALE A VENEZIA) è disponibile il regolamento per poter partecipare al concorso.
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In montagna da leggere con gli occhi di chi sta ancora pensando alla lista dei buoni propositi per l’anno nuovo (il primo è: trovare il tempo per...) di Chiara Foffano
Da qualche anno ho la fortuna di capitare spesso in montagna, ed anche queste feste natalizie le ho passate in Val Zoldana. Sì è vero, al momento è poco innevata, ma il sole e l’aria pura ricordavano marzo, dato non proprio positivo per i locali, ma molto invece per me e per la mia “abbronzatura” invernale! Dopo una settimana di Natura, il rientro alla vita di tutti i giorni è stato alquanto duro. Non tanto per la quotidianità che affrontiamo ad ogni sveglia puntata (ci abituiamo sempre troppo in fretta), quanto per il ritmo delle cose, che mi circondano, che mi passano vicino e che non riesco ad afferrare. Ok le vacanze sono di per se’ una parentesi (sempre più necessaria quanto 10
meno accessibile), ma dal cucuzzulo della montagna si osservano le cose con maggior distanza e ho messo a fuoco questo concetto: più si Ha e meno si è. Chi vive in città (anche piccole, come le nostre) pensa d’avere tutto, tutto sotto mano, perché effettivamente si ha sempre qualcosa da fare, da comprare, da sapere. Ma abbiamo (mi includo) sempre meno occasioni per fermarci, semplicemente a guardare, ad ascoltare, ad usare i sensi tutti. E questa è la nostra prima mancanza, che anche se non vogliamo ammettere, invidiamo tanto ai “montanari”. Li pensiamo sempre tranquilloni, con una grappetta in mano, le guance rosse e qualche metodo pronto nella taschina del giubbino per
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sbarcare il lunario (che poi, perché noi ci imbottiamo sempre con mille piumini e loro -al massimo- in camicia di flanella?!). Di certo in pochi hanno il cartellino da timbrare e in molti hanno un lavoro all’aria aperta (che fortuna!… che fortuna?!). Vuoi mettere il confronto con uno sempre in giacca e cravatta che non vede la luce del sole, sempre chiuso nel suo ufficio? Non pensiamo forse così? Eppure, di montanaro con le mani in mano non ne conosco uno. La loro forza sta nel prendere le cose come vengono. A partire proprio dalla Natura: a quella non si comanda. Se questa stagione non nevica, qualcosa ci inventeremo. Se ci aspetta un’estate piovosa, qualcosa faremo. Insieme: secondo punto di forza, appunto, la comunità (non a caso c’è quella montana… quella cittadina, se c’è, ha per forza un colore). E poi ho pensato alla mia giornata tipo, nel mio piccolo. Mi sono sorpresa a pensare a quanto meno mi arrabbierei al giorno se non avessi a che fare con il traffico (primo ostacolo per un pendolare su ruota). In montagna è possibile solo qualche rallentamento in prossimità delle curve, e anche se l’andamento è lento rispetto il mio solito, mi risulta dolce. Tollero persino gli “incerti” che vanno a 40 all’ora su un rettilineo perché tanto, se ho qualcuno che mi aspetta, di sicuro non si annoia nel farlo! Davanti a certi panorami, aspettare è necessario. In città invece, il ritardo è cronico e giustificato (ma perché poi?).
Ho constatato poi, che in montagna, il tempo per leggere, passeggiare ed ascoltare musica è incluso nel pacchetto delle 24 ore giornaliere, senza supplemento. Lo si trova, lo si ha senza doverselo ritagliare con i denti e con le unghie. Non so voi, ma nei feriali lunedì - venerdì, generalmente, io non lo trovo… dove l’ho nascosto?! Abbiamo tutto e non abbiamo nulla, non abbiamo quello che ci serve per fare la differenza: il tempo per noi, per gli altri e per il nostro territorio. Eppure c’è, ne siamo dotati. Giuro che se non lo trovo, vado a fare la taglialegna.
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GLI OROSCOPI? Nessuno ci crede, tutti li leggono di Elena Brugnerotto
Come ogni inizio anno, astrologi o sedicenti tali affollano i programmi televisivi prevenendo le nostre sorti per il 2015. Se chiedi in giro, agli oroscopi non crede nessuno. Ma, chi ha il coraggio di negare di aver allungato l'orecchio almeno una volta mentre Paolo Fox parlava delle fortune o sfortune del proprio segno zodiacale, o di aver dato una ingenua letta all'ultima pagina dei quotidiani? E' innegabile che, un po' per tutti, il 31 dicembre rappresenti l'occasione per fare un bilancio dell'anno appena trascorso e il 1 gennaio sia considerato un nuovo inizio, il momento dei buoni propositi. E allora che male fa, innocuamente e senza grosse aspettative, controllare se gli astri saranno 12
a nostro favore, se oltre alla nostra forza di volontà possiamo anche contare sulla dea fortuna? Se Paolo Fox ha relegato il vostro segno nella zona bassa della classifica dei segni fortunati non disperate, provate a leggere Branko. In teoria le interpretazioni delle stelle dovrebbero essere tutte univoche, eppure ogni oroscopo contraddice l'altro. Io, devo ammetterlo, gli oroscopi li leggo, un po' ci credo anche, alcune volte mi faccio perfino condizionare. Però ho una tecnica tutta mia: leggo almeno tre oroscopi e poi scelgo quello più positivo. Uno dice che sarà un anno sfortunato per il Leone, uno che sarà difficile, uno che sarà strepitoso? Credo al terzo e avanti tutta! Buon anno!
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Il Circolo AUSER “Il Gabbiano” del Villaggio Laguna (piazzale Zendrini n.22 – Mestre) organizzerà per l'anno 2015 un'iniziativa culturale/sociale per approfondire la pecurialità della tecnica del ballo liscio, con la partecipazione di due Soci Volontari del Circolo Montessori (via Rio Cimetto32 – Mestre). I partecipanti di questa iniziativa dovranno essere esclusivamente soci. Per iscrizioni rivolgersi in segreteria del circolo “Il Gabbiano” al sig. Lugato tel. 041-903525, oppure al Circolo Montessori tel. 041-5440722.
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Torneo di scacchi ”Befana 2015”
Si è svolto il giorno 6 gennaio presso la sede di Piazzale Zendrini del Villaggio Laguna a Campalto, la sesta edizione del Torneo di Scacchi Semilampo, organizzato dal locale Circolo scacchistico Alvise Zichichi, in collaborazione con la COOP Adriatica e, quast'anno, anche con la sezione AUSER Il Gabbiano di Campalto. Molto numerosa la partecipazione che ha visto la presenza di 42 iscritti (record di partecipanti) di cui 6 maestri e 7 Candidati Maestri. Ma quello che ha fatto più piacere agli organizzatori, è stata la presenza di ben 17 “non classificati”, cioè di persone che si sono avvicinate da poco tempo o che non sono soliti 14
partecipare ai tornei. E' un segnale, questo, che dimostra la popolarità sempre crescente che la manifestazione sta assumendo a livello territoriale non solo nella provincia di Venezia ma anche oltre i suoi confini, vista la presenza di scacchisti di Padova e del vicino Friuli. Questo ci fa ben sperare per l'organizzazione del torneo del prossimo anno, dove pensiamo di poter predisporre una sezione di premi esclusivamente per quest'ultima categoria di giocatori, proprio per incentivare maggiormente la loro partecipazione, tenendo presente che questo Circolo Scacchistico si prefigge proprio lo scopo delle divulgazione di questo gioco. Il torneo è stata un'occasione, come ha giustamente sottolineato il Presidente dell'Auser Loris De Rossi nell'intervento di chiusura della manifestazione, per aprire il Quartiere all'esterno, facendo in modo che il Villaggio Laguna venga conosciuto e frequentato, utilizzando gli spazi che la Municipalità mette a disposizione, anche a persone che vengono da altre realtà legate agli scacchi, ma non solo. Per la cronaca il torneo è stato vinto dal giovane Maestro di Scacchi Fulvio Zamengo, vincitore nel 2014 del Campionato Italiano di Scacchi under 16. di Giuliano Cesaro, direttore tecnico del circolo A. Zichichi
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A cura del Circolo Ricreativo Culturale AUSER “Il Gabbiano” ONLUS (auser.ilgabbiano@alice.it) Editore: Circolo Auser “Il Gabbiano” - Direttore responsabile: Giorgio Marcoleoni. Redazione a cura di: BLOG - Territori e Paradossi Associazione Culturale. Redattori: Giuliano Brandoli, Daniele Conte, Chiara Foffano, Elena Brugnerotto, Francesca Delle Vedove, Carlo Albertini, Romena Brugnerotto, Martina Zorzi, Martina Pellizzer, Francesca Rismondo, Gianfranco Albertini. Indirizzo: Piazzale Zendrini 22 Campalto (VE) Tel/fax : 041.903525 - E-mail: lapaginadicampalto@gmail.com Stampato in proprio n° 2000 copie - Registrazione presso il Tribunale di Venezia n° 1461 del 24 settembre 2003 “La pagina di Campalto” è consultabile anche in Internet all’indirizzo http://issuu.com/lapaginadicampalto è possibile rilasciare commenti e domande, segnalare iniziative, suggerire approfondimenti a questo indirizzo e-mail: lapaginadicampalto@gmail.com oppure visitando la nostra pagina facebook.