142 luglio 2015

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distribuzione gratuita presso gli esercizi commerciali a: Campalto - Favaro Veneto - Tessera - Dese

http://issuu.com/lapaginadicampalto lapaginadicampalto@gmail.com luglio - agosto 2015 Anno XI N° 142

MENSILE A SFONDO SOCIALE DI PUBBLICA UTILITÀ

Ci rivediamo a settembre

In questo numero:

Anche la Pagina di Campalto si prende un po’ di vacanza. Ci ritroveremo a settembre nella speranza di trascorrere un’estate serena e trovare nuovi argomenti e nuove idee da proporre ai nostri lettori. Non possiamo comunque scordare chi godrà ben poco di questa estate, come i nostri vicini della Riviera del Brenta vittime del tornado, e far sentire loro tutta la nostra vicinanza. La redazione

quesiti veneziani _camparte: i prossimi appuntamenti_in bici da passo campalto a forte bazzera_la buona scuola: può esistere?_i luoghi abbandonati di campalto_il nuovo libro di giancarlo bergamasco_qualche giorno all’estero_siamo tutti responsabili_giovani e vecchi con le gambe sotto la tavola_rilassiamoci.


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Quesiti veneziani di Francesca Rismondo

Da un po' di tempo mi interrogo sul futuro della nostra città, Venezia, e sulla sua laguna. Gli ultimi avvenimenti (elettorali e non) devo dire che hanno accresciuto le domande e i dubbi in proposito. Uno di questi riguarda il passaggio delle grandi navi in laguna e ai relativi progetti per modificare l'attuale percorso. Dopo le criticità riportate (134 osservazioni) in commissione VIA (Valutazione di Impatto Ambientale) del ministero dell'ambiente sul progetto del canale Contorta – Sant'Angelo proposto dall'autorità portuale, è arrivata anche la bocciatura del progetto da parte di Ispra (Istituto superiore 2

per la protezione e la ricerca ambientale), che supporta l'attività di studio della commissione stessa. Il neo-eletto sindaco Luigi Brugnaro ha affrontato subito la questione, dicendosi contrario al progetto proposto dall'autorità portuale e favorevole al passaggio delle navi da crociera attraverso il canale dei Petroli e successivamente il canale Vittorio Emanuele III, scavandolo ulteriormente. Molti sono i miei dubbi su queste proposte, soprattutto in quanto lo scavo ulteriore di canali, come il passaggio stesso delle navi in laguna, altera il delicato e già incerto equilibrio lagunare. Anche

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il FAI (Fondo Ambiente Italiano) ha apportato delle osservazioni alla procedura di valutazione di impatto ambientale del soprannominato progetto. È stata evidenziata la mancanza, nella presentazione del progetto del canale Contorta, di reali alternative analizzate e valutate attentamente, tra cui anche l'ipotesi di realizzazione di un porto offshore (progetto meno impattante di tutti nei confronti dell'ecosistema lagunare, che andrebbe quantomeno preso in considerazione e ponderato a confronto reale con le altre proposte). Inoltre, la creazione di canali sempre più profondi è noto a tutti che provocherebbe ulteriore aumento di fenomeni erosivi e squilibrio sedimentario. Sul lungo periodo si avrebbe l'appiattimento dei fondali, perdita di variabilità morfologica e riduzione della superficie di barene, quest'ultima peraltro già in declino. A quest'ultimo punto in genere si risponde creando delle mitigazioni con barene artificiali con i fanghi scavati dai canali; questo intervento però può andare ulteriormente a modificare l'idrogeologia della laguna e perciò non è necessariamente un'azione positiva. Bisogna inoltre ricordare che Venezia e la sua laguna sono dal 1987 Patrimonio dell'Umanità UNESCO che ha aperto una procedura nei confronti del Governo italiano su Venezia, richiedendo monitoraggi e report sullo stato di conservazione dell'ambiente lagunare per

controllare che non ci siano impatti negativi che potrebbero provocare trasformazioni irreversibili sul paesaggio terrestre, marino e cittadino. Questa procedura prevede come estrema conseguenza la cancellazione di Venezia dall'elenco dei siti protetti. Come l'UNESCO e il FAI hanno sottolineato, pertanto, bisogna ricordare che lo sviluppo delle infrastrutture e le opere che si intendono realizzare in questi importanti e delicati siti sono legati imprescindibilmente all'ambiente e al territorio in cui vengono realizzati. Il nuovo sindaco di Venezia, nel suo programma politico, a mio parere ha attuato una netta separazione tra infrastrutture e ambiente, ponendo le prime a servizio unico della ripresa economica. Ha però posto tra i due ambiti la cittadinanza partecipe, ed io ho scritto questo articolo proprio per fare questo: si ricordi che è l'ambiente in cui viviamo la “terra sotto i nostri piedi”; senza quella, affondiamo.

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CAMPARTE: i prossimi appuntamenti Inizieranno a settembre gli appuntamenti finora previsti per CampArte nella stagione 2015-2016. Ricordiamo che Camparte comprende una serie di eventi dedicati all'arte che si svolgono nel territorio di Campalto promossi dall'Associazione Blog Territori e Paradossi. CampArte è per tutti: per ogni dubbio o richiesta di informazioni potete inviare una mail all’indirizzo territorieparadossi@gmail.com Informazioni aggiornate sulla pagine Facebook Camparte festival e Blog TerritoriI e Paradossi. Variegate le iniziative culturali distribuite nell’arco della nuova stagione, qualcuna non ancora completamente definita, e. Si inizierà sabato 19 settembre con una mostra di illustrazioni di Carlo Albertini: le opere saranno esposte presso il Centro Polifunzionale Pascoli (maggiori informazioni nel box dedicato all'avvenimento). Considerato il successo ottenuto lo scorso anno con l'iniziativa dedicata alle “poesie nel cassetto”, concretizzatasi nella serata “Le poesie nascono al sole” di novembre, verrà riproposto un evento analogo, sempre nel mese di novembre, e si invitano tutti coloro che hanno dei versi più o meno nascosti di inviarli per poter partecipare alla serata (vedi box in calce all'articolo). Per fine novembre/primi di dicembre si terrà una serata con i 2joyful Gospel Group”, un gruppo di giovani artisti che con la loro musica e le loro voci sapranno suscitare gioia e profonde emozioni. E come per la poesia abbiamo creato un appuntamento per chiunque 4

abbia scritto dei versi, così è nostra intenzione dare l'opportunità a chiunque di esporre un’opera di arte figurativa come fotografie, sculture o dipinti: pensiamo di allestire, verosimilmente nel mese di maggio 2016, una collettiva con le opere di chiunque avesse il desiderio di vederle esposte. Gli interessati tengano sott'occhio La Pagina di Campalto, la pagine Facebook di Camparte e di Blog Territori e Paradossi per avere notizie ed informazioni sull'avvenimento. Sono in fase di programmazione, inoltre, altre due mostre di arte figurativa per le quali forniremo quanto prima maggiori dettagli. Partecipazione come autore alla serata di poesia Ogni partecipante può inviare una o due poesie; esse vanno inviate al seguente indirizzo email: Territorieparadossi@gmail.com oppure è possibile concordarne la consegna al numero: 3388222799 (Giuliano).

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HORROR VACUI CENTRO POLIFUNZIONALE “G.PASCOLI” - CAMPALTO da sabato 19 settembre

Simbolista e neoclassico, barocco e crepuscolare, Carlo Albertini tratteggia, e quindi evoca, divinità antiche che assumono le forme nuove del contemporaneo. L’elemento mitologico si fonde con quello tribale, il tribale col post-bellico, il post-bellico col cyberpunk, in una coesistenza di tempi e di piani in cui l’organico sposa il tecnologico, i corpi si combinano e i confini si annientano nella continuità del tratto del disegnatore. Con le sue creature inquietanti, Carlo Albertini scatena una nuova cosmogonia in cui insetti, animali, uomini e i loro scheletri si fronteggiano al cospetto di esseri superiori che li sovrastano e li giudicano. L’immaginario è sincretico e diacronico, va dai fratelli Chapman a Bosch e Bruegel, guarda al surrealismo di Max Ernst e al simbolismo dei Preraffaelliti, ed è filtrato attraverso l’esperienza grafica di illustratori a cavallo tra fine ‘800 e inizio ‘900 quali Aubrey Beardsley, Harry Clarke e Wallace Smith, di cui Carlo Albertini è avido collezionista.

Hai seguito i primi eventi di CampArte? Hai suggerimenti o consigli da inviarci? Hai qualche critica da fare? Vuoi proporre qualche iniziativa da inserire nel programma? Ci trovi su a “Camparte festival” o nel sito di Blog Territori e Paradossi www.territorieparadossi.it

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In bici da Passo Campalto a Forte Bazzera: finalmente si parte! Superate le non poche difficoltà di ogni ordine che nel tempo hanno ritardato l'inizio dei lavori, è stata individuata la ditta realizzatrice che dovrebbe poter aprire il cantiere entro la metà di luglio. Se tutto procederà senza intoppi, l'opera dovrebbe essere conclusa per l'autunno quando potremo pedalare in un ambiante naturale unico dal Parco di san Giuliano a forte Bazzera e Punta Lunga. Una bella notizia per gli amanti delle passeggiate a piedi, in bici o a cavallo e soprattutto della natura, lungo la Gronda Lagunare Nord, già inserita nel progetto del nuovo parco. Si tratta di un’opera attesa da anni che, oltre all'aspetto diportistico, costituisce

un percorso di collegamento sicuro con Mestre, alternativo a via Orlanda la cui pericolosità è nota a tutti. L'opera è parte integrante della rete ciclistica comunale (Biciplan) e, oltre a prevedere la riqualificazione di aree come Punta Passo e il bosco di Campalto, costituisce uno snodo importante verso i Forti del Campo Trincerato di Mestre e l'accesso privilegiato verso Altino, il Parco del Sile e il litorale. Non possiamo a questo punto dimenticare l’impegno profuso da Ezio Ordigoni che, dal 2010 al 2015 è stato presidente della Municipalità di Favaro Veneto e che fino all’ultimo si è speso per questa realizzazione e per la ciclabile Favaro - Dese.

è passato un mese da quandol’assegnazione dell’appalto è stata definita e, inforcata la bici, sono andato verso la barena per vedere se qualcosa si era mosso. Nulla, nemmeno un cartello o una striscia di plastica colorata. In compenso ho visto in che condizioni versa il nostro Bosco di Campalto: erbacce ovunque che si stanno mangiando anche la strada. Per non parlare delle passerelle in legno che si stanno via via sgretolando. Ho cercato di pedalare più velocemente per uscire da questo brutto spettacolo. Ho raggiunto Tessera a fatica lungo l’argine dell’Osellino che qualsiasi amministrazione minimamente attenta all’ambiente avrebbe trasformato in un’area dove poter passeggiare e ricercare un po’ di serenità. Calma e un po’ di ritorno al passato li ho invece ritrovati percorrendo via Piovega; due km tra campi coltivati, boscaglie e frutteti dove la fauna spontanea la fa ancora da padrona: il picchio verde, col suo richiamo che sembra una presa in giro, ti sfreccia quasi tra le gambe mentre i fagiani razzolano indisturbati. è proprio bello il nostro territorio, peccato che in pochi se ne accorgano.

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La buona scuola: può esistere? di Gianfranco Albertini

Mai come in questi ultimi mesi la scuola ha riempito pagine di giornale e notiziari radiotelevisivi. Merito della riforma targata governo Renzi che sta attraversando, non senza sussulti, l’iter parlamentare e al comune cittadino appare più come uno scontro tra fazioni politiche e faziosità piuttosto che una reale discussione sul merito. Anche se ho trascorso più di mezzo secolo della mia vita nella scuola, da studente, insegnante e genitore, torno però a vestire i panni del comune cittadino e vengo al titolo. Può esistere la buona scuola? La mia risposta, categorica, è no! L’istruzione, come la sanità, sono diritti sanciti dalla costituzione ed è dovere dello stato garantirli nel miglior modo possibile: non può esistere una buona scuola o una buona sanità per il semplice motivo che non dovrebbero esistere una cattiva scuola o una cattiva sanità. Uso il condizionale perché la realtà parla un’altra lingua. Il cittadino, tenuto conto anche del carico fiscale che lo opprime, chiede un servizio pubblico efficiente ma le risposte sono di ben altra qualità: se nella scuola le strutture sono inadeguate, i programmi non seguono il passo della continua evoluzione del mondo del lavoro e il personale docente molto spesso non è all’altezza del compito che dovrebbe svolgere, sfuggendo talvolta ai suoi doveri

nel nome della “libertà d’insegnamento” (concetto mai chiarito ma che da anni fa molto trendy), nella sanità ci troviamo di fronte a liste d’attesa che sfiorano il paradosso (mesi, se non anni, per una visita specialistica, magari di prevenzione contro il tumore), medici rivolti al loro tornaconto personale più che alla cura dei pazienti, strutture fatiscenti dalle quali capita di uscire malati dopo essere entrati sani, una burocrazia costosa e inefficiente. A mio avviso, il problema della scarsa efficienza è legato a quella che, con una parola brutta ma significativa, si chiama “autoreferenzialità”. Il concetto è stato introdotto prima dalla classe politica, quindi da tutta una serie di lobby con lo scopo di non farsi valutare, sulla base di criteri oggettivi e trasparenti, dall’utenza e conservare tutta una serie di privilegi, compresa l’inamovibilità sul posto di lavoro. So che queste poche righe potranno sollevare critiche e magari indignazione, ma i fatti sono quotidianamente sotto gli occhi di tutti e credo sia volontà popolare arrivare a una qualità di servizi, garantita per tutti alla stessa maniera, se non di alto livello, almeno in linea con quanto il cittadino devolve in tasse.

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I luoghi abbandonati di Campalto di Elena Brugnerotto

Diamo un nuova vita all’ Ex Centrale Termica del Villaggio Laguna Nel progetto originario del Villaggio Laguna, le abitazioni dovevano essere riscaldate da una Centrale Termica in grado di soddisfare le esigenze di tutto il quartiere in modo efficiente ed economico (oggi la definiremo una “soluzione ecosostenibile”). Purtroppo però, la struttura di Via Bagaron restò in funzione solo per pochi anni. I materiali utilizzati per la costruzione delle condutture risultarono fin da subito di 8

scarsa qualità con frequenti perdite ed un eccessivo rilascio di calore all’esterno che d’inverno faceva sciogliere la neve lungo il percorso delle tubature. Perfino le margherite beneficiavano del tepore sbocciando qui e la con largo anticipo! Nelle abitazioni invece, c’era chi doveva lasciare le finestre aperte per le temperature tropicali e chi invece gelava dal freddo. La Centrale, quindi, si rivelò ben presto inefficiente e

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dispendiosa e tutti i condomini cominciarono a dotarsi di un proprio sistema di riscaldamento autonomo. Perso il suo scopo originario, rimane a tutt’oggi una struttura abbandonata al degrado. Nessuno ha mai pensato di metterla in sicurezza e quando ero piccola più volte abbiamo scavalcato i cancelli per vedere cosa c’era dentro. Purtroppo non c’era niente di entusiasmante: detriti, resti di bivacchi di fortuna e sporcizia. La scala della torre bianca e rossa però era perfettamente accessibile ma, per fortuna, nessuno di noi ha mai avuto il coraggio di

arrischiarsi fino in cima. Noi bambini sognavamo una piscina ma, in realtà, qualunque cosa sarebbe andata bene piuttosto di lasciarla in quegli stati. Nell’ultima pianificazione del territorio contenuta nel Piano Integrato di Campalto approvato nel 2006, era stato proposto di costruire delle residenze ecologiche per gli studenti con una centrale di teleriscaldamento a biomasse ma, a distanza di quasi 10 anni, non si è ancora mosso niente… Magari la nuova Amministrazione Comunale ha voglia di rispolverare il progetto?

Il nuovo libro di Giancarlo Bergamasco: Ombre tra le Langhe Dopo aver pubblicato nel 2015 “Via Bagaron”, evidenziando i problemi ed i disagi imposti in modo barbaro da politici incapaci ed incoscienti ad una parte di popolazione colpita dall'alluvione veneziana del 1966; e dopo aver pubblicato nel 2014 “Viaggio a premio” cercando di entrare nei sentimenti di coloro che sono stati costretti ad emigrare per sopravvivere, evidenziando anche le sofferenze di chi, a casa, aspettava con ansia il loro ritorno, Giancarlo Bergamasco si immerge nel pieno medioevo! E nasce il libro “Ombre tra le Langhe”, una storia di fantasia che fa capo ad una famiglia di intagliatori,

ambientata in un tempo probo di di angherie e soprusi , che loro malgrado devono vivere tenendo conto di queste ingiustizie. Non mancano fatti storici reali e personaggi veramente vissuti dove le date si riferiscono fedelmente agli avvenimenti descritti. Pur essendo un racconto di fantasia, gli usi, i costumi , i modi di vita, non si discostano dalla quotidianità dell'epoca peccando, forse, nella minor crudezza del racconto rispetto alla realtà. E' un libro che tutti dovrebbero leggere e che verrà presentato a Campalto subito dopo l'estate.

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qualche giorno all’estero di Gianfranco Albertini

Ogni anno trascorro alcuni giorni all’estero: dopo Germania e Olanda, quest’anno è stata la volta della Francia, precisamente l’Alsazia. Per raggiungerla in auto si attraversano Austria e Germania e subito ci si accorge di quanto questi paesi siano diversi dal nostro. La ferrovia ti segue ovunque e, come prima conseguenza, pochissimi sono i mezzi pesanti che percorrono la rete stradale. I serpentoni di tir, spesso causa di drammatici incidenti, che incontriamo sulle nostre autostrade sono solo un triste ricordo mentre 10

il traffico scorre regolarmente e frequenti sono le segnalazioni luminose che danno indicazioni sul comportamento da tenere e i limiti di velocità da rispettare. Le autostrade tedesche sono esemplari, ben tenute, ampie e gratuite. L’Alsazia poi accoglie il viaggiatore in un territorio incantato. Una lunga catena di monti, i così detti “Ballon” dalla cima arrotondata, simili ai nostri Colli Euganei e Berici, cinge con le sue foreste i vigneti che producono rinomati vini. In mezzo paesi da fiaba: antiche chiese in pietra rossastra

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e case rustiche dalle tipiche facciate “a graticcio”; ovunque grandi nidi di cicogne, il simbolo del paese. Strasburgo è la città più importante. Sede del Parlamento Europeo, unisce alla tradizione un tocco da capitale mitteleuropea. L’antica cattedrale gotica, una delle più belle al mondo, domina l’intreccio di canali e strade che caratterizza il centro cittadino dove negozi di vario genere si mescolano a botteghe artigiane. Il tutto in una vastissima area pedonale: si possono percorrere chilometri incontrando solo pedoni e tantissime biciclette. È questo un altro degli aspetti che si colgono viaggiando per l’Europa: le città a misura d’uomo, anzi, di pedone e ciclista. Efficienti reti di mezzi di trasporto pubblici tengono lontane dai centri storici le auto e per il turista ci sono

parcheggi in abbondanza. Faccio un esempio: ho lasciato l’auto quasi un’intera giornata in un parcheggio multipiano sotterraneo vicinissimo al centro e la sosta mi è costata solo 6 €. Un’altra cosa che salta subito all’occhio è l’amore che in questi posti ci sia per il territorio in cui si vive e la cura e il decoro dei centri abitati. Sono elementi che denotano grande senso civico e il desiderio di mostrare al visitatore la parte più bella di se stessi. Non ho visto una scritta sui muri, né locandine attaccate dove capita: mentre in questi paesi il rispetto per l’ambiente e il gusto estetico sono una normalità, noi ci stiamo abituando al brutto, al misero. Quando rientro a casa mi pongo sempre questa domanda: come sarebbe Venezia se fosse in Germania, in Austria o in Olanda?

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Siamo tutti responsabili di Elena Brugnerotto

Il disperato esodo africano verso le coste europee non è un film. Siamo così abituati a vivere nei nostri agi che è facile perdere il senso della realtà. Ci sono sere in cui alle nove sono già distesa a letto. Mi scelgo un film o un documentario e mi dedico al relax assoluto. La mia camera è un rifugio e nessun altro posto al mondo mi da la stessa sensazione di pace e sicurezza. Mentre accendo il pc e mi metto comoda, dalle tapparelle mezze abbassate si sente il fruscio delle foglie e qualche chiacchera di passeggiate serali. Questo è un angolo di paradiso penso. Cosa posso desiderare di più? Capito su un documentario su La7 che racconta la misera vita che fanno gli immigrati in Italia. I dibattiti sulle varie declinazioni sul tema dell’immigrazione si sprecano in questo periodo ma 12

buona parte della popolazione italiana fa finta di non vedere, un altro folto gruppo non vuole capire. La televisione è uno strumento straordinario in grado di annullare i chilometri di distanza tra me e quegli occhi smarriti. La sensazione di angoscia riesce a rendermi vulnerabile anche se sono protetta dal mio mondo di certezze. Non riesco proprio ad accettare che delle persone possano mettere la loro esistenza in una borsa, attraversare il deserto, mettersi nelle mani di scafisti banditi e navigare per giorni stipati come bestie. Per arrivare dove poi? In Italia a fare gli schiavi o per rimettersi in marcia verso un Nord Europa che non li vuole? Dicono che scappano dalla fame e dalla guerra ma il concetto di sopravvivenza mi è estraneo e faccio fatica ad accostare la

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mia quotidianità alle immagini che vedo sullo schermo. Chiudo gli occhi ed immagino di dover mettere la mia vita in uno zaino, lasciare i miei affetti, iniziare un viaggio senza ritorno. Scappare e vivere o restare e morire. Nessun'altra alternativa. E se fossimo noi al posto loro? Come siamo arrivati a questo punto? Trovare una soluzione è difficile ma necessario. La questione migranti è

una matassa intricata di motivazioni storiche, economiche, politiche e culturali ma i protagonisti degli equilibri mondiali non hanno nessuna intenzione di sbrogliarla. Meglio evitare, meglio aspettare, meglio preservare il nostro benessere e lasciarli morire a casa loro. La nostra “civiltà” occidentale, l'Europa, l'Italia é responsabile. Siamo tutti responsabili.

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giovani e vecchi con le gambe sotto la tavola Il 9 luglio i negozianti di Campalto si sono incontrati in serata dopo che tutte le serrande si erano abbassate, con il solo scopo di cenare tutti insieme. Per una sera con le gambe sotto al tavolo che non era quello di casa, per una sera televisione spenta e, strano ma vero, per una sera senza parlare dei problemi che affliggono la categoria e l'economia in generale. C'era solo voglia di rilassarsi davanti ad un piatto di riso freddo piuttosto che ad un panino col salame o un bicchiere di buon vino fresco. I nuovi negozianti di Campalto insieme ad altri di negozi storici, giovani alle prime esperienze a fianco di quasi pensionati, ma nessuno che parlava di lavoro. Che abitiamo o no a Campalto, in questo paese e dentro ai nostri negozi trascorriamo molte ore al giorno, incontriamo la gente, viviamo il territorio forse piÚ di molti altri e passareinsieme una serata cosÏ ci è sembrato di essere tutti un'unica famiglia. Grazie mille colleghi, è stata una piacevolissima serata. Cecilia 14

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A cura del Circolo Ricreativo Culturale AUSER “Il Gabbiano” ONLUS (auser.ilgabbiano@alice.it) Editore: Circolo Auser “Il Gabbiano” - Direttore responsabile: Giorgio Marcoleoni. Redazione a cura di: BLOG - Territori e Paradossi Associazione Culturale. Redattori: Giuliano Brandoli, Daniele Conte, Chiara Foffano, Elena Brugnerotto, Francesca Delle Vedove, Carlo Albertini, Romena Brugnerotto, Martina Zorzi, Martina Pellizzer, Francesca Rismondo, Gianfranco Albertini. Indirizzo: Piazzale Zendrini 22 Campalto (VE) Tel/fax : 041.903525 - E-mail: lapaginadicampalto@gmail.com Stampato in proprio n° 2000 copie - Registrazione presso il Tribunale di Venezia n° 1461 del 24 settembre 2003 “La pagina di Campalto” è consultabile anche in Internet all’indirizzo http://issuu.com/lapaginadicampalto è possibile rilasciare commenti e domande, segnalare iniziative, suggerire approfondimenti a questo indirizzo e-mail: lapaginadicampalto@gmail.com oppure visitando la nostra pagina facebook.


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