La Pagina di Campalto - Novembre 2017

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distribuzione gratuita presso gli esercizi commerciali a: Campalto - Favaro Veneto - Tessera - Dese

http://issuu.com/lapaginadicampalto lapaginadicampalto@gmail.com novembre 2017 Anno IX N° 165

MENSILE A SFONDO SOCIALE DI PUBBLICA UTILITÀ

san martino Nel fine settimana tra sabato 11 e domenica 12 novembre Campalto ha vissutola festa dedicata al santo patrono Martino. Com’è divenuta consuetudine, l’evento si è articolato su due giornate: il sabato tradizionalmente dedicato ai più giovani e la domenica con l’intero paese in festa. è stato bello vedere i bambini affollare lo stand allestito davanti alla pasticceria alle prese con i san martini dolci o concorrere nei giochi

In questo numero: san martino_da venezia a bonn per il clima_tradizioni veneziane: la madonna della salute_pillole di moda_verso il litorale in bici o a cavallo_ popilia annia si presenta_campalto un po’ di storia_ricordate mary poppins_RILASSIAMOCI


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predisposti dai ragazzi più grandi. Notevoli poi le altre iniziative come quelle allestite nel centro polifunzionale Pascoli e dedicata ai lavori che ieri e oggi accomunano il nostro paese con Venezia. Da parte di tutti, quindi, un doveroso grazie ha chi ha lavorato per allestire questi due giorni di festa. Tornando al centro Pascoli, dovrebbe essere imminente l’avvio dei lavori di bonifica e risistemazione del piano superiore dell’edificio. Sarà certamente un grosso impegno e speriamo che chi sarà incaricato dei

lavori trovi una soluzione definitiva al fine di permettere la regolare ripresa delle atività ospitate in quell’ala dell’edificio. Ci riferiamo soprattutto all’aula di informatica del centro P3@ che svolge un importante ruolo all’interno del nostro territorio. Tenuto conto del nuovo impulso che il Comune di Venezia e altre amministrazione intendono dare alla digitalizzazione dei servizi al cittadino, è più che mai indispensabile che il centro torni a essere operativo nel più breve tempo possibile.

da venezia a bonn in bici per il clima Il Pedale Veneziano nei suoi decenni di storia ha ormai abituato soci e simpatizzanti a grandi imprese in Europa con lunghi raid in luoghi divenuti simbolici. L’ultimo di questi è partito martedì 31 ottobre da Venezia con destinazione Bonn (Germania) in occasione della conferenza mondiale sul clima. In tutto 1.300 chilometri percorsi rigorosamente in bici in dieci tappe. La partenza alle 17.30 da Piazzale Roma per ribadire l’importanza del collegamento ciclabile tra il centro storico e la terraferma del Comune di Venezia, visto che a breve si potrà inaugurare la nuova pista ciclabile che collega 2

il Ponte della Libertà al parco scientifico Vega. Il prologo si concluderà all’hotel Tritone di Mestre, dove si terrà la prima conferenza del tour con la partecipazione del ricercatore del Cnr Sandro Carniel, autore del libro di recente pubblicazione “Oceani, il futuro scritto nell’acqua”, dedicato al fondamentale ruolo di contrasto ai cambiamenti climatici che i nostri mari svolgono quotidianamente. Da mercoledì 1 novembre il gioco si è fatto duro e per i 22 ciclisti del Pedale Veneziano pronti ad affrontare il viaggio con qualsiasi condizione climatica e attraverso Veneto, Trentino e Sud

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Tirolo; poi Austria e Germania fina alla ex capitale tedesca. Durante le varie tappe si sono uniti anche sindaci e amministratori delle località attraversate, ambientalisti, semplici cittadini e campioni del ciclismo come Moreno Argentine Francesco Moser. Prima di raggiungere Bonn il gruppo veneziano ha fatto tappa anche a Bolzano, Innsbruck, Rosenheim, Monaco, Donauworth, Bad Mergentheim, Darmstadt e Coblenza. Due anni fa il raid arrivò invece a Parigi. Bonn è stata sede, dal 6 al 17 novembre, della 23ª sessione della Conferenza delle parti (COP23), l’appuntamento annuale della Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici, cui aderiscono 195 Paesi di tutto il mondo. Il progetto “Ride with us” vuole essere un’occasione per riflettere sul cambiamento climatico

e sottolineare l’importanza del comportamento del singolo individuo in ogni politica di riduzione delle emissioni di gas a effetto serra.

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tradizioni veneziane la madonna della salute

Il pellegrinaggio del Doge alla Salute (Francesco Guardi)

Come ogni anno il 21 novembre a Venezia si festeggia la Madonna della Salute. Viene costruito un ponte galleggiante temporaneo sul Canal Grande, i fedeli si recano con candele e ceri a pregare, i bambini giocano e si divertono tra le bancarelle con dolci e giocattoli, nelle case viene preparata la ‘castradina’ piatto tipico di questa ricorrenza. La chiesa della Madonna della Salute, una delle più importanti e famose a Venezia risale al XVII secolo quando la città lagunare e tutto il Nord Italia furono colpiti da un’epidemia di peste bubbonica, definita anche peste nera, la stessa menzionata da Alessandro Manzoni nei ‘Promessi Sposi’. Decine di migliaia furono i morti nella sola Venezia e il 4

doge del tempo, Nicolò Contarini, dopo tre giorni e tre notti di processione con la popolazione scampata alla morte, fece voto solenne di costruire una chiesa per ringraziare la Madonna se la pestilenza fosse cessata. Quando la fine del terribile morbo fu decretata il 21 novembre del 1631, il progetto di costruire un tempio votivo grandioso fu affidato all’architetto Baldassare Longhena. La basilica era di così grandi dimensioni che prima di iniziare la costruzione furono utilizzati più di 110.000 pali formando uno zatterone per rafforzare il suolo, al fine di reggere il peso dell’edificio. Fu consacrata nel 1687. Davvero imponente come struttura, è decorata esternamente ed

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internamente con circa 150 statue di profeti, apostoli, santi, i 4 evangelisti, sibille, dottori della chiesa, personaggi femminili del Vecchio Testamento. Di notevole rilevanza sono anche i 15 modiglioni o “orecchioni” in pietra d’Istria a forma di spirale a cerchi concentrici, che creano l’illusione ottica di una spinta verso l’alto, verso l’enorme cupola, sormontata dalla statua della Madonna, in veste di “Capitana da Mar”, dove si esaurisce e prende significato la spinta ascensionale dal basso. L’interno a pianta circolare, insolita per Venezia, richiama i vani ampi delle basiliche romane e delle costruzioni termali del tardo gotico. Colpisce il bellissimo pavimento a mosaico di marmi policromi con 32 cerchi concentrici che si uniscono al cerchio centrale, dove possiamo leggere “unde origo, inde salus” (donde Venezia ebbe origine, di lì vennero salute e salvezza), a sottolineare l’inscindibile nesso che lega la Vergine alla città, Capolavoro è l’altare maggiore, dello scultore fiammingo Juste Le Court, che rappresenta Venezia liberata dalla peste. Al centro del gruppo scultoreo l’icona bizantina della “Madonna della Salute” o “Mesopanditissa”, Fu portata dal Morosini come trofeo, conseguenza delle condizioni di pace ottenute con i Turchi alla fine della guerra di Candia (l'attuale Creta); venne qui collocata nel 1670. Al contrario della festa del Redentore

che si celebra fastosamente ogni anno il terzo fine settimana dì luglio, questa è una festa più intima, più dimessa, possiamo dire “più veneziana”. Grazie alla costruzione del ponte temporaneo galleggiante attraverso il Canal Grande, i fedeli, veneziani e non, possono direttamente raggiungere la Basilica, nel cui campo si affollano venditori di candele e ceri di ogni forma e con decorazioni differenti. Le calli che portano alla chiesa sono intasate dai pellegrini e dai banchetti che vendono ogni sorta di dolciumi, giocattoli e palloncini coloratissimi. È la festa delle famiglie: i genitori con i Ioro bambini si recano prima a portare i ceri in chiesa, poi si soffermano nelle calli per parlare con i conoscenti, e far divertire i più piccoli.

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PILLOLE DI MODA: ricette senza età di Monica Zennaro

Miei cari lettori, in questo mese vorrei dedicare una pillola di moda alle “ricette senza età”. No, amiche care, non sto parlando di ricette culinarie ma pur sempre di moda! Ebbene sì la moda è un viaggio meraviglioso che ti permette di sperimentare vari modi di essere, con un grande vantaggio: non servono i documenti. La tua età non deve essere dichiarata alla commessa che ti aiuta nella scelta, né deve rappresentare una barriera per le tue scelte. L'importante però è non sottovalutare la tua struttura fisica e avere la 6

consapevolezza della tua personalità. Conosco delle ragazzine timide che si mascherano con goffi maglioni per nascondere insicurezze che non hanno mai accettato e signore bellissime, over 60, che sfoggiano con eleganza gambe e décolleté. Per non parlare dei colori: non ho mai visto la mia nonna vestita di nero. Amava il viola e tutte le sue sfumature, come i colori pastello... Ecco qualche ricetta per vincere il tempo. Il bianco illumina il viso donando “un effetto lifting” molto naturale. Ma se vuoi proprio vestirti di nero gioca con gli accessori tipo una sciarpa vivace o una bella collana colorata. Scarpe e borse impeccabili: che siano all'ultima moda o un ripescaggio dal guardaroba devono essere tirate a lucido e coordinate con attenzione. Meglio i tacchi, anche di pochissimi centimetri, delle zeppe. Divertenti i cappelli. Obbligatori gli occhiali da sole anche nei mesi invernali: danno un'aria interessante e possono essere un'alternativa al make up. Porta sempre una pashmina o una lunga sciarpa di seta da far scivolare lungo i fianchi anche per camuffare una eventuale pancetta dopo una cenetta generosa.

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Gioielli vivaci: intervengono meglio del bisturi. La mia nonna indossava i girocolli molto stretti che le sostenevano la pelle del collo trattenendo la forza di gravità e il bello è che ci rideva sopra facendo anche simpatiche battute sulla sua gioventù ormai passata. Capelli naturali: o in sfumature dolci. Sicuramente le tinture color comodino fanno sembrare un pezzo d'antiquariato anche una diciottenne. Insomma alla fine sii te stessa, amati e accetta il tempo che passa perché questa è la cosa più bella per una donna che con un sorriso avrà mille applausi. Vorrei darvi un piccolo consiglio anche per una cena elegante. Siate sempre preparate tenendo in ordine un ipotetico candidato per una serata elegante, assicurandovi che vi stia bene e che soprattutto sia fresco di lavaggio e di stiratura. A volte questi inviti arrivano all'improvviso e scatenano un attacco di panico. Vi ricordate Pretty Woman che, pur essendo a Beverly Hills, non riusciva a comprare un abito adatto per andare a cena con Richard Gere? Ecco lo spirito di questa serata è proprio quella del film: colpire ma non stendere. Alla fine, lei indosserà un abito non troppo sgargiante ma che con la sua femminilità diventa un abito da urlo! Con questo ultimo mio consiglio voglio farvi notare che la raffinatezza anche di un semplice abito nero basico magari con una giacca preziosa

può essere l'opzione più veloce che ti consente di non sbagliare. Sotto il tuo amico tubino, con calze e scarpe rigorosamente nere, sopra una giacca davvero super, preferibilmente oro o argento! Spero che anche questo mese con le mie pillole di moda ve la siate passata un po' magari illuminandovi di idee per le vostre prossime uscite all'improvviso. Un abbraccio dalla Vostra Monica ...e alla prossima “Pillola di moda” come sempre...

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verso il litorale in bici o a cavallo? si può fare di Gianfranco Albertini

Le immagini ricordano una manifestazione svoltasi nelmese di marzo del 2012: ciclisti e amanti dell’equitazione, partiti da Forte Cosenz, si ritrovavano al Parco di San Giuliano per presentare il progetto di un percorso naturalistico adatto a biciclette, cavalli o semplici pedoni che permettesse di raggiungere Jesolo e il litorale in tutta sicurezza. Erano presenti autorità e amministratori di Comune e Provincia e non mancarono parole di elogio e dichiarazioni di interesse per questo itinerario che, dopo aver costeggiato le barene tra Campalto e Tessera, proseguendo per Altino e Portegrandi, lungo il Sile arriverebbe a Jesolo per aprirsi poi verso il litorele e la Laguna Nord. Da allora sono trascorsi diversi anni, qualche piccolo passo è stato fatto, 8

e sembrerebbe che finalmente ci sia la volontà di portare a conclusione il progetto. Il Team di lavoro vede come leader project la Provincia di Venezia (oramai città Metropolitana) e in particolare le Associazioni VE.CA e Giubbe Verdi come proponenti iniziali e instancabili sostenitori del progetto che è stato ritenuto tra i più coerenti con i temi dell'Expo 2015. Ora viene la parte più difficile e cioè la realizzazione vera e propria delle parti mancanti del percorso, la ricerca degli sponsor e dei finanziamenti necessari per portarlo a conclusione. Le associazioni che si sono affiancate vedono in tale progetto solo benefici con costi di realizzazione relativamente bassi e sostenibili. Potrebbe essere un toccasana per

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"l'economia" della nostra gronda lagunare per rilanciare i suoi percorsi nascosti, per un turismo diverso, ma aggiuntivo e sostenibile, pensando anche ai frequentatori del litorale che vorranno spostarsi a Venezia in modo alternativo e naturalistico. Basti pensare alla valorizzazione dei nuovi siti Museali ed archeologici di Altino, ai possibili collegamenti con il Nord Europa attraverso la via Claudia Augusta o l’intreccio di percorsi che si snodano lungo il Sile. Sarà una vittoria della cultura e del nostro territorio di gronda definito

dall'Unesco unico! è stato e sarà determinante l'appoggio della Municipalità di Favaro Veneto di tutti i comuni della gronda della Laguna Nord e della Regione Veneto. Altrettanto importante sarà la sinergia tra le associazioni del territorio che partecipano al Team di lavoro. Terremo informati i nostri lettori sull’evolversi della situazione e avremo cura di presentare al più presto il progetto definitivo come verrà concordato tra associazioni e amministrazioni pubbliche

bici news Come accennato nel precedente numero di ottobre, un coordinamento di associazioni sta lavorando per ottenere da SAVE la realizzazione di opere di compensazione come previsto dall’ultimo “Masterplan”. Tra i vari interventi, sul piatto c’è il completamento di due piste ciclabili e la realizzazione di un nuovo collegamento. Andando nell’ordine si è chiesto di portare a termine il tratto tra il Bosco di Campalto e Forte Bazzera, di proseguire i lavori interrotti ormai da anni sulla via Triestina tra Tessera e Favaro e di creare un collegamento tra Tessera e Ca’ Noghera. Considerando che i primi due interventi sono già stati in larga parte progettati, si spera che i lavori possano avviarsi al più presto. Altro discorso invece riguarda la terza realizzazione, quasi interamente da progettare e strettamente legata alle modifiche sulla viabilità cittadina nel centro di Tessera. Una buona notizia arriva invece per un’altra ciclabile attesa da anni: si è infatti giunti alle fasi conclusive per l’appalto della Favaro - Dese lungo via Altinia. Quest’opera, cofinanziata da Comune di Venezia e Regione, è chiesta a gran voce dai cittadini e, oltre a collegare in sicurezza le due località, permetterà di raggiungere l’area dei Boschi Ottolenghi e Zaher. Terremo i nostri lettori informati sull’evolversi dei lavori sperando che il nostro territori diventi sempre più “Bike Friendly”

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“popilia annia” si presenta Prosegue la presentazione delle associazioni, da anni presenti nel nostro territorio, che si preoccupano della sua valorizzazione sotto l’aspetto storico, culturale e ambientale. Oggi è la volta di Popilia Annia che prende il nome dalle antiche strade consolari romane che costituivano una importante rete di collegamenti con il resto d’Italia e l’Europa continentale. La presentazione proseguirà nel numero di dicembre. L'associazione nasce da un gruppo di amici che hanno riconosciuto un grande valore alla storia dei popoli e del territorio e per conservarli hanno deciso di seminare cultura e dialogo in quanto hanno ritenuto questo come linfa essenziale del vivere comune per consolidare ciò che hanno fatto i nostri padri ed i nostri avi in generale, ma con lo sguardo sempre rivolto al futuro. Nel 1989 si da uno statuto con la seguente missione : "L'Associazione promuove il dibattito e le iniziative nel campo della cultura, della storia e della politica sociale, nazionale ed internazionale ed in genere della vita sociale della comunità”. Da decenni svolge un ruolo significativo nella riscoperta dell'ambiente locale, si è adoperata per la sua difesa per la promozione di uno sviluppo compatibile che abbia l'uomo come perno fondamentale delle sue azioni. Molto attenta al benessere dei cittadini con particolare riferimento al bellissimo territorio della gronda lagunare nel quale molti soci ed amici fondatori hanno un loro importante vissuto. Nel perseguire tali obiettivi dialoga con gruppi 10

politici, con comitati locali ed associazioni che siano in linea con tale missione e che tengano altresì conto delle tradizioni locali e dei valori del cattolicesimo con particolare attenzione alla solidarietà e alle fasce più deboli.

Via Popilia (o Popilla) Costruita nel 132 a.C. collegava Rimini, passando per San Basilio (Ariano Polesine), con Adria, dove incrociava la via Annia per proseguire con tracciato autonomo, più sul margine della laguna, verso Correzzola e Campagna Lupia per riunirsi con la Annia e raggiungere Altino.

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Nel tracciato ulteriori varianti formavano la Popilia Interna e Popilia Costiera e diramazioni come la nota Via Villadose. Ai margini della laguna di Venezia furono tracciate delle centuriazioni. Via Annia Costruita nel 131 a.C. dal pretore Annio Rufo, collegava Atria (Adria) con Patavium (Padova), Altino, Concordia e Aquileja, pur essendo solo

parzialmente selciata (il basolato era posto solo nei centri urbani importanti) rimase in uso per tutto il periodo imperiale e parzialmente anche nel periodo delle invasioni altomedioevali. Lungo la via principale diverse centuriazioni, quali Altino, Noventa di Piave e Salgareda, Concordia (poi Concordia Sagittaria). Aveva numerose diramazioni a raggiungere centri minori, la piÚ nota è la Via Antiga.

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campalto: un po’ di storia

I frati Certosini vennero a Venezia dalla Certosa di Firenze nel 1422, condotti da S. Bernardino da Siena che seppe convincere il Governo della Repubblica di Venezia ad affidargli l'isola di S. Andrea del Lido. Nell’anno 1435 morì in Venezia Nicolò Cornaro, un importante esponente della nobile famiglia Cornaro, lasciando un testamento che dettava disposizioni secondo cui, dopo la morte di sua moglie Lucia, sarebbe stata lasciata al Monastero di S. Andrea del Lido la proprietà di un ampio territorio della terraferma chiamato Tombello, situato sul margine della laguna di Campalto. La 12

proprietà era composta di boschi, paludi, acque, uccellande, una cava di creta, case, fienili e animali e ogni altra cosa “ch’è di rason de Tombolo". La località chiamata nel testamento "Tombolo", nelle mappe dei nostri giorni era diventata "Tombelle o Tombello" e si trova all'incirca dove ora sorge il vasto complesso residenziale costruito alla fine degli anni '70 chiamato Villaggio Laguna. La proprietà dei Cornaro si estendeva dalla via Orlanda, sino al bordo della laguna. Lo scavo cinquecentesco dell'Osellino, eseguito per difendere Venezia e la laguna dalle piene del Marzenego, fu fatto tagliando la proprietà dei frati Certosini e, con il passare del tempo quel territorio posto oltre l'Osellino verso la laguna, fu conquistato dalle acque salse e diventò barenicolo. Nella seconda metà del '900 quei terreni divennero depositi per gli scarichi industriali e solo recentemente sono stati messi in sicurezza [area dei fosfogessi] o portati all'uso civile con la realizzazione del parco di San Giuliano. I Certosini su quelle proprietà costruirono una importante azienda agricola, sul modello della Grangia. Non era lavorata solo dai frati ma anche da salariati o affittuari. Con le leggi napoleoniche del 1805/1810 gli Enti ecclesiastici furono soppressi, i beni diventarono dello Stato e i frati certosini lasciarono il monastero

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nel 1806. Ora c'è solo una piccola laterale di via Passo, la via "Dei Certosini", a ricordarci i fatti accaduti nel nostri territorio. La famiglia Morosini è un'altra presenza importantissima per Campalto. Possedevano in Campalto vaste proprietà terriere ed erano titolari del traghetto del Passo di Campalto. Fu Lorenzo Morosini che nel 1503 chiese ed ottenne di riedificare la antica chiesa di S. Martino di Strada, ridotta in quel tempo ad un cumulo di ruderi. Lorenzo Morosini e i suoi eredi furono dichiarati "giuspatroni" della chiesa, con i diritti e i doveri che derivavano da questo istituto giuridico. Essi avevano il diritto di scelta del parroco e il dovere di mantenere in buono stato i beni della chiesa. Dopo la caduta della Repubblica, la situazione finanziaria

dei Morosini peggiorò e in moltissimi casi non furono in grado di far fronte ai bisogni della chiesa. Dovettero perciò rinunciare al giuspatronato nel 1889. La chiesa di San Martino fu spesso trascurata dai suoi giuspatroni e lo testimoniano le lettere dei parroci al vescovo di Treviso che, fino al 1927 avevano la giurisdizione di questi territori. Durante la guerra del 1848/49 subì un grave bombardamento e fu usata come caserma e ospedale militare. Nella presentazione del 24 novembre si cercherà di raccontare questi ed altri avvenimenti che riguardano Campalto, con l'intento di ricordare e far conoscere la ricchezza della sua storia e dei luoghi vicini. Lionello Pellizzer e Terra Antica

T&P news Dopo il riassetto del suo direttivo, Blog Territori & Paradossi è pronta a ripartire. In attesa che siano terminati i lavori alla Pascoli e si possa quindi riaprire il centro P3@, sta prendendo forma una nuova iniziativa dedicata agli amanti della fotografia e non solo. L’associazione, negli anni, ha messo in piedi numerose iniziative a lei dedicate: dai corsi di fotografia digitale alle mostre. è giunto ora il tempo di crescere di livello e offrire agli appassionati momenti di confronto e raid fotografici per documentare i vari aspetti del nostro territorio. Tenetevi informati sul nostro sito e sulla pagina Facebook

www.territorieparadossi.it

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ricordate mary poppins?

Come diceva un noto conduttore televisivo un po’ di anni fa “la domanda sorge spontanea”. Già, che c’entra Mary Poppins con Campalto? Se ricordate il film, la governante “praticamente perfetta” si presentava scendendo dal cielo su una folata di vento che spazzava via le altre pretendenti. Sempre cavalcando il vento, al termine della sua missione, tornava nel mondo fantastico. Ed è proprio il vento impetuoso che, alzandosi all’improvviso nella notte tra domenica 12 novembre e lunedì, spazzando via il ricordo dei bei giorni di festa, ha fatto tornare Campalto alla sua triste realtà quotidiana e la popolazione si è risvegliata con i problemi di sempre. Nonostante le continue richieste, nulla è stato fatto per rendere il servizio ACTV più efficiente e in grado di rispondere alle esigenze dei cittadini:

non è possibile che le linee per Venezia siano inaccessibili nelle ore di punta o che dopo le 20 non vi sia alcun mezzo che raggiunge Mestre e il Villaggio Laguna sia praticamente isolato. Per non parlare poi dei marciapiedi di molte vie i cui ultimi interventi di manutenzione risalgono a una quarantina di anni fa o dell’illuminazione spesso carente. I cantieri del by pass, i cui lavori termineranno chissà quando visto che nessuno si è degnato di confrontarsi con la popolazione su questo tema, creano disagi crescenti ai residenti che ancora non hanno compreso la sua utilità visto che via Orlanda è quasi sempre sgombra dal traffico. Per concludere, ma ci sarebbe ancora tanto da dire, le aree verdi: dal parco Chiarin al bosco di Campalto, regna pressoché totale l’abbandono nel disinteresse generale.

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A cura del Circolo Ricreativo Culturale AUSER “Il Gabbiano” ONLUS (auser.ilgabbiano@alice.it) Editore: Circolo Auser “Il Gabbiano” - Direttore responsabile: Giorgio Marcoleoni. Redazione a cura di: BLOG - Territori & Paradossi Associazione Culturale. Redattori: Giuliano Brandoli, Michele Lucchetta, Chiara Foffano, Elena Brugnerotto, Francesca Delle Vedove, Carlo Albertini, Romena Brugnerotto, Martina Zorzi, Martina Pellizzer, Francesca Rismondo, Gianfranco Albertini. Indirizzo: Piazzale Zendrini 22 Campalto (VE) Tel/fax : 041.903525 - E-mail: lapaginadicampalto@gmail.com Stampato in proprio n° 500 copie - Registrazione presso il Tribunale di Venezia n° 1461 del 24 settembre 2003 “La pagina di Campalto” è consultabile anche in Internet all’indirizzo http://issuu.com/lapaginadicampalto è possibile rilasciare commenti e domande, segnalare iniziative, suggerire approfondimenti a questo indirizzo e-mail: lapaginadicampalto@gmail.com oppure visitando la nostra pagina facebook.


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