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http://issuu.com/lapaginadicampalto lapaginadicampalto@gmail.com marzo 2018 Anno XV N° 168
MENSILE A SFONDO SOCIALE DI PUBBLICA UTILITÀ
pasqua è vicina Nella tradizione popolare la Pasqua è sinonimo di primavera e di pace. Se il panorama internazionale non si ispira tanto a questo sentimento, quello nostrano non è da meno. La recente campagna elettorale, basata più sulla denigrazione e sulle fake news piuttosto che sul confronto sui contenuti, ne è stata una prova. Come redazione della PDC vogliamo comunque essere positivi e augurare ai nostri lettori serenità, pace e, magari, di trovare il tempo per qualche riflessione
In questo numero: le associazioni per il territorio_circolo fotografico t&p_gli scacchi al villaggio laguna_pillole di moda_ lo scavo cinquecentesco dell’osellino_ma che bella notizia_bici news_rodin a treviso_RILASSIAMOCI
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le associazioni per il territorio di Gianfranco Albertini
Giovedì 22 febbraio scorso, la sede di Blog Territori e Paradossi al Villaggio Laguna ha ospitato un incontro tra le associazioni che stanno portando avanti un importante progetto legato alla valorizzazione del nostro territori. Esso spazia tra due ambiti: la Gronda Lagunare e l’area archeologica di Altino, strettamente interconnessi tra di loro e con Venezia le cui origini hanno da qui preso l’avvio. Come già avuto modo di accennare nei numeri scorsi quando è stato a vario titolo illustrato l’argomento, sostanzialmente il progetto può essere sinteticamente così descritto: Sviluppo di un turismo “dolce” il territorio, con le sue peculiarità ambientali e culturali, ben si presta a ospitare turisti che hanno voglia di guardarsi intorno e che scelgono modalità di trasporto lente. La ciclo – ippovia che dovrebbe raggiungere 2
il litorale è ben più di una semplice proposta in quanto ormai sono stati definito il percorso che entro l’autunno potrebbe essere presentato ai cittadini. A esso si aggiungono alcuni tratti di percorsi ciclabili già definiti tra amministrazioni locali e SAVE in quanto concordati nel Masterplan aeroportuale. Si tratta del secondo tratto della ciclabile tra Favaro e Tessera, del proseguimento fino a Forte Bazzera e alla darsena dell’aeroporto del percorso che attualmente termina al bosco di Campalto e del nuovo collegamento tra Tessera e Ca’ Noghera con un possibile proseguimento fino ad Altino. Area archeologica di Altino Cartellonistica, pannelli e rendering per segnalare il Museo da tutte le zone di transito, sia automobilistico che ciclo pedonale; non si esclude l’organizzazione di eventi di promozione.
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Strutture aeroportuali il confronto con SAVE è già stato avviato affinché all’interno dell’aerostazione possa trovare spazio una vetrina per la promozione della gronda lagunare e del suo patrimonio ambientale e culturale che pochi conoscono e che merita di essere avvicinato. Come già accade in altre realtà, un locale dedicato potrebbe ospitare oggetti, immagini, video, animazioni capaci di comunicare al pubblico che la laguna e la sua gronda non
ospitano solo gli splendori veneziani, ma sono sede di grandi tesori paesaggistici, archeologici, naturalistici, enogastronomici. Affinché questi progetti possano realizzarsi è comunque indispensabile che associazioni e semplici cittadini che lo desiderano continuino in un percorso unitario di confronto al loro interno e con le altre agenzie implicate, con una ben chiara definizione degli obiettivi in una chiave di concretezza e fattibilità. Blog Territori e Paradossi, da sempre impegnata nella valorizzazione del nostro territorio attraverso le espressioni dell’arte e della fotografia, desidera tenerti aggiornato/a sulle prossime attività che la vedranno coinvolta in questo nuovo anno associativo. Tra queste iniziative vi è anche l’organizzazione del primo Circolo Fotografico T&P che si pone l’obbiettivo di riunire a titolo gratuito tutte le persone interessate a raccontare il territorio e le sue contraddizioni attraverso la narrazione fotografica. Per aderire o semplicemente informarti scegli tra i seguenti contatti.
www.territorieparadossi.it info@territorieparadossi.it blog territori e paradossi
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VILLAGGIO LAGUNA “CAPITALE PROVINCIALE” DEGLI SCACCHI
E’ continuata anche a febbraio la frenetica attività di organizzazione da parte del locale circolo Alvise Zichichi di importanti tornei di scacchi di livello provinciale. Si sono infatti tenuti domenica 4 febbraio i campionati provinciali Under 16 che hanno visto la partecipazione tra bambini e ragazzi di n. 36 giocatori divisi nelle varie categorie: Under 8, Under 10, Under 12, Under 14 e Under 16, sia maschili che femminili. Se teniamo conto che quasi tutti i ragazzi erano accompagnati da uno o da entrambi i genitori si fa presto a calcolare le presenze in quartiere durante tutta la giornata. E’ stato 4
emozionante da parte degli organizzatori vedere bambine e bambini cimentarsi davanti alla scacchiera, concentrati e determinati, che con il giusto piglio agonistico cercavano di avere la meglio sul proprio avversario. E poi, alla fine della partita, come è d’uso sempre tra i giocatori di scacchi, darsi la mano in segno di saluto e di rispetto. Martedì 27 e mercoledì 28 febbraio si sono tenuti invece i campionati provinciali studenteschi di scacchi a scuadre. Il 27 è stata la volta degli alunni delle scuole elementari e medie che ha visto la presenza di 114 giocatori; il giorno successivo è
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stato il turno delle scuole superiori. Anche qui la presenza e stata notevole perché si sono contati 164 partecipanti. Da segnalare in entrambe le giornate la presenza di studenti provenienti da San Donà di Piave, da Chioggia, oltre naturalmente alla presenza delle scuole di Venezia e Mestre. Possiamo tranquillamente affermare che il Villaggio Laguna, proprio grazie al locale Circolo, è diventato un luogo molto conosciuto a livello provinciale, almeno in ambito scacchistico. Gran parte del merito di questa fama va senz’altro attribuita al suo Presidente Giovanni Coianiz ed agli iscritti al Circolo stesso che con passione, competenza e determinazione sono riusciti a ritagliare per il Circolo “Alvise Zichichi” uno spazio non secondario nel panorama del movimento scacchistico regionale. Auspico che le autorità locali, nell’ambito delle proprie competenze, continuino a sostenere questo sodalizio proprio in funzione dell’opera di divulgazione che svolge soprattutto nelle giovani generazioni, consci dell’importanza educativa che questo gioco riveste nelle ragazze e nei ragazzi che lo praticano.
Il Gabbiano Circolo Ricreativo Culturale Campalto - Villagio Laguna I NOSTRI SERVIZI Consulenza legale gratuita per i soci AUSER si riceve solo su appuntamento “Ausilio” spesa a domicilio: in collaborazione con il servizio Sociale della Municipalità e COOP Alleanza 3.0 il nostro Circolo ha aderito al progetto “Ausilio per la spesa” per la consegna gratuita della spesa a domicilio alle persone anziane, non autosufficienti, portatori di disabilità o con problemi motori temporanei che non possono recarsi personalmnte presso i negozi. I NOSTRI CORSI Corso di nformatica Attività di lavori a maglia, uncinetto, taglio e cucito La Biblioteca “Lino Soffiato” La possibilità di avere in prestito libri E inoltre “La Scuola di Canto” Per informazioni e appuntamenti: 041.903525 - bibliotecalinosoffiato@gmail.com dal lunedì al giovedì dalle 10,00 alle 12,30 il venerdì dalle 16,00 alle 18,00
Per il Circolo “A. Zichichi” il Direttore Tecnico Giuliano Cesaro
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PILLOLE DI MODA: ABITO A TRAPEZIO (A-LINE DRESS) di Monica Zennaro
Questo mese si parla di un abito comodo e versatile da usare, il classico abito ad “A” o in inglese “A-line dress” , perché prende la forma che ricorda la lettera A, stretto in alto e più largo in fondo. è una scelta ideale sempre, per tutte le occasioni e in qualsiasi periodo dell'anno, oppure quando proprio non sapete cosa mettere. E soprattutto farà risaltare la vostra figura; un must negli anni sessanta, quando la formalità del decennio precedente venne soppiantata dalla voglia di brio e divertimento. è veramente 6
un abito di poche pretese che indossato vi chiede pochissimo, solo qualche accessorio audace magari un paio di scarpe strepitose o dei collant, se la stagione li richiede. Eh sì gli anni sessanta... tutte le icone dell'epoca – le Kate Moss di quegli anni, tanto per ricordarvele Twiggy, Mary Quant, Penelope Tree... di questi abiti ne avevano un arsenale nell'armadio. Se fate una ricerca per immagini su Google, già nella prima pagina vi apparirà una loro fotografia con un vestitino svasato, spesso a stampe vivaci o coloratissimo,
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abbinato a stivali o ballerine. Insomma una divisa ufficiosa del periodo. Il motivo per cui ancora oggi non può mancare nell'armadio di ogni donna è perché sta bene a tutte. Mangiate pure, amiche, tanto c'è lui che accorrerà in vostro soccorso! Se l'abito è ben fatto, il tessuto scivolerà su qualsiasi difetto o imperfezione. In qualsiasi giorno, stagione o anno, vi farà sempre sentire alla moda e favolose. Non sfigurerete mai... Da sapere: -- è consigliabile avere sempre un A-line dress nero pronto nel vostro armadio... mettete che avete un invito all'ultimo momento e avete solo cinque minuti per prepararvi... niente panico c'è lui! -- L'abito a trapezio è perfetto d'estate con i sandali e d'inverno con gli stivali. Senza dubbio un capo per tutte le stagioni. -- Se vi piacciono i contrasti forti e volete un look giovanile, potete abbinare ad un abitino svasato bianco un paio di collant coprenti neri... -- Se volete osare ancora di più scegliete una stoffa di colore vivace per il vostro abitino da portare con un paio di collant altrettanto vivaci, in perfetto stile anni Sessanta!
mi faccio un abito da cartamodello 3° corso da lunedì 19 marzo
Per informazioni: Auser “il gabbiano” Campalto, Villaggio Laguna piazzale Zendrini tel: 041903525 bibliotecalinosoffiato@gmail.com Monica e Bruna
E anche questa pillolina ce la siamo passata insieme alla prossima amiche care … Vostra Monica LA PAGINA DI CAMPALTO
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Lo scavo cinquecentesco dell’Osellino e gli effetti sulla terraferma di Lionello Pellizzer
A partire dal XII secolo incominciarono a manifestarsi nella laguna di Venezia preoccupanti processi di interramento, che influivano negativamente sul crescente sviluppo degli insediamenti abitativi e sulle attività economiche e militari della Repubblica. Nella Laguna Nord i problemi maggiori erano determinati dal Piave che, in occasione delle maggiori piene si spingeva in profondità all’interno del bacino lagunare, fino a interessare gli specchi d’acqua delle isole di Burano e Torcello con conseguenze negative per il mantenimento dei fondali. Nella Laguna Sud, a Fusina, quasi di fronte a Venezia, era stabilita in quell’epoca la foce del ramo principale del Brenta con conseguenze dannose per i fondali, fino a interessare addirittura alcuni importanti canali della rete cittadina. 8
Incominciarono quindi, dopo la conquista nel 1337 dei territori della terraferma da parte della Repubblica, le grandi opere di diversione del corso dei fiumi dalla Laguna. Il Marzenego fino al 1507 passava per l’antico borgo di Marghera – situato dove ora c’è il forte di Marghera - e, unito al Bottenigo, andava a perdersi fra le barene e i ghebi di Tombello, dell’Anconetta e di S. Zulian, per poi sfociare in Laguna. Il percorso tortuoso della parte finale del suo corso era soggetto a periodiche esondazioni a Cavergnago. Perciò nel 1501 un Collegio sottoposto all’autorità del Consiglio dei Dieci, constatando che i gravi problemi di interramento riguardavano anche la Laguna Media e pregiudicavano direttamente la città di Venezia, decise che le “acque dolci del Marzenego, Bottenigo o Musone,
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del Dese e lo Zero si debbano raccogliere nell’alveo abbandonato della Brenta e volgere a Malamocco….”, quindi verso la Laguna Sud. Nel 1505 il Collegio cambia idea e “la decisione presa nel 1501 di versare il Dese nel Marzenego ed entrambi sotto Brenta nel bacino di Malamocco viene rigettata e si propose di versare l’uno e l’altro, congiunti con lo Zero nel bacino di Tre Porti”…quindi verso la Laguna Nord. E così si fece. Nel 1507 si cominciò a scavare, lungo il bordo della Laguna, il canale Osellino, forse su un antico alveo del Brenta, e le sue acque portate in “un sol corpo” verso la foce del Dese. Per parecchi decenni quel nuovo canale fu chiamato con nomi diversi come Cava Nova, Brenta Nova, Brentella e poi infine Osellino. Questo nuovo canale tagliò le proprietà delle Monache di S. Lorenzo, dei Certosini di Tombello, dei Morosini di Campalto e verso Tessera e Paliaga [ora Cà Noghera], le terre del Monastero di San Cipriano [unificate verso la fine del 1500 nella Mensa Patriarcale] e costituì, di fatto, la nuova linea di conterminazione lagunare. In questo modo le terre che stavano oltre il canale verso la laguna, che in precedenza erano coltivabili e a pascolo, iniziarono un progressivo processo di barenizzazione che le rese improduttive. L’Osellino fu realizzato con il solo argine di destra verso la laguna. Perciò in occasione di piogge abbondanti,
usciva dal suo alveo e allagava le campagne poste alla sua sinistra. In caso di maree molto elevate, le acque salse superavano l’argine e ristagnavano formando vasti acquitrini e paludi in terraferma. La realizzazione del solo argine di destra era frutto dell’idea che la difesa della laguna doveva essere prioritaria rispetto a tutte le altre necessità. Il principale esponente di questa visione strategica era Cristoforo Sabbadino il quale proponeva che la Laguna, in caso di alte maree, doveva potersi espandere in terraferma per tre miglia e oltre…. Le piene del Marzenego-Osellino, così come il Dese, lo Zero e il Sile, continuavano a causare esondazioni e a allagare le campagne. Si ha memoria di una gigantesca inondazione che nel 1535 allagò l’intera pianura tra Brenta e Sile, finita sott’acqua fino a un metro di altezza. Si dovette aprire l’argine da Marghera a Fusina per lo sbocco in laguna di alcuni scoli chiusi. Con il passare del tempo la situazione non migliorò. Dalla lettura dei contratti di affitto, degli atti, cause giudiziarie e ingiunzioni di pagamento agli affittuari della Mensa Patriarcale, si ha notizia di una “grande brentana” accaduta negli anni 1727 e seguenti che ha sommerso per 16 mesi il territorio di Campalton sino a Tessera, Terzo e Paliaga, provocando grandissimi danni ai contadini che lavoravano quelle terre. In una nota degli agenti del
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Patriarcato si legge che l’acqua era alta “mezo homo” in tutta la campagna, il che impedì i raccolti e lo sfalcio dell’erba per l’allevamento del bestiame. Ciò causò la rovina degli Affittuali perché i danni derivanti dalle tempeste e alluvioni era totalmente a carico loro. Conseguenza dell’idea di salvaguardare a tutti i costi la Laguna anche a discapito della terraferma, fu il formarsi di molte paludi lungo il bordo lagunare. In questo modo si sono formate le paludi di Campalton, di Lovo Marin in Terzo e Tessera, di Zuccarello. Solo nel 1900 queste paludi furono bonificate e risanate. Nel 1947 fu realizzata l’idrovora di Campalto che portò alla bonifica idraulica del territorio. Al posto della piccola idrovora del 1922 viene scavato il bacino d’arrivo e costruita
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la prima parte dell’attuale edificio con l’installazione di tre gruppi di elettropompe, la strada d’accesso, la casa per il macchinista. Così fu bonificato il territorio della Villa di Campalton, sino ad allora in stato paludoso e fu costruita la nuova via Campalton. La proprietà di quei terreni detenuta un tempo dai Morosini e negli anni del dopoguerra, dalla famiglia Casarotto di Poiana, un paese in provincia di Vicenza, fu divisa in numerosi lotti, il più grande dei quali fu acquistato nei primi anni ’50 dalla famiglia Brugnera che ne fece una piccola e moderna azienda agricola. Gli altri appezzamenti, con superfici di 1000/1500 mq., furono venduti a famiglie singole che vi costruirono la casa con l’orto accanto.
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ma che bella notizia... Riportiamo di seguito lo stralcio di una notizia fresca di stampa apparsa pochi giorni fa. Non facciamo commenti e lasciamo ai lettori le considerazioni in merito. Certo è che svanisce definitivamente la possibilità di avere una piscina a Favaro. Bissuola e Terraglio, per altro già ampiamente sottodimensionati per le esigenze locali oltre alla difficoltà di accesso da Campalto per l’inadeguatezza del trasporto pubblico, rimangono gli unici impianti destinati a chi vorrebbe nuotare. Aggiungiamo inoltre che nell’area antistante la scuola Fucini esiste già un campo da basket ben poco utilizzato. PISCINA ADDIO Demolizione in vista per l’ex piscina di Favaro, la “Marco Polo”. La struttura sportiva, inutilizzata da tempo, verrà demolita e al suo posto verrà realizzata una nuova piastra polivalente per lo sport. Costo dell’intervento 230 mila euro, finanziati con il Pon Metro, il filone di finanziamenti arrivati dall’Europa per l’area metropolitana di Venezia. Nei giorni scorsi è arrivato il via libera, con una determina degli uffici del Comune, per il progetto esecutivo, preludio ai cantieri che secondo l’assessore ai Lavori pubblici, Francesca Zaccariotto, è oramai vicinissimo alla gara d’appalto. E lo conferma anche la stessa determina comunale che autorizza la gara per il progetto redatto dal Servizio Edilizia Sportiva, Magistratura e Sedi Terraferma della Direzione Lavori Pubblici, struttura comunale a cui verrà affidata anche la direzione lavori del prossimo cantiere. Il finanziamento è stato anche inserito nel piano delle opere pubbliche del
Comune di Venezia per il 2018. Al posto della piscina abbandonata di Favaro, struttura che permane nel degrado da troppo tempo, è prevista la costruzione di una piastra polivalente che comprenderà due aree da gioco ortogonali di 43x23 metri per il calcio e il pattinaggio e di 15X28 per il basket e la pallavolo realizzate in calcestruzzo con finitura al quarzo. Un investimento nello sport, per consentire ai ragazzi di Favaro e Campalto di avere nuovi spazi dove divertirsi. L’intervento dovrebbe anche contribuire a migliorare tutta l’area del centro “La Piazza”, vasta struttura coperta che si affaccia su via Triestina con accesso dalla bretella di via Gobbi che non ha mai avuto un vero sviluppo e che oggi appare degradata sia nella struttura esterna dello spazio de “La Piazza” sia per la presenza del parcheggio invaso da quanti lo usano come una sorta di scambiatore a servizio delle vicine fermate del tram
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bici news di Gianfranco Albertini CICLABILE FAVARO DESE Giovedì 8 febbraio scorso la sala parrocchiale di Dese, affollata come raramente accade, ha ospitato l’incontro di presentazione del progetto definitivo della pista ciclabile Favaro - Dese. Come accennato in precedenza, l’iter è stato a dir poco travagliato e si è protratto per parecchi anni. Alla presenza di rappresentanti degli enti locali e di tecnici del Comune, è stata detta la parola conclusiva a questa realizzazione. I lavori, finanziati per oltre un milione e mezzo da Comune di Venezia e Città Metropolitana, dovrebberro partire appena le condizioni meteo saranno favorevoli. Il percorso, partendo dalla zona del capolinea degli autobus (parcheggio scambiatore supermercato Alì), si snoda lungo via Altinia sul lato sinistro procedendo verso Dese. Nel primo tratto, quello più stretto, occuperà il marciapiede esistente mentre, appena fuori dal centro abitato, avrà un suo sedime specifico, al di là del fossato, e distante dalla strada. All’altezza del Bosco Ottolenghi si allontanerà per seguire un tratto della vecchia strada. è prevista una larghezza minima di 2,5 metri per un impianto bidirezionale con interventi di arredo urbano e illuminazione. La pavimentazione sarà in asfalto. 12
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ciclabilità in pillole è allo studio, da parte dei tecnici degli uffici mobilità e lavori pubblici del Comune di Venezia un nuovo tratto di pista ciclabile che colleghi lungo via Orlanda il centro di Campalto con l’area Don Vecchi - Cimitero. Essendo le risorse economiche per l’opera già messe a bilancio, pensiamo che i tempi possano essere decorosamente brevi. Purtroppo molti sono gli impicci burocratici, primi fra tutti gli eventuali espropri.
Abbiamo poi fatto rilevare come sia auspicabile proseguire la pista lungo via Orlanda che attualmente termina all’altezza di via Bagaron e di estrema importanza la messa in sicurezza del tratto che da via Morosina prosegue lungo via Gobbi fino al semaforo. è un trato molto battuto, soprattutto da studenti, costretti spesso a percorrere il marciapieede o, peggio ancora, viaggiare pericolosamente contromano.
La Regione Veneto ha finanziato una serie di interventi su tutto il territorio regionale: non ce ne sono che riguardano direttamente il nostro comune (purtroppo) ma quello previsto ad Altino, tra il nuovo museo archeologico e Portegrandi lungo il canale Siloncello, oltre ad essere di notevole rilevanza ambientale, costituisce un ulteriore tassello nello sviluppo del comprensorio che copre la gronda lagunare e l’area archeologica altinate.
Tale collegamento, previsto già da tempo dalla precedente giunta comunale di Quarto d’Altino, sarà per chi vive nei nostri territori utilissimo qualora venisse realizzato il tracciato tra Ca’ Noghera e il museo archeoligico. Sarebbe finalmente realizzazto il desiderio di tanti amanti delle due ruote di poter raggiungere dal centro di Mestre o da Vanezia il litorale servendosi esclusivamente di percorsi dedicati
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Treviso è stata scelta per accogliere la mostra conclusiva delle celebrazioni per il primo centenario della scomparsa di Auguste Rodin completando così il programma di grandi esposizioni che quest’anno ha già coinvolto tra gli altri il Grand Palais a Parigi e il Metropolitan a New York. La mostra proposta dal Museo Santa Caterina, che è promossa dal Comune di Treviso e da Linea d’ombra fa inoltre richiamo al grande scultore trevisano Arturo Martini. In Santa Caterina, che per l’occasione ha inaugurato gli spazi integralmente restaurati della sala ipogea, sono riunite oltre una settantina di opere di Auguste Rodin in un opportuno confronto tra sculture, anche di grandi dimensioni, e disegni. Marco Goldin ha selezionato per questa ampia rassegna 50 sculture e 25 opere su carta. Tra le prime sono presenti tutti i capolavori più noti dello scultore inseriti nelle varie tappe del suo percorso
artistico che mette in evidenza il fortissimo interesse per Michelangelo e per la scultura rinascimentale italiana. Viene così messa in risalto la capacità di Rodin di trasformare la materia, rendendo morbido, sensuale, vibrante il marmo non meno che il gesso, prima delle fusioni in bronzo. Il confronto poi con Arturo Martini rientra a pieno titolo nel progetto che Marco Goldin ha messo a punto per questo importantissimo evento. La mostra dedicata a Rodin è collegata a un grande “Omaggio ad Arturo Martini” che coinvolge il rinnovato Museo “Luigi Bailo”. Al patrimonio del Bailo appartengono oltre cento opere di Martini: molte sculture, ceramiche e incisioni. Un corpus unico per importanza e varietà. Ai visitatori della mostra di Rodin viene dunque suggerito, anche grazie alla possibilità di godere di un biglietto ridotto per il Bailo, di ammirare, dopo il francese, il grande maestro di casa.
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A cura del Circolo Ricreativo Culturale AUSER “Il Gabbiano” Piazzale Zendrini 22 Campalto (VE) Tel/fax : 041.903525 - bibliotecalinosoffiato@gmail.com Editore: Circolo Auser “Il Gabbiano” - Direttore responsabile: Giorgio Marcoleoni. Redazione a cura di: BLOG - Territori & Paradossi Associazione Culturale. E-mail: info@territorieparadossi.it Stampato in proprio - Registrazione presso il Tribunale di Venezia n° 1461 del 24 settembre 2003 “La pagina di Campalto” è consultabile online all’indirizzo: http://issuu.com/lapaginadicampalto è possibile rilasciare commenti e domande, segnalare iniziative, suggerire approfondimenti a questo indirizzo e-mail: lapaginadicampalto@gmail.com o visitando la nostra pagina facebook.
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