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MENSILE A SFONDO SOCIALE DI PUBBLICA UTILITÀ
aprile ...dolce dormire... o forse no. Apriamo invece gli occhi: sulle bellezze che il nostro territorio ci regala e sulle aggressioni che quasi quotidianamente subisce. Abbiamo assistito a una meritevole iniziativa, ampiamente documentata sulle pagine Facebook che riguardano Campalto, di pulizia delle barene, ma anche ai continui vandalismi all’Isola di Campalto. L’ambiente è di tutti, nostro e delle generazioni che seguiranno. Rispettiamolo!
In questo numero: xxv aprile_campalto no_il teatro al villaggio laguna_ pillole di moda_cavalcabicilaguna_smaltimento criminale_san marco e venezia: leggenda e tradizione_bellini e mantegna _RILASSIAMOCI
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xxv aprile di Gabriele Scaramuzza
Molti nostri concittadini hanno avuto modo di ammirare la statua della partigiana, opera di Augusto Murer, adagiata sul supporto realizzato in pietra da Carlo Scarpa, sulla linea d’acqua della riva antistante l’ingresso dei giardini di Castello a Venezia. Lì collocata nel 1969, la partigiana è raffigurata distesa, sofferente e con le mani legate. Forse non tutti sanno che in origine il basamento di Scarpa ospitava un’altra statua della partigiana, inaugurata nel 1957 e realizzata da Leoncillo Leonardi su impulso dell’Istituto per la storia della resistenza delle tre Venezie: Per quest’opera l’artista non scelse il bronzo impiegato da Murer, ma 2
una maiolica smaltata in colori vivissimi. La partigiana di Leoncillo è una figura in piedi, ritta mentre avanza in montagna da sola, imbracciando un fucile: una figura se volete dinamica, in movimento, in contrasto anche con una certa retorica della resistenza che coglieva le donne in una posizione ancillare nel movimento di liberazione, cooperanti ma non protagoniste. Invece, quello delle donne fu un contributo straordinario alla resistenza, nella nostra città come nel resto del paese. Lo fu anche - si parva licet – nel nostro territorio, dove Marietta Bellunato, madre di Angelo, partigiano della brigata “Ferretto”, riuscì a convincere gli
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squadristi ad astenersi dal rastrellamento e dalla rappresaglia nei confronti di cittadini di Favaro nella casa colonica di famiglia affermando che solo di anziani, donne e bambini si trattava. Il maresciallo Santi che comandava il manipolo si fece convincere, ignorando che nel fienile della stessa abitazione erano nascosti due partigiani feriti. La Resistenza e la liberazione, anche nei nostri territori, furono prima di tutto esito di scelte consapevoli che coinvolgevano non solo quanti fecero la scelta della lotta armata, ma anche un più ampio tessuto e sociale che garantiva protezione, ricovero, sostegno. Questo fu possibile, credo, perché la liberazione e la resistenza furono non solo la scelta consapevole delle culture politiche del Comitato di Liberazione nazionale (Democrazia Cristiana, Partito Comunista, Partito socialista, Partito d’azione, Partito liberale, Partito democratico del lavoro) bensì rappresentarono la più completa espressione di un desiderio complessivo di emancipazione democratica e sociale che coinvolse militanti politici, appartenenti alle forze armate, lavoratori dei poli industriali del nord Italia in un paese che aveva conosciuto nel 1938 l’onta delle leggi razziali, la nera pagina della dominazione in Somalia ed Eritrea le cui conseguenze segnarono per molti anni le vicende africane, i rastrellamenti delle comunità ebraiche che coinvolsero anche il
ghetto di Venezia e l’invio di intere famiglie nell’universo concentrazionario tedesco. Non a caso uno dei primi frutti delle riconquistate libertà civili fu il voto alle donne, che solo nel 1946 poterono votare per la prima volta, insieme alla scrittura del patto costituzionale che ancora ci tiene insieme. “Capii allora che per cambiare il mondo bisognava esserci”: così Tina Anselmi ricostruì il senso della sua scelta di entrare nella resistenza. E la stessa Anselmi, molti anni dopo testimoniando la propria storia di passione politica trovò le parole che restituiscono il significato originario di quell’esperienza: “la nostra storia ci dovrebbe insegnare che la democrazia è un bene delicato, fragile, che attecchisce solo in certi terreni, precedentemente concimati, attraverso la responsabilità di tutto un popolo. Dovremmo riflettere sul fatto che la democrazia non è solo libere elezioni, non è solo progresso economico. è giustizia, è rispetto della dignità umana, dei diritti delle donne. è tranquillità per i vecchi e speranza per i figli. è pace”. La partigiana di Leoncillo venne distrutta da una bomba di matrice neofascista nel 1951 (una sua copia si trova oggi al museo di Ca’ Pesaro). Ma ciò non impedì che la nostra città continuasse a rinnovare quella memoria, come fa ogni anno fin qui, come dovremo continuare a fare nel tempo.
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campalto no
Quello rappresentato nelle due immagini è un luogo assai noto a chi vive a Campalto o nella zona di Porto di Cavergnago. Siamo infatti in via Mandricardo. Le foto sono state riprese a circa dieci anni di distanza, ma non sembra certo che le cose siano cambiate. Nel frattempo si sono succedute tre amministrazioni comunali, e altrettanti Consigli di Municipalità, ma la soluzione per consentire il transito, almeno per ciclisti e pedoni, non si è ancora voluta trovare. Il contenzioso tra pubblico e privato, probabilmente messo a decantare sotto spanne di polvere, è cosa antica ma come sempre, a farne le spese sono i cittadini. Con la realizzazione della Vallenari bis, corredata da ampi marciapiedi e una discreta ciclabile, si è probabilmente pensato che il traffico, soprattutto quello diretto agli istituti scolastici, potesse interamente essere assorbito dalla 4
nuova strada. Oggi invece, a seguito dei lavori di messa in sicurezza dell’incrocio con via Martiri della Libertà, via Mandricardo torna di atualità. Sarebbe buona cosa quindi che i contendenti, seduti intorno a un tavolo, prendessero seriamente in considerazione questo problema per creare uno spazio agibile al transito delle biciclette e dei pedoni. Come redazione della Pagina di Campalto abbiamo invitato gli abitanti della zona di Cavergnago a parlare un po’ di loro, soprattutto in relazione con i disagi causati dai continui interventi sulla viabilità (via Martiri della Libertà in primis), ma non abbiamo avuto per il momento risposte. Ci auguriamo che al più presto possano essere ospiti del nostro notiziario.
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IL TEATRO AL VILLAGGIO LAGUNA
Nel mese di Marzo nel quartiere Villaggio Laguna è andata in scena la prima stagione teatrale con tre rappresentazioni. Due commedie sono state portate sulle scene dalle compagnie teatrali DeSidera di Robegano con “Le Pillole Prodigiose”, e dalla compagnia del Teatro Altobello di Mestre con la divertente commedia “Tredici a Tavola”. A conclusione della stagione è stato proposto uno spettacolo di cabaret presentato dalla compagnia La Formighetta con “Formighetta Forever”. In tutte le tre serate il pubblico presente, superiore alle aspettative, si è divertito molto e questo ha ripagato gli sforzi organizzativi dei responsabili del GRUPPO ANZIANI FRATELLI CERVI e del circolo AUSER IL
GABBIANO, che sperano di iniziare una collaborazione sempre più proficua. L'iniziativa è stata apprezzata dai residenti del quartiere che dopo un avvio tiepido hanno partecipato in numero sempre maggiore. è intervenuto anche il Presidente della Municipalità Avv. Marco Bellato che nell'ultima serata ha espresso le sue congratulazioni per l'impegno sociale di queste associazioni.
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PILLOLE DI MODA: l’abito da sera di Monica Zennaro
Ammirare donne famose che indossano il suo abito strepitosamente principesco sul red carpet è diventato semplicemente una specie di passatempo. Siamo lì davanti al televisore e commentiamo o diamo giudizi, elogiamo o bocciamo e diciamolo con un po' di invidia...chissà mai se capiterà anche a noi? Ma quando tocca a noi, e può succedere amiche care credetemi, ci prende il panico. Ecco perché il mio consiglio è comprarselo 6
quando non serve. Invece andiamo a comprarselo a ridosso di una festa importante, sottoponendoci così a insostenibili pressioni. Dopo qualche ora di disperate ricerche, ci arrendiamo e nel limite delle possibilità spendiamo una piccola fortuna per un capo che non ci fa nemmeno impazzire. Le più furbe, invece, controllano gli appendini dei negozi senza soffermarsi troppo sugli abiti da sera. Se gliene piace uno in particolare, lo comprano, altrimenti niente. A prescindere dell'aver ricevuto un invito o meno. Tanto prima o poi capita a tutte, dunque meglio essere preparate. Comunque a ciascuno il suo: -- Senza spalline solo se busto e braccia sono il vostro punto forza. -- A colonna per chi è alta e snella -- Tagliato sbieco per chi ha un corpo formoso e femminile Altri consigli mie care: -- Optate per una stoffa che vada bene tutto l'anno tipo chiffon, crêpe o seta/satin, purché leggeri. -- Evitate ciò che può velocemente passare di moda : fantasie, colori, perline, volants,ecc -- Scegliete un colore scuro o
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neutro che potrete usare all'infinito (basta cambiare gli accessori) Se volete comunque un abito che ricada morbido e fluido pur restando aderente basta che sia tagliato di sbieco cioè obliquo rispetto alla trama del tessuto. Di sicuro è più semplice da portare rispetto ad un taglio diritto.
Una piccola curiosità sulla grande attrice Sophia Loren: lei diceva, testuali parole, ”Il vestito di una donna dev'essere come una barriera di filo spinato, che fa quel che deve ma non impedisce la vista” E con questa bellissima affermazione vi mando un caro saluto e... alla prossima pillola!
CavalcaBiciLaguna Forte Bazzera - Tessera domenica 6 maggio Ciclo Ippovia
della Laguna Nord
In bici con FIAB Mestre: partenza dal Municipio di Mestre h. 9.00 e itinerario attraverso i boschi e la Gronda Lagunare. A cavallo con la Giacche Verdi: Lungo le barene e attraverso i boschi
In collaborazione con: Amici della Poiana, FIAB Mestre, Blog Territori e Paradossi, CCRT, Carta di Altino, Giacche Verdi, Ist. It. Castelli Veneto, Popilia Annia, Tesserabella.
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smaltimento criminale
Il problema del recapito dei rifiuti urbani ed assimilabili da parte del cittadino ai siti preposti in laguna è serio, talemente serio che avverto che le amministrazioni preposte non se ne rendano conto. Veritas (che è il braccio operativo delle autorità preposte) secondo la mia esperienza personale in terraferma sta facendo molto: presso l'ecocentro di via Porto di Cavergnago spesso trovo le code di cittadini coscienziosi che consegnano ogni tipo di oggetto da smaltire che non può essere recapitato nelle normali campane stradali (per la carta, plastica-lattine-vetro, verde, organico), dai "rovinassi" (resti solidi di materiale edile), agli olii esausti di vario tipo; dai vetri ai cristalli, dal legno ai rifiuti tecnologici (TV, computer, materiali elettrici, ecc.). Ma da quello che leggo nei giornali, e spesso, in laguna credo sia un far-west dove ogni regola è violata! e ne fanno le spese soprattutto le nostre isole che nelle ore notturne 8
rimangono incustodite e non frequentate dalle persone civili, ma soprattutto dagli smaltitori criminali di rifiuti urbani! Oltre al problema dello smaltimento di rifiuti nautici, che come associazione abbiamo sollevato da tempo e che merita di essere affrontato, urge veramente un serio esame di coscienza collettivo per lo smaltimento dei rifiuti ingombranti in laguna. Non è che VERITAS non abbia pensato alle utenze domestiche! Infatti ha attrezzato una barca Ecomobile che davanti al mercato di Rialto, da lunedì a sabato (festivi esclusi), dalle 8 alle 11 e dalle 14 alle 17, ritira rifiuti pericolosi, pile e accumulatori; lampadine; barattoli di vernice, contenitori vuoti di olio vegetale da cucina, piccoli oggetti elettrici ed elettronici, ad esempio frullatori, sveglie, robot da cucina, phon, componenti e accessori informatici. Inoltre per eliminare rifiuti e oggetti ingombranti, esclusivamente di origine domestica, è possibile utilizzare il servizio a domicilio, gratuito fino a un metro cubo. Per fissare un appuntamento: -- sms al 342.4112660 (indicando il codice cliente che si trova in alto a sinistra nella bolletta, l’oggetto da eliminare e l’indirizzo dove effettuare il servizio); -- mail a "voluminosi.venezia@ gruppoveritas.it" ;
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fax allo 041.7292045; telefonare al numero verde gratuito 800.811333, da lunedì a venerdì, dalle 8.30 alle 12.30 (escluso i festivi). Il problema grave è rappresentato dai padroncini che fanno i lavori edili (e favori) a Venezia e che evitano di smaltire legalmente i rifiuti del loro operato con significativi risparmi della tassa che invece noi tutti paghiamo. Ma a questi comportamenti spregevoli occorre aggiungere l'inadeguata sorveglianza della polizia provinciale (metropolitana) che è al corrente di questo e non procede ad una mirata repressione proprio nei siti di facile smaltimento come l'isola di Campalto. Ribelliamoci a questi comportamenti denunciando se li cogliamo nel fatto e avvertiamo le autorità. Personalmente telefonerei ai Carabinieri che avendo assorbito il Corpo Forestale sono la polizia ambientale più indicata per questi crimini. Pino Sartori Vicepresidente “La Salsola” Gruppo salvaguardia ambiente
Il Gabbiano Circolo Ricreativo Culturale Campalto - Villagio Laguna I NOSTRI SERVIZI Consulenza legale gratuita per i soci AUSER si riceve solo su appuntamento “Ausilio” spesa a domicilio: in collaborazione con il servizio Sociale della Municipalità e COOP Alleanza 3.0 il nostro Circolo ha aderito al progetto “Ausilio per la spesa” per la consegna gratuita della spesa a domicilio alle persone anziane, non autosufficienti, portatori di disabilità o con problemi motori temporanei che non possono recarsi personalmnte presso i negozi. I NOSTRI CORSI Corso di nformatica Attività di lavori a maglia, uncinetto, taglio e cucito La Biblioteca “Lino Soffiato” La possibilità di avere in prestito libri E inoltre “La Scuola di Canto” Per informazioni e appuntamenti: 041.903525 - bibliotecalinosoffiato@gmail.com dal lunedì al giovedì dalle 10,00 alle 12,30 il venerdì dalle 16,00 alle 18,00
In un precedente numero della PDC avevamo, per errore, chiamato “Luciano” il nostro amico Claudio Piovesan, attuale presidente de “La Salsola”. Scusandoci per la svista, lo ringraziamo per i preziosi contributi che l’associazione offre al nostro giornalino. LA PAGINA DI CAMPALTO
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san marco e venezia: tra leggenda e tradizione di Gianfranco Albertini
Il corpo del Santo Vi sono diverse leggende su San Marco relative a Venezia. La più importante riguarda la frase riportata sul libro tenuto aperto dal leone alato di S. Marco: “Pax Tibi Marce Evangelista Meus”; questa frase è l’inizio delle parole dette a San Marco, in sogno, da un angelo nel giorno del suo naufragio a San Francesco della Vigna. “un giorno disse l’angelo farai ritorno su queste isole ”(Hic Requiescent corpus Tuum, quì riposerà il tuo corpo). Un’altra leggenda riguarda il suo “ritorno” a Venezia che viene datato nell‘828. Furono due mercanti, Buono da Malamocco e Rustico da Torcello, a trafugare le spoglie dell’Evangelista Marco dall’Egitto. Riuscirono a farlo grazie alla complicità di due custodi: Staurazio Monaco e Teodoro Prete che, preoccupati delle minacce dei mussulmani di assaltare le chiese e della profanazione del corpo dell’Evangelista, cedettero alla proposta di trafugamento dei due veneziani. Durante la notte i due mercanti riuscirono ad entrare nella chiesa, presero il corpo di S. Marco e lo sostituirono con quello della Beata Claudia; per molto tempo nessuno si accorse dello scambio dei corpi. Per riuscire a passare 10
Jacopo Robusti “il Tintoretto” Trafugamento del corpo di San Marco Venezia - Gallerie dell’Accademia
i controlli doganali nel porto d’Alessandria, nascosero il corpo del Santo in una cesta e vi posero sopra della carne di maiale, considerata carne immonda dai mussulmani e in particolare per i saraceni che non riuscivano nemmeno a guardarla. Arrivato a Venezia il corpo viene accolto dal doge Giustiniano Partecipazio che, su acclamazione popolare, lo proclama Santo Patrono della città al posto di San Teodoro
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(Santo questo legato troppo al modo bizantino da cui Venezia ormai da tempo si era resa indipendente). Era l’829, e l’onore di poter ospitare le spoglie di un evangelista spinse lo stato veneziano a costruire una degna chiesa per poterlo conservare ed esporre al culto di tutti i veneziani: S. Marco è quindi anche il patrono dei cestai, visto l’insolito mezzo con cui venne portato nella Serenissima. Nel 1063 ebbe inizio la costruzione della chiesa che subì, purtroppo, un incendio, tanto che l’edificio venne ricostruito per essere nel 1094 finalmente pronto per la consacrazione a Dio e a S. Marco. Purtroppo però, durante i lavori di restauro, si scoprì che la teca contenente la preziosa reliquia era scomparsa: questo provocò grande cordoglio dal Doge alla popolazione veneziana: vennero organizzate novene, preghiere, processioni e invocazioni al Divino per poterla ritrovare. Il 25 giugno 1098, giorno della consacrazione, accadde un miracolo rimasto negli annali di Venezia, ma raccontato in modo diverso: sembra che nel momento culminante della celebrazione da una colonna della Basilica apparve un braccio, ad indicare il luogo tanto cercato; altri raccontarono che apparve il Santo in persona, ma Giacomo Casanova racconta, nelle sue memorie, che sulla colonna contenente i sacri reperti apparve l’immagine del Leone
alato, simbolo proprio di S. Marco. Comunque sia, subito dopo si provvedette a forare la colonna indicata, e miracolosamente le reliquie riapparvero: come racconta Casanova, fu così che la Serenissima salutò S. Todaro, per affidare le sue fortune e il suo orgoglio all’evangelista. Per secoli S. Marco venne così festeggiato il 25 Aprile, (giorno della morte) e il 25 giugno, giorno del suo miracoloso ritrovamento, con la medesima pompa ( Venezia curava con fasto e con solennità le proprie cerimonie). Ora si festeggia soltanto il 25 aprile, ma con entusiasmo e con una tradizione straordinaria, dolce e romantica che rendeva e tutt’ora rende omaggioi alle donne veneziane.
Jacopo Robusti “il Tintoretto” Ritrovamento del corpo di San Marco Milano - Pinacoteca di Brera
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La leggenda del “Bocolo” La tradizione risale al nono secolo, ai tempi del Doge Orso I Partecipazio, la cui figlia Maria divenne la protagonista femminile. Maria aveva occhi così splendenti e meravigliosi che fu soprannominata Vulcana. Ella si innamorò di un trovatore, Tancredi, ma le umili origini dell’amato non permettevano ai due di coronare il loro segno d’amore. Allora Vulcana suggerì a Tancredi di partire per combattere contro gli infedeli, con la speranza che tornasse glorioso e famoso. Tancredi partì e ben presto le notizie delle sue gloriose imprese si diffusero in tutti i territori Cristiani fino ad arrivare a Venezia, che ormai aspettava il ritorno del giovane in
patria per accoglierlo con tutti gli onori riservati agli eroi. Ma un brutto giorno Tancredi perì in battaglia e si accasciò su un rosaio, macchiando con il proprio sangue un bocciolo di rosa. Privo ormai di forze riuscì a consegnare il fiore ad un messo che lo portò a Vulcana. Straziata dal dolore, la giovane si ritirò nelle sue stanze: la mattina seguente venne trovata morta con il bocciolo di rosa posato sul cuore. Era il 25 aprile, giorno in cui a Venezia si festeggia San Marco. Da allora in questo giorno si ripete il rito di donare all'amata il “bocolo”, un bocciolo di rosa rossa, simbolo di amore eterno.
Un po’ di “fanta-archeologia” o forse no...? Nei suoi libri, lo scrittore-archeologo inglese Michael Chugg avanza un’ipotesi molto affascinante, anche se per molti versi incredibile: che i resti di san Marco conservati a Venezia, nella Basilica, siano in realtà i resti di Alessandro Magno. Egli parte dal presupposto che, dopo la sua morte avvenuta il 10 giugno 323 a. C. a Babilonia, il corpo mummificato di Alessandro Magno sia stato trasportato ad Alessandria d’Egitto e sepolto in una tomba colossale, la cui ubicazione resta un mistero. San Marco invece visse e morì nel I secolo d. C. e fondò la Chiesa di 12
Alessandria. Secondo la tradizione, il suo corpo fu mummificato e conservato nella città egiziana mentre altri sostengono che in realtà il suo corpo fu consumato dalle fiamme durante le rivolte pagane del IV secolo e i cristiani Copti sostengono di possedere il suo cranio. Secondo alcune fonti, il corpo di Alessandro era visibile ancora nel 391 d. C., poco prima che il paganesimo fosse dichiarato fuorilegge, ma poi non se ne seppe più niente, e le reliquie di san Marco comparvero proprio alla fine del IV secolo. E’ dunque possibile che qualcuno
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dei patriarchi della chiesa di Alessandria vide l’opportunità di preservare il corpo del fondatore della città dai cristiani più fanatici, fornendo al tempo stesso la cristianità di una potente reliquia che incoraggiasse la devozione. Fu così che comparve il corpo di san Marco e sparì quello di Alessandro. E non sarebbe questa la prima volta che delle reliquie vengono create ad arte per favorire gli scopi di qualche istituzione o governo. Finora, l’unica ispezione sul corpo del santo è stata eseguita nel 1811, ma si è trattato di un’ispezione molto superficiale, tenendo conto anche degli scarsi mezzi di allora. Una nuova ispezione potrebbe finalmente far luce sulla vera appartenenza dei resti conservati ora nella Basilica, Patriarcato permettendo.
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Per presentare al pubblico il confronto tra due capolavori della storia universale dell’arte, l’uno di mano di Giovanni Bellini, l’altro di Andrea Mantegna, con soggetto la Presentazione di Gesù al Tempio, la Fondazione Querini Stampalia di Venezia ha mobilitato per l'allestimento l’architetto Mario Botta. Si tratta infatti di una grande e raffinata mostra che affianca due “personalità diversissime” che si sono cimentate sullo stesso tema, a distanza di dieci anni circa: una gara alla massima eccellenza tra due grandi pittori è un caso probabilmente irripetibile quello che consente, per la prima volta nella storia dell’arte, di ammirare le due opere l’una a fianco dell’altra. “è l’effetto - sottolinea Marigusta Lazzari, Direttore della Fondazione - di una di quelle alchimie che di tanto in tanto si verificano nella storia. Nel nostro caso, l’impossibile
è diventato possibile nel dipanarsi della complessa trattativa che ci ha portato a concedere il prestito del nostro Bellini alla grande mostra su Andrea Mantegna e Giovanni Bellini, che il 1 ottobre 2018 aprirà alla National Gallery di Londra per poi trasferirsi alla Gemäldegalerie di Berlino il 1 marzo 2019”. Per questa esposizione è stato predisposto anche un innovativo sistema illuminotecnico. Ma non è tutto. Accanto ai due capolavori sono esposte opere coeve, patrimonio del museo veneziano. Lo stesso biglietto della mostra permette di scoprire i tesori custoditi dalla Fondazione, una casa-museo tra le più importanti al mondo. Fondazione Querini Stampalia Santa Maria Formosa Castello 5252, 30122 Venezia www.querinistampalia.org
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A cura del Circolo Ricreativo Culturale AUSER “Il Gabbiano” Piazzale Zendrini 22 Campalto (VE) Tel/fax : 041.903525 - bibliotecalinosoffiato@gmail.com Editore: Circolo Auser “Il Gabbiano” - Direttore responsabile: Giorgio Marcoleoni. Redazione a cura di: Blog Territori e Paradossi - Associazione Culturale. E-mail: info@territorieparadossi.it Stampato in proprio - Registrazione presso il Tribunale di Venezia n° 1461 del 24 settembre 2003 “La pagina di Campalto” è consultabile online all’indirizzo: http://issuu.com/lapaginadicampalto è possibile rilasciare commenti e domande, segnalare iniziative, suggerire approfondimenti a questo indirizzo e-mail: lapaginadicampalto@gmail.com o visitando la nostra pagina facebook.
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