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http://issuu.com/lapaginadicampalto lapaginadicampalto@gmail.com SETTEMBRE 2021 Anno XVIII N°203
MENSILE A SFONDO SOCIALE DI PUBBLICA UTILITÀ
AUTUNNO
In questo numero:
Nel 2021 l’equinozio cade alle 19 del 22 settembre; con il sole allo Zenit e perpendicolare all’equatore, su tutta la terra “giorno e notte” avranno la stessa durata. A questa data sono legati miti e leggende, patrimonio soprattutto del mondo agricolo quando, dopo il raccolto, si metteva la terra a riposo per l’inverno. L’autunno è forse la stagione che maggiormente ha ispirato ogni forma d’arte.
SCAVO E RIQUALIFICAZIONE DELL’OSELLINO_8 SETTEMBRE_ PILLOLE DI MODA_UNA VISITA DA PAURA_IL LIBRO DEL MESE_CHE FINE HANNO FATTO_CAMPALTO NO, CAMPALTO SI. Nell’immagine di copertina: Alfons Mucha, le quattro stagioni
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SCAVO E RIQUALIFICAZIONE DELL’OSELLINO
Nell’aprile 2006 fu sottoscritto un accordo di programma tra Regione, Consorzio di bonifica, Comune di Venezia e Magistrato alle Acque che affidava al Consorzio la progettazione e l’esecuzione dei lavori di scavo e risanamento dell’alveo cinquecentesco dell’Osellino. Seguirono diversi incontri pubblici durante i quali emersero molte osservazioni da parte di cittadini, associazioni, Municipalità e Comune. Il Consorzio approvò il progetto preliminare e lo Studio d’impatto ambientale nel giugno 2007 e, dopo un lungo iter autorizzativo, nel gennaio 2012 il progetto definitivo fu presentato agli uffici regionali per l’approvazione e la dichiarazione di pubblica utilità. Il progetto conteneva però un elemento di forte criticità: prevedeva infatti uno sbarramento in prossimità della foce di Tessera e su questo punto furono molte le osservazioni 2
contrarie alla barriera. La Regione, preso atto delle contrarietà, nel 2013 decise di stralciare dal progetto lo sbarramento. Il Consorzio perciò procedette alla revisione del progetto e nel settembre 2018 si arrivò alla fine dell’iter autorizzativo con un significativo aumento dei costi che sono stati quantificati in quasi 27 milioni di euro. Dato l’ammontare dei costi, fu deciso di dividere il progetto in quattro lotti. Dopo la fase degli espropri, dal mese di giugno 2021 sono partiti i lavori del primo lotto che riguardano la realizzazione della “varice” nei pressi del bosco del rione Pertini e il rifacimento del manufatto alle Rotte. La “varice” sarà ottenuta con l’abbattimento di un tratto dell’argine sinistro del canale e la costruzione di un’ansa dove sarà realizzata una darsena per la messa in acqua e l’alloggiamento delle imbarcazioni. In questo modo si otterrà anche il rallentamento del deflusso delle acque e una più efficace fitodepurazione. La “varice” diventerà un luogo ricco di verde e acqua e quindi molto bello anche sotto l’aspetto paesaggistico. In ottobre, dopo la Maratonella 2021, saranno rifatti il manufatto e la passerella ciclopedonale alle Rotte, che consentono la comunicazione fra il Passo di Campalto e il Parco di S. Giuliano. Per ogni lotto sarà eseguita
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preventivamente la bonifica bellica. Seguiranno il secondo lotto con i lavori dal Forte Manin fino al Passo di Campalto, il terzo lotto per il tratto dal Passo alla foce di Tessera e infine, il quarto lotto dal ponte di viale Vespucci al Forte Manin. Il finanziamento dell’intervento è tratto dai fondi della Legge speciale per Venezia destinati al disinquinamento della Laguna e sono erogati dallo Stato per il tramite della Regione. Al momento sono già finanziati i primi tre lotti e le informazioni al momento ricevute ci dicono che entro il 2021 dovrebbe arrivare anche il finanziamento per il quarto lotto. Su alcuni punti del progetto quali la standardizzazione degli ormeggi e l’aumento del numero delle concessioni non sono state ancora prese
Continuano, anche a Campalto, le iniziative per ricordare la fondazione di Venezia. Sabato 9 ottobre il villaggio Laguna ospiterà numerosi eventi organizzati dal coordinamento di
decisioni. Su questi punti prosegue quindi l’interlocuzione del Consorzio con il Comune. Dopo tanti anni di attesa finalmente ci siamo! Ci auguriamo che, con il concorso di tutti, Istituzioni, Forze politiche, Cittadini e Associazioni, si possa finalmente entro tempi ragionevoli, vedere realizzata quest’opera così importante per il collegamento acqueo della terraferma con la laguna, per il miglioramento della qualità ambientale della gronda lagunare e per evitare rischi di allagamenti per Campalto, Tessera, Favaro e tutta la terraferma mestrina. Lionello Pellizzer Componente dell’Assemblea del Consorzio Acque Risorgive
alcune associazioni del territorio. Musica, poesia, fotografia si alterneranno ad altri momenti che verranno resi noti entro pochi giorni sui consueti canali social e attraverso apposite locandine. Dato che alcuni eventi potranno tenersi in ambienti chiusi, causa restrizioni dovuti alla pandemia, l’accesso del pubblico sarà limitato a un numero massimo di partecipanti secondo la normativa attualmente in vigore. Tenetevi informati, vi aspettiamo numerosi..
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8 SETTEMBRE
Nella vita delle nazioni, come pure delle persone, vi sono date che costituiscono uno spartiacque, una cesura destinata a chiudere – anche indipendentemente dalle volontà dei singoli – il tempo del prima ed aprire nuove stagioni. Si tratta, spesse volte, di date che intervengono in periodi bui e drammatici della vita dei paesi. L’Italia si trovò ad imboccare uno di questi tornanti della storia l’8 settembre 1943, nel pieno del secondo conflitto mondiale. La sera di quel giorno, infatti, Pietro Badoglio, il militare che aveva sostituito Mussolini come presidente del consiglio il 25 luglio del ’43, quando il capo del fascismo venne destituito e arrestato, annuncia che, “nell’impossibilità di continuare la lotta contro la soverchiante potenza avversaria”, il governo italiano aveva chiesto un armistizio al generale statunitense Dwight Eisenhower, 4
comandante delle forze angloamericane, e che tale richiesta era stata accolta. Ogni atto di ostilità contro gli alleati, continuava il proclama, doveva cessare immediatamente da parte delle forze armate italiane, le quali avrebbero comunque reagito ad attacchi di qualsiasi altra provenienza. Il testo dell’armistizio annunciato da Badoglio, conosciuto come “armistizio breve” perché conteneva le sole condizioni militari della resa, venne in realtà siglato già il 3 settembre a Cassibile, località nei pressi di Siracusa (gli alleati erano sbarcati in Sicilia il 9 luglio) e il ritardo con cui venne reso noto, unitamente alle ambiguità con cui ne venne gestita la comunicazione tra il 3 e l’8 e successivamente al suo annuncio, a giudizio condiviso degli storici determinò le conseguenze esiziali che ne seguirono.
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Infatti le dilazioni e le ambiguità di Badoglio e del re Vittorio Emanuele III consentirono ai tedeschi di occupare Roma e di accerchiare, nel paese, i principali nuclei dell’esercito italiano. All’occupazione della capitale seguì la frettolosa fuga del re e del governo a Brindisi e la costituzione del cosiddetto “Regno del Sud”, mentre la quasi totalità del paese veniva definitivamente invasa dall’ex alleato tedesco. I vertici dello Stato non seppero garantire e assicurare la continuità della “catena di comando” con le forze armate, elemento determinante in qualsiasi conflitto armato. Queste ultime conobbero episodi di smobilitazione e sbandamento, ma seppero anche dimostrare una capacità di coerenza alla difesa della nazione: il più fulgido esempio di questa vera e propria abnegazione fu la resistenza della divisione Acqui a Cefalonia, che venne annientata dai tedeschi per rappresaglia. Molti furono gli episodi di sostegno concreto che la popolazione del paese offrì ai soldati sbandati, a testimonianza di una solidarietà popolare che precedeva ogni vincolo politico. Molti furono quelli che si unirono alla lotta della resistenza che andava organizzandosi in quelle settimane, in particolare al nord. In quell’occasione, ricordò nel 2003 il Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi, “gli italiani si trovarono soli, ciascuno di fronte alla
propria coscienza”. Per molti anni, nell’interpretare i fatti dell’8 settembre, si è invocata la “morte della Patria”. Fu proprio il presidente Ciampi, invece, a riannodare i fili della storia quando collegò l’8 settembre 1943 con il 1° gennaio 1948, data di entrata in vigore della Costituzione. Per il Presidente Ciampi, infatti, “l’8 settembre non fu la morte della Patria, perché allora la Patria si rigenerò nell’animo degli italiano che seppero essere, seppero sentirsi Nazione”. Ponendo le basi, attraverso la lotta di liberazione, per la maturazione di quel frutto ancora prospero che è la Costituzione repubblicana.
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Gabriele Scaramuzza
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PILLOLE DI MODA: ROLEX OYSTER, UN’ICONA di Monica Zennaro
Mercedes Gleitze, una grande nuotatrice che attraversò per prima il canale della Manica, si prestò per Hans Wilsdorf, fondatore della casa di orologi Rolex, per sponsorizzare il nuovo modello di orologio OYSTER. La Gleitze dovette essere recuperata prima di raggiungere la costa, tuttavia un giornalista del Times notò che aveva un orologio legato al collo ancora perfettamente funzionante. Da qui nacque la leggenda: il mese successivo Il Rolex Oyster Perpetual fu lanciato sul mercato inglese. Hans Wilsdorf, un orologiaio tedesco, si era trasferito a Londra nel 1906 e dopo due anni aveva fondato il marchio Rolex, nome che richiamava il suono del meccanismo della ricarica e che poteva funzionare in tutto il mondo. Per risparmiare le tasse di esportazione, nel 1912 l'azienda spostò la sua sede a Ginevra. In origine Hans e il suo socio producevano solo le casse degli orologi e importavano i meccanismi. Con 6
la creazione di quello che è considerato il primo orologio da polso – prodotto da Cartier nel 1904 per un aviatore importante – iniziò il declino degli orologi da taschino e da qui Hans Wilsdorf intravide una grande opportunità economica. La Rolex Watch Company si cimentò subito sulla produzione di una nuova generazione di orologi affidabili e resistenti... si stava realizzando lo sviluppo di un esemplare resistente all'acqua, e solo quando Rolex acquistò il brevetto per la corona a vite del fabbricante svizzero Perret & Perregaux, fu finalmente possibile realizzare il modello Oyster. Nel 1926 fu presentato e lanciato il primo orologio resistente alla polvere, all'aria e soprattutto all'acqua, aspetto più sorprendente per l'epoca. Seguirono ulteriori progressi nel 1931 con la carica automatica azionata dal movimento, che riduceva gli interventi di regolazione con la corona e garantiva una tenuta all'acqua ancora migliore. Nel 1945 fu introdotto il meccanismo del datario e nel 1953 seguì il Rolex submariner, il primo orologio che garantiva la impermeabilità a una profondità di 100 metri che segnò anche il passaggio da strumento di precisione a oggetto di lusso. Grazie a uno speciale servizio organizzato dallo stesso Hans durante la Seconda
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guerra mondiale, i prigionieri inglesi potevano ordinare, per corrispondenza e direttamente dal campo, un Rolex Oyster, solitamente uno Speedking. Si dice che l'orologio sia servito per cronometrare i movimenti delle guardie e che quindi abbia favorito i tentativi di evasione. Nel 1953 gli alpinisti Tenzing Norgay ed Edmund Hillary indossavano un Rolex Oyster durante l'ascesa dell'Everest e l'orologio funzionò perfettamente anche a 8844 m d'altezza. Sette anni dopo, Jacques Piccard portava una versione speciale del Sea Dweller durante l'immersione alla Fossa delle Marianne, il punto più profondo del mondo, raggiungendo i 10.916 m. Tuttavia forse il più grande riconoscimento arriva dalla fiction: nei romanzi di Ian Fleming, James Bond indossa un Rolex Oyster Perpetual fino al 1995; nella serie cinematografica, l'agente 007 era dotato di un Submariner. A presto, Monica
Il Gabbiano Circolo Ricreativo Culturale Campalto - Villagio Laguna I NOSTRI SERVIZI Consulenza legale gratuita per i soci AUSER - si riceve solo su appuntamento Spesa a domicilio: il ns. Circolo ha il servizio per la consegna gratuita della spesa a domicilio per persone anziane, non autosufficenti, portatori di handicap o con problemi motori temporanei che non possono recarsi personalmnte presso i negozi. I NOSTRI CORSI Corso di nformatica Attività di lavori a maglia, uncinetto, taglio e cucito Ripetizioni scolastiche per alunni di scuola media e superiore LA BIBLIOTECA “LINO SOFFIATO” La possibilità di avere in prestito libri E inoltre: Scuola di Canto Sportello Ludopatia aperto mercoledì h. 15.00/18.00 Per informazioni e appuntamenti: dal lunedì al giovedì dalle 10,00 alle 12,30 il venerdì dalle 16,00 alle 18,00 tel. 041.903525 bibliotecalinosoffiato@gmail.com
Mercedes Gleitze
Circolo Ricreativo Culturale AUSER “Il Gabbiano” Piazzale Zendrini - Villaggio Laguna Venezia - Campalto
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UNA VISITA DA PAURA!
Quando storia locale e leggenda s’incontrano nascono delle esperienze uniche che segnano e suscitano dentro di te, visitatore, quella curiosità, quella voglia di saperne di più che è il movente principale per la diffusione culturale e artistica del nostro patrimonio italiano anche a livello internazionale. Soprattutto nelle uggiose giornate estive non c’è niente di meglio da fare che recarsi a Malcontenta per visitare una delle più belle ville del Palladio. Lo si può fare nel week-end da venerdì a domenica dalle 9.30 alle 12.30 e dalle 14.30 alle 17.30. L’ingresso ha un costo modico di 10 euro. Si può beneficiare anche di una guida accurata in lingua inglese direttamente fruibile da cellulare scaricando il Q-code. Villa Foscari e dintorni sono state oggetto di studi e descrizioni letterarie sin dai tempi antichi. Nel 302 a.C. Tito Livio resta incantato 8
dalla bellezza dai lidi della laguna veneta. Marziale descrive le località del Brenta come ridenti selve attraversate dal fiume ove lussureggianti larici, querce, abeti erano probabilmente dimore delle Driadi. Vitruvio e Strabone descrivono la ricchezza di questi luoghi derivante dalle attività agricole e da quelle ricreative. Dante Alighieri fa cenno dell’irruenza del fiume Brenta nel XV canto dell’Inferno. Nel corso della storia della Serenissima le fonti parlano di lotte intestine tra veneziani, padovani e abitanti di Piove di Sacco per assicurarsi il primato economico dell’estuario e per stabilire una sorta di egemonia politica anche a livello formale. Attualmente Malcontenta e la sua villa vengono visitate da turisti provenienti da ogni parte del mondo che restano ammaliati dalla bellezza architettonica della villa palladiana, ma anche dalla leggenda che la caratterizza. La proprietà appartiene oggigiorno alla famiglia Foscari, i discendenti dei primi committenti del Palladio, ovvero, Niccolò e Alvise Foscari. La visita alla villa offre molti spunti d’interesse artistico sì, ma anche paesaggistico. Il giardino di pertinenza assieme con l’ultima barchessa rimasta e a un’abitazione risalente agli anni 30, meritano di essere apprezzate. La distesa verde e la struttura abitativa potrebbero essere inserite infatti in un itinerario sostenibile che
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miri a valorizzare l’entroterra veneto. Elementi significativi da citare sono appunto il fatto che la villa è stata interamente concepita da Palladio. Gli affreschi interni al piano nobile sono stati eseguiti da pittori veneziani della metà del 1500, G. Zelotti e Battista F. Dal 1994 la villa è Patrimonio dell’Unesco. E’ stata citata dal Vasari per la bellezza dei suoi affreschi dopo la sua visita nel 1566. Tra i suoi ospiti illustri meritano di essere annoverati Enrico III di Francia, Emanuele Filiberto di Savoia, Federico IV e i duchi di Windsor. Ciò che sicuramente colpisce i più giovani e gli amanti del mistero è la leggenda dietro il suo soprannome. La villa viene detta della Malcontenta perché, secondo la leggenda, lì venne rinchiusa una delle mogli dei Foscari. La signora venne segregata all’interno della villa senza la possibilità di uscire o di vedere alcun ospite. Si pensa si tratti di Elisabetta Dolfin, moglie di Niccolò Foscari da cui ebbe due figli, un maschio e una femmina. Sfortunatamente negli ambienti veneziani si diceva fosse una libertina. Nonostante lei cercasse in tutti i modi di smentire le voci, il marito non sopportò più le dicerie e la allontanò in campagna. C’è chi dice di averla vista aggirarsi nel giardino della tenuta. Una bellissima dama vestita di nero dai capelli rosso fuoco che venne appunto soprannominata “la Malcontenta” per tutte le sofferenze che dovette patire. La sensazione appena si visita il
piano nobile della struttura è quella di un’abitazione molto antica, che forse, cela ancora dei tesori nascosti tutti da scoprire. Non è solo la leggenda di questa donna incompresa che tanto penò in vita a suscitare l’attenzione dei visitatori, ma tutta la storia degli affreschi e dei precedenti proprietari della villa. In effetti nel 1848 essa venne occupata dagli austriaci. Le adiacenze vennero demolite e parte degli affreschi perduti. Vennero addirittura recisi gli alberi secolari del parco. Il corpo centrale della villa, che oggi è stato sapientemente ripristinato dagli attuali proprietari, venne adibito a granaio. A volte la storia si macchia di gesta terribili. La dominazione e l’abuso che ha subito questa zona di campagna ha comportato una sorta di frattura storico-artistica. Non è facile trovare le fonti relative alla metà del cinquecento per reperire più informazioni sulla gestione di allora della proprietà. Il territorio veneto offre 4300 ville. Molte delle più significative si trovano appunto sulla riviera del Brenta. Il 98% dei comuni ne vanta almeno una. Se per caso ci si è sulla Romea, non si sa dove andare, se per caso non c’è sole e la destinazione finale per forza di cose non può essere la spiaggia di Sottomarina, un’alternativa niente male è la visita alla Malcontenta. Magari quella sarà proprio l’occasione giusta per incontrare il bel fantasma della Foscarina. Cristina Pappalardo
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Ken Follet è un autore piuttosto controverso: c’è chi lo ama e lo segue fin dal primo romanzo, e chi ne denigra il lavoro ritenendolo dozzinale. Alcune cose però non possono essere negate come, ad esempio, l’ambientazione storica delle vicende da lui raccontate. Dopo il successo straordinario de "I pilastri della terra" e "Mondo senza fine", la saga di Kingsbridge continua con questo romanzo di spionaggio cinquecentesco, in cui racconta con sapiente maestria la grande Storia attraverso gli intrighi, gli amori e le vendette di decine di personaggi che si muovono nel contesto europeo della seconda parte del XVI secolo. Ambientato in uno dei periodi più turbolenti e 10
rivoluzionari di tutti i tempi, “La colonna di fuoco” è un romanzo epico sulla libertà, con un forte richiamo all'attualità di oggi. Attraverso un linguaggio fluente, avvalorato da una serie di personaggi ben costruiti che sanno amalgamarsi perfettamente ai protagonisti che hanno fatto la storia di quel periodo, Ken Follett dà vita ad un romanzo storico di grande spessore, capace di conquistare il cuore di lettori eterogenei, anche di quelli che non sono tra gli amanti del genere. Le vicende si snodano tra la Gran Bretagna e la Francia, passando per la Spagna e per i Paesi Bassi, in un periodo caratterizzato dal conflitto, spesso sanguinoso, tra religioni. L’autore non si risparmia e con occhio acuto riesce a mixare problematiche quali il conflitto spesso sanguinoso tra cattolici e protestanti, le ostilità radicabili nell’estremizzazione del concetto di razza, gli odi con le conseguenti prevaricazioni del più forte sul più debole, le lotte di potere e di avidità che si contrappongono a quel desiderio sempre più pressante di libertà. Su tutti spicca la figura di Elisabetta d’Inghilterra e il suo tentativo, risultato poi vano, di far coesistere in pace e libertà d’espressione le varie correnti religiose in uno stato laico. Concetti di estrema attualità in un mondo dove, ancora oggi, troppo spesso il credo religioso determina le scelte politiche con le ben note drammatiche conseguenze.
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CHE FINE HANNO FATTO?
Poco tempo fa avevo scritto di come gli alberi dell’aiuola condominiale ospitassero una ricca avifauna. Tutto questo fino al 1 settembre quando decine di colpi secchi, alle prime luci del giorno, determinarono un brusco risveglio. Era il “canto” delle doppiette che si era sostituito a quello molto più dolce e melodioso degli uccelli. Poche ore dopo era il deserto: colombacci, tortore e altri abituali frequentatori di quelle fronde (alcuni nidificanti) erano scomparsi. La stessa cosa per il cielo ormai frequentato solamente da qualche raro piccione o dai gabbiani che cercano cibo durante l’aratura dei campi. Anche la cornacchia grigia, che era solita far cadere in volo qualche sua preda sul lastricato della casa di fronte per romperne il rivestimento e cibarsene, ci ha lasciati. Poi, dopo alcuni giorni, le doppiette si sono quasi zittite: ravvedimento? O forse, più probabilmente, non c’erano più animali da abbattere.
A questo punto è lecito chiedersi che fine abbiano fatto le prede di questo sterminio che puntualmente, ogni anno, si ripete a settembre. Se sono finite in pentola, ma ne dubito, mi chiedo con quale coraggio ci si possa nutrire di carni di animali non controllati che sono soliti frequentare i nostri campi spesso avvelenati da concimi, pesticidi e diserbanti. Ben diversa, anche se comunque criticabile, sarebbe una caccia di selezione, controllata e autorizzata, che fosse rivolta verso specie invasive che stanno colonizzando i nostri territori con gravi danni per l’agricoltura e, spesso, per la nostra stessa salute. Ma questo è un altro discorso sul quale sarebbe bene che le autorità preposte si decidessero a intervenire con progetti mirati e a lungo termine, senza preoccuparsi di cercare il consenso dei cacciatori.
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Gianfranco Albertini 11
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CAMPALTO NO Si sono riaperte le scuole in presenza e le attività produttive stanno riprendendo vigore. Anche l’aeroporto Marco Polo sta gradatamente tornando alla normalità pre pandemia e cosa decide di fare ACTV con il nuovo orario autunnale? Sceglie di ridurre alcune corse di bus e vaporetti. Campalto, come ormai troppo spesso accade, è tra le prime a essere penalizzata.
Marciapiedi e strade
Ci è capitato più volte di segnalare come le strade secondarie, e soprattutto i marciapiedi, siano in condizioni disastrose creando reali pericoli per i pedoni, soprattutto per quelli con difficoltà di deambulazione costretti a camminare in strada. Le immagini riprese all’inizio di via Morosina, che costituiscono solo un piccolo esempio della situazione complessiva, parlano da sole. Sono decenni ormai che non viene fatta alcuna manutenzione né riasfaltatura e il transito dei mezzi pesanti che hanno lavorato al bypass ha ulteriormente favorito il degrado. Se poi aggiungiamo il fatto che questa e altre vie sono diventate un vero parcheggio scambiatore per chi si reca in bus a Venezia o all’aeroporto risulta chiaro il disagio arrecato ai residenti. Ma nessuno, a livello di amministrazione pubblica, sembra interessato. 12
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Diritto alla mobilità? Per chi? “Indecenza non più sopportabile al centro di Campalto: mentre il Comune e il suo assessore alla viabilità sono solo interessati a costruire nuovi terminal turistici inutili e dannosi all'ambiente, qui a Campalto siamo costretti a vivere questa quotidianità rischiosa: auto dappertutto che impediscono un passaggio sicuro ai disabili, buche e asfalti sconnessi che minacciano cadute ad anziani e persone in difficoltà; ecc. e quando passano i vigili, si girano dall'altra parte.... BASTA! Consiglieri e delegati svegliatevi dal torpore brugnariano qui i cittadini soffrono queste difficoltà che ostacolano una quotidianità già difficile!” Pino Sartori
via Gobbi 259 - Campalto da martedì a sabato orario 8.15 - 17.30 per appuntamento: 3927242100
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CAMPALTO SÌ
lo chalet riapre le porte Dopo parecchi mesi di chiusura, dovuta certamente alla pandemia ma non solo, lo chalet di via Tiburtina, sede della “Civica Cittadina Pro Campalto” ha riaperto i battenti. Sabato 11 settembre è avvenuto il nuovo taglio del nastro. I lavori, che hanno impegnato un buon numero di volontari, hanno dato nuovo splendore ai locali pronti a ospitare le attività dell’associazione che vanta ormai diversi decenni di vita. Per Campalto è un segnale molto
importante: il nostro territorio, così povero di luoghi di aggregazione, non può che accogliere positivamente la riapertura di questo centro che, ci auguriamo, torni a essere focolaio di promozione sociale e culturale. Saremo lieti di ospitare nelle nostre pagine qualsisi contributo relativo alle iniziative dell’associazione. Tanti auguri da parte della redazione della Pagina di Campalto.
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