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http://issuu.com/lapaginadicampalto lapaginadicampalto@gmail.com APRILE 2022 Anno XIX N°209
MENSILE A SFONDO SOCIALE DI PUBBLICA UTILITÀ
APRILE La “Vergine nel roseto”, dipinta da Martin Schongauer, pittore alsaziano, custodita nel museo di Colmar, è una delle opere più significative della pittura rinascimentale europea. In questo mese di aprile, in cui il bocciolo di rosa la fa da padrone per noi veneziani, abbiamo voluto dedicare ai nostri lettori questa immagine di serenità e candida gioia. Sarà forse in contrasto con il tempo che stiamo vivendo, ma vuole essere di buon auspicio per un futuro che speriamo ricco di sentimenti positivi e di pace. Nel giorno in cui si celebrano il santo patrono di Venezia, Marco, e l’anniversario della Liberazione che vivremo con spensierata allegria, il nostro pensiero va anche a chi della sofferenza fa’ pane quotidiano e nel futuro ripone poche speranze. In questo numero: UNA STORIA DELLA FESTA DI PASQUA_LA SANITÀ NEL TERRITORIO DELLA MUNICIPALITÀ DI FAVARO_BICI NEWS_IL LIBRO DEL MESE_RIAPRONO LE PROCURATIE VECCHIE_PRONTO..._LA PAGINA DELL’ARCHEOLOGIA.
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UNA STORIA DELLA FESTA DI PASQUA
Tintoretto - La resurrezione di Cristo Venezia, Gallerie dell’Accademia
La festività della Pasqua, che quest’anno si celebra domenica 17 aprile, costituisce la più importante festa liturgica cristiana, che in essa ricorda la Resurrezione di Gesù Cristo, e nel contempo una delle più remote occorrenze giudaico cristiane. La Pasqua cristiana, infatti, si sovrappone e reinterpreta uno degli eventi fondativi il popolo d’Israele e la fede nell’unico Dio di Abramo. Lo stesso termina Pasqua testimonia di questa origine remota, derivando infatti dal greco pasha che a sua volta si ricollega all’aramaico pasah (in ebraico pesah) che significa letteralmente “passare oltre”, 2
“passaggio”, Infatti in origine la festa di pesah celebrava il transito, il passaggio del popolo ebraico attraverso il mar rosso, affrancato dalla schiavitù del Faraone. In Esodo, 12 si legge che Dio ordinò al popolo ebraico, per il tramite di Mosé, che nel pomeriggio del giorno 14 del mese di Nisan ogni famiglie ebrea uccidesse un agnello e ne segnasse con gli sangue gli stipiti e gli architravi; Dio ordinò inoltre che le carni dell’agnello fossero arrostite e mangiate in fretta, con gli abiti pronti al viaggio, insieme con pane azzimo ed erbe amare. La notte di quello stesso giorno
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Dio sarebbe passato tra le case d’Egitto e avrebbe ucciso tutti i primogeniti, salvando solo gli israeliti, riconoscibili dal sangue posto sugli stipiti delle loro dimore. Vinto da quest’ultima piaga e prova della forza del loro Dio, il Faraone non si oppose a lasciare partire gli ebrei e le loro famiglie nel cammino dell’esodo. Fin qui la narrazione biblica, che come tutte le grandi narrazioni riunisce, rielabora e reinterpreta in sé mito e realtà storica. Certamente quella di Pesah era in età storica una delle principali festività ebraiche. Insieme a quella di Sukkot (festa delle capanne) e Shavuot (festa delle settimane) costituiva le “feste dei pellegrinaggi” perché in quelle occasioni il popolo ebraico era solito recarsi in pellegrinaggio a Gerusalemme e rendere omaggio al Tempio in cui era contenuta l’arca dell’alleanza. Proprio in occasione della festa di pesah un giovane rabbì, originario di Nazareth, conosciuto come “Gesù il nazareno” si recò presso la Città santa, per incontrare prima il tribunale, poi la morte tramite crocifissione e, secondo la fede cristiana, la resurrezione dopo tre giorni. In questo evento, che è stato storicamente accertato, avviene la connessione tra la Pasqua ebraica, che celebrava il passaggio dalla schiavitù d’Egitto alla liberazione Egitto, e quella cristiana, che celebra il passaggio dalla morte alla vita di Gesù, il crocifisso, nella
Resurrezione. Se la Pasqua ebraica era una festa cosiddetta “fissa” celebrandosi il 14 del mese di Nisan (a cavallo dei mesi di marzo e aprile del calendario occidentale), la datazione della Pasqua cristiana fu dapprincipio motivo di discussione e divisioni, soprattutto tra la chiesa d’occidente e quella d’oriente. Quest’ultima, peraltro, era composta nel primo periodo da ebrei convertiti che quindi tendevano a celebrare la festa immediatamente dopo la Pasqua ebraica, mentre la chiesa occidentale la celebrava la domenica che seguiva il plenilunio di primavera, essendo in vigore in quel periodo il calendario lunare, Fu solo nel Concilio di Nicea, nel 325 d.c., che si adottò per tutta la cristianità il rito occidentale, che la rende in effetti una festa mobile nel calendario. A partire dalla Pasqua si dipanano, tra l’altro, tutti i tempi liturgici della Cristianità, come la Pentecoste e lo stesso Avvento. Le origini della Pasqua rimangono tuttora sedimentate e vive ad esempio nelle abitudini alimentari, con la consuetudine del pranzo con l’agnello (che nella simbologia cristiana rappresenta il Cristo). Inoltre, ancora oggi la cena pasquale per gli ebrei segue un ordine preciso, chiamato seder, che prescrive il consumo di cibi amari per ricordare la condizione di schiavitù in Egitto.
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Gabriele Scaramuzza 3
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LA SANITÀ NEL TERRITORIO DELLA MUNICIPALITÀ DI FAVARO Una delle preoccupazioni più forti dei nostri concittadini è la criticità della Sanità pubblica, resa ancora più grave da due anni di Covid19. Le difficoltà per contattare i Medici di Base, le liste d’attesa per gli esami, le cure specialistiche e per i ricoveri ospedalieri, sono esperienze che sentiamo raccontare da amici e conoscenti e che noi stessi stiamo vivendo. Sempre più spesso i cittadini esasperati si rivolgono al Pronto Soccorso o alla Medicina privata, sopportando disagi e costi insostenibili. Recentemente si è svolto un incontro fra alcuni Medici di Base e operatori sanitari, per fare il punto sulla situazione della Sanità pubblica nella Municipalità di Favaro. Ne è uscito un quadro molto preoccupante per la carenza di Medici, di Base e specialisti, di operatori sanitari. Una situazione che si aggraverà ulteriormente col prossimo pensionamento di un Medico di Base e di altri due nel prossimo anno. In mancanza di sostituzioni i pazienti dei Medici andati in pensione si trasferiranno sugli altri Medici, determinando un sovraccarico insopportabile e disagi ancora maggiori. La difficile condizione di Campalto è aggravata dall’assenza del Medico di Base al Villaggio Laguna. I 4
Medici presenti hanno giustamente posto l’accento sullo stato di continuo stress che colpisce tutti i Medici di Base e Ospedalieri. Già prima del Covid in Veneto mancavano 8000 Medici e, per far fronte a questa cronica mancanza, in Regione è circolata l’ipotesi di aumentare il carico dei pazienti dagli attuali 1500 a 1800, che, se attuata, comporterebbe il grave peggioramento della situazione. La costruzione del Distretto Socio-sanitario di Favaro è stata una grande conquista per questo territorio, frutto delle battaglie dei cittadini, del Sindacato, della Municipalità che è riuscita a individuare il luogo dell’insediamento e l’USL. Il Distretto serve una popolazione di circa 80.000 persone e la sua istituzione si è resa necessaria per seguire i pazienti nel territorio (medicina territoriale), per le cure post-ospedaliere e domiciliari. Durante l’incontro sono state messe in luce alcune carenze “strutturali” dell’edificio, come ad esempio, la limitatezza dello spazio di alcuni ambulatori e la mancanza dell’ascensore per pazienti non autosufficienti. Il PNRR (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza) prevede come prima Riforma da attuare, il rafforzamento dei servizi territoriali, da un lato tramite l’attivazione di Ospedali e
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Case di Comunità, dall’altro sostenendo l’assistenza domiciliare attraverso lo sviluppo efficiente della telemedicina. Il PNRR nazionale prevede la realizzazione di 1288 Case di Comunità e il Piano del Veneto per il 2019/23 ne prevede 99. Le Case di Comunità sono strutture sanitarie promotrici di un modello d’intervento multidisciplinare, con la presenza di Medici di Base, Medici specialisti e Personale infermieristico e quindi luoghi privilegiati per la progettazione d‘interventi di carattere sociale e d’integrazione sociosanitaria. Secondo quanto previsto dal Piano, il Distretto di Favaro dovrebbe ospitare una Casa di Comunità. Per questo sarà probabilmente necessario ristrutturare e ampliare l’edificio del Distretto. Su questo punto occorrerà capire cosa intende fare l’USL e concertare le migliori soluzioni. Il Comune di Venezia dovrebbe intervenire attraverso la condivisione dei Servizi offerti dall’USL con lo strumento dei Piani di Zona. L’auspicio di tutti è che ci sia davvero una profonda Riforma della Medicina territoriale, che ponga rimedio alla cronica carenza di Medici di Base, di Medici specialisti e di personale infermieristico e che siano drasticamente tagliate le liste d’attesa per le visite e gli interventi ospedalieri, in un quadro economico che favorisca la Sanità Pubblica. Lionello Pellizzer
Il Gabbiano Circolo Ricreativo Culturale Campalto - Villagio Laguna I NOSTRI SERVIZI Consulenza legale gratuita per i soci AUSER - si riceve solo su appuntamento Spesa a domicilio: il ns. Circolo ha il servizio per la consegna gratuita della spesa a domicilio per persone anziane, non autosufficenti, portatori di handicap o con problemi motori temporanei che non possono recarsi personalmnte presso i negozi. I NOSTRI CORSI Corso di nformatica Attività di lavori a maglia, uncinetto, taglio e cucito Ripetizioni scolastiche per alunni di scuola media e superiore LA BIBLIOTECA “LINO SOFFIATO” La possibilità di avere in prestito libri E inoltre: Scuola di Canto Sportello Ludopatia aperto mercoledì h. 15.00/18.00 Per informazioni e appuntamenti: dal lunedì al giovedì dalle 10,00 alle 12,30 il venerdì dalle 16,00 alle 18,00 tel. 041.903525 bibliotecalinosoffiato@gmail.com Circolo Ricreativo Culturale AUSER “Il Gabbiano” Piazzale Zendrini - Villaggio Laguna Venezia - Campalto
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BICI NEWS
Qualche buona notizia per il nostro territorio (Campalto esclusa, ma speriamo per poco…). A Favaro, da via Vallenari incrocio via Triestina, c’è una nuova pista ciclabile per arrivare alla Piazza. Per quanto riguarda il collegamento con Tessera, per il quale il Comune ha incassato da oltre tre anni i cospicui contributi di SAVE, siamo agli ennesimi proclami ma non si vede un cantiere in azione. Qualcosa si sta muovendo invece in via Ca’ Solaro; attendiamo gli
eventi e, magari, qualche informazione da parte della Municipalità. La cosa che risalta agli occhi dei campaltini è l’indifferenza da parte dell’amministrazione comunale nell’ascoltare le richieste dei cittadini e il mutismo nel fornire risposte attendibili. Abbiamo chiesto al Consorzio Acque Risorgive un incontro per capire qualcosa sul percorso che dall’idrovora di Tessera porta al bosco di Campalto, ma per il momento nessuna risposta. Stiamo cercando notizie sull’area di via Gobbi abbandonata dopo i lavori del Bypass da dove partirebbe una specie di sentiero con qualche misero alberello che si perde nel nulla. Fuori dal nostro territorio, è stato realizzato un bel percorso in via Trezzo e altri interventi, soprattutto per migliorare il collegamento tra le ciclabili esistenti, sono previsti nel breve tempo a Mestre. Gianfranco Albertini
via Gobbi 259 - Campalto da martedì a sabato orario 8.15 - 17.30 per appuntamento: 3927242100
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Chioggia si tinge di giallo Stefania Crepaldi, scrittrice veneta emergente, esordisce con un giallo fresco e avvincente intitolato “Di morte e d’amore. La prima indagine di Fortunata, tanatoesteta”. Fortunata è un personaggio proteiforme: è tanatoesteta, apprendista pasticciera e anche investigatrice suo malgrado. L’abilità pratica della protagonista femminile è principalmente riposta a favore dei defunti. Lei è infatti l’ultima discendente di una stirpe di becchini, la più antica di Chioggia. Per questo suo padre, un uomo congelato nel dolore per
la morte della moglie, vorrebbe che lei ereditasse l’impresa di famiglia. Eppure la donna vorrebbe incanalare le sue abilità creative a favore dei suoi concittadini donando gioia e dispensando bontà attraverso la degustazione di pasticcini e torte. L’occasione le si presenta quando viene assunta per uno stage nel catering dei fratelli Mengolin, famosi ristoratori veneziani. Per Fortunata potrebbe iniziare una nuova vita, ma il primo giorno di lavoro, durante lo sfarzoso matrimonio della figlia della famiglia Boscolo, il padre della sposa muore in circostanze poco chiare, e i sospetti sembrano convergere proprio sulla giovane tanatoesteta. Così Fortunata, per salvarsi, dovrà improvvisarsi investigatrice. E nel suo cammino così difficile il destino le offrirà uno strano alleato, un uomo misterioso quanto affascinante. Un romanzo giallo quello della Crepaldi che intreccia sorrisi e dolori, con una protagonista piena di voglia di vivere che impronta una vera e propria ricerca indiziaria in un contesto d’eccezione: Chioggia, città magnifica che a volte sembra vivere di vita propria. Non ci resta che leggere questo interessante romanzo e identificarci nei personaggi che la scrittrice descrive così sapientemente.
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Cristina Pappalardo
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RIAPRONO LE PROCURATIE VECCHIE
“Cinquanta archi e cento finestre affacciate alla piazza più bella del mondo, Piazza San Marco”. Sono le Procuratie Vecchie, antica sede dei Procuratori della Serenissima Repubblica, edificio monumentale che copre il lato sinistro della piazza, dalla Torre dell'Orologio al Museo Correr. Mancano dati precisi sull’epoca della sua fondazione, né si conosce quale fosse il primo architetto. L'architettura spicca in tre ordini, con porticato di cinquanta arcate, e doppia serie di archi minori nel secondo e nel terzo, con cento e dieci finestre per fila, e due colonne canalate per ognuna, adorne di capitelli corinzi. Era la sede dei primi benemeriti 8
della città, i principali ministri dello Stato, quali erano i Procuratori di San Marco, che avevano l'ufficio di amministrare le sostanze delle commissarie, erano i guardiani del Maggior Consiglio e i “fabbricieri” della Basilica di San Marco Il palazzo delle Procuratie Vecchie in Piazza San Marco a Venezia ha aperto al pubblico, dopo un complesso lavoro di recupero durato 5 anni, voluto da Generali e curato dall’architetto David Chipperfield, venerdì 8 aprile. L'edificio con oltre 500 anni di storia, si estende lungo l'intero lato nord della Piazza, dalla Torre dell’Orologio al Museo
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Correr. La cerimonia di apertura si è svolta alla presenza di numerosi ospiti istituzionali, esponenti del mondo della politica e della cultura italiana ed europea. Ad aprire la cerimonia il tradizionale alzaremi, un inno dedicato alla città, un'esposizione di bandiere, rivisitate in chiave moderna, sulla facciata delle Procuratie Vecchie e il taglio del nastro. Gli interventi di restauro hanno riguardato la riqualificazione del primo e del secondo piano, dove sono collocati gli uffici della Compagnia assicurativa, la riorganizzazione dell'accessibilità e della fruibilità attraverso l'inserimento di una nuova circolazione verticale e il rinnovamento del terzo piano, con accesso pubblico agli spazi espositivi e a quelli di lavoro, ambienti per eventi e l’auditorium che ospiterà simposi internazionali, congressi ed eventi. Il terzo piano dell’edificio ospita l’esposizione “A World of Potential”, a metà tra un museo della scienza e della tecnologia e un'esperienza antropologica. La mostra
sarà aperta tutti i giorni, tranne il martedì, dalle 10 alle 19. I biglietti possono essere acquistati sul sito thehumansafetynet.org/it I residenti del Comune e della Città metropolitana di Venezia potranno visitare i rinnovati spazi (ingresso Piazza San Marco, 119) gratuitamente fino al 31 agosto esibendo un documento di identità attestante la residenza. Gianfranco Albertini
Veduta delle Procuratie in un quadro del Canaletto. Sullo sfondo l’antica chiesa demolita per fare spazio all’Ala Napoleonica.
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PRONTO, CHI (ROMPE...) PARLA
Vi siete appena seduti a tavola e squilla il telefono; vi alzate per rispondere e, dopo una breve pausa silenziosa, una voce sconosciuta, spesso preregistrata, inizia con “caro cliente ecc. ecc.”. A chi non è mai capitato di ricevere una chiamata sul telefono fisso o sul cellulare da un call center incaricato di vendere prodotti da parte di una società attiva nel settore dei servizi? Un disturbo poco gradito, complice spesso la legittima insistenza da parte degli autori della telefonata oltre che dal momento poco opportuno in cui queste richieste arrivano. Vediamo come difenderci: Mai accettare l’attivazione di un contratto al telefono, anche se vi sembra conveniente e l’operatore non intende ingannarvi. Non è possibile, infatti, che in così breve tempo possano illustrarvi l’offerta in modo esaustivo. Se volete cambiare fornitore, insomma, è meglio 10
contattarlo che farsi contattare! Mai dire “Si” al telefono, perché potrebbero tagliare la registrazione della telefonata e far risultare che avete voluto accettare il contratto. Attenti alle truffe. Mai dare informazioni personali al telefono. Mai dare, ad esempio, i dati della luce o del gas che trovate sulla fattura oppure il vostro codice fiscale o ancor peggio i dati bancari… Bene, fra poco sarà possibile bloccare le chiamate indesiderate anche sui dispositivi di telefonia mobile. L'istituzione del nuovo registro delle opposizioni per gli utenti di telefonia mobile che prevede per smartphone e altri apparecchi portatili le stesse norme in vigore per le linee fisse con il servizio gratuito a disposizione dei consumatori già dal 2010. I tempi dovrebbero essere brevi. Le norme stabilite con il “decreto capienze” approvato dal governo a fine dell'anno appena passato, dovrebbero essere recepite e trasformate in un regolamento vero e proprio fra la fine di gennaio e l'inizio di febbraio. Tappa finale dell'iter sarà il via libera al decreto attuativo, che dovrebbe essere approvato quest'estate. Vediamo come funziona Per "iscriversi" al registro, per chi non l’avesse ancora fatto può nel frattempo registrare il
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proprio numero fisso, ci sono quattro strade: Sul web, dove sono presenti tutte le informazioni sul servizio, compilando un modulo elettronico Per telefono, chiamando il numero verde 800.265.265. Via email con l'invio dell'apposito modulo di sottoscrizione all'indirizzo iscrizione@registrodelleopposizioni.it o con una raccomandata. A questo punto, una volta inseriti all'interno del registro delle opposizioni si avrà la garanzia - almeno a livello legislativo - di non
essere più disturbati con chiamate indesiderate. Cosa dovranno fare i call center Le nuove norme prevedono obblighi anche per le società che gestiscono i call center, che saranno costrette a consultare il registro. Non potranno più telefonare agli utenti sottoscrittori, a partire dal quindicesimo giorno dal loro inserimento nel registro. Altra novità: le società dovranno semplificare le loro procedure di revoca del consenso all'utilizzo dei dati personali del consumatore.
Il breve corso si propone di guidare passo passo gli utenti alla gestione pratica del proprio modello 730 precompilato, invogliandoli a operare in autonomia. Durante gli incontri verranno suggerite anche le modalità per gestire in sicurezza le proprie credenziali, archiviare e -- primo incontro: lunedì 30/05/2022 dalle ore 17 alle 19 -- secondo incontro: lunedì 06/06/2022 dalle ore 17 alle 19 Questo mini corso è proposto e curato da Carlo Dalla Pietà (ex dipendente dell’Agenzia Entrate) in collaborazione con “Auser il Gabbiano” e “Blog Territori e Paradossi”. Le postazioni funzionanti della sala informatica sono otto, pertanto si potranno accogliere altre adesioni (massimo cinque o sei) se muniti di computer portatile o tablet, salvo eventuali nuove restrizioni governative dettate dalla pandemia. Per adesioni e informazioni rivolgersi al seguente indirizzo mail: info.blogterritorieparadossi@gmail.com
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LA PAGINA DELL’ARCHEOLOGIA
I nuovi scavi e il futuro parco archeologico di “Altinum” Sotto la superficie della campagna di Altino si trovano, come ben sappiamo, i resti di una città millenaria, veneta prima e poi romana, attivo emporio e crocevia di culture dall’VIII secolo a.C. al VII secolo d. C.. Ora, il 14 marzo 2022 sarà, probabilmente, una data destinata a diventare storica per Altinum e per il mondo dell’archeologia veneta in generale e lagunare in particolare. Dopo circa 30 anni si è infatti tornati a scavare nell’area del quartiere residenziale Augusteo. Ovvero la zona nei pressi della vecchia sede del museo, attualmente utilizzata per i laboratori didattici. Grazie infatti al lavoro di scavo degli archeologi della ditta Petra di Padova, reso possibile dal finanziamento di 1,7 milioni di Euro da parte del Ministero dei Beni Ambientali e Culturali, finalmente si potrà dare vita a quel parco archeologico 12
così fortemente voluto dalla dottoressa Marianna Bressan, attuale direttrice del Museo Nazionale e dell’Area Archeologica di Altino. Non vi è quindi solo l’intento di arrivare a nuove scoperte ma anche di giungere ad una maggiore comprensione dell’intera area archeologica ampliando i resti da lasciare poi alla vista del grande pubblico. Un nuovo parco archeologico, quindi, che dovrebbe (il condizionale è sempre d’obbligo in questi casi) essere pronto entro l’estate del 2024. Una sorta di “museo all’aperto” che, grazie alla collaborazione fra la Direzione Regionale Musei e la Soprintendenza, unirà la parte attualmente conservata nel Museo con quella degli scavi, sia presenti che in corso d’opera, in un unico percorso fruibile al pubblico, costituendo anche un fattore importante di rilancio per il territorio. In sostanza, non vi saranno più un Museo e un’Area archeologica percepiti, attualmente, come elementi separati, ma assisteremo alla nascita del primo Parco Archeologico del Veneto, realizzato sul modello di altre realtà attualmente esistenti in Italia (si pensi ad esempio a Selinunte, sulla costa occidentale della Sicilia, dove si trova il Parco Archeologico più grande d’Europa e al fatto che in tutta la nostra Penisola vi sono ben 293 aree e parchi archeologici di cui oltre la metà nel
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Meridione). Esso sarà realizzato con una continuità fra la prima area archeologica e AltinoLab (ovvero il vecchio Museo) alla quale si accederà attraverso un passaggio che, nelle intenzioni del progetto, verrà aperto sul giardino, migliorando quindi il collegamento fra AltinoLab e la seconda area archeologica (corrispondente alla zona della porta-approdo della zona portuale di cui si darà conto fra poco). Qui, in quest’ultima zona, non sono attualmente presenti resti archeologici a vista e quindi essa diventerà un percorso naturalistico-ambientale nel quale si i visitatori verranno indotti a percepire, a “sentire” la relazione con la città sepolta sotto i loro piedi anche se non materialmente visibile. Come si diceva in precedenza, la creazione del Parco Archeologico comporterà anche uno scavo estensivo in quella che è, fra le due aree archeologiche attualmente visitabili, quella più promettente, ovvero quella del già menzionato quartiere residenziale augusteo. Considerate le ultime, recenti scoperte, il pensiero degli archeologici è che i nuovi scavi, ora in corso, possano intercettare delle nuove strutture che verranno successivamente lasciate a vista per estendere l’attuale fruizione degli spazi. Il materiale e le aree attualmente visibili, saranno poi rivoluzionati ripensando agli apparati didattici
tramite una integrazione dell’apparato comunicativo tradizionale (pannelli e le tradizionali didascalie statiche) con innovazioni tecnologiche all’avanguardia come la realtà immersiva in 3D. Si menzionava prima la presenza di un’area portuale. Tutto nasce da quando, nel 2009, la rivista Science aveva pubblicato uno scatto aereo-fotografico che, analizzato successivamente da un’equipe del Dipartimento di Studi Umanistici dell’Università Ca’ Foscari di Venezia, guidata da Carlo Beltrame, con la collaborazione di Paolo Mozzi, geologo dell’Università di Padova, aveva permesso di svelare, grazie anche alla comparazione e all’analisi di altre fotografie aeree, la presenza di un grande porto diffuso nell’area di Altino. In particolare, lo scatto in questione mostra una grande darsena a “elle”, dell’ampiezza di circa un ettaro, a ovest del centro urbano dell’antica Altinum, anch’esso rivelato grazie alle immagini aeree. Finora, la presenza di un porto ad Altino era solo una supposizione, stante la vicinanza al mare e il ruolo commerciale svolto dalla cittadina. A questo vanno aggiunti anche le testimonianze provenienti dalle fonti narrative antiche e i materiali rinvenuti durante gli scavi. Tutto concorre a ritenere Altinum uno snodo commerciale molto importante per i traffici che, provenienti da nord, attraverso la via
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Claudia Augusta e dall’entroterra padano, giungevano al mare tramite la Laguna Veneta: legname, olio, vino e lana in primis. In poche parole, una ricerca “senza scavo” che, unitamente agli scavi attualmente in corso e alle indagini subacquee condotte dall’università veneziana lo scorso anno, hanno permesso e consentiranno di ricostruire l’intera area del porto urbano, portando gli studiosi a concepirla come una sorta di sistema portuale diffuso. Rilievi fotogrammetrici, indagini geo-elettriche, carotaggi e campionamenti, hanno finora permesso di svelare diversi edifici attorno a una darsena di cui non si aveva, fino a quel momento, alcuna conoscenza e delle quali strutture non si vedevano tracce dalle sole foto
aree. Tutti questi ritrovamenti sono stati datati dagli studiosi attorno al primo secolo d.C. Ricordo che quest’ultima area si trova a ridosso del nuovo museo archeologico.
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Daniele Rampazzo
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