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http://issuu.com/lapaginadicampalto lapaginadicampalto@gmail.com MAGGIO 2022 Anno XIX N°210
MENSILE A SFONDO SOCIALE DI PUBBLICA UTILITÀ
UN MESE DI ANNIVERSARI Questo mese di maggio ha ricordato eventi piacevoli, come i festeggiamenti per la materna S. Antonio, e altri drammatici. 50 anni dall’omicidio Calabresi a MIlano, 30 dall’attentato al giudice Falcone. in mezzo anni di terrore, di sequestri, di assassinii che hanno toccato pesantemente anche la nostra città. Vorremmo vivere in un mondo di pace, solidarietà, crescita e benessere sociale, ma sembra che altre forze e spregevoli e dubbi interessi continuino a opporsi a questo legittimo desiderio.
In questo numero: BUON COMPLEANNO OLIVIERO_ UNA NUOVA PISCINA A FAVARO_ CORO SERENISSIMA_BUONCOMPLEANNO ASILO S. ANTONIO_IL LIBRO DEL MESE_FLY GYM:LA PAGINA DELL’ARCHEOLOGIA_IL PIAVE MORMORAVA... Alpe di maggio Giovanni Segantini - 1891 Lugo (Vicenza), Villa Valmarana
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BUON COMPLEANNO OLIVIERO!
Il 18 maggio del 1953 nasceva Oliviero Lessi, uno dei protagonisti dei cambiamenti sociali, economici e culturali degli ultimi tre decenni del Novecento, che hanno interessato Campalto e il panorama veneziano e padovano. Professore di statistica presso l’università di Padova, Bologna e Potenza è prematuramente scomparso nel 1995 a causa di un incidente stradale. A 20 anni dalla sua morte è nata l’Associazione di promozione sociale “Amici di Oliviero Lessi” con l’obiettivo di mantenerne vivo il ricordo attraverso svariate attività. 2
E’ stato realizzato il libro “Il disegno di una speranza il racconto di un progetto: Oliviero Lessi”, è stato istituito il premio annuale per la miglior tesi di Laurea in statistica, all’interno del Festival nazionale della statistica che si tiene ogni anno a Treviso e sono stati realizzati una serie di progetti culturali nel territorio campaltino in collaborazione con altre associazioni. Con l’istituto comprensivo A. Gramsci si è costruito il progetto di un concorso annuale rivolto agli alunni che hanno realizzato, a seconda del tema proposto, poesie, fotografie, piccoli cortometraggi, canzoni e musiche e articoli di giornalismo. L’impegno dell’associazione è continuato anche negli ultimi due anni, nonostante il difficile periodo della pandemia: nel 2021 si è costruita una manifestazione di due giorni dedicata a Venezia 1600, grazie alla voglia di realizzare un progetto comune da parte di alcune associazioni locali e sostenuta dall’amministrazione comunale di Venezia e da altre realtà del territorio. Evento ha riscosso molto favore da parte della cittadinanza. Anche per il 2022 ci sono molti progetti da realizzare: un concerto nel mese di giugno, in ricordo di Oliviero, il premio e la presentazione della tesi di Laurea in Statistica, non solo all’interno della manifestazione trevigiana di Settembre
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ma anche a Campalto in una seconda manifestazione, e un ulteriore evento dedicato a Venezia…. nel secondo weekend di Ottobre. Molti impegni a testimoniare che gli amici di Oliviero sono sempre più attivi nel territorio per ricordare il loro amico: il direttivo dell’associazione è così composto: Alessio
Bui, Alessandro Lessi, Francesco Pavan, Giancarlo Pellizzer, Lionello Pellizzer, Paolo Vettorello presidente e Luciano Volpato. Auguri Oliviero, ai suoi amici buon lavoro. Martina Pellizzer
UNA NUOVA PISCINA A FAVARO: SI PUÒ FARE? Abbiamo in più occasioni scritto sulle sorti della piscina di Favaro. Sorta una quarantina abbondante di anni fa, grazie alla sua posizione in prossimità delle scuole, ha permesso a migliaia di bambini di imparare a nuotare. Era stata un’idea lungimirante, assieme alle strutture di Bissuola,, Gazzera e Terraglio, per avvicinare la popolazione alla pratica sportiva,e al fitness. Poi, contrariamente alle altre sopra citate in costante crescita di attività, il lento declino fino alla chiusura definitiva. Negli anni successivi si è trasformato in un fatiscente e pericoloso ammasso di detriti che nel 2018 si è deciso di asportare con un non indifferente esborso di denaro pubblico (che forse impiegato in tempo debito avrebbe potuto salvare questa struttura tanto necessaria al nostro territorio). In quell’occasione, all’inizio dei lavori di demolizione, un esponente importante della Giunta Comunale aveva rilasciato alla stampa le seguenti parole: “È un intervento da una parte doloroso, perché la piscina per quasi quarant’anni è stata al centro della vita e delle abitudini di questa comunità, ma dall’altra quanto mai opportuno e atteso. L’obiettivo è ora quello di lavorare tutti insieme per poter dare al più presto a Favaro una nuova piscina, individuando in primis un sito idoneo dove poterla collocare, e poi le forme di finanziamento più consone per poter realizzare l’impianto in tempi brevi.” Da quel giorno sono trascorsi quasi quattro anni ma quella dichiarazione è caduta nel vuoto. Oggi, finalmente, grazie ad alcune forze politiche più sensibili alle reali esigenze del territorio, sembra che qualcosa si stia muovendo per tornare a dotare la nostra Municipalità di una nuova piscina pubblica. Seguiremo l’argomento e gradiremmo che alla nostra redazione giungessero i commenti e le proposte dei cittadini.
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CORO SERENISSIMA
Nel corso dell’Assemblea ordinaria di inizio anno il Coro Serenissima ha fatto il punto sull’attività del 2021. Nonostante i concerti siano stati pochi, le iniziative alle quali abbiamo partecipato sono state ricche di soddisfazioni. Ricordiamo innanzitutto il primo concerto post lockdown: due serate musicali a Villa Simion per la manifestazione Viva S. Marco, il 19 e 20 giugno, dedicata ai 1600 anni di Venezia; particolarmente emozionante sia per le diverse realtà artistiche intervenute, sia perché da tanti mesi non avevamo potuto cantare in pubblico. Il 18 settembre abbiamo poi partecipato alla manifestazione Parfin Dolse organizzata dal comune di Campagna Lupia, nel quale i nuovi solisti entrati a fine 2020 hanno dato prova delle loro capacità canore. Infine, il 9 ottobre siamo stati invitati a cantare le nostre 4
belle canzoni veneziane dall’associazione Gli amici di Oliviero Lessi, per la manifestazione tenutasi il 9 e 10 ottobre dedicata ai 1600 anni di Venezia. Il concerto è stato molto coinvolgente. Con gli strumentisti che ci accompagnano porgere i nostri canti davanti ad un pubblico che ci conosce ed apprezza da molti anni arricchisce le nostre interpretazioni musicali di sentimenti condivisi, permettendo anche di fondere le voci di coro e pubblico nell’esecuzione dei canti più noti e sentiti, quali La gondoliera, El saor o l’Inno di San Marco. È stato anche particolarmente significativo essere ospitati nella sala Fratelli Cervi, ambiente che ci ricorda la lunga collaborazione instaurata col direttivo del Gruppo anziani. Nei mesi di giugno e settembre siamo stati impegnati nelle registrazioni audio/video di diversi canti
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del nostro repertorio. Si è trattato di un lavoro impegnativo che ci ha permesso di riprendere le fila di un percorso di vocalità ed interpretazione musicale che nel 2020 si era purtroppo interrotto. Tutto ciò è stato possibile grazie all’impegno di tutti e alle voci nuove che sono subentrate a coloro che per diversi motivi, non ultimi l‘età e le paure legate al covid, ci hanno lasciati negli ultimi due anni. Il coro e l’ensemble strumentale si ritrovano per provare nei pomeriggi di lunedì e giovedì, dalle 16.00 alle 18.00, Un’ora supplementare viene dedicata, con orari da concordare prima o dopo le prove, a nuove voci e nuovi strumentisti. La lunga tradizione di accompagnamento dei canti veneziani col mandolino e con la chitarra è stata portata avanti dal precedente direttore del coro, Giancarlo Cartago che, oltre ad aver suonato per anni nel coro, ha armonizzato tutti i nostri canti. Se volete imparare la prassi strumentale dei canti veneziani uno suoi maggiori esperti fa parte del nostro complesso corale e sarà ben felice di trasmettere la sua conoscenza ai nuovi chitarristi, mandolinisti e mandolisti. Unitevi a noi, che vogliate cantare o suonare sarete i benvenuti. Per informazioni contattateci al 320 5562594 o 320 3277210, o via e-mail all’indirizzo info@coroserenissima.it
Il Gabbiano Circolo Ricreativo Culturale Campalto - Villagio Laguna I NOSTRI SERVIZI Consulenza legale gratuita per i soci AUSER - si riceve solo su appuntamento Spesa a domicilio: il ns. Circolo ha il servizio per la consegna gratuita della spesa a domicilio per persone anziane, non autosufficenti, portatori di handicap o con problemi motori temporanei che non possono recarsi personalmnte presso i negozi. I NOSTRI CORSI Corso di nformatica Attività di lavori a maglia, uncinetto, taglio e cucito Ripetizioni scolastiche per alunni di scuola media e superiore LA BIBLIOTECA “LINO SOFFIATO” La possibilità di avere in prestito libri E inoltre: Scuola di Canto Sportello Ludopatia aperto mercoledì h. 15.00/18.00 Per informazioni e appuntamenti: dal lunedì al giovedì dalle 10,00 alle 12,30 il venerdì dalle 16,00 alle 18,00 tel. 041.903525 bibliotecalinosoffiato@gmail.com Circolo Ricreativo Culturale AUSER “Il Gabbiano” Piazzale Zendrini - Villaggio Laguna Venezia - Campalto
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BUON COMPLEANNO ASILO S. ANTONIO
80 anni portati alla grande! Nel 2021 la Scuola paritaria dell'infanzia S.Antonio ha compiuto ben 80 anni! E questo 2022 è l'anniversario dei 20 anni del nostro nido integrato! Ebbene sì un grande traguardo, nonostante le varie difficoltà in particolar modo economiche, che la scuola ha dovuto affrontare negli anni, ma grazie alla comunità e forse pure a un aiutino di S.Antonio è ancora aperta e fa crescere bambini felici. Non potevamo perdere quest'occasione per festeggiare questo grande compleanno; per questo motivo abbiamo creato un piccolo calendario di eventi per invitare tutta la comunità e i campaltini a fare festa con noi. Domenica 8 maggio è stata inaugurata, con la presenza dell'assessore Besio, della municipalità di Favaro Veneto, della Sig.ra Caterina Albano ed 6
il parroco Don Massimo, la mostra fotografica che prova a riassumere la lunga vita del nostro asilo, un viaggio attraverso 80 anni di storia e di ricordi dei bambini di ieri e di oggi. La mostra si trova presso il Centro culturale Pascoli e sarà aperta fino a venerdì 20 maggio. A seguire nel nostro calendario eventi, Martedì 10 maggio presso la sala teatro della parrocchia si è tenuta una narrazione a cura dell'associazione Terra Antica, riguardo la storia del nostro asilo tra informazioni e foto storiche e del territorio e la corrispondenza epistolare delle suore che dirigevano la scuola. Un incontro davvero interessante ed arricchente. Abbiamo voluto che questo anniversario fosse anche l’occasione per fermarci a riscoprire e riflettere insieme - personale della scuola, genitori, comunità
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parrocchiale - su ciò che mettiamo a fondamento del nostro progetto educativo, su ciò che ci muove e su qual è il futuro che ci immaginiamo e desideriamo per il nostro servizio ma soprattutto per i bambini e le famiglie della nostra comunità. Per questo motivo, venerdì 20 maggio alle 17.30 in patronato si è tenuto l’incontro “DALL’ASILO ALLA SCUOLA DI COMUNITA’. Da dove veniamo, dove siamo e verso dove andiamo” durante il quale sono intervenuti l’ Avv. Stefano Giordano, già Presidente Nazionale Fism e Responsabile Nazionale Questioni Giuridiche e la Dott.ssa Manuela Cunico, psicopedagogista FISM Vicenza, due persone competenti e appassionate di temi educativi e
di scuola al servizio della persona e della comunità. I nostri festeggiamenti si concluderanno con la celebrazione della S.Messa il giorno 12 giugno alle ore 10.30 presso la chiesa di S.Benedetto.Siete tutti invitati. Cristina Scarpa
via Gobbi 259 - Campalto da martedì a sabato orario 8.15 - 17.30 per appuntamento: 3927242100
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Bastassero le piccole libertà descritte da Lorenza Gentile nel suo libro intitolato appunto così per raggiungere la felicità, consiglierei a tutti di recarsi in libreria e leggere questo gradevole romanzo della pluripremiata bestseller italiana che vivendo da tanti anni a Parigi, scrive con quel nonsoché di frizzantino e affascinante. Oliva, la protagonista di questo romanzo light alla francese, ha un lavoro abbastanza precario, una realtà per l'epoca in cui viviamo, coltiva una passione segreta per il mondo orientale tanto che si ciba 8
solo di snack cinesi e ha l’abitudine di imitare Rossella O’Hara quando è certa di non essere vista. Fin qui, mi direte, nulla di strano. È la tipica trentenne italiana con una vita a tratti monotona a tratti triste. Abita con i genitori e sta per sposare Bernardo, il sogno di ogni madre. Avvocato, sicuro di sé e follemente innamorato di Oliva. Eppure, ad un certo punto, il lettore scopre che la povera donna soffre di insonnia e di tachicardia e che, a volte, senta dentro un vuoto incolmabile. Tenta di colmare le sue incertezze andando dalla psicologa con scarsi risultati. Basta imparare a tenersi in equilibrio sulla tavola da surf. Viviamo un mare di emozioni del resto! Ma ecco arrivare l’onda anomala che rischia di farla affogare. Dopo anni di silenzio, l'istrionica zia Vivienne – che le ha trasmesso l’amore per il teatro e la pâtisserie – le invia un biglietto per Parigi, dove la aspetta per questioni urgenti. Oliva decide di partire senza se e senza ma. Non ha mai preso decisioni così avventate in tutta la sua vita e ciò la destabilizza. Vivienne non si presenterà all’appuntamento e mettersi sulle sue tracce significherà dover convivere per un certo periodo di tempo con un gruppo di ragazzi che abitano e lavorano in una delle più famose librerie parigine, la Shakespeare and Company. Oliva capisce che non è poi così male vivere alla giornata e che può esserci un modo di stare al mondo
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molto diverso da quello a cui è abituata. Sarà capace la nostra protagonista di incrociare la zia alla fine delle sue peregrinazioni per la ville lumière? O il viaggio a Parigi serve più a lei che alla zia? Di quali questioni
urgenti si tratterà? E voi, cari lettori, sareste disposti a mollare tutto e a partire alla ricerca di nuove emozioni inseguendo l'ignoto? Cristina Pappalardo
A.S.D. FLY GYM CON 37 GINNASTE ALLE NAZIONALI CSEN DI GINNASTICA ARTISTICA A CESENATICO Dopo gli anni 2020/2021 di gare online e quest’anno 2 in presenza contingentata di gare Regionali CSEN a Squadre, Individuali e di Specialità, con i migliori punteggi 37 ginnaste dell’ASD FLY GYM di Campalto (VE) si sono qualificate per le Gare Finali Nazionali CSEN che si svolgeranno dal 27 al 30 maggio a Cesenatico, Grande soddisfazione per i Tecnici Rosanna Rado, Leonilde Iannuzzi e Lisa Pianelli e le aiutanti ex ginnaste Tagliapietra Cristina e Chiara Dori per gli ottimi risultati ottenuti e soprattutto per il numero di iscritte che quest’anno sono stati veramente consistenti, grazie anche all’adesione del Progetto del Comune di Venezia 6sport e 6sport+ che ha contribuito con un voucher di 180 euro per tutte le bambine di 6 e 7 anni. L’ASD FLY GYM si allena nella palestra ex Gramsci – Villaggio Laguna – Via Sabbadino, 7 a Campalto nei giorni mercoledì e venerdì dalle 16.30 alle 19.30 Rosanna Rado LA PAGINA DI CAMPALTO
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LA PAGINA DELL’ARCHEOLOGIA ALTINO: EMERGONO I PRIMI REPERTI DALLA NUOVA CAMPAGNA DI SCAVI
Altino: lacerti pavimentali Come anticipato nell’articolo, apparso nel precedente numero de “La Pagina di Campalto”, sono iniziati, il 14 marzo 2022, nell’area del quartiere residenziale augusteo (la vecchia “Area Est”, aperta al pubblico sul finire degli anni Settanta del Novecento) delle nuove ricerche con il duplice obiettivo di svelare quanto ancora sepolto e di ridisegnare la fruizione della zona, in vista della progettata nuova area archeologica. Gli scavi vengono condotti, lo ricordiamo, dalla ditta PETRA di Padova, con la direzione dei lavori a cura del dott. Massimo Dadà della Soprintendenza 10
Archeologia, Belle arti e Paesaggio per il Comune di Venezia e Laguna, nell’ambito del “Grande Progetto Beni Culturali” grazie al quale il Ministero della Cultura sta finanziando le attività necessarie a trasformare finalmente Altino in un moderno parco archeologico. Una speranza di cui si era resa interprete, già nel lontano 1985, la dott.ssa Bianca Maria Scarfì, allora Soprintendente archeologa e prima direttrice del museo altinate, scrivendo, nel volume Altino preromana e romana, come il luogo meritasse “la creazione di un parco archeologico”. Merito che sicuramente
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Altino ha in quanto, come recita il “Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio”, ovvero il Decreto Legislativo n. 42/2004, all’articolo 101, comma 1, lettera e, la definizione normativa di un parco archeologico è quello di essere “un ambito territoriale caratterizzato da importanti evidenze archeologiche e dalla compresenza di valori storici, paesaggistici o ambientali, attrezzato come museo all’aperto”. Caratteristiche che indubbiamente Altino e le sue aree archeologiche hanno. Infine, è anche da notare come questo permetterà di abbandonare finalmente l’antiquata definizione, composita e laboriosa, di “Museo nazionale e Area archeologica”, che sottolinea la contrapposizione di due istituti concepiti come se fossero una cosa diversa l’uno dall’altra. Si potrà quindi giungere alla più corretta, asciutta, incisiva e maggiormente aderente alla realtà altinate, definizione di “Parco Archeologico”, ovvero di un istituto culturale che non è solo conservazione o ricerca ma che si integra pienamente con la pubblica fruizione da parte di tutti. Al momento, allo stato attuale dei lavori, si può dire che sia emerso lo strato più antico di Altino, dato che, nella zona della cosiddetta “Domus della Pantera” (così chiamata per il mosaico bianco e nero dell’atrio, che mostra l’animale mentre si abbevera) ovvero nei pressi della precedente sede museale, attualmente
denominata AltinoLab, sono state recuperate le superfici che erano già state ritrovate tra gli anni Cinquanta e Sessanta del Novecento durante le prime sistematiche campagne di scavo condotte dall’allora Soprintendenza Archeologica delle Venezie. Questo nuovo scavo, ancora in corso di svolgimento, è stato deciso per comprendere meglio la struttura e le fasi cronologiche dell’abitato prospiciente la strada basolata (che, con andamento a decumano, ovvero da est a ovest, si trova nella stessa area poco sopra citata) oltre a verificare se ci siano strutture meritevoli da essere messe a vista in un futuro che speriamo oramai prossimo. Nella zona a sud di questa strada, gli archeologi si sono quindi riagganciati ai successivi scavi degli anni Ottanta, ma solo per usarli come punto di riferimento. Inoltre, sono state scavate anche alcune trincee “esplorative” verso un’altra area che si ritiene non sia mai stata interessata prima d’ora da scavi archeologici. Infatti, sono state individuate varie zone in cui i numerosi interventi agrari compiuti nel Novecento e nell’Ottocento, in funzione prima di bonifica e poi di recupero della destinazione agricola, sembrano aver risparmiato i livelli di abbandono della tarda antichità oltre ad altre zone in cui gli interventi di scavo, compiuti, prima dell’età contemporanea, sono scesi fino a ritrovare le strutture romane, purtroppo molto
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rovinate. È infatti da tener ben presente che, al di sotto della superficie di calpestio dell’attuale Altino, riposano dei resti, complessi e frammentari, compressi in pochi metri di profondità. Resti che però sono per lo più privi di significative elevazioni, a causa, senza dubbio, delle depredazioni e dei saccheggi compiuti durante le fasi alto-medievali di contrazione e di abbandono, della popolosa e fiorente città tardo-antica e prima ancora romana e prima ancora veneta. Ora, come ha dichiarato la direttrice del Museo e dell’Area Archeologica, la dott.ssa Marianna Bressan, oltre alle operazioni di scavo, si sta procedendo anche a una rigorosa documentazione di quanto emerso finora per poi prepararsi a individuare i settori più promettenti onde procedere con l’indagine stratigrafica. Fra quanto ritrovato finora, sono emersi ampi lacerti di pavimenti in cementizio posti al di sotto dei mosaici attualmente esposti e ben conservati (come quelli della già citata “Domus della Pantera”). Questi resti non sono però in buone condizioni, ma comunque sono degni di nota per le caratteristiche della decorazione e per la loro antichità. Essi ci raccontano una storia ancora più antica, ovvero quella di un quartiere residenziale antecedente a quello attualmente esposto e che nessuno aveva più visto dagli scavi, precedentemente menzionati, degli anni Sessanta. 12
Queste pavimentazioni, però, non sono l’unica novità finora emersa. Infatti, nella zona dell’area archeologica in direzione del nuovo museo, sono riaffiorate anche alcune strutture murarie, una delle quali potrebbe essere la prosecuzione di una banchina portuale già scoperta in passato lungo il canale Sioncello. Un corso d’acqua esistente e utilizzato in quest’area fino al I secolo a.C., ma poi interrato alla fine dello stesso secolo al fine di ampliare, verso oriente, i quartieri abitativi della città romana. Naturalmente, come ben ricorda la dott.ssa Bressan, è ancora presto per giungere a delle conclusioni definitive, ma dopo un mese di scavi vi sono già sul tavolo diverse ipotesi sulle quali gli esperti possono già fin d’ora lavorare. Nel frattempo, sempre nell’ottica di un’attenzione per la fruibilità pubblica di quello che sarà il nuovo Parco Archeologico di Altino, mercoledì 27 aprile è stato possibile, per chiunque, vedere gli scavi dal vivo, nel corso dell’iniziativa “Scavi aperti”. Con partenza dal Museo, guidati dalla direttrice del museo e dal direttore dei lavori, si è snodata la visita alla pavimentazione e alle strutture murarie emerse nel corso degli scavi e di cui abbiamo dato conto in questo articolo.
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Daniele Rampazzo
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IL PIAVE MORMORAVA... IL 24 MAGGIO
Il 24 maggio del 1915 per l’Italia iniziava la tragedia della Prima Guerra Mondiale.La partecipazione dell’Italia alla Grande Guerra ebbe inizio circa dieci mesi dopo l’avvio del conflitto mondiale, durante i quali il paese conobbe grandi mutamenti economici, tecnologici e politici. Inizialmente il Regno d’Italia, guidato dal governo Salandra, si mantenne neutrale e parallelamente alcuni esponenti del governo iniziarono trattative diplomatiche con entrambe le forze in campo, che si conclusero il 26 aprile del 1915 con la sigla di un patto segreto (Patto di Londra) con Inghilterra, Francia e Russia, ovvero le potenze della Triplice intesa. Il patto prevedeva l’immediato ingresso dell’Italia in guerra e, in caso di vittoria, l’Italia sarebbe entrata in possesso
dei territori del Trentino, del Sud Tirolo, della Venezia Giulia, dell’Istria, della Dalmazia, di una serie di isole adriatiche e avrebbe avuto il controllo del Dodecaneso. Durante questo lungo periodo di trattative l’opinione pubblica giocò un ruolo fondamentale. La scelta o meno di entrare nel conflitto mondiale fu condizionata dalle decisioni delle masse popolari, divise tra interventisti e neutralisti. Al termine delle trattative il Regno d’Italia abbandonò lo schieramento della Triplice Alleanza e dichiarò guerra all’Austria-Ungheria il 23 maggio 1915, avviando le operazioni belliche a partire dal giorno seguente. l’Italia dichiarò poi guerra all’Impero Ottomano il 21 agosto 1915, al Regno di Bulgaria il 19 ottobre 1915 e all’Impero Tedesco il 27 agosto 1916. Le ostilità imposero uno sforzo popolare mai visto prima; enormi masse di uomini furono reclutate sul fronte interno così come sul fronte di battaglia, dove i militari dovettero adattarsi alla dura vita di trincea, alle privazioni materiali e alla costante minaccia della morte, che impose ai soldati la necessità di dover affrontare enormi conseguenze fisiche, ma anche psicologiche che sfociarono poi nelle varie associazioni degli invalidi e dei mutilati di guerra. Al momento del suo ingresso in guerra l’esercito italico poteva contare su 35 divisioni
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di fanteria. Il comandante supremo era Luigi Cadorna, figlio di quel Raffaele che nel 1870 aveva espugnato Roma dalla breccia di Porta Pia. Dei 5,7 milioni di soldati richiamati 2,6 milioni erano contadini completamente analfabeti. Mancavano gli ufficiali tanto che si fece ricorso a giovani di complemento. Ma soprattutto non c’era negli stati maggiori una visione della guerra moderna. Il giorno ufficiale di inizio della guerra fu, come ripetuto più volte precedentemente, il 24 maggio 1915, anche se le prime ostilità si ebbero anche prima dello scoccare della mezzanotte. Il primo colpo di fucile della Grande Guerra fu sparato poco dopo le 22 del 23 maggio 1915 (circa due ore prima dell’entrata ufficiale in guerra del nostro paese), in località Visinale di Corno di Rosazzo, lungo la strada che collega Cividale del Friuli a Cormons, ad opera di un plotone di finanzieri che mise in fuga dei soldati austriaci che stavano cercando di prendere di sorpresa gli italiani tentando di minare il ponte
sullo Iudrio. Che poi questi siano stati effettivamente i primi colpi d’arma da fuoco della guerra lo stesso ministero della Difesa non è mai stato in grado di confermarlo e in ogni caso sono numerose le località che rivendicano questa primogenitura. Ma già poco dopo le 02:00 del 24 maggio del ’15 la guerra reclamava anche il primo tributo di sangue italiano: l’alpino udinese Riccardo Giusto, appena ventenne, fu ucciso da un proiettile nemico fra le sue montagne. Il primo caduto di una lista che alla fine ne conterà 650mila. Il primo colpo di cannone fu sparato invece alle 3.55 del mattino dal Forte Verena, sull’altopiano di Asiago. Tutto ciò fu il preludio a quella che inizialmente poteva sembrare una guerra lampo, ma ben presto si scoprì che non sarebbe stato così. La guerra di trincea si diffuse su larga scala costituendone sicuramente il capitolo più terribile e sanguinoso del primo conflitto mondiale. Matteo Pamio
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