Giugno 2022

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distribuzione gratuita presso gli esercizi commerciali a: Campalto - Favaro Veneto - Tessera - Dese

http://issuu.com/lapaginadicampalto lapaginadicampalto@gmail.com GIUGNO 2022 Anno XIX N°211

MENSILE A SFONDO SOCIALE DI PUBBLICA UTILITÀ

TRA SACRO E PAGANO Nel mese di giugno si intrecciano feste religiose e tradizioni popolari, spesso ricordo di riti pagani. Il punto centrale di queste usanze è il solstizio d’estate: dal 22 del mese le ore di luce della giornata, gradatamente, tornano a diminuire, inesorabile preludio dell’inverno. Per il mondo contadino, che alla stagionalità lega il suo benessere, solstizi ed equinozi, fin dall’antichità, sono avvolti da un senso di mistero: da qui la devozione quasi superstiziosa per san Giovanni e gli altri santi del mese.

In questo numero: “ASILO” SANT’ANTONIO_GIUGNO MESE DAI MILLE MISTERI_IL LIBRO DEL MESE_È SCOCCATA L’ORA DEL 730_SCAVO E RIQUALIFICAZIONE DELL’OSELLINO_”A” COME ASTROFILO_LA PAGINA DELL’ARCHEOLOGIA_CAMPALTO NO. Fuochi nela notte di San Giovanni Jules Breton - 1875


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“ASILO” SANT’ANTONIO: MILLE DI QUESTI GIORNI

Domenica 12 giugno si sono conclusi i festeggiamenti per gli 80 anni della Scuola dell'infanzia Sant'Antonio e 20 di nido. Per l'occasione la celebrazione della Santa messa nella Chiesa di San Benedetto, è stata presieduta dal Patriarca di Venezia Monsignor Francesco Moraglia. Prima della cerimonia, la coordinatrice Cristina Scarpa ha presentato al Patriarca la scuola, raccontandone in sintesi la storia e documentandola con foto: da dove si è partiti nel lontano 1941, fino ai giorni nostri. All'ingresso della Chiesa Monsignor Moraglia è stato accolto gioiosamente dalle maestre e dai bambini attualmente frequentanti con cartelloni e canzoni. Durante l'omelia il patriarca ha rimarcato che avere nel territorio una scuola paritaria, quindi non pubblica e nemmeno dei "ricchi", con 80 anni di storia alle spalle, sia un bene comune, da custodire, difendere, proteggere e salvaguardare. I bambini sono gli attori principali 2

e la scuola deve essere percepita come una grande famiglia, un ambiente sano e stimolante per la loro crescita e la loro educazione. Alcune persone della comunità scelte perché sono state parte attiva della Sant'Antonio ed hanno compiuto come essa 80 anni, hanno portato all'altare un mazzo di fiori per festeggiare lo speciale compleanno, insieme alle chiavi della struttura, per chiedere a Dio e a Sant'Antonio di continuare a vegliare e proteggere tutto il personale scolastico, i bambini che ne fanno parte e quelli che si uniranno a questa grande famiglia. Infine hanno consegnato una candela simbolo di luce, di vita, di conoscenza, di speranza che illumini il percorso educativo dei bimbi, delle maestre e dei genitori di oggi e di domani. Al termine della celebrazione, la festa è continuata nel retro del patronato con un brindisi in compagnia di Monsignor Francesco Moraglia

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e dove i bambini hanno aperto un regalo per la scuola: l'impianto fotovoltaico. I donatori preferiscono mantenere l'anonimato, di loro si sà solo che sono i genitori di una bambina di nome Carlotta che è volata in cielo prematuramente. Non potevano mancare una pioggia

di caramelle per i bambini ed un fantastico pranzo comunitario con i genitori. Speriamo di poter festeggiare tanti altri importanti traguardi della Scuola dell'infanzia Sant'Antonio. La storia continua... Serena Bisson

GIUGNO: MESE DAI MILLE MISTERI

Il periodo che si lascia alle spalle la primavera per entrare nell’estate, tra la fine di maggio e il mese di giugno, è contraddistinto in tutte le culture da particolari eventi e feste, legati in origine ai cicli della vita agricola, nonché dal solstizio d’estate, il 21 giugno, data d’inizio dell’estate astronomica, giornata in cui il giorno ha la massima durata rispetto alla notte. Come spesso accade, queste feste sono state oggetto nel corso della storia a progressive riletture e reinterpretazioni, derivanti in particolare, per

quanto riguarda la cultura europea, dall’affermazione del Cristianesimo come religione prevalente nel corso di buona parte della modernità. E’ solo il caso di ricordare, infatti, che solo alla fine dell’epoca moderna si affermano calendari civili, come ad esempio il calendario rivoluzionario francese del 1792, come pure il calendario sabaudo post risorgimentale. Ma tornando al tempo compreso tra il mese di maggio e quello di giugno, potremmo prendere ad esempio di questa particolare sovrapposizione di senso delle festività due casi particolari. Il primo è quello della festa di Pentecoste, che, come suggerisce il nome stesso (che in greco significa “50° giorno”) si colloca 7 settimane dopo la celebrazione della Pasqua, chiudendone anche il tempo liturgico. Qui il Cristianesimo colloca la discesa dello Spirito Santo sugli apostoli, secondo la tradizione evangelica. Si tratta in questo caso – come in moltissimi del calendario cristiano – della sovrapposizione con una preesistente festività ebraica,

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che si teneva 50 giorni dopo pesah, e che era detta “festa della mietitura e dei primi frutti”, segnando anche l’inizio del periodo di mietitura del grano. In origine in quest’occasione il popolo ebraico, di impronta essenzialmente rurale, ringraziava Dio per i doni della terra. Successivamente – primo esempio di sovrasenso già interno all’ambiente ebraico – si volle aggiungere il ringraziamento per il dono più grande fatto da Dio, cioè la legge mosaica rivelata sul Sinai. L’altro esempio paradigmatico riguarda invece le feste di “litha” che si tenevano intorno al 21 giugno, giorno del solstizio d’estate. In queste giornate le culture pagane erano solite celebrare la giornata più lunga dell’anno, che era anche quella a partire dalla quale il giorno cominciava a diminuire la sua durata, con riti molto diversi, il cui tratto unificante era però l’accensione di falò durante la notte, evocando la doppia funzione del fuoco, purificatrice e portatrice di luce. Anche in questo caso il cristianesimo attrasse all’interno del proprio orizzonte simbolico questa festa, collocando il 24 giugno - 6 mesi

prima del Natale – la solennità di san Giovanni Battista, colui che secondo la narrazione evangelica annuncia la venuta di Gesù. La potente simbologia del fuoco trova quindi una sua rifunzionalizzazione nella “notte di san Giovanni”, in cui i fuochi del Solstizio divengono i fuochi del Battista, illuminando le campagne della pianura e le alture delle vallate alpine. Ancora oggi vive la tradizione – solo per citare un caso vicino a noi – nelle vallate dell’alto Adige, sopra Bolzano e le valli vicine, dell’accensione dei fuochi di san Giovanni, spettacolari per il loro fascino. Anche questa volta naturalmente è all’opera una sovrapposizione di senso: fu infatti al sacro cuore di Gesù che Andreas Hofer, condottiero sudtirolese, rinnovò la propria promessa di fedeltà prima della battaglia del monte Isel del 1796, che consegnò alla truppe di Hofer una vittoria inaspettata su quelle napoleoniche, consentendo al rito dell’accensione del fuoco di giungere con rinnovata suggestione fino a noi. Gabriele Scaramuzza

via Gobbi 259 - Campalto da martedì a sabato orario 8.15 - 17.30 per appuntamento: 3927242100

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Nell’ultima edizione del Festival del Cinema di Cannes, un importante riconoscimento è stato assegnato a un lungometraggio ispirato al libro “Le otto montagne”. Dal sapore autobiografico, è il primo romanzo di Paolo Cognetti, vincitore del Premio Strega nel 2017. La sua trama porta il lettore nell’intimità di una storia di famiglia e di amicizia all’ombra della grande montagna tanto amata dall’autore. E infatti la montagna in questo romanzo non è un semplice luogo in cui è ambientata la storia, anzi, pervade ogni pagina. Appare un vero e proprio modo di vivere, nonché di pensare, di vedere, di parlare, di agire. Pietro, l’io narrante, fin dalle prime

pagine, ci immedesima nella propria storia da bambino, che risulta dapprincipio strettamente connessa a quella dei genitori. La loro vita è caratterizzata da un contesto montanaro fino al momento in cui emigrano in città, a Milano, dove il protagonista cresce. Il tumulto cittadino è all’origine dell’infelicità della famiglia, in particolare del padre di Pietro, sicché decidono, durante le loro estati, di andarsene in montagna, a Grana, paesino vicino al Monte Rosa Grazie all’amico Bruno, e al padre di Pietro, l’io narrante è immerso nella passione per l’altitudine. A sua volta e a modo suo si innamora anche lui progressivamente dei paesaggi, dello stile di vita assolutamente diverso dal frastuono milanese di cui si parla pochissimo. Ma è importante sottolineare che il bosco, il torrente, la baita, la stufa, sono così cari a Pietro perché rappresentano l’ambito preferito della sua infanzia, e della sua vita in generale. Il libro è continuamente segnato dalle passeggiate piene di scoperte, dalle chiacchiere curiose a proposito dei segreti e dei misteri della neve, e da tanti altri elementi montanari sorprendenti. Con il suo racconto, intende farci riflettere sul modo in cui pensiamo la montagna, e al posto dell’uomo nella cosiddetta “natura”, non ci propone di viaggiare, bensì di vivere la montagna.

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Gianfranco Albertini 5


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È SCOCCATA L’ORA DEL “730”

Con qualche ritardo è scoccata l’ora del 730, modello di dichiarazione dei redditi che ci accompagna (o perseguita, secondo i punti di vista…) da quasi trent’anni. Ma perché si chiama 730? Perché costituiva la versione semplificata del modello 740, entrato in vigore nel ‘74 a seguito della grande riforma fiscale dei primi anni settanta. Il “740” diventò poi “Unico PF” ed ora semplicemente “Redditi PF” (PF sta per “Persone Fisiche”). Anche se l’avvio della “stagione” del 730 desta sempre qualche apprensione, dato che ci costringe a metterci alla ricerca di ricevute, scontrini e fatture, ormai tutti ne conoscono e, credo, apprezzano i vantaggi. Prima di tutto la rapida disponibilità dell’eventuale rimborso, che viene perlopiù erogato dal datore di lavoro o dall’Ente pensionistico. Tuttavia, pur trattandosi di una versione “semplificata”, non si può dire che la compilazione del modello 730, con oltre cento 6

pagine di istruzioni, sia alla portata di tutti e, quindi, obbliga a prendere appuntamento con un Caf o uno studio commercialista. Nel 2015, con la maggiore diffusione degli strumenti informatici e su espressa volontà politica, l’Agenzia delle Entrate iniziò a predisporre il 730 “precompilato”, utilizzando i dati in suo possesso (es. stipendi e pensioni) e rilasciando una procedura per completare la dichiarazione ed inviarla direttamente, senza passare dai Caf. Negli anni seguenti i dati inseriti nel 730 precompilato sono aumentati considerevolmente, anche per l’obbligo imposto a diversi soggetti (medici, farmacie, banche, assicurazioni, ecc.) di comunicare all’Agenzia delle Entrate gli importi e le caratteristiche dei beni venduti e dei servizi prestati. Ad oggi, rimangono comunque sconosciute al fisco alcune spese detraibili o deducibili, che devono pertanto essere inserite apportando modifiche al 730 predisposto dall’Agenzia Entrate. In molti permane tuttavia una certa sfiducia nella propria capacità di affrontare la procedura informatica per gestire il 730, con il timore di commettere qualche errore che possa pregiudicare l’esito dell’operazione. Da quest’anno si è aggiunta anche la maggiore complessità nell’utilizzo delle credenziali per accedere all’Area riservata

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(Spid-CIE-CNS). Tutte complicazioni che inducono la gran parte dei cittadini/contribuenti ad appoggiarsi ai Caf. In realtà, molte dichiarazioni precompilate sono effettivamente complete e necessitano soltanto di un controllo a video dei dati inseriti e del risultato della liquidazione automatizzata (es. importo del rimborso), prima di effettuare l’invio del 730 con pochi semplici clic: si tratta perlopiù di dipendenti e pensionati che hanno solo spese sanitarie (visite e analisi mediche, scontrini di farmacia, ecc.) o magari anche un mutuo e poco altro. Questi contribuenti possono tranquillamente gestire il proprio 730 in autonomia, senza l’obbligo di conservare ricevute e scontrini e senza passare dal Caf che, dovendo asseverare il contenuto della dichiarazione, richiede di visionare tutta la documentazione relativa ai dati inseriti nel 730. Per questo, le APS “Blog Territori & Paradossi” e “Auser” di Campalto hanno proposto un breve corso pratico per guidare passo-passo gli utenti nella gestione del proprio modello 730 precompilato, superando le remore nell’utilizzo delle credenziali e nell’apportare anche eventuali modifiche prima di inviare la dichiarazione. Per coloro che non hanno potuto o voluto partecipare, un arrivederci al prossimo anno. Carlo Dalla Pietà

Il Gabbiano Circolo Ricreativo Culturale Campalto - Villagio Laguna I NOSTRI SERVIZI Consulenza legale gratuita per i soci AUSER - si riceve solo su appuntamento Spesa a domicilio: il ns. Circolo ha il servizio per la consegna gratuita della spesa a domicilio per persone anziane, non autosufficenti, portatori di handicap o con problemi motori temporanei che non possono recarsi personalmnte presso i negozi. I NOSTRI CORSI Corso di nformatica Attività di lavori a maglia, uncinetto, taglio e cucito Ripetizioni scolastiche per alunni di scuola media e superiore LA BIBLIOTECA “LINO SOFFIATO” La possibilità di avere in prestito libri E inoltre: Scuola di Canto Sportello Ludopatia aperto mercoledì h. 15.00/18.00 Per informazioni e appuntamenti: dal lunedì al giovedì dalle 10,00 alle 12,30 il venerdì dalle 16,00 alle 18,00 tel. 041.903525 bibliotecalinosoffiato@gmail.com Circolo Ricreativo Culturale AUSER “Il Gabbiano” Piazzale Zendrini - Villaggio Laguna Venezia - Campalto

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SCAVO E RIQUALIFICAZIONE DELL’OSELLINO

Lavori del Primo lotto. Sono in pieno svolgimento i lavori del primo lotto dello scavo e riqualificazione dell’Osellino. Il primo lotto è finanziato con 5 milioni di euro e riguarda il tratto del canale dal ponte del Rione Pertini al ponte sulla via Orlanda e il manufatto alle Rotte. Secondo le previsioni, questi lavori saranno ultimati entro ottobre. Fra questi due ponti si sta realizzando la “Varice” ossia uno slargo del letto dell’Osellino che consentirà la fitodepurazione delle acque e l’alloggiamento di un certo numero di barche. La Varice sarà dotata di uno scivolo per l’alaggio delle barche; alle macchine sarà consentito l’accesso all’argine per il tempo necessario alla messa in acqua delle barche per poi sistemarsi nel parcheggio predisposto. Possiamo immaginare che, una volta completati i lavori e la 8

sistemazione del verde, quell’angolo di Mestre sarà molto bello da vedere e visitare. Il tratto della sponda sinistra dal lato dell’Hotel Garden Inn è stato completamente rifatto e, alla base della riva, è stata piantata una fila di pali di castagno per consentire la solida e lunga tenuta dell’argine. Sul pelo dell’acqua sono state seminate piante di fragmite, utilissime per il disinquinamento dell’acqua del canale. Dobbiamo tener conto che attualmente il cuneo salino risale l’Osellino e arriva fino al centro di Mestre. Sul lato opposto sono stati realizzati dei pontili per l’accesso alle barche, serviti da una passerella parallela all’argine. Sarà questo un modello per tutte le successive realizzazioni. Il vecchio manufatto alle Rotte è stato smantellato ed è in

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corso la ricostruzione. La conclusione dei lavori è prevista per ottobre e quindi, successivamente, ci sarà il ripristino della pista ciclabile che dal Passo di Campalto raggiunge il Parco di San Giuliano. Durante i lavori sono stati eseguiti rilievi archeologi, in particolare sul presunto sedime dell’antica via Annia che, secondo alcuni studi, doveva passare nei pressi del ponte del Pertini. L’esito dei rilievi è risultato negativo e quindi è da ritenere che il tracciato dell’Annia fosse in realtà spostato rispetto a questa ipotesi. Interessante anche l’attenzione posta dal Consorzio alla conservazione dei nidi di alcuni uccelli che

nidificano sulle sponde sabbiose dell’Osellino. In particolare i nidi dei Gruccioni, dei Martin pescatore e di un tipo di rondine. La necessità di sistemare gli argini dovrà quindi essere combinata con l’attenzione alla conservazione dei nidi. Le sponde arginali saranno rinforzate alla base ma saranno conservati i siti di nidificazione. Dopo questi interventi sarà realizzato il deposito per il trattamento dei fanghi scavati e prelevati dal letto del canale e si inizierà col secondo lotto che riguarderà il tratto dal manufatto alle Rotte al Passo di Campalto. Lionello Pellizzer

“A” COME “ASTROFILO”

Sin dagli albori della civiltà, per curiosità o per necessità, l’uomo ha sempre subito il fascino irresistibile del cielo stellato. L’osservazione dei suoi fenomeni, come il ciclo delle fasi lunari o l’alternanza delle stagioni, era una cosa essenziale per la vita quotidiana, per determinare ad esempio il momento migliore della semina oppure per orientarsi

con le stelle nella navigazione in mare. Per secoli volgere gli occhi al cielo stellato è stata una attività normale e quotidiana, una abitudine che al giorno d’oggi si sta perdendo e molte, troppe persone, quasi ne ignorano l’esistenza presi dai ritmi frenetici imposti dalla vita moderna e complice anche la quasi impossibilità di scorgere le stelle le cui flebili luci stanno perdendo la battaglia contro le luci delle città. Dai tempi degli antichi Greci gli Astrofili (dal greco astèr, "stella", e philos "amico") hanno sempre avuto un ruolo importante in quello specifico campo della scienza che è l’Astronomia. Anche se sappiamo

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bene che l’Astrofilo è un “dilettante” del campo astronomico e che la quasi totalità degli Astrofili è sprovvisto delle qualifiche per poter svolgere la professione di Astronomo, siamo comunque fieri di poter svolgere anche noi, “amici delle stelle”, un’attività di grande importanza scientifica. Gli Astrofili hanno un ruolo fondamentale nei settori dell'astronomia in cui sono necessarie un grande numero di osservazioni ed una costanza che gli astronomi professionisti non sono in grado di mantenere e ci sono settori in cui gli Astrofili mantengono un ruolo di un certo rilievo contribuendo fortemente alla ricerca con scoperte anche importanti. Attualmente, con un pizzico di orgoglio, possiamo affermare che importante è il contributo degli Astrofili che collaborano con i ricercatori dei più importanti osservatori astronomici del mondo. Una delle principali attività è l’invio quotidiano dei dati di “monitoraggio” dei corpi celesti minori che orbitano nel sistema solare, confermandone la loro posizione. Questo importante lavoro è fondamentale per il controllo di quegli oggetti che potrebbero mettere in serio pericolo il nostro pianeta e i dati inviati quotidianamente vengono confermati ed aggiornati in tempo reale nel database mondiale. La prima associazione a livello nazionale nasce del 1967 e si chiama UAI (Unione Astrofili Italiani) e 10

conta oggi circa 40.000 astrofili attivi. L’UAI è un punto di riferimento per molte associazioni come la nostra e ha al suo interno persone che coprono dei ruoli fondamentali nel campo dell’astronomia anche non amatoriale. Le associazioni di Astrofili locali svolgono inoltre un altro compito che è forse il più importante, cioè quello della divulgazione. Perché la divulgazione è uno degli obiettivi primari delle associazioni di Astrofili? Perché riteniamo che dell’astronomia amatoriale ancora oggi, che esistono veloci mezzi di comunicazione, se ne parli poco o nulla. Per questo le associazioni di Astrofili organizzano meeting, incontri, corsi di introduzione, uscite osservative, riunioni e lavori di gruppo, oltre a sensibilizzare le persone sul tema dell’“inquinamento luminoso” che è il peggior nemico della nostra attività. 4 Nei primi anni 70 gli Astrofili potevano fare le prime osservazioni con strumenti che pochissimi potevano permettersi in quanto la tecnologia di produzione era ancora molto costosa. Dall’esperienza acquisita in quegli anni possiamo oggi vantarci di aver conseguito grandi risultati sia fotografici che scientifici, risultati che vengono di giorno in giorno ampliati visto anche l’abbassarsi dei costi delle strumentazioni che permettono a più persone di avvicinarsi a questo campo. Solo nell’ultimo ventennio, grazie ad internet, la divulgazione ha aiutato non poco

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chi voleva informazioni in merito e grazie a questa molti Astrofili, anche distanti tra loro, hanno avuto la possibilità di “interagire” e lavorare assieme. I grandi progressi tecnologici che si stanno facendo in questi ultimi anni, con continui aggiornamenti e immissioni sul mercato di nuove strumentazioni, hanno portato gli Astrofili a traguardi impensabili fino a non molti anni fa. Il mercato astronomico, seppur con numerosi sforzi per l’acquisto delle attrezzature che non sempre sono economiche, ci consente ora di presentarci come figura importante nel campo scientifico e questo è per noi una forte iniezione di carburante che ci spinge ulteriormente a divulgare questa speciale passione per le nostre amiche stelle. Gli Astrofili sono i promotori di un grande tema scientifico, un tema che a volte mette paura solo al pensiero perché considerato troppo difficile ma che, grazie alla nostra presenza, viene reso più semplice di quanto si possa immaginare. Gli Astrofili ti accompagnano in

un percorso, ti insegnano i primi passi se vuoi iniziare questa speciale attività culturale/scientifica e ti consigliano quali strumenti usare per fare in modo che tu non rimanga deluso da questa meraviglia che si chiama universo. Ti invitiamo a collegarti al nostro sito www. astrofiliveneti.it dove potrai trovare informazioni schede di astronomia e astrofotografia, immagini riprese esclusivamente dall’associazione e altre informazioni utili. Inoltre ci trovi anche sulla nostra pagina Facebook, ti basta cercare “Associazione Astrofili Veneti”. Speriamo di vederti tra noi quanto prima per osservare e studiare il cielo stellato e le meraviglie in esso contenute perché…in fondo siamo solo pezzi di stelle che parlano di stelle! L’Associazione AstrofiliVeneti nasce a Campalto nel 2006 grazie ad una serie di inziative socio-culturali-scientifiche promosse in occasione della festa di S.Martino in Strata e da lì iniziò per noi un percorso divulgativo che non vorremmo fermare….

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LA PAGINA DELL’ARCHEOLOGIA “Nei primi mesi dell’anno 1756, cavandosi certi canali sulla destra di Lizzafusina, ove dalla pietà dei Dogi Agnello, e Giustiniano Participazj fu nel IX secolo fondata l’Abbadia di Santo Ilario, quasi su i margini della Laguna, si disotterrarono varie anticaglie, le quali se diedero materia alle dicerie degli oziosi da un canto, somministrarono argomento dall’altro di sodo discorso agli studiosi delle Venete antichità”. Così scriveva l’architetto e ingegnere idraulico Tommaso Temanza all’inizio della sua opera “Dissertazione sopra l’antichissimo territorio di s. Ilario nella diocesi di Olivolo, in cui molte cose si toccano all’antico stato della Venezia marittima appartenenti”, pubblicata nel 1761 a Venezia a cura dell’editore Giambattista Pasquali. Il veneziano Tommaso Temanza (9 marzo 1705 - 14 giugno 1789) è noto, ai più, per la sua attività di architetto e di proto, ovvero, con parola a noi contemporanea, ingegnere, del Magistrato alle Acque della Serenissima. Operò a Padova (chiesa di Santa Margherita) e a Venezia, dove si può ammirare il suo capolavoro, la Chiesa della Maddalena, tipica per la sua struttura circolare. Ma egli fu anche, in linea con lo spirito razionalista e scientifico dell’epoca, scrittore d’arte oltre che di archeologia nonché appassionato collezionista, anche questo un aspetto peculiare degli eruditi settecenteschi, di “anticaglie”. Fra le sue pubblicazioni, infatti, oltre a quelle di carattere prettamente architettonico e di sistemazione idraulica delle acque lagunari, ne troviamo anche di interesse archeologico. 12

Egli può quindi essere considerato il padre della moderna archeologia lagunare veneziana, condotta con metodo e intesa come studio scientifico dei reperti, non vista quindi come mera raccolta di “anticaglie” a scopo di curiosità o collezionismo. In poche parole, Temanza, nella seconda metà del XVIII secolo, fu il primo studioso che si interessò dell’aspetto storico-archeologico di Venezia. Nella sua opera precedentemente citata, egli infatti pubblica quella che può essere considerata come la prima relazione scientifica relativa allo scavo di un edificio di epoca romana rinvenuto in un’area barenicola ai margini della Laguna, nell’area del Canale Bondante, ovvero a Fusina, poco a sud dello sbocco in laguna del Naviglio del Brenta. Nel suo libro, per la prima volta vengono inoltre affrontati anche gli aspetti morfologici ed elaborate le prime ricostruzioni del paesaggio della laguna in epoca antica, grazie alle sue competenze come ingegnere idraulico. In pratica, il suo fu uno studio storico del territorio, condotto in maniera scientifica dato che integrò i dati ricavati dall’osservazione

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con quelli estrapolati da fonti archivistiche e letterarie. Fonti che derivavano dal suo frequentare, fin dal tempo dei suoi studi giovanili, la “pubblica libreria di S. Marco” (l’attuale Biblioteca Marciana), alla ricerca di materiali che illustrassero la storia di Venezia e della sua laguna. Inoltre, nella sua opera egli provvide anche a descrivere, dal punto di vista artistico, tutta quella serie di oggetti di epoca romana rinvenuti nello scavo del 1756 nell’area a sud di Fusina precedentemente citata. Troviamo infatti, a corredo del testo scritto, diversi accurati disegni di reperti di epoca romana, ripartiti su due tavole, fra cui lucerne, vasi e vasetti, nonché olle in terra rossa e rossiccia con il bollo della fornace che costituiscono parte delle anticaglie dissotterrate oltre a tre mappe geografiche che ricostruiscono l’aspetto morfologico di queste terre rispettivamente nell’età romana, nel IX e quindi nel XIV secolo. Per gli appassionati, si segnala che il testo dell’opera in questione è stato digitalizzato e si trova disponibile, nella sua interezza, gratuitamente, su Google Books. Sarebbe disponibile anche su Archive.org, però, al suo posto, compare un’altrettanto interessante Storia della città di Cortona, opera dell’abate Domenico Tartaglini, nonostante sia stata registrata con il titolo dell’opera di Temanza. Purtroppo, non è invece disponibile sul web, ma nemmeno in commercio, un’altra opera di Temanza: gli Zibaldoni. Si

tratta di cinque volumi, conservati in forma di manoscritto, presso la Biblioteca del Seminario Patriarcale di Venezia (collocazione BSP, ms. 888 sub i). Essi contengono non solo notizie di ritrovamenti archeologici in ambito lagunare ma anche appunti di vario genere relativi alla sua attività di ingegnere e alle vite di architetti e scultori veneziani del ‘500. Infine, ricordo che l’interesse di Temanza per l’archeologia romana era già emerso, vent’anni prima della pubblicazione della sua Dissertazione, in un’altra sua opera: Le antichità di Rimino (Venezia 1741), frutto di un viaggio compiuto nel 1735 a Rimini con lo zio materno, l’architetto Giovanni Scalfarotto (l’autore della chiesa di San Simeon Piccolo, caratteristica per la sua cupola che tutti ammiriamo quando usciamo dalla Stazione ferroviaria di Santa Lucia a Venezia). In questo viaggio “d’istruzione” ebbe l’opportunità di esaminare due celebri vestigia romane, il ponte e l’arco di Augusto, allora in stato di degrado. Con quest’opera egli compì il suo primo, vero studio sull’antichità, nel quale descrisse dettagliatamente i due monumenti da un punto di vista tecnico, ottico e armonico-proporzionale, mostrandosi molto ricettivo verso quanto dibattuto nella trattatistica europea a lui contemporanea. Inserendosi così, a pieno titolo nella cultura del suo tempo.

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Daniele Rampazzo 13


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CAMPALTO NO

La foto, scattata nei primi giorni di questo mese, mostra come non ci sia pace per l’Isola di Campalto. E questa volta non si tratta del sacchetto di immondizie o delle bottiglie di plastica ma del risultato dello svuotamento di abitazioni, probabilmente del centro storico di Venezia, visto che il “regalo” è stato depositato via acqua da personaggi senza scrupoli. Al di là dello sfregio ambientale, ciò che maggiormente colpisce è il disprezzo da parte di questi individui e il disinteresse da parte dell’amministrazione pubblica nei confronti dei tanti volontari, associazioni e semplici cittadini anche provenienti da paesi stranieri, che da anni si prodigano per fare dell’isola un luogo di aggregazione per gli amanti della nautica, e non solo. dove sia gradevole sostare e apprezzare la bellezza della nostra laguna.

via Orlanda, 172/A - Campalto (VE) tel. 0415420288 orari: da lunedì a venerdì 8.30/12.30 e 15.30/19.30 sabato 8.30/12.30 - da settembre a maggio anche 16.00/19.00

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La Pagina di Campalto è curata dal Circolo Ricreativo Culturale AUSER “Il Gabbiano” Piazzale Zendrini 22 Campalto (VE) Tel/fax : 041.903525 - bibliotecalinosoffiato@gmail.com Editore: Circolo Auser “Il Gabbiano” - Direttore responsabile: Giorgio Marcoleoni. Redazione a cura di: Blog Territori e Paradossi - Associazione Culturale. E-mail: info.blogterritorieparadossi@gmail.com Stampato in proprio - Registrazione presso il Tribunale di Venezia n° 1461 del 24 settembre 2003 “La pagina di Campalto” è consultabile online all’indirizzo: http://issuu.com/lapaginadicampalto È possibile rilasciare commenti e domande, segnalare iniziative, suggerire approfondimenti a questo indirizzo e-mail: lapaginadicampalto@gmail.com o visitando la nostra pagina facebook.


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