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distribuzione gratuita presso gli esercizi commerciali a: Campalto - Favaro Veneto - Tessera - Dese

http://issuu.com/lapaginadicampalto lapaginadicampalto@gmail.com marzo 2015 Anno XI N° 138

MENSILE A SFONDO SOCIALE DI PUBBLICA UTILITÀ In questo numero: VENEZIA OFF LIMITS PER PEDONI E CICLISTI_PROGRAMMI TV: L’EREDITà_C’è BISOGNO DI EROI_VOI LA BEVETE L’ACQUA MINERALE?_UNA CAMPALTINA SUL PODIO DEL CARNEVALE VENEZIANO_TUTTO DA RIFARE_UN OSPITE AL CENTRO WUSHU DI CAMPALTO_MIMOSA FIORE DI MARZO_INTERMODALITà_CAMPALTO Sì_rilassiamoci.

Venezia off limits per pedoni e ciclisti Molte decine di migliaia tra pedoni e, soprattutto, ciclisti percorrono il tragitto che collega Venezia alla terraferma; in gran parte si imbarcano al Tronchetto per raggiungere il Lido, Pellestrina o raccordarsi all’itinerario EuroVelo che congiunge i nostri litorali con la Slovenia. Nel corso degli ultimi anni associazioni e singoli cittadini hanno chiesto alle amministrazioni competenti, anche

con l’organizzazione di manifestazioni molto partecipate, la messa in sicurezza del percorso ma a tutt’oggi le risposte ottenute sono assai deludenti. Si è passati da progetti avveniristici difficilmente realizzabili e dai costi insostenibili a soluzioni di ripiego, per altro solo in minima parte portate a termine. la situazione che si delinea allo stato attuale è fonte di notevole preoccupazione in quanto


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Venezia non può essere raggiunta da ciclisti e pedoni in sicurezza attraverso un percorso dedicato. Il quadro politico creatosi negli ultimi mesi non lascia certo ben sperare ed è impensabile attendere l’insediamento della nuova giunta comunale per affrontare la questione. Il punto di partenza privilegiato è costituito dal Parco di san Giuliano dove confluiscono le principali direttrici provenienti dal centro di Mestre e dai quartieri periferici; la prossima entrata in servizio del tram renderà estremamente pericoloso, se non addirittura interdetto come sembra, il transito sul cavalcavia di San Giuliano per pedoni e ciclisti; non diversa è la situazione per la direttrice Venezia – Marghera/stazione FS. Visto il quadro di oggettivo pericolo che si verrà a creare, ci preoccupa il rischio che si debba impedire a decine di migliaia di persone, tra cui una buona parte di turisti stranieri, di muoversi a piedi o in bicicletta tra Venezia e il suo litorale e la terraferma. Ancor più preoccupante sarebbe poi doversi rammaricare per danni alle persone causati da eventuali incidenti lungo il percorso. A ciò va aggiunto il danno economico che si verrebbe a creare per ACTV con il mancato introito dei passaggi verso il Lido, calcolabile in decine di migliaia di euro, e per gli operatori del settore turistico. Difficile calcolare il danno d’immagine che subirebbe, soprattutto all’estero, la nostra città accertata l’incapacità da 2

parte delle amministrazioni locali di metterla in linea con altre città europee sul piano della qualità della vita di cui la mobilità sostenibile è un parametro determinante. Nella mattinata di sabato 21 marzo si terrà una “critical mass” tra san Giuliano e Venezia lungo il ponte della Libertà per richiamare le amministrazioni competenti a risolvere in tempi brevi questo problema che si trascina ormai da troppo tempo. Tenetevi informati sulla pagina Facebook: Amici della Bicicletta Fiab Mestre Gianfranco Albertini

Su e giù per il Ponte in bici tra Mestre e Venezia

sabato 21 marzo basta proClaMi e proMesse subito un ColleGaMento siCuro per CiClisti e pedoni tra venezia e la terraferMa ritrovo a Mestre: ore 09.30: piazzetta Coin ore 10.00: san Giuliano - porta blu

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PROGRAMMI TV: L’EREDITA’ di Giuliano Brandoli

Avete mai visto l'Eredità? E' una trasmissione che va in onda su RAI1 prima del telegiornale delle 20.00 da diversi anni. Niente di speciale, si tratta di un gioco dove i partecipanti si sfidano nell'abbinare i giusti vocaboli ai quiz proposti dal conduttore. Di gioco in gioco ciascuno dei partecipanti viene eliminato fino a che non restano in campo due finalisti che si sfidano per partecipare alla fase finale, detta “ghigliottina”, dove è possibile vincere anche interessanti somme in denaro. La trasmissione viene proposta nell'orario serale, orario in cui si sta preparando da mangiare oppure si è già seduti a tavola: e lì, tra un boccone ed uno sguardo alla TV, capita di impegnarsi per trovare le parole

“giuste”. Il tutto sarebbe piacevole, rilassante e simpatico se non sorgessero sospetti di favoritismi a volte plateali. Le domande che vengono poste sono di difficoltà variabile: da quella difficilissima che richiede una risposta “a caso”, a quella con risposta lapalissiana. Ebbene, molto spesso nel corso della trasmissione le difficoltà delle domande, che dovrebbero essere distribuite equamente tra i partecipanti, si trovano invece concentrate su uno o più partecipanti destinati all'eliminazione (quindi domande difficili), o su un partecipante da salvaguardare (domande facili). Si riesce quasi subito a percepire chi potrebbe essere un sicuro finalista sulla base delle difficoltà o meno dei quiz proposti. Come già detto un programma piacevole, rilassante e simpatico ma all'improvviso, dopo la terza “carognata” ad un concorrente da eliminare o il secondo “favore” a quello da salvaguardare, mi diventa indigesto e mi suggerisce parolacce che non dico, ma a cui penso intensamente! Per favore, fatele in modo professionale le cose: non avete proprio nessuno che sappia imbrogliare bene?

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C'è bisogno di eroi di Elena Brugnerotto

Chi sono gli eroi nazionali italiani? Una domanda da un milione di dollari. Questa domanda mi tormenta da un po', mi inquieta, mi rattrista anche. La mia pena inizia durante una lezione di comunicazione interculturale di qualche mese fa. L'obiettivo di queste lezioni è di capire come far convivere e interagire in questo mondo globalizzato le diverse culture, intese nel senso più ampio del termine. L'idea di partenza è che la convivenza non può verificarsi senza una conoscenza delle tradizioni, degli usi e costumi degli altri popoli, ma soprattutto non può prescindere dalla coscienza della propria cultura 4

in primis. A prendere parte a queste lezioni c'è una classe composta da varie nazionalità e, proprio grazie a questa multiculturalità, attraverso la condivisione, si riesce a dar vita a un dibattito molto interessante. In un esercizio in particolare, si cercava di trovare un modo per definire una cultura analizzandone simboli, eroi, pratiche e valori. Se per i simboli siamo andati via dritti identificandoli con una certa facilità (per noi italiani il colosseo, lo stivale, gli spaghetti, la ferrari....), alla voce eroi nazionali è calato il silenzio. Per eroe nazionale intendiamo un personaggio storico, ancora in vita o di fantasia, alla quale la comunità nazionale attribuisce un certo numero di qualità

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e caratteristiche positive, un esempio di comportamento da seguire. Mentre un po' tutti gli studenti delle altre nazionalità elencavano i loro, noi italiani ci guardavamo tra di noi perplessi. Più passava il tempo e più la perplessità diventava imbarazzo e poi l'imbarazzo incredulità. Qualcuno ha buttato lì un timido “Garibaldi”, ma qualcuno non era d'accordo. Anche sul più scontato dei nomi, siamo proprio sicuri che tutta la comunità italiana lo riconosca un eroe? Io non vorrei farne un dramma di questa cosa, ma voi non lo trovate triste? Cioè, gli americani hanno eroi del calibro di Capitan America e Martin Luther King, e noi non riusciamo a fare un nome univoco? Così ho cercato conforto nella comunità di Facebook e ho trovato un po' di sollievo (grazie zia per aver citato Gino Strada come eroe nazionale, mi ha rincuorato non poco!!) Qualcuno ha nominato gli eroi antimafia Falcone, Borsellino, Pino Maniaci e poi Papa Wojtyla e Beppino Englaro. Anche se io non avrei dubbi a citare Berlinguer, il fronte politico rimane quello più controverso, qualcuno ha detto Beppe Grillo, ma facendo un ragionamento più generale si potrebbe annoverare tra gli eroi nazionali anche Silvio Berlusconi e Benito Mussolini. (pensare che questi nomi possano davvero essere considerati degli esempi da seguire mi dà i brividi, ma conosco più di qualche loro sostenitore...)

Eroi antimafia a parte, rimane il fatto che non riusciamo a far convergere l'opinione pubblica su due – tre nomi sui quali ci troviamo tutti d'accordo e questa cosa mi ha fatta pensare. L'Italia dicono sia “il paese delle contraddizioni”, e come dargli torto?

CAMPALTO SI CAMPALTO NO Questa volta tocca a un Campalto Si. la grande casa che vedete si trova in via Morosina. Da un paio d’anni il proprietario ha attrezzato il tetto con pannelli fotovoltaici. Benché da noi, vista la conformazione del territorio e la presenza di pochi edifici alti, ci sarebbero le condizioni ideali per installarli, in pochi l’hanno fatto. A lui va quindi il nostro “bravo” con l’augurio che in tanti possano seguire il suo esempio.

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VOI LA BEVETE L'ACQUA MINERALE? di Giuliano Brandoli

Quando ero piccolo andavo a fare le spese dal “biavarol”: all'inizio con mia mamma, poi anche da solo per comperare qualcosa che lei si era dimenticata di prendere. Cos'è il biavarol? I più maturi lo sapranno certamente, ma i più giovani e magari chi non è originario di questi luoghi non saprà che il “biavarol” era il negozio di alimentari. Quando ancora tutta la merce non era confezionata o inscatolata; quando tutto veniva incartato, dal chilo di zucchero ai due etti delle sardine sotto sale, quando l'olio si andava a prendere portando da casa una bottiglia vuota da riempire. Nessuno, a quei tempi, andava dal “biavarol” a comprare l'acqua; proprio perchè non era concepito 6

che si potesse vendere (e comprare) l'acqua in un negozio! Oggi quando si gira in un supermercato, grande o piccolo che sia, lo spazio dedicato alle “acque minerali” è proporzionalmente il più esteso del negozio rispetto agli altri prodotti: ci sono acque povere di sodio, gassate, leggerissime, che fanno fare la plin plin, digestive, oligominerali, ecc. ecc. Difficile orientarsi tra i vari marchi, difficile capire, se non si è somelier di acqua, quali possano essere le differenze di gusto e digeribilità dai vari marchi. Esiste poi il problema ambientale qui accennato in un estratto dall'enciclopedia online Wikipedia: Il mercato delle acque minerali in bottiglia ha un'importanza

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particolare in Italia, che guida nettamente la classifica del consumo mondiale pro capite, con volumi che si sono triplicati dal 1985 (65 litri annui pro capite) al 2006 (194 litri annui) (grossomodo lo stesso dato si registra nel 2012, con 192 litri di consumo pro capite, e un volume totale di 12,4 miliardi di litri). Secondo dati disponibili al 2014, il volume d'affari in Italia è valutato in circa 2,3 miliardi di euro, per un settore produttivo che vede all'opera 156 società. I profitti del settore, in Italia, sono giudicati "elevatissimi", anche in virtù dei canoni di sfruttamento, d'importi variabili da zona a zona, ma considerati, in generale, molto vantaggiosi. Significativo è anche l'impatto ambientale, legato al trasporto di circa 6 miliardi di bottiglie e al loro successivo smaltimento: nella sola Italia, una stima

di Legambiente e Altreconomia fornisce un dato di oltre 6 miliardi di bottiglie in plastica da 1,5 litri, con impiego di "450 mila tonnellate di petrolio e l'emissione di oltre 1,2 milioni di tonnellate di CO2". Secondo la Fondazione AMGA, in Italia esisterebbero 514 etichette diverse[4], mentre secondo altre fonti addirittura 608 (un rapporto Legambiente del 2014 stima l'esistenza di 296 marchi). (per leggere il resto in internet: http://it.wikipedia.org/wiki/Acqua_minerale ) Beh, oramai ci siamo abituati a consumare l'acqua del supermercato: perché quella del rubinetto sa di cloro, oppure dicono che sia inquinata, perché previene i più vari disturbi ed addirittura li cura; e poi sapete quanto fa “figo” scolarsi un litro di “quella buona” che costa come il vino!

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SUL PODIO DEL CARNEVALE VENEZIANO C’E’ UNA CAMPALTINA di Francesca Delle Vedove

E’ di Campalto la più bella “Maria” del carnevale veneziano 2015, incoronata dai lettori del Gazzettino che l’hanno votata durante la manifestazione conosciuta in tutta il mondo. Anche se non sarà la protagonista del “volo dell’Angelo” alla prossima edizione, ruolo che spetta alla “Maria” eletta da una giuria competente, Elisa Canese, studentessa campaltina di vent’anni ha conquistato tutti ed oggi può vantare la fascia della “Maria dei Lettori del Gazzettino”, premiata dal direttore dello storico quotidiano. “Fin da piccola andavo al carnevale di Venezia e rimanevo affascinata dalle dodici Marie – racconta Elisa, ancora un po’ frastornata dall’esperienza vissuta e che l’ha vista protagonista sulle pagine dei giornali 8

locali e sui siti internet dedicati alla kermesse carnevalesca - Ho sempre desiderato indossare i loro abiti antichi, ricchi di fascino, e sfilare in piazza San Marco davanti a persone provenienti da tutto il mondo”. Così Elisa, che da diversi anni voleva partecipare alle selezioni per entrare nel gruppo delle madrine del carnevale, quest’anno ha deciso di mettersi in gioco e di partecipare, con successo, alle selezioni. “Tra sfilate in luoghi incantevoli della mia città, serate nei palazzi e cene di gala, è stata l'esperienza più bella e ricca della mia vita, seppure sia durata solo 10 giorni mi ha lasciato emozioni nel cuore che conserverò per sempre”. Le chiediamo: “Ma se fosse toccato a te lanciarti dal Campanile di San Marco il prossimo anno, cosa avresti fatto?”. Elisa non ha dubbi: “Solo a pensarci mi spaventa, ma l'avrei fatto volentieri per la mia città!”. Ad onor di cronaca, vogliamo ricordare che oltre ad Elisa, anche un’altra bellissima ragazza di Campalto, Martina Morucchio, ha indossato quest’anno le vesti di una delle dodici Marie. Quanta bellezza sa offrire Campalto!

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Tutto da rifare! di Francesca Rismondo

Si chiama RiVe ed è un nuovo progetto del Servizio Civile 2014 del comune di Venezia realizzato da Silvia Battel e Sara Del Noce. L'iniziativa ha come finalità la realizzazione di una rete tra i soggetti che nel nostro territorio svolgono attività di riuso. La piattaforma, presente nel sito del comune di Venezia, consente di collegare domanda e offerta di materiali prima del loro riciclaggio e far luce su queste realtà poco conosciute.

All'interno del portale si trovano due sezioni: abbigliamento e accessori, arredamento e oggettistica ed è presente inoltre un'area social con forum, profilo Facebook e blog con i quali è possibile scambiare esperienze e dialogare. Così se si và a dare un'occhiata si possono trovare abiti originali realizzati con tessuti riciclati, accessori da indossare che sembrano sculture realizzati con quotidiani, lattine, mollette o altri materiali riutilizzati oppure sedie, tavoli, lampade da bottiglie di vetro, fusti d'olio, che diventano così oggetti di design. Provare per credere. Anzi, riusare per credere! http://www.comune.venezia.it/ flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/ IT/IDPagina/77945

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Un ospite d’eccezione al Centro Wushu di Campalto

A fine febbraio il Centro Wushu del maestro Alessandro Mattiello, ha ospitato per una settimana il Maestro cinese di arti marziali Liu Fenglai. Nato a Heilongjiang, nella città Fujin nel distretto di Chang An, Liu Fenglai attualmente vive a Pechino dove insegna Wushu alla Yanxi Martial Arts Vocational School. Come ogni anno, durante il capodanno cinese, viene in Italia attraverso un’amica del maestro Alessandro 10

che lavora in Cina. Così, il Centro Wushu lo ospita per stage ed allenamenti con adulti e ragazzi. Quest'anno i ragazzi hanno lavorato su una performance di tigre del nord "Hu Quan" mentre gli adulti hanno provato un nuovo style di Taijij Quan "Style Sun" e Tui Shou Taiji "duetto del Taiji" nel quale i movimenti fluidi ed armoniosi, coordinati con la respirazione, sviluppano un profondo equilibrio tra la forza interiore e l’energia interna. Hanno invitato La Pagina di Campalto ad assistere alle lezioni e noi ne abbiamo approfittato per scattare qualche foto di questa affascinante disciplina.

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Mimosa: qualche curiosità sul fiore protagonista di marzo

di Martina Zorzi

Marzo è il mese che ci fa pensare di più alla mimosa per la correlazione che questa pianta dai pallini gialli e profumati ha con la Festa della Donna. Ma alcuni di voi sapranno che in realtà la mimosa è una pianta australiana a fioritura invernale che, soprattutto nel centro, nel sud e più in generale nelle zone a clima mediterraneo, fiorisce in inverno e si può trovare anche a partire da gennaio. In questo periodo infatti, mentre altre piante sono in fase di riposo vegetativo, le mimose aprono i loro fiori e producono i semi grazie alle riserve di sostanze nutritive accumulate durante i mesi precedenti. Quindi nonostante le sue caratteristiche ci facciano pensare all’arrivo della primavera, possiamo trovarla già alcuni mesi prima. Per gli amanti

dei viaggi e di questa pianta è interessante sapere che in Costa Azzurra si possono percorrere 130Km de la Route du Mimosa, la Strada della Mimosa, un percorso che si snoda tra gli antichi borghi francesi della Provenza perfettamente conservati e che vanta la presenza di fino a novanta diverse specie di mimosa. Io sono stata in alcuni di quei luoghi un po’ di tempo fa ed è stato uno spettacolo davvero insolito e incantevole. La Strada va da Bormes-lesMimosas, villaggio fiorito del 12° secolo, a Grasse, la capitale dei profumi, ed è il simbolo di una Costa Azzurra invernale che ci immerge in un’esplosione di giallo e azzurro. Alcune di noi donne avranno ricevuto il rametto di mimosa l’8 marzo: per conservarlo al meglio basta metterlo in acqua preferibilmente tiepida, aggiungere due gocce di limone per creare il ph adatto e lasciare in ambiente luminoso e umido. Per giocare un po’ con la creatività si possono preparare poi piatti celebri ispirati alla mimosa: tra i più noti la torta mimosa, il risotto mimosa e il cocktail mimosa. Le ricette si possono trovare facilmente consultando i blog dedicati alla cucina che si trovano in internet.

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Intermodalità Di Gianfranco Albertini

Con il termine ” intermodalità”, applicato al settore dei trasporti, si può intendere la possibilità di muoversi con facilità servendosi di una rete efficiente di mezzi pubblici o privati ben interconnessi tra loro. Faccio un esempio: esco con la bici di casa, la sistemo in un luogo dove sia sicuro di ritrovarla al mio ritorno, e salgo sul bus. Arrivo in stazione dove un treno mi attende. Il tutto aspettando pochi minuti le coincidenze. Questo è ciò che accade da decenni nel resto dell’Europa civile dove si è fatto di tutto per favorire l’uso dei mezzi pubblici; ancora oggi urbanisti ed esperti di mobilità continuano a lavorare per rendere le reti sempre più efficienti, più sicure e, soprattutto, meno inquinanti. E da noi che 12

succede? Prendiamo ad esempio il sistema Mestre – Venezia: nella città lagunare l’uso del mezzo pubblico è praticamente obbligatorio, ma in terraferma? Gli autobus passano con frequenze inimmaginabili nelle città tedesche o olandesi, il tram stenta a decollare mentre la rete di collegamenti ferroviari locali (metropolitana di superficie) è ancora molto lontana dalla sua realizzazione; di conseguenza la gente si muove in auto. A chi non è capitato di vedere lunghe file di auto, con il solo guidatore a bordo, muoversi lentamente per le vie cittadine aggravando la già precaria qualità dell’aria? Esistono delle soluzioni? Certamente sì, ma bisognerebbe incidere non poco sulle abitudini della gente che è avvezza a salire su un mezzo per scenderne solo arrivata a destinazione; il concetto di cambiare due o più mezzi non fa parte della nostra “cultura dei trasporti”. Tra breve entrerà in servizio la linea tramviaria per Venezia che transiterà per viale San Marco e san Giuliano: che senso ha mantenere invariati i percorsi delle linee 9 e 19? Non offrirebbe un servizio migliore una navetta, con frequenza che potrebbe essere di pochi minuti, da Favaro fino alla fermata del tram per Venezia o per Mestre? Si potrebbe in questo modo andare alla fermata e attendere senza preoccuparsi degli orarai, spesso disattesi. ACTV ha da sempre preferito impostare il servizio autobus con corse a orario cadenzato

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su percorsi talvolta lunghi decine di Km piuttosto che migliorare la frequenza riducendo le distanze percorse e incrementando il numero di corse. Non sarebbe ora di cambiare e adeguarsi agli altri paesi civili? Un altro esempio a noi molto vicino è il padiglione in preparazione presso il centro Vega per la prossima Expo: secondo i progetti avrebbe

dovuto costituire il classico esempio di “hub intermodale” con accesso alla ferrovia, attraco del vaporetto e pista ciclabile per Venezia, ma l’unica realizzazione che sembrerebbe certa è un parcheggio per qualche migliaio di auto. Così, nella città che vorrebbe vantare il primato di più ecologica, sono ancora le quattro ruote a farla da padrone.

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www.territorieparadossi.it

Hai seguito i primi eventi di CampArte? Hai suggerimenti o consigli da inviarci? Hai qualche critica da fare? Vuoi proporre qualche iniziativa da inserire nel programma? Ci trovi su a “Camparte festival” o nel sito di Blog Territori e Paradossi www.territorieparadossi.it

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rilassiamoci...

La velocità con cui una donna dice “niente” è inversamente proporzionale al casino che sta per scoppiare

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A cura del Circolo Ricreativo Culturale AUSER “Il Gabbiano” ONLUS (auser.ilgabbiano@alice.it) Editore: Circolo Auser “Il Gabbiano” - Direttore responsabile: Giorgio Marcoleoni. Redazione a cura di: BLOG - Territori e Paradossi Associazione Culturale. Redattori: Giuliano Brandoli, Daniele Conte, Chiara Foffano, Elena Brugnerotto, Francesca Delle Vedove, Carlo Albertini, Romena Brugnerotto, Martina Zorzi, Martina Pellizzer, Francesca Rismondo, Gianfranco Albertini. Indirizzo: Piazzale Zendrini 22 Campalto (VE) Tel/fax : 041.903525 - E-mail: lapaginadicampalto@gmail.com Stampato in proprio n° 2000 copie - Registrazione presso il Tribunale di Venezia n° 1461 del 24 settembre 2003 “La pagina di Campalto” è consultabile anche in Internet all’indirizzo http://issuu.com/lapaginadicampalto è possibile rilasciare commenti e domande, segnalare iniziative, suggerire approfondimenti a questo indirizzo e-mail: lapaginadicampalto@gmail.com oppure visitando la nostra pagina facebook.


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