distribuzione gratuita presso gli esercizi commerciali a: Campalto - Favaro Veneto - Tessera - Dese
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MENSILE A SFONDO SOCIALE DI PUBBLICA UTILITÀ
29 OTTOBRE La giornata di lunedì 29 ottobre sarà ricordata dai veneziani per l’acqua alta eccezionale mentre ben altri saranno i ricordi della popolazioni di montagne di Veneto, Trentino e Sudtirolo. Corsi d’acqua impazziti, frane e, soprattutto, milioni di alberi abbattuti dalla furia del vento. Un vero uragano ha colpito il triveneto e si itiene che per rigenerare il patrimonio boschivo potrebbero servire più di 200 anni!
In questo numero: EVENTI DISASTROSI NELLE DOLOMITI_5 BUONI MOTIVI PER PREFERIRE UNA GITA AL CENTRO COMMERCIALE_CAMPALTO SI, NO: NUOVA AREA CANI E COOP CHE SE NE VA_COMPOSTAGGIO DOMESTICO_PILLOLE DI MODA_LA GUERRA È FINITA_T&P NEWS
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EVENTI DISASTROSI NELLE DOLOMITI: IL DELICATO MA VITALE RAPPORTO FRA UOMO E NATURA
Cesare Lasen è fra i massimi esperti di botanica del nostro Paese, noto soprautto per il suo ruolo alla direzione del Parco Nazionale Dolomiti Bellunesi e per le numerose attività didattiche in cui viene coinvolto. Per la Fondazione Dolomiti UNESCO è membro del Comitato Scientifico. Riportiamo una prima riflessione sull’evento meteorologico estremo che ha colpito le Dolomiti alla fine di ottobre. Gli sconvolgenti eventi meteorologici di questi giorni, che hanno originato lutti, sofferenze, apprensioni, ma anche tanti esempi di vitalità e solidarietà, sollecitano riflessioni profonde per evitare che prevalgano (come già segnalato dai media) reazioni di tipo emotivo che, per quanto comprensibili e a fin di bene, rischiano di produrre nuovi danni di tipo ecologico. Sarà opportuno, infatti, interrogarsi sulle cause profonde e remote dei catastrofici eventi e sulle prospettive che si aprono per popolazioni montane già penalizzate da fattori orografici, ma anche da scelte di natura politica e 2
socio-economica che hanno favorito altri interessi relegando la montagna, quella bellunese in particolare, a un ruolo marginale. L’inserimento di estesi settori dolomitici nella Lista del Patrimonio Mondiale UNESCO è avvenuto sulla base dei criteri riguardanti la storia geologica e la bellezza paesaggistica. Non v’è dubbio che l’effetto combinato di intense precipitazioni (che hanno innescato frane e alluvioni) e di raffiche di vento insistenti e senza precedenti (con interi versanti boscati divelti e resi irriconoscibili), abbia inciso sull’assetto e percezione del paesaggio. Sappiamo che i processi
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naturali, e le successioni ecologiche possono contribuire a rimarginare le ferite, ma solo in tempi molto lunghi. In tal senso preoccupano alcune forme di interventismo che pensano alla ricostituzione del patrimonio boschivo attraverso reimpianto artificiale. Si dovrà avere un quadro molto più preciso dei danni subiti, capire quali formazioni sono state maggiormente colpite, valutare le vocazioni forestali sito per sito e la maggiore o minore distanza dei popolamenti distrutti rispetto a quelli più prossimo-naturali. Ma la preoccupazione, non da oggi, riguarda lo scenario del cambiamento climatico e la possibilità che simili eventi possano ripetersi con sempre maggiore frequenza. Le responsabilità derivanti dai nostri comportamenti e consumi non sono un’opinione, ma un dato di fatto ormai insindacabile. Converrebbe, a tal proposito, rileggere con attenzione alcuni passaggi dell’enciclica Laudato Si’ che non si limita a denunciare lo stato di sofferenza del pianeta, ma riconduce i dissesti ecologici a una crisi che è anche sociale, etica, globale e che origina sempre nuove disuguaglianze. Per continuare a vivere in questi luoghi, bellissimi ma fragili, necessitano misure adeguate che contribuiscano a restituire prospettive di speranza. Ma serve, anzitutto, ripensare ai modelli di sviluppo, per assecondare le funzionalità ecosistemiche, senza la pretesa di costringere i torrenti in
alvei ristretti, di costruire ovunque, di aumentare le emissioni di anidride carbonica e di altri gas che favoriscono l’effetto serra. Ciò significa agire anche sui consumi, pensare a ridurli evitando sprechi, a rinaturalizzare i corsi d’acqua piuttosto che a nuove arginature, a coltivare i boschi rispettando maggiormente la vocazione (impianto coetanei sono più fragili). Va rilevato che è falsa e fuorviante l’idea che i disastri siano dipesi dall’abbandono. Certo adeguate manutenzioni sono necessarie e auspicabili, ma dovremmo prepararci ad affrontare altri eventi con la consapevolezza che la Natura esige maggiore rispetto e attenzione. Ovviamente si auspica che quanto prima vengano risolte le emergenze per assicurare i bisogni primari, ma va sempre privilegiata la ricerca del bene comune rispetto ai pur legittimi interessi privati. Per semplificare, continua ad aver senso pensare a nuovi impianti per lo sci alpino considerato l’attuale trend climatico? Siamo davvero sicuri che essi siano la panacea per promuovere nuovo sviluppo? E visto che le nostre acque sono già ovunque molto sfruttate ha senso insistere con nuove centraline? Rispettare gli equilibri e le leggi degli ecosistemi naturali diventa il principio fondante di un nuovo approccio al nostro modo di utilizzare le risorse che il pianeta mette a disposizione e che, attualmente, sono anche alla base di profonde
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disuguaglianze. In questo evento, a parte i morti e i disagi che richiederanno tempo e investimenti per un ripristino almeno essenziale, ha colpito la devastazione del patrimonio boschivo, manifestatasi in una misura senza precedenti (pur auspicando che la stima di 100000 ettari distrutti, corrispondenti alla metà dell’intero patrimonio boschivo provinciale sia un arrotondamento in eccesso). I danni risultanti, in attesa di un censimento preciso, sono paragonabili forse solo ai due eventi bellici del secolo scorso. Solo un senso di profondo rispetto, derivante anche dalle conoscenze scientifiche, ci potrà aiutare a individuare soluzioni per superare un quadro che non è ancora definito nelle sue dimensioni e nell’irregolare ripartizione geografica, ma che non lascia dubbi circa la sua origine e i nefasti risultati di scelte che hanno privilegiato risultati economici di breve periodo rispetto ai tempi
richiesti dagli ecosistemi per rigenerare la loro capacità produttiva e di stabilizzazione. Non mancano, in proposito, correnti di pensiero che tenderanno a individuare le cause nell’abbandono e nello scarso sfruttamento del patrimonio forestale. Ciò significherebbe allontanarsi dalle cause reali e insistere ciecamente nelle forme tradizionali di sfruttamento, penalizzando sempre più le generazioni future, verso le quali stiamo indebitandoci forse irreversibilmente. Necessita, quindi, ripensare, anche con molta umiltà, il nostro stile di vita, la logica dei consumi, i principi sui quali poggiare la sempre sbandierata crescita, vista come unica panacea per poter star meglio anche quando i segnali sono inequivocabili e vi è certezza che le risorse del pianeta sono limitate e che insistere nel raschiare il barile può solo prolungare l’agonia. Cesare Lasen
5 BUONI MOTIVI PER CUI LA GITA È MEGLIO DEL CENTRO COMMERCIALE Nel corso di questo mese noi ragazzi della comunità Fatima abbiamo fatto diverse gite durante la domenica. Una di queste è stata al “Sea Life” di Jesolo: abbiamo visto un sacco di pesci strani, coralli, anemoni, toccato le uova di squalo e visto come nutrivano questi animali. Siamo rimasti 4
a bocca aperta perché sembrava di essere in mezzo all’oceano! Un’altra volta siamo andati al festival delle mongolfiere a Treviso. Lì c’era tutto su questi mezzi di trasporto: come si costruiscono, come funzionano, come sono state inventate, come volano. Molte si stavano librando con i bruciatori a tutta forza
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creando una tavolozza di colori nel cielo. Lì ci hanno anche insegnato a costruire gli aquiloni e a farli volare…è stato proprio divertente! In una terza occasione siamo andati a fare una bella passeggiata alla baita Segantini ai piedi delle Pale di San Martino in provincia di Trento. Abbiamo fatto un percorso bello lungo interrotto da una pausa per il pic nic al sole con lo splendido scenario delle Dolomiti e del lago di Colbricon. Camminare è stato faticoso ma ci ha permesso di vedere panorami stupendi e sentire la soddisfazione una volta arrivati in cima. L’ultima domenica siamo andati invece a Padova a vedere il museo della terza armata vicino a Prato della Valle: c’erano le armi che usavano i militari durante la prima guerra mondiale e vari utensili e oggetti. Erano a disposizione anche delle foto vere dell’epoca. Questo museo ci ha fatto pensare che il tempo della guerra deve essere stata proprio triste e brutta. Quindi vogliamo consigliare a tutti 5 buoni motivi per cui fare delle gite è meglio che andare al centro commerciale la domenica:
3. In gita si vedono e si imparano cose nuove, al centro commerciale non c’è nulla da imparare (o quasi); 4. In gita si gioca a salire sugli alberi o con gli animali e la natura, al centro commerciale si fanno compere e commissioni; 5. In gita impari la vita fuori dal tuo paese, al centro commerciale fai sempre le stesse cose. Speriamo di avervi dato qualche utile spunto di riflessione e qualche idea per le vostre gite!! I ragazzi e gli educatori Comunità Fatima Campalto
1. In gita ci si diverte perché si fanno delle cose mentre al commerciale dopo un po’ ci si annoia; 2. In gita si possono non spendere tanti soldi mentre il centro commerciale invita proprio a svuotare il portafoglio; LA PAGINA DI CAMPALTO
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CAMPALTO SI
Area Cani al Parco Chiarin di Campalto Viva soddisfazione per gli Amici del Cane di Campalto e di tanti cittadini per la realizzazione dell’Area Cani al Parco Chiarin. Una struttura attesa da anni e che ora vede la sua esecuzione con una progettualità funzionale e positiva. La realizzazione (montaggio) dell'Area Cani è suddivisa in due sub aree: cani di grossa e media taglia e cani di piccole dimensioni (lato parco giochi bambini). Una fontana per ogni area, panchine e appositi cestini affinché i proprietari dei cani possano fare le dovute pulizie. Un sentito ringraziamento alla Municipalità di Favaro Veneto e al suo Presidente Marco Bllato, al Sindaco di Venezia Luigi Bugnaro, agli Assessori Francesca Zccariotto e Massimiliano De Martin, al Dirigente tecnico preposto Mario Scattolin. 6
Un’area meravigliosa per i cani di Campalto che finalmente hanno la loro area di paradiso dove possono tranquillamente correre e giocare senza disturbare nessuno. Speriamo diventi un’occasione in più per far conoscere e apprezzare il meraviglioso bosco del Parco Chiarin, dalla illuminazione alla tutela della vegetazione e soprattutto rilanciare la bella e storica Campalto, con Villaggio Laguna, Punta Passo, le ciclabili naturalistiche in gronda lagunare con l’affaccio su Venezia. Con l’inaugurazione dell’Area Cani è auspicabile l’inserimento di nuovi giochi per la gioia dei nostri bambini. Evviva! Ezio Ordigoni e Giuliano Collavini Associazione Amici del Cane
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CAMPALTO NO
Coop addio Nei giorni scorsi sui social è apparsa la notizia della chiusura a breve della Coop di via Passo, confermata proprio in questi giorni. La cosa circolava nell’aria già da diverso tempo, tant’è che buona parte del personale era stato spostato da mesi nel punto vendita in zona Terraglio. Come ormai troppo spesso accade, sono apparsi commenti di tutti i generi, talvolta contornati da risvolti politici. Mi preme invece sottolineare, quando chiude un esercizio commerciale, che viene a mancare un servizio per i cittadini. Ognuno è libero di fare la spesa ove meglio gli aggrada ma a Campalto sta diventando empre più complicato rifornirsi dei beni di prima necessità Mentre la popolazione è sempre più in là con gli anni, quindi sempre più
in difficoltà nei suoi spostamenti, i negozi di vicinato rappresentano una risorsa indispensabile. È impensabile, e soprattutto poco rispettoso per i cittadini, che si debbano percorre lunghi tragitti su strade non certo accoglienti o servirsi dei mezzi di trasporto er una carta di affettati o un pezzo di formaggio. Sempre le solite le motivazioni addotte: nuove strategie aziendali, scarsa produttività e quant’altro. Secondo il parere di molti invece, anziché procedere con una ristrutturazione come avvenuto in tempi recenti in via San donà, il punto vendita è stato volutamente fatto morire. Il personale più qualificato, che da anni ci serviva con attenzione e pazienza, è stato spostato in zona Terraglio, lasciando a Campalto la desolazione. Se non si interverrà con altre soluzioni, restano Lidl e Villaggio Laguna Abbiamo visto chiudere negli anni recenti panifici e rivendite di alimentari vari, senza che se ne aprissero di nuove, sostituite da bar, sportelli bancari o attività professionali. Ora sarà la volta della Coop, per un paese sempre più povero. La Municipalità ha promesso un suo intervento per affrontare il problema ed è stata aperta una petizione online che si può firmare sul sito Change.org “contro la chiusura della Coop di Campalto”.
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Gianfranco Albertini 7
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COMPOSTAGGIO DOMESTICO: NECESSITÀ E PASSIONE! (PARTE PRIMA)
Nell'area di gronda dove viviamo, moltissimi dei miei concittadini risiedono in edifici singoli o condominiali con giardino e aree scoperte magari dotati di vegetazione arborea e/o arbustiva che con l'autunno va a riposo rilasciando l'apparato fogliare (la maggior parte degli alberi di latifoglie). Coloro che hanno la fortuna di averli intorno casa (per il notevole raffrescamento estivo che procurano) debbono attrezzarsi per provvedere alla raccolta del fogliame. Mi permetto di suggerire qui la mia esperienza che con pochi strumenti manuali mi consente di fare una raccolta efficace, non faticosa, e produttiva di buon compost! Serviranno una carriola modificata con 8
un sopralzo, una pala larga leggera, un rastrello da foglie (ne esistono anche in bamboo più leggeri), e un recinto per l'accumulo del raccolto. Con qualche mezz’oretta di impegno al giorno, in poco tempo si riesce a riordinare il giardino prima dell'inverno. Naturalmente non servono strumenti tecnologici professionali costosi ed energivori che ci impediscono anche di fare un po' di salutare movimento. Ma che cos'è il compostaggio? E il frutto dell'attenta osservazione ed imitazione dei processi naturali che avvengono in qualsiasi bosco, riproducendoli in forma controllata e accelerata, e che trasformano la sostanza organica in humus. Qual'è il vantaggio individuale e
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collettivo del compostaggio? che la sostanza organica che dobbiamo smaltire viene avviata ad un processo di naturale ossidazione (per la presenza di ossigeno) che non produce odori e che elimina le complicazioni odorose negli impianti e nei processi di selezione degli altri rifiuti urbani lasciandoci a fine maturazione un terriccio ottimo ammendante e concime per le nostre colture casalinghe. Oltre al fogliame e all'erba dei nostri giardini il "compost" si ottiene con tutti gli scarti, residui ed avanzi di ogni tipo organico biodegradabile, ovvero aggredibili dalla microfauna (insetti, lombrichi, ecc.) e dai microrganismi che sono i nostri alleati nel processo di frantumazione e maturazione del terriccio. Già sapete che vetro, plastica, carta, barattoli di latta o alluminio, ecc. seguono la strada della raccolta differenziata. Ovviamente anche altri rifiuti non biodegradabili, e tanto meno quelli contenenti sostanze pericolose, tossiche o nocive (vernici, pile, metalli, farmaci scaduti, ecc.) non devono essere mescolati al compost. Come si procede in pratica? Serve innanzitutto un angolo del vostro giardino, possibilmente comodo da raggiungere e all'ombra di un albero per evitare la forte irradiazione solare estiva che eliminerebbe in fretta la necessaria umidità, dove collocare la concimaia o il cumulo, ovvero il "composter" in plastica, o
in legno o con altri materiali scelti dal vs ingegno. Personalmente ho adottato la soluzione del cumulo (anzi tre cumuli in serie fig. ), delimitati da semplice rete di recinzione a maglie normali. Il cumulo è un sistema completamente aperto che consente di lavorare grandi quantità di scarti; mentre i "composter" sono contenitori chiusi di volume e forma variabile (fig.), generalmente fessurati sul fondo e sulle pareti per facilitare lo scambio dell'aria che è l'altro imprescindibile protagonista del compostaggio.
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Pino Sartori
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PILLOLE DI MODA: BRACCIALE CON I CHARMS di Monica Zennaro
Entusiasmante è di volta in volta aggiungere nuovi ciondoli e diventerà il gioiello più prezioso che avete. Gli stilisti hanno cominciato a proporre versioni già pronte, ma i bracciali migliori sono quelli che esprimono la vostra creatività, che di anno in anno si trasformano insieme a voi. Ogni ciondolo ha un significato, è una pietra della vostra storia, un ricordo da cui non separarsi mai. È come un diario, solo che lo portate al polso e lo tenete nel vostro portagioie, in attesa di essere passato alle generazioni future. La cosa più fantastica è che, quando 10
sarete anziane, vi ricorderanno tanti momenti importanti della vostra vita. Inoltre potrete svelare ai figli e o nipoti il significato di ogni ciondolo. Curiosità: -- un bracciale con i charms è davvero un accessorio molto personale, e lo potete acquistare in qualsiasi momento della vostra vita. Meraviglioso è aggiungere un ciondolo in occasione di un traguardo importante tipo il diploma o la laurea, il matrimonio, la nascita di un figlio, ricordi per sempre. -- considerate l'idea di averne più di uno, magari a tema. -- è un'idea bellissima per un regalo. Potrete comprarne uno completo, oppure aggiungere solo i primi ciondoli, scelti in base al vostro gusto. -- una bellissima idea è perlustrare i negozi vintage. Se affiancherete ciondoli nuovi e antichi il bracciale risulterà molto più autentico senza esagerare però. -Un po' di storia: l’abitudine di portare i bracciali con i charms risale all'antico Egitto, dove erano veri e propri talismani per tenere alla larga gli spiriti maligni e anche come segno di distinzione sociale. Anzi allora la loro funzione primaria era quella di aiutare le divinità a riconoscere i defunti che passavano a
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miglior vita per ricongiungerli con i loro beni terreni. Una specie di documento di identità, insomma, una carta di imbarco per l'aldilà. Bracciali che sarebbe bello vedere: -- Marlène Dietrich: ne aveva uno fatto con le fiches del poker, regalatole da Frank Sinatra, e un altro con immagini religiose e simboli che augurano ogni bene (era convinta che la proteggesse in volo). -- Elisabeth Tylor: ne aveva tantissimi; Uno in particolare era composto solo da cuori che
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simboleggiavano l'amore per i figli, gli amici... e gli innumerevoli mariti. Llian Bunds, moglie di Wlt Dsney: il marito gliene aveva regalato uno con ventidue Oscar in miniatura, corrispondenti ai premi vinti in carriera.
Care lettori e lettrici che ne dite di questa idea anche per Natale? Sicuramente non poco originale... Un abbraccio e alla prossima dalla Vostra Monica
LA GUERRA È FINITA L’inizio del mese di novembre ha visto una ricorrenza rilevante, ancorché passata parzialmente sotto silenzio: il 4 novembre 2018 è ricorso infatti il centenario dell’armistizio che pose fine, per l’Italia, alla prima guerra mondiale. Un avvenimento che, a ben guardare, riguarda da vicino le regioni del nord-est e lo stesso Veneto, che furono il fonte principale della guerra grande per il nostro paese. Il 3 novembre 1918 veniva infatti firmato a villa Giusti a Padova l’armistizio tra Italia e Austria-Ungheria, solennemente e retoricamente ricordato nel cosiddetto “proclama della vittoria” del generale Diaz, comandante supremo dell’esercito italiano, che ancora oggi fa mostra di sé in molti municipi ed edifici pubblici
italiani, a partire da Ca’ Farsetti, municipio del Comune di Venezia. Siglato il 3 novembre, l’entrata in vigore dell’armistizio fu in realtà differita alle ore 15.00 del giorno successivo, il 4, perché le truppe italiane potessero completare il loro avanzamento nei territori “irredenti” di Trento e Trieste, di fronte a un esercito, quello austriaco, che ormai aveva cessato le ostilità. Quello di villa Giusti fu in realtà uno tra i molteplici atti di armistizio che presiedettero al termine del conflitto mondiale. Un conflitto, giova ricordarlo, condotto sul campo secondo i principi nuovi della mobilitazione totale con l’impiego in larga scala della tecnica industriale e sui tavoli diplomatici secondo le regole ereditate dall’ottocento che
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3 novembre 1918 Armistizio a Villa Giusti
regolavano i rapporti tra singoli Stati. A quello di Padova si affiancarono gli armistizi del 29 settembre della Bulgaria, del 30 ottobre della Turchia e, soprattutto, dell’11 novembre a Compiégne tra gli alleati e la Germania dopo l’abdicazione del kaiser Guglielmo II pochi giorni prima. L’11 novembre l’imperatore austriaco Carlo II, dopo il tentativo di trasformare l’impero in una confederazione di regni, abdicava. Il 12 novembre veniva proclamata la repubblica in Austria e il 16 in Ungheria. Con la nascita di Stati autonomi facenti riferimento alle quattro nazionalità austriaca, ungherese, polacca e slava cessava di esistere quell’originale esperienza transnazionale che fu l’impero asburgico. 12
Dopo gli armistizi, venne convocata la conferenza di pace a Parigi nel gennaio 1919. Parteciparono tutte le delegazioni degli Stati coinvolti anche se a quelli vincitori (Stati Uniti, Francia, Gran Bretagna, Italia, Giappone) era riservato il diritto di decisione su tutte le questioni dibattute. Durante la conferenza emersero le diversità di opinione e di linea politica tra i diversi partecipanti. I successivi trattati di pace che vennero siglati, a partire da quello più noto di Versailles con la Germania del giugno 1919, si contraddistinsero per l’impostazione “punitiva” nei confronti dei vinti, prima fra tutti la neonata repubblica di Weimar che dovette sopportare il carico insostenibile delle riparazioni di guerra
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e che alimentò il forte sentimento revanscista che favorì la presa del potere, dopo pochi anni, del movimento nazionalsocialista. L’impostazione del presidente americano di una “pace senza vincitori” condensata nel celebre discorso dei “14 punti” tenuto l’8 gennaio 1918 davanti al congresso statunitense venne nei fatti smentita dalle scelte politiche fatte dagli altri paesi alleati. Sul dopoguerra si incistava un nuovo fenomeno politico e sociale, il nazionalismo, che avrebbe condotto l’Europa all’epoca dei totalitarismi e ad un nuovo grande conflitto mondiale. Dalla conferenza di Parigi nacque anche l’idea della “Società delle Nazioni”, fondata ufficialmente il 28 giugno 1919 con la firma del Trattato di Versailles. Per la prima volta si dava vita ad un’organizzazione intergovernativa con lo scopo di accrescere il benessere e la prosperità dei popoli. Purtroppo anche la Società delle nazioni non resse l’urto dei nazionalismi prisma e dei totalitarismi poi, e venne sciolta definitivamente nel 1946. L’intuizione che la rese possibile restò però viva in altri due fondamentali organizzazioni intergovernative nate dopo il secondo conflitto mondiale: l’organizzazione delle Nazioni Unite (ONU) prima, la Comunità economica europea (CEE) poi, destinata a divenire oggi l’Unione Europea.
Il Gabbiano Circolo Ricreativo Culturale Campalto - Villagio Laguna I NOSTRI SERVIZI Consulenza legale gratuita per i soci AUSER si riceve solo su appuntamento “Ausilio” spesa a domicilio: in collaborazione con il servizio Sociale della Municipalità e COOP Alleanza 3.0 il nostro Circolo ha aderito al progetto “Ausilio per la spesa” per la consegna gratuita della spesa a domicilio alle persone anziane, non autosufficienti, portatori di disabilità o con problemi motori temporanei che non possono recarsi personalmnte presso i negozi. I NOSTRI CORSI Corso di nformatica Attività di lavori a maglia, uncinetto, taglio e cucito LA BIBLIOTECA “LINO SOFFIATO” La possibilità di avere in prestito libri E inoltre “La Scuola di Canto” Per informazioni e appuntamenti: tel. 041.903525bibliotecalinosoffiato@gmail.com dal lunedì al giovedì dalle 10,00 alle 12,30 il venerdì dalle 16,00 alle 18,00
Gabriele Scaramuzza LA PAGINA DI CAMPALTO
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Blog - Territori e Paradossi associazione
c u l t u r a l e Ve n e z i a
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Pensa Diverso! JOYFUL GOSPEL GROUP in concert
Domenica 2 dicembre ore 17.00 Chiesa dell’Annunziata - Campalto - Villaggio Laguna INGRESSO GRATUITO
Domenica 2 dicembre, la chiesa della ”Annunziata” in Villaggio Laguna ospiterà un concerto di musica Gospel realizzato in collaborazione con Blog Territori e Paradossi nell’ambito del progetto “CampArte”. Vi aspettiamo! A questa seguiranno altre iniziative di tipo artistico e culturale, alcune delle quali in collaborazione con l’Istituto Comprensivo “Gramsci” e altre associazioni del territorio. Continuano le attività del Gruppo Fotografico. Arte, musica, poesia e nel prossimo numero del nostro notiziario presenteremo più in dettaglio le iniziative in cantiere. Seguiteci e a presto.
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La Pagina di Campalto è curata dal Circolo Ricreativo Culturale AUSER “Il Gabbiano” Piazzale Zendrini 22 Campalto (VE) Tel/fax : 041.903525 - bibliotecalinosoffiato@gmail.com Editore: Circolo Auser “Il Gabbiano” - Direttore responsabile: Giorgio Marcoleoni. Redazione a cura di: Blog Territori e Paradossi - Associazione Culturale. E-mail: info@territorieparadossi.it Stampato in proprio - Registrazione presso il Tribunale di Venezia n° 1461 del 24 settembre 2003 “La pagina di Campalto” è consultabile online all’indirizzo: http://issuu.com/lapaginadicampalto È possibile rilasciare commenti e domande, segnalare iniziative, suggerire approfondimenti a questo indirizzo e-mail: lapaginadicampalto@gmail.com o visitando la nostra pagina facebook.