Novembre dicembre 2020

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distribuzione gratuita presso gli esercizi commerciali a: Campalto - Favaro Veneto - Tessera - Dese

http://issuu.com/lapaginadicampalto lapaginadicampalto@gmail.com NOVEMBRE DICEMBRE 2020 Anno XVII N° 195

MENSILE A SFONDO SOCIALE DI PUBBLICA UTILITÀ

L’ANNO CHE SE NE VA Difficile augurare “Buone Feste” in questo momento così difficile per il nostro paese. Alla pandemia si unisce uno stato di incertezza sul prossimo futuro, sia dal punto di vista politico, sia da quello della semplice quotidianità. Non possiamo fare altro che sperare in un prossimo anno più fevorevole, in grado di dissipare le nebbie che si sono accumulate in questo 2020 che sta per lasciarci. Arrivederci a gennaio.

In questo numero: È NATALE_PISTE CICLABILI_NANI SULLE SPALLE DEI GIGANTI_A RIVEDER LE STELLE_RIUNIONE SOCI AUSER_PILLOLE DI MODA_CAMPALTO NO_L’ANGOLO DELLA POESIA_SANTI E TRADIZIONI_UN NUOVO PROBLEMA.


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È NATALE

In queste giornate di inizio dicembre si discutono molto, sulla stampa, le scelte che saranno adottate dal Governo in merito alle limitazioni agli spostamenti e agli orari per le prossime festività di Natale. In particolare molto brusio sta creando l’ipotesi di anticipare le celebrazioni della notte del 24 dicembre, per rispettare gli obblighi del cosiddetto “coprifuoco”. Molto opportunamente la stessa Conferenza Episcopale Italiana è intervenuta affermando che, in un tempo segnato dalla pandemia, bisogna preoccuparsi prima di tutto 2

di tutelare la salute di chi partecipa ai culti. Del resto, già dal pontificato di papa Benedetto XVI la messa della notte di Natale in san Pietro viene celebrata alle 21.30, usanza confermata e proseguita da papa Francesco. A ben guardare, in effetti, la nascita di Gesù alla mezzanotte del 25 dicembre non è un dato storico, bensì una tradizione che si è consolidata nel corso dei secoli. Non solo riguardo l’ora, ma riguardo la stessa data del 25 dicembre. Infatti, la celebrazione della nascita di Gesù si stabilizza nel mondo

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romano tra il III e il IV secolo dopo Cristo, a seguito del diffondersi del Cristianesimo nei territori dell’impero. Essa viene identificata nel 25 dicembre in quanto in quei giorni avviene il solstizio d’inverno, e in quelle giornate il calendario latino festeggiava il cosiddetto “sole invitto”, cioè la vittoria del sole, astro generatore, sulla notte. Agiva, nell’attuare la progressiva sostituzione della celebrazione della divinità solare con il Cristo, la volontà da parte della nuova religione di dimostrare che proprio il Messia, Gesù di Nazareth, era il vero sole invincibile reso alle genti. Non è un caso, poi, che anche molti dei credi di origine orientale, come lo zoroastrismo o il mitrianesimo, individuino in prossimità del solstizio d’inverno date fondative dei rispettivi culti. Non deve stupire questa circostanza, in quanto legata a sistemi culturali e storici fondati essenzialmente sull’agricoltura come elemento di sussistenza, e quindi potentemente legati ai ritmi e cicli dell’anno. Né deve meravigliare la sovrapposizione che il Cristianesimo fa della data di nascita di Gesù con quella di altre religioni ad esso precedenti, perché esso ha dimostrato nella storia una capacità di inculturazione molto spiccata (si pensi ad esempio al rapporto tra il culto dei santi e la tradizione animistica nel continente africano). In realtà, non solo la data, ma lo stesso anno della nascita di Gesù non è

quello attestato dalla tradizione. Infatti, secondo Matteo e Luca la sua natività avvenne sotto il regno di Erode il Grande, al tempo del censimento ordinato da Augusto. Inoltre, secondo le fonti evangeliche Gesù aveva 30 anni quando incominciò la predicazione di Giovanni Battista, che si sviluppò nel quindicesimo anno di regno di Tiberio, essendo governatore della Giudea Ponzio Pilato, che tenne la carica tra il 26 e il 36 D.C. A questo deve aggiungersi l’errore di Dionigi il Piccolo, che concepì l’attuale calendario nel VI secolo, nel datare la fondazione di Roma. Di conseguenza, la maggior parte degli studiosi individua la nascita dell’”uomo Gesù” tra il 7 e il 6 a.e.v. La data del 25 dicembre come nascita di Gesù è pertanto non una verità storica, bensì un dato di tradizione. Una tradizione peraltro potente e forte che perdura finora, come dimostrano le polemiche di questi giorni, e che quindi deve molto interrogare sulla sua formazione, sulla sua stratificazione storica, sulla sua indubbia efficacia; ma un dato che deve anche molto interrogare sulla necessità di recuperare, anche presso il grande pubblico, soprattutto in un paese come il nostro, un’alfabetizzazione storico-religiosa di base, premessa sempre salutare per conoscere anche la realtà contemporanea.

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Gabriele Scaramuzza 3


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PISTE CICLABILI: FACCIAMO IL PUNTO

Martedì 24 novembre a Favaro, un gruppo di persone attente ai problemi ambientali si è riunito per fare il punto sulla situazione della mobilità sostenibile nella nostra municipalità riferita in particolare all’uso della bicicletta e al territorio di Campalto. Partendo dall’analisi della mappa delle piste ciclabile recentemente aggiornata dal Comune di Venezia, confrontandola con la situazione reale possiamo raggruppare essenzialmente in tre fasce le varie esigenze. Itinerari “bike to work/to school” destinati all’uso quotidiano della bicicletta per raggiungere il posto di lavoro, la scuola o altre destinazioni all’interno dell’ambito cittadino. Ne emerge un quadro assai poco confortante. A Campalto, nei cinque anni della passata 4

amministrazione non è stato fatto nulla, né in termini di nuove realizzazioni, né come manutenzioni dell'esistente. È praticamente impossibile raggiungere il centro di Favaro in sicurezza: la pista ciclabile, ammesso che si possa considerare tale, è uno “spezzatino” con interruzioni e continui attraversamenti; trattandosi poi di una “bidirezionale promiscua” (utilizzata anche dai pedoni) non rispetta i criteri stabiliti per legge. Analogamente si può dire per via Orlanda in direzione Mestre: il tratto, realizzato da oltre un decennio, si ferma all’altezza di via Bagaron obbligando i ciclisti, compresi quelli che si recano nell’unico market sopravvissuto a Campalto, a procedere sulla sede stradale. La situazione di pericolo è stata ulteriormente aggravata dalla realizzazione della rotatoria del bypass. Dopo i lavori di messa in sicurezza dell’attraversamenti di via Martiri della Libertà verso Bissuola, si ritiene più che mai urgente affrontare il contenzioso tra pubblico e privato, sul quale si sono depositati strati di polvere, per aprire il passaggio, almeno per pedoni e biciclette, in via Mandricardo. A breve verrà inaugurato il tratto realizzato da ANAS tra il cimitero di Campalto e l'inizio del paese (per altro non completato, come previsto in origine, fino in centro). L’intervento è stato, giustamente, richiesto da

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tempo immemore da don Armando Trevisiol per consentire agli ospiti della struttura “don Vecchi” di recarsi in sicurezza a Campalto, ma è un’opera monca: i ciclisti sono costretti a scendere in strada in uno dei punti più pericolosi di via Orlanda, poco prima della chiesa di san Martino. Da fine estate si è creato un vasto movimento d'opinione per cominciare a pensare seriamente al prolungamento fino a Tessera. È in corso una petizione con la raccolta di firme e "l'ostentazione" in stile Sindone di innumerevoli lenzuola che decorano la strada riportando appelli a Comune e ANAS per creare un percorso sicuro per muoversi in bicicletta tra le due frazioni. Sono inoltre in programma diverse iniziative per attirare l’attenzione su questa esigenza da troppo tempo trascurata. Itinerari destinati alla conoscenza e alla valorizzazione dl territorio. È cosa nota a tutti che la principale ricchezza ambientale di Campalto sia l’affaccio lagunare che corre dal parco di San Giuliano all’aeroporto. L'unico intervento realizzato negli scorsi anni, per altro già progettato e previsto dalla giunta precedente, che ha unito il bosco di Campalto con l'argine dell'Osellino versa in condizioni comatose: la vegetazione si è mangiata buona parte del percorso rendendo impossibile il transito di due bici come più volte documentato con foto. Per quanto riguarda il prolungamento a Forte

Bazzera, previsto nei finanziamenti concordati tra SAVE e il Comune, nessuno ormai più ne parla. In condizioni di degrado si trova anche il tratto che da Passo Campalto raggiunge il parco, per altro molto frequentato. Itinerari destinati soprattutto al cicloturismo e in generale alla scoperta del territorio, in maniera complementare al turismo incentrato sul centro storico di Venezia Il progetto più considerevole sarebbe la “ciclo-ippovia” verso Jesolo, presentato parecchi anni fa e rispolverato di tanto in tanto a seconda delle convenienze. Essendo competenza della Città Metropolitana doveva seguirla un consigliere oggi non più presente nel nuovo Consiglio Comunale. Rientrerebbe in un progetto ben più ampio, che aveva avuto anche il supporto dei sindaci delle varie località coinvolte, per collegare la città con il mare. Da non sottovalutare poi la necessità di segnalare con una cartellonistica adeguata gli itinerari già presenti. L'incontro è stato solo un punto di partenza per raccogliere un po' di informazioni; ci ritroveremo a breve per individuare le priorità e le strategie affinché vengano rispettati gli impegni presi nel recente passato e si possa stimolare questa amministrazione a predisporre un minimo di progettualità con creta e condivisa.

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Gianfranco Albertini 5


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NANI SULLE SPALLE DI GIGANTI: la lettura e la scrittura antidoto contro l’ignoranza Ci sono scrittori considerati minori o emergenti da critici letterari e da intellettuali di ogni epoca che hanno invece segnato la storia della letteratura moderna. È il caso di Tommaso Landolfi la cui prosa a tratti surrealista a tratti fantascientifica delinea un mondo onirico alla Ernst popolato da creature mostruose, donne dai corpi grotteschi e sfondi sanguinei descritti con estrema raffinatezza e utilizzando una lingua arricchita di neologismi e arcaismi. Landofi espone un’idea di letteratura nuova a tratti atipica rispetto alla sua realtà stordente e imprevedibile che lo porta al matrimonio e a diventare padre. “La cosa importante della vita è vivere non solo per se stessi”. Ecco come sono i figli il senso precipuo della vita per lo scrittore-uomo Landolfi. Aldilà della sua biografia, sembra di notevole interesse l’approccio dello scrittore alle pratiche della lettura e delle scrittura. Fu tra i primi a parlare dell’importanza del creative writing. Attraverso la funzione catartica della scrittura creativa si riesce ad affrontare l’âmertume della vita. L’autore riesce a superare la pesantezza dell’esistenza attraverso la lettura e la scrittura. In effetti a chi non è mai capitato di dover dar sfogo ai propri pensieri e alle proprie pulsioni attraverso un 6

foglio di carta? Chi non ha mai scritto il diario al liceo? Chi da bambino non immaginava storie fantastiche di draghi e cavalier serventi? Chi non legge, non scrive. Chi non si sente portato per queste pratiche, lo può diventare. Si tratta di approcciarle nel modo corretto capendo lo scopo di tale coinvolgimento. Quando si parla di letteratura si parla dell’esistenza e dell’essenza di alcune persone, poeti e romanzieri, che hanno voluto lasciare ai posteri “qualcosa”. Sarebbe bello poter estendere questi corsi di scrittura creativa anche per debellare un annoso problema sociale, quello della dispersione scolastica, soprattutto in Veneto. Attraverso nuovi approcci alla lettura e alla scrittura adolescenti e non possono rendersi conto delle passioni nascoste, possono acquisire nuovi stimoli che li riavvicinino alla sfera scolastica. La scrittura può essere antidoto alla noia e alla depressione che ahimè dilagano nella nostra società. Non ci sono più obiettivi da perseguire, persone con cui confidarsi, passioni da coltivare. Eppure una soluzione ci sarebbe… la scrittura creativa. Che questo articolo possa essere foriero di futuri progetti culturali.

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Cristina Pappalardo


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Nella nostra vita di studenti, Dante Alighieri è stato un protagonista importante: le composizioni poetiche. la “Commedia” e le vicende politiche, con diverso coinvolgimento ci hanno accompagnato per molti anni. Nella primavera del 1300, la notte del venerdì santo, Dante si mise in viaggio per l'aldilà. Scegliendo un momento solenne, un cambio di secolo che sembrava preannunciare una svolta storica, segnava per sempre la storia dell'umanità che da allora si sarebbe messa in viaggio con lui. Con il suo celeberrimo "nel mezzo del cammin di nostra vita" Dante voleva infatti chiarire che non stava parlando solo di sé. Il suo viaggio è

collettivo e ci riguarda tutti. Dell'universalità atemporale del poema dantesco, avventura umana che a settecento anni dalla morte dell'autore continua a emozionarci, è prova anche il fatto che c'è ancora tantissimo da scrivere su Dante ed è quello che fa anche Aldo Cazzullo con il suo nuovo libro A riveder le stelle, un omaggio al poeta che inventò l'Italia. L’autore ricostruisce parola per parola il viaggio dantesco all'Inferno e nel farlo rilegge la Divina Commedia come un appassionante viaggio in Italia: da Scilla e Cariddi a Venezia, da Mantova a Roma, da Firenze al Lago di Garda. Miti, leggende, condottieri, star della musica, poesia: il libro diventa una mappa dell'Italia che eravamo e di quella che siamo che attraversa i muri del tempo e acquista una sua universalità. Dante è il poeta che inventò l'Italia. Non ci ha donato soltanto una lingua; ci ha dato soprattutto un’idea di noi stessi e del nostro Paese, una terra unita dalla cultura, la bellezza e la ricerca delle stelle, che non dobbiamo cessare anche quando fuori è tutto buio. Con A riveder le stelle riscopriamo anche chi era l'uomo Dante Alighieri e quali furono gli incontri, gli itinerari e le esperienze, prime tra tutte l'esilio e l'aspra lotta civile a cui prese parte, da cui nacque quello che Borges definì "il più bel libro scritto dagli uomini." Per gli uomini, aggiungeremmo.

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CIRCOLI AUSER: RIUNIONE DEI SOCI Nel mese scorso si è svolto per entrambi i circoli AUSER "Il Gabbiano" e APS F.lli Cervi l'assemblea dei soci in videoconferenza. La presenza dei soci, purtroppo, non è stata possibile per la situazione difficile causata dall'epidemia COVID 19. All'ordine del giorno l'approvazione del bilancio 2020, la previsione di spesa/ ricavi per l'anno 2021, l'approvazione delle modifiche allo statuto per adeguarsi alle nuove disposizioni che regolamentano il "Terzo Settore". Importante è stata la nomina dei due rappresentanti per circolo che parteciperanno al congresso AUSER, che si terrà il prossimo anno, per il rinnovo dei dirigenti Provinciali. Assolti questi importanti doveri vogliamo ringraziare tutte le persone che continuano a sostenere la "Spesa Sospesa" la quale ci permette di aiutare le famiglie in difficoltà. Con calore vogliamo ricordare tutte quelle famiglie che, nonostante il momento complicato, delicato per la perdita di un loro caro, hanno riconosciuto il sostegno avuto dai circoli AUSER. A termine di queste ultime notizie per quest'anno, Circolo Il Gabbiano e APS F.lli Cervi augurano a tutti voi un Buon Natale e Felice Anno Nuovo.

Il Gabbiano Circolo Ricreativo Culturale Campalto - Villagio Laguna I NOSTRI SERVIZI Consulenza legale gratuita per i soci AUSER - si riceve solo su appuntamento Spesa a domicilio: il ns. Circolo ha il servizio per la consegna gratuita della spesa a domicilio per persone anziane, non autosufficenti, portatori di handicap o con problemi motori temporanei che non possono recarsi personalmnte presso i negozi. I NOSTRI CORSI Corso di nformatica Attività di lavori a maglia, uncinetto, taglio e cucito Ripetizioni scolastiche per alunni di scuola media e superiore LA BIBLIOTECA “LINO SOFFIATO” La possibilità di avere in prestito libri E inoltre: Scuola di Canto Sportello Ludopatia aperto mercoledì h. 15.00/18.00 Per informazioni e appuntamenti: dal lunedì al giovedì dalle 10,00 alle 12,30 il venerdì dalle 16,00 alle 18,00 tel. 041.903525 bibliotecalinosoffiato@gmail.com Circolo Ricreativo Culturale AUSER “Il Gabbiano” Piazzale Zendrini - Villaggio Laguna Venezia - Campalto

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PILLOLE DI MODA LA BORSA FEMMINILE: UN MONDO DA SCOPRIRE di Monica Zennaro

Avete mai guardato all'interno di una borsa di una donna? C'è tutto un mondo da scoprire. Noi donne se potessimo ci porteremmo tutta la nostra casa: che magnifica ossessione la “Borsa!” Merita proprio una B maiuscola perché è sicuramente la nostra casa viaggiante, mai trasandata mai a caso! La puoi cambiare tutti i giorni oppure essere la stessa per molti mesi. Alla sera nessuno ti dice di cambiarla ma naturalmente basta non sia un modello sportivissimo. Quelle che ci fanno innamorare sono le così dette “it bag”, cioè le regine della categoria, icone spesso associate alle dive del cinema. Possederne una è come è come avere un bellissimo quadro d'autore

in casa! Vediamo quali sono le più desiderate. “Chanel 2:55”: borsa trapuntata (matelassé) che deve il nome al mese e all'anno di lancio: febbraio 1955, Poi c'è la “Jackie 0” di Gucci, inutile dire a quale divina faccia riferimento, detta anche “Bouvier” (con il suo cognome da ragazza) o “New Jackie” la versione del 2009, una baguette di Fendi per le donne glamour a partire dal 1996, anno in cui è stata lanciata. Poi non possiamo dimenticarci di Hermés e dei suoi due capolavori: la “Birkin”, dedicata a Jane Birkin cantante e attrice inglese, e la meravigliosa “Kelly” della quale Grace ne ha fatto un'icona di stile. Quest'ultima nasce come borsa porta sella, in concomitanza con la fondazione della Maison Hermés. Nel 1930 si rivedono le proporzioni e diventa una borsa da donna. Il nome Kelly compare nel 1955 con Grace, principessa di Monaco, che la usò per camuffare la pancia (era incinta di Caroline). Un accessorio di Louis Vuitton è un sogno e un investimento da non dimenticare: le borse del marchio francese sono un investimento sicuro. Ma come organizzare la propria borsa? Il consiglio è di portarne due: una piccola che all'occorrenza si

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trasforma da sera e una grande che possa contenere un sacco di cose, diciamo con un sorriso tipo quella di Mary Poppins. Noi donne le riempiamo all'inverosimile ma per trovare tutto all'interno consiglio suddividere le cose in

piccoli beauty. Insomma per concludere potrei dire che non esiste femminilità se una donna non esce con una borsa... senza non si può stare!!! Appuntamento al prossimo anno e buone feste. Vostra Monica.

CAMPALTO NO

La realizzazione del Bypass, o se preferite variante alla S.S. Triestina, ha causato e continua a causare innumerevoli difficoltà per gli abitanti di Campalto. Da mesi i residenti di via Carlo Martello denunciano importanti disagi ma sembra che, trattandosi solo di poche famiglie, la cosa sia di scarso interesse. Numerosi sono i continui appelli alle varie amministrazioni senza però risposte esaudienti. Riteniamo opportuno condividere questo disagio in quanto a Campalto non devono esistere cittadini di serie B.

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L’ANGOLO DELLA POESIA A CHI NON C'È PIÙ

NON SEI PIÙ TRA NOI

Non più una parola da dire Non più una carezza da fare Non più un bacio da donare Non più un fiore da cogliere Resta solo il silenzio Che raccoglie di tutti l' immenso

Uno squillo, poche parole che mai avresti voluto udire; e all’ improvviso gli anni di una vita si rincorrono davanti agli occhi. Un limpido ruscello che sgorga dalla roccia si fa torrente impetuoso e sei travolto da domande, voci, silenzi. Poi l’acqua scompare, inghiottita dalla terra, lasciando un greto inaridito come la mente incapace di rispondere a quelle domande. di ascoltare quelle voci, insensibile a quel silenzio che invocava aiuto.

Lucia Seno

Ora tutto è finito, non sei più tra noi. Ricordi, domande, voci e silenzi lentamente svanicono nell’anonimato della quotidianità. Anonimo

via Gobbi 259 - Campalto da martedì a sabato orario 8.15 - 17.30 per appuntamento: 3927242100

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SANTI E TRADIZIONI

Nel mese di dicembre numerose sono le ricorrenze legate ai vari santi che ci accompagnano al Natale. Primo ad arrivare è san Nicola il 6 dicembre. Fu uno dei più illustri santi che fiorirono nella Chiesa orientale nel secolo IV. Nativo di Pataro nella Licia, dimostrò fin da bambino di essere predestinato a grandi cose. Prestissimo si dedicò alla vita monastica. Durante la persecuzione di Diocleziano, fu deportato e confinato. Restituita la libertà alla Chiesa, il santo vescovo ritornò tra il suo popolo. Partecipò al Concilio Ecumenico di Nicea dove coprì una parte assai attiva. Il suo corpo si conserva a Bari, nella Basilica che porta il suo nome. Particolarmente venerato nel 12

mondo cristiano ortodosso, san Nicola è anche patrono della Russia. Non tutti però lo sanno riconoscere sotto le fattezze e l'abbigliamento del bonario Babbo Natale. Ma non c'è dubbio. Il cappuccio foderato di pelliccia del nordico Babbo Natale, non è altro che la mitria del barbuto vescovo orientale. Infatti, in Germania e in Svizzera, Babbo Natale si chiama Nikolaus che, con la gerla colma di doni, ha varcato l'oceano e in America è diventato "Santa Claus", re della tradizione natalizia, e anche pubblicitaria del Nuovo Mondo. E dall'America, Santa Claus è rimbalzato con nuova fortuna in Europa; ma pochi l'hanno riconosciuto per San Nicola da Bari, il secolare amico degli scolaretti e di tutti i bambini. Il giorno successivo è la volta di Sant’Ambrogio, patrono di Milano. Di nobile famiglia romana, nacque nel IV secolo a Treviri, nell’attuale Germania, ove suo padre era prefetto. Ancora giovane, per la sua grande prudenza ed imparzialità, fu mandato governatore a Milano. Essendo in quel tempo rimasta vacante quella sede episcopale, vi erano grandi discordie tra cattolici ed ariani per l'elezione del nuovo Vescovo. Ciascuno lo voleva secondo la propria fede, e fu necessario l'intervento del governatore Ambrogio per pacificare gli animi. Ma appena Ambrogio comparve in mezzo alla folla,

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un bambino si diede a gridare: Ambrogio vescovo, Ambrogio vescovo, e subito dopo di lui, cattolici ed ariani unanimemente vollero la sua elezione. È annoverato tra i “Dottori della Chiesa” e di lui si ricorda, oltre al contrasto all’eresia ariana, la conversione di sant’Agostino. Tradiziona tutta milanese è la festa di “Oh bej, oh bej” (che belli, che belli) che richiama le esclamazioni dei bambini di fronte alle bancarelle addobbate per il natale. È anche la giornata in cui si inaugura la stagione musicale del teatro “Alla Scala”.

Il 13 si ricorda invece una santa particolarmente cara ai veneziani che ne custodiscono gelosamente le spoglie, Lucia. La sua storia è tramandata da antiche fonti risalenti alla fine del V secolo; narrano di una giovane nata sul finire del III secolo, appartenente ad una nobile famiglia cristiana di Syracusæ. Durante un pellegrinaggio a Catania, il 5 febbraio dell'anno 301, ricorrenza di

sant'Agata, Lucia si assopì durante la preghiera e vide in sogno la santa catanese circondata da schiere angeliche profetizzare la sua santità. Consacratasi alla vita spirituale, venne denunciata come cristiana durante le persecuzioni di Diocleziano e, dopo aver subito rimanendo miracolosamente indenne lunghe torture, fu giustiziata all’età di 21 anni nel 304. A causa delle razzie attuate dai saraceni, il corpo della santa fu prelevato da Siracusa nel 1040 e portato insieme alle spoglie di sant'Agata a Costantinopoli per farne dono all'imperatrice Teodora. Da lì fu trafugato nel 1204 dai veneziani che conquistarono la capitale bizantina in occasione della quarta Crociata e fu portato a Venezia dove, dopo varie vicende, ha trovato posto nella chiesa di San Geremia seppur i siracusani ne rivendichino fortemente il possesso nella loro città Privo di ogni fondamento e assente nelle molteplici narrazioni e tradizioni, almeno fino al secolo XV, è l'episodio in cui Lucia si sarebbe strappata, o le avrebbero cavato, gli occhi. L'emblema degli occhi sulla coppa, o sul piatto, sarebbe da ricollegarsi, più semplicemente, con la devozione popolare che l'ha sempre invocata protettrice della vista a motivo dell'etimologia del suo nome dal latino Lux, luce. Come san Nicola, anche santa Lucia, porta per tradizione doni ai bambini.

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Gianfranco Albertini 13


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UN NUOVO PROBLEMA

In queste giornate di un novembre quasi primaverile mi sono mosso spesso in bici. Ho percorso più volte la bella ciclabile di via Vallenari da Campalto a via Vespucci. Purtroppo, nell’aiuola che la separa dalla strada, ho notato una notevole quantità di mascherine usate gettate a terra, che cresceva di giorno in giorno. Mi sono chiesto: “ma è così difficile, se non ti serve più, metterla in tasca e buttarla nella spazzatura quando arrivi a casa?”. Sembra che sia proprio una fatica immane.

L’abitudine, comunque, appare molto diffusa ovunque. Tenuto conto che i materiali che compongono la mascherina non sono facilmente degradabili, ammesso che Veritas non intervenga con una accurata pulizia, questi reperti decoreranno a lungo le nostre strade finendo magari per ostruire i tombini. Esiste comunque un problema reale che va al di là della scarsa sensibilità civica: l’abbandono delle mascherine può contaminare l’ambiente sia per la potenziale carica batterica contenuta, sia per la presenza nei materiali che le compongono di prodotti chimici altamente inquinanti. L’invito che sempre più spesso ci sentiamo rivolgere è quello di dotarsi di mascherine riutilizzabili, che si possano facilmente lavare e disinfettare in casa, in sostituzione di quelle chirurgiche usa e getta. Un lavaggio a 60° è ampiamente sufficiente per eliminare la possibile presenza del virus.

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Gianfranco Albertini


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La Pagina di Campalto è curata dal Circolo Ricreativo Culturale AUSER “Il Gabbiano” Piazzale Zendrini 22 Campalto (VE) Tel/fax : 041.903525 - bibliotecalinosoffiato@gmail.com Editore: Circolo Auser “Il Gabbiano” - Direttore responsabile: Giorgio Marcoleoni. Redazione a cura di: Blog Territori e Paradossi - Associazione Culturale. E-mail: info.blogterritorieparadossi@gmail.com Stampato in proprio - Registrazione presso il Tribunale di Venezia n° 1461 del 24 settembre 2003 “La pagina di Campalto” è consultabile online all’indirizzo: http://issuu.com/lapaginadicampalto È possibile rilasciare commenti e domande, segnalare iniziative, suggerire approfondimenti a questo indirizzo e-mail: lapaginadicampalto@gmail.com o visitando la nostra pagina facebook.


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